Una ricerca referata francese del 2015 attesta che l’ambiente è contaminato da microfibre di plastica: lo studio è incline ad attribuire l’inquinamento alle lavorazioni industriali ed all’agricoltura, ma noi non possiamo escludere che le fibre sintetiche di ricaduta siano dovute per lo più alla polimerizzazione dei carburanti aeronautici. Qualunque sia l’origine delle microfibre, abbiamo poco da rallegrarci, perché, come dimostra l’indagine, l’acqua, il cibo, l'aria etc. sono avvelenati.
Fibre sintetiche di ricaduta: Rachid Dris, Johnny Gasperi, Mohamed Saad, Cécile Mirande, Bruno Tassin Université Paris-Est, LEESU (Laboratoire eau environnement et Systèmes urbains), 61 avenue du Général de Gaulle, 94010 Cedex Créteil, Francia
Storia dell'articolo: ricevuto il 2 ottobre 2015, ricevuto in forma riveduta il 22 dicembre 2015, accettato il 5 gennaio 2016
In questa ricerca è stata studiata la ricaduta atmosferica di microplastiche (nanofibre di polimeri) in due siti urbani e sub-urbani differenti. Le microplastiche sono state raccolte con un imbuto in acciaio inox. I campioni sono stati filtrati ed osservati con uno stereo-microscopio. Le fibre di microplastiche sono state rilevate in quasi tutti i campioni raccolti. In ciascuno specimen raccolto è stata evidenziata una ricaduta atmosferica compresa tra 2 e 355 particelle / m2 / al giorno. I flussi registrati erano sistematicamente superiori nei centri urbani rispetto a quelli dei siti sub-urbani.
La caratterizzazione chimica ha permesso di stimare al 29% la proporzione di tali fibre che sono ora sintetiche ora una miscela di materiali naturali e sintetici. L'estrapolazione delle fibre raccolte (con peso e volume), ha permesso una stima approssimativa. Essa mostra che tra le 3 e 10 tonnellate di fibre ogni anno si sono accumulate a seguito dalla ricaduta atmosferica nell'agglomerato parigino (2500 km2). […]
Sulla base di un monitoraggio a lungo termine, i nostri risultati mostrano grandi quantità di fibre da ricaduta atmosferica, fenomeno che non è ancora stato riportato nella letteratura scientifica. Durante il monitoraggio di tutto l'anno (sito 1), la ricaduta atmosferica variava dai 2 a 355 particelle / m2 / al giorno con una ricaduta media atmosferica di 110 ± 96 particelle / m2 / al giorno. Sulla postazione 2 (controllo a sei mesi), la ricaduta atmosferica è stata di circa 53 ± 38 particelle / m2 / al giorno.
La plastica ed i micro-detriti sono formati principalmente da polietilene, ma anche di etilene / butilene e copolimeri di etilene / acetato di vinile: si è pensato che potessero provenire da cosmetici contenenti particelle esfolianti come il gel doccia ed il dentifricio. Questi composti passano nell’ambiente dai sistemi fognari. Le microplastiche possono costituire fino al 10% del peso totale del prodotto. Inoltre, le particelle granulari usate come abrasivi per trattare superfici possono diffondersi nell'ambiente.
Anche le fibre degli abiti si diffondono dappertutto attraverso il sistema fognario in quanto, come le particelle granulari dei cosmetici, alcuni di questi scivolano attraverso gli impianti di trattamento delle acque reflue. Se vengono adoperati fanghi contenenti microplastiche, come i fertilizzanti in agricoltura, la plastica ed i micro-detriti possono essere immessi nell’atmosfera, quindi contaminare il cibo.
I sorprendenti (ed inquietanti, n.d.r.) risultati delle ricerche svolte presso l'Università di Oldenburg, hanno rilevato che le fibre, i frammenti ed i materiali anche granulari si trovano nel miele, nell’acqua ed in altre bevande “potabili”.
Letto su: ningizhzidda
Fonte: nogeoingegneria.com
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