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mercoledì 6 maggio 2015

Preoccupante incidenza di sclerosi laterale amiotrofica nel Medio Campidano: quali sono le vere cause?



Sardegna, Provincia del Medio Campidano: impennata nei casi di sclerosi laterale amiotrofica. Lo riferisce in un recente servizio il notiziario dell'emittente televisiva “Sardegna 1”. Nel reportage si menzionano i livelli abnormi di metalli (pesanti e no) nell’organismo di pazienti colpiti dalla S.L.A., nota anche malattia di Lou Gehrig. Sono valori che superano qualsiasi soglia di tollerabilità. Nel documento non è menzionata la biogeoingegneria clandestina (alias scie chimiche), ma è palese che l’”epidemia” di SLA non può essere soltanto la conseguenza di un’attività industriale oggi quasi del tutto smantellata.

Già il compianto Dottor Mark Purdey denunciò il fatto che la Sardegna era stata scelta come area per diaboliche sperimentazioni belliche: questi test prevedevano la diffusione nella biosfera di bario e stronzio.

Purdey sostenne che l'esposizione cronica e l'intossicazione da bario erano di origine atmosferica. Il bario, insieme al manganese [1] ed all'alluminio era ed è disperso "per migliorare la trasmissione dei segnali radio e radar, lungo i corridoi aerei dei velivoli militari, nell’ambito di test sulla gittata dei missili etc.". Purdey giustamente reputava che il bario potesse dar ragione dell’alta incidenza di casi di sclerosi multipla e di altre malattie neurodegenerative, come l’encefalopatia spongiforme trasmissibile (T.S.E.) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA), soprattutto in alcuni territori dove il bario è un importante contaminante ambientale.

Mark Purdey identificò l’argento (Ag), il bario (Ba), lo stronzio (Sr) ed il rame (Cu) come metalli che si sono ormai accumulati nella catena alimentare, a causa, in buona parte, dell’irrorazione aerea con ioduro d’argento per produrre pioggia in aree colpite dalla siccità nel Nord America nonché a seguito delgli aerosol a base di bario, adatto per migliorare la rifrazione dei segnali radar e nelle radio comunicazioni.

Il bioaccumulo di questi elementi nella catena alimentare si conclama in un processo neurodegenerativo che può essere confuso con encefalopatie spongiformi trasmissibili (TSE) di origine infettiva.

Si aggiunga che l’isola è “crivellata” da servitù e poligoni militari da cui proviene il nanoparticolato di uranio impoverito. Si aggiungano le diuturne, criminali operazioni di “guerra climatica” ai danni della popolazione sarda (e non solo!) e si comprenderà la vera radice del problema.

Qui l’eloquente servizio.



[1] Sino dal 1988, Mark Purdey, un allevatore del Somerset, ha sostenuto l'ipotesi che gli scienziati non abbiano studiato a fondo le cause della BSE. Autodidatta e senza finanziatori ha indagato sui complessi meccanismi biochimici del cervello, arrivando a pubblicare un rivoluzionario e documentato studio su un'autorevole rivista medica, ottenendone però soltanto attacchi, verbali e fisici.

Lo studio di Purdey inizia con l'esame delle funzioni dei prioni, le proteine cerebrali la cui alterazione sembra essere responsabile della BSE. I prioni hanno il compito di proteggere il cervello dalle proprietà ossidanti di alcune sostanze chimiche attivate da agenti esterni come i raggi ultravioletti. La sua ipotesi è che quando i prioni sono esposti a una carenza di rame ed un eccesso di manganese, il manganese prende il posto del rame cui normalmente il prione si lega. In tal modo, la proteina perde la propria funzione. La prima insorgenza della BSE in Gran Bretagna, ricorda Purdey, si ebbe negli anni '80, quando il Ministero dell'Agricoltura impose a tutti gli allevatori il trattamento degli animali con un pesticida a base di organofosfati chiamato Phosmet, impiegato a dosi molto più alte che nel resto del mondo. Il pesticida veniva versato lungo la colonna vertebrale degli animali.

