mercoledì 30 maggio 2012

La leishmaniosi in Liguria: possibile un collegamento con le scie chimiche

La leishmaniosi è un’affezione molto seria causata da un protozoo il cui vettore è un moscerino, il flebotomo. I casi di tale patologia sono in aumento, soprattutto in Liguria e l’incremento rilevato è pressoché concomitante con l’inizio delle operazioni chimico-biologiche che, come è noto, comtemplano pure la dispersione di uova di insetti. La Liguria, soprattutto occidentale, è zona tempestata dalle attività clandestine di aerosol e non sembra una coincidenza se i casi di leishmaniosi siano proprio più frequenti nel Ponente. Intanto alcune istituzioni stanno promuovendo iniziative di profilassi. Saranno sufficienti o, per eradicare questo ed altri problemi, sarebbe opportuno porre fine alla biogeoingegneria?

Comincia la campagna contro la leishmaniosi. Sarà la leishmaniosi la malattia al centro della nuova campagna informativa che coinvolgerà le farmacie genovesi. In Italia, dal 1996 al 2007 è stata riportata una media di 160 casi annui di leishmaniosi viscerale: la forma più grave di infezione, nella variante umana, ha una forte presenza proprio in Liguria, regione interessata dalla presenza di leishmaniosi canina. I cani (50 mila nel capoluogo ligure) sono, infatti, i principali vettori di diffusione dell’infezione e i più colpiti risultano i bambini di età tra uno e quattro anni. [...] Per l'O.M.S. la leishmaniosi è la sesta malattia mortale in assoluto al mondo.

I dati in Liguria. Secondo i più recenti dati elaborati dall’istituto pediatrico Gaslini di Genova dal 1995 al 2009 sono stati osservati 72 casi di leishmaniosi viscerale: l’analisi retrospettiva su 63 casi ha evidenziato che 50 bambini su 63 sono risultati provenire dalla Liguria. Si è appreso inoltre che 26 bambini provenivano dal ponente ligure (Imperia, Sanremo, Ventimiglia e Bordighera), 11 da Savona e provincia, 11 da Genova e provincia e 2 da Sestri Levante. Gli altri 13 pazienti provenivano da altre regioni (Sicilia, Puglia, Campania Sardegna, Abruzzo, Emilia). Per quanto riguarda i cani, è risultato che su un campione di 80 cani, nel 2010-2011, sono risultati positivi alla leishmaniosi 12 cani. E’ stato evidenziato un forte incremento della malattia pari a circa il 6% nel giro di un anno. Inoltre il 50% della popolazione canina rinchiusa in canili sarebbe positiva all'affezione.

La leishmaniosi è una grave malattia del cane causata da un protozoo chiamato leishmania; affinché la malattia si manifesti sono necessarie particolari condizioni geografiche e climatiche (zona costiera collinare e temperature estive serali e notturne superiori ai 15°C) nonché la contemporanea presenza sul territorio del protozoo, del serbatoio biologico (il cane) e dell'insetto vettore (il flebotomo). La leishmaniosi ha un'evoluzione generalmente lenta, che associa lesioni viscerali a lesioni cutanee. I parassiti infettano vari organi e tessuti, cioè il fegato, i linfonodi, la milza, il midollo osseo e conducono progressivamente alla morte gli animali colpiti. Poiché la puntura infettante da parte del flebotomo avviene nei mesi primaverili ed estivi e l'organismo ha bisogno di alcuni mesi per produrre gli anticorpi è importante compiere una diagnosi precoce. Emerge la necessità di una collaborazione tra i proprietari di cani ed i veterinari perché, insieme con il servizio di sanità pubblica, si possa affrontare in maniera coordinata il "problema leishmania" con un corretto piano di profilassi sanitaria sia preventiva sia limitativa della malattia.

Adriana Ruggeri

Fonte: newnotizie

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Range finder: come si sono svolti i fatti

sabato 26 maggio 2012

Alf

Absit iniuria verbis

“Alf” è una situation comedy con ingredienti fantascientifici. La serie televisiva, prodotta negli Stati Uniti dalla N.B.C., fu trasmessa sulla medesima emittente dal 1986 al 1990 (successivamente in Svizzera dalla R.T.S.I. e in Italia dalla R.A.I.).

La serie, ispirata al film “E.T. l'extra-terrestre” del 1982, ha per protagonista Gordon Shumway (chiamato Alf dalla famiglia che lo ospita, ovvero Alien Life Form), alieno di 229 anni proveniente dal pianeta Melmac dove l'erba è blu ed il cielo è verde. Ricoperto completamente di una pelliccia arancione, Alf è ghiotto di gatti e, nonostante l'età veneranda, spesso agisce in modo molto infantile ed arrogante.

Seguendo un segnale radio, Alf si schianta sull’autorimessa della famiglia Tanner che, non sapendo come comportarsi, lo accoglie e lo tiene lontano dalla N.A.S.A. e dal vicinato, finché i lavori per riparare l'astronave non saranno ultimati. Alf ha abbandonato il suo pianeta natale, Melmac, perché è andato incontro all'apocalisse nucleare (causata dall'accensione contemporanea per opera di tutti gli abitanti del pianeta di un asciugacapelli...) ed è convinto di essere l'unico sopravvissuto della sua specie. Diventa a questo punto un esponente della famiglia Tanner. Alf impara fin troppo bene a sopravvivere alla monotonia casalinga, dedicandosi alla televisione ed alle gozzoviglie.

Leggendo un recente “articolo” a firma di Alfio Giuffrida, il pensiero è sùbito corso ad Alf, lo stralunato personaggio inopinatamente piombato sulla Terra. Nel guazzabuglio del Generale, si leggono, infatti, lunari incongruenze e scempiaggini come le seguenti:

“Di norma le scie di condensazione si formano soltanto dagli 8.000 metri in su, con temperature inferiori ai -40 °C ed umidità relative (sic) vicine (sic) al 100%. Le scie di condensazione si dissipano in breve tempo a causa del rimescolamento con l’aria secca circostante (sic).[...] La diminuzione della pressione dell’aria, causata dalle ali dell’aereo, che provoca (seguendo la sintassi, è l’aereo a determinare una flessione della temperatura, n.d.r.) una repentina diminuzione di temperatura e quindi la condensazione del vapore acqueo (lo stesso fenomeno fisico per cui, quando seguiamo in televisione una gara di formula uno, osserviamo due piccole “nuvolette” – si vede che esistono le nuvolette grosse - che si formano ai lati degli alettoni delle auto). [...] Oltre al vapore acqueo le emissioni provocate dagli aerei contengono biossido di carbonio, ossidi di azoto, monossido di carbonio, idrocarburi come il metano, solfati e tracce di particolato solido. Ciò, in effetti, costituisce una forma di inquinamento, che è del tutto simile a quella causata dai motori delle auto che usiamo quotidianamente. [...] Gli stessi Enti governativi e la comunità scientifica hanno ripetutamente dimostrato l’assoluta inconsistenza e incoerenza scientifica di tali asserzioni. Anche riviste e programmi di divulgazione scientifica hanno definito tale teoria una bufala. Negli anni ‘90, i seguaci della teoria del complotto si sono interessati ad alcune scie di condensazione che, secondo loro, potevano essere provocate ad hoc dalle potenze mondiali, mediante presunti rilasci di ipotetiche sostanze chimiche, o biologiche”.[1]

