venerdì 28 settembre 2012

Contrails aerodinamiche? No! Inseminazione igroscopica delle nubi

Generatori di contrails aerodinamiche (Wing-tip generators) ed inseminazione igroscopica delle nubi

Quante volte disinformatori di mestiere come Paolo Attivissimo e la sua nutrita schiera di scagnozzi vi hanno spiegato, con tono saccente, che le scie provenienti dai profili alari non sono "chemtrails", ma innocue scie di condensazione alari? Quanti loro interventi, articoli e video miravano a tranquillizzare il fruitore meno attento della Rete con giustificazioni al limite del ridicolo? Ebbene, noi abbiamo spiegato mille volte, dati alla mano, che essi mentono, ma con il reperimento di questo brevetto, datato 1 novembre 1983, possiamo scrivere la parola fine alle menzogne dei servi di regime, ponendo una definitiva pietra tombale sulla disinformazione istituzionalizzata imperante. Infatti il brevetto n° 4.412.654 riguarda un apparato che permette di disperdere liquidi in forma di fine aerosol proprio dai bordi delle ali e senza che che il sistema di irrorazione sia visibile, in quanto nascosto in una zona libera del profilo alare, terminante con una sottile feritoia. Vedi qui il brevetto.

Ma non è finita. Questo rapporto: "Weather modification - final report, 2001", conferma quanto abbiamo asserito in questi anni e cioè che le attività di aerosol clandestine, volte a distruggere la nuvolosità naturale, abbassando drasticamente l'umidità atmosferica, sono necessariamente svolte a quota cumulo (2.000 metri al massimo). Nel documento si legge chiaramente che l'inseminazione prosciugante deve essere eseguita alla base del cumulo, per sfruttare le correnti ascensionali e che i "cumuli da bel tempo" sono i principali candidati per il "cloud seeding igroscopico", definito "cloud base hygroscopic seeding", poiché sono formazioni portatrici di grossi quantitativi d'acqua: tali nuvole vanno quindi dissolte, prima che si trasformino in cumulonembi e portino quindi pioggia. Ma non basta! Nel documento si citano chiaramente tecniche di dispersione tramite aerei pressurizzati, dotati di "wing-tip generators", ovvero "generatori di false contrails aerodinamiche".

AGGIORNAMENTO

Il link originale sul quale avevamo reperito il rapporto relativo alle tecniche di modifica climatica, è stato rimosso a seguito della pubblicazione di questo articolo. Ora è disponibile per la consultazione da nostro server ed esattamente da qui.

Il filmato che vi proponiamo è esemplificativo delle tecniche messe in atto. Dalla teoria alla prassi.




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Range finder: come si sono svolti i fatti

domenica 23 settembre 2012

Fire in the night

Fuoco a bordo

Sanremo. E’ la notte del 29 agosto. Due panfili di 24 metri vanno in fiamme, mentre sono ormeggiati a Portosole, il porto turistico della città. Nessuno rimane ferito nel rogo. Al mattino la Capitaneria fornisce le prime informazioni sull’accaduto: l’incendio si sarebbe sviluppato verso le 4:00 a bordo del panfilo Irbis e da qui si sarebbero propagate al vicino Manhattan (Singolare la coincidenza tra il nome del natante ed il "Progetto manhattan").

La prima imbarcazione, completamente distrutta, affonda; la seconda, i cui ormeggi sono andati a fuoco, va alla deriva, prima che venga rimorchiata lontano, mentre i vigili del fuoco accorsi sul posto, insieme con la guardia costiera, spengono le fiamme.

Secondo la ricostruzione ufficiale, l’incendio si è sviluppato mentre sulla Irbis si sta facendo un barbecue.

Il Comandante della Capitaneria di porto, Andrea Betti, dichiara: "Confermo che l’incendio è divampato per motivi del tutto accidentali. Le due unità coinvolte sono andate completamente distrutte ed ora sembrano due scheletri. Quello da cui è partito l’incendio, si chiama Irbis ed è battente bandiera britannica; il secondo, denominato Manhattan, batte bandiera delle Isole Vergini. Ancora, però, non sappiamo chi siano i proprietari delle due imbarcazioni".

Secondo i primi accertamenti a bordo dell’Irbis, si trovavano due o tre persone di nazionalità britannica che, però, si sono allontanate dal natante.

