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sabato 26 maggio 2012

Alf

Absit iniuria verbis

“Alf” è una situation comedy con ingredienti fantascientifici. La serie televisiva, prodotta negli Stati Uniti dalla N.B.C., fu trasmessa sulla medesima emittente dal 1986 al 1990 (successivamente in Svizzera dalla R.T.S.I. e in Italia dalla R.A.I.).

La serie, ispirata al film “E.T. l'extra-terrestre” del 1982, ha per protagonista Gordon Shumway (chiamato Alf dalla famiglia che lo ospita, ovvero Alien Life Form), alieno di 229 anni proveniente dal pianeta Melmac dove l'erba è blu ed il cielo è verde. Ricoperto completamente di una pelliccia arancione, Alf è ghiotto di gatti e, nonostante l'età veneranda, spesso agisce in modo molto infantile ed arrogante.

Seguendo un segnale radio, Alf si schianta sull’autorimessa della famiglia Tanner che, non sapendo come comportarsi, lo accoglie e lo tiene lontano dalla N.A.S.A. e dal vicinato, finché i lavori per riparare l'astronave non saranno ultimati. Alf ha abbandonato il suo pianeta natale, Melmac, perché è andato incontro all'apocalisse nucleare (causata dall'accensione contemporanea per opera di tutti gli abitanti del pianeta di un asciugacapelli...) ed è convinto di essere l'unico sopravvissuto della sua specie. Diventa a questo punto un esponente della famiglia Tanner. Alf impara fin troppo bene a sopravvivere alla monotonia casalinga, dedicandosi alla televisione ed alle gozzoviglie.

Leggendo un recente “articolo” a firma di Alfio Giuffrida, il pensiero è sùbito corso ad Alf, lo stralunato personaggio inopinatamente piombato sulla Terra. Nel guazzabuglio del Generale, si leggono, infatti, lunari incongruenze e scempiaggini come le seguenti:

“Di norma le scie di condensazione si formano soltanto dagli 8.000 metri in su, con temperature inferiori ai -40 °C ed umidità relative (sic) vicine (sic) al 100%. Le scie di condensazione si dissipano in breve tempo a causa del rimescolamento con l’aria secca circostante (sic).[...] La diminuzione della pressione dell’aria, causata dalle ali dell’aereo, che provoca (seguendo la sintassi, è l’aereo a determinare una flessione della temperatura, n.d.r.) una repentina diminuzione di temperatura e quindi la condensazione del vapore acqueo (lo stesso fenomeno fisico per cui, quando seguiamo in televisione una gara di formula uno, osserviamo due piccole “nuvolette” – si vede che esistono le nuvolette grosse - che si formano ai lati degli alettoni delle auto). [...] Oltre al vapore acqueo le emissioni provocate dagli aerei contengono biossido di carbonio, ossidi di azoto, monossido di carbonio, idrocarburi come il metano, solfati e tracce di particolato solido. Ciò, in effetti, costituisce una forma di inquinamento, che è del tutto simile a quella causata dai motori delle auto che usiamo quotidianamente. [...] Gli stessi Enti governativi e la comunità scientifica hanno ripetutamente dimostrato l’assoluta inconsistenza e incoerenza scientifica di tali asserzioni. Anche riviste e programmi di divulgazione scientifica hanno definito tale teoria una bufala. Negli anni ‘90, i seguaci della teoria del complotto si sono interessati ad alcune scie di condensazione che, secondo loro, potevano essere provocate ad hoc dalle potenze mondiali, mediante presunti rilasci di ipotetiche sostanze chimiche, o biologiche”.[1]

Ora, al cospetto di codeste idiozie, ci chiediamo se Giuffrida non sia una specie di imbambolato alieno precipitato su questo pianeta. Il suo scartafaccio non è soltanto un fulgido esempio di mala fede e di ignoranza, ma pure di stramba comicità, alla fratelli Marx: non avevamo mai letto in tutti questi anni tante sciocchezze in una volta sola (e pensare che Paolo Attivissimo ci ha sempre elargito gustosi motivi di ilarità). Il generale scrive in un modo talmente sciatto da essere spassoso: sembra di leggere un temino di un alunno di Arzano, a cominciare dal surreale titolo, “Come nasce e come si smonta la bufala delle scie chimiche”, degno della perversa fantasia letteraria di Lautréamont. Anzi, l’abuso della triviale metafora “bufala” associato al verbo “smontare” è quasi un fotogramma di un film realizzato da Luis Buñuel. Ricorda pure una feroce pièce di Artaud. In questo teatro della crudeltà, le bufale sono allevate per essere smontate. Un articolo dunque scritto a vanvera, dove gli accostamenti più inusuali e le immani castronerie sono garanzia di divertimento allo stato puro. Il seguente passaggio è esilarante:

“Per fare (sic) un esempio, il ‘fenomeno del Niño’, che interessa periodicamente la fascia centrale dell’Oceano Pacifico, secondo le fantasiose affermazioni di tali giornalisti, sarebbe il risultato di un flusso di “onde a bassissima frequenza”, inviate dagli americani, (gli ammmericani) che “a volte” entrano in contatto con “onde stazionarie” emesse dai sovietici”. Ossia, secondo la traballante sintassi dell’amico Alfio, gli americani (sic) entrano in contatto con le onde stazionarie. Per fortuna che il Nostro precisa, però, che questo accade “a volte”: si vede che di solito gli ammmericani preferiscono contatti con belle donne. Altro che guerra fredda! I sovietici solleticavano la concupiscenza dei loro rivali con calde e poppute... onde stazionarie.

La conclusione poi è ancora più ridicola, con la dotta citazione di una frase pronunciata da Woody Allen.

“In questi giorni, forse per mancanza di argomenti su cui fare (sic) gossip, le scie chimiche sono tornate di moda. I giornali ne parlano diffusamente, in quanto l’argomento, come si suol dire “fa cassetta” e fanno bene approfittarne subito (sic), in quanto, come ha simpaticamente raccontato(?) il regista Woody Allen nel suo ultimo film dedicato a Roma: la notorietà arriva in un giorno e in un giorno se ne va”.

Non sembrano proprio le righe scritte da un allievo ruspante, tra l’altro con il verbo “fare” ripetuto tre volte negli stitici periodi ed il verbo “raccontare” usato a sproposito? Impagabile Alfio con la tua prosa sgangherata, il lessico scimmiesco e le spiegazioni da “manuale delle giovani marmotte”.

E’ proprio nella costruzione di enunciati e periodi che Alfio rivela spaventose difficoltà. Farnetica colui: “Nell’ambito di tale teoria, tali scie vennero definite 'scie chimiche' e sono state formulate numerose ipotesi sui fini di queste presunte operazioni, assolutamente prive di riscontri fisici, spesso molto fantasiose e generalmente in contraddizione tra loro”. Senti chi osa pronunciare il termine “contraddizione”...

Anche qui sono sintatticamente le “operazioni” ad essere prive di riscontri fisici e non, a differenza di quanto intendeva scrivere lo scombiccheracarte, le cosiddette “teorie”.

Costante De Simone, menzionato dall’amico Alfio nel suo sgrammaticato ed infantile sproloquio, definì con grande eleganza i ricercatori indipendenti “mentecatti”. Se ogni tanto i negazionisti, in tempi tanto grami, ci donano questi demenziali ed esilaranti zibaldoni, pazienza per certi insulti che comunque si ritorcono contro chi li ha pronunciati, essendo a loro perfettamente adatti.

Se questo è un Generale...

