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domenica 9 dicembre 2018

Il "terraforming" è cominciato



Mike Adams di Naturalnews, in un suo recente articolo, rilancia un’ipotesi già ventilata tempo addietro: è una congettura che vede nella geoingegneria clandestina uno strumento di terraforming al contrario. Del tutto incuranti dei giudizi, anzi dei pregiudizi che imperversano fra i decerebrati ed i negazionisti (la differenza fra i due gruppi è molto sfumata), pubblichiamo le parti salienti del pezzo elaborato da Mike Adams, consci, come c’insegna il filosofo Eraclito che “la verità è inverosimile” e che “chi non si aspetta l’inaspettato non troverà la verità”. Anche il detto anglossassone “fakes in news, facts in fiction”, “inganni nelle notizie, fatti nella finzione”, si addice all’approccio in oggetto.

Non posso esimermi dal ricordare l’eccellente pellicola “Oblivion”. Nella produzione il protagonista, interpretato da Tom Cruise, pensa di proteggere la civiltà umana, ma in realtà in modo inconsapevole lavora per esseri allotri che depredano le risorse della Terra e massacrano gli esseri umani. Il film è uno dei migliori lungometraggi di fantascienza di tutti i tempi ed il suo intreccio sembra stranamente simile a ciò che sta accadendo in questi decenni con la cosiddetta "geoingegneria clandestina" alias scie chimiche (in inglese chemtrails n.d.t.)



Chi (o che cosa) vorrebbe alterare e deteriorare l'atmosfera, diminuire i livelli di ossigeno, distruggere l'approvvigionamento di derrate e far collassare la civiltà umana? La risposta dovrebbe essere ovvia: qualcuno o qualcosa che è in competizione con Homo sapiens sapiens ed è costantemente impegnato ad ingannare l'umanità. La vita umana sulla Terra sembra essere in fase di "purificazione" in uno schema di pulizia etnica che produrrà una biosfera snaturata con bassi livelli di ossigeno. Tale habitat snaturato potrebbe rivelarsi vantaggioso per una forma di vita che non appartiene all'ecosistema della Terra. La riduzione della radiazione solare che raggiunge la superficie terrestre renderebbe Gaia più idonea ad una forma di vita che proviene da un pianeta situato più lontano dalla sua stella rispetto alla Terra dal nostro stesso sole (o per creature infraterrestri o provenienti da una dimensione oscura, n.d.t.)

Sorge l'ovvia, seppur bizzarra, domanda: i globalizzatori della Terra stanno preparando il pianeta per un'era post-umana? Questo piano è mascherato da azioni di emergenza per ridurre l’impatto dei "cambiamenti climatici"? Presto l'inquinamento indiscriminato sarà presentato come un piano audace ma necessario per salvare l'umanità, laddove è un mero genocidio? Che cosa succederebbe, se i "cambiamenti climatici" si rivelassero una gigantesca frode progettata fin dall'inizio per convincere i terrestri a promuovere ed avallare il proprio sterminio? Data la distruzione pianificata dei biomi in nome del "surriscaldamento globale", dobbiamo ora considerare tale possibilità, non importa quanto sembri eccentrica.



Scheda della produzione cinematografica

Un mondo stremato da un’apocalisse terribile provocata da un’invasione aliena, pochi irriducibili terrestri che sorvegliano il pianeta ormai abbandonato dai terrestri, i misteriosi Scavengers, ed una scenografia strepitosa: tutto questo è il punto di partenza del film di fantascienza del 2013 “Oblivion”.

