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giovedì 15 settembre 2011

La N.A.S.A. colpisce ancora

La nasuta N.A.S.A., l’agenzia nazional-militare con patetiche ambizioni scientifiche, torna all’attacco con una mezza verità atta a coprire le operazioni di geo-ingegneria: il global warming, dovuto alle emissioni di gas serra, è stato un gigantesco abbaglio. L’ente così smentisce in primo luogo sé stesso e cestina centinaia di “studi” in cui si correlava l’aumento della concentrazione di CO2 nell’atmosfera ad un rialzo delle temperature del pianeta. Abbiamo sempre saputo che era un’accozzaglia di menzognere sciocchezze, ma alle idiozie ora subentrano subdole rivelazioni. Nuove analisi, infatti, attribuiscono al Sole le variazioni termiche: che la nostra stella influisca sul clima terrestre è assodato, ma l’oracolo della N.A.S.A. maschera le costanti e massicce operazioni militari di bio-geoingegneria, alias scie chmiche, da cui dipendono non cambiamenti, ma sconvolgimenti climatici: siccità prolungate e disastrose, alluvioni, pioggerelle velenose, grandinate distruttive, nebbie chimiche onnipresenti...

Certe verità parziali nocciono più delle bugie. L’obiettivo è chiaro: individuare un pretesto per continuare nelle attività chimico-biologiche ed elettromagnetiche nonché per proseguire con la campagna a favore della geoingegneria, biossido di carbonio o non biossido di carbonio, Sole o non Sole. La situazione reale è ben diversa da come la dipingono e la plasmano i media di regime e gli enti pseudo-scientifici: il pianeta è al collasso, a causa delle chemtrails e delle irradiazioni elettromagnetiche, in primis di microonde da cui dipende, ad esempio, la riduzione del fenomeno noto come escursione termica diurna, ossia la differenza di temperatura tra giorno e notte, discrepanza ormai assottigliatasi a tal punto che, in estate, si attesta sui due gradi.

Il cosiddetto “effetto serra” è quindi di natura prevalentemente artificiale: le microonde, irradiate da apparati militari come satelliti geostazionari e radar (si pensi al M.U.O.S. di Niscemi, Sicilia) ne sono una concausa, oltre alle attività clandestine di aerosol. Questo documento accademico dimostra come intercorra una stretta correlazione tra tecnologie satellitari di ultima generazione e la necessità di mantenere l'umidità atmosferica a bassi livelli percentuali. A pagina 8 della tesi di dottorato intitolata "Aumento della risoluzione spaziale per il sondaggio di temperatura ed umidità da satellite geostazionario mediante radiometria ad onde millimetriche e submillimetriche", infatti, si legge:

“Il grande vantaggio del telerilevamento alle microonde rispetto a quello infrarosso è da ricercarsi nel fatto che le idrometeore che costituiscono le nubi hanno generalmente dimensioni comparabili con le lunghezze d’onda infrarosse, portando quindi la radiazione IR rapidamente all’estinzione per fenomeni di scattering (sparpagliamento). Ciò comporta che in presenza di campi nuvolosi il telerilevamento IR sia in grado di osservare solamente gli strati superiori della nube, senza poter osservare gli strati sottostanti, mentre le MW (microonde) consentono di osservare anche le zone sottostanti la nube, giungendo fino alla superficie terrestre, almeno finché alle nubi non sia associata alcuna precipitazione. Questa è la caratteristica più importante che rende il telerilevamento alle microonde uno strumento molto utile per l’analisi meteorologica in condizione di cielo non chiaro.

Utilizzando invece le microonde (MW), nelle bande di assorbimento dell’O2 a 54 GHz (per la temperatura) e dell’H2O a 183 GHz (per l’umidità) si riesce, sia pure con risoluzione verticale ed orizzontale minore, ad eseguire il sondaggio anche in presenza di nube, almeno finché queste non siano associate a precipitazione. Alle frequenze elettromagnetiche nelle MW corrisponde, infatti, una lunghezza d’onda millimetrica che non interagisce in modo significativo con i costituenti delle nubi che sono generalmente di almeno un ordine di grandezza inferiore”.

