venerdì 7 agosto 2020

Transizione: è solo questione di tempo



Che periodo tumultuoso, decisivo! Eppure quanti hanno veramente capito che siamo ormai prossimi ad una transizione verso un nuovo, orribile, spaventoso mondo? Niente sarà come prima: la pseudo-pandemia ha gettato le basi per la società del futuro. Quanti hanno veramente compreso? Non Diegito, l’erudito che è ancora fossilizzato in un’analisi vetero-marxiana e che ciancia di “nuova razionalità politica”? Dov’è la razionalità in questa folle corsa verso il baratro? Dov'è la politica, quando i padroni del vapore sono pazzi? E’ indubbio: l’informazione pseudo-indipendente, con le sue ambiguità, con il suo sguardo miope, è più dannosa della propaganda promossa dal regime: non offre mai risoluzioni, limitandosi ad una diagnosi spesso discutibile dei problemi, inoltre è attardata in ingenue interpretazioni economiche e strategiche.

Putin (o chi per lui) annuncia che presto la Federazione russa avrà il suo vaccino ed ecco che molti abboccano. Si illudono che colui voglia preservare la popolazione dell’ex Unione sovietica dai velenosi “antidoti” occidentali progettati per alterare il genoma umano, di concerto con le nanostrutture diffuse da decenni tramite la biogeoingegneria clandestina. Vogliamo ricordarci che l’agenda è globale, planetaria, proprio come quella che sta alla base delle operazioni chimiche nella biosfera?

Qualche ricercatore annuncia che la lattoferrina può essere utile contro il coronavirus e quanti restano incantati! Se fino a ieri eravamo sicuri che il coronavirus è solo il virus della rinite (impropriamente definita raffreddore): sarà stato modificato in laboratorio o no? Non lo sappiamo, ma sappiamo che le morti non sono state causate da questo presunto patogeno, bensì dalle vaccinazioni, dai campi elettromagnetici del 5G e da “terapie” deliberatamente letali. Allora che senso ha farneticare di cure con l’eparina e veleni simili? I medici una volta dicevano: “Hai il raffreddore? Se non lo curi, ti durerà una settimana; se lo curi, ti durerà una settimana”.

Quante chiacchiere! Ora parecchi si concentrano sulla vicenda dei verbali classificati e poi declassificati con numerosi omissis. Sì, è una questione importante, ma pensate che gli Italioti, anche si dovesse scoprire che il Comitato “tecnico-scientifico” ed il governo deliberarono di accoppare, con il pretesto del virus “cinese”, migliaia di persone, soprattutto pensionati, si ribellerebbero contro questi criminali, chiedendone la testa? No, perché la massa non capisce un fico secco: basta un Mentina qualsiasi ad affermare che non è vero quello che è scritto nei verbali ed i peones subito tornano a preoccuparsi di come personalizzare la museruola.

Ormai siamo prossimi a quella che, mutuando un termine dell’Astrofisica, si definisce singolarità, ossia un cambiamento epocale e forse irreversibile. La “nuova normalità” sarà ipertecnologica: sarà il sistema basato sulla “sorveglianza” e sulla “punizione”, come scrive Foucalt. Chi non accetterà il vaccino con i vari richiami, chi non accetterà di integrarsi in un apparato gestito in toto dall’”Intelligenza” artificiale, sarà escluso dal consorzio post-umano, tagliato via come un ramo secco. A poco o a nulla serviranno le comunità parallele basate su un’economia equa, non predatoria. L’establishment le tollererà fino a quando saranno marginali, ma, se dovessero diventare più influenti, le schiaccerebbe. Inoltre dipendono sempre dalla tecnologia e dall’energia di cui hanno il monopolio i potenti. Resta la possibilità di rifugiarsi in qualche zona lontana dalle città per vivere come gli antichi cacciatori-raccoglitori. Tuttavia decenni di geoingegneria e di altre azioni distruttive hanno inquinato e contraffatto gli ambienti naturali: così, anche prescindendo da altri ostacoli e dal controllo ormai capillare di ogni individuo, non sarà una passeggiata.

Cacciatori-raccoglitori… All’improvviso qualcuno decise di modificare geneticamente dei cereali primitivi e di avviare la cosiddetta “rivoluzione neolitica”: la nascita e la diffusione dell’agricoltura si rivelarono alla fine catastrofiche, perché portarono alla specializzazione del lavoro ed alla stratificazione sociale, con una classe dirigente (aristocratici, sacerdoti, funzionari) ed un ceto di lavoratori, semiliberi o schiavi. Et voilà: sorsero gli Stati (“Ogni Stato è una dittatura”, A. Gramsci”), i gruppi umani si divisero tra oppressori ed oppressi fino alla situazione odierna nella quale sedicenti “democrazie” perpetuano il feroce potere di dinastie degeneri formate da degenerati.

Ormai siamo prossimi a quella che si definisce singolarità: all’improvviso qualcuno ha deciso di modificare geneticamente homo sapiens sapiens, segnalando questa scelta con un codice simbolico su cui non ci soffermiamo, perché argomento complesso, ma aveva ragione Baudelaire ad affermare che “la Natura è una foresta di simboli”. Lo è pure la Storia, solo che pochi scorgono questi segni criptati, quasi nessuno è in grado di decifrarli.

Resterebbero tanti altri soggetti da trattare, ma poi l’articolo diventerebbe troppo lungo. Si può comunque concludere, ripetendo che davvero la biogeoingegneria è il fulcro di molte questioni: a chi non se ne occupa, mancheranno sempre le tessere fondamentali per completare il mosaico. Tra poco, sul terreno fertilizzato dalle scie tossiche, saranno sparse le sementi della “nuova umanità”, destinata a diventare concime. Chi si salverà, non lo dovrà certo ad un cambio di governo: anche dovesse cadere l’esecutivo Conte, la cricca non ha già programmato di rimpiazzarlo con Draghi? Il visconte dimezzato andrà a dirigere qualche associazione di usurai, pardon una banca. Bando alle illusioni ed ai “salvatori” da strapazzo: avvocati starnazzanti, divulgatori beoti, fanatici ed ottusi, politicastri (ogni riferimento a Vittorio Sgarbi NON è casuale) che pensano solo ad ottenere i voti necessari per continuare a godere di immensi privilegi, demagoghi arancio-vestiti...

Chi si salverà (se si salverà) appartiene non alla “nuova umanità”, ma ad un’umanità nuova, rinnovellata dalla consapevolezza che il vero progresso non è quello tecnologico, soprattutto dalla coscienza di essere coscienza.


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