Siamo nella seconda metà degli anni 2000. La Terra è stata devastata da una guerra nucleare che gli umani hanno combattuto e “vinto” contro gli invasori alieni. La Luna è stata distrutta e questo ha causato sismi, maremoti e diversi sconvolgimenti che hanno reso il pianeta una landa desolata. In seguito alla devastazione, l’umanità è in esodo su Titano mentre sul nostro mondo gli ultimi sopravvissuti si battono per salvaguardare i macchinari che prosciugano le risorse naturali (per generare energia utile alla vita sul nuovo pianeta) dalla distruzione degli extraterrestri. Due di questi eroi si imbattono in alcuni astronauti lanciati nello spazio decenni prima, ma ora atterrati rovinosamente: i cosmonauti sono riconosciuti stranamente come “minacce”…

Insieme con Tom Cruise, troviamo nel cast il carismatico Morgan Freeman, la bellissima Olga Kurylenko e Nikolaj Coster-Waldau. Kosinski non è solo il regista del film, ma è anche autore del soggetto, nato all’inizio per una graphic novel, dopo che lo aveva trasposto in un racconto breve. Olga Kurylenko, nota in Italia per aver preso parte alla fatica di Giuseppe Tornatore, “La corrispondenza”, deve la sua fama mondiale alla partecipazione allo 007 “Quantum of solace” dove interpreta una strepitosa Bond-girl.

Fonte: TERRAFORMING has begun - Naturalnews

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sabato 19 agosto 2017

La "festa" degli alberi



"E' arrivato il momento... di distruggere quelli che distruggono la Terra". (Rivelazione, 11.18)

Si celebra ancora la “festa degli alberi”? Se sì, oggi essa trasuda retorica pseudo-ecologista in linea con l’Agenda 21. Il regime finge di voler salvare la natura, vedendo il filo d’erba dell’automobile privata, che inquina pochissimo o quasi per niente, mentre si ignora la foresta costituita dal traffico indiavolato degli aerei civili che avvelenano l’intero pianeta.

In che condizioni versa la vegetazione dopo tanti anni di mortali operazioni chimico-biologiche? La situazione è piuttosto diversificata: alcune specie sembrano resistere, adattandosi a condizioni ambientali repulsive; altre essenze, invece, patiscono maggiormente. Già due lustri or sono, l’agronoma statunitense Rosalind Peterson lanciò l’allarme circa il depauperamento del patrimonio boschivo in California.

E’ un impoverimento causato dalla geoingegneria clandestina che significa aria secca, gravissima penuria di piogge e di altre idrometeore (neve e rugiada in primo luogo), alterazione del PH del suolo, riduzione o estinzione dei batteri che rendono fertili i terreni. Le chiome delle conifere che, normalmente rinnovano tutto l’anno gli aghi, tendono ad ingiallire, i rami si spezzano, mentre vari parassiti aggrediscono gli alberi sempre più debilitati.

Le angiosperme faticano a fiorire ed a fruttificare, a seguito di un totale sconvolgimento delle stagioni: oggi, nelle regioni a clima mediterraneo, ne esistono solo due, una lunga estate siccitosa e torrida ed un inverno non molto freddo punteggiato da nubifragi. Stando così le cose, il ciclo vegetativo è stravolto: le piante perdono le foglie già in estate, in una primavera precoce la fioritura è abbondante, ma, a causa dell’aridità e di altre situazioni avverse, producono in genere pochi e miseri frutti in estate.

Ricapitolando, vediamo quali sono i principali fattori che danneggiano la vegetazione.

• Diffusione nell’humus di bario ed alluminio e di altri elementi nocivi. Bario ed alluminio, tra i principali ingredienti delle scie chimiche, sono alcalini, quindi il PH del suolo risulta per lo più basico, ma comunque snaturato rispetto ai parametri normali. Il carbonato di calcio, disperso in quantità industriali, rende la terra inadatta allo sviluppo di quasi tutta la flora.

Siccità di origine artificiale.

• Carente umidità atmosferica.

• Piogge alcaline o talora acide, ma comunque contaminate.

• Modificazione dei cicli stagionali.

• Campi elettromagnetici.

• Radiazioni nucleari.


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Range finder: come si sono svolti i fatti

domenica 24 aprile 2016

L'alluminio frena la crescita delle piante (articolo di Beatrice Salvemini)



Un recente studio conferma quanto da anni asseriamo: l’alluminio nel suolo, ormai presente in concentrazioni di gran lunga superiori alla norma, alluminio quasi sempre di origine aerea, inibisce la crescita dell’apparato radicale delle piante. Peter Kopittke, primo autore della pubblicazione scientifica, invece di dichiarare la causa della contaminazione, ossia l’alluminio usato nei carburanti ed additivi avio e per la missilistica, suggerisce di selezionare colture più resistenti (leggi transgeniche) a questo metallo tossico e nocivo. Pazzesco!!!

