lunedì 31 dicembre 2007

Gli aerei chimici usano sistemi di dissimulazione anti-radar?

Courtesy by www.aero-hesbaye.beE’ opportuno precisare, in merito ai contenuti dell’articolo La prova dell’AirNav Radar, che la dimostrazione della quota relativa ad alcuni dei tankers chimici (l’aereo in questione, tra l'altro, incrociava anche un po’ più in alto del solito) è stata un vero colpo di fortuna e, in ogni caso, un evento inaspettato. Il motivo risiede nel fatto che, come ricorda l’ingegnere aeronautico, Luigi Fenu, "il sistema di rilevamento del Radar Airnav (ADS-B SSR) è basato, oltre che sul tradizionale 'Mode S', su un più recente standard. Lo scambio dei dati tra i velivoli avviene, infatti, usando come intermediario il satellite. Il sistema si chiama Global Navigation Satellite Systems (GNSS), pertanto le informazioni che si ricevono con lo strumento a terra non sono i dati provenienti direttamente dai velivoli, ma quelli trasmessi dal satellite. Tale sistema è molto preciso e, in futuro, tutti i velivoli saranno dotati di ADS-B SSR.

I velivoli tradizionali impiegano, invece, i trasponders (mode S) nelle varie modalità ed un dispositivo chiamato TCAS (Traffic Collision Avoided System): con tali apparati, i trasponders dei vari aerei s'interrogano direttamente in modo tale che, se si hanno problemi di comunicazione con la torre di controllo, il pilota è in grado di conoscere l'eventuale presenza di un velivolo in rotta di collisione già a 50 miglia nautiche di distanza".

La mappa degli utenti AirNAV Radar in EuropaOra, il punto è il seguente: gli aerei impegnati nelle operazioni di aerosol clandestine, pur essendo avvistati distintamente sorvolare l'area di copertura del radar, non inviano alcun tipo di segnale identificativo riconoscibile dall'apparecchiatura, tarata sui voli civili e commerciali regolari.

Il caso del 28 dicembre 2007 è, seppure importante come prova, anomalo, in quanto l’aeromobile in sorvolo (inizialmente proveniente da Nord/Nord Ovest) è stato comunque intercettato dall'apparecchiatura elettronica, che ne ha fornito i dati di quota, velocità, direzione, longitudine, latitudine etc. Insomma, forse siamo di fronte ad una falla del sistema di oscuramento elettronico presumibilmente gestito dal sistema di controllo satellitare, visto che, normalmente questi aerei risultano invisibili al Radar AirNav, al contrario di quanto avviene per tutti gli aerei di linea che, nelle vicinanze (le rotte civili non passano sopra Sanremo, ma costeggiano il litorale ed il radar lo conferma) percorrono il corridoio aereo loro assegnato. Oppure si tratta dell'invio di dati riguardanti un "velivolo fantasma", come nel caso degli aerei adoperati dalla C.I.A. per trasportare, segretamente, persone accusate di terrorismo?

Paradossalmente questi elementi risultano essere di grande rilievo, perché il fatto che gli aerei chimici non segnalano la loro presenza negli standards civili sopra menzionati, dimostra, seppure indirettamente, attraverso un incrocio e confronto di dati, che essi non sono velivoli per il trasporto passeggeri o merci. Ciò contraddice e smentisce le mendaci affermazioni del ministro Pecoraro Scanio, in risposta alle interrogazioni parlamentari sulle chemtrails, nonché le menzogne di tutti gli altri enti istituzionali, i media asserviti al potere, i debunkers, i quali hanno sempre dichiarato che le numerose "scie di condensa" nei nostri cieli sono esclusivamente da imputare all'aumentato traffico aereo civile e solo a quello (si veda in proposito anche il recente articolo su Focus).

Qualcosa dunque non quadra ed il Radar AirNav dimostra, inequivocabilmente, che i sorvoli a bassa quota sono di origine militare o quanto meno non si riferiscono a velivoli per il trasporto di passeggeri o merci.

Perciò tutti i ricercatori indipendenti che hanno la possibilità di sostenere la spesa, sono esortati a dotarsi del Radar AirNav o di un dispositivo similare, per creare una rete di rilevazione in modo da stabilire se, come è probabile, gli aerei chimici usano dispositivi per non essere localizzati ed identificati. Se non adottano il sistema di identificazione civile è quindi confermata l'origine militare di questi voli. E' chiaro, infatti, che, se siamo in grado di dimostrare, attraverso una mappatura capillare del territorio sorvolato, che gli aerei impegnati nelle operazioni clandestine di aerosol (OAC) non inviano segnali nello standard civile, sono, per forza di cose, aerei militari e, in quanto tali, le autorità saranno obbligate a fornirci delle spiegazioni plausibili. Ci domandiamo come sia possibile che aerei non identificati possano percorrere il nostro spazio aereo, senza che il sistema di sicurezza per il controllo dei cieli, intervenga in alcun modo, ordinando ai caccia di decollare per intercettare gli intrusi (1). Se è così, abbiamo la dimostrazione che sia i militari sia le autorità governative collaborano attivamente nel progetto di avvelenamento della biosfera.

Si ringrazia il gentilissimo ingegnere aeronautico Luigi Fenu per la preziosa consulenza.



(1) L'Aeronautica Militare ha pubblicato sul proprio sito internet un interessante report sull'attività svolta nel 2006 da parte dei reparti di intecettori e SAR.

Ve lo riporto qui di seguito.

Nel 2006 l’Aeronautica Militare, tramite il Comando Operativo delle Forze Aeree (COFA), ha assicurato la sorveglianza e la difesa dello spazio aereo nazionale, 24 su 24, attraverso un sistema integrato di radar basati a terra ed in volo (Airborne Early Warning) e l’impiego di velivoli intercettori, garantendo la sicurezza dei cieli anche in occasione di grandi eventi come le Olimpiadi invernali di Torino o il summit sul Libano di Roma. Le funzioni di comando e controllo degli intercettori della difesa aerea nazionale sono devolute al Combined Air Operation Centre (CAOC 5-NATO) di Poggio Renatico (Ferrara) che, attraverso una sala operativa, ne dispone l’impiego. - Nel corso del 2006 per ben 32 volte si sono alzati in volo i velivoli caccia F-16 dell’Aeronautica Militare per intercettare velivoli le cui tracce radar non era stato possibile identificare. Si era trattato, nella maggior parte dei casi, di aeromobili che non rispondevano a prestabiliti requisiti, o perdevano le comunicazioni con gli organi del controllo del traffico aereo o divergevano dalla rotta prevista senza validi motivi. In quei casi, il Comando Operativo delle Forze Aeree ha disposto il decollo immediato (in gergo tecnico “scramble”) degli intercettori che, sotto la guida dei controllori di intercettazione a terra, si sono diretti verso il velivolo “sospetto”, ne hanno accertano visivamente l’identità e sono intervenuti, quando necessario, per scortarlo fino ai limiti dello spazio aereo italiano.

In un caso si è trattato di intercettare e far atterrare un velivolo con a bordo un dirottatore: Un F-16 del 37° Stormo di Trapani Birgi si era alzato in volo il 3 ottobre 2006 per intercettare un velivolo civile turco che era in volo nello spazio aereo italiano. L’ordine di 'scramble' era partito dopo che il comandante del velivolo turco, un Boeing 737 in volo da Tirana (Albania) a Istanbul (Turchia), aveva dichiarato di essere stato dirottato da un cittadino turco. Rilevato l’allarme, la sala operativa del CAOC ha immediatamente attivato la prevista procedura di difesa aerea dando l’ordine di “scramble” al 37° Stormo di Trapani.



Fonti:

http://www.aero-hesbaye.be/
http://www.aviazionemilitare.com/

sabato 29 dicembre 2007

La prova dell'AirNav Radar (The AirNav Radar Proof)

"Secondo definizione FAA ed in base ai documenti ufficiali N.A.S.A., una Contrail si forma generalmente sopra gli 8000 metri circa, a temperature minori di -40°C, e con umidità relative superiori o uguali al 70%. Noi, grazie all'utilizzo di strumentazione adeguata (AirNav Radar), abbiamo potuto verificare che un aereo rilasciante abbondanti scie, volava alla quota di 13.050 piedi, pari a 3977,64 metri. Dunque... quelle non sono scie di condensazione, ma scie chimiche! Alle nostre latitudini, infatti, è impossibile si generino scie di condensazione a quote tanto basse.

N.A.S.A. says: Where do contrails form? Contrails are human-induced clouds that only form at very high altitudes (usually above 8 km - about 26,000 ft) where the air is extremely cold (less than -40°C). But now we see (with Airnav Radar) that this aircraft flies at 13.050 ft (about 4 km), so these not are contrails, but chemtrails!

