mercoledì 11 giugno 2025

Ponte Morandi, la perizia svizzera scomparsa: non fu la rottura degli stralli a causare il crollo

E' una piovosa mattina del 14 agosto 2018. La visibilità è azzerata, per via di un violento nubifragio indotto tramite una mirata operazione di geoingegneria climatica. Il teatro è pronto per il misfatto. Alle 11:36 Il ponte Morandi di Genova collassa improvvisamente. Il crollo coinvolge una campata di circa 250 metri del viadotto Polcevera a Genova, causando la morte - secondo la versione ufficiale - di 43 persone ed il ferimento di diverse altre.

GUARDA IL VIDEO

Il ponte, progettato dall'ingegnere Riccardo Morandi ed inaugurato nel 1967, era gestito da Autostrade per l'Italia. Dopo il crollo è stato completamente demolito e sostituito dal nuovo ponte "Genova San Giorgio", progettato da Renzo Piano e inaugurato nell'agosto 2020.

Nonostante tutti gli elementi e le testimonianze portassero a supporre una demolizione controllata, immediatamente le autorità dichiararono che il gioiello dell'architetto italiano era crollato a causa di un cedimento strutturale. E' davvero così?

Occhio ai giudizi affrettati. La perizia dell’Empa (Swiss Federal Laboratories for Materials Science and research) finì con il ribaltare le affrettate tesi dell'allora ministro delle infrastrutture Toninelli e del ministero del Governo pentastellato dell'epoca: gli stralli ruppero dove non erano corrosi, quindi le cause del crollo andavano ricercate altrove e sinanco le responsabilità, evidentemente, tutt'ora attribuite esclusivamente alla società Autostrade dei Benetton e ad una supposta mancata manutenzione del manufatto.

Gli stralli non furono quindi la causa del crollo del Ponte Morandi. Questo noi lo sappiamo sin da subito ed è quel che asseriva la scomoda perizia dell’Empa (della quale ormai resta solo una parte epurata sul portale del Ministero), il laboratorio svizzero incaricato a suo tempo dall’autorità giudiziaria di esaminare i reperti provenienti da Genova, che, come riportava il Sole24Ore, documentò con foto e analisi come la parte di strallo disintegrata mostrasse “evidenti differenze” rispetto al caso di un cedimento strutturale. In altre parole: gli stralli del viadotto dell’A10 erano sì corrosi, ma sarebbero collassati nella parte “sana”! La causa del crollo del ponte, secondo la perizia, andava quindi ricercata altrove, ovvero nel cedimento di un’altra componente che avrebbe poi trascinato con se lo strallo incriminato.

Non era una novità da poco, nell’accertamento delle responsabilità sulla tragedia del 14 agosto 2018: di fatto, tutto l’impianto accusatorio del ministro Toninelli e del ministero delle infrastrutture e trasporti contro Autostrade per l’Italia si fondava su questa ipotesi: che a cedere fosse stato l’impalcato del cassone – la parte che si cianciava sostenesse (ma in realtà così non era, visto che la campata era progettata per restare in piedi senza i tiranti) la carreggiata proprio in corrispondenza del pilone con gli stralli – a causa della rottura di uno dei medesimi. Così fosse stato, sarebbe stata chiara la responsabilità di Aspi, relativa alla manutenzione del sistema e degli stralli, per l’appunto.

Le ragioni del crollo – si leggeva nella perizia, della quale, come si diceva, non v'è più traccia nè in tedesco né in italiano. E' praticamente sparita – sarebbero da ricercare invece in un’altra componente, che poi avrebbe forzato lo strallo a collassare: l’impalcato a cassone, in altre parole, sarebbe ceduto a causa di un fattore esterno. Esplosivo?

Già in precedenza Giuseppe Mancini, coordinatore dei periti di Autostrade per l’Italia e professore ordinario di Tecnica delle Costruzioni presso il Politecnico di Torino, aveva dichiarato che «quello che è finora emerso dalle analisi di Zurigo sembrerebbe confermare che il cedimento degli stralli non sia la causa del crollo del Ponte», aggiungendo che «Interpretando quanto riportato nella nota del laboratorio di Zurigo, con una corrosione media del 50% della totalità della sezione resistente dei fili ci sarebbe ancora un ampio margine di capacità resistente, tale da non poterne causare la rottura».

E ancora, a dicembre 2018, nel corso di una conferenza un altro accademico, era stato il professor Gianmichele Calvi, ordinario di Tecnica delle Costruzioni presso l’Università di Pavia ed esperto internazionale di tecniche della costruzione e di ingegneria sismica, a sostenere che «Per arrivare a far collassare uno strallo come questo è necessario ridurre del 70% tutti i cavi che stanno al suo interno. È un numero percentuale così elevato che è difficile pensare che possa essere stato questo ciò che è avvenuto perché fino a quel punto si hanno grandi spostamenti, ma l’impalcato resta in piedi”, dichiarazioni formulate da Calvi anche simulando le cause del crollo del Ponte Morandi grazie all’utilizzo di un innovativo software di analisi strutturale.

