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domenica 12 agosto 2018

Una proposta concreta

Non esistono poteri buoni. (Fabrizio De André)

È prova di una mente semplice e molto primitiva che uno desideri di pensare come le masse o la maggioranza, semplicemente perché la maggioranza è maggioranza. La verità non cambia, perché è o non è creduta dalla maggioranza delle persone. (Giordano Bruno)



Molti continuano a chiedersi come si possa contrastare in modo efficace la geoingegneria clandestina. Siamo sinceri: la sfida è impari e le possibilità di spuntarla sembrano ridotte al lumicino, visto l’abnorme dispiegamento di forze messo in campo dai criminali e dai loro innumerevoli collaborazionisti.

Un passo nella giusta direzione potrebbe essere quello che di seguito indichiamo, se questo governo, come quelli che l’hanno preceduto, non fosse formato da fantocci al servizio delle sedicenti élites. Sono pupazzi che, di là dalle reboanti promesse elettorali, hanno dimostrato e stanno dimostrando di essere dei demagoghi spocchiosi e fatui. La “politica” del console Salvini, che ha abiurato la sua interrogazione alla Commissione europea, è tutta una sfilza di proclami magniloquenti, di interviste strapaesane, di interventi a base di salsicce, lasagne ed agnolotti. Alcune sue iniziative sono lodevoli, ma sono gocce nell’oceano e soprattutto sono trovate propagandistiche per conservare ed accrescere il consenso.



L’ideale sarebbe una rivoluzione copernicana, emancipandosi dal “debito pubblico” (leggi signoraggio bancario), dalla cricca negazionista incistata nei ministeri, dalla magistratura iniqua e corrotta, dai trattati internazionali, dalla N.A.T.O., dall’Unione europea, dall’O.N.U. etc. L’ideale sarebbe un totale cambiamento di forma mentis e di approccio ai problemi, ma per ora si potrebbe dare un segno di buona volontà, cominciando ad eliminare le accise preistoriche sui carburanti per auto e motoveicoli. Nel frattempo bisognerebbe tassare i nocivi carburanti avio. Sarebbe un primo colpo ben assestato all’aviazione commerciale in prima linea nella devastazione ambientale e nell’assalto alla salute. Inoltre se ne ricaverebbero somme ingenti, visto l’indiavolato traffico aereo civile.

Purtroppo l’esecutivo presieduto da Giuseppe Conte, informato sulla biogeoingegneria bellica, nicchia su questa come su tutte le altre azioni utili, anzi necessarie ad un reale miglioramento della situazione generale, una situazione ogni giorno che passa sempre più rovinosa, sempre più compromessa.


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La guerra climatica in pillole

Le nubi che non ci sono più

Per una maggiore comprensione dei fenomeni legati alla guerra ambientale in corso, abbiamo realizzato l'Atlante dei cieli chimici.

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Range finder: come si sono svolti i fatti

lunedì 27 settembre 2010

Sindrome aerotossica: probabile un collegamento con le scie chimiche

La sindrome aerotossica è oggetto di un numero crescente di articoli ed inchieste televisive inquietanti. Con l'espressione “sindrome aerotossica" viene designata una serie di danni neurologici derivanti dall'inalazione di aria contaminata a bordo di un aeromobile. Il fenomeno colpisce tanto i piloti quanto il personale di cabina nonché i passeggeri, producendo talvolta conseguenze gravi ed invalidanti. Di solito si attribuisce il problema ai vapori tossici di olio lubrificante che filtrano all’interno delle cabine dei velivoli, ma alcuni ricercatori sospettano che la sindrome sia dovuta, invece, ai composti chimici delle chemtrails. Questi composti penetrano nelle cabine piloti e nelle sezioni passeggeri, visto che l'aria contaminata viene prelevata dall'esterno, solitamente, da uno o più motori. Bisogna, infatti, chiedersi il motivo per cui il problema è nato attorno alla fine degli anni '90 del XX secolo, proprio in concomitanza con l'avvio del "Progetto Teller". La reticenza degli organi preposti alla "tutela della salute", la levata di scudi per opera delle compagnie aeree che minimizzano il problema, la scarsità di studi medici sul fenomeno inducono a sospettare che la sindrome in oggetto sia legata, in qualche modo, alle operazioni di avvelenamento della biosfera.

