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venerdì 8 aprile 2011

H.A.A.R.P. attack

H.A.A.R.P. TPTB Japan earthquake tsunami attack - 2011-03-11 by Studiorender è un icastico spaccato dei sistemi H.A.A.R.P. Nel video, in cui la fiction si salda alla più tragica realtà (si pensi ai terremoti artificiali, tra cui il disastroso sisma che ha colpito il Giappone il giorno 11 marzo 2011) sono evidenziate le micidiali capacità dei riscaldatori ionosferici: neutralizzare le comunicazioni satellitari; disintegrare velivoli di "intrusi"; inviare segnali verso sottomarini o basi sotterranee; modificare il clima e provocare sommovimenti tellurici; controllare le menti e causare malattie; eseguire la tomografia della litosfera; distorcere la magnetosfera... Di grandissimo rilievo in questo fondamentale documento, basato su fonti e studi sugli apparati H.A.A.R.P, intesi come armi polivalenti, la ricostruzione di impianti di telecomunicazione e bellici costruiti su piattaforme mobili disseminate negli oceani, lontano quindi da occhi indiscreti. La guerra contro l'umanità non è stata dichiarata, ma è già in atto da tempo

Difesa missilistica
H.A.A.R.P. è in grado di modificare la ionosfera per deviare missili balistici intercontinentali o per distruggerli al momento dell'ingresso nella ionosfera.

Guerre stellari
Ogni veicolo spaziale che viaggia all'interno della ionosfera è soggetto a potenziali attacchi sferrati da H.A.A.R.P. Le antenne possono focalizzare e concentrare un fascio di particelle in modo da generare un potente laser che può avere come bersaglio aerei militari, satelliti, stazioni spaziali e persino gli U.F.O.

Neutralizzazione di satelliti
H.A.A.R.P. è in grado di mettere fuori combattimento tutti i satelliti di comunicazione che operano attorno alla Terra. Il documento tecnico della base H.A.A.R.P. spiega che può essere usato per distruggere i satelliti nemici, pur mantenendo le comunicazioni satellitari dello stato attaccante.

Kamikaze planetario
H.A.A.R.P. potrebbe teoricamente essere impiegato come sistema di attacco kamikaze del pianeta, alterando la ionosfera in maniera così drammatica sì da rendere la Terra vulnerabile alle radiazioni solari nocive, con l'incenerimento di ogni organismo vivente sulla superficie di Gaia.

Comunicazione in profondità
H.A.A.R.P. può essere usato come un mezzo di comunicazione di dati ad alta velocità, particolarmente utile per il trasferimento di informazioni dalla superficie ai sottomarini ed alle basi sotterranee anche molto profonde.

Modificazione del clima ed arma geo-fisica
Con l'impiego di onde elettromagnetiche è possibile modificare il clima. Questa tecnologia è già una realtà, per mezzo degli aerei chimici, ma con H.A.A.R.P., la scala e la misura del cambiamento hanno implicazioni planetarie. Si è ipotizzato che questo sistema potrebbe creare eruzioni vulcaniche o addirittura causare terremoti.

Controllo mentale
H.A.A.R.P può essere adoperato per controllare la mente umana. Le onde E.L.F. hanno dimostrato effetti sugli stati mentali. Si possono innescare cambiamenti d'umore enormi con specifiche frequenze. Il cervello umano opera su frequenze molto basse. Il cervello è in grado di produrre onde alfa, beta, delta, theta. Quando si medita, le onde sono di 8 cicli al secondo, durante il sonno di 4 cicli. H.A.A.R.P. è in grado di generare tutti questi segnali.

Tomografia del pianeta
H.A.A.R.P. permette di eseguire una tomografia del pianeta. I militari possono così individuare basi ipogee di paesi stranieri.

Guerra elettromagnetica
H.A.A.R.P. può alterare la magnetosfera. Il ricorso ad armi elettromagnetiche contro gli esseri umani è causa di malattie e di squlibri psichici: può indurre l'isteria o la passività per il controllo della popolazione. Si può determinare il cancro; è possibile indurre alterazioni genetiche e persino un totale arresto cardiaco.