Nei giorni successivi si identifica il presunto responsabile del disastro: è un marinaio svedese di ventun anni, Max Grybble, che gli organi di informazione ora indicano come l’unica persona a bordo dell’Irbis la notte del 29 agosto. Il giovane, subito non reperibile, poi rientrato nella “città dei fiori”, asserisce di essersi recato fuori Sanremo, presso conoscenti, non sapendo dove dormire. Grybble, difeso dall’avvocatessa Anna Bruno, afferma di essere disponibile a conferire con il Pubblico ministero, Marrali.

Stranezze

Alcune stranezze costellano la ricostruzione ufficiale dell’evento: prima si vocifera di un equipaggio russo presente sull’Irbis, poi si riferisce che a bordo del natante si trovava un marinaio svedese. Questo particolare, però, è poco o punto significativo, dipendendo dalla confusione che regna nelle ore immediatamente successive ad un evento del genere.

Invece molti dubbi si concentrano sull’ora dell’incendio: all’inizio, essa è collocata tra le 3:15 e le 3:30 (Notiziario regionale della RAI), in seguito è spostata alle 4:00, infine slitta alle 4:15. Eppure il proprietario del panfilo attraccato accanto al Manhattan, interpellato nel corso di un nostro sopralluogo, afferma, senza tema di smentita, che le fiamme sono divampate alle 3:15. L’uomo non ha dubbi: è un testimone oculare che – fatto singolare – gli inquirenti non sembrano aver ascoltato. Quando gli chiediamo se, secondo lui, è credibile che l’incendio si sia sprigionato da un barbecue, come riportato dai media, l’uomo, con tono stizzito, esclama: “Ma quale grigliata: non c'era nessuno a bordo e l'incendio è scaturito da sotto coperta!".

Le anomalie non sono finite: di fronte al molo B è all’ancora un’unità militare della Marina italiana; inoltre quasi sulla verticale del pontile vediamo incrociare a bassa quota (non oltre i 1.000 metri) un velivolo A-330 privo di contrassegni. L'aereo era già comparso nei due giorni precedenti. Un altro aspetto è, però, ancora più inquietante…

Nella prima decade di settembre cominciano le operazioni di recupero. Due sono le unità impegnate nelle operazioni: un pontone fuori dal porto a circa un centinaio di metri dalla darsena usato per riportare in superficie il relitto del 'Manhattan', ed una interna al porto. Chiarisce Betti: “Quella fuori viene recuperata con un pontone che imbraga la parte più grande e la tira a bordo, mentre le parti più mobili (?) vengono prese con una specie di benna”.

Un esperimento militare?

Una breve analessi: sono le 3:15 di notte del 29 agosto. Si verifica un black out di pochi secondi. Sulla città cala il buio. Gli antifurto delle autovetture cominciano a suonare. E’ stato un attacco EMP?

L’impulso elettromagnetico (EMP, Electromagnetic pulse) è una radiazione elettromagnetica dovuta ad un'esplosione (specialmente di un ordigno termonucleare detonato ad alta quota o fuori dall'atmosfera) o da un intenso campo magnetico causato dall'effetto Compton, provocato da un'eruzione solare che proietta un enorme flusso di particelle cariche nell'alta atmosfera, all’origine delle aurore boreali. Il risultato è un campo elettromagnetico che potrebbe generare un alto voltaggio e causare danni ingenti tramite cortocircuiti alle reti elettriche, soprattutto ai trasformatori connessi alle più lunghe e moderne reti che percorrono lunghe distanze. [1]

L'emissione di un intenso impulso di radiazioni può essere usato come arma di guerra elettronica con la cosiddetta bomba elettromagnetica o bomba-E (E-bomb). Si tratta di un dispositivo bellico (anche satellitare) progettato per mettere fuori uso gli apparati elettronici in un vasto raggio di azione. L'intenso impulso è ottenuto per effetto Compton o per effetto fotoelettrico.[2] L'improvviso e temporaneo abbassamento di tensione delle batterie installate nelle autovetture potrebbe quindi spiegare perché sono scattati gli allarmi antifurto.