Il 27 aprile 2009 fu presentata un'interrogazione al Parlamento europeo, a firma di Caroline Lucas. La riportiamo.

“Studi condotti negli ultimi decenni hanno dimostrato che numerosi passeggeri di voli civili hanno iniziato ad ammalarsi, colpiti da una serie di sintomi a breve e a lungo termine come affaticamento cronico, disturbi del sonno, amnesie temporanee, crisi improvvise, dolori neuromuscolari, debolezza, disturbi alla respirazione (se gravi, senza un sistema di supporto vitale, potrebbero essere fatali), nonché problemi gastrointestinali, cardiovascolari, alla pelle e perdita di concentrazione. Si ritiene che la causa di questa situazione sia imputabile, principalmente, a organofosfati neurotossici che contaminano l'aria nelle cabine degli aerei per errori di progettazione del sistema di prese d'aria. Dal 1999 questa condizione è stata definita «sindrome aerotossica» e, secondo gli autori, la contaminazione degli aeromobili civili sta potenzialmente mettendo a rischio la salute e la sicurezza di migliaia di passeggeri e del personale quotidianamente in viaggio su linee aeree commerciali.

Benché la sindrome aerotossica ed i noti rischi per la salute umana associati a tale difetto di progettazione dei velivoli siano fenomeni sempre più conosciuti, sono stati compiuti pochi sforzi volti a esaminare a fondo il problema e ad affrontare seriamente la questione. Non è sufficientemente promossa la ricerca scientifica, fondamentale per ottenere elementi sulla sindrome aerotossica che consentano di verificare se le persone in volo siano soggette a un'esposizione tossica e, in caso affermativo, di far fronte con responsabilità alla questione. Di conseguenza, in aria, la salute e la sicurezza di migliaia di persone restano potenzialmente minacciate; a terra, pochissimi medici sono di fatto al corrente di questa sindrome (non si tratta di una malattia riconosciuta) e non esistono orientamenti nazionali per le procedure diagnostiche.

Nel 2006 l'Agenzia europea della sicurezza aerea ha reso noto di voler riesaminare e modificare entro il 2009 le specifiche di certificazione applicabili ai grandi aeromobili (CS-25). Può la Commissione fornire informazioni in merito a quali progressi sono stati compiuti a tale proposito, nonché quali ulteriori interventi intraprenderà al fine di affrontare i rischi alla salute associati all'aria contaminata nei velivoli, visto il crescente numero di prove a dimostrazione del problema?”


Un’altra interrogazione fu inoltrata il 22 settembre 2009 dall’olandese Frieda Brepoels. Si noti la risposta evasiva dell’onorevole Antonio Tajani.

“La sindrome aerotossica, nota anche come «lo scandalo dell’amianto del trasporto aereo», è oggetto di un numero crescente di studi e articoli inquietanti. Con il termine «sindrome aerotossica» viene designata una serie di problemi di salute derivanti dall’inalazione di aria contaminata a bordo di un aeromobile. Il fenomeno colpisce tanto i piloti quanto il personale di cabina e i passeggeri e produce talvolta conseguenze gravi quali l’incapacità lavorativa.

In questo contesto, l’interrogante chiede alla Commissione di rispondere ai seguenti quesiti: 1. Nella risposta all’interrogazione scritta P3005/09, il commissario Tajani fa riferimento alla direttiva 89/391/CEE(1) per quanto concerne la salute dei lavoratori durante il lavoro.

Può la Commissione indicare quali misure sono state adottate dai 27 Stati membri per informare il personale di cabina e proteggerlo dalla sindrome aerotossica? È evidente che la citata direttiva non offre garanzie per i passeggeri. È disposta la Commissione, di concerto con gli Stati membri, ad assumere iniziative finalizzate a tutelare i passeggeri dalla sindrome aerotossica? In caso affermativo, di quali iniziative si tratta e per quando sono previste? In caso negativo, per quale motivo?

2. Nella risposta all’interrogazione scritta P3005/09, il commissario Tajani fa riferimento al fatto che i diversi studi scientifici condotti su questo argomento non avrebbero fornito conclusioni definitive. Può la Commissione specificare a quali studi si riferisce il commissario Tajani?

3. Nella risposta all’interrogazione scritta P‑3005/09, il commissario Tajani fa riferimento all’intenzione dell’AESA di pubblicare un invito a raccogliere informazioni sul tema. Può la Commissione riferire in merito agli sviluppi di tale iniziativa?"



