venerdì 16 agosto 2019

Carbonato di calcio in stratosfera: l’esperimento di Bill Gates “contro” i “cambiamenti climatici”



Riportiamo una notizia relativa al “progetto” di Bill Gates circa un “esperimento” per contrastare il cosiddetto “global warming”. Niente di nuovo sotto il sole… chimico: da anni la geoingegneria ufficiale, presentata come un insieme di piani e di idee, affianca la geoingegneria clandestina, a mo’ di patetica copertura e di giustificazione nei rispetti di criminali attività volte al controllo dei fenomeni meteo-climatici con risvolti strategici e demografici. Tuttavia l’articolo è importante, perché è espressamente menzionato il carbonato di calcio insieme con le disastrose conseguenze sugli equilibri atmosferici, ossia in primo luogo la siccità. Ci credo: il carbonato di calcio – i negazionisti si sbellicano quando i ricercatori e gli scienziati lo chiamano in causa, ma ride bene chi ride ultimo – è igroscopico, ossia prosciuga le nubi e diminuisce in modo drastico l’umidità.

15 agosto 2019. Bill Gates, il numero uno della Microsoft punta a ridurre il “riscaldamento globale” attraverso l’esplosione di palloni ripieni di polvere bianca. Milioni di tonnellate di carbonato di calcio, una sorta di polvere bianca, per limitare gli effetti del cambiamento climatico. E’ l’idea di Bill Gates, concepita sulla base di una serie di ricerche condotte dall’Università di Harvard. Il progetto di geoingegneria solare necessita, però, ancora di ulteriori studi. Una prima sperimentazione sarà eseguita su una porzione ridotta di stratosfera nel Nuovo Messico. Dodici chili di polvere bianca saranno rilasciati dagli “esperti” nell’ambito di un progetto dal nome Stratospheric Controlled Perturbation Experiment (ScoPEx). La sostanza è contenuta in un pallone, associato ad una sonda dotata di eliche e su cui sono installati sensori in grado di misurare il grado di riflessione della luce solare (albedo, n.d.r.).

L’idea si basa sulle osservazioni degli effetti prodotti dalle venti milioni di tonnellate di biossido di zolfo diffuse dal vulcano Monte Pinatubo nelle Filippine nel 1991. L’eruzione provocò la morte di circa settecento persone con una nube che si propagò nell’alta atmosfera dell’intero pianeta, bloccando in parte i raggi solari e spingendo le temperature ad abbassarsi di mezzo grado.

Allo stesso modo, gli "esperti" puntano a riprodurre questo effetto attraverso l’esperimento ScoPEx. Nonostante le premesse, i pericoli di un simile esperimento sono notevoli. L’emissione di simili sostanze in atmosfera potrebbe stravolgere delicati equilibri, provocando inondazioni o siccità estreme nonché erodere lo strato di ozono che protegge la Terra dai raggi ultravioletti. Insomma un progetto delicato che necessita dell’accordo dei diversi paesi (sic!!!, n.d.r), oltre che dal via libera degli "scienziati".

Fonte: scienzenotizie.it

Articolo correlato: Il carbonato di calcio nelle scie chimiche, 2011

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martedì 6 agosto 2019

La strategia della pentola a pressione



Potrebbe essere proficuo staccarsi dall'abitudine di star ad ascoltare soltanto quello che risulta subito chiaro. (M. Heidegger)

Un’altra estate, l’ennesima, all’insegna delle manipolazioni climatiche: le conseguenze sono quelle ormai arcinote, anche se la maggioranza dell’opinione pubblica non si è accorta dei cambiamenti in atto. La siccità è divenuta una costante, grazie ad un’alta pressione sovente artificiale ed al concomitante annichilimento delle perturbazioni. Sta succedendo anche in Russia dove vaste aree della Siberia bruciano a causa di un innaturale incremento delle temperature ed alla dispersione in atmosfera di SO2 (biossido di zolfo).

Si può definire la strategia della pentola a pressione, cioè per lungo tempo si inibiscono le precipitazioni – quasi del tutto spariti persino i classici temporali di calore – poi all’improvviso, si molla la presa ed ecco che si scatenano in tutta la loro veemenza nubifragi, grandinate e trombe d’aria. Le piogge improvvise, tumultuose e concentrate in zone circoscritte, però, in genere non sono di giovamento, perché il suolo arido non riesce ad assorbire l’acqua caduta nell’arco di pochi minuti. Spesso le coltivazioni sono inondate, la frutta crivellata dalla grandine, gli alberi schiantati…

E’ una tattica consolidata che funziona alla perfezione. Funziona soprattutto giacché convince i sudditi stolti e creduloni che i cosiddetti “cambiamenti climatici” e/o il “riscaldamento globale” sono provocati dalle emissioni di biossido di carbonio che, in realtà, è il gas della vita. I media mostrano con metodi terroristici i ghiacci della Groenlandia che si sciolgono, gli incendi che divorano la taiga. Persino l’astro-attore Luca Parmitano, dal set cinematografico, manda delle immagini che evidenziano l’avanzata dei deserti dovuta, a suo parere, ai soliti gas serra. Sono le consuete mistificazioni date in pasto al popolino ottuso.

Le vere cause degli sconvolgimenti climatici e delle calamità militari NON naturali sono accuratamente ignorate e nascoste anche da chi si avventura nel territorio di argomenti scomodi, come i danni delle vaccinazioni, dei campi elettromagnetici, le immonde scelleratezze della classe “politica” e di chi la controlla. La “geoingegneria clandestina” continua ad essere tabù, così come l’espressione “scie chimiche” (meglio “tossiche” o “letali”) che, in buona misura, equivale alla prima definizione. La lotta contro la “guerra climatica” è sempre più tutt’uno con la sfida contro la disinformazione… ed è una sfida impari, anche se necessaria.

Articolo correlato: La nebbia che uccide

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