3:15 è proprio l’ora in cui lo yacht Irbis va a fuoco. E’ una coincidenza o l’incendio del panfilo è da correlare al black out? L’unità militare nel porto turistico di Sanremo e l’aereo che ha sorvolato la zona in quei giorni, sono particolari rilevanti, indizi di un evento sui generis? Le discordanze a proposito dell'ora in cui è scaturito l'incendio paiono un tentativo di allontanare l’orario dell’interruzione nell’erogazione di energia elettrica da quello dell'episodio in oggetto. Le fotografie inducono a pensare che il fuoco abbia avuto origine da sotto coperta e non dal ponte dove sarebbe logico fare un barbecue. Gli inquietanti fenomeni di Caronia, che una commissione ministeriale ha attribuito all’uso di armi a microonde, presentano qualche analogia con quanto occorso a Sanremo nella notte di fine agosto. [3]

Si uniscano i puntini e forse la verità salirà in superficie, come il relitto dell’Irbis…

[1] L’effetto Compton dal nome dello scopritore, il fisico statunitense Arthur Holly Compton (1892-1962), è un fenomeno che si manifesta quando un fotone interagisce con un elettrone, cedendogli energia e deviando dalla sua traiettoria di un angolo θ.

[2] L’effetto fotoelettrico è un fenomeno nel quale un materiale esposto a radiazioni elettromagnetiche emette elettroni.

[3] “Secondo gli esperti guidati da Francesco Mantegna Venerando, il coordinatore regionale del Comitato della Protezione civile siciliana, Canneto di Caronia è stata colpita da fenomeni elettromagnetici di origine artificiale, capaci di generare una grande potenza concentrata. Si è trattato di fasci di microonde a 'ultra high frequency' compresi nella banda tra 300 megahertz e alcuni gigahertz. Per produrre una simile quantità di energia una macchina dovrebbe raggiungere una potenza tra i 12 e i 15 gigawatt. Dov'è ubicata la sorgente, però, non si sa. Una rete composta da decine di sensori, da due anni, dà la caccia all'impulso madre proveniente dal mare, un compito quasi impossibile dal momento che l'emissione dura lo spazio di qualche nanosecondo.” (C.U.N.)

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Range finder: come si sono svolti i fatti

martedì 18 settembre 2012

Segnalazioni di settembre su H.A.A.R.P

Si intitola “Scoperte scientifiche non autorizzate” il libro di Marco Pizzuti dedicato alla scienza censurata ed affossata. Il saggio, che è del 2011, ma ristampato nel giugno 2012, merita qualche riga di commento. L’autore è nato a Roma nel 1971, laureato in Giurispudenza, ex ufficiale dell'esercito, opinionista e conferenziere, è uno dei più tenaci tra i divulgatori indipendenti. Da anni svolge ricerche non allineate in ambito storico, economico, medico e scientifico. Ha pubblicato “Rivelazioni non autorizzate”, “Scoperte archeologiche non autorizzate” ed il recente “I mercanti della salute”.

Scoperte scientifiche non autorizzate” solleva molte inquietanti questioni: ripercorre la storia di Nikola Tesla, uno straordinario ed al contempo misconosciuto scienziato che, con oltre 700 brevetti rivoluzionari, ha gettato le fondamenta tecnologiche della società contemporanea. Pizzuti si sofferma poi su molti altri studiosi ribelli condannati all’oblio dall’establishment, dimostrando che l’intreccio tra scienza accademica e potere economico blocca l’umanità in uno stato di schiavitù. L’ostracismo con cui sono stati colpiti molti ricercatori “eretici” è tutt’uno con l’egemonia del sapere ufficiale e con la corte di disinformatori i cui raffazzonati “argomenti” si possono confutare conoscendo, ad esempio, gli studi di Tesla.

Scrive Pizzuti: “L’atmosfera dello strato più basso, pur essendo un isolante perfetto (dielettrico), sotto l’effetto della grande forza elettromotrice prodotte dalle bobine di Tesla conduce liberamente la corrente. L’inventore serbo notò che la conduttività cresceva molto rapidamente con il rarefarsi dell’atmosfera e con l’aumento delle tensioni elettriche, arrivando fino al punto di lasciar scorrere la corrente, come se fosse un filo di rame. Tesla affermò di aver dimostrato in maniera inconfutabile come enormi quantità di energia elettrica potevano essere trasmesse agli strati più alti dell’atmosfera senza limiti di distanza. Nell’articolo comparso sull’Elecrical review del 29 marzo 1899, egli manifestò addirittura il timore di poter incendiare l’atmosfera durante i suoi esperimenti con grandi potenze elettriche.

