domenica 24 febbraio 2013

Misteriosa moria di storni in Tennessee

Abbiamo deciso di rispolverare una notizia non recente, ma che non merita di cadere nel dimenticatoio. Ci riferiamo ad un’altra all’apparenza inesplicabile moria di volatili, occorsa l’ultimo giorno del 2012 a Seymour, nel Tennessee. La fine del 2011 era stata funestata da identici eventi, refrattari a qualsiasi spiegazione convenzionale (fuochi d’artificio, avvelenamento, fulmini…). Semmai l’ecatombe potrebbe appartenere a quella galassia di manifestazioni aberranti, di cui i boati sono il fenomeno più rappresentativo. E’ inutile che negazionisti di ieri e di oggi si affannino per sminuire o ricondurrre alla normalità queste anomalie, indizi di sinistre operazioni collegate ad apparati militari. Mentre un altro adepto della nefasta setta composta dai disinformatori, tale Tony Elliot, disconosce l’esistenza della Geoingegneria e definisce quella delle deflagrazioni una “mania” (sic), la giornalista investigativa Linda Moulton Howe, fornisce un aggiornamento circa le detonazioni, proprio in Tennessee…

1 gennaio 2013 - Una scena raccapricciante si è presentata davanti agli occhi dei residenti di una cittadina del Tennessee, Seymour, nell'ultimo giorno del 2012: decine di volatili giacevano senza vita su una corsia della Boyd Creek Highway. Altri pennuti erano disseminati su un campo ai lati della carrozzabile: molti di loro si muovevano ancora, quando sono state scattate queste fotografie.

Secondo un testimone, è stata una scena terribile vedere tutti quegli storni come improvvisamente colpiti da una misteriosa forza che li aveva schiantati al suolo.

Gli esperti hanno prelevato alcuni esemplari per eseguire analisi di laboratorio (di cui non si è saputo più nulla, n.d.r.). Non è la prima volta in cui ci occupiamo di questo fenomeno che continua a verificarsi in diversi paesi del mondo e che nella maggior parte dei casi non ha trovato e non trova una spiegazione ufficiale convincente.

Fonte: Latanadizak


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mercoledì 20 febbraio 2013

Scandalo all’E.N.A.V.: assunti come controllori di volo i soliti raccomandati tra cui i figli di Massimo Garbini, amministratore unico dell’Ente (di Rita Di Giovacchino)

In questa Italia di corruzione dilagante, anche sull’E.N.A.V. si abbatte uno scandalo che riguarda l’assunzione di alcuni controllori sulla base del più sfacciato nepotismo. Coinvolto nell’inchiesta circa le gravi irregolarità nei concorsi è Massimo Garbini, direttore generale dell’Ente nonché prestigioso interlocutore di Roberto Giacobbo nel programma “Voyager”. Egli in un’intervista rassicurò i telespettatori a proposito dell’efficienza e della trasparenza con cui l’E.N.A.V. monitora i voli nei cieli italiani. Il suo illuminante intervento fu inserito in un reportage dedicato alla geoingegneria clandestina. Se tanto mi dà tanto…

Lo volle il governo Monti, quindici mesi fa, quando lo scandalo delle tangenti per gli appalti di Finmeccanica aveva decapitato i vertici dell’E.N.A.V. e quelli della Sèlex di Marina Grossi. Dopo gli avvisi di garanzia del Pubblico ministero Ielo, Guido Pugliesi era andato a casa. Pugliesi lasciò il posto all’amministratore unico Massimo Garbini, che godeva della piena fiducia del ministro Grilli. Basta con la corruzione, aria nuova! Poi si scoprì che anche Garbini era indagato nella stessa inchiesta, anche se in attesa di archiviazione ed ora, grazie ad una lettera anonima, emerge che all’E.N.A.V. cambiano i manager ma non i sistemi.