Total flight information:

Flight ID:
Registration: D-AKNG
Aircraft: A319
Latitude: N43 48.5
Longitude: E007 38.6
Altitude: 13050 ft
Speed: 392
V/S: -1984
heading: 205

Il video

Articolo correlato.



venerdì 28 dicembre 2007

La bobina di Tesla

Pubblichiamo uno studio del gentilissimo Alessandro Cestaro inerente ad una delle moltissime invenzioni dello scienziato serbo, naturalizzato statunitense, Nikola Tesla (1856-1943). Tra queste invenzioni, assume particolare interesse la bobina di Tesla, perché risulta, da alcune testimonianze, che questa apparecchiatura, insieme con lo zapper, sia lo strumento più efficace per contrastare e forse per debellare il terribile morbo di Morgellons. Infatti tale patologia non è causata da un parassita né ha origini genetiche, ma è provocata da nanomacchine che si insediano nell'organismo: per neutralizzarle può quindi essere efficace creare un'interferenza elettromagnetica. Come sempre, questi consigli non sostituiscono in alcun modo e per nessun motivo le prescrizioni e le indicazioni del proprio medico, cui bisognerà rivolgersi per qualsiasi problema. Per procurarsi una Tesla coil di bassa potenza, qualora se ne ravvisasse la necessità, occorre rivolgersi solo a personale esperto e qualificato.

Per leggere il documento corredato di immagini, clicca qui (formato PDF).

La bobina di Tesla

La bobina di Tesla (o in inglese Tesla coil) è un trasformatore risonante senza nucleo ferromagnetico. Prende il suo nome dall’inventore, Nikola Tesla, scienziato e inventore americano di origini serbe che lo inventò nel 1891 come conseguenza dei suoi studi sulle correnti alternate di alta frequenza. Lo si può considerare come una diretta evoluzione di quelle che erano conosciute come induction coils (bobine d’induzione) verso la fine del XIX secolo, in cui si usava un rocchetto di Ruhmkorff per ottenere una vistosa scintilla di alta tensione. Fu col rocchetto di Ruhmkorff che si osservarono sperimentalmente per la prima volta le onde elettromagnetiche. Tale rocchetto era semplicemente un trasformatore avvolto su nucleo ferroso in cui il rapporto spire, tra primario e secondario, era molto elevato. Veniva alimentato da una batteria che caricava un condensatore (oppure anche senza il condensatore). Agendo su un interruttore, si scaricava il condensatore sul primario e questo induceva una corrente di tensione molto più alta sul secondario, dove ai capi si poteva osservare una scintilla.

In una bobina di Tesla abbiamo quindi il principio dell’induzione e del trasformatore, ma con un comportamento completamente diverso. Invece di avere semplicemente un avvolgimento secondario e primario, abbiamo in realtà due circuiti LC, il circuito primario e il circuito secondario. Ogni circuito è composto da una bobina e da un condensatore. Il rapporto tra capacità ed induttanza è tale che i due circuiti risuonino alla stessa frequenza data dalla formula F=1/2π√LC dove F è la frequenza di risonanza in Hertz, L è il valore dell’induttanza in Henry e C il valore della capacità in Farad. Esistono diverse tipologie di bobine di Tesla che si differenziano soltanto nel pilotaggio del circuito primario. Esistono varie sigle per identificare queste tipologie e le più note sono queste: SGTC (spark gap tesla coil), SSTC (solid state tesla coil), OLTC (off line tesla coil), DRSSTC (dual resonant solid state tesla coil), VTTC (vacuum tube tesla coil) ed altre ancora. Le sigle prendono il nome dal mezzo usato per effettuare la commutazione sul primario e sul tipo di oscillatore usato. Bisogna che sia chiaro comunque che il principio di funzionamento resta lo stesso e che la tensione prodotta sul secondario non dipende dal numero di spire dello stesso, ma dal rapporto tra le impedenze di primario e secondario. Qui descriveremo la prima categoria, ovvero gli spark gap tesla coils ovvero le bobine di Tesla a spinterometro. Lo spinterometro è semplicemente un interruttore ad alta tensione molto semplice costituito nella sua forma più elementare da due elettrodi a distanza di qualche millimetro. Sfruttando la bassa rigidità dielettrica dell’aria, questo innescherà quando la tensione arriva a una certa soglia determinata dalla distanza degli elettrodi. La bobina di Tesla spinterometrica è rimasta pressoché immutata dalla sua invenzione, dato che, quando fu inventata, lo spinterometro era praticamente l’unico per effettuare commutazioni prima dell’avvento delle valvole e dei dispositivi a semiconduttore. Questo tipo di bobina quindi è anche quella con cui sperimentò Nikola Tesla stesso.

Spieghiamo i componenti. Generalmente si usa un trasformatore di alta tensione collegato alla rete 220 volt 50 Hertz. Il condensatore deve essere di buona qualità con bassa induttanza e resistenza parassita e deve poter reggere svariati kilovolts senza problemi. Il primario in genere è una bobina a spirale piatta realizzata con del tubo di rame. Questa bobina deve poter reggere correnti elevatissime. Lo spinterometro esiste in varie forme, rotante sincrono e asincrono, statico a due o più elettrodi raffreddato con ventole ecc. Il più semplice è quello illustrato nell’immagine.

Il secondario, invece, è in genere una bobina cilindrica, con molte spire di filo sottile (ma non troppo dato la corrente molta alta che circola anche sul secondario) sormontato da una sfera o un toroide metallico. Questa sfera è quello che costituisce la capacità terminale e il condensatore nel circuito secondario. Si tratta di un condensatore in cui l’altra piastra è il terreno con cui si accoppia capacitivamente. Questo perché l’altra estremità del secondario è connessa a terra. La terra del secondario è separata da quella di rete e, in genere, si fa piantando un palo metallico nel terreno oppure collegando ad un tubo dell‘acqua. Tutto ciò è per diminuire la resistenza della terra che, altrimenti, limiterebbe molto le prestazioni e soprattutto per diminuire i disturbi in radio frequenza che possono penetrare nell’impianto domestico, causando seri danni. Si usa mettere anche un filtro EMI sull’entrata del trasformatore di alimentazione per il medesimo motivo. Una bobina di Tesla spinterometrica con questi accorgimenti non causa assolutamente danni all’impianto ed alle apparecchiature. E’ bene, però, non metterla in funzione nei pressi di apparecchiature elettroniche sofisticate, dato che l’intenso campo elettrico sopprimerà il funzionamento di cellulari, macchine fotografiche, schermi etc.. E’ possibile anche che gli apparecchi più delicati e non schermati possano rovinarsi permanentemente soprattutto a causa degli impulsi sullo spinterometro. Illustriamo ora il principio di funzionamento. Generalmente si usa un alimentazione in alta tensione in corrente alternata ( si può usare anche corrente continua) per caricare il condensatore primario.

- Il trasformatore di alta tensione carica il condensatore primario fino a che la tensione sullo spinterometro non arriva a rottura.
- Lo spinterometro spara.
- Il condensatore si scarica sulla bobina primaria attraverso lo spinterometro.
- Il primario produce un campo magnetico che cresce quanto più il condensatore si scarica.

Quando la tensione sul condensatore è zero (cioè è scarico), il campo magnetico sul primario comincia a collassare e, a causa della sua autoinduzione, genera una tensione che ricarica il condensatore. Questo crea un’oscillazione alla frequenza naturale del gruppo LC primario.

Siccome, però, abbiamo un circuito secondario accoppiato induttivamente alla bobina primaria, l’oscillazione in risonanza e l’energia del primario vengono trasferiti sul secondario. Per trasferire tutta l’energia al secondario ci vogliono in genere più cicli dato che il coefficiente di accoppiamento non è mai prossimo ad uno in una bobina di Tesla, ma è molto basso (da 0.1 a 0.5 circa)

Dato che i due circuiti sono tarati alla stessa frequenza di risonanza avremo uno scambio di energia sincronizzato. Questo aumenta grandemente la tensione sul secondario.

Quando la tensione sulla capacità terminale raggiunge un valore talmente elevato che non può più essere immagazzinato in questa capacità, la tensione innesca molteplici scintille.

Il processo continua molte volte finché non c’è più energia nel condensatore primario e nella bobina primaria e non c’è più abbastanza tensione per tenere acceso lo spinterometro. Lo spinterometro si spegne; questo comporta la ricarica del condensatore primario e tutto il processo si ripete. Quello che possiamo osservare uscire dalla capacità terminale è un insieme di scintille di alta tensione ad alta frequenza. Tali scariche hanno particolari effetti.

Le lampade al neon si accendono senza fili nei pressi della Bobina di Tesla. Ciò è dovuto all’intenso campo elettrico e magnetico generato che portano alla conduzione il gas interno del tubo.

Piccola bobina di Tesla costruita dall’autore. Questa bobina produce 30 cm di scintille (circa 200-300 kv ), consumando 125 watt di potenza dalla rete. Scariche in alta frequenza fuoriescono dalla capacità terminale.