Allarme alluminio: scoperti i meccanismi di tossicità del metallo che limita la crescita delle piante

Negli ultimi quarant’anni un terzo dei terreni coltivabili di tutto il mondo è stato perduto perché sterile. Uno degli elementi maggiormente responsabili di questo processo è l'alluminio, che costituisce un problema in particolare per i suoli acidi: circa il 40% dei terreni agricoli del mondo.

In questi suoli i minerali si dissolvono e rilasciano in soluzione il metallo, che poi limita la crescita delle piante. Nonostante gli effetti dell'alluminio fossero noti sin dal principio del XX secolo, le ragioni alla base della sua tossicità non sono mai state comprese fino in fondo.

Grazie ad una combinazione di tecniche ed all'impiego del microscopio TwinMic, che usa la luce di sincrotrone di Elettra, il team di ricerca ha "fotografato" per la prima volta le modalità d'accumulo dell'alluminio nelle radici dei semi di soia, in funzione dei tempi di esposizione.

Lo studio ha dimostrato che gli effetti tossici dell'alluminio sono estremamente rapidi, esercitandosi già a partire dai primi cinque minuti di esposizione al metallo e sono dovuti ad un'inibizione diretta dell'allungamento di determinate cellule situate all'apice della radice e direttamente responsabili della sua crescita.

"Usando TwinMic e la tecnica della fluorescenza ai raggi X - commenta Alessandra Gianoncelli, ricercatrice di Elettra - siamo riusciti ad ottenere una serie di mappe chimiche, che hanno evidenziato come l'alluminio si concentri nelle pareti di queste cellule, impedendone l'allentamento e l'allungamento necessari. In questo modo le radici non possono crescere e la pianta non potrà accedere all'acqua ed ai nutrienti indispensabili per portare a termine il ciclo riproduttivo. L'effetto è già chiaramente visibile in pochi minuti, ma, anche lasciando passare 24 ore, le cellule in cui l'alluminio si è concentrato sono sempre quelle collocate nella stessa zona della radice".

"Questo studio - commenta Peter Kopittke dell'Università australiana del Queensland, primo autore della pubblicazione - è una chiave importante per la corretta costruzione di strategie atte a contrastare la perdita dei suoli agricoli. Una possibile soluzione per tutelare la produzione agricola passa, infatti, attraverso la produzione di colture più resistenti all'alluminio. (sic!) A questo scopo la conoscenza dei meccanismi d'accumulo e d'azione del metallo, a livello cellulare e subcellulare, è di fondamentale importanza".

La ricerca, pubblicata sulla rivista “Plant physiology”, ha visto la collaborazione dei seguenti centri accademici: Università del Queensland (Australia), Università dell'Australia del Sud, Università di Oxford ed Elettra Sincrotrone Trieste in AREA Science Park.

Fonte: Ilquieora.blogspot.it


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sabato 14 marzo 2015

La guerra climatica è una guerra?



Sono fondamentalmente due le conclusioni che denotano un’ancora imprecisa comprensione della geoingegneria clandestina:

• l’idea che le operazioni siano volte in primis al “governo” degli eventi atmosferici, nel quadro di tentativi di stabilizzare il clima terrestre;
• l’opinione che siano in corso dei conflitti tra vari stati, ostilità che prevedono l’impiego di armi meteorologiche e geofisiche.

L’interpretazione meramente climatica delle chemtrails, se non scivola in una giustificazione della geoingegneria, si impantana nelle solite elucubrazioni circa la gestione della radiazione solare (solar radiation management), a proposito degli interventi per mitigare il cosiddetto riscaldamento globale, ridurre le emissioni di CO2 etc. Si tende a confondere i termini del problema, ossia si pensa che gli sconvolgimenti atmosferici siano le conseguenze di manovre fallite volte a dominare i cicli naturali e non il risultato di una deliberata azione distruttiva. Ad esempio, il gelo polare negli Stati Uniti orientali, contrapposto alla spaventosa siccità di gran parte del Midwest e della costa occidentale NON è la ripercussione di azioni fuori controllo, ma una situazione creata ad hoc, in un quadro strategico ed economico perfettamente congegnato.