Ancora... Il professore e docente Enzo Siviero, ingegnere strutturale dichiarava: "C’è una fortissima probabilità, superiore al cinquanta per cento, che si tratti di attentato". Siviero, per anni docente allo Iuav di Venezia, che non è solo uno dei massimi esperti al mondo di ponti (è colui che ha collaudato «Calatrava» a Venezia; oltre ad aver scritto libri, realizzato centinaia di progetti e aver preso una laurea ad honorem in Architettura a Bari). Siviero, durante un'intervista televisiva dichiarò quanto segue: «Un attentato? Stanno circolando dei video e da questo punto di vista io non mi sento in questa fase di escluderlo. Anzi, è un’ipotesi che sto esplorando io stesso. La dinamica è compatibile». Di fronte all’incredulità del giornalista, il professore andò nei dettagli: «Il ponte Morandi è molto pulito, ha degli elementi, mancando i quali non tiene più. Se sono state messe delle microcariche di un certo tipo in pochi secondi salta. Al momento è un’ipotesi che valuto sopra al 50 percento. Ci sono dei lampi, c’è un crollo verticale, il cemento risulta carbonizzato. Insomma ci sono molti elementi». Ma chi sarebbe stato allora, gli veniva chiesto? «Autostrade è diventato il leader mondiale delle autostrade — affermava Siviero — ci sono altri soggetti che potrebbero essere interessati a prendere in mano le situazioni, non ci dimentichiamo che fine a fatto Mattei».

Dunque, sebbene come da tradizione consolidata ormai in questo paese per buona parte dei delitti e delle stragi che hanno interessato l'Italia, anche il caso del crollo del Ponte Morandi sembri un caso chiuso, non lo è affatto e delle versioni ufficiali poco ci importa. Il ponte Morandi non è crollato per un cedimento strutturale, ma è stato abbattuto. La verità sulle origini della tragedia è ancora lontana, insomma, ma da oggi abbiamo qualche certezza in più. Una su tutte: attenzione alle versioni di comodo.

Per approfondimenti si legga il nostro articolo del 30 agosto 2018 qui.

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venerdì 6 giugno 2025

Deliberata riduzione delle piogge: come e perché

In questi ultimi cinque giorni le attività di geoingegneria si sono notevolmente intensificate e purtroppo la stragrande maggioranza delle persone che osservano il fenomeno, non sono in grado di motivare la presenza di quelle scie, persistenti e non, che poi si espandono sino a creare delle compatte coperture artificiali che, contestualmente, dissolvono le nubi naturali (i cumuli) e trasformano il cielo in un letale sudario grigiastro.

Quali sono dunque i motivi per cui, in alcuni periodi, le operazioni si intensificano? Semplice: sono previsti in arrivo fronti perturbati, i quali saranno inibiti. Le precipitazioni saranno dunque ritardate e pioverà con meno intensità. In taluni casi, se però il fronte perturbato è troppo grande per essere distrutto, si inquineranno le nubi temporalesche, affinché l'acqua in esse contenuta, verrà additivata di magnetite e ferro, così da evitare il problema dei problemi: lo "scattering". Che cosa è lo "scattering"? E' un disturbo radio, procurato dall'acqua presente nelle nubi. L’umidità e le nuvole, soprattutto i cumuli che sono i serbatoi della pioggia e che si trovano a quote basse, sono nemiche dei sistemi radar e satellitari che operano in un particolare range di frequenze (banda KA). Le nubi naturali disturbano e diradano i segnali elettromagnetici. La magnetite ed il ferro permetteranno ai militari di vedere ugualmente attraverso i cumulonembi che, diversamente, creerebbero un muro invalicabile.

In questo periodo, durante il quale la guerra elettronica e l'impiego di micidiali armi comandate da remoto sono essenziali, è fondamentale che aerei civili e militari si adoperino per modificare a piacimento il meteo, con buona pace dei soliti negazionisti d'accatto che continuano a pubblicare inutili scartafacci di disinformazione sul tema.

Nelle mappe riportate in testa all'articolo si osservi come le coperture igroscopiche (definite "innocue velature" dai servizi meteo), fungano da barriera prosciugante, tanto che la perturbazione in arrivo dalla Francia nella serata del 30 maggio, è stata agevolmente fermata ai confini con il territorio italiano.