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giovedì 3 febbraio 2011

Boati e voragini in Cadore: quali sono le vere cause?

Fra i numerosi articoli che, in questi ultimi tempi, riferiscono di assordanti deflagrazioni udite in varie regioni d'Italia, abbiamo scelto una cronaca in cui l'inquietante evento (probabilmente dovuto alla costruzione di basi sotterranee) è associato all'ancora più spaventevole comparsa di voragini nel terreno. Si tratta dei cosiddetti sinkholes, giganteschi buchi spesso dalla forma perfettamente circolare e dalle pareti lisce: sono baratri che, da un anno circa, si aprono all'improvviso nel terreno sia in zone urbane sia in aree rurali. Le spiegazioni ufficiali talora possono essere persuasive, ma a causa della notevole frequenza del fenomeno e per la stranezza delle caratteristiche, si potrebbe ventilare l'ipotesi che i fori siano causati da armi satellitari cui alcuni ricercatori attribuiscono - forse non a torto – anche i 'crop circles'.

Domegge. Non c’è solo il Fadalto ad avere il problema dei boati provenienti dalla terra: un fenomeno simile si verifica da tempo a Domegge. Più volte, tra il 1960 ed oggi, dal suolo sono arrivati dei forti boati. Non è stato facile trovare persone disposte a confermare queste voci, a Vallesella. Una di queste è Giovanni Fedon che abita vicino alle sponde del lago. «Sento spesso dei rumori sordi provenire dal lago, ma il più delle volte sono riconducibili alle lastre di ghiaccio che si rompono e cadono nell'acqua. Ho udito, però, altri rumori vicino al cimitero che si trova a metà strada tra Domegge e Vallesella. L'ultima volta che ho sentito un forte rumore, ero proprio in cimitero: era un rumore forte e secco che proveniva dal sottosuolo. Posso anche confermare che, a poca distanza dalla mia casa, tempo addietro, senza ragione, si è aperto un buco nel prato».

La nostra mini inchiesta si sposta verso Domegge, nelle vicinanze del campo sportivo, dove c'imbattiamo in Fulvio Pinazza, che conferma di aver udito dei boati e di aver visto delle voragini nel terreno: «I rumori che si sentono provenire dal sottosuolo e dal lago», spiega l'imprenditore ultraottantenne, «sono di due tipi, logicamente di origine diversa: il primo è collegato allo scioglimento del ghiaccio; tutto questo provoca dei forti rumori che si odono nelle aree tra Domegge e Vallesella più vicine al lago. Gli altri rumori, che si sentono ormai da molti anni, sono dei veri e propri boati che arrivano dal sottosuolo, accompagnati a volte dall'improvviso formarsi di buchi e voragini in mezzo ai prati. Non è certo rassicurante pensare di vivere su un territorio dove si verificano tali fenomeni».

Ma quale potrebbe essere la causa? A questa domanda cerca di rispondere Antonio Pinazza, che, insieme con Fulvio, sta compiendo la passeggiata giornaliera lungo la strada che collega il paese di Vallesella a Domegge: «Difficile rispondere, perché questo fenomeno è nato poco dopo la nascita del lago di Centro Cadore. Secondo quanto ho potuto capire, i boati potrebbero essere causati dalle gallerie sotterranee che si trovano nel sottosuolo tra Vallesella e Domegge, in modo particolare nella zona del campo sportivo. Queste gallerie sarebbero formate dall'acqua che corrode il terreno sottostante composto da gesso e marmorino, creando degli ampi tunnel che ogni tanto crollano, provocando forti rumori».