Alcuni ricercatori ritengono che le catastrofi cui assistiamo da alcuni anni (uragani artificiali, sismi indotti, distruzione di raccolti, aridità…) siano l'esito di una guerra che le superpotenze combattono tra loro: così la siccità californiana sarebbe causata dai Russi e lo scioglimento del permafrost in Siberia sarebbe la ritorsione degli Stati Uniti contro il loro tradizionale nemico. Se così fosse, i capi di stato rinfaccerebbero al nemico l’impiego di un arsenale climatico, il che è avvenuto solo in sporadiche occasioni: si vede che ciascun governo ha i suoi scheletri nell’armadio.

Ora, senza escludere scontri fra i vari stati e ricordando che, nei decenni passati, gli attacchi meteo erano sovente sferrati da un paese contro un altro (si pensi all’”operazione Popeye”), bisogna riconoscere che oggigiorno la geoingegneria illegale è per lo più coordinata e gestita da poteri sovranazionali, attuata per mezzo di un’aviazione civile che non conosce confini. I vari stati, quando non sono registi delle operazioni, subiscono il Diktat di apparati mondialisti per i quali la sovranità nazionale non ha alcun valore.

La “guerra climatica” è dunque una guerra? Non è un conflitto tra diversi paesi, ma un’aggressione non dichiarata, un attacco scatenato da un potere globale contro la Terra e tutti i suoi abitanti.


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giovedì 19 giugno 2014

Gli ultimi giorni del pianeta Terra


Even though we can’t afford, the sky is over. Anche se non ce lo possiamo permettere, il cielo è sparito. (Serj Tankian, The sky is over)

Disfacimento

E’ proprio necessario riportare fonti e tradurre articoli per dimostrare che, se non accadrà un miracolo, il pianeta e l’umanità sono spacciati? Non occorre elencare i flagelli che stanno colpendo una Terra già fortemente provata da un modello di “sviluppo” aberrante.

Dalle radiazioni di Fukushima alle diuturne, esiziali operazioni di geoingegneria abusiva, dalle contaminazioni di ampie aree a causa dell’uranio impoverito alle discariche ed agli inceneritori che avvelenano l'aria, il suolo e le falde acquifere, dal traffico di rifiuti tossici alla deforestazione, dall’acidificazione degli oceani a causa del rilascio di gas naturale al deterioramento dell’ozonosfera, dall’estinzione di numerose specie viventi all’inquinamento elettromagnetico, è tutto una sequela di disastri da tempo annunciati, invano denunciati.

Gaia sembra ormai una bolgia dantesca. Si respira un’atmosfera da basso impero: il disfacimento, però, a differenza di quanto accadde nel III secolo, non è la ripercussione di un concorso di eventi sfavorevoli, quanto il risultato di un declino programmato in cui le parole d’ordine sono “crisi” e “devastazione”. Sono ferite inferte ad un’umanità sempre più debole e disorientata, blandita solleticando un fatuo narcisismo, una mal intesa e distorta rivendicazione di diritti.

Il gonzo di Firenze

Il sistema agisce per ledere e distruggere, ma sempre mascherando le sue azioni perverse che sono presentate come benefici: una campagna per le vaccinazioni, un’iniziativa per “tutelare” l’ambiente, una raccolta di fondi per compiere ricerche su una “malattia genetica rara”, una legge per combattere la disoccupazione… Ogni intervento, nel mondo orwelliano in cui siamo costretti a sopravvivere, va letto al contrario.

Probabilmente lo scenario più agghiacciante, ma spacciato per mirabolante innovazione a favore dei cittadini, è quello prospettato dal gonzo di Firenze: costui ha anticipato che presto ogni italiano riceverà un codice per consentirgli di gestire tutte le esigenze (rapporti con la pubblica amministrazione, movimenti di denaro, fruizione di servizi, istruzione…). E’ palese l’intento: digitalizzare l’intero spettro delle attività per trasformare gli individui in numeri che possono essere cancellati pigiando un tasto.

