domenica 30 luglio 2006

Ma il cielo è sempre più bianco

Spesso ci vengono richieste prove, dati tecnici, dichiarazioni di scienziati. Non intendo ancora perdermi in chiarimenti per me non più necessari. Affermo soltanto che le prove esistono. Basta volerle visionare e, una volta visionate, ammettere che esistono. Ma questa è un'altra storia...

Voglio, invece, far notare un particolare non certo indifferente: l'uomo ha perso il contatto con ciò che lo circonda! Quanti, alzatisi la mattina, portano lo sguardo al cielo? Quanti osservano un tramonto? Pochi, pochissimi, a giudicare dai risultati. Infatti, lo scempio si compie quasi ogni giorno e nessuno se ne rende conto. Centinaia di tankers attraversano i cieli del mondo 24 ore su 24 e nessuno se ne avvede!

Allora... facciamo il percorso inverso. Mettiamo a confronto il nostro passato recente (mi riferisco al territorio italiano), con il nostro presente. Spesso ci si dimentica delle consuetudini e non si fa caso ai dettagli ed a eventuali discrepanze, anche perché occupati nel logorante vissuto quotidiano. Ciò però non giustifica il nostro sonno, perché qui si tratta della nostra vita.

Bene... non riuscite a ricordare com'era il cielo di qualche anno fa? Non ci avete mai fatto particolarmente attenzione? Eravate impegnati in occupazioni più importanti? E' vero. Come dicevo... l'uomo ha perso il contatto con la natura. Orbene... vi vengo incontro e vi fornisco un aiuto. Come? E' presto detto.

Provate a rispolverare le vostre vecchie cartoline. Quelle speditevi da amici e parenti dalle varie parti d'Italia e confrontatele con quelle più recenti. Potete fare la medesima cosa anche con le foto da voi stessi scattate nel passato recente. Vi accorgerete che il cielo non è più lo stesso e... attenzione! Non serve andare a ritroso venti o trent'anni. Basta tornare indietro nel tempo sino al 1998/99 (in Italia il fenomeno delle scie chimiche è più recente che nel resto d'Europa, Canada e Stati Uniti). In questo modo, non si potrà eccepire che, in sette, otto anni, è l'inquinamento che fa la differenza (questa è la solita risposta dei debunkers).

Intendo mettere in rilievo un altro particolare... non di poco conto. Non è detto che nel cielo debbano apparire le classiche scie. Infatti, anche se il cielo è sereno, il segno più evidente del passaggio (magari anche nelle ore notturne) dei tankers chimici, è la sua particolare colorazione. Esso non è più blu, come nel passato, ma quasi completamente bianco. Fateci caso, anche osservando lo sfondo nei servizi giornalistici girati in diverse regioni del paese. Seppure non vedrete scie (ma questo è ormai raro), noterete che il cielo è bianco! Ma perchè il cielo appare bianco, se la regola dovrebbe farlo apparire, nelle giornate serene, di un intenso colore blu? La risposta c'è e basta documentarsi per capirne il motivo. Ma, anche in assenza di una spiegazione plausibile, allora... domandatevi: "Perchè non è più blu?". Se non trovate una risposta valida, allora, converrete con me che... la cosa è perlomeno strana. Dalla notte dei tempi, il cielo è sempre stato color dello zaffiro, tanto che molti si sono spesso chiesti che cosa desse quella particolare tonalità. E' una della domande più frequenti su
Google. Vediamo cosa dice la Scienza...

Ed ora, magari, cominciate a chiedervi: "Perché il cielo è bianco?".

**Straker**




Perchè il cielo è blu?
Annibale D'Ercole
Osservatorio Astronomico - Bologna


Non c’è dubbio che sia stato proprio il bel colore blu ad ispirare Manzoni nella descrizione, nei Promessi Sposi, di “… quel cielo di Lombardia, così bello quando è bello, così splendido, così in pace”. Ad un fisico, tuttavia, il cielo pone riflessioni più prosaiche: perché il cielo è blu? E perché il Sole, al tramonto, appare rosso?

Com’è noto, la luce visibile di color bianco proveniente dal Sole è composta dalla sovrapposizione di onde elettromagnetiche di diverse lunghezza d’onda che variano dai 380 nm [1 nanometro (nm) = 1 milionesimo di millimetro] della radiazione che percepiamo come violetta, fino ai 720 nm della radiazione che ci appare rossa, passando per il blu, verde, giallo, arancio.

Una volta raggiunta la Terra, un raggio solare interagisce con l’atmosfera. Quest’ultima è composta per il 78% da azoto e per il 21 % da ossigeno. Sono anche presenti argon, acqua (in forma di vapore, goccioline e cristalli di ghiaccio) e particelle solide (polveri, ceneri dai vulcani e sale dal mare).

Gli effetti dell’interazione tra luce ed atmosfera dipendono dalla lunghezza d’onda della radiazione e dalle dimensioni degli oggetti su cui questa incide.

Le particelle di polvere e le goccioline d’acqua sono molto più grandi della lunghezza d’onda della luce visibile: in questo caso la luce viene riflessa in tutte le direzioni allo stesso modo, indipendentemente dalla propria lunghezza d’onda.