La ricerca di Purdey mostra che il Phosmet cattura il rame. In quegli stessi anni il mangime degli animali veniva arricchito con sterco di polli proveniente da allevamenti dove gli animali erano nutriti con manganese per aumentare la quantità di uova prodotte. I prioni contenuti nel cervello dei bovini, in tal modo, venivano contemporaneamente privati di rame ed intossicati dal manganese. In Francia, l'impiego del Phosmet divenne obbligatorio inizialmente in Bretagna. 20 dei 28 casi di BSE vennero alla luce proprio in quella regione. Sempre secondo le ricerche di Purdey, la diffusione della malattia coincide con quella del pesticida. Un analogo tipo di avvelenamento potrebbe spiegare la distribuzione della versione umana della malattia.

Dei due principali ceppi di vCJD in Gran Bretagna, uno, nel Kent si trova nel pieno di un'area con coltivazioni nelle quali vengono usate ingenti quantità di fungicidi a base di organofosfati e manganese. L'altro ceppo è a Queniborough, nel Leicestershire, dove una fabbrica di vernici (distrutta da un incendio alcuni anni fa, con grave inquinamento chimico sul paese) ha per anni riversato parte degli scarti di lavorazione nel sistema di canalizzazioni usate per irrigare i campi. Nella produzione di vernici e come additivo per i carburanti avio viene usato proprio il manganese.

Ma Purdey non si è limitato a queste indagini, andando a verificare sul campo la propria teoria sui ceppi di BSE e CJD in Islanda, Colorado, Slovacchia e Sardegna. Ovunque vi siano ceppi di queste malattie, egli ha riscontrato esposizione degli animali e degli esseri umani a carenze di rame ed eccessi di manganese.

La maggioranza dei ceppi, inoltre, si trovano in aree montane, nelle quali i livelli di luce ultravioletta sono alti. Ma la prova più concreta a sostegno della sua ipotesi viene da uno studio pubblicato da un'équipe di biochimici dell'università di Cambridge. Questi hanno scoperto che quando il rame viene sostituito dal manganese nei prioni, i prioni adottano precisamente i comportamenti che identificano l'agente infettivo della BSE.

Articoli correlati:

- L’evidenza delle irrorazioni chimiche
- Deficit cerebrali da sostanze chimiche: è allarme


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martedì 3 febbraio 2015

L’oleodotto della N.A.T.O. a cui si approvvigionano le compagnie civili


Esiste un’efficace espressione usata dagli economisti, ossia “complesso militare-industriale” (in inglese military-industrial complex): tale dicitura denota non solo la stretta connessione tra strutture belliche ed industrie civili, ma lascia intendere che sovente il confine fra le due sfere d’interesse è labile. Gli interessi in gioco sono molteplici, i profitti astronomici: anche nel caso delle attività di geoingegneria clandestina, in parte occultate dietro l’andirivieni di voli più o meno regolari (all’apparenza), il nesso di cui sopra è evidente. Ne dà conto un articolo non recente ma fondamentale. Ne pubblichiamo un estratto in cui è descritto un oleodotto costruito dalla N.A.T.O.: a questa pipeline si riforniscono i vettori civili di mezza Europa. Tra l’altro i carburanti avio, a base di metalli neurotossici, sono esenti da imposte, pur essendo mille volte più nocivi della benzina per autoveicoli e nonostante un velivolo normale inquini quanto 500 autoveicoli non catalizzati [1], con buona pace degli “ecologisti” e della loro isterica crociata contro i cosiddetti “gas serra”. Inoltre non sono soggetti a controlli.



“Non era un segreto di Stato, ma quasi ed ora il Ministero della difesa, per la prima volta, conferma l’esistenza di un titanico oleodotto militare”. Lo scrisse Francesco Grignetti il 5 febbraio 2007, introducendo il suo articolo “Un oleodotto segreto attraversa l'Italia. Grande Vecchio?” Il pezzo fu pubblicato sul quotidiano "La Stampa".