A conclusione della nostra analisi, pubblichiamo le informazioni inerenti alla ritrattazione della N.A.S.A.

“Basta allarmismi: il riscaldamento globale non c’è (sic) più. Almeno questo è ciò che emerge dalle più dettagliate analisi dei dati satellitari della N.A.S.A. che, tra 2000 e 2011, non hanno più misurato un aumento delle temperature sulla superficie terrestre. I dati testimoniano che l’atmosfera terrestre disperde calore nello spazio in modo molto più efficiente, rispetto a quanto previsto da alcuni allarmistici modelli di previsione basati sui dati degli anni precedenti e che il biossido di carbonio mantiene (sic) molto meno calore del previsto.

Tra i dati e le previsioni c’è (sic) una differenza enorme, soprattutto sugli oceani: il climatologo Roy Spencer, coautore dello studio e ricercatore dell’Università dell’Alabama, insieme con Danny Braswell, ha spiegato che non bisogna lasciarsi andare a catastrofismi sul clima e che l’andamento termico mondiale è determinato da cicli naturali.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista ‘Remote Sensing‘ e si è avvalso dei dati della temperatura superficiale raccolti dall’Unità di ricerca sul clima di Hadley in Gran Bretagna. I dati relativi all'energia radiante sono stati raccolti dal C.E.R.E.S. (Clouds and Earth’s Radiant Energy System), strumento che si trova a bordo del satellite ‘Terra’ della N.A.S.A”.


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Range finder: come si sono svolti i fatti

mercoledì 14 luglio 2010

Sun flares (seconda ed ultima parte)

Leggi qui la prima parte.

Alcuni ricercatori si sono chiesti se le operazioni chimiche siano, almeno in parte, volte a mitigare gli effetti di questi previsti eventi, in modo da creare una sorta di scudo contro i flussi di particelle. Ora, ci sentiamo di scartare questa ipotesi per i seguenti motivi.

Sappiamo, in primo luogo, che le varie manipolazioni (si pensi, ad esempio al Progetto Starfish o ai sistemi H.A.A.R.P.) aggravano una situazione già precaria: la magnetosfera e le fasce di Van Allen sono state deteriorate, la coltre di ozono è stata deliberatamente assottigliata sicché i raggi ultravioletti penetrano più facilmente nella biosfera, la ionosfera è stata lacerata. Se veramente si intendono proteggere le apparecchiature elettroniche ed i sistemi di comunicazione, si può ricorrere alla schermatura con metalli ad hoc o alla costruzione di installazioni sotterranee. In realtà, pare che il governo segreto con la realizzazione di basi ipogee, da un lato, e l'operazione "scie chimiche", dall'altro, miri ad una divaricazione: creare un futuro per pochi privilegiati che, in caso di cataclisma, si rifugerebbero nei bunker e, nel contempo, lasciare il resto dell'umanità in balia degli elementi, accelerando ed anticipando la distruzione delle protezioni naturali in modo che raggi cosmici e quant'altro diventino ancora più micidiali.

Le chemtrails potrebbero costituire una planetaria gabbia di Faraday? La gabbia di Faraday è un tipo di schermo elettrostatico realizzato mediante una rete metallica a maglie molto fitte a formare una sorta di gabbia e cui si applica una tensione. A causa dell'induzione elettrostatica, la normale distribuzione delle cariche di conduzione nella struttura metallica viene modificata in modo che il campo elettrico in tali strutture risulta nullo. I corpi posti all'interno di una gabbia di Faraday non risentono dell'azione di campi elettrici esterni né di quella della carica elettrica eventualmente presente sulla gabbia stessa.