Le molecole di gas hanno dimensioni inferiori e la luce si comporta diversamente a seconda della sua lunghezza d’onda. La luce rossa ha una lunghezza d’onda maggiore e tende a “scavalcare” le particelle più piccole senza “vederle”; questa luce, dunque, interagisce molto debolmente con l’atmosfera e prosegue la sua propagazione rettilinea lungo la direzione iniziale. Al contrario, la luce blu ha una lunghezza d’onda inferiore e si “accorge” della presenza delle molecole da cui è infatti riflessa in tutte le direzioni (fu Einstein a dimostrare nel 1911, contrariamente a quanto si credeva in principio, che erano proprio le molecole, e non le polveri in sospensione, la causa della diffusione).

Questa diffusione differenziale dipendente dalla lunghezza d’onda è chiamata, in inglese, Rayleigh scattering (da Lord John Rayleigh, il fisico inglese che per primo la descrisse nella seconda metà dell’Ottocento).

Più precisamente, la quantità di luce diffusa è inversamente proporzionale alla quarta potenza della lunghezza d’onda. Ne consegue che la luce blu è diffusa più di quella rossa di un fattore (700/400)4 ~ 10.

Proprio nel Rayleigh scattering risiede la risposta alle domande che ci siamo posti all’inizio.

Nell’attraversare l’atmosfera, la maggior parte della radiazione di maggior lunghezza d’onda prosegue la sua traiettoria rettilinea. La luce rossa, arancione e gialla viene influenzata solo in minima parte dalla presenza dell’aria. Al contrario, la luce blu è diffusa in tutte le direzioni. In qualunque direzione si osservi, parte di questa luce giunge ai nostri occhi. Il cielo, pertanto, appare blu.

Vicino all’orizzonte il cielo è di un azzurro più chiaro perché la luce, per raggiungerci da questa direzione, deve attraversare più aria e viene diffusa maggiormente; pertanto siamo raggiunti da una minor quantità di luce blu.

Le nuvole e la nebbia ci appaiono bianche perché consistono di particelle più grandi delle lunghezze d’onda della radiazione visibile, e diffondono tutti i colori allo stesso modo. Tuttavia, in particolari condizioni, è possibile che in aria si trovino in sospensione particelle più piccole.

Alcune montagne sono famose per le loro foschie blu (ad es. a Les Vosges in Francia). In questo caso gli aerosol di terpene rilasciati dalla vegetazione reagiscono con l’ozono dell’atmosfera formando particelle di circa 200 nm adatte a diffondere la luce blu.

A volte, l’incendio di una foresta o un’eruzione vulcanica possono riempire l’atmosfera con particelle delle dimensioni di 500-800 nm. Queste particelle sono pertanto in grado di diffondere la luce rossa, provocando un effetto opposto a quello usuale. In questo caso è la luce rossa ad essere diffusa via dal raggio incidente e questo provoca, in alcuni casi, una colorazione blu della Luna. Questo è un effetto che accade assai di rado e nella lingua inglese è preso ad esempio di evento raro (once in a blue moon, una volta ogni luna blu; l’analogo del nostro “una volta ogni morte di papa”).

Se fossimo sulla Luna, a causa dell’assenza di atmosfera (e della diffusione ad essa connessa), il cielo apparirebbe nero e il Sole sarebbe bianco. Sulla Terra, invece, in conseguenza del Rayleigh scattering, parte della componente blu è rimossa dai raggi diretti del Sole che pertanto ci appare giallo. Questo effetto è amplificato al tramonto, quando il Sole è vicino all’orizzonte. I raggi solari diretti attraversano uno strato maggiore di atmosfera e vengono maggiormente impoveriti della componente blu. Il Sole, dunque, diventa sempre più rosso man mano che il tramonto procede.

Le immagini inviateci dalle sonde Viking nel 1977 e Pathfinder nel 1997 hanno mostrato che il cielo visto da Marte appare rosso. Questo è dovuto alla polvere ricca di ossido di ferro (che appare rosso), sollevata durante le bufere che si verificano di tanto in tanto sul pianeta rosso (come viene appunto soprannominato Marte). Il colore del cielo marziano dipende dunque dalle condizioni atmosferiche. Esso è blu in assenza di bufere recenti, ma risulta comunque più scuro di quello terrestre a causa della minore quantità di atmosfera.

1 commento:

  1. Il perchè del Blu del cielo (quando non sciano)

    Il blu è uno dei colori dello spettro che l'uomo riesce a vedere. È uno dei tre colori primari, insieme al giallo ed al rosso. Ha la lunghezza d'onda più breve tra tutti i colori (circa 470 nanometri).

    Il blu è un colore comune. È il colore del cielo e di una grande quantità d'acqua. Il cielo appare blu perchè le molecole di gas che compongono l'atmosfera tendono a riflettere solo la luce blu che ha lunghezza d'onda minore, mentre le lunghezze d'onda maggiori tendono a passare oltre senza essere riflesse. L'acqua appare blu perchè la luce rossa è assorbita da essa.

    Perchè il cielo è bianco?

    Perchè la luce solare viene riflessa dalle microparticelle di metalli (diffusi con le chemtrails) presenti in atmosfera.

    Nella risposta al cielo blu abbiamo la spiegazione del cielo bianco...

    Le lunghezze d'onda maggiore non passano senza essere riflesse (così come dovrebbe accadere in una atmosfera non inquinata), ma vengono intercettate dai metalli riflettenti (alluminio e tinanio in primis) e quindi la luce del sole, che a noi appare bianca, determina il nuovo colore del cielo: bianco, appunto.

    Questa è un'altra dimostrazione dell'inquinamento da nanoparticelle metalliche della nostra atmosfera. Le analisi, a quanto si vede, non servono, perché è la fisica a fornirci la spiegazione.

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