Ora, al cospetto di codeste idiozie, ci chiediamo se Giuffrida non sia una specie di imbambolato alieno precipitato su questo pianeta. Il suo scartafaccio non è soltanto un fulgido esempio di mala fede e di ignoranza, ma pure di stramba comicità, alla fratelli Marx: non avevamo mai letto in tutti questi anni tante sciocchezze in una volta sola (e pensare che Paolo Attivissimo ci ha sempre elargito gustosi motivi di ilarità). Il generale scrive in un modo talmente sciatto da essere spassoso: sembra di leggere un temino di un alunno di Arzano, a cominciare dal surreale titolo, “Come nasce e come si smonta la bufala delle scie chimiche”, degno della perversa fantasia letteraria di Lautréamont. Anzi, l’abuso della triviale metafora “bufala” associato al verbo “smontare” è quasi un fotogramma di un film realizzato da Luis Buñuel. Ricorda pure una feroce pièce di Artaud. In questo teatro della crudeltà, le bufale sono allevate per essere smontate. Un articolo dunque scritto a vanvera, dove gli accostamenti più inusuali e le immani castronerie sono garanzia di divertimento allo stato puro. Il seguente passaggio è esilarante:

“Per fare (sic) un esempio, il ‘fenomeno del Niño’, che interessa periodicamente la fascia centrale dell’Oceano Pacifico, secondo le fantasiose affermazioni di tali giornalisti, sarebbe il risultato di un flusso di “onde a bassissima frequenza”, inviate dagli americani, (gli ammmericani) che “a volte” entrano in contatto con “onde stazionarie” emesse dai sovietici”. Ossia, secondo la traballante sintassi dell’amico Alfio, gli americani (sic) entrano in contatto con le onde stazionarie. Per fortuna che il Nostro precisa, però, che questo accade “a volte”: si vede che di solito gli ammmericani preferiscono contatti con belle donne. Altro che guerra fredda! I sovietici solleticavano la concupiscenza dei loro rivali con calde e poppute... onde stazionarie.

La conclusione poi è ancora più ridicola, con la dotta citazione di una frase pronunciata da Woody Allen.

“In questi giorni, forse per mancanza di argomenti su cui fare (sic) gossip, le scie chimiche sono tornate di moda. I giornali ne parlano diffusamente, in quanto l’argomento, come si suol dire “fa cassetta” e fanno bene approfittarne subito (sic), in quanto, come ha simpaticamente raccontato(?) il regista Woody Allen nel suo ultimo film dedicato a Roma: la notorietà arriva in un giorno e in un giorno se ne va”.

Non sembrano proprio le righe scritte da un allievo ruspante, tra l’altro con il verbo “fare” ripetuto tre volte negli stitici periodi ed il verbo “raccontare” usato a sproposito? Impagabile Alfio con la tua prosa sgangherata, il lessico scimmiesco e le spiegazioni da “manuale delle giovani marmotte”.

E’ proprio nella costruzione di enunciati e periodi che Alfio rivela spaventose difficoltà. Farnetica colui: “Nell’ambito di tale teoria, tali scie vennero definite 'scie chimiche' e sono state formulate numerose ipotesi sui fini di queste presunte operazioni, assolutamente prive di riscontri fisici, spesso molto fantasiose e generalmente in contraddizione tra loro”. Senti chi osa pronunciare il termine “contraddizione”...

Anche qui sono sintatticamente le “operazioni” ad essere prive di riscontri fisici e non, a differenza di quanto intendeva scrivere lo scombiccheracarte, le cosiddette “teorie”.

Costante De Simone, menzionato dall’amico Alfio nel suo sgrammaticato ed infantile sproloquio, definì con grande eleganza i ricercatori indipendenti “mentecatti”. Se ogni tanto i negazionisti, in tempi tanto grami, ci donano questi demenziali ed esilaranti zibaldoni, pazienza per certi insulti che comunque si ritorcono contro chi li ha pronunciati, essendo a loro perfettamente adatti.

Se questo è un Generale...

Per la confutazione delle squinternate asserzioni del Giuffrida, si veda Un generale per tutte le stagioni, 2012


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Range finder: come si sono svolti i fatti

martedì 22 maggio 2012

Il Morgellons: una nanotecnopatologia

Da quando la biologa Mary Leitao diagnosticò una malattia poi denominata impropriamente Morgellons, pazienti e scienziati si sono interrogati su questa atroce affezione. Vero è che, all’inizio, parve una patologia enigmatica ed è vero che, ancor oggi, il C.D.C. di Atlanta brancola (o meglio... finge) di brancolare nel buio, ma la complessa sintomatologia del Morgellons si spiega distinguendo tra l’eziologia ed una serie di fattori predisponenti e reazioni dell’organismo. Così ha ragione la Dottoressa Hildegarde Staninger che individua ipso facto la causa del morbo nelle fibre e nelle nanostrutture disperse con scellerate operazioni di bio-geoingegneria alias scie chimiche. La presenza di ife fungine, di parassiti e di batteri, ma anche di costituenti sintetici, reperiti nei pazienti, si comprende ricordando che le fibre che fuoriescono dalle lesioni e dai follicoli dei malati, sono il risultato di un cross over organico-inorganico, come dimostrato da Carolyn Williams Palit. Si ottiene in questo modo la quadratura del cerchio, concludendo che il Morgellons, malattia tipica dei tempi di ferro in cui viviamo, è una nanotecnopatologia. Per comprenderne l’origine, sarà necessario guardare il cielo. Di seguito un’ottima summa sul Morgellons, dovuta al biologo Samuele Venturini. Un sentito ringraziamento all’amico G. per la segnalazione.

Ultimamente sia in televisione sia soprattutto in Internet si è sentito molto parlare del “Morbo di Morgellons”. Ma di che cosa si tratta? Perché così tanta confusione regna attorno a questo argomento? Con il seguente articolo intendo quindi esporre una panoramica, seppure generica, dedicata a tale fenomeno.

La storia

Il termine “Morgellons” compare per la prima volta intorno all’anno 1600 in un testo medico e in tale circostanza indicava un’anomala crescita di peli o capelli sulla parte dorsale del corpo [1]. Occorre attendere l’anno 2002 per la ricomparsa di questa patologia o quanto meno del suo nome. Circa nove anni fa una biologa – Mary Leitao – notò che sua figlia presentava strani sintomi, assimilabili proprio alla descrizione fatta da Browne nel testo medico del XVII sec. e decise di denominare allo stesso modo questa malattia.

Non reperendo informazioni riguardanti questa patologia e trovando solo pochissimi medici in grado di ascoltarla o quanto meno di indagare tale fenomeno, decise insieme con alcuni di loro di diagnosticare una nuova patologia: il morbo di Morgellons appunto. Questi medici inoltre aderirono alla Morgellons Research Fonudation (MRF) [2] al fine di studiare i molti casi di "parassitosi" irrisolti, frettolosamente liquidati dalla medicina convenzionale come "malattie psichiatriche". Attualmente, secondo la MRF, il numero di famiglie che hanno almeno una persona affetta da tale patologia è pari a 15.623.