Ogni giorno migliaia di viaggiatori si imbarcano in uno degli aeroporti europei. I passeggeri non sanno, però, che molte compagnie di bandiera si approvvigionano di carburante dalla N.A.T.O

Gli scali civili serviti dall’oleodotto della N.A.T.O. sono i seguenti:

- Aeroporto di Bruxelles (Belgio)
- Bierset Airport a Liege (Belgio)
- Scalo di Koln-Bonn (Germania)
- Aeroporto di Frankfurt am Main (Germania)
- Schiphol Airport di Amsterdam (Paesi bassi)
- Findel Airport (Granducato del Lussemburgo)

A questa lista vanno aggiunti gli aeroporti militari aperti al traffico civile. L’apertura degli aeroporti militari al traffico civile è avvenuta nel 2002 ed ha conosciuto una crescita strepitosa dei voli low-cost, anche grazie a condizioni fiscali particolarmente favorevoli: questo settore è, infatti, esentato da tasse e da controlli sulle emissioni inquinanti. Come se non bastasse, il traffico aereo low-cost usufruisce di finanziamenti pubblici.

Una rete di distribuzione di carburante di tale complessità ed importanza non può certamente restare segreta. Le persone coinvolte nella costruzione e nella gestione degli impianti sono molte e informate. Nonostante ciò, pochi conoscono questra realtà. Solo qualche fonte giornalistica, ad esempio un servizio di Euronews, si sofferma sul N.A.T.O.- P.O.L. (acronimo che sta per Petroleum Oil Lubrificant), descrivendo uno strumento logistico che si snoda in dieci stati aderenti al Patto atlantico (in Italia assume la sigla di N.I.P.S.).

Fonte: nogeoingegneria



[1] Una stima per difetto paragona l'inquinamento di ogni aereo a quello di 500 auto non catalizzate. L'aeroporto di Malpensa, ad esempio, equivale a 250-300.000 auto al giorno, quello di Linate a 150.000 auto.

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lunedì 1 dicembre 2014

Caronia: il sindaco ritiene che i roghi siano dovuti ad esperimenti militari

A differenza della stragrande maggioranza dei media ufficiali, riteniamo doveroso dar spazio all’odissea che stanno vivendo gli abitanti di Canneto di Caronia (Messina). Reputiamo che gli incendi ed altri fenomeni all’apparenza inspiegabili siano il fulcro di operazioni cruciali, anche se per lo più ignorate. Per ora, una sola osservazione: dopo che la frazione di Caronia è stata sgomberata, i roghi continuano: è la conferma che erano insinuazioni calunniose quelle di chi accusava i residenti di essere dei piromani.



Palermo. Potrebbero essere gli esperimenti militari la causa dei misteriosi incendi che, dal 2004, sgomentano gli abitanti di Canneto di Caronia (Messina). Ad asserirlo, ai microfoni di “Restate scomodi”, programma trasmesso da Radio Uno dal lunedì al venerdì alle 15:30, è il sindaco di Caronia, Calogero Beringheli. Beringheli ha affermato di essere in possesso di una relazione riservata, preparata da una commissione scientifica incaricata di studiare il fenomeno.

“Lo studio - spiega il primo cittadino - rivela che fra le ipotesi più probabili delle combustioni bisogna annoverare proprio la sperimentazione di armi che diversi stati starebbero usando. Noi vogliamo sapere quali sono questi paesi. Tutto è fermo dal 2007, i monitoraggi sono stati interrotti, la commissione ha proposto alla Protezione civile di potenziare la rete dei sensori. Noi vogliamo sapere che cosa sta accadendo”.

Gli incendi, cominciati nel 2004, sono ripresi qualche mese addietro dopo una pausa. Il sindaco di recente è stato costretto ad ordinare lo sgombero delle case dei 148 abitanti della frazione. “Finché non saranno state individuate le cause - afferma Beringheli - la popolazione sgomberata non tornerà nelle abitazioni”.