Sapendo quindi che la parte più bassa dell’atmosfera in condizioni normali è isolante, mentre quella più alta (la ionosfera, n.d.r.) è conduttiva, Tesla ideò una tecnica per trasmettere ed immagazzinare corrente su quest’ultima. Lo scopo era quello di rendere accessibile questa corrente da qualsiasi altra parte del globo mediante l’uso di fasci di particelle conduttive provenienti da terra. L’ingegnoso e futuristico sistema prevedeva, infatti, l’impiego di potenti prioettori di energia radiante che, ionizzando l’aria, avvrebbero creato i corridoi conduttivi necessari per portare e riprendere corrente elettrica da terra. Lo strato d’aria isolante sarebbe stato perforato così da lunghi varchi di aria ionizzata artificialmente. Nelle intenzioni di Tesla, tali “raggi canale” avrebbero consentito il collegamento tra la stazione trasmittente, l’alta atmosfera (caricata di energia) e tutte le altre stazioni riceventi a terra, compresi i mezzi di trasporto (velivoli, treni, navi) equipaggiati con il dispositivo per la reazione di tali corridoi conduttivi. L’alta atmosfera sarebbe stata così usata come un magazzino planetario di energia disponibile sempre e dappertutto per tutta l’umanità...”

Come si può constatare da questo stralcio, già alla fine del XIX secolo erano disponibili i presupposti teorici per influire sulle varie falde dell’atmosfera terrestre. Dunque è probabile che, a distanza di più di un secolo, quelle basi concettuali siano diventate una crudele realtà: si pensi agli apparati che riscaldano la ionosfera con apporti energetici cospicui. Ci riferiamo agli impianti H.A.A.R.P. che non è per nulla peregrino collegare a disastrose manipolazioni climatiche ed ai sommovimenti tellurici. Alla possibilità di scatenare sismi Pizzuti dedica il paragrafo “Terremoto a Manhattan”: le ricerche di Tesla, condotte a Colorado Springs, confluirono in un esperimento che, attraverso oscillatori in grado di entrare in risonanza con la materia, provocò una scossa il cui epicentro fu proprio il laboratorio di Tesla.

Rimanendo in tema, in “X Times” di questo mese, si può leggere un reportage a firma di Gianluca Gualtiero ed intitolato “Il dominio di H.A.A.R.P.” E’ un’inchiesta in cui è descritto un programma bellico che travalica il controllo climatico. Gualtiero conduce la sua indagine privilegiando l’analisi dei risultati conseguiti dal fisico brasiliano Fran De Aquino, secondo i termini dell’articolo elaborato dal fisico Corrado Penna.

Infine segnaliamo un corposo e documentato resoconto di Fabrizio Rendina, “Le micidiali armi di H.A.A.R.P. e D.A.R.P.A.” dove ampio spazio è consacrato al controllo mentale ed agli strumenti strategici di ultima generazione... concepiti probabilmente per sterminare l'ultima generazione.


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Range finder: come si sono svolti i fatti

giovedì 13 settembre 2012

Strage in Alta Savoia: quali potrebbero essere i retroscena?

Sit eis terra levis.

La cronaca

6 settembre 2012. Un ingegnere aerospaziale, Saad Al-Hilli, la moglie e la di lei madre sono assassinati, mentre trascorrono un periodo di villeggiatura sul lago di Annecy, nel sud-est della Francia (Alta Savoia). La macabra scoperta è compiuta dalla polizia locale che trova come superstite una bimba di quattro anni, circa otto ore (!) dopo la scoperta della strage riguardante la sua famiglia. “La piccola - dichiara il procuratore Eric Maillaud - è rimasta tutto il tempo immobile sotto i corpi senza vita delle due donne. È stata ritrovata solo quando abbiamo avuto accesso alla scena del crimine”. Sopravvive, pur gravemente ferita, anche l’altra figlia della coppia, una bimba di otto anni.

La famiglia è trucidata con diversi colpi d’arma da fuoco presumibilmente da due sicari che eliminano pure un ciclista, probabile testimone della carneficina. Sul luogo dell'eccidio i gendarmi rinvengono venticinque bossoli di una o più armi automatiche.

Le piste investigative

E’ un triplice omicidio che turba la tranquillità dell’Alta Savoia. Di primo acchito si comprende che la strage, perpetrata con gelida ferocia, nasconde qualcosa di inconfessabile. Il modus operandi degli assassini e la professione dell’irakeno, naturalizzato britannico, sono indizi che inducono a seguire la pista del delitto legato ad operazioni dei servizi.