I sintomi

Diversi sono i sintomi con cui si manifesta il Morgellons e forse è anche per questo motivo che la medicina ufficiale non è stata ancora in grado di classificare meglio tale patologia. Tra le sue caratteristiche quindi si possono annoverare le seguenti: punture, sensazione che qualcosa cammini sotto la pelle, lesioni cutanee, fibre o filamenti che emergono dalla pelle, dolori muscolari, affaticamento, diminuzione della memoria, disfunzioni della capacità cognitiva, disturbi dell’umore. Sebbene anche il C.D.C. (Center for Disease Control and Prevention) stia indagando tale malattia, a tutt’oggi non si conoscono ancora tutti i sintomi e di conseguenza le relative cure. Nel corso del tempo, il Morgellons è stato confuso o associato ad altre malattie le quali presentano sintomi simili come il morbo di Lyme (patologia batterica), le parassitosi deliranti o la sindrome da affaticamento cronico. Nonostante ciò il Morgellons presenta comunque delle differenze che non possono essere trascurate e che lo rendono ancora una malattia non classificabile.

Gli studi dei ricercatori indipendenti

Come abbiamo visto poc’anzi, è ancora difficile delineare in modo chiaro il morbo di Morgellons. Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che sono ancora poche le persone e soprattutto le istituzioni che stanno svolgendo una ricerca attiva a tal proposito. Anche la confusione mediatica non aiuta in questa ricerca. Le ricerche condotte da alcuni scienziati e ricercatori indipendenti [3, 4, 5, 6, 7] hanno portato a formulare alcune ipotesi che, a mio parere, vale davvero la pena di analizzare per smentire o confermare le congetture che andremo a citare più avanti.

Il dott. Edward Spencer (neurologo) ha ipotizzato che il Morgellons possa avere origine dallo spargimento di nanopolveri, dette "smart dust" o "M.E.M.S." (Micro Electrical Mechanical Sensors), usate in ambito militare. La dott.ssa Hildegarde Staninger (tossicologa) ha accertato che il Morgellons è collegato alla presenza di fibre di silicone e polietilene all’interno del corpo della persona affetta. Ella ha avanzato anche l’ipotesi secondo cui queste nanofibre hanno un collegamento con le scie chimiche (o chemtrails). Secondo le ricerche della dottoressa Staninger e del dott. Swartz, il Morgellons sembra essere la conseguenza di invasioni dei tessuti umani per opera di nanomacchine, nanofilamenti, nanosensori, dotati della capacità di autoassemblarsi e di replicarsi. I campioni di fibre e filamenti estratti dai pazienti affetti dal morbo di Morgellons bruciano ad una temperatura non al di sotto dei 760°C circa e, se osservate al microscopio, tali fibre non presentano strutture paragonabili ad organismi procarioti od eucarioti e pertanto possono essere considerate alla stregua di macchine. Sempre dagli studi compiuti su campioni biologici di pazienti, si sono osservate fibre di colore bianco, rosso, nero e blu che fuoriuscivano direttamente dalla pelle dei malati di questo morbo. Ulteriori analisi eseguite su questi filamenti hanno fatto propendere per un’origine artificiale degli stessi. Una delle spiegazioni della manifestazione del Morgellons potrebbe ricercarsi quindi in un meccanismo di rigetto dell’organismo verso questi invasori esterni.

Tra i vari componenti dei nanofilamenti rinvenuti dalle analisi sono stati trovati poliestere, composti organici, polietilene, silicio. E’ stato notato anche un comportamento elettrostatico manifestato proprio da queste fibre. Diversi ricercatori inoltre hanno osservato come i filamenti del morbo di Morgellons siano comparabili con i filamenti bianchi che vengono sparsi in atmosfera durante il passaggio degli aerei impegnati nelle operazioni di bio-geoingegneria (scie chimiche). Recentemente, a causa proprio di questa patologia, in Germania una donna di 55 anni si è tolta la vita, perché non riusciva più a convivere con il morbo di Morgellons: con il suo gesto ha voluto attirare l’attenzione sulla sua malattia che le faceva crescere fibre sottopelle.

La letteratura scientifica

Abbiamo visto in maniera molto generica, ma ricca di spunti per approfondimenti futuri, alcune delle caratteristiche del Morgellons. Abbiamo visto anche ricercatori indipendenti che svolgono studi su questa patologia. Sappiamo anche che il C.D.C. sta raccogliendo dati e vuole indagare anch'esso su questa – a tutt’oggi – misteriosa patologia. Ma che cosa dice la letteratura scientifica a tal proposito? Esistono articoli specifici che trattano questo argomento? Se fosse una malattia inventata, allora nessun medico, nessuna istituzione e nessuna rivista scientifica dovrebbe parlare di questo tema e sarebbe già stato smentito in maniera efficace. Ma così non è stato e, anzi, esistono documenti scientifici che confermano e riconoscono il morbo di Morgellons come una patologia. Non solo, ci sono state anche diagnosi di medici e dermatologi (qualcuno anche in Italia) che si riferivano proprio al Morgellons. A titolo esemplificativo, uno specialista in dermatologia, dopo aver visitato una paziente con sintomi caratteristici, scrisse nel referto "ipotizzabile Sindrome di Morgellons".

Tra i vari studi scientifici se ne possono annoverare alcuni. Nel 2007 sul "New Scientist" compare un articolo dal titolo: “The itch that won’t be scratched”. Qui, un ufficiale dell’esercito britannico racconta al giornalista di aver trovato per anni delle fibre di vario colore e di varia lunghezza che fuoriuscivano da lesioni pruriginose sulla sua pelle. Queste fibre possono essere sottili come una ragnatela, ma forti abbastanza da trainare la pelle quando vengono estratte. Un’altra persona intervistata ed affetta da Morgellons racconta di avere avuto lesioni contenenti fibre nere sugli arti e sul viso, con sensazioni di punture e di qualcosa che strisciasse sotto pelle. “E’ come se qualcosa ti stesse mordendo dappertutto”, racconta una donna del Maryland. Queste descrizioni fanno sospettare che qualche parassita possa essere coinvolto in questa patologia, ma i trattamenti antiparassitari sia sul corpo sia nell’ambiente domestico non hanno alcun effetto.

Nonostante quindi le varie testimonianze ed evidenze cliniche acquisite, molti medici non riconoscono il Morgellons come una nuova patologia, ma lo classificano come un disturbo psichiatrico, una sorta di parassitosi delirante (DP). Diversi esperti, però, hanno dei dubbi che il Morgellons sia solo una DP.

Un farmacologo dell’Oklahoma State University volle indagare meglio questa patologia e decise di scrivere alla MRF (Morgellons Research Foundation) per reperire qualche campione di fibra da analizzare, dato che sarebbe stato abbastanza semplice verificare la natura di tali filamenti. Il dott. Wymore ricevette pochi giorni dopo alcuni campioni che osservò quindi al microscopio. Egli notò una certa similitudine tra le fibre dei vari pazienti, ma non trovò alcuna corrispondenza con le fibre naturali reperibili nell’ambiente. Una collega pediatra del dott. Wymore analizzò con un dermatoscopio alcuni pazienti e vide chiaramente i filamenti sotto pelle. La caratteristica particolare era che tali fibre si notavano anche sotto la pelle non lesionata. Ciò non compariva assolutamente nei gruppi di controllo e in pazienti con altre patologie dermiche.