NOTA: le Bobine di Tesla a stato solido presentano scintille più sicure che si possono anche toccare.

A causa di un fenomeno fisico chiamato effetto pelle, la corrente in alta frequenza circola poco in profondità di un corpo conduttore stando sull’esterno. Questo effetto, unito alla poca corrente presente nella scintilla, permette che la si tocchi, senza conseguenze per il corpo. La scintilla comunque scalda molto e può provocare ustioni. Si può far passare corrente attraverso il corpo con particolari accorgimenti assolutamente senza pericolo anche con tensioni che arrivano ai megavolts, che sono più del doppio delle nostre linee di alta tensione. Tali esperimenti sono, però, da sconsigliare in quanto solo chi ha una certa esperienza nel campo sa quello che sta facendo. Vale perciò la regola: non provate a farlo a casa.


Alessandro Cestaro
alessandrocestaro [at] hotmail.it


mercoledì 26 dicembre 2007

U.F.O. e scie chimiche negli Stati Uniti

Dal sito Centro Ufologico Taranto riportiamo un breve articolo apparso sul portale del Mufon, una delle storiche organizzazioni di ricerca sugli O.V.N.I. Il trafiletto, per molti versi ingenuo, a meno che non si tratti di disinformazione, si conclude con una comica, inverosimile congettura, secondo la quale, in tutta segretezza, forze terrestri ci vorrebbero difendere da fantomatiche minacce esterne. Interessante, invece, è la connessione tra U.F.O. ed aerei della morte: le sonde avvistate sono di origine extraterrestre e servono per eseguire analisi chimiche delle scie oppure sono strumenti usati dall'aviazione per compiere un "controllo qualità" dell'aria, come lo definisce Cieliazzurri, dopo che sono stati sparsi i veleni nella biosfera? E' un campo in cui gli interrogativi pullulano, mentre risposte anche solo plausibili non sono state ancora fornite.

Il giorno 10 dicembre 2007, un testimone ha fotografato la classica chemtrail che, ormai, ufficialmente dal 1996, è divenuta la nuova emergenza a cui trovare presto rimedio. Sono scie tossiche che appaiono al di sotto dei 4.000 metri circa di quota, rilasciate da aerei non identificati, verosimilmente militari che, per scopi ignoti, stanno modificando il clima terrestre. E' un nuovo armamento non convenzionale? Tutto induce a supporre ciò: infatti anche documenti declassificati lo attestano.

E' notevole il fatto che, in vicinanza delle scie chimiche, appaiono enigmatici oggetti volanti, principalmente di forma sferica (ma non solo) che sembrano controllare questi esperimenti (sic). Sono droni militari o veri oggetti extraterrestri? Nessuno lo sa (almeno a livello ufficiale), ma si potrebbe ipotizzare che, a livello riservato e non ufficiale, qualcuno abbia sposato la seconda tesi. Queste sfere (ipoteticamente di origine cosmica) sono una minaccia per la popolazione terrestre ed i militari operano "per il nostro bene" o è vero il contrario? Nessuno lo sa, per il momento.

Leggi qui l'articolo sul sito del C.U.T.

lunedì 24 dicembre 2007

Morgellons: una nuova malattia o un'arma del terrore creata dall'uomo? (articolo di Tim Swartz)

L'articolo di Tim Swartz, di cui abbiamo tradotto la terza parte, sembra suffragare le ipotesi ventilate tempo fa, circa la natura tecnologica del morbo di Morgellons, forse un micidiale strumento per trasformare, a poco a poco, le persone in esseri cibernetici, come paventato anche da Bojs.


Morgellons e nanomacchine

Esistono dati convincenti i quali indicano che il Morgellons è associato alla tecnologia, specialmente alle nanomacchine sotto forma di nanostrutture. La National science foundation (N.S.F.) definisce nanofibre delle strutture che hanno almeno le dimensioni di 100 nanometri o meno. I campioni di fibre, estratti dai pazienti di Morgellons, se esposti a calore, non bruciano, se non ad una temperatura di 1.700 gradi Fahreneit. Osservate al microscopio elettronico, le fibre non appaiono organiche: non hanno cellule eucariotiche né membrana cellulare. Dal momento che il Morgellons non è un parassita, esso è una macchina. In marzo ed aprile,
Jeff Rense ha pubblicato e diffuso alcune valide ricerche basate su analisi scientifiche di tipo spettroscopico. Le ricerche sono state condotte sotto l'egida della tossicologa, Dottoressa Hildegarde Staninger dell'Integrative Health International di Lakewood, California.

I primi risultati sono stati inquietanti. Il Morgellons sembra essere l'invasione del tessuto umano per opera di una nanotecnologia finalizzata alla comunicazione sotto forma di nanotubi, nanocavi, nanostrumenti in grado di assemblarsi da soli e di replicarsi e dotati di sensori.

Altre configurazioni associate al Morgellons veicolano frammenti geneticamente modificati di D.N.A. e di R.N.A. Le nanomacchine del Morgellons proliferano in ambiente alcalino ed usano l'energia bioelettrica dell'organismo ed altri fonti non identificate per alimentarsi. Esiste anche l'evidenza che certe nanomacchine contengono al loro interno delle batterie. Le nanomacchine del Morgellons sono costruite per ricevere specifiche microonde, segnali E.M.F., E.L.F. ed onde radio.

A questo punto ci si chiede che cosa stia accadendo. Sappiamo che il Morgellons è contenuto nei liquidi organici, negli orifizi e nei follicoli e sappiamo che penetra normalmente in tutto l'organismo.

Se queste conclusioni sono corrette ed il Morgellons è una nanotecnologia capace di prendere il sopravvento sull'organismo, resta la domanda se tale morbo sia il risultato di un incidente o se sia stata diffusa deliberatamente per infettare le persone nell'ambito di scopi non noti.

E' come se il Morgellons fosse un processo per ricostruire gli uomini, generando una specie differente: una creatura cibernetica, sia uomo sia macchina. Poiché le nanomacchine ricevono segnali, si può arguire che ciascuna persona-sistema sarebbe in grado di comunicare con gli altri pazienti, trasformandola in un componente di un’enorme intelligenza artificiale.

Stiamo affrontando un'invasione, il tentativo di un gruppo clandestino o del governo di ottenere il controllo definitivo dell'umanità. Se consideriamo l'attuale situazione del pianeta, non è irragionevole pensare che qualcuno potrebbe aver deciso di creare qualcosa del genere ai danni di una popolazione inconsapevole. Talora piccole cose possono causare giganteschi problemi. Dobbiamo osservare con maggiore acume, oltre la malattia stessa, se vogliamo trovare delle risposte soddisfacenti.


Traduzione di Zret

Leggi qui l'articolo in inglese.

domenica 23 dicembre 2007

Maria Caterina Feole, Dalla fisica dei quanti alla realtà

Maria Caterina Feole è autrice di un saggio intitolato Dalla fisica dei quanti alla realtà. Il libro di questa ricercatrice indipendente, laureata in Scienze politiche e specializzata in Discipline giuridiche ed economiche, affronta "le profonde trasformazioni, che investono ogni ambito della nostra esistenza" (dalla quarta di copertina).

L'opera, con un linguaggio semplice e con piglio piacevole, spazia tra la fisica quantistica e le terapie naturali, tra la scienza di frontiera e l'Ufologia, tra la programmazione neurolinguistica e la radionica..., sempre mirando a scardinare vecchi ed obsoleti schemi di pensiero. Proprio in questo risiede il maggior pregio del libro, nella consapevolezza che è necessario, anche attraverso una serie di sfide difficili ma doverose, scrollarsi di dosso consolidate certezze e blocchi concettuali per inoltrarsi, pur tra molte difficoltà, verso un modo più aperto e dinamico di concepire il mondo e la vita.

Nella sua carrellata su temi di confine ed eretici, la Feole sfiora anche la questione delle scie chimiche: a differenza di altri che non si peritano di saccheggiare o addirittura di plagiare (emblematico il caso di Luca Savorani) studi altrui, senza citare la fonte, la ricercatrice menziona, sia in nota sia nella sitografia questo blog, quello di Freenfo e di Straker. Non si tratta di compiacere la vanagloria, ma di riconoscere un lavoro spesso improbo e non scevro di rischi: per questo motivo siamo grati alla Dottoressa Feole che, avvalendosi di intuizioni personali e di molteplici fonti sempre correttamente riportate, ha saputo proporre una visione che non mancherà di sollecitare approfondimenti e di stimolare un approccio olistico ai gravi problemi che travagliano i nostri tempi.

Si ringrazia il gentilissimo Dottor Gianni Ginatta per la segnalazione.

sabato 22 dicembre 2007

Piogge pericolose?