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domenica 25 maggio 2025

Geoingegneria clandestina: due nuovi rapporti lanciano l'allarme

In tempi recenti sono state condotte due analisi, una sul sudore umano e l'altra su campioni d'acqua piovana. Entrambe arrivano a simili e sconvolgenti risultati. Partiamo dalla prima. Il dottor Henry Healy dell'Energetic Health Institute ha scoperto elementi inquietanti che collegano la geo-ingegneria clandestina al pericoloso accumulo di metalli nell'organismo umano. La sua ultima ricerca, discussa nell'intervista con il tecnico di laboratorio e giornalista Mike Adams, mostra che i campioni di sudore raccolti nei giorni di intensa attività di geo-ingegneria contengono livelli notevolmente più elevati di alluminio, bario e altri metalli tossici rispetto ai giorni in cui non sono presenti scie, persistenti o evanescenti. Lo studio del dottor Healy ha previsto la raccolta di campioni di sudore da individui esposti alle operazioni di aerosol e la loro analisi per rilevare il contenuto di metalli pesanti. I risultati sono stati sorprendenti. I livelli di alluminio sono aumentati di dieci volte, da 281 a 2958 nanogrammi per grammo dopo un solo giorno di esposizione alle attività di geo-ingegneria. Il bario è quasi raddoppiato, mentre i livelli di piombo sono aumentati di cinque volte. Anche nickel, cesio e altri metalli hanno mostrato picchi significativi. Il materiale rilevato è di dimensioni nanometriche, aerosolizzato e si infiltra nelle nostre cellule. Compromette il nostro sistema immunitario, interferisce con le funzioni cellulari e facilita l'insorgenza di malattie.

L'analisi microscopica dei residui delle operazioni clandestine di aerosol rivela organismi sintetici che si nutrono di zucchero, osservati con un ingrandimento di 1500 volte. Questi risultati trovano conferma nel lavoro del dottor Leonardo González Bayona, medico di lunga data che ha presentato pubblicamente i risultati di un'analisi della polvere di ricaduta che rimane sulle superfici dopo le piogge, a Merlo, a San Luis, in Argentina. Gli studi sono stati condotti dal laboratorio JLA, accreditato a livello nazionale a General Cabrera, utilizzando un metodo ad alta precisione, ICP-MASA.

Si tratta di un metodo di analisi con spettrometria di massa a plasma, accoppiato induttivamente. Il rapporto, che evidenzia la presenza di metalli in nanoparticelle, come alluminio, bario, arsenico, zinco e litio, solleva l'allarme per l'impatto sulla salute della popolazione e per la mancanza di risposte istituzionali. Secondo quanto dichiarato dal dottor González Bayona, da diversi anni si osservano cambiamenti insoliti nel cielo sopra Merlo, scie persistenti, nuvole artificiali ed una diminuzione della limpidezza dell'aria, caratterizzata da nebbia chimica.

«Non abbiamo più il cielo terzo e azzurro tipico della Valle del Sole», ha aggiunto. Questa osservazione, unita all'aumento delle malattie respiratorie, lo ha spinto a svolgere delle ricerche per proprio conto, raccogliendo l'acqua piovana, facendola evaporare ed analizzando i sedimenti. In due campioni, uno raccolto ad ottobre ed uno a dicembre 2024, il laboratorio ha rilevato alluminio fino a 20.400 microgrammi per chilo, bario 372 microgrammi per chilo, zinco fino a 349 microgrammi per chilo, stronzio, gallio, boro, litio, arsenico, rame e cromo, presenti a livelli significativi, un resultato mecanico quattro volte in più rispetto alla media naturale nella crosta terrestre.

Per il dottor Gonzales Bayona, quanto accade è parte di una guerra silenziosa contro l'umanità, in cui i cieli vengono manipolati, gli elementi tossici vengono dispersi e la popolazione viene deliberatamente resa malata. Il medico mette in guardia dalle gravi conseguenze che queste nanoparticelle hanno sulla salute umana e sull'ambiente. Spiega che grazie alle loro dimensioni e alle proprietà fisiche e chimiche, le nanoparticelle penetrano in tutte le membrane cellulari, si distribuiscono in tutto il corpo, influiscono sul DNA e sull'RNA e possono rimanere nei tessuti per anni, generando infiammazioni, stress ossidativo e danni genetici.

Sia il dottor González Bayona sia il dottor Henry Healy denunciano che queste tecnologie, promosse dall'elite antiumanità, rappresentano una minaccia a lungo termine per gli esseri viventi e per l'ecosistema nel suo complesso. Hanno anche osservato che elementi come l'alluminio e l'arsenico sono associati a malattie neurologiche come l'Alzheimer e l'autismo e da patologie respiratorie croniche. I livelli rilevati nell'aria sono incompatibili con un ambiente sano.

Se non si indaga si tratta di negligenza o peggio, ha affermato il dottor González Bayona. Questi risultati si vanno ad aggiungere ad altre decine di preoccupanti rapporti, pubblicati dagli inizi degli anni 90 ad oggi, senza che vi siano state risposte concrete a livello istituzionale. A questo proposito è bene ricordare che le operazioni di geo-ingegneria hanno fini militari, collegati alle comunicazioni in alta frequenza e che il solar management è solo una copertura.