Riteniamo che la sindrome potrebbe essere ascritta ad alcuni componenti tipici delle scie chimiche oltre che al triclesilfosfato. Infatti molti di questi caratteristici sintomi sono diagnosticati, nelle giornate contraddistinte da intensa attività di irrorazione chimico-biologica, anche tra le persone che non viaggiano in aereo. Consideriamo, infine, la sintomatologia descritta nell'interrogazione e quella collegabile all'esposizione ad altre sostanze neurotossiche presenti nelle chemtrails.

Come si può vedere dal prospetto sinottico, parecchi disturbi ed affezioni appaiono simili o identici. Sono soltanto coincidenze?






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venerdì 30 gennaio 2009

L'On. Brandolini interroga nuovamente il governo sulle “Scie chimiche”

«Si continua a dare risposte non esaurienti su un fenomeno che può avere pesanti ricadute sulla salute dei cittadini»


Cesena, 28 gennaio 2009

L’onorevole PD Sandro Brandolini torna a chiedere al governo di fare chiarezza sul fenomeno delle cosiddette “scie chimiche”. «Finché il governo non farà piena chiarezza continuerò a chiedere risposte», commenta.

Dallo scorso mese di giugno, infatti, il deputato cesenate è giunto alla sua terza interrogazione parlamentare. «È necessario fornire ai cittadini, fortemente preoccupati dalla crescente presenza di scie anomale, un’adeguata e documentata informazione». Cosa che il governo, nella persona del Ministro della Difesa, secondo l’On. Brandolini non sta facendo.

Nella risposta alla seconda interrogazione, lo scorso 16 dicembre, dal Ministero si affermava che “le indagini svolte hanno consentito di escludere il coinvolgimento degli aeromobili dell’Aeronautica Militare nella generazione o emissione di scie differenti da quelle normalmente dovute alla condensazione del vapore acqueo. L’Aeronautica Militare, inoltre, non ha in dotazione aeromobili adibiti allo spargimento di sostanze chimiche, né si hanno evidenze relative ad aeromobili militari che, operando a bassa quota sul territorio italiano, abbiano disperso o irrorato sostanze chimiche”.

«Il Ministero però non ha detto – spiega ancora Brandolini – quali ricerche scientifiche sono state eseguite, quali indagini sono state svolte e quali elementi sono stati raccolti sull’insieme di voli, militari e non, effettuati nello spazio aereo nazionale che abbiano avuto come effetto il rilascio di scie chimiche».

«Inoltre – prosegue Brandolini – con la nuova interrogazione, presentata alla Presidenza del Consiglio e ai Ministri della Difesa, dell'Ambiente e dell'Università e Ricerca, si chiede al governo se non ritiene di monitorare e registrare tempi, luoghi e modalità entro cui nello spazio aereo nazionale si formano scie chimiche, in modo da realizzare una banca dati utile a definirne la natura e le eventuali conseguenze su salute, clima e ambiente».

L'interrogazione (cofirmatari gli Onorevoli Antonio La Forgia, Alessandro Bratti, Manuela Ghizzoni) si conclude con la richiesta di sapere se l'Aeronautica Militare o altri soggetti pubblici sono coinvolti e con quali compiti, nel progetto di cooperazione Italia/USA su scienza e tecnologia dei cambiamenti climatici.


LEGGI LA TERZA INTERROGAZIONE

LEGGI LA RISPOSTA DEL MINISTRO ALLA SECONDA INTERROGAZIONE


Ringraziamo ^DaNiEl^ per la pronta segnalazione.




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venerdì 3 ottobre 2008

Nuova interrogazione dell'on. Brandolini al Ministero della Difesa

L'Onorevole Sandro Brandolini ci segnala una nuova interrogazione parlamentare sulle scie chimiche, questa volta indirizzata al Ministero della "Difesa". Qui di seguito il testo.


INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA


Al Ministro della Difesa. - Per sapere - premesso che:

nel territorio delle Provincie di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini - nel quale sono ubicati due aeroporti militari – nel corso dell’estate si è riscontrato un incremento della presenza di formazioni nuvolose anomale rilasciate da aerei militari (cd. scie chimiche o chemtrails);

le condizioni meteorologiche del periodo estivo, la bassa quota di volo degli aerei militari, la dimensione, la forma e la durata delle scie sembrano escludere che possa trattarsi di normali
scie di condensazione;

negli Stati Uniti da molti anni si susseguono proteste contro le scie nuvolose prodotte da aerei militari;

in Germania il fenomeno viene addebitato ad esperimenti militari, recentemente – come documentato in un servizio del canale televisivo tedesco RTL TV – alcuni ricercatori climatici, attraverso verifiche e rilievi sulle formazioni nuvolose rilasciate da aerei militari, avrebbero trovato riscontri del fatto che si tratterebbe di nubi artificiali contenenti enormi quantità (tonnellate) di elementi chimici diffusi, polveri finissime a base di polimeri e di metalli irrorati con la funzione di confondere i radar e di consentire una manipolazione delle mappe meteorologiche. Secondo quanto affermato dai vertici militari, le quantità irrorate sarebbero modeste e non nocive;

il C.N.R. nel 2005 e alcuni ricercatori indipendenti, attraverso analisi su campioni di pioggia, coincidenti con il rilascio delle scie chimiche, e su piante bagnate dalla stessa pioggia, hanno rilevato la presenza di una concentrazione al di sopra della norma di elementi chimici come quarzo, ossido di titanio, alluminio, sali di bario, sicuramente pericolosi per la salute e, secondo alcune fonti, anche cancerogene;

se corrisponde al vero che nel 2003 è stato sottoscritto un trattato tra gli Stati Uniti e l’Italia sugli studi meteorologici e che da tale data sono triplicati i voli militari;

se il Ministero sia in possesso di elementi raccolti direttamente o indirettamente sul fenomeno e, in particolare, di adeguate informazioni relative alle sostanze chimiche che vengono irrorate nell’aria, al loro grado di inquinamento e alla pericolosità per la salute pubblica;

quali iniziative intenda porre in essere per dare risposta ai cittadini, fortemente preoccupati dal fenomeno e per fornire esaurienti informazioni al paese.


On. Sandro Brandolini


Visualizza qui il documento in formato pdf.


Aggiornamento del 6 ottobre 2008

L'interrogazione è stata pubblicata dal portale AvioNews (World aeronautical press agency)



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martedì 12 agosto 2008

Il Ministero dell'ambiente risponde all'On. Brandolini

In data 4 agosto 2008, il Ministero dell'ambiente (?!) ha "risposto" all'interrogazione sulle scie chimiche (4-00280), presentata dell'Onorevole Sandro Brandolini. Si tratta di un temino scritto in puro stile politichese e che lascia esterrefatti per la sua superficialità e genericità, ma soprattutto perché sembra scopiazzato pari pari dal pessimo portale md80.it e dal pessimo blog di Attivissimo. Sembra di leggere il delirio di un disinformatore.

Inoltre, visto che il Ministero dell'ambiente (?!) conclude (mendacemente) che non esistono studi attendibili sul fenomeno, perché non si adopera per istituire una commissione di inchiesta? Non sarebbe dovere istituzionale di tale Dicastero? Quale ambiente tutela? Può un ente, preposto alla preservazione del territorio, liquidare una questione tanto scottante (un vero genocidio occulto!) per il semplice motivo che - parole testuali - "Non sono stati trovati elementi certi sul Web"? L'interrogazione è stata rivolta al Ministero dell'ambiente o allo studentello che deve scrivere una ricerca sul ruolo dell'elefante nella seconda guerra punica, consultando Fichipedia?

E' più probabile quindi che il Ministero dell'ambiente debba coprire le scelleratezze di altri. E' ormai chiaro che il nostro governo è colluso con i pianificatori ed attuatori dell'operazione cloverleaf. Non si possono nutrire dubbi su questo punto ed è necessaria una ferma azione di protesta dei cittadini, una protesta che si deve concretizzare nell'invio, ai seguenti link: qui [Ministero dell'ambiente] e Roberto Menia] di una lettera di riprovazione per l'ennesima presa per i fondelli nei confronti dei contribuenti, cittadini che pagano le tasse e che sono vessati in mille modi, mentre sappiamo che queste attività costano milioni di euro al giorno. Abbiamo il sacrosanto diritto di ottenere giustizia e verità, con l'immediata interruzione delle operazioni clandestine di aerosol e con la condanna alle pene più severe per i complici e gli artefici di questo genocidio.