Per la confutazione delle squinternate asserzioni del Giuffrida, si veda Un generale per tutte le stagioni, 2012


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Range finder: come si sono svolti i fatti

domenica 29 aprile 2012

Chiaroveggenza

Anni addietro conobbi un brillante liceale che, dopo aver conseguito con il massimo dei voti il diploma, decise di iscriversi a Giurisprudenza. Superati con la lode i primi due esami del curriculum, lo studente decise, tra lo sconcerto di familari, amici e docenti universitari, di interrompere gli studi. La sua fu una sorta di chiaroveggenza: aveva compreso, con un misto di orrore e vertigine, la vera natura di un abominevole realtà, avendone solo osservato una sfaccettatura con una potentissima lente d’ingrandimento.

Nella fattispecie, il giovane fu folgorato dalla consapevolezza che un abisso spaventoso separa la giustizia vera da quell’accozzaglia di gride che è il corso di laurea in Giurisprudenza. Se si esclude, infatti, la Storia del diritto romano, corso in cui, pur a fatica, ancora sopravvive qualche principio dei prischi padri, tutti gli altri insegnamenti sono un ginepraio di norme, codicilli, articoli, commi… In re publica corruptissima, plurimae leges, scrive Tacito, ossia “in uno stato assai corrotto, le leggi pullulano”. Mai massima fu più vera ed aderente allo sfacelo della giurisprudenza italiana (e non solo) attuale (e non solo). Il binomio stato-giustizia poi è il trionfo dell’aberrazione. Esistono lodevoli eccezioni (si pensi al giudice Paolo Ferraro), ma il quadro generale è avvilente. E’ palese che il “tribunale umano” è distante anni-luce dall’equità: se non è il tempio diroccato di un potere polveroso, è il tetro vestibolo di una camera di tortura. Non si afferma nulla di nuovo: già Manzoni aveva censurato i giudici terreni, le loro collusioni con la classe dirigente, l’ampolloso formalismo legalitario, l’iniquità di una legge debole con i forti ed implacabile con gli umili. Né l’autore dei “Promessi sposi” si riferiva solo alla giustizia secentesca che anzi reputava esemplare di una condizione inveterata e radicata nelle diseguaglianze e nelle sopraffazioni di cui si nutre un potere perverso sino al midollo. Pure Kafka fotografò la stritolante macchina della giustizia, benché egli avesse evocato per lo più, con la sua prosa grigia e disadorna, un male metafisico.

Non stupiamoci quindi, se anche oggi la giustizia non è quasi mai ispirata ad ideali alti: essa è un paradosso, una parodia di sé stessa. Non stupiamoci dunque, se, in un mondo al contrario, criminali incalliti possono accusare innocenti ed ottenerne persino la condanna, intraprendendo le loro iniziative “legali”: è sufficiente sapersi muovere negli oscuri meandri di un labirinto in cui brulicano e si affannano cancellieri, assistenti, legulei, pubblici ministeri, magistrati… la giustizia come verminaio. Tutto è stravolto, nulla è certo: le interpretazioni più balorde schiacciano regole auree. Calunniatori e sicofanti traggono immensi benefici dal loro modus operandi, mentre reati gravissimi restano impuniti, con fascicoli archiviati, procedimenti che si estinguono misteriosamente, norme procedurali violate ad ogni piè sospinto… E’ una giustizia super-mercato in cui chi è più danaroso acquista sentenze a lui favorevoli.

Si stigmatizza - ed a ragione spesso - la casta dei “politici”, ma si trascura di deplorare la popolazione dei palazzi di giustizia dove talora gli avvocati formano la corte di certi influenti personaggi o di taluni giudici, verso i quali provano la soggezione che si palesa all’interno di una struttura gerarchica, feudale.

Si accennava all’orrore: si inorridisce, quando ci si avverte che esistono due dimensioni parallele e tangenti che, però, sono divise da una barriera invalicabile. Con raccapriccio si constata che la gente comune “vive” in una sfera fittizia, irreale, costruita su solide illusioni, su un’aberrante regolarità, tra casa, posto di lavoro, luoghi di divertimento… La gente ordinaria non si avvede che il sistema avvelena in modo deliberato l’intero pianeta, demolisce gli ultimi baluardi di civiltà, sbrana l’identità. Anche in quei rari casi in cui l’uomo della strada si accorge delle innumeri storture, accetta ogni feroce spoliazione, come fosse la cosa più normale.



In alcuni lustri abbiamo visto il cielo subire un’oscena metamorfosi: da magnifico scenario di fenomeni naturali, da suggestiva cornice di paesaggi, emozioni, significati, a teatro di devastanti attività militari. Lo splendore della luce solare si è offuscato: la nostra stella è stata soffocata da una plumbea coltre che lascia appena trasparire un barlume spettrale. Tutto, però, è accolto con noncuranza, con cieca consapevolezza che nulla è cambiato, anzi con il convincimento che il progresso avanza glorioso e fulgido.

Come si può continuare a vivere normalmente, quando si è gettata un’occhiata nell’abisso? Ormai si è sicuri non che il sistema è corrotto, ma che la corruzione più immedicabile è eretta a sistema. Non paiono aprirsi vie d’uscita nell’intricato dedalo, brecce nella poderosa muraglia. Della tanto sospirata crescita di coscienza non pare intravedersi neppure una labile ombra.

Fino a quando, però, resterà anche una sola testimonianza di verità, si saranno perse molte battaglie, ma non l’ultima, quella decisiva.


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Range finder: come si sono svolti i fatti

giovedì 15 marzo 2012

Mongolfiere chimiche

La fantasia perversa e la mente malata di “scienziati” mentecatti non smettono di suscitare indignazione e ribrezzo. I fautori della Geoingegneria, il “volto umano” della contaminazione deliberata in atto già da decenni, ne escogitano sempre delle nuove pur di avvelenare il pianeta con il pretesto di voler arginare il “riscaldamento globale”. Ora gli ingegnosi pazzoidi propongono di usare delle mongolfiere per disperdere altre tonnellate di veleni nella biosfera. Da rilevare che, a differenza di altri articoli circa la Geoingegneria, in quello che pubblichiamo sono per la prima volta menzionati “sali ed ossidi metallici”! Naturalmente il cosiddetto “effetto serra” da biossido di carbonio è una spudorata fandonia ed una bugia ancora più colossale è l’intento di salvare il pianeta. Comunque, quando la verità verrà a galla, sarà un vero miracolo, se “scienziati” organici al sistema e negazionisti riusciranno a salvare il c...

L’ultima spiaggia per combattere il global warming? Mongolfiere giganti che deviano i raggi solari rilasciando una sospensione di particelle chimiche.

La Geoingegneria non smette di stupire (sic). L’ultimo piano B per il salvataggio (sic) del pianeta dagli effetti del surriscaldamento globale (sic) arriva da un team di “scienziati” britannici di Oxford e Cambridge ed ha ancora una volta dell’incredibile. La squadra di ricercatori sta studiando la possibilità di realizzare un “vulcano artificiale” da “lanciare” nella stratosfera che possa, con le sue eruzioni, rilasciare quotidianamente delle particelle schermanti i raggi solari. L’idea sarebbe quella di creare una speciale mongolfiera gigante – della stessa ampiezza dello stadio britannico di Wembley – da lasciar sospesa a ventimila metri di altezza tramite un lunghissimo tubo; attraverso quest’ultimo, ogni giorno verrebbero trasportate e quindi rilasciate nell’atmosferia centinaia di tonnellate (!) di particelle di argilla, sali o ossidi metallici e acqua. La sospensione di goccioline, spiegano gli “scienziati”, impedirebbe parzialmente il passaggio dei raggi solari.