Le dichiarazioni secondo cui la geo-ingegneria sarebbe stata interdetta in alcuni stati della federazione sono solo fumo negli occhi, in quanto è impossibile rinunciare all'aviodispersione di composti chimici idroscopici ed elettroconduttivi, che sono funzionali alle tecnologie più avanzate per la trasmissione dei segnali elettromagnetici in banda kA, cui attualmente si ricorre in quasi tutte le nazioni nel mondo. Ne si deve dimenticare che il controllo del ciclo dell'acqua è basilare nell'ambito della geo-ingegneria per gestire il flusso delle risorse economiche ed in particolar modo agricole.

Guarda il video sul nostro canale YouTube.

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venerdì 16 maggio 2025

L'alluvione del 1966 ed il progetto C.N.R. di semina delle nuvole: una diretta correlazione

Ricordate le devastanti alluvioni del 1966? Proprio nel fatale 1966 furono condotti esperimenti di “cloud seeding”, cioè di “inseminazione delle nubi” con agenti chimici.

Titolo dello studio, in inglese: “A Biennal Systematic Test of some Newly-Developed Cloud-Seeding Nucleants, under Orographic Conditions” (documento allegato - vedi link). Tre ricercatori – Alberto Montefinale, Gianna Petriconi [1] (Ricordate la Petriconi?) ed Henry Papee, spiegano che, dal gennaio del 1966 al giugno del 1968, fu condotto un “test sistematico” di sollecitazione delle nuvole sui Colli Prenestini, ad est di Roma. Obiettivo: provocare l’aumento delle precipitazioni mediante “dispersione di aerosol” in atmosfera.

Riassunto: "Un esperimento sistematico di inseminazione delle nuvole è stato condotto nelle Colline Prenestine, ad est di Roma, nel periodo gennaio 1966 - giugno 1968. L'obiettivo era determinare se l'uso di nuclei giganti di condensazione monodispersi, emettitori di elettroni, e di nuclei giganti di formazione del ghiaccio di AlzSa, entrambi recentemente sviluppati nei nostri laboratori, potrebbero aumentare le precipitazioni su un'area circostante al sito di dispersione dell'aerosol. Il metodo di valutazione prevedeva confronti di precipitazioni cadute durante la settimana successiva all'aerosol di circa 15 kg di particolato, alle precipitazioni raccolte nelle due settimane successive a tale periodo. I risultati mostrano che, nonostante una quantità relativamente piccola di nuclei utilizzati per l'operazione di semina e nonostante un disegno di valutazione dei dati apparentemente svantaggiato, i rapporti normalizzati e cumulati degli eventi di precipitazione, associati a quei periodi di tempo, indicano aumenti significativi durante l'estate e l'autunno e diminuzioni significative durante la stagione invernale, sull'area considerata. NdR".

[1] La Dottoressa Gianna Petriconi fu tra coloro che presentarono un brevetto utile ad impedire la formazione di nubi. Un brevetto del C.N.R., ovviamente. E' possibile modificare le condizioni meteorologiche e manipolare i cicli pluviometrici, intervenendo sulle nubi tramite l'impiego di carburanti idonei? La risposta è affermativa. Infatti trattasi di un brevetto risalente al lontano 1973 e nel 1977 assegnato al Consiglio Nazionale per le ricerche (C.N.R.). Nel testo è spiegato in modo approfondito com'è possibile alterare la composizione del combustibile al fine di abbattere l'umidità atmosferica e dissolvere le formazioni nuvolose che potrebbero causare precipitazioni piovose. Ciò è possibile additivando alluminio, magnesio ed altri elementi alcalini che, reagendo con i solfuri di scarto, derivanti dalla combustione, determinano una fine miscela di nanopolveri igroscopiche. E' quindi evidente com'è vantaggiosa ed economica la collaborazione delle compagnie civili, giacché la capillarità delle rotte commerciali permette di intervenire ovunque si intenda distruggere o deviare intere perturbazioni. Cade così ogni fantasiosa spiegazione negazionista, volta a screditare quella che, secondo i media di regime, sarebbe solo una leggenda metropolitana nata dalla sfrenata fantasia di due fantomatici appassionati di bioterrorismo. Curioso, come dicevo, che gli stessi autori del brevetto, poi scrivono un libro proprio su quelle nubi che, ora, grazie a quello stesso brevetto, non esistono più.

🔹 LEGGI QUI L'ARTICOLO CORRELATO.

🔹 GUARDA QUI IL VIDEO.

🔹LEGGI QUI LO STUDIO "A Biennal Systematic Test of some Newly-Developed Cloud-Seeding Nucleants, under Orographic Conditions".