Dubitiamo che le scie chimiche possano assolvere una funzione paragonabile a quella di una gabbia di Faraday: i metalli dispersi nell'atmosfera ne aumentano l'elettroconduttività, ma, spinti dai venti e dalle correnti, non si dispongono a creare una maglia rigida. Che senso avrebbe distribuire il particolato (e tutto il resto, insetticidi, batteri, virus, funghi...) soprattutto sulle aree abitate per "proteggere" gli apparati elettrici ed elettronici urbani e domestici, quando bisognerebbe schermare i satelliti da cui dipendono oggi gran parte delle telecomunicazioni ed i voli aerei? Da un punto di vista fisico, l'uso di metalli che presto ricadono e che si diffondono in maniera più o meno casuale nell'atmosfera equivale ad una gabbia di Faraday? Sarebbe come ripararsi da una pioggia scrosciante con un colabrodo.

La "difesa" militare è interamente basata sui satelliti che, in caso di gigantesche tempeste solari, verrebbero sicuramente messi fuori uso. Un'eruzione solare colpirebbe i cavi ad alta tensione: i cavi poterebbero gli impulsi su tutta la rete elettrica, bruciando i trasformatori delle centrali e tutto quello che incontrano nel loro percorso. Ciò accadde nel 1982 in Canada. L'esperienza canadese ha dimostrato che il materiale solare carico non si diffonde in modo omogeneo, poiché si concentra in alcune zone. Non si può tuttavia prevedere dove.

Non dimentichiamo che la colossale fandonia del particolato da usare contro gli effetti dei brillamenti solari è stata propalata dall'infame Edward Teller, uno fra i più influenti esponenti dell'establishment militare. Teller escogitò l'idea balzana delle scie tossiche come difesa dalle radiazioni solari, proponendo una "risoluzione" assai più grave del problema (creato ad arte?) che si finge di voler contrastare, secondo il solito schema triadico: problema, reazione, risoluzione.

Siamo certi che i militari non dispongono di sistemi in grado di sostituire le reti elettriche, in caso di blackout? Inoltre, dato che la cricca si è costruita città sotterranee del tutto autosufficienti, che interesse avrebbe a salvaguardare le linee elettriche ed i servizi primari dei comuni mortali?

Il fulcro è costituito dai satelliti artificiali che orbitano ad almeno 130 km dalla Terra: i G.P.S. orbitano tra i 18.000 ed i 22.000 km di distanza dalla superficie terrestre. Per difenderli dal vento solare, costituito da particelle come protoni ed elettroni che possono deviarne l'orbita, dovrebbero essere schermati: ma che cosa c'entrano con i satelliti gli aerei chimici che sovente incrociano a quote basse, prendendo di mira la popolazione?

Sembra che le varie operazioni siano proprio finalizzate non a salvare il salvabile, ma a colpire il pianeta forse in sinergia con manifestazioni naturali molto potenti: catastrofi naturali ed indotte potrebbero portare ad anomia e disordini da cui il governo mondiale potrebbe trarre solo vantaggi. Ex chaos ordo.

Robert Shea e Robert Wilson nell'orribile, ma istruttivo romanzo "La mela d'oro", appartenente alla "Trilogia degli Illuminati", saga da cui sono state tratte le abominevoli "Illuminati cards", descrivono un'arma che, colpendo il sole, provoca una spaventosa eruzione con perniciosi effetti su Gaia e sui suoi abitanti. E' solo finzione, ma l'opera riflette la perversa ideologia degli Oscurati e forse fornisce qualche indizio.






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Range finder: come si sono svolti i fatti

martedì 6 luglio 2010

Sole nero

"Sole nero" è il titolo della recente canzone composta ed interpretata dai Litifiba. Pierò Pelù, front man del gruppo, dopo una lunga parentesi da solista lontano dalla formazione, vi rientra con un album da cui è tratto il singolo "Sole nero". Il titolo, potentemente evocativo, è denso di significati simbolici: più che alludere, però, all'eclissi della ragione, dichiara l'oscurità letterale e metaforica in cui siamo immersi, oltre ad illuminare di una luce fosca il tramonto della "civiltà". Il Sole nero è un astro spettrale che splende sulle macerie di un mondo in consunzione, ma anche la fiamma che incenerisce "la vita tutta in un istante." Questo bagliore tetro ed implacabile rischiara appena la china ("illumina il cammino") che affonda nelle tenebre della desolazione.