Oltre ai roghi altri strani fenomeni hanno interessato la zona: dallo moria di alcune specie ittiche ai danni subiti da un elicottero della Protezione civile che sorvolava la frazione.

“A mio parere, lo Stato sa se ci sono esperimenti in corso – chiosa il sindaco - Lo Stato o qualche istituzione sa ed è assurdo che non sia stato comunicato nulla”.


Fonte: lasicilia.it




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mercoledì 12 novembre 2014

Isteria


Mentre l'Italia è devastata dalla geoingegneria clandestina, isterici negazionisti perseverano nella censura, nel favoreggiamento e nella diffamazione

Molti si chiedono se i nubifragi che si sono di recente abbattuti sull'Italia siano naturali o artificiali. La domanda è, in parte, mal posta, poiché, come abbiamo già spiegato in altre occasioni, nel momento in cui si è cominciato ad intervenire sui fenomeni atmosferici, si è determinata una reazione a catena di cui paghiamo oggi le pesanti conseguenze. Si pensi al cosiddetto "effetto farfalla" che, secondo la teoria del caos, può produrre ripercussioni importanti attraverso una concatenazione di eventi anche lontani nello spazio e nel tempo. Così il battito d'ali di un lepidottero in Brasile può, almeno sul piano teorico, sfociare in un tifone nel Mar cinese meridionale.

Anche accantonando questo controverso modello, bisogna rilevare che, attraverso un'attenta osservazione, è possibile stabilire se un fenomeno meteo è indotto o naturale. Molti testimoni ci hanno riferito che, durante l'alluvione che ha colpito Genova il 9 e 10 ottobre 2014, la pioggia scendeva con scrosci impetuosi ogni otto minuti, dopodiché la precipitazione si affievoliva. Questo "ritmo" è indizio, se non prova, di un'artificialità del fenomeno. Altri segni che le piogge torrenziali sono state create o rafforzate attraverso metodi chimici, biologici ed elettromagnetici sono i seguenti:

- Assenza di veri fronti perturbati sostituiti da anomale formazioni trafitte da “spilli chimici”: sono strutture visibili attraverso le immagini satellitari
- Formazione di V-shaped "autorigeneranti"
- Generazione di pseudo-cicloni nel Mediterraneo
- Intensi fenomeni elettrici in atmosfera prima di un nubifragio
- Copertura chimica, il tipico strato biancastro in cui si confondono scie in espansione, al di sopra delle nuvole temporalesche. Questa coltre è rilevata dal radar Doppler.

Non trascuriamo infine l'isteria dei negazionisti (spesso militari...) che diventano più numerosi e petulanti del solito, non appena le attività di geoingegneria illegale si intensificano, con il loro tragico corollario di morti e di distruzione. Soprattutto la collera dei disinformatori diviene veemente, allorquando alcune persone cominciano, pur senza aver mai appreso alcunché in proposito, a collegare le numerose scie chimiche alla devastazione del territorio ed alle stragi. Gli occultatori, per nascondere la verità, concentrano tutta l'attenzione sul dissesto idrogeologico, sull'urbanizzazione selvaggia, sulla mancata manutenzione di alvei e canali etc. Sono tutti problemi reali, ma che conflagrano nella calamità, quasi sempre quando le manipolazioni atmosferiche conducono ad un punto di rotttura.

Il modus operandi degli occultatori, però, è soprattutto contraddistinto da un'aggressione violenta ed insistente contro chi denuncia e studia la "guerra climatica". I risultati delle loro farneticanti crociate sono tuttavia scarsi: sempre più si diffonde nell'opinione pubblica la coscienza che le manifestazioni atmosferiche sono condizionate o pilotate, sempre più si diffondono espressioni come "piogge militari", "scie igroscopiche", "interventi sul clima"...

Nel contempo i meteorologi di regime sono costretti a riscrivere la Fisica, si inventano nuovi termini, si arrabattano in “spiegazioni” astruse che violano il secondo principio della termodinamica, scrivono articoli balzani che poi rimuovono, in un affannoso "copia, incolla e cancella". Non è forse lontano il giorno in cui saranno chiamati a rispondere dei loro misfatti non solo gli artefici dei disastri, ma pure chi li ha coperti con la loro scienza prostituita.