Del fenomeno è a conoscenza anche il sindaco, Lino Paolo Fedon, che comunque tende a rassicurare la popolazione: «Il problema dei boati è nato con il riempimento dell'invaso formato dalla diga di Sottocastello. Il Comune di Domegge è sempre stato molto attento a questi fenomeni, tanto che tempo fa sono stati eseguiti dei sondaggi che hanno chiarito la situazione. Sulla base dei rilievi, risulta che il territorio edificabile di tutto il comune è sicuro: unica eccezione è la zona dichiarata non edificabile nel momento dello spostamento a monte del paese. Anche per l'elaborazione del P.A.T., lo scorso anno, sono state eseguite delle perizie geologiche, che hanno confermato la non pericolosità del territorio».

Fonte: corrierealpi





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giovedì 3 giugno 2010

I terremoti artificiali secondo l'ingegner Pierre Grésillaud

Nell'articolo “Armes sismiques, l'hypothese des codas”, pubblicato sull'edizione francese di "Nexus", l'ingegnere civile Pierre Grésillaud si chiede se l'uomo sia capace di causare dei terremoti su bersagli precisi. Pur non addivenendo a conclusioni apodittiche, l'autore ritiene che diversi sismi di questi ultimi decenni possano essere di matrice artificiale.

Grésillaud scrive: "Già nel 1988, gli Armeni si interrogarono sulle cause dello spaventoso sommovimento tellurico che devastò Erevan, capitale dell'Armenia, allorché quel paese, che apparteneva ancora all'U.R.S.S. conobbe delle tensioni con Mosca, in un periodo in cui i Sovietici compivano operazioni militari.

Tutti ricordano anche il catastrofico evento tettonico di Sumatra del 26 dicembre 2004: l’energia sprigionatasi generò un enorme tsunami; anche allora si sospettò una genesi non naturale. Infatti un precedente terremoto di magnitudo Richter pari ad 8, occorse sull'altro lato della faglia appartenente alla placca neo-zelandese, non distante dalle Isole Macquerie, il 23 dicembre 2004. Stranamente, il fenomeno passò inosservato agli occhi dei sismologi che lo considerarono una mera coincidenza temporale. L'anno precedente, il 26 dicembre 2003, si era verificato il distruttivo sisma di Bam, in Iran, di magnitudo, 6,5, il cui ipocentro ebbe la malvagia idea di trovarsi 3 km sotto la città.

Bisogna rammentare anche la terribile scossa che devastò una parte della provincia cinese del Sichuan il 12 maggio 2008. Di magnitudo 8, causò 80.000 morti e stravolse totalmente i luoghi colpiti.

Indizi di un sisma artificiale sono i seguenti:

- Vicinanza dell'epicentro a zone che non erano state mai interessate da sommovimenti di notevole magnitudo

- Centri di ricerca sotterranei a qualche decina di chilometri (come a L'Aquila, n.d.t.)

- Fenomeni atmosferici prima del sisma

- Distribuzione asimmetrica delle repliche (scosse di assestamento) attorno all'epicentro e lungo la faglia principale

- Anomalie rilevabili nei sistemi di misurazione relativi alla magnetometria ionosferica di H.A.A.R.P.

Il sisma che colpì il Cile il 27 febbraio 2010, di magnitudo 8,8, era stato preceduto da un terremoto 7,7 con epicentro a sud del Giappone, nelle Isole Ryukyu, arcipelago dove è ubicata la base statunitense di Okinawa".

Fonte: P. Grésillaud, "Armes sismiques, l'hypothese des codas", in "Nexus" n.68, mai-juine, 2010

Si ringrazia il gentilissimo Dottor Gianni Ginatta per la segnalazione.


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lunedì 22 dicembre 2008

La militarizzazione della Sicilia avanza inesorabile, parallelamente all'irrorazione chimica

Come già preannunciato dagli altri articoli dell'amico Antonio Mazzeo, la militarizzazione del nostro paese prosegue inesorabile ed in maniera funzionale all'agenda di irrorazione chimico-biologica.