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giovedì 1 maggio 2025

TANKER ENEMY SPEGNE LA SUA VOCE

"Tanker enemy" è il nome che abbiamo scelto per il nostro blog ed il canale video, nati nel lontano 2006. In quasi vent'anni abbiamo pubblicato oltre 5000 articoli di informazione alternativa, che trattano in gran parte di geoingegneria clandestina. Con taglio obiettivo e rigorosamente scientifico abbiamo affrontato un tema che ci è costato caro, sia in termini economici sia dal punto di vista della tranquillità. Infatti abbiamo subìto minacce, diffamazioni, discredito, infine decine di procedimenti penali. Lo scopo? Zittirci. E ci sono riusciti. Così tra poche settimane Tanker enemy spegnerà la sua voce nel Web. I fratelli Marcianò oggi devono affrontare l'esperienza più dura del loro percorso. Infatti Rosario Marcianò, a causa della sua attività di divulgazione, ha subìto una condanna a dodici mesi di reclusione, da scontare nelle patrie galere o, nella migliore delle ipotesi, in detenzione domiciliare. Nel frattempo, altri processi sono in corso e potrebbero peggiorare lo stato delle cose.

Questo comunque non è un addio, ma in un anno possono accadere molte cose e non sappiamo in che modo questa storia finirà. Un particolare ringraziamento va a tutti coloro che ci hanno seguito in questi anni e che ci hanno fattivamente sostenuto. Un grande abbraccio da Antonio e Rosario Marcianò.

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lunedì 28 aprile 2025

"CHEMICAL RAINBOWS" - "IRIDESCENZE CHIMICHE"

Era il 16 giugno 2006, quando il fisico canadese Neil Finley, mentre guidava nella Statale 1, vicino a Victoria, ossservò per la prima volta un fenomeno che così descrisse: "Mi fermai per vedere una piatta nuvola bianca, incredibilmente bianca, incredibilmente ampia. Era sconvolgente da vedere".

La luce solare riflessa da quella enorme nuvola innaturale "occultava" il sole ed era caratterizzata da una serie di strisce prismatiche di colore rosa, verde e viola. Una tale "birifrangenza", spiegò Finley, "non si verifica mai con il vapore acqueo, perché la separazione dei colori si ottiene solo in un sistema di rifrazione cristallino".

Tali interferenze prismatiche con lunghezze d'onda luminose avvengono solo con "materiale solido estremamente fine", precisò Finley. Queste microscopiche particelle sospese "generano campi di interferenza attorno ad ogni particella, cambiando il colore della luce".

Finley confermò che si stava riferendo specificamente agli agenti chimici rilasciati artificialmente in atmosfera da velivoli civili e militari.

Il fenomeno della birifrazione (o birifrangenza o doppia rifrazione) non avviene mai con il vapore acqueo, con cui si assiste al fenomeno della rifrazione e della riflessione. Il particolato molto fine, sospeso nell'atmosfera genera dei campi di interferenza attorno ad ogni particella. I raggi luminosi vengono birifratti: : il raggio incidente r si divide in due raggi rifratti, r' e r'' della stessa intensità e polarizzati lungo piani perpendicolari. Tale fenomeno occorre soprattutto con il quarzo, il rame, l'alluminio ed il litio.

Tale iridescenza é il tipico ''optical rainbow effect'' che viene descritto a pagina 8 del brevetto numero 29142, datato 22 febbraio 1977. Brevetto realizzato dal C.N.R. (Consiglio Nazionale delle Ricerche), su commissione del Governo statunitense. A pagina 8, laddove si fa riferimento ai ''rainbow effects'', si parla chiaramente, tra le altre cose, di dispersione di alluminio sotto forma di micro particelle.

In tutta evidenza, quindi, le iridescenze, che spesso si formano in concomitanza con operazioni di geoingegneria, caratterizzate da scie persistenti (per bloccare le perturbazioni), non sono dovute alla presenza di goccioline d'acqua in sospensione, come mendacemente dichiarato dalle fonti ufficiali, ma da piccole, letali, particelle metalliche aviodisperse.

🔷 Guarda il video sul canale YouTube di Tanker Enemy.

🔷 ENGLISH VERSION ON OUR YOUTUBE CHANNEL HERE

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sabato 26 aprile 2025

Geoingegneria clandestina - Facciamo chiarezza

"Inseminazione delle nubi temporalesche" (cloud seeding): che cos'è e perché non si deve confondere con le cosiddette "scie chimiche" o "chemtrails". Si tratta di operazioni limitate ad aree circoscritte e sono atte a modificare il tempo atmosferico, stimolando le precipitazioni piovose. Hanno quindi scopi diametralmente opposti alle cosiddette "scie chimiche" e le tecniche di attuazione sono assolutamente differenti.

Le operazioni di "cloud seeding" sono messe in atto da piccoli aerei al di sopra delle nubi temporalesche, a quote attorno ai 7/8000 metri (non li si può avvistare). Sono eseguite per causare le piogge e, in molti casi, determinano disastrosi nubifragi, poiché, una volta che le nubi sono state inseminate dai "nuclei di condensazione" - costituiti in genere da ioduro d'argento e ghiaccio secco (in alcuni casi si usano batteri modificati geneticamente) - si possono generare situazioni fuori controllo.