Freenfo, nell'articolo Meningite o prove di sterminio?, avanza il sospetto che esista una correlazione tra i vari focolai di meningite registrati in Italia in questi giorni e l'operazione "scie chimiche". Ovviamente non abbiamo le prove per dimostrare tale nesso, ma ci si chiede se la massiccia diffusione di sostanze in atmosfera che prosegue pressoché ininterrotta da anni non sia all'origine dei casi di meningite.

Tempo fa, dopo aver tradotto vari articoli di medici e studiosi statunitensi, i quali hanno riscontrato nel materiale di ricaduta anche virus e batteri, cominciammo a sostituire in alcuni contesti al vocabolo chemtrails, l'espressione scie chimico-biologiche.

Ora - la situazione è sospetta - viene riportato che persone in diverse aree d'Italia sono state colpite da una patologia che è un processo infiammatorio a carico delle meningi, causata da batteri, virus o più raramente da miceti, protozoi o elminti. Nelle forme batteriche acute la meningite si manifesta con febbre, cefalea, vomito, fotofobia, rigidità nucale, torpore, deliri, allucinazioni. Possono anche essere presenti convulsioni, paralisi, alterazioni del ritmo respiratorio, disturbi vasomotori.

Dubitiamo che la vaccinazione possa giovare, anzi la si deve reputare molto pericolosa per i motivi illustrati da Freenfo, mentre il ricorso, anche in via profilattica, all'argento ionico, è senza dubbio auspicabile. Resta sempre valido il consiglio a non bagnarsi con la pioggia, presumibilmente vettore di agenti patogeni.

Fonti:

Enciclopedia delle Scienze, Milano, 2005, s.v. meningite
Lameduck, Se il vaccino fa più male che bene
T. Montalk, Scie chimiche: un tentativo di impedire l'evoluzione umana
D. W. Scott, Micoplasma: l'agente patogeno di collegamento nelle affezioni neurosistemiche


giovedì 20 dicembre 2007

Ulteriori analisi sui polimeri di Mondovì

Grazie alla collaborazione del direttore di PMNet, che ha dato ampio risalto alla notizia di strani filamenti caduti dal cielo nel monregalese (CN), siamo in grado di pubblicare le analisi delle fibre in oggetto compiute dal biologo parmigiano Giorgio Pattera e da una sua collaboratrice. Non anticipiamo i risultati delle analisi cui giunge lo scienziato di Parma, autore anche di alcuni pregevolissimi studi su temi di esobiologia. Ciascuno, dopo aver letto il rapporto, tirerà le sue logiche conclusioni.


Dopo le analisi condotte dalla Dr.ssa Ilaria Alfieri (Chimica Industriale, componente del C.D. di “GALILEO”) [vedi qui il documento in formato PDF], ho insistito personalmente nelle indagini, alla ricerca di qualcos’altro che poteva essere sfuggito.

Il residuo del campione rimasto (esiguo, in verità) è stato fotografato al microscopio a basso ingrandimento (10x), sottoposto all’irraggiamento di un tubo a “luce di Wood”, la qual cosa ha confermato (cfr. la relazione di Antonio Marcianò) che la sostanza filamentosa in oggetto risponde alla frequenza ultravioletta, emanando una rifrangenza bianco-bluastra, attraverso la quale è possibile osservare microscopiche granulazioni, simili alla ricostruzione grafica dei “loci” nei geni della catena del DNA.

Altri fotogrammi sono stati scattati anche ad ingrandimento superiore (60x) e a luce bianca, dimostrando la stranezza e la complessità di struttura del materiale filamentoso, inspiegabile considerando l’estrema sottigliezza dei filamenti stessi.

La disposizione sul tavolino traslatore del microscopio è stata l’azione più ardua e impegnativa di tutta l’indagine, essendo i filamenti ESTREMAMENTE APPICCICOSI e difficilmente separabili dal supporto traente: non oso pensare alle conseguenze, se dovessero malauguratamente capitare ed insediarsi a livello degli alveoli polmonari. Personalmente ne ho riscontrato tracce, nei giorni immediatamente susseguenti la “nevicata” di Mondovì, anche sugli specchi retrovisori della mia moto, rimasta parcheggiata di fronte al mio studio, in Ospedale, per una decina di ore, in una giornata soleggiata e ventosa.

Durante le operazioni di preparazione al montaggio per il microscopio, svolte alla luce alogena (100 watt), sono stato testimone di un’altra stranezza: i filamenti, oltre che leggerissimi, risultano elettrostatici, fotosensibili e termosensibili. Infatti, ad una distanza di circa 30 cm. dalla fonte di luce alogena ed al calore da essa emanata, i filamenti diventano estremamente reattivi, disponendosi in posizione ortotropica rispetto al piano d’appoggio, in direzione della fonte energetica, come se questa li “caricasse” e li attraesse verso di sé: sembravano i serpenti che, ondeggiando, fuoriescono dal cesto al suono dell’incantatore. (Il fenomeno ricorda vagamente il fototropismo delle essenze vegetali, per cui una pianta posizionata in una zona buia tende nel tempo ad allungarsi in direzione della fonte di luce più vicina).

Altre caratteristiche non sono riuscito ad individuare, causa la scarsità di materiale in nostro possesso.

Mettiamo questi dati a disposizione di chiunque abbia la possibilità di proseguire gli studi e le ricerche sull’inquietante ed attualissimo argomento, che pare incontrovertibilmente e strettamente connesso con l’innegabile fenomeno delle “chemtrails”.


Giorgio Pattera – Biologo

Parma, 18/12/2007


Scarica QUI i documenti in Versione PDF

mercoledì 19 dicembre 2007

La risposta dell'ingegner Luigi Fenu a Focus

L'ingegner Luigi Fenu ha scritto un'articolata, rigorosa ed incontrovertibile confutazione dell'articolo apparso sul numero di dicembre della rivista Focus e dedicato alle scie chimiche. L'ingegner Fenu, che da anni si occupa delle chemtrails, con rara professionalità ed abnegazione, smonta, adducendo argomenti scientifici e prove inoppugnabili, i sofismi di Paolo Toselli e degli "esperti" da lui evocati. Il testo che pubblichiamo resti a perpetuo, imperituro disonore degli scribacchini e dei loro ispiratori. Cogliamo l'occasione per ringraziare gli amici di Sciesardegna, tra i quali il carissimo Giulio Concu, della cui preziosa collaborazione ci avvaliamo.


I complottisti delle scie
16 dicembre 2007

dell’Ing. Aeronautico Luigi Fenu

Comitato Regionale Scie Sardegna
www.sciesardegna.it

Qualche giorno fa, giorno mentre mi trovavo in edicola per cercare una rivista specializzata di MTB, il mio sguardo è caduto sulla copertina del nuovo numero di FOCUS; su una fotografia “civetta” vi era la didascalia:

“MISTERI/COMPLOTTI: chi fa queste scie? Sono pericolose?

Il tema dell’articolo sembrava interessante, anche se sono del parere che argomenti come questo delle scie d’aereo, che implicano SERIE competenze tecniche e scientifiche, rischiano troppo spesso di essere, anche volutamente, banalizzati. Trascinato da un’onda di ottimismo ho deciso di dare un po’ di fiducia al giornalista Paolo Toselli ed ho acquistato la rivista.


Durante la lettura dell’articolo m’imbatto subito su una suddivisione marcata tra due entità non meglio definite:

I COMPLOTTISTI vs GLI ESPERTI

Onde evitare equivoci cerco nel famigerato vocabolario Wikipedia per capire qualcosa di più sulle teorie dei cosiddetti complottisti o cospirazionisti:

“La parola "cospirazione" deriva dal latino conspirare ("respirare assieme"), e nell'uso contemporaneo indica una situazione dove due o più persone si accordano per compiere un atto
Un esperto è una persona alla quale, per motivo di professione oppure per una comunque acquisita competenza ed esperienza su una data materia, viene richiesto di fornire pareri scientifici su argomenti di dettaglio. L'opposto di esperto è conosciuto come dilettante.
Continuo la lettura prestando maggiore attenzione alle parole rilasciate dagli esperti (mai nell’articolo si dice chi siano questi esperti)… e, seppure con qualche perplessità, arrivo alle righe conclusive dove sono esposte le dichiarazioni dell’esperto climatologo David Travis. Il quale, nel 2001, dimostrò che nei 3 giorni di sospensione dei voli sugli USA, dopo gli attentati dell’11 settembre, la temperatura media sul Nord Atlantico era aumentata di quasi 1°C, perché il cielo era più limpido.
Improvvisamente mi sovviene un ricordo: tale dichiarazione era stata riportata il 4 Febbraio 2007 da “Il Sole 24 Ore” dopo il vertice di Parigi sul clima; il quotidiano aveva riservato un’intera pagina all’argomento con il titolo: “L’inquinamento che ci aiuta: senza aerosol e scie degli aerei, il riscaldamento sarebbe peggiore”.