Chi era Saad Al-Hilli? Dopo il massacro della famiglia britannica di origine irakena a Chevaline, vicino al lago di Annecy, gli inquirenti sono alla ricerca delle tracce che li portino al movente. Al-Hilli, cinquant’anni, ingegnere, si era trasferito nel Regno Unito oltre vent’anni or sono. La moglie Iqbal, odontoiatra, aveva anche il passaporto svedese. La coppia, con le due figlie, viveva in un lussuoso quartiere alle porte di Londra. Ad una radio britannica un conoscente ha rivelato che Al-Hilli gli aveva confidato di sentirsi minacciato nell’àmbito del suo lavoro. Non sussisteva alcun problema, invece, dal punto di vista sociale e personale, come spiega un vicino di casa. E’ stata ventilata l’ipotesi che nell’efferato crimine sia coinvolto il fratello del tecnico per controversie inerenti ad un’eredità, ma è una supposizione che pare una copertura.

Scavando, si scopre che Al-Hilli si occupava di telecomunicazioni satellitari e civili e soprattutto di fotogrammetria aerea e studio degli aerosol atmosferici: sono due branche che hanno, giocoforza, attinenza con le attività di geoingegneria clandestina. L’ingegnere aerospaziale aveva forse scoperto, anche in modo del tutto involontario, delle verità scottanti o è stato vittima, insieme con la consorte e la suocera, di una guerra tra servizi che si contendono tecnologie segrete? Anche il ciclista forse non era solo un testimone: lavorava, infatti, in un impianto locale destinato alla produzione, trasformazione e commercializzazione di elementi reattivi come lo zirconio, l’afnio, il titanio, usati nell’industria nucleare ed aeronautica.

Sia come sia, è probabile che, come avviene nel caso degli omicidi rituali e degli eccidi di Stato, sarà creata una cortina fumogena atta ad impedire che si conosca la verità. La si potrà intuire, non certo apprendere dai media di regime.

N.B. Il presente articolo è stato redatto non solo per mezzo di notizie tratte dalla Rete, ma anche mediante investigazioni di collaboratori che cogliamo l'occasione per ringraziare.


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domenica 9 settembre 2012

Geoingegneria: una nuova forma di guerra

La geoingegneria clandestina è una realtà pluridecennale e non un fumoso coacervo di progetti. Lo afferma un pezzo grosso, Matt Andersson, che inscrive le operazioni chimico-biologiche in un’attività ad ampio raggio in cui è coinvolto il complesso militare-industriale. Le dichiarazioni di Andersson sono sconvolgenti (almeno per l’uomo della strada), poiché egli si riferisce non solo alla modificazione dei fenomeni meteorologici, ma pure alla possibilità di influire sugli eventi tettonici. Da sottolineare il richiamo alla dispersione di agenti biologici ed alla diffusione, attraverso la circolazione atmosferica, di particelle radioattive. Così le guerre combattute in teatri lontani dall’opulento (fino a quando?) ed egoista mondo occidentale, portano dappertutto i loro frutti velenosi e mortali sotto forma di tumori e di altre patologie.

Riduzione delle emissioni di biossido di carbonio, raffreddamento del pianeta o qualcos’altro? La geoingegneria è oggi soprattutto una scienza militare. Non ha dubbi in proposito l’ex consigliere esecutivo, già al dipartimento aerospaziale e della "difesa", della Booz Allen Hamilton di Chicago, Matt Andersson: "Almeno quattro paesi - Stati Uniti, Russia, Cina ed Israele – dispongono delle tecnologie e dell'organizzazione necessaria a modificare regolarmente i fenomeni meteorologici e gli eventi geologici per varie operazioni militari sia ufficiali sia segrete, legate ad obiettivi secondari, tra cui il controllo demografico, energetico e la gestione delle risorse agricole".

In un articolo pubblicato sul quotidiano “The Guardian”, Andersson dichiara apertamente che il nuovo tipo di guerra non convenzionale “comprende la capacità tecnologica di indurre, spingere o dirigere eventi ciclonici, terremoti ed inondazioni, includendo anche l'impiego di agenti virali per mezzo di aerosol polimerizzati e particelle radioattive, trasportate attraverso il sistema climatico globale”.