Per questo motivo la frequenza delle alluvioni è aumentata, passando da uno o due "nubifragi" all'anno ad oltre cinque.

Rammentiamo che lo Stato di Israele collabora con il Governo italiano nell'ambito di progetti per la modifica del tempo. Tra questi il famigerato "Progetto Pioggia". Questa tecnologia era stata importata in Italia nel 1985 ed era stata esplicitamente indicata nelle conclusioni di un’indagine del Senato della Repubblica sull’acqua. Era stata il cuore del Convegno mondiale delle Nazioni Unite, affidato all'azienda Tecnagro e svòltosi a Paestum (Salerno), nel 1994. Era chiaramente indicata nella legge Galli (5 gennaio 1994, numero 36), per legalizzare la stimolazione della pioggia e gestirne i finanziamenti.

Le "scie chimiche", termine mutuato dall'inglese militare "chemtrails", sono operazioni di geoingegneria clandestina, che impiegano i grandi aerei commerciali (passeggeri e cargo) ed hanno un impatto globale, poiché modificano le condizioni atmosferiche, determinando siccità ed aumento delle temperature. Gli aerei coinvolti sono circa 200.000 al giorno e le regioni maggiormente colpite sono quelle più antropizzate. Gli aeromobili coinvolti sono dotati di dispositivi ad-hoc per la dispersione, ma bruciano anche carburanti additivati speciali. In questo caso si parla di "Inseminazione igroscopica delle nubi basse". Infatti i velivoli che sono impegnati nella dispersione di composti prosciuganti (che assorbono l'acqua presente in atmosfera), volano a bassa quota. In genere a quota troposferica (bassa atmosfera), per cui a non più di 3.000 metri di altitudine. Per questo si possono vedere e distinguere nei dettagli. Le quote fornite dall'App Flightradar24 sono inattendibili e forvianti. Lo scopo principale è IMPEDIRE le piogge e controllare i cicli naturali. In tal modo si influisce negativamente sulla produzione agricola e si ricavano alti profitti, facendo aumentare i prezzi.

Il "cloud seeding" e l'"hygroscopic cloud seeding" sono complementari. Infatti, al fine di rendere l'aria secca, ostacolare le piogge e rendere elettroconduttiva l'atmosfera per scopi strategici, è necessario che le enormi energie in gioco si scarichino in qualche modo periodicamente. Perciò si provocano piogge devastanti in aree circoscritte ed in tempi limitati, al fine di scaricare al suolo le enormi quantità di acqua che si accumulano in quota, nelle nubi temporalesche.

Le ormai tristemente note "bombe d'acqua" non sono dunque frutto del caso o di fantomatici "cambiamenti climatici", dovuti al CO2, ma sono diretta conseguenza di una volontaria alterazione degli equilibri atmosferici e fanno parte del programma di militarizzazione dei nostri cieli.

Le cosiddette "scie chimiche" sono rilevabili da terra e gli aerei che le rilasciano sono perfettamente identificabili, poiché volano a bassa quota (generalmente a quota cumulo) e quindi ad altitudini prossime ed anche inferiori ai 3.000 metri. Possono essere persistenti e lunghe o evanescenti e corte. Queste attività illegali mirano a prosciugare l'atmosfera e ad evitare che si formino nubi temporalesche.

Qualora una perturbazione appaia difficile da distruggere, entra in gioco il "cloud seeding" e la pioggia è fatta cadere abbondante in aree circoscritte, causando danni a cose e persone. Non di rado si contano svariate vittime e danni alle infrastrutture per milioni di euro.

Peraltro le dichiarazioni secondo cui le cosiddette operazioni di geoingegneria sono vietate in alcuni Stati, rappresentano un inganno, in quanto la manipolazione della nostra atmosfera ha meramente scopi militari ed il contrasto al riscaldamento globale è solo una patetica copertura. Di conseguenza nessuna Nazione in possesso di un esercito moderno può oggi rinunciare all'aviodispersione di elementi igroscopici ed elettroconduttivi, poiché le moderne tecnologie di difesa ed attacco sono strettamente dipendenti dalla manipolazione del tempo e del clima. Questa è la dura realtà.

Guarda il video sul canale YouTube di Tanker Enemy.

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venerdì 18 aprile 2025

Strategia del colpo di Stato - Manuale pratico

"Strategia del colpo di Colpo di Stato - Manuale pratico" - L'autore è Edward Luttwak, un esperto militare che è stato anche consigliere di Ronald Reagan, ex presidente degli Stati Uniti. È un super conservatore e militarista. Egli spiega in questo libro come il colpo di Stato non debba essere per forza incentrato sull'utilizzo della forza e delle masse, non un colpo di Stato nel vero senso della parola, ma un tipo di colpo di Stato silenzioso, che si appropri degli apparati dello Stato dal suo interno.