Una prima prova si svolgerà ad ottobre in un aeroporto in disuso a Sculthorpe, a nord di Norfolk, con un dirigibile a “palloncino”, dello stesso tipo impiegato normalmente dalle agenzie pubblicitarie. Il vulcano sarà portato in realtà ad altitudine di soli 1.000 metri e sarà collegato a terra con un semplice tubo da giardinaggio che scaricherà in aria soltanto acqua. Impiegando 10-20 vulcani galleggianti, in grado di riversare nell’atmosfera 10 milioni di tonnellate di particelle ognuno, si potrebbe ottenere un calo globale pari a 2 °C della temperatura, sostengono gli “scienziati”. Per quanto non esente da criticità, il progetto ha ricevuto l’appoggio di sir Martin Rees, l’ex-presidente della Royal Society, che nel 2009 si è detto favorevole al ricorso alla Geoingegneria in mancanza di risultati concreti dal fronte politico.

Fonte: rinnovabili.it


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Range finder: come si sono svolti i fatti

lunedì 12 marzo 2012

Le distorsioni dei disinformatori

Propongo lo stralcio di un intervento su un forum per opera di un disinformatore. Se si supera il disgusto per gli strafalcioni e contenuti inverecondi esposti in modo sofistico, se ne possono trarre informazioni istruttive. L’asse portante del discorso è la distorsione: la verità viene completamente travisata e la realtà capovolta, ma con artifici retorici a volte raffinati. E’ inevitabile assimilare i negazionisti a Ser Ciappelletto, il protagonista della prima novella contenuta nel Decameron. Ser Ciappeletto è violento, empio, iracondo, lussurioso, vizioso, avido, ma, per mezzo di una falsa ed abilissima confessione, pur essendo stato un pessimo uomo in vita, inganna un ingenuo frate. Defunto, è reputato santo e chiamato San Ciappelletto. Il ritratto del personaggio è iperbolico e la situazione paradossale, ma la disinformazione ha travalicato l’inventiva di Boccaccio. Infatti non siamo al cospetto di un totale stravolgimento della realtà? Si legga questo primo paragrafo.

"Mah vedi io invece penso che un certo tipo di pensiero qualche danno lo faccia. E' il caso per esempio di quelli che ogni tanto scrivono in tanti forum e vivono angosce perlopiù inutili. E' capitato personalmente di imbattermi in chi purtroppo SUBISCE non tanto l'effetto denigratorio, ma i danni collaterali di un pensiero del genere, messaggi che portano ad una voglia di riscatto verso un problema INESISTENTE, messaggi che turbano..."

L’estensore assume un tono paternalistico: egli mostra di preoccuparsi che le notizie sulla Geoingegneria clandestina ed illegale possano generare turbamenti, angosce. Che atteggiamento soccorrevole! Occultare le verità più atroci diventa meritorio, poiché, in questo modo, non si inquietano i lettori, considerati dei minorati. E necessario un filtro; è opportuna la censura. Bisogna tranquilizzare, anzi anestetizzare l’opinione pubblica. Nell’espressione “voglia di riscatto verso un problema INESISTENTE” culmina l’ambiguità dell’”argomentazione” in cui si asserisce che le paure sono fondate sul nulla.

"Ragazzi, ma facciamoci un giro leggendo un pò "in terza persona", quanti ammettono di essere letteralmente terrorizzati da presunte fini del mondo? Quanti ragazzi si trovano isolati con questo falso problema che non riescono a confessare a nessuno se non online? Vivono un'autodiscriminazione (?) dal mondo esterno, da quello reale, portandosi addosso il fardello di chi vive questi inutili problemi e li tiene dentro come una pentola a pressione... E questo viene continuamente alimentato, gettando l'origine di problemi personali verso un "falso ambiente esterno" che non risolve nulla ma anzi.. alimenta il problema!"

Continua l’analisi pseudopsicologica: è psicologia d’accatto, ma comunque rovinosa. Con un salto audace, si passa dalle chemtrails alla “fine del mondo”. L’inquietudine conflagra nel terrore. Ci si avventura in una diagnosi con cui coloro che si occupano di problemi reali sono dipinti come asociali. La confusione aumenta con espressioni ancora più nebulose, come "falso ambiente esterno”. L’elocuzione degenera nell’enfasi stucchevole delle interrogative e delle esclamazioni. Il riferimento al “problema” diventa ossessione, coazione a ripetere, mantra. In verità, i negazionisti sono dei paranoici, perché, non distinguendo tra chimere e realtà, vivono in un mondo dei balocchi, del tutto inabili ad accorgersi delle effettive, concrete minacce provenienti dagli apparati.

"Tra l'altro, il sistema comunicativo delle notizie oltre ad essere in stile PNL Americano tipico delle televendite (ripetizione sempre dello stesso messaggio, dimostrazioni in cui si chiede esplicitamente di "non verificare" etc.) porta ad una grande rabbia interiore, sfiduciando le istituzioni e via via discriminando tutti".

Le tecniche della Programmazione neurolinguistica sono proprio quelle usate dalla casta degli occultatori, ma si incolpano gli altri di adoperarle. I delitti perpetrati dai negazionisti (dal favoreggiamento di reati ambientali alla diffamazione, dalla calunnia alla sostituzione di persona etc.) dovrebbero essere perseguiti, ma purtroppo… Prosegue dunque la sfacciata contraffazione della realtà poiché sono proprio i disinformatori che incitano a non documentarsi, a non verificare, inculcando l’accettazione acritica del principio d’autorità.

"Guardate qualsiasi video di icke (sic) per esempio, cosi come quelli sulle scie chimiche.. si parte con una frase chiave, poi una mezza ammissione, una mezza dimostrazione, di nuovo la frase chiave.. step2: altra mezza ammissione, di nuovo la frase chiave... si strumentalizza una prova, di nuovo la frase chiave. Questo è l'aspetto silenzioso e violento di ciò che online si sta vivendo in questi periodi. La negazione di qualsiasi fonte contraddittoria, l'indicazione di qualsiasi obiezione come elemento di un sistema di falsificazione".

E’ la solfa di prima con in più l’improntitudine infinita di chi definisce la consueta gragnuola di improperi e di false accuse “fonte contraddittoria” ed “obiezione”.

"Gli aspetti di circostanza che rischiano anche indirettamente di far sfociare nell'azione violenta una simile bufala, dovrebbero essere presi molto piu (sic) seriamente dalle istituzioni perchè si rischia di mettere in gioco anche la vita di chi, come me, alle scie chimiche non abbocca. e' molto peggio di quel che si può pensare...tu non sai chi legge certi blog che pensieri potrebbe avere in mente".

Nel discorso, estremamente involuto, si accusano i ricercatori ed i cittadini preoccupati di essere dei violenti: sono affermazioni gratuite ed offensive basate sulla demonizzazione del sacrosanto diritto di critica nei confronti del sistema e di singoli esponenti delle istituzioni. Ovviamente l’autore generalizza ed esagera per presentare gli avversari a tinte fosche. Il tono è presuntuoso. Si simula di nuovo preoccupazione, perché si ritiene che da un’inezia possa scaturire un problema, laddove, se la Geoingegneria fosse stata e fosse una frottola, nell’arco di pochi mesi, si sarebbe esaurita.

Dal testo si evincono le peculiarità salienti dei negazionisti: sono individui bifronti, ipocriti, proteiformi, infidi, gesuitici. Si adattano alle più disparate situazioni, cambiando sembianze come i camaleonti. La pacatezza e la cortesia che talora dimostrano, in verità, sono i lenocinii di una melliflua captatio benevolentiae. Maestri dell'inganno e della menzogna, cercano di adescare gli interlocutori con le loro maniere untuose ed un linguaggio a volte accattivante, ma torbido, percorso da ossessivi cliché. Qualora non vi riescano, il loro modus operandi subisce una metamorfosi: diviene sfrontato, irruente, bellicoso. Un tratto costante è la volgarità che degenera sovente nella scatologia. Si compiacciono del turpiloquio e di riferimenti a tutto ciò che è sporco, laido: profonde ed immedicabili tare sono all’origine di questi comportamenti.