Garbini, ex controllore di volo, appena giunto, ha subito propiziato una bella infornata di assunzioni e tutte in uno stretto giro di amici e parenti a partire dai suoi stessi figli. Alle torri di controllo troviamo Simone, il più grande che lavora lì già da qualche mese. Il secondo, Andrea, 24 anni, è stato invece “arruolato” in queste settimane, dopo aver frequentato l’Academy di Forlì, scuola di formazione dei controllori di volo, con un corso di appena un anno. Ad ogni bando di selezione ci sono 5-6 mila giovani che aspirano all’assunzione. Sarà un caso, ma gli esami sono gestiti da una commissione interna, il clima è familiare e la selezione sforna in media una trentina di giovani destinati alle torri di controllo dei 40 aeroporti italiani. Sono posti molto ambìti, considerato anche che lo stipendio non è da fame, 5.000 euro al mese.



Ai giovani Garbini si sono presto aggiunti due compagni di scuola, i figli di quattro dirigenti dell’E.N.A.V., la cognata del direttore dell’Academy di Forlì. Il figlio del direttore generale Bellizzi era stato assunto già nel 2011. Il rampollo del responsabile dell’Audit dell’E.N.A.V., bocciato, è stato ripescato e sta entrando con la qualifica di “esperto di assistenza al volo”.

Da quando Garbini è amministratore gli assunti sono stati 50 e sono tutti “figli di”. L’anonimo nella lettera scrive: “Mettete fine, per favore, a questo schifo o ricorreremo alla Procura”. La missiva, resa nota da un servizio della rete “La7”, è stata inviata all’Ente oltre che al ministro dell'Economia, Grilli, al capo di gabinetto, Fortunato, ed al direttore generale, Parlato.

Sulla clamorosa vicenda è stata presentata anche un’interrogazione al ministro Grilli ed al titolare del dicastero dei Trasporti, Passera. L'interrogazione alla Camera è stata firmata da Aniello Formisano del gruppo “Diritti e libertà”. Il deputato chiede quante e quali siano le “svariate assunzioni di stretti congiunti di figure di vertice e dirigenti” e se è vero che i fortunati siano stati “fortemente sostenuti in sede di esame dalle persone dello staff”.

Sembra anche che il Ministero dell’Economia e delle Finanze abbia consentito a Garbini di nominare uno stretto collaboratore come Direttore generale, nonostante il suo stato di amministratore unico fosse “paragonabile a quello di commissario straordinario”. Sarebbe stato preferibile attendere l’insediamento del nuovo consiglio di amministrazione, visto anche che alla “diretta dipendenza del direttore generale è stata collocata la direzione acquisti”.

Tutto cambia perché tutto resti uguale.

Fonte: PiemonteNews



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domenica 17 febbraio 2013

Guerra del clima: una nuova funzione operativa nelle operazioni militari? (studio del Generale di Brigata Luigi Cinaglia, con la collaborazione di Angelo Barbalonga)

Lo studio che proponiamo è stato elaborato da un ufficiale e ciò ci offre l’opportunità per svolgere alcune importanti riflessioni. Le operazioni di geoingegneria clandestina sono gestite, coordinate ed eseguite dall’aviazione militare dei vari paesi, ma questo non significa che tutti gli appartenenti alle forze armate siano favorevoli, anzi. Così, anche se in modo all’apparenza dubitativo, il Generale di Brigata, Luigi Cinaglia, prova con la sua ricerca a sensibilizzare l’opinione pubblica. Qualcuno obietterà che è inammissibile tenere il piede in due staffe, ma non siamo qui per esprimere giudizi etici. Forse alcuni militari sperano di incidere sul sistema, pur rimanendo nel sistema, esercitando una valutazione critica o un timido dissenso. Forse non possono o non vogliono recidere ogni legame con gli apparati che dominano il pianeta. Certo, l’ideale sarebbe rompere del tutto i ponti con l’establishment è, come è scritto nella Bibbia, trasformare le spade in vomeri, ma in questi frangenti, è comunque di grande rilievo che un esponente dell'esercito dia il suo contributo per indicare i pericoli ed i danni insiti nella guerra climatica. Luigi Cinaglia non solo asserisce che molte attività sono in corso, ma, indicando tra le fonti un'intervista radiofonica rilasciata da Rosario Marcianò, presidente del "Comitato Tanker enemy", ne legittima l’operato e ne avvalora le acquisizioni. Sappiamo che il controllo degli eventi meteorologici è solo un aspetto del problema e neppure il più significativo, ma intanto ai fini della divulgazione, una voce autorevole concorre ad aprire una breccia nel muro dell’incredulità che ancora paralizza molti cittadini, incapaci di concepire istituzioni spregiudicate. Un’ultima osservazione: sebbene il ruolo del complesso industriale-militare nella geoingegneria sia decisivo, enormi sono pure le responsabilità dei “politici” che traggono immensi benefici dalla loro omertà e fattiva collaborazione.

