domenica 15 ottobre 2006

Scie chimiche tra accademia e profitti

Il cielo stellato sopra di me; la legge morale in me (I. Kant)

Purtroppo mi sembra che il problema delle scie chimiche sia affrontato da alcuni con molta superficialità, se non con scarsa trasparenza. Spesso, infatti, accade che una questione di rilevanza internazionale diventi un pretesto per discussioni più o meno accademiche ed oziose: è accaduto con i mostruosi attentati del 9 11. Ormai anche i bambini di tre anni sanno che le azioni terroristiche di quel tragico giorno furono attuate grazie alla Criminal Infamous Agency ed al Mossad, ma quasi nessuno è disposto a compiere l’ultimo passo: pochissimi, cioè, sanno collegare, attraverso un semplice ragionamento, George Bush senior, tra le vere menti criminali del 9 11, al Vaticano: orbene, se l’ex presidente degli Stati Uniti è affiliato al Sovrano ordine militare di Malta, volete che abbia deciso la diabolica operazione senza il consenso, anzi senza l’istigazione del Generale superiore dei Gesuiti?

Chi pretende le prove del coinvolgimento della Chiesa di Roma in questi abominevoli piani, potrà leggere i testi dei siti indicati in calce, tenendo conto che molti sono in inglese. In ogni caso, parecchie persone non accettano né le prove né le evidenze, come nel caso delle scie chimiche. Perciò si limiteranno ad accusarmi di essere “anticristiano”, mentre io direi antisatanista, essendo i vertici della Chiesa cattolica una setta luciferina sotto mentite (neanche tanto) spoglie.

Accusare boy George, Larry Silverstein, i massoni ed i banchieri ebrei del 9 11 è, oggi giorno, fin troppo facile: Blondet e compagni hanno scoperto… l’America. Astrologare sugli scopi delle scie e di H.A.A.R.P., senza agire, organizzando qualche convegno in cui non si propongono strategie operative, ma si ripetono solo le solite geremiadi, può risultare gattopardesco: si finge di voler cambiare le cose, ma tutto rimane, più o meno, come prima. Sarà codardia? Sarà acquiescenza? Sarà rassegnazione? Se si dimostra il coraggio di don Abbondio, allora sarà meglio dedicarsi al giardinaggio: è meno pericoloso e più rilassante della battaglia improba ma doverosa contro i potenti. D’altronde, come c’insegna Marco Aurelio, “la vita assomiglia più ad una lotta che ad una danza”.

Se, invece, l’immorale scopo recondito è quello di lucrare, pubblicando libri sulle scie chimiche e su temi ad esse collegati, allora i giornalisti della pseudo-controinformazione meritano tutto il nostro disprezzo: è preferibile vendere numeri del lotto a telespettatori sprovveduti che speculare sulla salute delle persone e sugli equilibri dell’ambiente. È chiaro che, se il fine è quello di arricchirsi e di diventare famosi, approfittando del problema “scie chimiche”, sarà vista come il fumo negli occhi qualsiasi iniziativa concreta volta a tentare di por fine alla nefasta attività di irrorazione. Quindi chi veramente intende combattere gli avvelenatori dovrà stare attento anche ai falsi amici.

Meglio i nemici dei falsi amici. Sempre.

La Chiesa cattolica ed il Nuovo ordine mondiale:

Link

4 commenti:

  1. Quindi, la parola d'ordine è "AGIRE". Trastullarsi nella sola osservazione, è colpevole quanto gli artefici della malefica operazione "Scie Chimiche".

    Il manuale, in formato pdf, su come agire, si può scaricare QUI

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  2. Giorgio, se leggi tutti gli articoli sul blog, troverai elementi di prova a non finire, ma ciononostante, anche se è quello che facciamo, non è nostro compito trovare prove. Trovare le prove è compito della magistratura, che è stata da noi bene informata sui fatti, ma non procede (chissà perché...). Indagare è compito di un buon giornalista (ci sono quelli che danno la vita, per poter indagare). Qui, invece, cosa fanno la Gabanelli ed altri? Si trincerano dietro la frase fatta: "Trovatemi elementi di prova". Ma quali elementi di prova?! Non vedono lo scempio sopra le loro teste?! Alibi. Sono solo alibi per non affrontare un argomento che può costare la poltrona... o la vita. Per quanto riguarda gli "Attivissimo" che cavalcheranno l'onda per ottenere popolarità, non meritano nemmeno un mio commento. Sono persone insignificanti. Non tutti si chiamano Anna Politkovskaja o Antonio Russo. Non tutti ricordano cosa significa essere dei veri giornalisti. In ogni caso, non dimenticare che se qui si affronta il tema del "profitto" è perché abbiamo elementi sufficienti per pensare che vi sia fondatezza in quello che si afferma.

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  3. Ciao Giorgio, alle sagge parole di Straker aggiungo che la gente vuole sempre sapere chi e perché. In realtà anche gli approcci delicati e parziali (9 11 e C. i. A. etc) sono rigettati da chi non vuole, non può capire, non sa capire. Se vogliamo distruggere l'edificio delle menzogne, dobbiamo svellerne le fondamenta (Roma) e non limitarci a demolirne il fastigio (Washington), anche se ciò comporta una rivoluzione copernicana. Ciao

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  4. Credo, perché è assurdo. (Tertulliano)

    La nostra impressione, avvalorata da diversi accadimenti di questi mesi, è quella espressa da Zret nell'articolo. Sembra che "non agire", quindi, lasciare che le cose restino così come sono (ci si illude che la situazione non peggiori), possa portare acqua a molti mulini. Non posso essere più preciso, ma puoi credermi. Ho elementi per poterlo affermare.

    Per quanto riguarda i debunkers, penso che la maggior parti di essi, sparsi sulla rete, siano pagati per disinformare e seminare il dubbio. In effetti, se noti bene, l'"operazione copertura" comprende anche una massiccia campagna di indottrinamento inconscio, per mezzo di spots, fims, cartoni animati, telefilms e corsi scolastici, tutti con il fine ultimo di consolidare l'idea che le scie chimiche non esistono e che, anzi, quelle che vediamo deturpare i nostri cieli, sono normalissimi "cirrus aviaticus" derivanti da semplice condensazione di innocuo vapore acqueo. Cosa che, noi sappiamo, non è. Ma la massa? La massa no! E quindi è vulnerabile.

    In questo quadro di "rieducazione" in stile nazista, si inseriscono coloro che appaiono come oppositori al sistema basato sul controllo delle masse (nella fattispecie, si occupano di scie chimiche), ma che, nei fatti, non concludono niente, non intraprendendo alcuna iniziativa di contrasto. Semplice accademia, appunto.

    E' qui il nocciolo della questione: non basta divulgare. E' tassativo attaccare. Colpire al fianco gli avvelenatori, in tutti i modi permessi dalla legge. Se non lo facciamo, non solo diveniamo colpevoli quanto gli "illuminati", ma renderemo inutile ogni sforzo rivolto alla conoscenza del fenomeno, perché il tempo rimasto è veramente poco e non possiamo permetterci il lusso di vagheggiare su questioni da salotto, pavoneggiandoci davanti a platee di persone che, il giorno dopo, avranno già dimenticato e nulla faranno (non avendo ricevuto alcuna indicazione sul da farsi) per contrastare gli avvelenatori.

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