Eppure gli occultatori amano esibire, in qualche occasione, una finta raffinatezza ora nell’eloquio ora negli atti: è in questi casi che risultano sommamente ridicoli e finti. Abituati a crogiolarsi nel fango, quando tentano di esibire un po’ di eleganza, assomigliano a cicisbei, sul cui viso, sotto una patina di candida e profumata cipria, si addensano strati di puzzolente sudiciume.


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mercoledì 8 febbraio 2012

L’evidenza delle irrorazioni chimiche (articolo di Isaac Lewis)

L’articolo di Isaac Lewis, gentilmente segnalatoci della Dottoressa Hildegarde Staninger, cui va il nostro ringraziamento, irridendo il solito mantra dei disinformatori che esigono gli articoli referati, offre proprio quella documentazione scientifica di cui tanto si discute. In vero, anche quando si presentano ricerche con tutti i crismi dell’ufficialità, i negazionisti accampano sempre mille pretesti per negarne o sminuirne il valore. Sono individui in mala fede, senza etica, senza coscienza e soprattutto senza spina dorsale che, per compiacere i loro padroni, sono disposti a tutto. Sono degli incapaci, capaci di tutto.

Spesso, quando viene evocato il tema delle "scie chimiche", la reazione istintiva è quella di vederlo come una "teoria della cospirazione", a causa del fatto che le testimonianze dei nostri sensi - cioè vedere davvero gli aerei chimici con i nostri occhi - non sono considerate una prova sufficiente. Siamo indotti a credere che solo la scienza ed il suo primo escremento – l’articolo referato, la ricerca pubblicata su una rivista accademica - possano sostituire i testimoni oculari o le varie informazioni. Chi intende sfatare l'idea che le 'scie persistenti” che vediamo ogni giorno non contengono solo vapore acqueo e/o cristalli di ghiaccio, nega la loro esistenza a priori. I negazionisti spesso sostengono che non esiste alcuna prova delle chemtrails in fonti autorevoli. Contestano infine che esse contribuiscano a causare malattie.

Quale luogo migliore, dunque, della National Library of Medicine, la sorgente ed il "gold standard" per ricavare la tanto necessaria "prova autorevole" che gli aerei stanno spargendo veleni?

Sulla rivista medico-scientifica “Medline” il tema "diffusione di aerosol in atmosfera" figura. Un autore in particolare (il dottor Mark Purdey), suggerisce che l'esposizione cronica e l'intossicazione da bario possono essere di origine atmosferica. Il bario è disperso "per migliorare la trasmissione dei segnali radio e radar, lungo i corridoi aerei dei velivoli militari, test sulla gittata dei missili etc." Egli ritiene che il bario possa dar ragione dell’alta incidenza di casi di sclerosi multipla e di altre malattie neurodegenerative, come l’encefalopatia spongiforme trasmissibile (T.S.E.) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA), soprattutto in alcune regioni dove il bario è un importante contaminante ambientale.

In un secondo articolo sullo stesso argomento Mark Purdey identifica l’argento (Ag), il bario (Ba), lo stronzio (Sr) ed il rame (Cu) come metalli che si sono ormai accumulati nella catena alimentare, a causa, almeno in parte, dell’"irrorazione aerea con ioduro d’argento per produrre pioggia in aree colpite dalla siccità nel Nord America nonché dalle irrorazioni atmosferiche con aerosol a base di bario per migliorare la rifrazione dei segnali radar e nelle radio comunicazioni. "Il bioaccumulo di questi elementi nella catena alimentare può conclamare in un processo neurodegenerativo che può essere confuso con encefalopatie spongiformi trasmissibili (TSE) di origine infettiva.

Un altro studio, a firma di Cody L Wilson, Darryl P. Arfsten, Robert L. Carpenter, William K. Alexander, Kenneth R. Still, pubblicato sulla rivista “Ecotossicologia e sicurezza ambientale” nel 2002, riferisce che: "Negli ultimi venticinque anni, diverse centinaia di migliaia di tonnellate di chaff sono state rilasciate nel corso delle operazioni di volo su un'area della baia di Chesapeake." Un altro articolo, elaborato da Darryl P. Arfsten, Cody L. Wilson, Barry J. Spargo, apparso nella stessa rivista sempre nel 2002, ricorda che "Almeno 500 tonnellate di chaff vengono disperse ogni anno durante operazioni di addestramento all'interno di determinate zone operative militari negli Stati Uniti".

"La chaff è una contromisura a radiofrequenza emessa dagli aeromobili militari, da navi e veicoli per confondere i radar nemici. La chaff consiste di alluminio rivestito di fibre di vetro che variano in lunghezza da 0,8 a 0,75 cm. Questo materiale viene rilasciato in pacchetti contenenti da 0,5 a 100 milioni di fibre. […]

Gli autori toccano anche i problemi di salute connessi alla diffusione aerea dei succitati inquinanti. "Sono state sollevate preoccupazioni circa l'impatto sull'ambiente e la loro potenziale tossicità per l'uomo, il bestiame e la fauna selvatica. Molti di questi problemi sono oggetto di ricerca per opera del Dipartimento della difesa e di altre agenzie, ma gran parte dei dati è rimasta inedita”. [...]

Avendo ancora una volta evidenziato che esistono articoli referati, che gli aeromobili diffondono sostanze chimiche sia per scopi militari sia di geoingegneria, si dovrebbe spostare la controversia dal regno della fantomatica "teoria della cospirazione" sul terreno di un dibattito intelligente e di un'inchiesta pubblica.


Fonte: greenmedinfo.com



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lunedì 2 gennaio 2012

Alluvioni artificiali?

Sit eis terra levis.

Le alluvioni che, con le loro tragiche conseguenze, hanno colpito l’Italia, hanno scatenato le orde dei disinformatori. Essi, del tutto indifferenti alle sofferenze di persone martoriate dai disastri presumibilmente artificiali, anzi di fatto complici delle scelleratezze perpetrate da chi manipola il tempo ed il clima, hanno tentato con alcuni stratagemmi di distogliere l’attenzione dai veri responsabili delle catastrofi. La loro strategia consiste nell’additare il filo d’erba, affinché non si veda la foresta.

Per affrontare il discorso, è necessario in primo luogo considerare l’equazione di Clausius-Clayperon, chiamata in causa tempo fa da un isterico Luca Mercalli. Qui dobbiamo subito notare che il “meteorologo” richiamò l’equazione sullodata in modo strumentale e non del tutto attinente, poiché essa, nell’ambito della termodinamica, mette in relazione la variazione della temperatura di cambiamento di stato relativo ad una sostanza con la modifica della pressione esterna. Dunque sono coinvolti parametri inerenti a valori termici e barici (di pressione), mentre Mercalli aveva collegato l’equazione ipso facto all’umidità atmosferica che, in un luogo o nell’altro, deve pur condensare per dar origine a nuvole foriere di idrometeore. Vero è che la pressione e la temperatura sono correlate alle precipitazioni, ma l’”esperto” avrebbe dovuto essere più rigoroso, laddove evocò la formula più che altro per incutere soggezione nell’uditorio, tacciandolo di ignoranza.