Non riuscendo assolutamente ad immedesimarmi nella mente di un climatologo, mi sono posto le seguenti domande:

1) Sono così bravi i climatologi da riuscire a prevedere la temperatura nei tre giorni successivi con una precisione di un grado centigrado?

2) Possono i climatologi fare un’analisi statistica ed estrapolare dei risultati prendendo come campione SOLO tre giorni?

Credo che queste poche righe siano sufficienti a far inorridire non tanto uno scienziato, ma un qualsiasi attento lettore che capisca un po’ di meteorologia, in quanto basterebbe fare un piccolo bilancio tra l’Anidride Carbonica emessa nell’atmosfera (già ad una certa quota) ed il pulviscolo immesso come residui di combustione, per capire che anche le normali scie sono ESTREMAMENTE dannose per l’effetto serra.

Inoltre, non tutti sanno che non è vero che i voli si interruppero l’11 settembre. Vi sono molte testimonianze documentate delle telefonate allarmate di cittadini statunitensi che, nonostante il blocco dei voli sul territorio nazionale, continuavano a vedere sorvolare i loro cieli da aerei non identificati. Pertanto, lo scienziato in questione dovrebbe rifare i suoi conti.

A parte queste dichiarazioni dello scienziato climatologo, il fatto inquietante, che mi lasciò davvero perplesso e dubbioso come studioso della materia, è come mai un redattore di un giornale così letto a livello nazionale, avesse voluto sparare a caratteri cubitali un titolo che attirava lo sguardo e aveva lo scopo evidente di tranquillizzare gli impauriti e gli scettici. La cosa è facilmente interpretabile nel seguente modo: “Tranquilli, il riscaldamento globale si può combattere: continuiamo a consumare e a inquinare senza preoccuparci”. Dopo aver scritto alla redazione del “Il Sole 24 Ore” per una rettifica immediata, e non aver ricevuto alcuna risposta in merito, ecco che mi ritrovo qui, a distanza di quasi un anno, che si ha ancora il coraggio di pubblicare simili notizie su una rivista scientifico-commerciale.

Dopo questo flash, che mi ha riportato alla realtà dei fatti, rileggo a ritroso con più attenzione l’intero articolo di FOCUS. Riporto l’intera frase:

“Per fare chiarezza sull’argomento, l’USAF ha redatto un documento che risponde punto per punto alle insinuazioni: le scie più contorte sono quelle deformate dai venti; i disegni a griglia sono dovuti al sistema di navigazione USA (e non solo), formato est-ovest e nord-sud che s’intersecano a quote differenti”.
Da questa frase si comprende che gli Americani, e non solo, navigano spostandosi da EST verso OVEST e da NORD verso SUD. Sono proprio strani; se così fosse sarebbe un bel problema. Sarebbe come dire che per andare da Cagliari verso Roma il pilota deve prima dirigersi verso Lamezia (rotta Ovest - Est) e poi virare a Nord verso Roma.

Il signor Pitagora, nel 572 a.C., ci ha insegnato che in un triangolo rettangolo l’ipotenusa è più piccola della somma dei cateti. Esistono un’infinità di rotte, e quindi di aerovie che sfruttano tutta la scala degli angoli sessagesimali da 0° (rotta Nord) a 359°, e come se non bastasse si usano anche le sottomisure dei gradi: i primi e i secondi. In particolare, se un pilota ha deciso di andare a Roma partendo da Cagliari, gli consiglio, a seconda del Flight Level, di mantenere la Rotta M126 o la rotta UM159 aerovie all’incirca a 40°.

Ecco un’altra frase di FOCUS:

“Gli scienziati dicono in coro: che il fenomeno delle scie chimiche non esiste: esistono solo le scie normali, quelle che rilasciano tutti gli aerei in volo tra 8 e 12 Km di quota in determinate condizioni di temperatura (di solito -40°C) e umidità relativa (60-70%). Le scie non ci sono sempre. Si formano quando il vapore acqueo e’ “sovrassaturo”: in tal caso condensa, generando microgocce che diffondono la luce, spiega Antonio Zecca, docente di fisica all’Università di Trento. Semplificando, si vedono meglio quando il tempo sta passando dal bello al brutto. L’effetto può persistere per ore, spandendosi per migliaia di Km2 e creando nubi indistinguibili dai cirri naturali”.

A questo punto la mia curiosità è irrefrenabile; dò un’occhiata ai siti ufficiali dei cospirazionisti: cito, per fare un esempio, il nostro www.sciesardegna.it, e leggo l’esposizione relativa al fenomeno della condensazione. Mi rendo subito conto che i cospirazionisti concordano pienamente con gli scienziati. In particolare, i primi mi precisano che nel caso in cui i gas combusti dei motori a getto siano immessi in un’atmosfera con elevati valori di umidità relativa superiori al 60-70% (non è affatto necessario avere un’atmosfera soprassatura come dicono gli scienziati), e se le temperature sono inferiori ai meno 40°C (tutto ciò per la particolare consistenza e tipo di nubi), è ammissibile la formazione di scie persistenti le quali sono costituite interamente da cristalli di ghiaccio (non da goccioline!!!!). Ciò significa che si assiste al fenomeno della sublimazione o brinamento, cioè alla trasformazione diretta del vapore in ghiaccio. Pertanto anche i cospirazionisti ammettono l’esistenza di scie persistenti e usano come riferimento il termine coniato dai meteorologi cirrus aviaticus in quanto queste scie persistenti sono simili ai cirri naturali (nubi della regione superiore interamente costituite da cristalli di ghiaccio).

Dalle mie nozioni di fisica mi viene in mente subito la relazione che esiste tra la Temperatura, Pressione e Densità dell’aria: mi chiedo subito come mai quando si parla di persistenza di scie si tralasci un parametro importante come la pressione. I cospirazionisti non si sono affatto dimenticati, e come hanno fatto gli americani dell’US AIR FORCE Global Weather Center, eseguono le loro analisi sul campo analizzando e confrontando i radiosondaggi, che forniscono i parametri reali dell’atmosfera (pressione, umidità, temperatura, etc.), con le osservazioni sul posto.
A questo punto riscontro una indubbia e maggiore professionalità nel riportare concetti fisici complessi e dati nei cospirazionisti che non negli esperti citati da FOCUS (ma chi sono?) o nei giornalisti scientifici, i quali non eseguono analisi ma si limitano a contestare senza controparte alcuni articoli presi qua e là sui vari siti internet!!!.

Ma sono ben altre le scie cui si riferiscono i cospirazionisti: sono scie rilasciate a bassa quota in un’atmosfera dove i limiti dei parametri di temperatura, di umidità e di pressione sopra citati (su cui, ripetiamo, sono d’accordo anche gli scienziati) non vengono soddisfatti.

Ci sarà mai qualcuno che oserà spiegare ai pericolosissimi cospirazionisti questa delicata discrepanza?
Forse ci ha provato, in un momento di smarrimento, il TG1 in data 10 maggio 2007 con un servizio in cui sottolinea che i Russi sono dei maestri nell’evitare la pioggia per salvare importanti manifestazioni internazionali (http://www.youtube.com/watch?v=5Ml8zP5-OSA&eurl).

Onde evitare di dare giudizi prematuri sull’articolo mi addentro nel paragrafo:

“Il quartier generale di tutto questo sistema si troverebbe in Alaska: qui ci sono, infatti, la installazioni di Haarp (High Frequency Active Auroral Reserch Program), un programma di ricerca sulla ionosfera avviato nel 1990 dalla Difesa USA in collaborazione con molte università. In realtà si tratta di un centro che si occupa di comunicazioni militari e civili e di sistemi di navigazione marittima. Ma, secondo i cospirazionisti, il suo vero scopo è l’alterazione delle condizioni atmosferiche e il controllo mentale delle masse attraverso onde elettromagnetiche.”

L’argomento a questo punto è davvero complesso. Ma entriamo nel merito:

Il progetto H.A.A.R.P., è stato avviato dal Ministero della Difesa USA in collaborazione con molte Università: spesso si tende a mitigare alcuni progetti criminosi militari con la simbiosi tra le forze militari e l’Università!!! Da esperienze personali posso garantire che in alcune di queste collaborazioni si studiano e si realizzano progetti criminosi, proprio perché sono quelli in cui i budget sono tutt’altro che limitati. Ma ecco subito un vecchio documento dell’Unione Europea, riportando alcune parti della delibera UE:


Vedi documento PDF allegato (N.D.R.)

Sembrerebbe che il progetto criminale non interessi solo il Ministero della Difesa Americano e l’Università, ma il mondo intero! Come mai i giornalisti e gli scienziati non si chiedono il perché sia stata scelta come sede dell’impianto l’Alaska? Se non erro il progetto base deriva dal brevetto (United States Patent 4,686,605) dell’11 Agosto 1987 dello scienziato Eastlund, acquistato dal Governo degli Stati Uniti d'America, dal titolo “Method and apparatus for altering a region in the earth’s atmosphere, ionosphere, and/or magnetosphere”.