Profilo biografico dell’autore

Generale di Brigata (ris.) Luigi Cinaglia ha svolto, per conto dello Stato Maggiore dell’Esercito, esercitazioni all’estero in ambito formazioni “Joint and combined” a livello europeo (UEO-Crisex ’96) ed a livello N.A.T.O. (Dynamic mix 97 allied effort 97) ed ha ricoperto l’incarico di Chief J4 in HQ-KFOR. Dal 2002 al 2005 è stato impiegato quale Addetto per la difesa, l’esercito e per l’aeronautica presso l’Ambasciata d’Italia a Berna (CH) e quale Addetto militare presso la Rappresentanza italiana presso la Conferenza per il disarmo della Nazioni Unite a Ginevra (CH). Infine ha ricoperto l'incarico di Capo di Stato Maggiore presso il Comando Regione Militare Nord.

Premessa

Appare particolarmente interessante lo sviluppo della ricerca in ambito internazionale volta allo studio delle condizioni meteorologiche. Pertanto che cosa potrebbe accadere se un giorno si potesse veramente controllare anche il clima? Manipolare il clima sembrerebbe impensabile. Essere capaci di dirigere un ciclone o provocare della siccità potrebbe essere l’arma assoluta. Quale sarebbe allora l’impatto sulle operazioni militari? Occorrerà tener conto di una nuova funzione operativa, la guerra del vlima?

Scopo di questo articolo è quello di fare un punto della situazione in merito e fornire un quadro di riferimento, avvalendosi delle “fonti aperte”, presenti prevalentemente nel Web, consentendo così al lettore la possibilità di agire in maniera multimediale ed interattiva attraverso la consultazione diretta di filmati, pagine della Rete e blog citati nel testo, ampliando quindi direttamente la propria conoscenza secondo le proprie necessità e svolgendo così le proprie considerazioni e valutazioni.

Dunque non si vuole – in questa sede – elaborare un trattato scientifico sulla geoingegneria atmosferica e specificamente sulle manipolazioni climatiche, scie di condensazione e scie chimiche né, tantomeno, entrare nel merito della dottrina militare, ma, come già detto, fornire spunti di riflessione per consentire eventualmente l’apertura di una “tavola rotonda” sull’argomento.

Leggi QUI il documento pdf con l’intero studio:
Link alternativo QUI.

Fonte: cestudec.com



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mercoledì 13 febbraio 2013

Scie chimiche ed elezioni

Le elezioni politiche sono ormai imminenti ed i candidati, alla ricerca disperata di qualche voto, non potendo vendersi l’anima al diavolo, poiché non l’hanno, non esitano a ricorrere ai più biechi stratagemmi. Tra la generale sorpresa Bebbe Grillo ed un esponente torinese del “Movimento cinque stalle” hanno teso l’amo, sperando che qualche elettore abbocchi. Il ducetto ha ammesso tra i denti, al cospetto del suo entourage, che il problema delle cosiddette “scie chimiche” dovrà comunque prima o poi essere affrontato, una volta in cui il drappello dei Grillini si sarà accampato nel Parlamento.