Che sia stato un minus habens a preannunciare il marchio, non cambia la sostanza delle cose, giacché il giullare tosco è il portavoce di poteri forti, gli stessi poteri che fomentano conflitti in ogni dove, tramano “rivoluzioni”, depredano risorse, massacrano intere etnie. Le loro parole sono di miele, ma il loro cuore è gonfio di fiele. Dai pulpiti, dalle logge, dalle tribune essi proclamano a gran voce di volersi adoperare per la pace, per la libertà e giustizia, ma covano un odio feroce che li sprona a scatenare guerre, a schiacciare i popoli, a prevaricare.

Una via d’uscita

Il cantante statunitense di origini armene, Serj Tankian, nell’epica canzone intitolata “The sky is over” (Il cielo è sparito), grida il suo dolore di fronte ad un mondo dilaniato in cui i carnefici rovinano paesi ed economie, dove la noncuranza della massa impedisce e rinvia la presa di coscienza, il semplice gesto, per dirla con James Hillman, di “guardare in alto”. “Guardare in alto” non significa solo – ed è già pratica auspicabile – volgere gli occhi al firmamento per prendere contezza della sua tragica metamorfosi, ma soprattutto preservare quell’attitudine a vedere oltre le contingenze e la superficie, ad intraprendere un percorso difficile ma significativo verso un riscatto risolutivo. E’ un’attitudine del tutto negata a disinformatori vecchi e nuovi, ai Quisling, ai persecutori a cottimo, ai ciarlatani scientisti. Il loro attuale successo, il loro ignominioso trionfo, conseguito grazie al sostegno dell’establisment e ad una corruzione capillare, è caparra di una disfatta ingloriosa, definitiva.


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lunedì 3 marzo 2014

Scie chimiche: precisazioni semantiche


Ormai l’espressione “scie chimiche” è conosciuta pure dai non addetti ai lavori: comincia a diffondersi, sebbene purtroppo attraverso i canali della disinformazione, anche tra la gente comune. Qual è l’origine della dicitura in oggetto e quale campo semantico occupa? Sono necessarie alcune precisazioni lessicali.

"Scie chimiche" è un sintagma derivato dall'inglese "chemtrails", a sua volta forma sincopata di “chemical trails”. Il termine “chemtrails”, di origine militare, figura nello “Space preservation act”, una proposta di legge presentata nel 2001 dal deputato del Congresso Denis Kucinich. Il parlamentare statunitense chiese la messa al bando di tutte le armi esotiche, incluse appunto le chemtrails. La sua proposta di legge fu poi approvata ma con drastici tagli: il riferimento a tutte le armi esotiche fu espunto.

Il lessema “chemtrails” è modellato sul vocabolo “contrails” (da condensation trails), scie di condensazione, termine che risale al 1940-45. E’ palese che anche l’acqua e gli altri gas incombusti delle del tutto eccezionali scie di condensa, sono composti chimici, ma nei codici linguistici la parole (la consuetudine dei locutori che legittima le scelte paradigmatiche), come ci insegna De Saussure, determina e qualifica spesso significati, accezioni, ambiti d’uso. [1] Perciò l’espressione “scie chimiche”, sebbene imprecisa sotto il profilo squisitamente scientifico, è quanto mai adatta a definire tutti quei veleni dispersi deliberatamente nella biosfera attraverso aerei civili e militari. Così sono appropriate, quantunque non molto frequenti, le iuncturae “scie tossiche” o “scie velenose”. Il termine “chemtrails” tuttavia, con i suoi equivalenti italiano e spagnolo (estelas quimicas) ha il crisma e l’avallo della matrice militare. Errano dunque coloro che lo evitano, come se fosse di registro colloquiale o destituito di autorità semantica.