Con Africom giungono in Sicilia gli aerei cisterna e da trasporto U.S.A.
Era prevedibile che con l’istituzione del nuovo comando militare U.S.A. per le operazioni nel continente africano, AFRICOM, buona parte delle attività di direzione, controllo e pronto intervento venisse ospitata dalle maggiori installazioni possedute in Italia dalle forze armate statunitensi. Dopo l’istituzione a Vicenza del Comando per le operazioni terrestri in Africa ed a Napoli di quello per le operazioni navali, gli Stati Uniti d’America puntano a trasformare la stazione aeronavale di Sigonella in uno dei principali scali europei dell’Air Mobility Command (A.M.C.), il Comando unificato che sovrintende alle operazioni di trasporto aereo negli scacchieri di guerra internazionali.

Con la piena operatività di AFRICOM, le accresciute necessità d’intervento nel continente africano richiedono lo spostamento del personale A.M.C. dalla Gran Bretagna e dalla Germania verso il sud, in Spagna, Italia e Portogallo”, ha annunciato il colonnello Keith Keck, comandante della Divisione di pianificazione strategica dell’Air Mobility Command, con sede presso la base aerea di Scott, Illinois. E quali sono le installazioni destinate alla ridislocazione di uomini e mezzi? È il comandante Stephen McAllister, dell’ufficio di pianificazione dell’A.M.C., a rispondere: “Le basi che potrebbero ricevere un afflusso di uomini dell’A.M.C. includono la stazione navale di Rota e l’aeroporto di Morón in Spagna, lo scalo di Lajes Field, nelle Azzorre (Portogallo) e la Naval Air Station di Sigonella, in Italia”.

L’uso del condizionale potrebbe far pensare ad una scelta non ancora definitiva, ma in un’intervista rilasciata al periodico statunitense Air Forces Magazine (novembre 2008), il generale Duncan J. McNabb, la più alta autorità militare nel settore della mobilità e del trasporto aereo U.S.A., ha dichiarato che “per assicurare il successo dell’intervento in Africa”, è indispensabile 'sviluppare le infrastrutture delle basi chiave, come Lajes Field, l’isola Ascensione nell’Atlantico e Sigonella, Sicilia'. “Il Comando dell’Air Mobility Command - ha aggiunto McNabb – sta lavorando con l’US Air Force in Europa per trasferire in queste installazioni, dalla base aerea di Ramstein, Germania, il traffico aereo di AFRICOM”.

L’Air Mobility Command fu creato nel 1992 per consentire all’aeronautica militare di rispondere con maggiore efficienza alle crescenti richieste di trasporto globale di uomini, mezzi e sistemi d’arma e concentrare sotto un unico comando gli aerei cargo ed i velivoli cisterna dell’US Air Force. L’A.M.C. opera ricorrendo ai grandi aerei da trasporto militare del tipo C-5 Galaxy, C-17 Globemaster III, C-130 Hercules e C-141 Starlifter, nonché alcuni velivoli presi in affitto da alcune compagnie aeree “civili”. Attualmente il Comando per il trasporto aereo U.S.A. è presente con più di 1.700 uomini in una decina di basi europee, la più importante delle quali è Ramstein, Germania. Questo scalo è stato scelto il giorno 1 ottobre 2008 come sede provvisoria della neo-costituita 17th Air Force, altrimenti denominata “Air Forces Africa”, la componente aerea per le operazioni nel continente africano che raggiungerà la piena capacità operativa tra il 2009 e il 2010. “L’uso di Ramstein è conveniente e, di conseguenza, popolare, spiega il colonnello Keith Kech dell’Air Mobility Command. Ma noi non possiamo fare ogni cosa a Ramstein, anche perché con le operazioni in Iraq e Afghanistan il traffico aereo ha raggiunto il limite. Per questo abbiamo la necessità di guardare ad altre località per le operazioni di trasporto aereo”.