Il consigliere comunale torinese, tale Vittorio Bertola, ha dato conto di una petizione cittadina in ordine allo spinoso tema. In un suo balordo commento, intitolato “Scie chimiche e balle cosmiche” (sic), prova a barcamenarsi, prendendo, con malcelato disgusto le distanze da chi ha osato avanzare l’istanza e soprattutto da quanti hanno ardito attribuire al suo partito la balzana iniziativa.

E’ ovvio che, di fronte all’impellente esigenza di strappare o carpire il consenso, la setta di Casaleggio, si sta giocando la carta di una pur distratta attenzione al problema della geoingegneria clandestina. Sono tutte bieche manovre elettorali, maldestri tentativi di accaparrarsi i voti degli indecisi. Sono polpette avvelenate.

Non lasciamoci abbindolare! Dopo che simpatizzanti e rappresentanti del “Movimento cinque stalle” sono stati sollecitati centinaia di volte ad occuparsi del problema par excellence, si svegliano dal loro profondo letargo solo ora. [1] E’ vergognoso ma soprattutto sospetto. I furbi sanno che una parte dell’elettorato al corrente delle operazioni di avvelenamento globale, potrebbe cadere nella trappola e risolversi ad apporre una croce sull’obbrobrioso simbolo. Naturalmente, come sempre avviene, dopo che i maneggioni avranno collocato il loro augusto deretano sui tanto agognati scranni, passerà tutto in cavalleria. Il verdetto delle urne è vicino e questo spiega la timida ed ambigua apertura su un argomento tanto scabroso che, se affrontato con serietà ed onestà, potrebbe sovvertire una consolidata ed infame struttura di potere.

Non illudiamoci: “gli incapaci, capaci di tutto” saranno assimilati dal sistema nell’arco di pochi mesi, se già non pensano solo al loro tornaconto. Camera e Senato sono come la reggia di Versailles dove Luigi XIV confinò i nobili. Il re Sole costruì per gli aristocratici una prigione dorata, assicurandosi che non avrebbero più interferito sulle sue decisioni, ormai privati di ogni residuo potere. I burattini si incolleranno alle loro poltrone, usufruendo di colossali privilegi, ma dovranno sottostare alla volontà dei padroni del vapore. Costoro non tollerano, non possono tollerare che anche una sola virgola dell’agenda mondialista sia cambiata. [2]

La messa in guardia dal votare il Movimento di Casa… loggia non significa appoggiare qualche altra formazione o candidato. La compagnia di istrioni può solo suscitare amara ilarità: dal profeta pezzente che si crede un economista a quell’altro che passa il tempo a pettinare le bambole, dallo gnomo di plastica all’automa anchilosato, dal giudice stracco al pretino azzimato, dalla buftalmica trasteverina al pirata Barbanera, dal suonatore suonato al tribuno molisano… sfidiamo chicchessia a trovare qualche concorrente appena presentabile. E’ una masnada di arrampicatori sociali, di corrotti, di falliti, di ambiziosi, di parassiti… la cui semplice esistenza è un insulto all’umanità, all’etica ed al decoro.

Qualcuno sostiene che si debba dar tempo al tempo: si invoca la “politica dei piccoli passi”, dimenticando che, dietro questa dicitura, si nascondono l’inerzia e l’ignavia degli amministratori, ma soprattutto le loro strategie dilatorie a base di promesse e di compromessi. E’ vero che ogni cinquanta Danaidi si trova un’Ipermestra e così non intendiamo generalizzare. Agisce ancora un gruppuscolo di politici probi, ma sono mosche bianche che poco o nulla possono contro gli apparati. Dopo un po’ di tempo, l’azione si sfalda, si annacqua, fino a quando le assicurazioni pre-elettrorali rivolte ai cittadini si impantanano nella burocrazia. Insomma, si dovrebbe avere il coraggio e l’integrità di introdurre in un programma serio la voce “Abolizione del signoraggio bancario ed azzeramento delle spese militari, incluse quelle destinate alla geoingegneria”. Questa voce, però, non sarà mai inserita, poiché il “Movimento cinque stalle” è una costola dell’establishment mondialista, sebbene si presenti come una formazione democratica ed anti-sistema.