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martedì 8 luglio 2014

Facili previsioni (articolo di Zen Gardner)

Lo statunitense Zen Gardner descrive quanto ormai da anni noi di Tanker Enemy affermiamo e cioé che le previsioni del tempo sono da anni una vergognosa pagliacciata: nei bollettini si prevedono le operazioni di geoingegneria clandestina, per cui andrebbero meglio definite "decisioni del tempo" e non "previsioni". Mentre la longa manus dell'apparato militare e delle lobbies controlla che cosa va detto e che cosa deve essere nascosto, le attività di guerra climatica sono ormai appannaggio delle compagnie civili. Quindi deve essere chiaro questo caposaldo: i mandanti sono i militari e le multinazionali, mentre gli esecutori sono i piloti di linea, sui velivoli commerciali (passeggeri e cargo) che essi conducono. In tal modo la geoingegneria clandestina è globalizzata e non esiste più paese che ne sia immune. Buon volo!



Grazie ai bollettini meteorologici militarizzati, è ora possibile sapere quando ci si deve aspettare un’operazione chimica. Sì, non solo i militari possiedono il tempo, perché ci hanno preannunciato che sarebbero riusciti a controllarlo, ma gestiscono in toto i servizi che prevedono le condizioni atmosferiche. George Orwell sarebbe orgoglioso di loro.

Date un’occhiata alle icone che sul display del cellulare indicano il meteo. Se notate un sole su cui è delineato un velo di nubi, siete al cospetto di una previsione di scie chimiche, di “innocue velature”. Guardate ora il cielo: lo vedrete tramato di linee chimiche. Nella maggior parte dei casi quelle là fuori non sono normali situazioni atmosferiche, ma fenomeni ingegnerizzati.



Sì, i "meteorologi" di regime sanno tutto: conoscono i giorni in cui il tempo sarà artificiale, dove e come interverranno le squadriglie. I previsori sanno tutto: sono stati comprati e cooptati. Essi non osano dire la verità, perché rischiano di perdere il posto di lavoro ... o qualcosa di peggio.

Un cielo sereno con un inquinamento normale rivela per lo più un orizzonte brunastro, mentre un cielo chimico risulta opaco: dopo decenni di geoingegneria clandestina il sole ha perso almeno il 20 per cento della sua luminosità. Il biancastro è il colore che manifesta gli interventi illegali. Ad un occhio inesperto le scie chimiche che, sin dal mattino vengono rilasciate sulla linea di costa, possono sembrare nubi vere, ma, a parte la differenza morfologica, le chemtrails assorbono il vapore acqueo e si moltiplicano. Nel contempo l’umidità atmosferica precipita.

Nelle “previsioni” militarizzate è coinvolta la Raytheon, una delle maggiori industrie belliche mondiali: la spaventosa società ha acquistato E-Systems nel 1995, appena un anno dopo che il contractor militare aveva acquisito APTI, titolare dei brevetti H.A.A.R.P. di Bernard Eastlund. La Raytheon possiede anche la General Dynamics, leader mondiale nella produzione di droni. La Raytheon riporta i dati meteo della N.O.A.A. attraverso il suo avanzato Meteo information processing system. Tutte le previsioni del tempo sono oggi coordinate attraverso questo apparato della Raytheon. Nessuna meraviglia se il meteorologo non accennerà mai alle scie chimiche. La censura e l’omertà regnano incontrastate.

Il complesso militare-industriale snatura i modelli climatici naturali, mentre la popolazione è ingannata, ripetendo che i "cambiamenti climatici" sono causati dall’immissione in atmosfera di biossido di carbonio.

Meteorologi, guerrafondai, geoingegneri, scienziati pazzi … è tutta una cricca. Difficile trovare persone con intenzioni peggiori.