Perché parliamo di questo libro? Perché spiega anche come trattare gli oppositori. Nel capitolo 4 si legge che è essenziale evitare spargimenti di sangue, perché questo può avere ripercussioni negative. E qui secondo noi viene la parte migliore.

Ogni individuo che si oppone dovrà operare in perfetto isolamento. Quindi dobbiamo fare ogni sforzo per sopprimere quel genere di notizie. Se qualche resistenza compare, dobbiamo sottolineare con forza che essa viene da gente isolata, ostinata, individui malinformati e disonesti, che non sono affiliati a nessun gruppo o partito importante.

Il lavoro costante sul tema dell'isolamento farà apparire la resistenza inutile e pericolosa. Inoltre si legge ancora «faremo uso di selezione adatta di frasi sgradevoli, per esempio anti-americanismo, anti-nato, antisemitismo, oppure aggiungiamo noi, complottista, novax, sciachimista, paranoico ossessionato».

In queste frasi qualcuno si è forse riconosciuto?

La deriva antidemocratica di questo paese si rivela oggi in tutta la sua drammaticità, laddove i cittadini sono vieppiù privati dei loro storici diritti costituzionali e sono anche perseguiti penalmente, se si mostrano pericolosi per il mantenimento dello status quo, laddove lo Stato democratico è stato col tempo svuotato dei suoi veri originali princìpi ed è stato sostituito dalla forza bruta della repressione.

Guarda il video:

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martedì 18 marzo 2025

Arrivederci!

A breve sarò fuori dai giochi. Infatti devo scontare 12 mesi di reclusione in seguito ad una condanna comminata poiché segnalai, nel 2016, che Valeria Solesin era viva. A questi dodici mesi potrebbero aggiungersene altri, poiché le condanne si susseguono a ritmo incalzante. Quindi vi devo salutare. Il blog verrà aggiornato da mio fratello Antonio.

Un abbraccio!

Rosario Marcianò

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La guerra climatica in pillole

Le nubi che non ci sono più

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Range finder: come si sono svolti i fatti

venerdì 7 marzo 2025

"Esci dal Matrix" - Il libro di Morris San

Si intitola “Esci dal Matrix” il recente libro di Morris San. Di primo acchito, si potrebbe pensare ad una fra le tante pubblicazioni sul Nuovo ordine mondiale, sul sistema di dominio politico e sociale costruito in questi ultimi decenni. Ciò è in parte vero: il testo si inserisce in quel filone saggistico che smaschera e denuncia i meccanismi di controllo con cui è condizionata e pilotata la popolazione. E’ anche un’analisi incisiva dei retroscena relativi alla politica planetaria e nazionale, all’economia, soprattutto finanziaria, al mercato del lavoro, alla tecnologia, all’istruzione, al mondo dei “media”.

Nonostante ciò, la fatica di Morris San si differenzia da altri lavori all’apparenza simili per almeno due ragioni che riteniamo pregi: è scritto in modo semplice ed accessibile a tutti, portando il lettore a capire il motivo di scelte politiche ed economiche che sembrano irrazionali, se viste dal punto di vista di cittadini dotati di buon senso. Sono decisioni che, invece, risultano consequenziali, una volta guardate secondo la prospettiva di coloro che controllano quasi tutto il mondo: così, ad esempio, si capisce perché il futuro dei centri urbani è nelle cosiddette “città dei quindici minuti”. Si comprende più in generale che i diversi piani delle classi dirigenti, dietro una facciata di progresso, eguaglianza, giustizia, tutela dell’ambiente etc. (Agenda 2030), nascondono i soliti obiettivi delle “élites”: aumentare la loro ricchezza ed accrescere a dismisura il loro potere, anche attraverso crisi sociali, economiche, “sanitarie” nonché guerre orchestrate dietro le quinte.

Un’altra peculiarità di “Esci dal Matrix” è la corposa parte dedicata alle risoluzioni pratiche, ai consigli su come vivere o sopravvivere in un contesto dove i ricchi saranno sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri e numerosi, dove la libertà sarà un miraggio. Chi ha più dimestichezza con la tecnologia potrà tentare di reinventarsi un’attività lavorativa, nel momento in cui i sistemi di “intelligenza artificiale” faranno scomparire mestieri e professioni; chi, invece, ha attitudini tradizionali, potrà provare a divenire più o meno autosufficiente, allontanandosi dalle città per riscoprire antiche pratiche di sussistenza. Tutti dovranno ingegnarsi ed adoperarsi per preservare la loro libertà e il loro benessere.