E’ sempre valido l’insegnamento di Giordano Bruno: "Che mortificazione chiedere a chi ha i poteri di riformare il potere, che ingenuità!”

[1] Tra l'altro i meet up di Grillo sono infestati da negazionisti che hanno sempre isultato e boicottato i ricercatori indipendenti. Il loro modus operandi non è cambiato.

[2] Quasi nessuno intende sciogliere il nodo di Gordio: la sistematica distruzione del pianeta con tutti i suoi biomi e le sue culture. E’ un problema abnorme che si associa alla recessione economica, non meno preoccupante, perché pilotata.

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sabato 9 febbraio 2013

Esplosivo documento E.N.A.V. attesta l’impiego di droni nelle attività di geoingegneria clandestina

Solo i piccoli segreti vanno protetti. Per quelli grandi sarà sempre sufficiente l'incredulità della gente. (M. McLuhan)

Il documento riservato che pubblichiamo attesta l'impiego di droni nelle operazioni di Geoingegneria. Il dispaccio indica delle aree interdette ai voli civili, a tutto vantaggio delle attività compiute dai cosiddetti Unmanned aircraft, ossia aerei senza pilota gestiti a distanza attraverso postazioni a terra (come il M.U.O.S.) e ponti satellitari.



Il bollettino, diramato dall'E.N.A.V. e consegnato al pilota civile che ce lo ha trasmesso, è riservato e costituisce una prova inoppugnabile. Qualcuno potrebbe obiettare, osservando che il materiale si riferisce ad un’esercitazione bellica. A questa obiezione rispondiamo rammentando che le esercitazioni militari sono normalmente svolte in apposite zone, inoltre di solito vi si impiegano caccia e ricognitori, non soltanto droni.

Si notino le quote destinate agli UAVs: sono le stesse alle quali incrociano i tankers. [1] Si concentri l’attenzione sul lungo lasso di tempo in cui sono interdetti i voli di linea (dicembre 2012 - marzo 2013) e sugli orari (07:00-23:00): un addestramento bellico si compie nell’arco di qualche giorno o, al massimo, nel volgere di una settimana o due. È difficile che si protragga per mesi e con tali orari giornalieri, anche in tempi di conflitti “umanitari” come quelli attuali. Piuttosto evidenziamo che gli orari sono quelli tipici degli interventi più massicci di guerra climatica nei nostri cieli.

Un’altra tessera del mosaico è l’indicazione di un apparato laser che sappiamo essere talora abbinato alle operazioni di modifica meteo-climatica ed a sperimentazioni sul trasferimento delle informazioni.

Last but not least: chi ci ha fornito questo esplosivo documento è testimone fededegno. Egli, da persona addentro, ci ha assicurato che le informazioni riguardano proprio la gestione dei voli chimici a basse altitudini (1600-6000 metri circa).


[1] A tale proposito, ricordiamo che gli interventi chimico-biologici, oltre a coprire un po’ tutte le latitudini, si sviluppano a diverse quote, da quelle basse e bassissime, con aerei visibili ad occhio nudo e gestiti da satellite sia a quote medio alte, per mezzo di aerei commerciali, fino alle notevoli altitudini della stratosfera dove sono adoperati altri tipi di velivoli, anch'essi privi di pilota. In questo modo l’intero sistema terrestre è saturato di elementi e composti elettroconduttivi ed igroscopici, diffusi per scopi militari e non solo. In questo modo è inevitabile che si distrugga la vita sul pianeta, anche deteriorando lo strato di ozono.