Il bilancio idrico dell’atmosfera implica che, se le piogge si concentrano in un’area circoscritta ed in un tempo limitato, altre regioni rimangono all’asciutto. Dunque si assiste ad una forte discrepanza areale in termini di quantità e di intensità, ossia qui piove moltissimo ed in poche ore, là poco o punto ed in un arco di tempo molto lungo.

Ora il disequilibrio, che si manifesta come estremizzazione dei fenomeni meteorologici, è proprio la causa delle devastazioni cha la cronaca ha purtroppo registrato: straripamenti di corsi d’acqua, frane, alluvioni... E’ inconfutabile: si tende la corda finché essa si spezza.[1]

I negazionisti dell’olocausto chimico-biologico asseriscono che i nubifragi sono tanto rovinosi, poiché manca una saggia gestione del territorio: non viene eseguita la manutenzione degli alvei di fiumi e torrenti; i boschi non vengono puliti da sterpi e detriti, a differenza di quanto avveniva molti decenni or sono; la speculazione edilizia ha ignorato l’assetto idrogeologico… Per una volta siamo, in parte, d’accordo con i disinformatori: infatti non si può contestare che l’aggressione al territorio e l’incuria sono fattori di rischio. Tuttavia non bisogna confondere questi fattori con elementi che risultano, invece, determinanti e scatenanti. È indubbio che fenomeni meteorologici distruttivi sono diventati più frequenti: ammettiamo pure che, in qualche caso, tale intensificazione sia dovuta ad influssi naturali come le tempeste geomagnetiche. Non si può, però, sottacere che esistono prove atte a dimostrare che esistono armi climatiche progettate ed usate per provocare il finimondo. Se già durante l'ormai lontana guerra del Vietnam, gli Stati Uniti attuarono l’ “operazione Popeye”, grazie alla quale i territori indocinesi in cui si annidavano i Vietcong, furono flagellati con piogge torrenziali, vogliamo credere che i militari non siano oggi in grado di creare alluvioni e siccità a comando?

I meteorologi di regime (tra loro, giova ricordarlo, molti sono dei dilettanti) per tentare di spiegare le calamità in oggetto, hanno elaborato dei modelli interpretativi che lasciano un po’ il tempo che trovano. Di per sé tali schemi non sarebbero neppure del tutto errati, ma sono incontrollabili. Infatti si postulano condizioni atmosferiche che potrebbero anche essere del tutto inventate per nascondere l’artificialità del fenomeno. Usare termini tecnici come “celle lineari”, “temporali autorigeneranti”, “linea di groppo”, “correnti di inflow”, “downdrafts” etc. pare un espediente per impressionare e confondere i destinatari, più che un’illustrazione perspicua dei fatti. Intendiamoci: le manifestazioni atmosferiche succitate esistono, ma potrebbero essere anche un effetto di un’alterazione indotta con apparati ad hoc. Già solo lo spostamento delle correnti a getto potrebbe aver determinato una reazione a catena. A proposito delle jet streams, è stato rilevato che, in concomitanza con gli accadimenti calamitosi, la corrente a getto subtropicale pare essersi come spezzata, con un’imponente deviazione verso sud, ossia verso l’area travolta dalle alluvioni.[2] Inoltre le numerose scie chimiche che, nei giorni precedenti il disastro, hanno deturpato il cielo della Liguria avranno pur svolto il loro ruolo. Come interpretare, infine, le “delucidazioni” che i meteorologi si sono affannati a fornire, subito dopo gli eventi? Excusatio non petita, accusatio manifesta.

I fenomeni naturali in verità, quando non sono sostituiti da interventi “umani”, sono forzati per ottenere gli effetti voluti: lo stesso geologo Mario (per gli amici Bario) Tozzi ha dichiarato che gli accadimenti genovesi hanno subìto un particolare rinvigorimento, a causa dell’alta pressione instaurata sui quadranti centro-orientali. Questa zona (un anticiclone indotto con H.A.A.R.P.?) ha premuto sul vortice depressionario, comprimendolo. Tozzi non si è discostato molto dalla realtà: le scie igroscopiche, disposte lungo il fronte orientale della perturbazione, l’hanno schiacciato, aumentandone l’energia. D'altronde le coperture artificiali adempiono questa funzione. E’ come quando si tappa con tutte le forze un recipiente dove continua ad affiuire del liquido: nel momento in cui non si riesce più a turare il contenitore, il liquido fuoriesce con spaventosa potenza.

Non si possono infine ignorare gli strani coni che si sono generati dal Mar Tirreno e dal Golfo di Genova: essi ricordano da vicino la nuvola conica creata dal nulla nel Midwest con un macchinario della N.A.S.A., causa di catastrofiche inondazioni. Si confrontino le immagini satellitari: le somiglianze sono sbalorditive. Tra l’altro, in un’altra mappa, si può osservare una “conchiglia” che si è creata dalla Corsica (Francia), isola sede di una base militare. Nella fattispecie, il cono, che non nasce dal mare e non è alimentato dall’acqua del Tirreno (non può quindi essere attendibile la versione ufficiale delle celle linerari autorigeneranti), si allarga proprio prima verso il Levante Ligure e poi verso il Ponente, tempestati da violente piogge il giorno 5 novembre 2011. E', in questo caso, ipotizzabile l'impiego del Taurus Molecolar Cloud (TMC 65), come testimoniato da diversi cittadini statunitensi.

E’ una questione di economia nell’analisi: invece di ipotizzare un concorso di circostanze atmosferiche avverse, di cui alcune rare (o fittizie?), è più coerente ritenere che siano state impiegate delle micidiali apparecchiature per colpire alcune aree, già vulnerabili, anche se per le Cinqueterre il solito argomento dell’edificazione indiscriminata non si può addurre, poiché i borghi dell’incantevole regione sono ubicati in un territorio in cui oggettivamente, stante l’orografia, è impossibile erigere nuove costruzioni.

La guerra climatica è in corso [3], una guerra non dichiarata contro il pianeta ed i suoi abitanti: è stata dichiarata da una masnada di pazzi criminali.

[1] “L'alluvione di Genova entrerà negli annali climatici statistici per aver stabilito il nuovo record italiano di pioggia nell'arco di un'ora. E' successo alla stazione A.R.P.A.L. di Vicomorasso dove in un'ora sono caduti 181 mm. I 337 mm caduti in tre ore sono anch'essi da primato, ma conteso con Capoterra (Sardegna) nel 2008, dove ne caddero ufficialmente 332, anche se alcune fonti riportano 375. Come totale dell'evento Vicomorasso marca 454 mm (fonte dati ARPAL meteoliguria). Ancor di più è piovuto alla stazione LIMET di Quezzi (quartiere cittadino), 542 mm di cui 403 mm in quattro ore e con massimo orario di 159 mm. Di là da tutte le possibili motivazioni legate all'urbanistica ed all'ambiente, è questa la causa principale dell'alluvione che ha sconvolto i quartieri lungo la Valle del Bisagno, una quantità di pioggia record per intensità e di durata considerevole. Le cumulate entro le quattro ore sono anche superiori a quelle dell'inondazione della settimana scorsa alle Cinque Terre e in Val di Vara..."

[2] Le correnti a getto o jet streams sono flussi ad altissima velocità (circa 20-30 metri al secondo) che si generano tra stratosfera e troposfera, con direzione da ovest ad est, ad altitudini comprese tra 6 e 15 kilometri. La presenza di notevoli variazioni di temperatura in relazione alla latitudine determina forti correnti lungo i paralleli. Tra le jet streams, occorre citare quella subtropicale: essa varia in rapporto alla stagione per quanto concerne sia la posizione sia l’intensità, mentre la quota resta pressoché immutata, intorno ai 12 kilometri. Un’altra corrente a getto è quella associata al fronte polare: tale flusso può cambiare sia la sua posizione sia la direzione. A questo getto sono correlate le perturbazioni che interessano le medie latitudini. Da tempo si sa che tale corrente non è solo un vento, ma anche una sorta di antenna lungo la quale si propagano impulsi elettromagnetici, come le onde di risonanza Schumann. È altresì accertato che è usata dai sistemi H.A.A.R.P.: è quanto sostengono, tra gli altri, gli scienziati tedeschi Bludorf e Fosar.

