
La nasuta N.A.S.A., l’agenzia nazional-militare con patetiche ambizioni scientifiche, torna all’attacco con una mezza verità atta a coprire le operazioni di geo-ingegneria: il global warming, dovuto alle emissioni di gas serra, è stato un gigantesco abbaglio. L’ente così smentisce in primo luogo sé stesso e cestina centinaia di “studi” in cui si correlava l’aumento della concentrazione di CO2 nell’atmosfera ad un rialzo delle temperature del pianeta. Abbiamo sempre saputo che era un’accozzaglia di menzognere sciocchezze, ma alle idiozie ora subentrano subdole rivelazioni. Nuove analisi, infatti, attribuiscono al Sole le variazioni termiche: che la nostra stella influisca sul clima terrestre è assodato, ma l’oracolo della N.A.S.A. maschera le costanti e massicce operazioni militari di bio-geoingegneria, alias scie chmiche, da cui dipendono non cambiamenti, ma sconvolgimenti climatici: siccità prolungate e disastrose, alluvioni, pioggerelle velenose, grandinate distruttive, nebbie chimiche onnipresenti...
Certe verità parziali nocciono più delle bugie. L’obiettivo è chiaro: individuare un pretesto per continuare nelle attività chimico-biologiche ed elettromagnetiche nonché per proseguire con la campagna a favore della geoingegneria, biossido di carbonio o non biossido di carbonio, Sole o non Sole. La situazione reale è ben diversa da come la dipingono e la plasmano i media di regime e gli enti pseudo-scientifici: il pianeta è al collasso, a causa delle chemtrails e delle irradiazioni elettromagnetiche, in primis di microonde da cui dipende, ad esempio, la riduzione del fenomeno noto come escursione termica diurna, ossia la differenza di temperatura tra giorno e notte, discrepanza ormai assottigliatasi a tal punto che, in estate, si attesta sui due gradi.
Il cosiddetto “effetto serra” è quindi di natura prevalentemente artificiale: le microonde, irradiate da apparati militari come satelliti geostazionari e radar (si pensi al M.U.O.S. di Niscemi, Sicilia) ne sono una concausa, oltre alle attività clandestine di aerosol. Questo documento accademico dimostra come intercorra una stretta correlazione tra tecnologie satellitari di ultima generazione e la necessità di mantenere l'umidità atmosferica a bassi livelli percentuali. A pagina 8 della tesi di dottorato intitolata "Aumento della risoluzione spaziale per il sondaggio di temperatura ed umidità da satellite geostazionario mediante radiometria ad onde millimetriche e submillimetriche", infatti, si legge:
“Il grande vantaggio del telerilevamento alle microonde rispetto a quello infrarosso è da ricercarsi nel fatto che le idrometeore che costituiscono le nubi hanno generalmente dimensioni comparabili con le lunghezze d’onda infrarosse, portando quindi la radiazione IR rapidamente all’estinzione per fenomeni di scattering (sparpagliamento). Ciò comporta che in presenza di campi nuvolosi il telerilevamento IR sia in grado di osservare solamente gli strati superiori della nube, senza poter osservare gli strati sottostanti, mentre le MW (microonde) consentono di osservare anche le zone sottostanti la nube, giungendo fino alla superficie terrestre, almeno finché alle nubi non sia associata alcuna precipitazione. Questa è la caratteristica più importante che rende il telerilevamento alle microonde uno strumento molto utile per l’analisi meteorologica in condizione di cielo non chiaro.
Utilizzando invece le microonde (MW), nelle bande di assorbimento dell’O2 a 54 GHz (per la temperatura) e dell’H2O a 183 GHz (per l’umidità) si riesce, sia pure con risoluzione verticale ed orizzontale minore, ad eseguire il sondaggio anche in presenza di nube, almeno finché queste non siano associate a precipitazione. Alle frequenze elettromagnetiche nelle MW corrisponde, infatti, una lunghezza d’onda millimetrica che non interagisce in modo significativo con i costituenti delle nubi che sono generalmente di almeno un ordine di grandezza inferiore”.
A conclusione della nostra analisi, pubblichiamo le informazioni inerenti alla ritrattazione della N.A.S.A.
“Basta allarmismi: il riscaldamento globale non c’è (sic) più. Almeno questo è ciò che emerge dalle più dettagliate analisi dei dati satellitari della N.A.S.A. che, tra 2000 e 2011, non hanno più misurato un aumento delle temperature sulla superficie terrestre. I dati testimoniano che l’atmosfera terrestre disperde calore nello spazio in modo molto più efficiente, rispetto a quanto previsto da alcuni allarmistici modelli di previsione basati sui dati degli anni precedenti e che il biossido di carbonio mantiene (sic) molto meno calore del previsto.