Certamente l’espressione “geoingegneria clandestina” (o illegale o abusiva) è più calzante: essa designa tutte quelle criminali operazioni volte a trasformare i biomi, a modificare gli equilibri naturali per mezzo della massiccia e quotidiana dispersione di composti chimici spesso in sinergia con l’irradiazione di campi elettromagnetici di differente intensità e frequenza. Visto che il complesso militare-industriale mira a stravolgere i processi biologici, ancora più preciso si rivela il sostantivo “biogeoingegneria”, cioè manipolazione della vita, a cominciare dal D.N.A., associata ad interventi che incidono sui fenomeni meteorologici, climatici e tettonici della Terra. Il pianeta con i suoi abitanti diventa un gigantesco teatro di attività illecite e di folli, pericolosi esperimenti.

La “geoingegneria ufficiale”, infine, è la classica foglia di fico per tentare di coprire o di giustificare le operazioni distruttive sopra descritte: formalmente essa sarebbe finalizzata a ridurre il cosiddetto “riscaldamento globale” o addirittura a ripristinare lo strato di ozono. E’ ovvio che è una truffa sia materiale sia linguistica. Per questa ragione, quando ci si riferisce alle iniziative scellerate del sistema, il sostantivo geoingegneria è sempre abbinato all’aggettivo “clandestina” o ad attributi di simile valore.


[1] In glottologia per asse paradigmatico si intende l’insieme dei vocaboli che il locutore seleziona spesso in modo inconscio o comunque irriflesso per accordarli nell’enunciato e nel discorso. Si contrappone all’asse sintagmatico, ossia alla struttura combinatoria di tipo sintattico-lineare. E’ una differenza che si deve considerare, quando si disserta sui fenomeni linguistici, sebbene siamo consapevoli che tale ragionamento non si può esigere dai negazionisti, ignoranti e stolti per definizione.

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giovedì 23 settembre 2010

Sangue artificiale? (Articolo di Clifford Carnicom)

Un importante studio dell'ingegnere statunitense Clifford Carnicom si riferisce a globuli rossi con ogni probabilità artificiali: sono eritrociti rintracciati nei malati di Morgellons. La ricerca di Carnicom suffraga le tesi esposte in Terraforming: creare un pianeta sintetico.

Non sto offrendo alcun parere medico o diagnostico con la presentazione di tali informazioni. Agisco esclusivamente come un ricercatore indipendente che fornisce i risultati di un'estesa osservazione e di analisi di inusuali condizioni biologiche che sono evidenti. Ormai esistono convincenti prove che una forma di sangue artificiale o modificato è un elemento dominante riscontrato in campioni di filamenti dentali che sono comunemente associati alla sindrome di Morgellons.

E' stato ideato un metodo che è in grado di rompere l'involucro esterno delle fibre. Quindi si verifica un processo di ricostituzione. Gli elementi della soluzione ottenuta sono stati ripetutamente esaminati con un microscopio molto potente. Il metodo è stato replicato numerose volte ed ogni volta risultavano le stesse strutture identificabili. La struttura indica che ci sono eritrociti, ossia globuli rossi.

E' stato più volte suggerito da alcuni ricercatori che la condizione del sangue sembra essere un denominatore comune della sindrome di Morgellons; quest'ultima ricerca lo prova ulteriormente. Essenzialmente tutti gli individui finora testati hanno dimostrato questa stessa variazione del sangue in una certa misura, senza badare se siano presenti certe anomalie della pelle o no.

È stato dunque appurato che le colture ottenute dai campioni dentali presentano anche eritrociti. Questo lavoro è stato confermato con due prove distinte a livello forense. L'ultimo ritrovamento di una forma eritrocitaria proprio all'interno degli originali campioni dentali di filamenti dimostra ulteriormente questo aspetto della sindrome di Morgellons.

La biologia di entrambi i campioni della coltura e le forme eritrocitarie all'interno delle fibre sono chiaramente al di fuori del contesto tradizionale della conoscenza scientifica e ciò dimostra come siano state sviluppate certe tecnologie avanzate di tipo segreto. Queste tecnologie probabilmente includono sviluppi biologici artificiali o modificati, la ricerca avanzata sulle cellule staminali ed il trasferimento genetico.

La supposizione che le forme eritrocitarie siano, se non sintetiche, almeno manipolate in qualche modo, si basa sulle seguenti osservazioni.