[3] E' bene evidenziare che il Governo Berlusconi, sotto pressione da diverse settimane, per opera dell'Unione Europea ed in specialmodo della Germania e della Francia, si dimise subito dopo l'ultima alluvione.

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domenica 11 dicembre 2011

Conferenza di Genova del 6 dicembre: dalla noia di Corigliano alle scie chimiche di Attivissimo

Nell’ambito della questione “scie chimiche” ha senso riferirsi al contraddittorio? La risposta è un secco no. Infatti il dibattito ha ragione di essere, quando si contrappongono due o più ipotesi interpretative su uno stesso tema. Qui, invece, i negazionisti sono convinti che il problema esiste proprio come i ricercatori indipendenti e gli scienziati che lottano contro l’omertà e la censura. Sarebbe anche solo sufficiente citare il lapsus freudiano del prode Attivissimo per liquidare la questione. Egli, infatti, viscidamente intervenuto nel simposio genovese del 6 dicembre scorso, si è lasciato sfuggire un eloquente “le scie chimiche sopra casa mia”, poi emendato con un maldestro “presunte”. E’ indiscutibile: i disinformatori sanno che la biogeoingneria è reale, ma per ricevere le loro prebende, devono affermare il contrario, negare tutto, persino che si possa scatenare un temporale, usando lo ioduro d’argento.[1]

Gli inciampi lessicali ed il linguaggio del corpo li tradiscono: Andrea Coregliano, relatore in quel di Genova, ha dissertato dottamente su aspetti atmosferici che non esitiamo a ricondurre ad una specie di archeometeorologia. La manipolazione meteo è diventata una tragica realtà, sicché i fenomeni naturali sono ormai soverchiati dagli interventi militari. Se non sono eliminati, sono drasticamente piegati per conseguire obiettivi che spaziano dalla siccità ai nubifragi. Ancora, se, per assurdo, questo non avvenisse e non fosse avvenuto, l’aver agito per incidere sui fenomeni comuni, ha innescato una reazione a catena, le cui tragiche conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.

Tralasciamo, però, tali contenuti già sviscerati, per concentrare l’attenzione su elementi prosodici e del body language: il Corigliano, con la voce tremolante, lo sguardo che rifugge da quello dell’interlocutore, i gesti impacciati, la fuga precipitosa, prima che il convegno finisse, ha rivelato di non credere minimamente in ciò che ha asserito in modo tanto paludato e soporifero. Ne va a suo onore ed a suo disdoro. E’ un onore, perché dimostra di non essere un grullo matricolato, incapace di distinguere tra una copertura palesemente artificiale, generata da decine e decine di aerei, e delle nuvole come Dio comanda. È un disonore, poiché ingrossa la masnada di disinformatori, ma “pecunia non olet” e le carriere si costruiscono, grazie soprattutto alle aderenze ed alla disponibilità a leccare “luoghi” tondeggianti. Non condividiamo, ma in parte si può comprendere: senza l’adulazione e la totale sottomissione al sistema, in una scuola o in un’università non si lavora, se non come bidelli. Anzi, oggi giorno, con l’aria che tira, il servilismo è necessario pure per essere assunti come collaboratori scolastici.

Dunque il contraddittorio non può esistere, giacché i ricercatori liberi e gli occultatori sono sulla stessa lunghezza d’onda, sebbene i negazionisti dell’olocausto chimico-biologico mentano a sé stessi ed agli altri in modo spudorato. La menzogna può diventare un abito ed un’abitudine: in una certa misura è possibile che i bugiardi del sistema si convincano delle loro fandonie, preferendo almeno sposare la bislacca ipotesi della Biogeoingegneria per il nostro bene, come salvezza dal cosiddetto “riscaldamento globale”. Sono risvolti psicologici o psichiatrici già analizzati.

Diverso è il discorso, se si considerano tutti quei (ram)polli allevati negli atenei, soprattutto nelle facoltà “scientifiche”, precocemente nutriti con programmi e libri transgenici di marca C.I.C.A.P. ("Superquark", "Ulisse", "Viaggio nel cosmo", "La straordinaria storia della vita sulla terra", "Impero"... ). Costoro veramente si bevono le “razionali” farneticazioni di agenti che dipingono le miracolose proprietà di scie di condensa in grado di generarsi senza umidità ed a temperature equatoriali. Imbottiti di formulette e di concetti errati, alcuni di questi giovini di belle speranze e dalle brutte intenzioni, oltre a formare ora la claque dei loro cattivi maestri ora gruppi di provocatori, sono, anche se può apparire paradossale, in buona fede, in quanto fideisti di una “scienza” totalmente falsa che essi, nella loro infinita ignoranza ed ottusità, reputano vera.

E’ indubbio: solo i babbei ed i disinformati possono accettare le versioni ufficiali sulle scie chimiche. Gli altri, come il cadaverico Attivissimo, ricorrono ai soliti argomenti ad personam, alle velate intimidazioni, agitando lo spauracchio della “giustizia” che egli si augura persegua le “vittime” di accuse ingiustificate: i piloti tapini, i responsabili dell’E.N.A.V., noti per il loro operato cristallino, per la loro onestà. Lo spettrale Attivissimo è in grado di giudicare chi è probo e chi non lo è, essendo uomo di specchiata moralità a tal punto che, appunto, chiama le scie che deturpano il cielo in modo veritiero e corretto. Le definisce “scie chimiche”.


[1] L’anfitrione, Adriano Casissa, non ha ben esordito: la sua terminologia ideologica e stravolta è stata segno di pressappochismo linguistico. Ha poi, contro ogni accordo, tratto dal cilindro il "Dottor Attivissimo", omaggiandolo più volte di un titolo che attribuito a tale figuro, è sinonimo di un insulto. Scommetto che i laureati si affretterebbero a bruciare il loro diploma, se davvero Kattivix fosse dottore. Passi il confronto con il budino Corigliano, ma sopportare la petulante e sguaiata “guardia svizzera” mette alla prova anche la proverbiale pazienza di Giobbe.


Articolo correlato: Caso E.N.A.V. e Finmeccanica, 2011

Paolo Attivissimo scrive: "Secondo Marcianò, la Puglia avrebbe finanziato un progetto per il controllo del clima (accusa anche Vendola, quindi?)".

Siccità - La Puglia insemina le nuvole

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domenica 27 novembre 2011

Resoconto dell'analisi microscopica di un campione di filamento polimerico di ricaduta del 15 ottobre 2011

Pubblichiamo l’analisi di un campione di filamento polimerico, caduto al suolo a seguito dell'ennesima operazione di aerosol clandestina. Lo studio, eseguito da un nostro collaboratore ed amico biologo, conferma le acquisizioni di altri ricercatori e scienziati: non si tratta di ragnatele, checché ne pensi e scriva il chimico negazionista del C.I.C.A.P., Simone Angioni, ma di fibre create in laboratorio, attraverso l’ingegneria genetica. Sono filamenti biotecnologici diffusi probabilmente per adulterare il D.N.A. di piante ed animali.

In data 31/10/11, lo scrivente ha analizzato, mediante l’uso di un microscopio a fluorescenza Olympus, un campione di filamento bianco consegnatomi in un barattolo di vetro.