Con disperata ma inesausta volontà, Pelù grida la nostra condizione di uomini contaminati nel corpo e nell'anima ("Sono il figlio delle radiazioni, delle televisioni") e lancia un messaggio che riprende la sua audace ed avventurosa incursione in “Che tempo che fa”, l'inutile programma condotto dal bamboccio Fabio Fazio. Allora il cantante provocò il bellimbusto, spronandolo a trattare l'argomento "scie chimiche". Oggi, insinuandosi tra le fitte maglie della censura, gli autori del pezzo (Renzulli e Pelù), denunciano "le dosi di veleno della mia città": chi ha orecchie per intendere, intenda.

La condizione dimidiata dell'uomo contemporaneo è espressa nelle antitesi ("con l'inferno e il paradiso qui nei miei pensieri, il Dio cervello è pieno o vuoto a metà"), esacerbata dalla difficoltà a trovare il senso e l'equilibrio in sé stessi ("Faccio a botte coi miei sogni, coi miei desideri"). E' una diagnosi impietosa, ma riconoscere i sintomi di questa malattia, i segni di un disagio che pare non sradicabile, è un primo passo verso la terapia e la remissione. Così i "malati" saranno guariti ed i "sani" in realtà sono floridi (all'apparenza) moribondi.



Faccio a botte coi miei sogni
coi miei desideri
con l'inferno e il paradiso
qui nei miei pensieri

Voglio tregua da me stesso
e ballo coi fantasmi
soli lune stelle, eclissi
un'immensità
dove io ti cerco
tra luce e buio a metà
Splende su di noi
e illumina il cammino
che ci sta davanti
brucia dentro e poi
rivedo la mia vita tutta in un istante

E' un sole nero
sul mondo che ci aspetta
e non fa complimenti

Sono il figlio delle radiazioni
delle televisioni
delle dosi di veleno della mia città
dove il Dio cervello
è pieno o vuoto a metà

Splende su di noi
e illumina il cammino
che ci sta davanti
brucia dentro e poi
rivedo la mia vita tutta in un istante

E' un sole nero,
sul mondo che ci aspetta
e non fa complimenti

E' un sole nero [...]



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Range finder: come si sono svolti i fatti

mercoledì 23 giugno 2010

Sun flares (prima parte)

Numerosi articoli sono stati pubblicati in queste ultime settimane a proposito dell'evenienza che l'attività solare culmini in distruttive tempeste tra il 2012 ed il 2013. E' necessario gettare un barlume sul tema per evitare che, come è accaduto per il cosiddetto "effetto serra", si usino certi fenomeni come copertura per l'operazione "scie chimiche". Vedremo nella seconda parte del presente articolo come denunciare questa strumentalizzazione.

Sul Corriere.it, a firma di Franco Foresta Martin, è apparso un pezzo dall'inequivocabile titolo "Il vento solare soffia imprevisto. Timori per le telecomunicazioni". Fisici statunitensi hanno, infatti, scoperto che, anche in fase di scarsa attività della nostra stella, i flussi di radiazioni e particelle possono essere molto intensi.

Scrive Foresta Martin: 'Per ora il Sole ci riserva una sorpresa dopo l'altra - ha dichiarato Sarah Gibson, portavoce del gruppo e geofisica al National Center for Atmospheric Research (N.C.A.R.) di Boulder, Colorado. - Finora si pensava che il cosiddetto vento solare toccasse i livelli più bassi in corrispondenza del minimo dell'attività, quando anche le macchie quasi scompaiono dalla sua superficie. Invece, studiando il comportamento della nostra stella, durante l'ultimo minimo del 2008, e confrontandolo con il precedente minimo del 1996, abbiamo trovato che questa convinzione non è fondata: il vento solare può investire la Terra come un lanciafiamme anche quando non ci sono macchie'.