Sigonella non è nuova alle attività dell’Air Mobility Command. Con gli interventi degli Stati Uniti post 11 settembre 2001, la base siciliana ha fornito un supporto logistico fondamentale agli aerei cargo provenienti dagli U.S.A. e diretti ai teatri di guerra orientali. Negli ultimi due, tre anni Sigonella si è trasformata da stazione per il pattugliamento marittimo nel Mediterraneo a vero e proprio “hub multiruolo” per le missioni di trasporto strategico dell’U.S. Air Force in Asia e continente africano. Il 10 aprile 2008, nel corso di un’audizione di fronte alla sottocommissione per le infrastrutture militari del Congresso, il generale Bantz J. Craddock, comandante di EUCOM (il Comando per le operazioni U.S.A. in Europa), ha enfatizzato il ruolo di Sigonella nel fornire “flessibilità ed alta capacità di supporto logistico all’interno ed all’esterno del teatro mediterraneo”. Proprio nell’ambito del processo di trasformazione strategica delle principali basi europee e del loro “supporto alla proiezione delle forze statunitensi nelle aree di crisi di Africa, Medio Oriente, Est Europa e Caucaso”, il generale Craddock ha rivelato di aver proposto “la M.O.B. (Main Operating Base) di Sigonella e la base aerea spagnola di Morón, quali installazioni di supporto N.A.T.O. per le operazioni di rifornimento aereo”. “Se questa proposta sarà accettata nell’ambito del pacchetto d’emergenza per il miglioramento del rifornimento aereo, in queste due basi si potranno realizzare opere di miglioramento infrastrutturale per circa 120 milioni di dollari” e decine di grandi aerei cisterna per il rifornimento in volo di bombardieri e aerei da trasporto potranno essere trasferiti in Sicilia.

In attesa del megafinanziamento N.A.T.O., il Pentagono ha comunque avviato le procedure per l’ammodernamento delle piste di volo di Sigonella. Il 30 giugno 2008 è stato pubblicato il bando di gara per lavori per 5 milioni di dollari, consistenti nella “riparazione di una parte delle piste di atterraggio e decollo, inclusa la demolizione e ricostruzione di circa 18.700 metri quadrati di superficie d’asfalto e di 9.000 metri quadrati di superfici aeroportuali, nonché l’installazione di un nuovo sistema d’illuminazione”.

Il futuro prossimo di Sigonella sarà dunque segnato dal sovraffollamento aereo. E' un tema che per gli attivisti della Campagna per la smilitarizzazione di Sigonella dovrebbe essere prioritario nell’agenda politica sul “modello di sviluppo” siciliano, ma che trova indifferenti partiti, amministratori e buona parte della popolazione che vive nei pressi della base militare. Il traffico di velivoli U.S.A. e N.A.T.O. rappresenta già adesso una grave minaccia per le operazioni di volo del vicino aeroporto civile di Catania-Fontanarossa. Ai rischi di collisione aerea va poi aggiunto l’alto numero di caccia, elicotteri e velivoli da trasporto precipitati nelle campagne e nelle acque circostanti la base aeronavale.

Il trasferimento in pianta stabile a Sigonella dei nuovi aerei statunitensi, avrà un impatto ancora più rilevante sulla salute della popolazione. C-5, C-17, C-130, C-141, KC-10 e KC-135 sono, infatti, tra gli aerei militari che più contribuiscono alla dispersione nell’ambiente delle cosiddette “scie chimiche”, emissioni in cui si registrano pericolosissime concentrazioni di veleni ed elementi patogeni anche cancerogeni, quali alluminio, arsenico, cobalto, etilene dibromide, mercurio, ossido di titanio, piombo, quarzo, sali di bario, silicio, torio, uranio, zolfo etc. Ne risulta una contaminazione di suolo, aria ed acqua che, secondo alcuni peace researchers, sarebbe provocata volutamente dalle forze armate.