Descrizione del campione

Il materiale ha la forma di un filamento bianco. Il colore è bianco intenso e la sua conformazione esteriore lo fa sembrare appiccicoso ed arrotolato su sé stesso. A detta di testimoni, tale materiale è caduto in concomitanza con un passaggio assai frequente di aerei con scia chimica bianca (in quanto a quelle quote non potevano essere presenti i parametri atti alla formazione di normali scie di condensazione). Proveniva letteralmente dal cielo e nello specifico erano gli aerei sopra menzionati a rilasciare tale sostanza.

Materiali e metodi

Il campione [1] è stato messo su un vetrino e coperto con un altro vetrino copri oggetto. Per l’analisi microscopica è stato impiegato un microscopio a fluorescenza Olympus con ingrandimenti (escluso l’oculare a 10x) che vanno dal 4x al 100x (rispettivamente da 400 a 1.000 volte la grandezza naturale osservata) sia a luce trasmessa (gialla) sia a fluorescenza (nello spettro dell’ultravioletto, del rosso e del verde). Sono stati osservati anche come riferimenti dei materiali di controllo tra cui una ragnatela [2], un filo di cotone [3] ed un filo di fibra sintetica (poliestere) [4]. Le foto sono state scattate tutte a tempo fisso, eccetto quelle a luce trasmessa che sono state acquisite in modalità automatica per il solo fine di osservarne la morfologia.

Discussione

Aperto il barattolo di vetro, ho preso il campione con due pinzette e, nell’atto di tagliarne un pezzetto, ho notato un'estrema capacità di allungamento e di adesione del filamento in esame. Ciò non si è ripetuto con gli altri campioni (2, 3, 4). Il filamento è stato montato su un vetrino da microscopia ed è iniziata l’analisi. Ad una prima osservazione visiva (ad occhio nudo), i 4 campioni in esame appaiono molto diversi tra loro e, nello specifico, si nota una colorazione bianca intensa per il filamento raccolto, una colorazione grigia-trasparente per la ragnatela, una colorazione ed una lavorazione tessile sia per il cotone sia per il poliestere. Osservando le foto allegate, è possibile notare una marcata differenza anche a livello strutturale e microscopico di questo campioni che possiamo suddividere in tre gruppi:

1) Origine naturale: ragnatela
2) Origine tessile (comprende campioni naturali e artificiali ma lavorati): cotone, poliestere
3) Origine potenzialmente artificiale: filamento

Analizzando le immagini dei campioni in luce trasmessa, è possibile osservare una struttura ben organizzata e definita per i materiali 2, 3, 4, mentre per il campione 1 la morfologia è univoca e particolare. Aumentando gli ingrandimenti, le strutture di cui è composto questo filamento diventano sempre più piccole, come se ogni filo fosse un polimero in cui sono contenuti altri polimeri più piccoli. Arrivando ad un ingrandimento massimo di 100x (1000 volte se contiamo anche l’oculare), si raggiunge il limite dello strumento e non si riesce a mettere a fuoco il campione. Ciò non risulta così evidente negli altri tre materiali, in quanto composti da strutture ben definite. L’eventuale sfocatura di alcuni dettagli delle foto di questi tre campioni è dovuta alla tridimensionalità degli stessi e non alla loro dimensione. Il filamento bianco pare quindi avere una struttura nanometrica.

Anche la fluorescenza presenta differenze che possiamo ricondurre alla suddivisione sopra citata. Secondo questo parametro, però, il filamento bianco tende a mostrare un comportamento simile alla fibra sintetica, dato che non emette fluorescenza se eccitato a determinate lunghezze d’onda (ad esempio in ultravioletto), frequenze che, invece, sono emesse dai campioni di ragnatela e di cotone.

E’ stato notato anche un fenomeno particolare relativo all’autofluorescenza, ovvero i campioni sono in grado di emettere una propria fluorescenza in base alla luce (naturale o artificiale) che è presente nell’ambiente. Nello specifico il monitor del computer a cui è collegato il microscopio diffondeva lievemente la sua radiazione nella stanza oscurata. I 4 campioni hanno dato risposte diverse qui di seguito elencate:

CAMPIONE --------------------- TEMPO

Filamento bianco --------------> 50 ms (millisecondi)
Ragnatela -----------------------> 5 s (secondi)
Fibra sintetica ------------------> 2 s
Cotone -------------------------> 200 ms

Valutando alcuni articoli di letteratura scientifica in merito al ballooning (tecnica che usano alcuni Aracnidi per lo spostamento) ed alle ragnatele e in base alle osservazioni eseguite tramite la microscopia ottica, è possibile constatare che il campione in esame non è una ragnatela e non è di origine naturale. E’ potenzialmente biocompatibile e presenta strutture, a mio parere, artificiali accostabili alla nanotecnologia. Sulla base delle analisi fin qui svolte, deduco che non si tratta di materiale di origine naturale ed espongo i miei dubbi e perplessità sulle sue origini e conseguenze (impatti sulla salute, sull’ambiente).

Questo campione inoltre è del tutto paragonabile agli altri filamenti bianchi che definisco polimerici e che ho analizzato negli anni passati, sia raccolti da me sia ricevuti tramite consegna.

Anche la consistenza esterna tra il filamento bianco ed una ragnatela è completamente diversa. Quest’ultima, infatti, si frange facilmente ed oppone relativamente poca resistenza ad essere spezzata da un oggetto. Il filamento bianco è incredibilmente più resistente, elastico ed appiccicoso. E’ un polimero che non ha nulla di naturale e per questo propongo di usare delle corrette precauzioni e di stare attenti.

Maggiori dettagli sull’argomento saranno approfonditi prossimamente.

Immagini

A corredo di studio sono mostrate le immagini prese con il microscopio ottico a diversi ingrandimenti. Le differenze tra il campione 1 (filamento bianco) e gli altri campioni sono assai evidenti.

La legenda è riportata di seguito:

1 – filamento bianco
2 – ragnatela
3 – fibra sintetica
4 – cotone

La scala si trova in basso a destra ed è la medesima per ogni immagine dello stesso ingrandimento.

Le immagini a fluorescenza possono essere fornite su richiesta.


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mercoledì 19 ottobre 2011

Piante che assorbono metalli pesanti

L'articolo che pubblichiamo riguarda alcune piante che sono in grado di assorbire metalli, contribuendo a decontaminare l'ambiente. Recenti studi hanno focalizzato l'attenzione sull'Alyssum betolonii, una specie vegetale che accumula nickel. Certo, è una buona notizia, se si prescinde dalla concreta possibilità che si cerchi il pretesto per creare piante transgeniche. E' evidente: l'interesse dei ricercatori è dettato dalla consapevolezza che gli ecosistemi sono pieni di inquinanti, soprattutto metalli, la cui massiccia presenza, come ben sappiamo, non si deve soltanto alle attività industriali...

Gli scienziati propongono di scegliere un modello per studiare lo strano comportamento dei vegetali iperaccumulatori

Il fogliame di Alyssum betolonii, una pianta dai fiori gialli che vive nelle fessure delle rocce, può contenere fino all'uno per cento di nickel: duecento volte il livello che ucciderebbe la maggior parte delle altre piante. Comprendere in che modo simili vegetali, chiamati iperaccumulatori, gestiscono il metallo potrebbe aiutare a sviluppare colture in grado di crescere su terreni contaminati, di fornire quello che manca nelle diete povere di metalli, di assorbire l'inquinamento industriale e persino di raccogliere (sic) il metallo dal suolo. Per conseguire questi obiettivi, i ricercatori di tutto il mondo stanno cominciando a riconoscere l'esigenza di lavorare sulla stessa varietà di pianta - un organismo modello - per essere in grado di confrontare il proprio lavoro. Wendy Ann Peter e colleghi della Purdue University hanno preso in esame venti diverse specie selvatiche di cavolo. Da queste, hanno selezionato la Thlaspi caerulescens (erba storna alpina), una scelta che è stata fatta indipendentemente anche da un gruppo di studiosi olandesi dell'Università di Waeningen. Si tratta di una pianta che cresce facilmente in laboratorio e iperaccumula nickel, zinco e cadmio. Inoltre, il suo genoma è per circa l'88 per cento identico a quello dell'Arabidopsis thaliana, il cui D.N.A. è già stato sequenziato, il che renderebbe l'analisi genetica molto più semplice.