Delle due l'una: al Ministero dell'ambiente o sono degli incompetenti o sono complici.

Non è possibile far assegnamento sulle istituzioni: occorre agire tempestivamente, prima che sia troppo tardi.

Si ringraziano i gentilissimi ed alacri Antonio e Michele Sarpieri per la segnalazione e per il loro infaticabile impegno.

Qui oppure Qui il testo di "risposta" all'interrogazione dell'onorevole Brandolin. Si consiglia di assumere, prima della lettura, un antiacido.

Non ci sono analisi chimiche? Si sbaglia, Signor sottosegretario Menia! Ecco alcuni documenti degli esami svolti, compresi quelli eseguiti sull'acqua piovana per opera del C.N.R. e su incarico di privati cittadini che si sobarcano compiti che dovrebbero essere adempiuti dalle istituzioni.

In questo spezzone del documentario prodotto dagli amici di Spazio Indaco, i dettagli sulle analisi del C.N.R.



Pier Luigi - rioseba alias gg (Disinformatore)

"Immaginiamo se fossimo un gruppo di complottisti: quale sarebbe il metodo migliore per diffondere epidemie in larga scala senza farsi vedere (consideriamo che dovremmo conoscere istituzioni che ci aiutano nel nostro proposito)? Inquinare le falde acquifere a mio avviso, da geologo, è il metodo meno visibile e a larga scala e sopratutto più economico".


Roberto Menia - Sottosegretario Ministero dell'ambiente - Risposta all'interrogazione Brandolini

"3) Se fosse uno sforzo per avvelenare la popolazione sarebbe molto più efficace, economico e discreto avvelenare direttamente le riserve d'acqua o gli acquedotti, invece di diffonderlo tramite aereo da altissime quote".

Due facce della medesima medaglia.


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martedì 24 giugno 2008

Scie chimiche sul quotidiano "Il resto del Carlino"

Grazie all'abnegazione ed alla tenacia del Consigliere comunale di Savignano sul Rubicone, Antonio Sarpieri, il noto quotidiano bolognese Il resto del Carlino riporta oggi la notizia dell'interrogazione parlamentare sulle scie chimiche presentata dall'onorevole Sandro Brandolini. Si tratta di uno scarno comunicato, ma sappiamo quanto impegno sia stato profuso per ottenere che un giornale, tra i maggiori a livello nazionale, riferisse dell'iniziativa parlamentare fortemente voluta da esponenti politici romagnoli a tutela del diritto alla salute di tutti gli Italiani, un diritto costituzionale impunemente calpestato.


2008-06-24 - Sulle scie chimiche rillasciate da aerei militari non meglio identificati — rilevate con sempre maggiore intensità nel nostro paese ed in particolare in Romagna — il deputato cesenate Sandro Brandolini ha presentato un'interrogazione che chiama in causa quattro ministri: Prestigiacomo (Ambiente), Matteoli (Infrastrutture e trasporti), Sacconi (Lavoro, Salute e Politiche sociali) e La Russa (Difesa). Il parlamentare del Partito Democratico domanda quali iniziative il Governo «intenda assumere per informare la popolazione, visti i numerosi esposti presentati alle Procure della Repubblica da diversi cittadini, singoli o associati, supportati da una documentazione imponente sul tema, esposti che sono stati, ad oggi, completamente ignorati».

«Dalle denunce emerge — segnala sempre Brandolini in una nota — che da tali scie chimiche derivano conseguenze pericolose per la salute: il Consiglio Nazionale delle Ricerche ed alcuni ricercatori indipendenti nel 2005 hanno rilevato, tramite analisi effettuate su campioni di pioggia coincidenti con il rilascio delle scie chimiche e su piante bagnate da questa pioggia, una concentrazione al di sopra della norma di sostanze chimiche come quarzo, ossido di titanio, alluminio, sali di bario, sicuramente pericolose per la salute e, secondo alcune fonti, anche cancerogene. A ciò si aggiunge il fatto che alle numerose interrogazioni parlamentari presentate non sono mai state fornite risposte chiare, convincenti ed esaustive e tale silenzio ha rafforzato il convincimento che si tratta di fenomeni da tenere nascosti perché pericolosi. Dalle informazioni che ho raccolto, mi risulta che la questione sia stata posta in diversi stati in tutto il mondo».


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