Un’attenta analisi del brevetto, disponibile su internet (almeno guardatelo giornalisti di FOCUS!!), evidenzia che il centro in Alaska si occupa di tutt’altro che di comunicazioni militari e civili e di sistemi di navigazione marittima; basti pensare che per alimentare le antenne è stato necessario costruire una centrale termoelettrica a gas metano che sfrutta i giacimenti presenti nel sottosuolo.

A questo punto è davvero importante rinfrescare la definizione di “cospirazione”:

“Le componenti essenziali sono il coinvolgimento di almeno due persone, la segretezza e l'intento malizioso.”

Interessandomi per mestiere al problema delle scie d’aereo, ed entrando in contatto con i cosiddetti cospirazionisti, posso dire di aver incontrato SOLO persone molto inquiete e preoccupate, che hanno esposto le loro conoscenze e le loro indagini con tante analisi e prove lasciandosi talvolta scappare, (consisterebbe in questo l’illegalità?), qualche ipotesi riguardo al perché di queste operazioni. La componente essenziale della segretezza penso che in questo caso non sia soddisfatta, visto che loro esibiscono, purtroppo solo sul web, le loro prove; dico purtroppo in quanto i vari articoli presentati alla stampa locale e, soprattutto, nazionale, spesso non vengono accolti magari perché ritenuti scomodi. Maliziosi, nel senso di intesi a fare del male? E per quale motivo! Per seminare terrore fra la gente? E a che scopo? Non certo a scopo di lucro, visto che loro si autofinanziano e spendono molto del loro tempo a studiare e ad aggiornarsi.

Al contrario, in questo articolo di FOCUS, il problema diventa più serio: come mai la rivista si è occupato per la terza volta in poco tempo dell’argomento, affermando ogni volta che si tratta di pure invenzioni? Se così fosse, che motivo ci sarebbe di continuare ad insistere? La teoria cospirazionista cadrebbe da sola… E invece no, perché quegli aerei continuano a passare…

Infine chiedo: chi sono questi ESPERTI citati dal giornalista, che dovrebbero essere i nemici dei cospirazionisti? Sono forse quelli dell’USAF, di cui FOCUS mette addirittura il link a fine articolo, per informarsi meglio?

Carissimi giornalisti di FOCUS, nella vostra redazione ci sono persone che svolgono il proprio lavoro con scarsa professionalità, e anziché eseguire un serio lavoro di ricerca e di studio si limitano a leggere in maniera superficiale i contenuti di alcune pagine web. E il risultato dell’indagine non può che essere oltre che banale, fuorviante per un lettore poco attento o ignorante in materia.
O forse tutto questo può essere riassunto con un’altra bella parola che vi piace tanto: DISINFORMAZIONE, perché questo è quello che state facendo, con le vostre scarse competenze tecniche. VOLUTAMENTE date notizie sbagliate, facendo passare per illegale e immorale il semplice diritto di domandarsi ed esigere risposte certe da chi dovrebbe occuparsi seriamente della sicurezza e incolumità dei cittadini.

Se foste seri professionisti e persone che ragionano con la propria testa, tirereste voi le somme per affermare con coraggio chi è dilettante, e soprattutto chi è davvero che cospira con le sue azioni immorali e maliziose.

Ing. Aeronautico Luigi Fenu

Comitato Regionale Scie Sardegna
www.sciesardegna.it

Scarica il documento dell'ingegner Luigi Fenu in formato PDF (N.D.R.)

lunedì 17 dicembre 2007

I calabroni

Per quali motivi sempre più spesso sono avvistati, fotografati e ripresi elicotteri che non appartengono né ai Vigili del fuoco né alle forze dell'ordine? Sono velivoli privi di contrassegni identificativi, spesso simili a quelli in dotazione all'esercito o appunto elicotteri militari. Alcune volte sono modelli di tipo inusuale, ma pur sempre privi di coccarde identificative. Questi aeromobili, impegnati in pattugliamenti, sorvolano sia le città sia aree meno densamente popolate: spesso si avvicinano pericolosamente agli edifici, alle antenne della "telefonia mobile"; vi stazionano vicino per poi allontanarsi.

Abbiamo già dedicato qualche articolo a questo tema ed ipotizzato che tali mezzi siano impiegati nel Progetto R.F.M.P. Tuttavia, considerata la frequenza degli avvistamenti, occorre formulare altre congetture per tentare di spiegare le ragioni per cui questi calabroni volano sopra le nostre teste. Le supposizioni, suscettibili di essere suffragate o smentite da altri dati e testimonianze, sono riportate di seguito in modo schematico, per maggiore chiarezza.

• Gli elicotteri sono usati nell'ambito del Progetto R.F.M.P.

• Gli aeromobili, in effetti dotati a volte di apparecchiature particolari, misurano, per mezzo di dispositivi ad hoc, i campi magnetici irradiati dalle antenne della telefonia mobile e da altri impianti per le emissioni di ELF (onde elettromagnetiche a bassa frequenza) oppure le concentrazioni in atmosfera delle sostanze nocive disperse dai velivoli chimici.

• I velivoli, con i loro passaggi a bassa quota, intimidiscono testimoni oculari di avvistamenti U.F.O. e ricercatori che investigano fenomeni come le chemtrails, i pittogrammi nei campi di cereali, le misteriose mutilazioni animali, le zone contraddistinte da aberrazioni magnetiche e gravitazionali etc.

• Gli elicotteri, sulla base di rilevazioni radar o di altro tipo, cercano di neutralizzare o di allontanare da siti prossimi ad installazioni militari o di interesse strategico, sfere di origine non terrestre, forse sonde. Ciò avviene sovente nei terreni in cui si formano i crop circles che sembra siano tracciati, almeno in qualche caso, da globi luminosi. Qui bisogna scartare l'ipotesi secondo la quale queste sonde sarebbero di origine terrestre: non si capirebbe perché i piloti degli elicotteri siano costretti a manovre repentine ed audaci ora per schivare gli oggetti luminosi ora per spingerli lontano dall'area in questione.

• Gli aeromobili rilascerebbero sostanze chimiche su assembramenti di persone ignare: sia in Italia sia all'estero, alcuni testimoni hanno visto elicotteri con volo radente, mentre sfrecciavano lungo spiagge, campeggi e sponde di laghi o fiumi.

• Alcuni elicotteri sarebbero adoperati per appiccare incendi: non mancano testimonianze per avvalorare tale congettura.

Questo è il quadro: è evidente che molti aspetti della questione sono oscuri ed enigmatici, anche se riteniamo di esserci accostati alla verità. E' certo comunque che quella degli elicotteri neri non è una leggenda metropolitana e che la loro presenza è legata alla militarizzazione strisciante del territorio e della società. Non escluderei, infine, una correlazione tra elicotteri neri ed interferenze esterne.


Fonti:


Cieliazzurri, Saturday trail fever, 2007
Id.,
Orb nei cieli di Milano, 2007
G. Ginatta, Zret, Il progetto R.F.M.P., 2007
Paso, Incendi di stato, 2007
F. Pin, Sanremo spiata dal cielo, 2007
J. Rense, Enormi ordigni, operazioni segrete, guerre stellari o extraterrestri? O tutte queste cose insieme?, 2007

Volonero, Gli intrusi ed i silenzi di stato, 2007, in Area 51, n.27, dicembre 2007
Zret, Elicotteri neri, 2006

sabato 15 dicembre 2007

Teresa ancora su Sanremonews

Sanremo: scie chimiche, e-mail di una nostra lettrice (una lettrice di Sanremonews - N.D.R.)

Una nostra lettrice, Teresa, ci ha scritto sul 'caso' delle scie chimiche:

"Faccio riferimento alla lettera del lettore Andrea e ne sono piacevolmente sorpresa anche se, parlando delle famigerate scie chimiche che, da tempo ormai, imperversano nei nostri cieli e sulle nostre teste, il termine 'piacevolmente' è sicuramente fuori luogo. Tuttavia, se finalmente qualcuno si prende il disturbo di alzare gli occhi al cielo per domandarsi che cosa stia succedendo e perché, ritengo sia comunque un passo avanti nella ricerca di risposte a domande che si fanno pressanti ed a cui nessuno ritiene di dover rispondere.

Negare il fenomeno è un'offesa alla intelligenza della gente che ritiene di avere il sacrosanto diritto di chiedere e di avere risposte sensate e veritiere. In un programma sull'argomento, trasmesso da Odeon Tv molto recentemente, l'inquietante argomento veniva trattato con serietà e competenza nel corso di due puntate e l'intervento telefonico di un funzionario dell'E.N.A.C., addetto alla sicurezza dei voli, interpellato sull'argomento, escludeva categoricamente che la massiccia comparsa di scie nei nostri cieli fosse dovuta ad un aumento dei voli civili in quanto, come chiaramente precisato, l'aviazione civile è strettamente controllata sotto l'aspetto delle emissioni inquinanti.

