lunedì 8 gennaio 2007

Chiarimenti sulla formazione delle scie di condensa

Le domande di un utente del forum di sciechimiche.org, sono divenute un ottimo spunto per fornire alcune elementari spiegazioni sulla formazione delle scie di condensazione.

Domanda: Cercando di informarmi sempre più sull'argomento "Scie chimiche" e tutto ciò che è correlato a questo argomento, mi sono non difficilmente imbattuto in vari articoli di disinformazione come frequentemente sparsi su md80 e, non essendo molto ferrato in meteorologia, mi sono sorti alcuni dubbi, dunque chiedo a voi informazioni scientifiche attendibili per colmare le mie lacune.

1- Se normali scie di condensa dovrebbero dissolversi dopo alcuni minuti al massimo... perché le normali nuvole permangono comunque, pur essendo anch'esse vapore acqueo?

2- Perché non è possibile che le scie di condensa (secondo quanto afferma un articolo correlato al sito md80) possano formare nuvole?



Risposta: La nube è un insieme di gocce d'acqua e cristalli di ghiaccio, dovuto alla condensazione di vapore saturo. Le nubi sono create da moti convettivi di origine termica oppure meccanica (sollevamento di aria calda), dal rimescolamento di masse d'aria e dall'incontro di queste con catene montuose, dalla variazione dei valori barometrici e dagli effetti della radiazione solare e terrestre. I moti di ascesa propiziano la formazione di nubi, poiché portano l'aria umida verso zone fredde; i moti di discesa, che le portano verso le zone più calde, ne causano il dissolvimento, in quanto fanno cessare lo stato di saturazione del vapore acqueo e favoriscono l'evaporazione delle gocce. Giacché i moti convettivi sono costanti, soprattutto durante una perturbazione atmosferica, avviene un continuo processo di formazione e di disfacimento dei corpi nuvolosi. Non è possibile quindi accomunare la formazione di una nube, la cui genesi si spiega tenendo conto di una molteplicità di fattori fisici in primis la saturazione, alle scie di condensa, sebbene, come si è visto, in particolari condizioni, le nuvole si dissolvano per poi riformarsi.

Ti propongo un esempio esplicativo.

Immagina di respirare in un ambiente freddo. Sei in un frigorifero a 40 gradi sotto zero. Espira l'aria e comincia a camminare all'indietro. Noterai che la scia di vapore che esce dalla tua bocca (calda) si condensa in milioni di cristalli di ghiaccio, ma se cominci a girare per la stanza, non lascerai che pochi decimetri di tracce di vapore che ti seguono per qualche secondo e poi si dissolvono. In definitiva, non vedrai una serie di scie percorrere la cella frigorifera.

Similmente, a 40-41 gradi sotto zero, 72% circa di umidità e quote superiori agli 8.000 metri, le scie di condensazione che fuoriescono dai motori dell'aviogetto persistono pochi secondi o, al massimo, qualche minuto e, comunque, non seguono la rotta dell'aereo per centinaia di chilometri, a differenza di quello che accade, invece, con le scie chimiche le quali, tra l'altro (ma sul sito di MD-80 omettono questo importante dato), non si formano a quote così alte (di solito i tankers chimici non superano i 3.000-3500 metri) e le temperature che essi attraversano non raggiungono quasi mai i 41 gradi sotto zero, anzi spesso i valori termici si aggirano intorno ai 16/20° Celsius sotto zero o anche più, mentre l'umidità risulta di gran lunga inferiore al 70-72 per cento. Ciononostante si notano, dalle satellitari, scie lunghe (ed eguali nella forma e dimensione dall'inizio alla fine) 400 chilometri! Possibile che siano contrails? No. Sì, invece, se esse sono chimiche, come in effetti sono.

Ecco quindi confutate, con un semplice ragionamento e facendo riferimento a dati fisici, le sciocchezze (scritte con evidente malafede) dei fautori della "non esistenza" delle scie chimiche.

Fonti:

Enciclopedia delle scienze, Milano, 2005, sotto le voci "nube" e "saturazione"
Zret, Che cosa sono veramente le scie di condensazione, 2006

Ringraziamenti: sono grato a Zret per l'aiuto fornitomi

2 commenti:

  1. Questa é la domanda:per lasciare scie chimiche cosi dense per centinaia e centinaia di chilometri quanto materiale chimico dovrebbe contenere un Jet?

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  2. Non è necessario. Hai presente la schiuma epossidica? E' ricoverabile in piccole bombolette spray, ma una volta a contatto con l'ossigeno, prende volume sino a centinaia di decimentri cubi.

    Il trimetilalluminio, ad esempio, a contatto con l'ossigeno, può avere un effetto simile.

    L'alluminio trimetile è comodamente stoccabile in forma liquida e si trasforma in ossido di alluminio in polvere finissima, allorquando viene a contatto con l'aria, dopo essere stato nebulizzato.

    D'altronde, non esiste scia di condensa formata da cristalli di ghiaccio che possa formare nubi lunghe centinaia di chilometri e perdipiù in giornate calde e con bassi valori di umidità, laddove non dovrebbe nemmeno formarsi.

    La disinformazione è una cosa, la fisica... un'altra.

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