Fonti:

zengardner.com
ningizhzidda.blogspot.it


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domenica 27 aprile 2014

Ilmeteo.it: mete poco chiare


11 aprile 2014: il portale Ilmeteo.it pubblica il seguente sbalorditivo articolo.

Scie chimiche: ora è ufficiale! Gli U.S.A. hanno confermato l'uso di sostanze chimiche per irrorare i cieli

Uno dei tempi più discussi degli ultimi anni forse ha la sua risposta, anzi, probabilmente l'ha già avuta, nel 2011 quando il consigliere scientifico di Obama ha confermato l'impiego di sostanze chimiche come i sali di bario, l'ossido di alluminio, il torio, il quarzo, il potassio ed il magnesio per l'irrorazione dei cieli a favore della geoingegneria e la manipolazione del clima. Cosa che lascia sconcertati anche perché gli scienziati fanno passare questa irrorazione come semplici scie di condensa, ma perché queste possano avvenire ci sono delle condizioni ben definite, condizioni che non coincidono con le scie che spesso vediamo nei nostri cieli.

Se la cosa fosse vera e ulteriormente confermata, non potremmo stare certo tranquilli dato che l'aria, oltre ad essere già inquinata per conto suo, lo diventerebbe ulteriormente e non solo: anche le colture presenti sul territorio verrebbero avvelenate da queste irrorazioni, colture che noi mangiamo ogni giorno”.

Bisogna riconoscerlo: il breve testo apparso sul sito di meteorologia accademica, gestito dai meteorologi Mario e Andrea Giuliacci, ha suscitato sconcerto e disorientamento. Cerchiamo di capire che cosa è successo dietro le quinte. Per comprendere il caso, bisogna premettere che i negazionisti sono i primi ad essere arciconvinti che la geoingegneria clandestina è reale, a sapere che è oltremodo dannosa. I perplessi sono soltanto quei cittadini che sono frastornati da notizie rassicuranti, ma in contraddizione con quanto osservano: i disinformatori li tranquillizzano, ripetendo che quanto devasta il cielo è solo vapore acqueo, ma, bene o male, certe persone notano qualcosa di anomalo. I centri meteo, infatti, avevano previsto una giornata di sole, ma la situazione è molto diversa: una coltre artificiale rende la luce opaca. Non avranno forse ragione i ricercatori che denunciano le irrorazioni chimiche?



Dunque i negazionisti assomigliano a quegli inquisitori che interrogavano e torturavano gli “eretici” in età moderna: gli aguzzini sapevano benissimo che quanto affermato dai “miscredenti” era vero (ad esempio, che i Vangeli predicano una chiesa povera), ma per ragioni di potere e di Realpolitik, bollavano come eterodosse le dottrine delle loro vittime.

Ora, di fronte alla persuasione che la geoingegneria illegale è un fatto indiscusso, gli influencers hanno due opzioni: o tacere, fingendo di ignorare il problema, o asserire il contrario della verità, avvitandosi in una dissonanza cognitiva utile a spiegare le loro reazioni inconsulte e maniacali.

Non possiamo escludere che qualcuno nella redazione del sito Ilmeteo.it non sia più riuscito a frenare un’impellente esigenza di sputare il rospo ed abbia deciso di divulgare alcune informazioni sulle chemtrails, corredandole con un video in cui si menziona John Holdren, consigliere di Barack Obama e strenuo sostenitore della geoingegneria ufficiale. Se è così, avrà alleggerito il suo karma.

E’ possibile anche interpretare la pubblicazione del breve articolo in esame come un esperimento di ingegneria sociale (social engineering), cioè si è stabilito di sondare la reazione dell’opinione pubblica di fronte alla diffusione della verità circa l’aerosolterapia. Non solo, l’intento potrebbe essere quello di screditare l’intera questione, rivelando che il video contiene un’incongruenza (le immagini dei contenitori che non si riferiscono ad aerei chimici), un’inesattezza, secondo la disinformazione, in grado di inficiare l’intera denuncia. Si dimostrerebbe così che i lettori, privi di conoscenze scientifiche, hanno creduto ad una colossale fanfaluca, secondo il distorto principio secondo cui se un particolare è errato, sarebbe errato anche tutto il resto. E’ come se l’”Eneide” di Virgilio smettesse di essere un capolavoro, soltanto perché alcuni esametri del poema sono incompleti. E’ un aberrante criterio adottato comunque dagli occultatori.