Ci corre l’obbligo di essere sinceri: non sappiamo fino a che punto le strade prospettate dall’autore saranno del tutto percorribili in avvenire. Se dovesse diventare obbligatoria l’identità digitale con annessi e connessi (reddito programmato, credito sociale, punture… ), se l’”establishment” decidesse di eliminare ogni realtà “anti-sociale”, anche chi si è ritirato in campagna o in una regione montana, si potrebbe trovare di fronte ad un “aut aut”, ossia “O ti sottometti al sistema o per te è finita”. A quel punto solo i più forti non cederanno, i più forti e coloro che credono che alla fine il vero disastro non sia perdere la vita ma l’anima. A proposito di questo aspetto, apprezziamo il fatto che Morris San, nel capitolo VII del libro, “Saremo sempre più soli, ma Dio esiste”, offra una visione spirituale dell’intero quadro.

Alla fine, vada come vada, si può sottoscrivere quanto afferma il filosofo tedesco Martin Heidegger: “Ormai solo un dio ci può salvare”.

Il libro "Esci dal Matrix" è disponibile a questo link.

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sabato 8 febbraio 2025

“Filamenti tossici” piovono dal cielo: intervista a Christian Oesch, Presidente dell’Associazione Svizzera WIR

Nel 2014 pubblicammo i risultati relativi alle analisi da noi commissionate sui cosiddetti "filamenti di ricaduta". Analisi eseguite dal laboratorio francese "Analytika", in spettrometria e che confermarono l'origine artificiale di tali materiali aviodispersi. Oggi, a distanza di dieci anni, un laboratorio svizzero ha eseguito nuovi esami: essi aggiungono un'ulteriore tessera all'annosa questione. Non si tratta quindi di "innocue tele di ragno volante", così come vaneggiato da "pezzi da 90" come il sedicente "controllore dei fatti" (o "fact checher"), David Alehandro Anzil Puente ed altri luminari dell'informazione ufficiale, ma di materiali altamente tossici, prodotti con il preciso scopo di fungere da vettori per sostanze chimiche di vario genere. Secondo Christian Oesch, Presidente dell’Associazione Svizzera WIR, che ha finanziato le nuove analisi sui campioni di filamenti di ricaduta, le fibre contenevano oltre 30 diversi composti chimici, molti dei quali sono altamente nocivi e infiammabili.

Tra i composti identificati si annoverano derivati del benzene (noto oncogeno), epossidi e derivati dell’istamina, alcuni dei quali sono noti per essere pericolosi per la salute umana e l’ambiente. Alcune dei composti rilevati non sono elencati in alcun archivio di dati: ciò suggerisce che potrebbero essere di recente sviluppo o sperimentali. La struttura cava delle fibre potrebbe fungere da meccanismo di trasporto per sostanze chimiche, rilasciando lentamente tossine nell’ambiente, come dimostrato nei brevetti rilasciati. È stata anche individuato l'alluminio in concentrazioni elevate, il che potrebbe indicare una dispersione per via aerea.

La ricerca è stata condotta ricorrendo a molteplici metodi scientifici ad alta tecnologia per determinare sia la struttura fisica sia la composizione chimica delle fibre. Le tecniche analitiche applicate includono:

• Spettroscopia infrarossa a trasformata di Fourier con riflessione totale attenuata (FTIR-ATR) per esaminare la struttura molecolare.
• Gascromatografia-spettrometria di massa (GC-MS) per l’identificazione precisa dei composti chimici.
• Analisi elementare mediante spettrometria di massa ad accoppiamento induttivo (ICP-MS) per rilevare tracce di elementi nel materiale.
• Microscopia elettronica a scansione dotata di raggi X a dispersione di energia (SEM-EDX) per studiare la struttura fine e la composizione a livello microscopico almeno a risoluzione nanometrica.

La composizione chimica delle fibre non corrisponde ad alcuna seta di ragno. Le fibre sono cave all’interno, altamente strutturate e si fondono con i metodi di combustione tradizionali ed inoltre contengono composti chimici di sintesi che hanno applicazioni industriali, ma non che si trovano in natura. Il contatto diretto con la pelle o gli occhi potrebbe causare irritazioni, reazioni allergiche o ustioni chimiche. L’esposizione respiratoria potrebbe causare risposte infiammatorie, potenzialmente in grado di influire sulla funzionalità polmonare. Alcuni composti rilevati (ad esempio derivati ​​del benzene, epossidi) sono noti per essere cancerogeni.

L'intervista completa al Dr. Christian Oesch e tradotta in italiano da Andrea Caldart per quotidianoweb.it, può essere letta a questo link.

Qui e qui i nostri due articoli, pubblicati nel 2014 e nel 2017 sul blog Tanker enemy.

Qui e qui le due interviste concesseci dal Dottor Bernard Tailliez (titolare del laboratorio "Analytika"), ormai purtroppo scomparso.

Ringraziamo l'amico nonché collaboratore Nicola Giannoni per la segnalazione.

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