1. Le cellule sono essenzialmente di forma regolare.

2. La ricostituzione degli eritrociti avviene in un ambiente repulsivo rispetto alle sostanze chimiche ed al calore.

3. Un'ulteriore struttura sub-micron spesso è abbinata a questi globuli rossi o si trova proprio all'interno della forma eritrocitaria. Queste strutture sono identiche nei numerosi campioni di sangue umano anomalo; campioni che sono stati analizzati in concomitanza con la ricerca sul Morgellons.

4. Le dimensioni della forma eritrocitaria all'interno del filamento dentale variano maggiormente rispetto alla specie umana e questa sembra essere una risposta ad un ambiente chimico di ricostituzione. Questo medium chimico è sfavorevole e negativo per un normale sviluppo biologico, ma la ricostituzione sembra prosperare in questo stesso habitat.


Fonte: Ilsole24h





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mercoledì 15 settembre 2010

Terraforming: creare un pianeta sintetico

Per un singolare sincronismo, i curatori dell’eccellente blog Freeskies hanno deciso di approfondire negli stessi giorni il tema oggetto di questo articolo in un testo che inseriamo, per ora, tra le fonti, riservandoci di dargli lo spazio che merita, appena possibile.

Che cos'è il Terraforming? “Terraforming è un vocabolo usato per indicare un processo di ingegneria planetaria, consistente nel modificare le condizioni ambientali di un corpo celeste per renderlo abitabile dall’uomo. Il termine fu introdotto nel 1942 all’interno del romanzo di fantascienza Seetee ship ("L’astronave di antimateria") da Jack Willliamson (nato nel 1908) che lo usò nuovamente a più di mezzo secolo di distanza in "Terraforming Earth". La nozione di Terraforming è stata comunque adottata anche da astronomi/esobiologi, come Carl Sagan che, appassionato di fantascienza, lesse presumibilmente il romanzo di Williamson. Al "terraforming" Sagan dedicò la sua tesi di dottorato e riprese poi il concetto in varie opere”.

La spiegazione del Terraforming tratta dall’"Enciclopedia dell’astronomia e della cosmologia" ci offre un appiglio per investigare l’annosa questione “scie chimiche” da un’angolazione sui generis. Osservazioni, ricerche, studi... ci hanno condotto ad ipotizzare che, dietro l’infame operazione, si nascondano molto più che semplici obiettivi di controllo climatico e di predominio economico. Rady Ananda, nell’articolo "Foresta aliena, cielo alieno, oceano alieno", scrive: “Le corporations stanno distruggendo la Terra con il pretesto del fatturato. Infatti le loro attività di spoliazione di Gaia sono così terribili e così onnipresenti che i profitti sembrano difficilmente plausibili come unico autentico movente. Quando sono considerati insieme – i cieli chimici, le piante geneticamente modificate, l'idrosfera contaminata – le persone ragionevoli non possono non restare sgomente di fronte a questa trasformazione aliena del pianeta”.

Davvero l’accento batte sulla trasformazione del pianeta: è un cambiamento parallelo alla mutazione antropologica che vede appunto gli uomini in modo lento, ma irreversibile mutati in esseri bionici. Assistiamo ad una spaventosa metamorfosi dell’ambiente, una metamorfosi il cui carattere distintivo è l’artificialità o, per lo meno, l’ibridazione tra elementi inorganici e forme organiche. L’etere è permeato di onde elettromagnetiche, l’aria, l’acqua, il cibo sono pieni di nanostrutture, molte piante ed animali sono ormai transgenici: la natura ha assunto un’essenza bio-tecnologica. La geo-ingegneria ha invaso tutti gli angoli del pianeta, la tecnologia ha creato delle protesi alla mente. Gli uomini sono automi. L’automazione di un mondo controllato consuona con la meccanicità delle reazioni e dei comportamenti.

Si potrebbe pensare che l’uomo stia diventando una creatura basata sul silicio, su parametri genetici “alieni”: è in atto un terraforming, ma al contrario? Le condizioni degli ecosistemi vengono progressivamente adattate ad esigenze non umane, ad una specie incrociata o ad una genia straniera (forse tecnologica o bionica, una specie di Intelligenza artificiale, come quella raffigurata da Philip K. Dick nei suoi visionari racconti).