Questi medici continuarono ad approfondire tali indagini e riuscirono a portare alla polizia scientifica forense di Tulsa dei campioni di fibre di malati di Morgellons da analizzare. Gli esperti confermarono che le fibre non provenivano da abiti, tappeti, biancheria o lenzuola. Fu eseguita anche un’analisi spettrofotometrica e questi filamenti non trovarono alcuna corrispondenza con 880 composti comunemente impiegati nella produzione di fibre per uso commerciale. I solventi per l’estrazione delle tinture non rilasciarono alcuna colorazione. Infine provarono a sottoporre le fibre ad una gas-cromatografia procedendo con un graduale riscaldamento delle stesse a circa 370°C e registrando i composti vaporizzati. I risultati mostrarono una piccola quantità di biossido di carbonio emesso, tuttavia le fibre rimasero intatte. Qualsiasi materiale organico dovrebbe normalmente vaporizzarsi ed i componenti inorganici ridotti in cenere a seconda del tempo che si impiega a raggiungere la temperatura massima. Ma ciò che è accaduto è stato soltanto un iscurimento delle fibre.

Il direttore dei Clongen Laboratories (un’organizzazione privata di ricerca in Maryland) trattò dei filamenti che gli erano stati inviati da un malato di Morgellons. Usò degli enzimi per estrarre il D.N.A. dalle fibre. Quando lo sequenziò trovò che apparteneva ad un fungo. Il direttore quindi ipotizzò che le ife fungine potessero comporre le fibre del Morgellons. Tuttavia un biochimico della Stony Brook University trovò che all’interno delle lesioni dei malati di Morgellons era contenuto l’Agrobacterium, un genere di batteri che causano tumori nelle piante. Il gruppo di controllo risultò negativo al ceppo in esame. Questo batterio viene impiegato commercialmente nella produzione di piante geneticamente modificate (OGM) e – almeno in condizioni di laboratorio – è in grado di inserire il proprio D.N.A. in cellule umane.

Secondo altri psichiatri e medici, alcuni sintomi psichici delle persone affette da Morgellons potrebbero essere dovuti all’azione che il sistema immunitario, mediante l’uso di citochine, esplica a causa della presenza di un agente patogeno all’interno del corpo. Un’eccessiva produzione di citochine può avere effetti deleteri sul sistema nervoso provocando disturbi mentali.

Solitamente, quando una patologia è sconosciuta, viene considerata come delirante. Recentemente, però, anche il mondo accademico sta consideranto il Morgellons come una seria e reale affezione.

Nel 2006 la dottoressa Leitao del MRF, insieme con altri due medici, pubblicò un articolo sull'"American Journal of Clinical Dermatology" intitolato: “The Mystery of Morgellons Disease – Infection or delusion?”. In questo studio viene spiegato come il Morgellons sia una patologia cutanea misteriosa che fu descritta più di 300 anni fa. La patologia è caratterizzata dall’estrusione di filamenti e fibre dalla pelle in correlazione con altri sintomi sia neuropsichiatrici sia dermatologici. A tale proposito, il Morgellons assomiglia e può essere confuso con la malattia di Lyme dato che la risposta alla terapia antibatterica risulta essere per certi aspetti simile, suggerendo che il morbo di Morgellons possa essere collegato ad un non meglio definito processo infettivo. Ulteriori ricerche cliniche e molecolari sono necessarie per chiarire questo mistero.

Tra gli articoli più recenti, cito quello del 2010, apparso sul giornale Clinical, Cosmetic and Investigational Dermatology dal titolo: “Morgellons disease: analysis of a population with clinically confirmed microscopic subcutaneous fibers of unknown etiology”. L’eziologia del Morgellons è sconosciuta ed i criteri diagnostici devono essere ancora definiti. Lo scopo di questo studio è quello di identificare i sintomi prevalenti nei pazienti con la conclamata presenza di fibre sottocutanee per sviluppare una definizione casistica del Morgellons. Questo ampio studio clinico costituisce la base per una definizione di casistica precisa e clinicamente utile per il morbo di Morgellons.

Anche nel 2011 è stato pubblicato un'altra ricerca su questo morbo sul giornale "Oral Surgery, Oral Medicine, Oral Pathology, Oral Radiology and Endodontology", inititolato: “An oral ulceration associated with Morgellons disease: a case report”. Questo caso evidenzia un'ulcerazione orale in una giovane donna associata alla malattia di Morgellons, una condizione che non è mai stata precedentemente descritta nella letteratura dentale. Un numero crescente di individui auto-segnala questa condizione ed i fornitori di servizi sanitari e dentali devono ben conoscere questa patologia.

Non esiste ancora una terapia per questa malattia, a volte qualche trattamento antiparassitario sembra portare effetti benefici ma il problema poi tende a persistere. Occorre quindi conoscere meglio questa patologia per studiare una cura dagli effetti duraturi.

Le ipotesi ed i brevetti

Varie sono le ipotesi relative alle cause scatenanti il morbo di Morgellons. Io stesso ho potuto osservare da vicino dei campioni biologici di un paziente affetto da questa patologia e, come altri ricercatori indipendenti, ho notato una disarmante somiglianza con i filamenti polimerici sparsi con le scie chimiche. Esistono quindi due principali filoni di ricerca: quello relativo alle cause naturali (agenti patogeni come batteri o funghi sia conosciuti sia nuovi) e quello relativo alle cause artificiali (inquinamento, nanotecnologia, biotecnologia, armi). In questo ultimo caso vale la pena citare la ricerca di un cittadino statunitense secondo cui il Morgellons sarebbe da imputare all’uso di un antiparassitario della Monsanto, il Roundup. Potrebbe quindi trattarsi di un effetto collaterale dovuto all’impiego di un nuovo tipo di sostanza impiegata in ambito agricolo, mischiando biotecnologie, OGM e nanotecnologie.

Abbiamo accennato anche alla possibilità che il Morgellons sia provocato da nanomacchine, nanofibre, in grado di auto-assemblarsi, auto-replicarsi e capaci di reperire l’energia sufficiente per queste funzioni direttamente dal corpo o dall’ambiente in cui si trovano. Ebbene, tutte queste ipotesi sono plausibili e meritevoli di studio per meglio comprendere l’eziologia del Morgellons.

Forse alla maggior parte delle persone potrebbe risultare difficile prendere atto di quanto sin qui letto, ma nell’era delle nanotecnologie e soprattutto della nanomedicina [8], ciò che un tempo pareva fantascienza ora risulta essere realtà. A tale riguardo, ritengo utile esporre alcuni brevetti, quindi documenti ufficiali. Al lettore poi spetterà unire le varie conoscenze in questa sede trasmesse, al fine di costruirsi una propria idea sull'argomento ed auspicabilmente stimolare la ricerca per chiarire chiarire l'enigma Morgellons.