Secondo il fisico Corrado Penna, docente presso l’Istituto d’Istruzione Superiore “G. Antonietti” di Iseo ed animatore del blog scienzamarcia, le scie chimiche rappresentano una vera e propria congiura contro l’uomo ed il pianeta, alla stregua delle nuove armi di “mutazione climatica” e dei sistemi che si sperimentano nello spazio. “Il tutto sembra essere legato ad un'oscura manovra pilotata dal governo U.S.A.”, spiega Corrado Penna. “Il rapporto annuale del Pentagono dimostra che gli Stati Uniti stanno preparando prove di armi chimiche e biologiche all’aria libera in violazione delle convenzioni internazionali, come è stato pure annunciato dal professor Francis A. Boyle, riconosciuto esperto in materia. Si può temere il peggio, se si mette in conto che l’U.S. Army ha già realizzato in passato quel tipo di esperimenti in diverse grandi città statunitensi, sulla pelle della propria popolazione. Famoso è, ad esempio, l’episodio di San Francisco negli anni ‘50 del XX secolo, quando agenti biologici furono polverizzati da navi militari sull’inerme e inconsapevole popolazione”.


Fonte: IMGPress



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lunedì 1 dicembre 2008

Lo strano caso del Monte Stella (articolo di Paso)

Pubblichiamo la parte saliente di un articolo dell'amico Paso e relativo al Monte Stella (1131 m.s.l.m) nel Cilento. L'autore ha notato spesso delle scie tossiche incrociarsi poco al di sopra della vetta, ad un'altitudine dunque del tutto inidonea alla formazione delle scie di condensazione. Non solo, la montagna, oltre ad essere sede di un centro radar, è meta di uno strano andirivieni di mezzi militari: stanno forse costruendo o ampliando una base sotterranea?


La cima sulla quale convergono stranamente due delle innumerevoli scie chimiche presenti in cielo è quella del famigerato Monte Stella, sede di una ex base Loran, ma potenziata evidentemente con altre tecnologie, dopo lo smantellamento di questo ormai superato sistema di posizionamento.

Delle stranezze che sono accadute ed accadono attorno a questa montagna strategicamente (non a caso) collocata nel cuore del Cilento, si cominciò a dibattere su un forum nella discussione "Scie Salerno", ma l'argomento non destò l'interesse che meritava e merita, nonostante i racconti inerenti ai seguenti aspetti:

- colonne militari che, nottetempo, scompaiono completamente all'interno della montagna;
- personale civile e militare della base a cui è fatto divieto di "familiarizzare", durante la libera uscita, con la gente del posto;
- divieto di accesso introdotto solo pochi anni or sono sulla strada che porta alla vetta, meta, prima che venisse stabilita l'interdizione, di allegre scampagnate domenicali in mezzo ad una selva di antenne e sotto un potentissimo radar;
- campo elettrico rilevabile sulle pendici del monte sufficiente da solo ad accendere ed a tenere accesa una lampada a fluorescenza pur PRIVA DI ALIMENTAZIONE;
- l'impressionante casistica di noduli alla tiroide e varie forme di cancro tra gli abitanti di San Mauro Cilento.

Quest'ultimo centro, che vanta un'altamente qualitativa produzione d'olio d'oliva D.O.P. forzatamente limitata nella quantità a causa dell'asprezza del territorio, si trova a Nord-Ovest del Monte Stella ed è il paese più vicino in linea d'aria alle installazioni ubicate sulla vetta: le installazioni comprendono un potente radar del quale è visibile la bianca cupola da qualsiasi altro rilievo degno di nota del Cilento e non solo.

La base controlla tutto il traffico aeronavale (almeno) dei settori Est del Tirreno Centrale e del Tirreno meridionale (quindi inclusa la zona di Ustica, se il particolare può suscitare la curiosità di qualcuno) e perciò è logico pensare che le emissioni più potenti e reiterate siano dirette proprio verso Ovest, visto che il confine idrografico tra i due citati settori del Tirreno corre precisamente sul 40° parallelo, poco più a Sud della base, più o meno in corrispondenza del promontorio più meridionale del Cilento, che si trova nel Comune di Scario.


Articolo originale: http://heymotard.blogspot.com/



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