Ma chi sono i falchi di questa nuova forma di guerra? Il Bipartisan Policy Center (B.P.C.), che ha sede a Washington, ha pubblicato alcuni mesi fa un importante rapporto con il quale chiede agli Stati Uniti ed agli altri paesi allineati di procedere verso la sperimentazione su larga scala dei cambiamenti climatici. Il gruppo è finanziato, secondo la testata britannica, da grandi compagnie petrolifere, farmaceutiche e biotecnologiche e rappresenta gli interessi corporativi del mondo militare e scientifico statunitense. Recentemente, fra l’altro, il B.P.C. è stato descritto come un “think tank di neo-conservatori, falchi e interventisti neo-liberali (sic) che vogliono scatenare il conflitto contro l'Iran’.

In passato dunque si schieravano gli eserciti; oggi, se i paesi non si uniformano, oltre alle istituzioni antidemocratiche della grande finanza, si ricorre alla guerra combattuta con la geoingegneria.

Fonte: testelibere


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mercoledì 5 settembre 2012

L’uragano "Isaac" colpisce la Louisiana per mezzo delle bombe chimiche

L'uragano Isaac ha colpito la Louisiana il 29 agosto 2012, esattamente sette anni dopo Kathrina (che singolare coincidenza...) che causò danni ingenti e mietè moltissime vittime. Il motto degli assassini del pianeta dev’essere “Repetita iuvant”: la Louisiana è stata di nuovo scelta come bersaglio. ”Il ciclone atlantico ha anche lambito Alabama, Mississippi e Georgia, dopo aver flagellato la Florida con piogge torrenziali e venti impetuosi. Molti ricercatori sostengono che "Isaac" è stato diretto verso lo stato in cui sorge New Orleans, per mezzo di una vasta operazione chimica, gestita dalla funesta “Evergreen international aviation”. Nulla di più facile: il vortice, infatti, è circondato da una strana raggiera che di naturale non sembra possedere alcunché. Non solo, in un’ampia area tra l’America meridionale ed il Mar delle Antille si notano le tracce di una massiccia attività di irrorazione nei giorni che hanno preceduto la deviazione dell'uragano verso nord ovest.

Alla conferenza "La consapevolezza oltre le scie chimiche", il relatore Bruce Douglas ha analizzato un nuovo metodo di distribuzione di aerosol, un sistema che egli ha definito "chembombs", ossia "bombe chimiche": sono scie esili ed increspate, simili per la forma ai cirri. Le immagini satellitari e le osservazioni da terra suggeriscono che le "chembombs" sembrano aver sostituito, in alcune circostanze, le classiche scie chimiche.

In cima alla lista dei sospettati per la diffusione delle "chembombs" è la flotta dell’Evergreen international aviation, la società che impiega spesso aerei cisterna B-747. Sono velivoli dotati di sistemi brevettati per dispedere una vasta gamma di composti chimici, a seconda della missione da compiere.

I serbatoi di alcuni aerei dell'Evergreen possono contenere sino a 20.000 galloni di acqua o di altri liquidi: inizialmente le unità dell’impresa statunitense sono state presentate come utili nella lotta contro gli incendi, sebbene i brevetti si riferiscano pure alla capacità di diffondere aerosol con il fine della modificazione dei fenomeni atmosferici.

Crescono i sospetti che i velivoli antincendio fossero solo un pretesto per nascondere la missione primaria della famigerata Evergreen: la manipolazione meteorologica.



Fonte: chemtrailsplanet


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sabato 1 settembre 2012

Modello di denuncia contro le attività di Geoingegneria clandestina ed illegale

Pubblichiamo un modello stampabile di denuncia da sporgere alle autorità giudiziarie competenti con il fine di chiedere che siano perseguiti i delitti ravvisabili nelle attività di Geoingegneria clandestina ed illegale. Naturalmente la denuncia va integrata con tutti i dati personali, con la firma e la data. Ad essa va accluso il DVD contenente la documentazione utile a sostanziare la richiesta di procedimento nei confronti dei denunciati. E' necessario che il denunciante chieda che gli sia rilasciata copia della contestazione, regolarmente controfirmata.

La denuncia va presentata presso il Commissariato di Polizia oppure presso il Tribunale di competenza.

Link al PDF con il testo della denuncia.
Link al DVD (fatene una o più copie e tenete l'originale) da allegare alla denuncia medesima.

Convention on the Prohibition of Military or Any Other Hostile Use of Environmental Modification Techniques (PDF)


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