US6696285: Nanomachine fueled by nucleic acid strand Exchange (ovvero nano macchina alimentata dallo scambio di filamenti di acidi nucleici);
US7531472: Nanofiber and method of manufacturing nanofiber (ovvero nanofibre e metodo per fabbricare nanofibre);
US20030134281: Nanomachine compositions and methods of use (ovvero composizione della nanomacchina e metodi di utilizzo);
US20060051401: Controlled nanofiber seeding (ovvero: semina controllata di nanofibre);
US20070293927: Gene and cell delivery self expanding polymer stents (ovvero consegna genica e cellular mediante polimere che si autoespandono);
US20090075354: Nanofiber structures for supporting biological materials (ovvero strutture di nanofibre per il sostegno di materiale biologico);
US20100090180: Self-replicating materials (ovvero materiali auto-replicanti);
US20100196435: Materials and methods for delivering compositions to selected tissues (ovvero materiali e metodi per la consegna di composti a tessuti selezionati);
US20110172404: Self-assembly of nanoparticles through nucleic acid engineering (ovvero auto-assemblaggio di nanoparticelle attraverso l’ingegneria degli acidi nucleici)
US20110229551: Drug delivery compositions and methods using nanofiber webs (metodi e consegne di composti farmacologici utilizzando tele di nanofibre);
US20110236974: Compositions and methods for making and using laminin nanofibers (ovvero composizioni e metodi per la produzione e l’utilizzo di nanofibre di laminina);
Nei seguenti tre brevetti viene citata espressamente, all’interno degli stessi, la patologia del Morgellons in un contesto di potenziale terapia della stessa:

US20090202442: Enerceutical activation of the alternative cellular energy (ACE) pathway in therapy of diseases (ovvero attivazione enerceutica della via dell’energia cellular alternative nella terapia delle patologie);
US20090081314: Glycemic control, diabetes tratment, and other treatments with acetyl cholinesterase inhibitors (ovvero controllo glicemico, trattamento del diabete e altri trattamenti con gli inibitori della acetil-colinesterasi);
US20090047267: Process for the preparation of a non-corrosive base solution and methods of using same (ovvero processo per la preparazione di una soluzione basica non corrosiva e metodi di utilizzo della stessa).
Considerazioni finali.

Occorrono ancora studi ma quello che è importante è non dare nulla per scontato ed in questo caso, come in altri, è bene utilizzare il famoso “principio di precauzione” che la scienza stessa insegna. E’ bene approfondire le ricerche sul Morgellons in quanto essendo ancora una patologia non del tutto conosciuta risulta potenzialmente pericolosa. Fortunatamente vi sono diversi ricercatori indipendenti e Istituzioni che stanno facendo luce su questo fenomeno dai molteplici aspetti. Siccome è in gioco la vita delle persone è fondamentale non dare nulla per scontato perché la vera scienza mette sempre in dubbio sé stessa alla continua ricerca dedita alla comprensione dei vari fenomeni che si prestano per essere affrontati. La scienza è al servizio dell’uomo e non deve precludersi nessuna ipotesi. La medicina inoltre la si impara dai pazienti, non solo dai libri e nelle Università.

Bilbiografia

[1]http://www.duepassinelmistero.com/Morgellons.htm
[2]http://www.morgellons.org/
[3]http://www.morgellons-research.org/morgellons/
[4]http://morgellons-info.blogspot.com/
[5]http://www.rense.com/general76/morgdef.htm
[6]http://www.rense.com/Datapages/morgdat1.htm
[7]http://www.carnicominstitute.org/articles/bio2011-7.htm
[8]http://www.nanomedjournal.org

Autore: Samuele Venturini

Fonte: Larunabianca.it

Articolo correlato: S. Venturini, "Filamenti bianchi polimerici - Un'analisi critica", 2012

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venerdì 18 maggio 2012

Ghiandola pineale e scie chimiche

L'epifisi è una struttura diencefalica impari e mediana, di forma ovoidale, situata in corrispondenza della volta del terzo ventricolo. Nell’adulto raggiunge circa 120 mg. Rivestita dalla pia madre, è suddivisa in lobuli da setti di tessuto connettivo, le cui cellule parenchimatose (pinealociti) sintetizzano la melatonina, un ormone derivato dall'amminoacido triptofano. Questo ormone è prodotto ritmicamente in funzione dell'alternanza luce-buio, con concentrazioni nel plasma più elevate nelle ore notturne. La melatonina è quindi un sincronizzatore dei bioritmi e limita gli effetti negativi associati al cambiamento del fuso orario, in seguito a viaggi aerei molto lunghi (il disturbo noto come jet lag). E' stato dimostrato che la melatonina svolge una funzione protettiva nei confronti dei radicali liberi. Essa possiede anche altre proprietà terapeutiche: è efficace contro certe forme di insonnia e contro alcuni tumori.

Nella tradizione esoterica l’epifisi, chiamata, per la sua forma simile a quella di una pigna, anche ghiandola pineale, è abbinata al terzo occhio, ossia alla percezione extrasensoriale, alla visione di dimensioni normalmente invisibili. Alcuni ricercatori hanno pure osservato che, intorno ai sei anni di età, la secrezione di melatonina diminuisce in modo notevole. Non è forse un caso se è pressappoco l'età in cui i bambini cominciano la scuola primaria dove quasi ex abrupto si devono confrontare col pensiero raziocinante, suscettibile di aprire in parte nuovi orizzonti cognitivi, ma soprattutto di chiudere il terzo occhio che è intuizione, letteralmente "guardare dentro" (tueor e in).

Descartes ritiene l'epifisi sede dell'anima. Per il filosofo e matematico francese, la ghiandola pineale è il punto privilegiato dove anima (res cogitans) e corpo (res extensa) interagiscono, in quanto unica parte dell’encefalo a non essere doppia. Si potrebbe ritenere dunque che l’epifisi, come il D.N.A., sia un medium tra enti ontologicamente diversi.

Nell’articolo intitolato “L’occhio che tutto vede”, Gianluca Gualtiero si sofferma sulla pineale, rivisitando le concezioni tradizionali che vi vedono il cosiddetto “Terzo occhio”. A tale proposito, l’autore riporta le asserzioni della Dottoressa Saskia Bosman, secondo cui “in un lontano passato la ghiandola pineale era conosciuta come il terzo occhio, nonostante fosse molto di più: era un ricevitore cosmico e veniva considerata come l’emittente ed il destinatario di informazioni multidimensionali provenienti dalla Sorgente. Attraverso gli altri sensi, l’epifisi comunica con il mondo esterno tramite l’invio e la ricezione di impulsi.[…] Il terzo occhio partecipa ad attività fisiologiche in sinergia con la pituitaria che è il ricevitore del pensiero, mentre la pineale, spesso chiamata ghiandola maestra, è il trasmettitore-mediatore del pensiero, la vera chiave per l’elevazione della coscienza”. E’ molto probabile che il simbolo della pigna, reperibile in molte culture passate, adombri proprio la pineale e le sue facoltà.

A proposito delle implicazioni psico-biologiche riguardanti tale ghiandola, meritano attenzione gli studi di Rick Strassman che ha indagato le caratteristiche della dimetil-triptamina (DMT), molecola secreta dall’epifisi in concomitanza con situazioni critiche, estreme e di coscienza alterata: l’inizio e la fine della vita di un individuo, la meditazione, le esperienze oniriche, l’estasi… Annota Strassman: “Quanto accade nella pineale sembrerebbe molto simile al fenomeno di risonanza che si ottiene con un calice di cristallo sottoposto a certe lunghezze d’onda. Il corpo pineale comincerebbe a vibrare in risposta a determinate frequenze cerebrali che indebolirebbero le barriere multiple deputate ad impedire la naturale sintesi di DMT: lo scudo cellulare della ghiandola, i livelli enzimatici e la quantità di anti-DMT. Tale indebolimento provocherebbe quindi un flusso abbondante di molecola dello spirito che a sua volta faciliterebbe l’accesso della coscienza a specifici stati mistici o psichedelici a carattere soggettivo”.