Tra i dati e le previsioni c’è (sic) una differenza enorme, soprattutto sugli oceani: il climatologo Roy Spencer, coautore dello studio e ricercatore dell’Università dell’Alabama, insieme con Danny Braswell, ha spiegato che non bisogna lasciarsi andare a catastrofismi sul clima e che l’andamento termico mondiale è determinato da cicli naturali.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista ‘Remote Sensing‘ e si è avvalso dei dati della temperatura superficiale raccolti dall’Unità di ricerca sul clima di Hadley in Gran Bretagna. I dati relativi all'energia radiante sono stati raccolti dal C.E.R.E.S. (Clouds and Earth’s Radiant Energy System), strumento che si trova a bordo del satellite ‘Terra’ della N.A.S.A”.
Certe verità parziali nocciono più delle bugie. L’obiettivo è chiaro: individuare un pretesto per continuare nelle attività chimico-biologiche ed elettromagnetiche nonché per proseguire con la campagna a favore della geoingegneria, biossido di carbonio o non biossido di carbonio, Sole o non Sole. La situazione reale è ben diversa da come la dipingono e la plasmano i media di regime e gli enti pseudo-scientifici: il pianeta è al collasso, a causa delle chemtrails e delle irradiazioni elettromagnetiche, in primis di microonde da cui dipende, ad esempio, la riduzione del fenomeno noto come escursione termica diurna, ossia la differenza di temperatura tra giorno e notte, discrepanza ormai assottigliatasi a tal punto che, in estate, si attesta sui due gradi.

“Il grande vantaggio del telerilevamento alle microonde rispetto a quello infrarosso è da ricercarsi nel fatto che le idrometeore che costituiscono le nubi hanno generalmente dimensioni comparabili con le lunghezze d’onda infrarosse, portando quindi la radiazione IR rapidamente all’estinzione per fenomeni di scattering (sparpagliamento). Ciò comporta che in presenza di campi nuvolosi il telerilevamento IR sia in grado di osservare solamente gli strati superiori della nube, senza poter osservare gli strati sottostanti, mentre le MW (microonde) consentono di osservare anche le zone sottostanti la nube, giungendo fino alla superficie terrestre, almeno finché alle nubi non sia associata alcuna precipitazione. Questa è la caratteristica più importante che rende il telerilevamento alle microonde uno strumento molto utile per l’analisi meteorologica in condizione di cielo non chiaro.
Utilizzando invece le microonde (MW), nelle bande di assorbimento dell’O2 a 54 GHz (per la temperatura) e dell’H2O a 183 GHz (per l’umidità) si riesce, sia pure con risoluzione verticale ed orizzontale minore, ad eseguire il sondaggio anche in presenza di nube, almeno finché queste non siano associate a precipitazione. Alle frequenze elettromagnetiche nelle MW corrisponde, infatti, una lunghezza d’onda millimetrica che non interagisce in modo significativo con i costituenti delle nubi che sono generalmente di almeno un ordine di grandezza inferiore”.
A conclusione della nostra analisi, pubblichiamo le informazioni inerenti alla ritrattazione della N.A.S.A.
“Basta allarmismi: il riscaldamento globale non c’è (sic) più. Almeno questo è ciò che emerge dalle più dettagliate analisi dei dati satellitari della N.A.S.A. che, tra 2000 e 2011, non hanno più misurato un aumento delle temperature sulla superficie terrestre. I dati testimoniano che l’atmosfera terrestre disperde calore nello spazio in modo molto più efficiente, rispetto a quanto previsto da alcuni allarmistici modelli di previsione basati sui dati degli anni precedenti e che il biossido di carbonio mantiene (sic) molto meno calore del previsto.
Tra i dati e le previsioni c’è (sic) una differenza enorme, soprattutto sugli oceani: il climatologo Roy Spencer, coautore dello studio e ricercatore dell’Università dell’Alabama, insieme con Danny Braswell, ha spiegato che non bisogna lasciarsi andare a catastrofismi sul clima e che l’andamento termico mondiale è determinato da cicli naturali.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista ‘Remote Sensing‘ e si è avvalso dei dati della temperatura superficiale raccolti dall’Unità di ricerca sul clima di Hadley in Gran Bretagna. I dati relativi all'energia radiante sono stati raccolti dal C.E.R.E.S. (Clouds and Earth’s Radiant Energy System), strumento che si trova a bordo del satellite ‘Terra’ della N.A.S.A”.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.
Chi è Wasp? CLICCA QUI