Allora, come cittadini abbiamo il diritto di avere delle risposte serie e il dovere di chiederle insistentemente, soprattutto quando ci rendiamo conto che, a domande serie, viene risposto con menzogne e, per sdrammatizzare, con facezie del tutto inopportune. Vogliamo sapere da chi di dovere, ossia dalle autorità Civili e Militari tenute a farlo, chi sono e da chi sono mandati i numerosissimi aerei che sorvolano i nostri territori ed i nostri mari, perché lo fanno e che cosa fanno. Ricordo poi che i nostri Sindaci sono tenuti, per l'incarico istituzionale che ricoprono, a tutelare la salute dei loro amministrati: da quali sostanze sono composte le scie rilasciate dagli aerei non identificati? Costituiscono un pericolo per la salute pubblica? C'è chi assicura di sì e allora vogliamo informarci ed informare, cari Signori?"


Carlo Alessi
http://www.sanremonews.it/

Venerdì 07 dicembre 2007 ore 09:31

Come in acqua... così in cielo (articolo di Bacab)

Ore tre di questo pomeriggio. Tv accesa ed in onda TGR (RAI 3). Seguivo la trasmissione in maniera disinteressata, stando al computer, quando, ad un tratto, sento parlare di polvere intelligente! Un composto costituito da granelli piccolissimi in grado di registrare dati, ovvero minisonde capaci di elaborare e di trasmettere informazioni ad un computer centrale, tramite sistema wireless.

Una nuovissima tecnologia che sarà presto utilizzata in Australia al fine di salvaguardare la barriera corallina. E' una tecnologia che sostiturà le ingombranti boe-sonde marine.

Sonde, polvere intelligente: in quale contesto avete già sospettato, sentito e visto adottare questo tipo di scienza tecnologicamente avanzata?

Ho ricercato subito la notizia sulla Rete di cui riproduco alcuni passaggi significativi per comprendere un'analogia che credo sia già stata compresa: "Una fase di ingegnerizzazione delle boe consentirà tra qualche anno di ridurne considerevolmente l’attuale dimensione fino ad arrivare alle dimensioni di un compact-disc con lo spessore di qualche centimetro; si arriverà così alla cosiddetta smart dust (polvere intelligente): migliaia di unità con le stesse funzioni delle boe che potranno essere disperse lungo tutta la barriera corallina con un impatto ambientale trascurabile."

Inoltre: "La ricaduta di questo studio sarà di valido supporto per la diffusione dei grandi sistemi di monitoraggio ambientale wireless nell’ottica della protezione pubblica, nel controllo della distribuzione dell’energia, delle risorse idriche, del traffico urbano e interurbano, della sicurezza e protezione delle grandi strutture (porti, aeroporti, centri commerciali, ecc.) e, in generale, delle attività di tipo industriale produttivo. La miniaturizzazione tecnologica porterà ad una riduzione delle dimensioni e dei costi delle unità sensoriali consentendo di prevedere per il futuro prossimo la realizzazione di piccolissime unità disseminabili sul campo come fosse polvere intelligente (smart dust) in grado di interagire con l’ambiente."

Di che cosa stanno parlando? Sembra stiano per anticipare l'ufficializzazione di una realtà, che forse già esiste e di cui presto sentiremo parlare, come si legge, in maniera positiva.

Qualche connessione con un fenomeno che coinvolge aerei che giornalmente rilasciano composti chimico-biologici sulle nostre teste?

Qualche nesso con le innumerevoli sonde fotografate proprio nei pressi delle chemtrails?

A voi le logiche conclusioni.

Analogie lampanti.




Articolo tratto da vedosentoeparlo-bacab.

venerdì 14 dicembre 2007

Le menzogne del debunker

Il disinformatore Axlman, per screditare i ricercatori seri sulle chemtrails, afferma che l'elicottero ripreso è un aeromobile in dotazione ai Vigili del fuoco. Secondo lui, il fotogramma che ritrae il velivolo sarebbe stato manipolato affinché esso appaia scuro e privo di contrassegni identificativi. In realtà il filmato dimostra in modo inoppugnabile che l'elicottero (dal quale erano stati tratti i fotogrammi) non è il risultato di alcuna contraffazione: velivoli come quello del video sono sempre più spesso immortalati. E' quindi il disinformatore a mentire spudoratamente. Di costui, la cui voce risulta nel filmato camuffata e filtrata, abbiamo riportato il timbro a valori più o meno normali, per renderli riconoscibili.

giovedì 13 dicembre 2007

Boicottiamo (S)Focus

Il gentilissimo Gianluca Santaniello, curatore del sito Nonsiamosoli ha mandato un messaggio di protesta alla redazione di Focus per denunciare la vergognosa iniziativa della rivista in cui è stato pubblicato un articolo menzognero e del tutto anti-scientifico sulle chemtrails. L'indignata critica di Gianluca Santaniello merita ampio risalto e ci permette di ribadire che le affermazioni, secondo le quali le scie di "condensazione" possono permanere ore o giorni nel cielo ed essere lunghe decine o centinaia di chilometri, sono del tutto false.

E' vero che una scia di condensazione può formarsi anche ad altitudini inferiori agli 8.000-9.000 metri, ma questo può accadere solo in regioni freddissime come l'Alaska e non alle nostre latitudini, dove, tra l'altro, l'atmosfera è sempre più calda (vedi L'effetto serra non esiste).

Solo, dopo l'inizio dell'operazione scie chimiche, la N.A.S.A. ed altri enti ufficiali hanno cominciato a divulgare la bugia delle contrails persistenti, mentre in precedenza gli studi scientifici (quelli non manipolati) accennavano alle scie di condensa come a fenomeni rari ed effimeri assimilabili (il principio fisico è il medesimo) al vapore acqueo che esce dalla bocca in inverno con l'espirazione.

Le nuvolette di fiato, non a caso, si formano solo in autunno ed in inverno, non perdurano ore o giorni, non generano nuvole lunghe decine di metri e si formano solo nelle giornate molto fredde ed umide.

Tanto per chiarire, le definizioni originali della F.A.A., cui spesso facciamo riferimento, non sono più disponibili nel documento pdf originale. La F.A.A. si è presto adeguata alla politica di disinformazione della N.A.S.A. ed il suo attuale documento relativo alla formazione delle contrails è perfettamente in linea con i dettami dell'ente spaziale statunitense.

Ci associamo all'invito di Santaniello che esorta a non acquistare (S)Focus, la rivista della scienza-spazzatura. Boicottiamo (S)Focus in tutti i modi possibili ed inondiamo la redazione della rivista di proteste come quella di Santaniello che di seguito riportiamo integralmente.



Trovo scandaloso che una rivista scientifica dia voce all'U.S.A.F. e sopratutto parli del progetto H.A.A.R.P. come un qualcosa di "POSITIVO" per la nostra esistenza. Le spiegazioni che date ad alcune delle immagini riportate nell'articolo sulle SCIE CHIMICHE sono a dir poco anti-scientifiche.

Mi fa ridere sopratutto l'affermazione che fate quando dite: "Ancora non sappiamo bene come si comportano le scie di condensazione nell'atmosfera". Diciamo che gli ignoranti non conosco tale comportamento. Anche il mio fruttivendolo sa che una scia di condensazione non può avere ragione di esistere sotto una certa quota ed a determinate temperature.

Molti degli aerei ripresi e fotografati da ricercatori "complottisti" erano sotto i 3.000 metri e addirittura sotto le nubi basse, quindi a quote per cui una scia non può formarsi. Di conseguenza ciò che si stava rilasciando in cielo era BEN ALTRO.

Non solo. Una scia di condensazione in pochi minuti scompare, mentre quelle che noi "complottisti" chiamiamo SCIE CHIMICHE rimangono per ore e spesso si espandono creando nubi e mutando le condizioni climatiche. Una sorta di controllo delle condizioni atmosferiche. Contattate le persone giuste se volete seriamente capire il problema. Se invece la vostra intenzione è mettere a tacere tutto è un buon metodo.

Credevo che una rivista scientifica non fosse soggetta a pressioni dall'Alto, ma evidentemente mi sbagliavo di grosso. Sicuramente non acquisterò mai più la vostra pubblicazione, visto che il vostro modo di vedere la scienza è quello di chi la utilizza per creare disinformazione

Gianluca Santaniello


mercoledì 12 dicembre 2007

Ragnatele a confronto

Sempre più spesso vengono segnalati lunghi filamenti argentei che, dopo aver fluttuato in aria, ricadono al suolo o si impigliano ai rami di alberi, a ringhiere, steccati, inferriate... Alcuni credono che siano ragnatele tessute da qualche specie di Aracnidi. Certi "ricercatori" hanno cominciato ad almanaccare, chiedendosi quale specie possa aver creato queste tele.