Dopo quella di Strassman, le ricerche sul tema si sono moltiplicate: R. N. Lolley osserva: "Il meccanismo di fototrasduzione (attraverso cui le cellule recettrici della retina trattengono fotoni che poi inviano al cervello) nei foto-recettori cellulari retinici è diventato più comprensibile: allo stesso modo è stato acquisito che i pinealociti (cellule della pineale) posseggono uno specifico insieme di proteine retiniche che prendono parte alla cascata fototrasduttrice”. Resta da comprendere come il terzo occhio possa ricevere i segnali luminosi (fotoni): potrebbero essere i cristalli di calcite, contenuti nella pineale, a consentire il flusso di informazioni fotoniche. Secondo S.S. Bacconier, i microcristalli inclusi nella ghiandola, possedendo proprietà piezoelettriche e piezoluminescenti, sono correlati con la capacità di emettere e trattenere messaggi luminosi. Nick Sand ritiene che la stessa DMT abbia proprietà di piezoluminescenza. [1]

Il chimico Corrado Malanga asserisce che nella pineale si trovano microcristalli di quarzo, le cui caratteristiche piezoelettriche sono note: inoltre – ipotizza il ricercatore - i composti delle chemtrails potrebbero essere dispersi proprio per inibire le potenzialità dell’epifisi. Un tempo grossa come un bulbo oculare, ora le sue dimensioni sono notevolmente ridotte, mentre il fluoro, nocivo ingrediente di dentifrici, gomme, bibite gassate, acqua “potabile” etc. ne ha provocato e ne sta provocando il malfunzionamento, a causa della calcificazione.

Le operazioni chimiche sono dunque volte, tra gli altri numerosi e sinistri scopi, a sigillare il terzo occhio, affinché agli uomini sia preclusa la possibilità di scorgere la realtà oltre il velo di Maya? La risposta forse non tarderà a venire.

[1] L’effetto di piezoelettricità è presente in un gran numero di cristalli ed avviene sottoponendo due facce del cristallo a pressione o trazione: si ottiene così sulle facce trasversalmente opposte una differenza di potenziale anche elevata da cui origina una scarica elettrica. La piezoluminescenza è, invece, il fenomeno per cui certi cristalli producono scariche elettriche di differente colorazione.

Fonti:

G. Gualtiero, L’occhio che tutto vede, in X Times, n. 41, marzo 2012 con bibliografia ivi contenuta
Enciclopedia delle Scienze, Milano, 2005, s.v. epifisi, piezoelettricità



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Range finder: come si sono svolti i fatti

martedì 15 maggio 2012

I voli fake

Il file zippato (con gli screenshots ed il testo) è scaricabile da qui.

Flightradar24 è un applicativo del Web che permette di visualizzare a schermo, attraverso una pratica interfaccia in flash un numero notevole di voli commerciali. Il sistema di rilevamento di Flightradar24 è basato sulla tecnologia del Radar Airnav, apparecchiatura hardware che riceve informazioni fondamentalmente tramite due sistemi di trasmissione dati, ovvero il tradizionale 'Mode S' ed il più recente standard (ADS-B SSR). Lo scambio dei dati tra i velivoli avviene, infatti, usando come intermediario il satellite. Il sistema si chiama Global Navigation Satellite Systems (GNSS), pertanto le informazioni che si ricevono con lo strumento a terra non sono i dati provenienti direttamente dai velivoli, ma quelli trasmessi dal satellite. Tale sistema è molto preciso e, in futuro, tutti i velivoli saranno dotati di ADS-B SSR.

I velivoli con tecnologia di gestione del traffico meno evoluta impiegano, invece, i trasponders (mode S) nelle varie modalità, un dispositivo chiamato TCAS (Traffic Collision Avoided System): con tali apparati, i trasponders dei vari aerei s'interrogano direttamente in modo tale che, se si hanno problemi di comunicazione con la torre di controllo, il pilota è in grado di conoscere l'eventuale presenza di un'unità in rotta di collisione già a 50 miglia nautiche di distanza.

In un precendete articolo, "L'invasione degli ultra-insetti", 2011, abbiamo accennato a come si possano spiegare alcuni voli a bassa quota, sui centri abitati, per opera di taluni aerei, non tracciati dai radar e privi sovente di elementi identificativi di sorta. Le norme sulla sicurezza del volo limitano, infatti, solo a casi straordinari il sorvolo di città e paesi ad altitudini che non permettano un'eventuale manovra "in sicurezza", per evitare che un aereo precipiti su abitazioni o quant'altro, in caso di avaria.

Gli screenshots tratti da Flightradar e che vi mostriamo sono inequivocabili: essi confermano quanto a suo tempo avevamo osservato, tra il 2007 ed il 2011, con l'Airnavradar. Alcune interessanti schermate, forniteci dall'amico "Japanair", palesano in modo chiaro che, eccettuati i casi in cui gli aerei non vengono addirittura nemmeno tracciati, ad essi vengono a volte assegnati falsi identificativi. Sono voli fantasma a tutti gli effetti. Un controllore del traffico aereo, che intende rimanere anonimo, ci confida che spesso nemmeno loro riescono a vedere questi aerei, dato che oramai i radar civili registrano solamente ciò che viene trasmesso dai transponder. Altro discorso vale per i radar militari che, invece, lavorano sul "vecchio" sistema degli impulsi emessi e ricevuti. Una conferma si può ottenere, leggendo l'articolo "Il problema del traffico sconosciuto nelle denunce di un sindacalista dell’E.N.A.C.".

A tal proposito, si legga anche il testo "Aerei fantasma" [1] ed i meno recenti "Gli aerei chimici usano sistemi di dissimulazione anti-radar?" e "Flight Explorer non identifica i velivoli chimici".

Per una maggiore comprensione dell'inquietante fenomeno, riportiamo quanto ci ha riferito il collaboratore "Japanair" (che ringraziamo), con una una breve descrizione di ciò che si vede su Flightradar24 e che egli ha potuto catturare in poche ore di attenta osservazione.

"Si tratta di voli ripresi il 27/03/2012 l'orario è segnato sullo screenshot. Nel primo caso abbiamo un volo Luftansa avente da transponder rotta prevista da Frankfurt Main (FRA) ad Hamburg (HAM), identificato come volo LH6, transitare con rotta pressochè Nord pura sopra Imola, Ferrara e Vicenza (file volo fake 5.png).

Altro volo Luftansa da Parigi Charles De Gaulle (CDG) a Frankfurt main (FRA), che compare improvvisamente dal nulla a Fussen, attraversa le Alpi in direzione Sud, Sud-Ovest per poi virare verso Sud-Ovest. Anche in questo caso o si tratta di un dirottamento bello e buono oppure il pilota stava offrendo un giro turistico ai passeggeri, completamente digiuni delle italiche bellezze :D (file 2012/03/27 volo fake 01a.png).

Ancora più interessante la sequenza del Bombardier LX-VPG (reg), che parte apparentemente dalle parti di Grenoble, transita per il Nord Italia - Croazia - Serbia - Bulgaria, per atterrare ad Istambul e di qui decollare di nuovo immediatamente, rifare il giro in direzione opposta, ma soffermarsi in Italia ed atterrare, dopo diverse deviazioni compiute sulla Lombardia, a Linate. Quanto meno un volo curioso (Files: 2012-03-27 volo fake 2-2a-2b-2c-2d-2e-2f.png).

