venerdì 13 ottobre 2006

Scie chimiche: come reagire?

Di fronte agli attacchi chimici sferrati quotidianamente dagli avvelenatori, considerata l’importanza di un’azione che non si limiti a documentare, mediante fotografie e filmati, lo scempio, occorre, prima che i danni causati alle persone ed all’ambiente diventino irreversibili, intraprendere delle iniziative per tentare di contrastare le operazioni di inquinamento e di genocidio. Suggerisco perciò delle strategie, augurandomi che tutti coloro che sono a conoscenza del fenomeno, agiscano in modo tempestivo ed efficace.

· Diffondere le informazioni circa il problema, con ogni mezzo: conversazioni con amici, parenti e conoscenti; volantinaggio; apertura di blogs o di siti in cui si dedichi qualche articolo al tema e si inserisca il collegamento a siti sulle scie chimiche.
· Firmare e far firmare la petizione su
www.sciechimiche.org
· Mostrare le istantanee ed i video ogni qual volta sia possibile.
· Introdurre l’argomento sui forum, evitando, però, di replicare agli infiltrati.
· Prendere contatti con redattori della stampa e della televisione locali: esistono ancora dei giornalisti capaci di compiere delle inchieste e desiderosi di cercare la verità.
· Coinvolgere la categoria degli insegnanti: i docenti di Lettere possono spiegare agli allievi la differenza tra scie di condensazione e scie chimiche nell’ambito delle ore dedicate all’educazione alla salute o all’educazione civica. Gli insegnanti di Scienze possono illustrare il tema, inserendolo nella programmazione disciplinare come approfondimento o trovando degli addentellati con i normali contenuti disciplinari.
· Coinvolgere biologi, medici, chimici, ambientalisti seri, chiedendo loro che si adoperino per mezzo delle loro conoscenze e competenze.
· Fotocopiare e distribuire articoli e documenti ufficiali (Space preservation act del 2001, interrogazioni dei parlamentari, onorevoli Sandi e Ruzzante, interrogazione dei consiglieri sardi Davoli, Pisu ed Uras, studi di Amy Worthington, Clifford Carnicom, Will Thomas, Neil Finley, Rosalind Peterson, Hari Heath… ).
· Segnalare al sindaco del proprio comune la questione. Se il sindaco, entro i termini di legge, non risponde, sporgere denuncia alla Procura della repubblica contro il primo cittadino, per omissione d’atti d’ufficio. Queste iniziative non dipendono da fiducia nelle istituzioni, ma dall’esigenza di far capire che i cittadini, non essendo dei gonzi, sono a conoscenza della diabolica operazione che, invece, le istituzioni negano ed occultano.
· Inviare fax al Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri per segnalare il problema.
· Commissionare analisi dell’acqua, del suolo etc. e diramarne i risultati.
· Tempestare le redazioni di quotidiani e televisioni di regime con messaggi di posta elettronica per sollecitarle ad affrontare l’argomento.
· Scrivere alle case editrici per proporre la pubblicazione di un libro sulle scie chimiche senza fini di lucro.
· Far conoscere le patetiche risposte delle associazioni “ambientaliste” e degli enti ufficiali in merito al tema, evidenziandone contraddizioni, censure, ambiguità, bugie.
· Convincere i responsabili dei siti di controinformazione a trattare il problema.


Nota: all’interno di questo blog e sul forum di sciechimiche.org è possibile reperire sia la traccia per l’esposto-denuncia sia gli articoli da riprendere e da fotocopiare, con citazione della fonte diretta (il blog) e, se il caso, indiretta (testo in lingua originale).

Scarica qui il vademecum in formato PDF.

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