Peer, W. A. et al. Identifying model metal hyperaccumulating plants: germplasm analysis of 20 Brassicaceae accessions from a wide geographical area. New Phytology, 159, 421 - 430, (2003). Assunçao, A. G. L. et al. A cosegregation analysis of zinc (Zn) accumulation and Zn tolerance in the Zn hyperaccumulator Thlaspi caerulescens. New Phytology, 159, 383 - 390, (2003). Assunçao, A. G. L., Schat, H. & Aarts, M. G. M. Thlaspi caerulescens, an attractive model species to study heavy metal hyperaccumulation in plants. New Phytology, 159, 351 - 360, (2003)

Fonte: Le Scienze-Espresso


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domenica 16 ottobre 2011

Segnalazioni di ottobre

La rivista telematica di archeologia, storia e scienza, “Runa bianca”, nel numero 3, settembre 2011, ha ospitato tre articoli dedicati alla Biogeoingegneria e dintorni. Ci riferiamo ai seguenti testi: "Le scie chimiche, tra inganno ed evoluzione: imparare a vedere", a firma di Cristian Martinis; "Chemtrails, reticoli bianchi che oscurano il sole", contributo del biologo Giorgio Pattera; infine "H.A.A.R.P. tra scienza ed alchimia", ricerca di un altro biologo, Samuele Venturini. Sono articoli documentati e precisi in cui vengono evidenziati non solo i tratti salienti del problema, ma pure messi in luce i vari addentellati. I testi in esame formano un trittico che squaderna il tema con dovizia di particolari e di fonti. Da segnalare, tra le varie conclusioni reperibili all’interno di questi reportages, la correlazione individuata da Samuele Venturini tra la dislocazioni delle basi H.A.A.R.P. e la cintura di fuoco, dove si rilevano i sismi più frequenti e rovinosi.

Segnaliamo che dal mese di settembre è visitabile il blog “Tanker enemy meteo”. Incrociando i dati sulle previsioni del tempo con i riscontri riferiti alle attività chimiche, vengono stilati dei bollettini in cui le proiezioni meteo sono rettificate. Questa è la ratio di un blog che riconduce “innocue velature”, “velature sterili” "cielo sereno e soleggiato, senza nubi significative”, “cielo sereno e senza fenomeni” e scempiaggini simili alle operazioni militari compiute in bassa, media ed alta atmosfera.

I servizi meteorologici preconizzano con esattezza la velatura del cielo, fenomeno a tutti gli effetti artificiale, prodotto dall’uomo. Sulla base di ciò, è possibile preannunciare le attività di aerosol e quindi le condizioni atmosferiche conseguenti che di solito si manifestano sotto forma di eventi estremi, ossia siccità prolungata e disastrosi nubifragi.

E’ soprattutto un intervento di transcodificazione, ossia traduciamo l’elocuzione mistificante della neo-meteorologia orwelliana in un linguaggio veritiero e diretto: così, ad esempio, le “innocue velature” sono denunciate come formazioni nuvolose indotte che, giacché contengono veleni, tutto sono, fuorché innocue!

A proposito di impostura, segnaliamo il sito OsservatorioApocalittico.it, un portale in cui la disinformazione cerca di presentarsi con un volto umano. Gli autori cercano di evitare i toni veementi ed offensivi dei negazionisti classici, ma la sostanza non cambia, poiché è il solito coacervo di fanfaluche e bugie. Non sarebbe neanche necessario indicare che la Rete ha partorito un altro mostro, se non fosse che, dietro parvenze più o meno normali (per quanto possa essere normale il milieu perverso della disinformazione), si nasconde un progetto veramente sinistro. Il principale curatore del sito nonché intestatario del dominio, tale Roberto Paura alias oppard - nomen omen - non sembra essere soltanto un altro dei numerosi scombiccheracarte, ma uno che la sa molto lunga. Pur non essendo proprio un pezzo grosso, Paura pare adempiere un ruolo cruciale, relativo al reclutamento di giovani che, sguinzagliati sia nel mondo virtuale sia in quello reale, agirebbero da infiltrati e da spie nei movimenti e nei gruppi degli attivisti. Abbiamo buone ragioni per ritenere che dietro OsservatorioApocalittico.it agiscano i servizi segreti che non lesinano risorse, proprio come il Ministero dell’inferno, per arruolare sicofanti.

Dopo che la trasmissione “Mistero” ha mandato in onda nella puntata del 9 ottobre scorso un pur ridondante e poco significativo servizio sulle scie chimiche, Paura si è affrettato a scrivere un articolo dove prova a ridimensionare ed a smentire le affermazioni dei vari ricercatori interpellati. La vera natura dell’occultatore incallito è affiorata nello scartafaccio, tra insinuazioni e denigrazioni, con i soli argomenti ad personam ed elucubrazioni capziose, sempre con quel tono sprezzante che ricorda il messia italo–svizzero dell’esecranda setta sciacondensara.

Certo, Paura scrive un po’ meglio, ma la stoffa (di pessima qualità) è la medesima. Ciò non toglie che ci imbattiamo nella consueta sciatteria linguistica, ma molto più grave è la campagna di diffamazione perpetrata contro i ricercatori indipendenti. Secondo lui, Corrado Penna è sì laureato in Fisica, ma, essendo un docente di scuola superiore, non è che sia poi tanto attendibile: sarà attendibile lui, in campo scientifico, avendo conseguito il titolo in “scienze” politiche. Tuttavia non ogni male viene per nuocere: il Nostro, passando in rassegna le varie spiegazioni circa gli scopi delle scie chimiche, per lui inverosimili, rivela (si lascia sfuggire?) l’obiettivo precipuo. Tra i collaboratori troviamo il famigerato il geologo Michele Galloni (Hanmar), già noto per le sue violente scorribande sia sulla Rete, sia nelle conferenze nel ruolo di provocatore.

Il portale OsservatorioApocalittico.it, vera sentina, naturalmente si impegna nel coprire i crimini compiuti dai governi e da centri occulti di potere contro la popolazione, dipingendo le istituzioni in modo deamicisiano, come benevole ed oneste. Mai ricostruzione fu più falsa! Se ne è accorto di recente il magistrato Paolo Ferraro, alle cui vicissitudini ha dedicato un’inchiesta, “Il caso Ferraro – prima parte” Enrica Perucchietti sul numero 32 di “X Times”. Il magistrato denuncia progetti di controllo mentale in Italia e l’esistenza di un’associazione segreta che interesserebbe alte cariche militari, con legami negli ambienti della giustizia, della politica, della psichiatria e della massoneria deviata. Le indagini di Ferraro l’hanno portato a scoprire una fazione connessa al Sovrano militare ordine di Malta (S.M.O.M.), di cui è accertato il coinvolgimento nell’omicidio dell’imprenditore Enrico Mattei.

Come volevasi dimostrare.

Si ringrazia l’amico e collaboratore Gianni Ginatta per la segnalazione inerente agli articoli apparsi su "Runa bianca".



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