Un altro screenshot (file volo fake.png) è quello relativo ad un Volo Air France AF2269 da Manchester (MAN) a Parigi (CDG), che si trova ad incrociare sopra... l'Adamello.

Si direbbe che questi piloti abbiano proprio perso la bussola".


[1] Tutto viene gestito da "DELFI", così come è definito nel documento "Dominare il clima entro il 2025". Il sistema è completamente centralizzato. Diversi satelliti e stazioni di controllo a terra e su A.W.A.C.S si occupano di monitorare e gestire migliaia di aerei in tutto il mondo. Per quanto riguarda i velivoli commerciali, il flusso dei prodotti da disperdere viene gestito in automatico ed aggiornato minuto per minuto in base alle esigenze del momento, in base alle previsioni meteo. I piloti dei velivoli civili si devono occupare solo di pilotare il loro aereo. Per quanto concerne le altre unità, essi sono in gran parte controllati da remoto. Ne gestisce atterraggio, decollo e rifornimento in volo un certo numero di piloti dietro consoles a terra. Il resto viene coordinato dai satelliti, mentre il piano di volo è impostato alla partenza.


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sabato 12 maggio 2012

Senza tanti Grillini per la testa

Quando qualche settimana fa, apprendemmo che il programma di RAI 2, “Eva”, si giovava della prestigiosa consulenza “scientifica” di Massimo Polidoro, subito mangiammo la foglia. Polidoro, infatti, è uno dei pezzi grossi del C.I.C.A.P. nonché docente universitario di un’improbabile disciplina.

Insomma, dietro “Eva” si intravede la longa manus della “scienza” accademica o, meglio, della setta negazionista che ha abborracciato codesta trasmissione orribile, infantile e noiosa, con lo scopo precipuo di infilare di soppiatto la solita plateale bugia: la Geoingegneria illegale e clandestina non esiste. Così tra un servizio e l’altro, per lo più cose riciclate da format statunitensi la cui serietà è per giunta inferiore al ricettario televisivo di Benedetta Parodi, tra un’impacciata presentazione della legnosa Eva ed un’intervista all’esperto con il bollino blu del C.I.C.A.P., si è affacciata la consueta disinformazione. Le mistificazioni sono state propalate dal tuttologo, la cui abbondante dottrina è pari solo a quella di Umberto Ego, Paolo Attivissimo. Proprio lui, in tutto il suo sblendore!

Questo aborto di trasmissione ha già quasi esaurito le frecce nella sua faretra: dopo aver saccheggiato la paccottiglia pseudo-scientifica made in U.S.A., accozzata a qualche prodotto artigianale partorito da mamma RAI, si potrà facilmente archiviare, collocandolo nel novero di quelle produzioni raffazzonate e patetiche, sulla... scia dell’abominevole “Gaia scienza”, che neanche l’eloquio forbito (ma menzognero) di Mario Tozzi è riuscito a riscattare dalla sconvolgente pochezza.

Passando ad argomenti seri, bisogna con sgomento constatare che le ultime consultazioni amministrative hanno visto l’atteso e previsto successo del “Movimento cinque stelle”, il partito dello straccione straricco, Beppe Grillo. [1] L’ascesa dei Grillini coincide con un voto di protesta, sull’onda della sempre più montante insofferenza contro le formazioni politiche tradizionali, guaste ed inefficienti. Non è, però, come si illude qualcuno, il segnale di coscienza civica: il tragicomico genovese, sostenuto e finanziato da potentati tecnocratici (leggi Casaleggio e Telecom) sta creando le condizioni per destabilizzare il sistema attuale affinché sia sostituito da una dittatura sotto le parvenze di partecipazione attraverso la Rete.

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Il becero populismo e la critica feroce dell’attuale establishment ricordano le strategie di tutti quei movimenti che, facendo leva sulla crisi economica e sulla degradazione delle classi dirigenti, ottengono il consenso della massa. La situazione presente è molto simile a quella della Repubblica di Weimar e se non si userà un insetticida, non si può escludere che un nuovo Hindenburg dia il mandato all’uomo della Casaleggio affinché formi il governo della prossima legislatura. Il disdegno con cui il Presidente della Repubblica ha accolto il successo elettorale dei paggi di Grillo è una simulazione. L’insetto ha reagito aggredendo Napolitano sul suo blog ed altrove, senza timore di incorrere nei rigori della giustizia. Per esternazioni anche molto più moderate, chiunque sarebbe stato incriminato per vilipendio del capo dello Stato. E’ dunque la solita farsa: le élites manovrano i loro burattini e le baruffe “politiche” sono più finte dei duelli tra pupi siciliani. Dunque non ci uniamo al coro di esultanza per il buon risultato conseguito dal “Movimento cinque stelle”: non è in nessun modo la testimonianza di un vero rinnovamento, di un risveglio. I Grillini dormono della grossa, in alcuni casi, anzi nei loro gruppi di attivisti, alligna la disinformazione tramite infiltrati. Nel programma del partito non si trova neppure un cenno alla lotta contro Signoraggio e Geoingegneria clandestina, mentre pullula di proposte demagogiche e di progetti farneticanti e pericolosi, in primis l’abolizione di tutti i documenti e libri cartacei. Tra l’altro vi si propone pure l’abolizione del valore legale dei titoli di studio, proprio come nel Programma di “rinascita democratica”, a firma di Licio Gelli!

I passivi attivisti dei meet up si sono accorti che nella politica dominano gli sprechi e la corruzione: che svegli! Non riescono, però, a notare una scia tossica che sia una. Tonti erano e tonti rimangono, anche se si riempiono la bocca di espressioni come “democrazia diretta”, “partecipazione dal basso”, “energie rinnovabili”... Il loro programma è ciarpame, la loro capacità di comprendere i processi politici ed economici inesistente. Bisogna vedere se si riuscirà ad arginare l’influsso deleterio di questa plebaglia con ambizioni di potere, ma ne dubitiamo, poiché gli Oscurati sanno come e quando far scattare le loro trappole. Pure in Grecia è stato pazientemente preparato il terreno per gettare semi di male piante: a prescindere dai personaggi e dall’ideologia, anche solo il simbolo del partito ellenico “Alba dorata” è evocativo di eventi storici alquanto sinistri…

Intanto, mentre molti italiani comtemplano il magnifico cielo chimico del futuro in cui annaspano cinque stelle, le operazioni chimico-biologiche, tra la cecità di vecchi e nuovi politicanti, continuano ed anzi si intensificano fino a livelli inimmaginabili. Non solo, di recente l'insigne climatologo Cliff Harris ha confermato che le scie tossiche contengono, tra gli altri arcinoti ingredienti metallici, anche sei tipi di batteri, tra i quali quello dell'antrace e della polmonite!

I Grillini, però, si baloccano con lultimo modello di iPod e così risolvono tutti i problemi.

[1] Sulla simbologia del partito comprendente una diabolica V, il numero cinque che di solito ha significato funesto, e le stelle, non indugiamo, poiché il discorso ci porterebbe lontano. Basti ricordare che i loghi dei partiti sono sempre pregni di valori emblematici.