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lunedì 4 febbraio 2013

I piloti della “British Airways” sono vittime della sindrome aerotossica (articolo di Ted Jeory)

La sindrome aerotossica continua a mietere vittime tra piloti ed assistenti di volo, ma le compagnie aeree si ostinano a negare il problema, tentando di smentire l’evidenza. Nell’articolo, di cui abbiamo tradotto le parti salienti, il Dottor Peter Julu lancia l’allarme. Lo specialista individua un nesso tra la sindrome in oggetto ed un’analoga affezione che colpisce gli agricoltori abituati ad usare insetticidi a base di organofosfati. E’ plausibile tale nesso? Se c’entrassero, invece, gli ingredienti velenosi della Geoingegneria clandestina? Questo spiegherebbe per quale ragione le compagnie aeree sono tenacemente impegnate ad occultare. Non dimentichiamo che le analisi di un campione di polvere prelevato dall'interno di un velivolo commerciale avevano rilevato bario, cadmio ed alluminio che non sono componenti degli organofosfati, ma sono sempre elementi neurotossici e cancerogeni.

Due dei piloti più talentuosi della British Airways sono morti dopo anni di esposizione ai fumi tossici degli aerei passeggeri. Karen Lysakowska, 43 anni, è stata sepolta martedì scorso, mentre Richard Westgate, anch’egli di 43 anni, è deceduto quattro giorni prima. Entrambi credevano di essere stati intossicati dall'aria della cabina, un’aria talmente inquinata che costringe regolarmente i piloti ad indossare maschere d’ossigeno per respirare. Gli avvocati di Westgate intendono portare in tribunale la questione della sindrome aerotossica, una patologia cronica che rende migliaia di piloti nel mondo inadatti al loro compito. […]

Molti piloti lamentano cefalea, difficoltà di concentrazione ed altri disturbi, ma questi sintomi sono spesso ignorati o conducono a diagnosi errate. La donna pilota Lysakowska, che è stata tra gli avieri di maggior talento della sua generazione, dopo aver ricevuto un premio speciale come cadetto venti anni fa, aveva chiesto ai suoi superiori della British Aiways di affrontare lo spinoso tema. Era stata, infatti, esonerata dal servizio per problemi di salute nel 2005. E’ morta di tumore.

Richard Westgate era diventato un pilota commerciale nel 1998. Aveva volato con le compagnie aeree più piccole, prima di essere assunto dalla British Aiways nel 2007, anno in cui cominciarono ad acuirsi fastidiosi sintomi: perdita di memoria, emicrania, stanchezza cronica, sbalzi d'umore.

Il dottor Mulder, che ha seguito il calvario di Westgate, ricorda che dapprincipio la malattia del pilota fu confusa con una forma di depressione. [...]

Prima di morire, Westgate aveva incaricato il suo avvocato, Frank Cannon, che era anche un pilota, di citare in giudizio la British Airways per presunta violazione delle linee guida circa la salute e la sicurezza. Nonostante le richieste di molti piloti e delll'Aerotoxic Association, le compagnie aeree non installano sistemi di rilevamento della qualità dell'aria. Al contrario, esse si basano sui risultati di studi commissionati dal governo. Sono ricerche i cui risultati sono stati contestati: la più recente di queste indagini, condotta dalla Cranfield University, nel Buckinghamshire, ha concluso che l'aria della cabine di pilotaggio è sicura.[…] Il personale di bordo attribuisce la sindrome agli organofosfati ed agli oli lubrificanti usati nei motori a reazione.

Le compagnie aeree hanno cercato di sostenere che l’avvelenamento da monossido di carbonio è all’origine dei sintomi, ma il dottor Peter Julu, neurofisiologo, non è d'accordo. Egli imputa la sintomatoologia agli organofosfati. Il Dottor Julu spiega: “Sono sostanze chimiche che attaccano il sistema nervoso. In particolare è preso di mira il tronco cerebrale. Le sostanze aggrediscono un gruppo specifico di neurotrasmettitori tra cui la serotonina, il che spiega la comparsa, in alcuni casi, della depressione”.


Fonte: Express.co.uk

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