Almeno due fenomeni, in tale ottica, vanno riletti: il Morgellons e le misteriose piogge di sangue. Il Morgellons pare un incidente di percorso più che una malattia deliberatamente provocata: essa sembra essere la sintomatologia di un rigetto (nanopatologia) di fronte ad un’aggressione nanotecnologica. Nei soggetti in cui questa affezione non si conclama le nanostrutture restano quiescenti fino a quando un impulso elettromagnetico mirato non provocherà la trasformazione?

Nell'estate del 2001 a Kerala, nell'India sud orientale, subito dopo un misterioso boato, cadde una pioggia di colore tra il rosa ed il rossastro. La notizia fu pubblicata nell'aprile del 2006 sulla rivista “Astrophysics and space science” in un articolo intitolato “La pioggia rossa di Kerala e la sua possibile origine extraterrestre”. Godfrey Louis, ordinario di Fisica teorica ed applicata all'Università “Mahatma Gandhi”, analizzò al microscopio ed a diverse temperature campioni dell'anomala pioggia, scoprendovi cellule con spessi pareti rosse. Queste cellule, prive di D.N.A., contenevano idrogeno, silicio, ossigeno, carbonio ed alluminio. Inoltre Louis, sottoponendo il materiale a differenti emissioni di raggi UV, rilevò picchi variabili di autofluorescenza, fenomeno riscontrabile nelle cellule biologiche, sebbene le cellule "aliene" siano prive di proteine.

Insomma, pare che ci si trovi di fronte ad un rompicapo, poiché le cellule di Kerala paiono qualcosa di intermedio tra inorganico ed organico. E' significativo che esse includano il silicio. Il silicio è l'unico elemento in grado di generare, come il carbonio, catene complesse e può essere adoperato per creare dei sistemi neuronali e cerebrali di tipo artificiale o meglio, dei sistemi in cui il confine tra biologico ed elettronico è assai sfumato. Il silicio è in grado di immagazzinare energia (non a caso, i pannelli fotovoltaici di nuova generazione sono costruiti con celle di silicio) e di condurre l'elettricità.

Da non trascurare un altro "mattoncino" delle cellule di Kerala, l'alluminio, uno fra gli elementi peculiari delle scie tossiche.

Considerando gli elementi chimici e le particolarità delle cellule indiane, viene da pensare che, se esse non sono di origine esogena, la loro struttura chimica e la loro ratio siano state in parte riprodotte in laboratori militari per creare composti cross over, inorganico-organico, materiali artificiali, ma bio-compatibili come quelli reperiti nel materiale di ricaduta delle chemtrails.

L'accostamento carbonio-silicio richiama alla mente uno dei sinistri progetti del governo occulto: è un piano volto a determinare un passaggio della specie umana dalla matrice carbonio alla matrice carbonio-silicio. Questa graduale metamorfosi sembra uno degli scopi ultimi dell’operazione di aerosol clandestino, ma pare anche concomitante con un adattamento dei biomi ad un’intrusione. Nella Terra del futuro convivrà una razza esogena in un ambiente, opportunamente predisposto, con i discendenti transgenici ed ibridi del Sapiens Sapiens? Questi ultimi formeranno una classe di lavoratori sterili (la sterilità sia maschile sia femminile è un problema sempre più grave) alle dipendenze di Altri? Lo scenario qui prospettato richiama la situazione descritta da Aldous Huxley in "Brave new world": gli schiavi, docili ed apatici, sono al servizio delle élites in una società ipertecnologica.

Dal risveglio della coscienza e dall’azione di ognuno di noi dipende se il tetro futuro qui scorciato è solo un momentaneo timore o il destino che attende l’umanità.

Wake up, stand up, fight for your rights!


Fonti:

C. Carnicom, Sangue artificiale, 2009
Enciclopedia dell’astronomia e della cosmologia, Milano, 2005, s.v. Terraforming
Freeskies, Processo di Terraformazione, 2010
Id, Un anno di ricerche: le conclusioni, 2010
R. Ananda, Foresta aliena, cielo alieno, oceano alieno, 2010






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