Articolo correlato: La verità sul "Movimento cinque stelle", 2011


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Range finder: come si sono svolti i fatti

martedì 8 maggio 2012

Kodiak (Alaska): uccisi due uomini che lavoravano agli apparati radio

Circa un mese addietro, due tecnici in un'installazione militare dell'Alaska sono stati assassinati. Il duplice omicidio, la cui notizia è stata riportata da Guido Olimpio, potrebbe essere collegato ad attività segrete, le cosiddette 'black operations', compiute nelle basi dell'Alaska. Non è la prima volta in cui tecnici e scienziati coinvolti in progetti inerenti la genetica, la "difesa", le esplorazioni spaziali etc. sono stati eliminati, spesso inscenando dei suicidi. D'altronde la cittadina in cui è stato perpetrato il delitto non è molto distante da Gakona. A Gakona è ubicato l'impianto H.A.A.R.P. , una struttura i cui scopi vanno ben oltre lo "studio" della ionosfera. Guido Oliimpio, da buon giornalista organico al sistema, non ventila l'ipotesi che, invece, ci sembra più plausibile...

WASHINGTON - Un duplice delitto in una base militare è un fatto raro e lo è ancora di più, se dopo una settimana l’F.B.I. sembra ancora brancolare nel buio. Un mistero in un’area remota, l’isola di Kodiak, in Alaska, un avamposto sulla direttrice che porta allo stretto di Bering.

I FATTI - È la mattina del 12 aprile. In un padiglione della stazione che assiste aerei e navi vengono trovati i cadaveri di James Hopkins, 41 anni, tecnico elettronico e Richard Belisle, 51 anni. I due lavoravano nell’installazione della Guardia costiera statunitense e si occupavano di apparati radio. Infatti i loro corpi erano in un edificio, conosciuto come T2, che è usato come deposito per le antenne. Uno dei tanti in un complesso che ospita circa 60 persone. Per l’F.B.I. - che ha inviato una sua squadra sull’isola - potrebbero essere stati assassinati all’alba o durante la notte. Ma da chi?

LE IPOTESI - Gli investigatori sono stati cauti nel dare informazioni: sembra esclusa la pista del terrorismo (sic) e in apparenza non manca nulla dalla base. Di sicuro c’è un killer in circolazione e gli abitanti di Kodiak, dopo tutti questi giorni di interrogativi e supposizioni, non si sentono affatto tranquilli. Ci si chiede che cosa voglia dire l’F.B.I., quando sostiene che non vi sono minacce per la popolazione. L’omicida ha forse lasciato l’isola? Domanda alla quale non è stata data risposta. A rendere particolare la storia è lo scenario. Siamo all’interno di una stazione della Guardia Costiera che appartiene ad una base più grande, con oltre 4500 militari. La zona è sorvegliata da guardie e telecamere a circuito chiuso. Ognuno deve portare un tesserino di riconoscimento, dunque non è facile per un estraneo infiltrarsi. A meno che l'omicida non abbia rubato un badge o sia riuscito ad eludere la sorveglianza.

ALLARME - C’è poi la questione centrale: il movente. Si è trattato di un affare personale tra le vittime e il killer? Una vendetta di un collega? Qualcuno che è stato sorpreso nel magazzino ed ha reagito in modo brutale? Tutto è possibile e, come raccontano i media americani, le ipotesi si intrecciano con i timori dei 13 mila abitanti. Lunga 160 chilometri e larga, nel punto più ampio, 96 km, Kodiak è un posto tranquillo. C’è una sola attività sull’isola: la pesca e sono rinomati i granchi ai quali è dedicato un festival annuale. Dunque, vita semplice sconvolta da un assassinio per ora misterioso.

Fonte: corriere.it


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Range finder: come si sono svolti i fatti

sabato 5 maggio 2012

Monito del Magistrato Paolo Ferraro contro le scelleratezze del sistema

Il Magistrato Paolo Ferraro, indagando sull'omicidio di Melania Rea - per l'uxoricidio è stato rinviato a giudizio il marito, Salvatore Parolisi - si imbatté in un intreccio tra sette occulte, settori dell'esercito e delitti innominabili. Ferraro, oggetto di angherie ed intimidazioni per la sua coraggiosa difesa della libertà e della verità, recentemente ha lanciato un monito ai poteri forti affinché desistano dalle loro scelleratezze.

L’intemerato giudice, nel suo discorso, leva la voce contro una serie di pratiche abominevoli perpetrate dal sistema per consolidare il dominio su cittadini sovente ignari e distratti. Così Ferraro denuncia la privatizzazione delle risorse idriche, il controllo mentale (MK-Ultra e Progetto Monarch), le immorali ed ipocrite “missioni di pace”, le armi esotiche, il pervertimento della politica e della giustizia, la disinformazione istituzionalizzata, senza omettere di indicare nella Geoingegneria clandestina ed illegale uno dei tanti strumenti con cui le miserabili élites perseguono i loro piani di controllo planetario.

L’autorevole intervento del giudice Ferraro si somma alle dichiarazioni di uomini insigni appartenenti al mondo del giornalismo (si pensi a Gianni Lannes) e della scienza (si ricordino le analisi del Dottor Blaylock), mentre diventa sempre più netto il confine tra i ricercatori liberi e la desolante palude in cui annaspano disinformatori negazionisti, sedicenti meteorologi, sedicenti piloti, valletti di regime, ormai del tutto screditati.



Articoli correlati:

Freeskies, Scie chimiche: appello di Paolo Ferraro, 2012

L'alternativa Italia, Paolo Ferraro: hanno provato a uccidere il magistrato che ha denunciato la massoneria, 2012



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mercoledì 2 maggio 2012

Denuncia contro la Geoingegneria in Grecia

Il noto compositore Nikos Terzis ha denunciato ufficialmente al Ministero della difesa greca, anche con l’invio di materiale fotografico, l’irrorazione chimica sulle zone abitate. Gli aeroplani compiono anche nelle ore notturne le loro criminali operazioni. Secondo ricerche condotte in Grecia ed in altri paesi, le scie contengono microparticelle di stronzio, bario ed alluminio. L’artista conclude la denuncia scrivendo: “Come greco e come uomo vi esorto a compiere ricerche ed a rispondere prima di tutto a voi ed alle vostre coscienze”.

Il giorno 30 aprile scorso la testata nazionale “Eleytheri ora” ha riportato in prima pagina un articolo concernente la Geoingegneria clandestina ed illegale. Il titolo ed il sommario citano espressamente le attività di aerosol ai danni del popolo ellenico già fiaccato da una grave recessione economica. Che cosa avranno pensato i lettori ignari, nell’apprendere che il loro governo abituato ad elemosinare prestiti a destra e a manca e responsabile di manovre draconiane, sperpera immani risorse per avvelenare i cittadini? Non dimentichiamo che l’esecutivo ellenico, succubo dei banchieri internazionali, già destina una quota cospicua del P.I.L. alle spese militari... Ci mancavano solo gli esborsi per le attività chimico-biologiche.

Di seguito il titolo e l'occhiello pubblicati.

Una grande azione per manipolare i cittadini prima delle elezioni
Che cosa succede con i voli segreti di irrorazione?
E perché negli ultimi giorni sono aumentate le “code chimiche” nel cielo della Grecia (soprattutto sopra l’Attica)?

Ringraziamo l'amico Omar per la preziosa segnalazione.

Fonte: eleytheri ora



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