In realtà, una normalissima analisi chimica consente di falsificare l'ipotesi di cui sopra: le analisi condotte dalla Dottoressa Hildegarde Staninger, negli Stati Uniti, e dal Dottor L. Z. a Venezia, non lasciano spazio a dubbi. Prelevati alcuni campioni di queste ragnatele, i due scienziati hanno esaminato la composizione chimica. Dagli esami è risultato che le fibre in questione contengono soprattutto carbonio, silicio, alluminio, ferro, calcio, sodio, cloro e magnesio.

Invece le "sete" (setae in latino) sono composte per circa il 50% della loro struttura da una catena proteinica polimerizzata chiamata fibroina. A loro volta, le proteine polimerizzate sono formate da amminoacidi, principalmente glicina, alanina e serina, ma ciascun tipo di tela ha la propria struttura amminoacidica. Si ricordi che gli amminoacidi sono i componenti delle proteine, pertanto le sete non sono altro che proteine. La restante parte delle sete è composta da pirolidina, potassio, idrogeno, fosfato e potassio nitrato. La pirolidina ha proprietà fortemente igroscopiche, il potassio, l'idrogeno ed il fosfato abbassano il pH della tela ad un livello acido ed il potassio nitrato è un forte antibatterico. Grazie a queste tre componenti la ragnatela, pur essendo proteica, non viene attaccata da batteri e funghi".

E' evidente: i filamenti, che sono stati analizzati, non sono costituiti da proteine.(1) Non sono perciò tele di Aracnidi, ma fibre artificiali diffuse nell'ambiente attraverso le scie chimiche per scopi che devono essere ancora chiariti, ma sicuramente malevoli.

(1) Le proteine contengono carbonio, idrogeno, ossigeno, azoto, zolfo, talora fosforo e ferro.



Fonti:

Autore non indicato,
Mondovì: quale l'origine dei filamenti dal cielo? 2007
F. Mori, Seta e ragnatele
L. Zamengo, Ragnatele simili a quelle di ragno cadute a Venezia (Italia), 2007

martedì 11 dicembre 2007

Scie chimiche: le possibili menzogne future

Dopo che il giornalino dei dilettanti di "scienza", Focus, ha pubblicato un ignominioso articolo sulle scie chimiche, in seguito ad iniziative che hanno aperto delle brecce nel muro dell'omertà, è prevedibile che, in un non lontano futuro, saranno diffuse delle bugie non più per negare le chemtrails, ma per giustificarle. In questo modo i fiancheggiatori del sistema, i paggi gentili che ora disinformano, calunniano e diffamano i ricercatori seri e gli scienziati onesti, saranno riprogrammati affinché raccontino altre frottole. Come è possibile? Adesso cianciano di scie di condensazione sui loro blogs da cinque visitatori al mese, di cui quattro sono i loro colleghi, sui forum che hanno trasformato in teatri di avanspettacolo e dovrebbero cambiare registro? Questi simpatici personaggi pontificano di meteorologia, di climatologia e di scie chimiche, senza aver nemmeno mai messo il naso fuori dalla finestra, ma solo consultando i bignami scritti dagli esperti del C.I.C.A.P.

Ebbene costoro tra un po' saranno costretti a cambiare spartito: racconteranno che le operazioni chimiche servono a favorire le precipitazioni in aree afflitte dalla siccità.

Già Luigi... Bignami è mandato in avanscoperta, con un pezzo con cui si vuole che la gente creda che gli "scienziati", con le loro levate d'ingegno, si adoperano per i cittadini e per l'ambiente.


L'articolo, che pare confermare le ipotesi di Onde radio e valori igrometrici, merita di essere riportato integralmente.

Dieci milioni di dollari agli esperimenti di Jurg Keller (Università del Queensland)

La novità rispetto ad altri tentativi è che non servono nuvole, ma si agisce sulle molecole. L'Australia lancia il progetto. Pioggia di critiche della comunità scientifica: rischioso e forse inutile.

Va subito detto che quanto proposto dal governo australiano ha già trovato un forte dissenso di gran parte della comunità scientifica e dall'Organizzazione Mondiale Meteorologica. Il perché è presto detto: se quanto ipotizzato da un ricercatore australiano, Jurg Keller dell'Università del Queensland diverrà realtà, per la prima volta l'uomo sarà realmente in grado di trasformare il "tempo" a suo piacimento, in particolare sarà in grado di ottenere la pioggia dal cielo sereno. Keller ha già ottenuto un finanziamento di 10 milioni di dollari dal Governo dell'Australia, per dare il via ai primi esperimenti.

Con una nuova tecnologia, infatti, lo scienziato tenterà di creare nuvole di pioggia, partendo dal un cielo totalmente privo di nubi e generando ioni (gli ioni sono atomi o molecole a cui è stato tolto un elettrone e diventano così reattivi al punto da cercarsi l'un l'altro) nell'atmosfera. Questa metodologia è totalmente diversa da quelle sperimentate finora, che utilizzano particolari sali che, sparsi nelle nubi, permettono l'aggregazione delle goccioline d'acqua già presenti. Una tecnologia è già usata da lungo tempo in Australia e anche in alcuni Paesi del Medio Oriente, anche se i risultati non sono mai stati molto interessanti.

Spiega Keller: "La ionizzazione dell'aria avverrà attraverso un apparecchio posto a terra che darà modo alle molecole del vapore acqueo presenti naturalmente nell'atmosfera di attirarsi l'un l'altra. Ad un certo punto saranno le molecole stesse ad unirsi tra loro come avviene normalmente e da ciò si creeranno le nubi e quindi le piogge". Al momento non si sa nulla della macchina in grado di ionizzare l'aria, ma si pensa che sia un sistema che produce dei campi elettrici nell'aria. La metodologia non è del tutto nuova a livello teorico, in quanto già nel passato se ne parlò in Russia, ma ufficialmente sembra che non sia mai stata sperimentata.

I primi commenti negativi giungono da Roelof Bruintjes, un fisico dell'atmosfera del National Centre for Atmospheric Research a Boulder (Colorado - Usa), il quale ha detto che bisogna stare molto attenti a ionizzare l'aria perché ancora si conosce poco a tal proposito dal punto di vista teorico e quindi le conseguenze non sono del tutto note. Inoltre il ricercatore americano sottolinea: "Secondo me, è impossibile ionizzare le particelle di aria su una vasta area e quindi penso che gli esperimenti non porteranno a risultati concreti".

Andrew Campbell, dell'Australian Rain Corporation dice, invece, che è giusto realizzare degli esperimenti di tal genere, perché, se Keller avesse ragione, molto si potrebbe fare per risolvere le gravissime siccità che stanno colpendo l'Australia da qualche anno a questa parte. Nonostante le critiche, Keller partirà con i propri esperimenti ed ha già scelto un'area del Queensland dove compirà le prime prove a partire dai prossimi mesi.

(26 novembre 2007)

Ci racconteranno dunque che le varie manipolazioni atmosferiche sono servite a favorire le piogge. Ci racconteranno che l'attività è stata ed è necessaria per contrastare il riscaldamento globale (è vero il contrario) e per reintegrare la coltre di ozono sempre più sottile e lacerata. Ci racconteranno che le chemtrails indeboliscono gli uragani, mitigano la calura d'estate, ci salvano dai fulmini, dalle alluvioni, ci proteggono dai raggi cosmici, riducono la concentrazione in atmosfera del pericolosissimo biossido di carbonio, incarnazione del Male assoluto. Così è considerato, ad esempio, dal premio ignobel per la pace, Al Gore. Probabilmente presenteranno il conto: nulla si fa gratis et amore Dei. Sarà introdotto un nuovo balzello: lo chiameranno chemtrails tax. Suona bene.

Quindi i portavoce ci spiegheranno in che modo le onde elettromagnetiche ed i vari veleni sparsi copiosamente in ogni dove possono modificare le condizioni meteorologiche e determinare quelle più favorevoli. I signori della guerra climatica ordinano: i soldatini ubbidiscono. Axlman, Hanmar, scie-nziato, brain-use, Cattivix... tesseranno le lodi delle "magnifiche sorti e progressive", ammettendo che le scie chimiche sono state e sono una realtà, ma a fin di bene. Stravolgendo, come sono abituati, dati, studi ed elementi scientifici dimostreranno, indagini mediche alla mano, che bario, alluminio, torio, uranio etc. sono un vero toccasana per la Terra e per tutti gli esseri viventi.

Poi queste falsità saranno ripetute anche in televisione. Si sa: se lo dice la televisione, è vero.

lunedì 10 dicembre 2007

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