E’ significativo che la notizia sia stata diffusa nello stesso giorno (il giorno 11…) in cui alcuni telegiornali hanno accennato ad un possibile nesso tra il terremoto in Emilia e la pratica del fracking. E’ come se i registi dell’informazione si fossero chiesti: “Proviamo a lasciare trapelare qualche frammento di verità sulla geoingegneria abusiva ed a proposito dei sismi causati dall’estrazione di gas. Vediamo come reagisce la gente: se si indigna e si adira, allora cambiamo strategia; se, invece, dopo una fugace reazione di sdegno, il popolino torna ad ascoltare le barzellette del grullo fiorentino, allora possiamo continuare allegramente ad inquinare ed a provocare terremoti”.

Intanto i disinformatori sono in subbuglio, spiazzati e persino impauriti: essi, che valgono come il due di coppe, non sanno come arrabattarsi, poiché all’oscuro dei raffinati disegni ideati dal vertice dell’establishment. Così hanno subito preteso ed ottenuto una smentita dalla redazione del portale Ilmeteo.it. La rettifica è arrivata, ma il pezzo in esame, anche se sarà rimosso dal sito di meteorologia, è stato salvato e sarà leggibile altrove a dimostrare che l’universo dei media mainstream è un monolite da cui, però, si può staccare una scheggia o un blocco. La scheggia colpisce i negazionisti a cottimo, il blocco li seppellisce; i ricercatori indipendenti, continuano per la loro strada, senza lasciarsi incantare dagli effetti speciali né farsi fermare da alcuni settori di una magistratura telecomandata.


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sabato 20 aprile 2013

I Cinesi “studiano” la ionosfera con un razzo-sonda che rilascia bario

Anche i Cinesi si sbizzarriscono negli “studi” della ionosfera, spargendo non a caso… bario. E’ presto chiarito per quale motivo “scienziati” e militari sono fanatici del bario. Si rilegga l’articolo dell’investigatrice indipendente Carolyn Williams Palit, “The chemtrail connection”, per comprendere le implicazioni militari legate alla diffusione di questo metallo pesante sia negli strati bassi dell’atmosfera, dove produce le "smart clouds", sia nella ionosfera. Non sono dunque solo gli Ammerikani, come li definiscono quei rincitrulliti di negazionisti, ma anche altri stati a devastare il pianeta e lo spazio che lo attornia, con il solito pretesto della ricerca scientifica. Todos caballeros: lo affermiamo da anni.


Condotto questa notte (5 aprile scorso, n.d.r.) in Cina il primo esperimento di studio relativo ai processi dinamici della ionosfera. A lanciare il razzo-sonda è stata la base di Zhanzhou, città della regione insulare dello Hainan. Obiettivo dell'esperimento - spiega Wu Jii - direttore del Centro astronomico nazionale dell'Accademia cinese delle Scienze, è fornire misurazioni in situ sulla distribuzione verticale dell'ambiente spaziale.

Il razzo-sonda ha rilasciato un chilogrammo di bario in polvere nella ionosfera all'altezza di 200 chilometri da terra. Fabbricato dalla China Aerospace Science and Technology Corporation, il modulo ha trasportato, in un volo durato otto minuti, tre diversi strumenti di misurazione, cioè una sonda di Langmuir, una sonda di campi elettrici ed un distributore di polvere di bario.

La rampa di lancio in Hainan fu costruita nel 1986. Oltre a lanciare razzi-sonda, usa più di dieci strumenti di terra per l'osservazione ambientale dello spazio.

Fonte: liberoquotidiano.it


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