La metafora del lanciafiamme, ovviamente, non è da prendere alla lettera. In realtà, può succedere che un intenso flusso di particelle elementari di origine solare, giunto al livello dell'orbita terrestre con velocità di centinaia di km al secondo, colpisce il campo magnetico terrestre che funge da scudo contro questo tipo di radiazioni e riesce a penetrarlo, scatenando tempeste elettromagnetiche. Il fenomeno può avere risvolti rilevanti anche per la nostra vita quotidiana, poiché la maggior parte dei moderni sistemi elettronici e di telecomunicazioni è vulnerabile rispetto a questi eventi e può andare in tilt, causando una serie di blackout a catena che investono i satelliti artificiali, le linee elettriche e quelle telefoniche, i trasporti, le trasmissioni radio e televisive, gli apparati G.P.S. etc. [...]

Dei rischi associati alle tempeste solari si è discusso nei giorni scorsi anche nel corso di un seminario internazionale presso la sede dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (I.N.G.V.) a Roma. 'Abbiamo ospitato un meeting internazionale patrocinato dallo S.C.A.R. (Comitato Scientifico per la Ricerca in Antartide) che ha avuto come tema centrale il prossimo massimo di attività solare atteso nel 2012 e le contromisure per mitigarne gli effetti sui sistemi di navigazione satellitare, quali il ben noto G.P.S., ma anche il russo GLONASS e l’imminente sistema europeo GALILEO' - riferisce la dirigente di ricerca, Giorgiana De Franceschi -.[...] Gli esperti di diverse nazioni, guidati dal gruppo di fisica dell’alta atmosfera dell’I.N.G.V. Si sono perciò riuniti per pianificare l’osservazione e lo studio dell’atmosfera polare attraverso una rete internazionale di speciali ricevitori G.P.S. ubicati sul continente Antartico. Da questi studi ci si aspetta una migliore conoscenza di due caratteristiche dell'atmosfera: il vapore d’acqua nella bassa atmosfera (troposfera) ed il contenuto di elettroni nella parte alta (ionosfera) che influiscono sulla propagazione delle onde radio".

E' arduo comprendere quanto queste informazioni corrispondano al vero e quanto, invece, non siano circostanze enfatizzate per scopi inconfessabili. Vero è che tra il 28 agosto ed il 2 settembre del 1859 occorse una gigantesca tempesta geomagnetica, nota come evento di Carrington: il fenomeno causò l'interruzione del telegrafo per quattordici ore e dell'erogazione di energia elettrica (all'epoca comunque poco diffusa, se non in poche grandi città come Parigi, la Ville lumiére) nonché aurore boreali molto luminose visibili anche a Roma, Hawai, Giamaica e Cuba.

La N.A.S.A. che, fino a poco tempo fa, smentiva qualsiasi avvenimento significativo legato ai cicli solari ed al 2012, ora, invece, è in prima linea negli annunci "catastrofici". In Attesa gigantesca tempesta solare per il 2012, leggiamo: "Le nostre reti informatiche e quelle elettriche potrebbero essere distrutte dal picco di attività solare previsto per i prossimi anni. A Washington, non a caso si è aperto il Forum sul clima solare promosso dalla N.A.S.A. in cui protagonista sarà proprio il picco di attività stellare. Secondo Richard Fisher, scienziato della N.A.S.A., 'la nostra società tecnologica ha sviluppato una sensibilità alle tempeste solari senza precedenti'. Siamo, infatti, dipendenti dalle apparecchiature elettroniche. L’onda di particelle, tra i suoi effetti, potrebbe sortire anche quello di mandare in tilt i nostri satelliti. Potremmo, nell’arco di poco tempo restare al buio, senza energia elettrica e comunicazioni. 'Il primo segno di pericolo verrebbe quando le radiazioni iniziassero a disturbare segnali radio e dispositivi G.P.S. Dieci o venti minuti dopo, i satelliti commerciali, che trasmettono conversazioni telefoniche, televisive ed informazioni di ogni genere sarebbero praticamente spazzati via', ha asserito Tom Bogdan.

Poco dopo sarebbe la volta di tutte le linee elettriche. Le radiazioni sarebbero in grado di indurre corrente sulle linee elettriche ad alto voltaggio. Il che porterebbe alla distruzione praticamente di tutti i trasformatori sul pianeta. Il tutto, accadrebbe simultaneamente dappertutto".



Leggi qui la seconda parte.





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