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sabato 12 dicembre 2015

L’ex pilota olandese, Willem Felderhof, rilascia un’intervista sulla geoingegneria clandestina al Richie Allen Show



Willem Felderhof, ex pilota delle linee olandesi KLM, intervistato al Richie Allen Show, nel mese di novembre del 2015, ha confermato nella sua relazione quanto da anni asseriamo a proposito delle operazioni di geoingegneria bellica.

Di seguito i punti salienti dell’intervista ed i dispositivi di aerosol montati sugli aviogetti di linea.





• I motori turbofan (o turboelica) non possono generare una scia di condensazione persistente.
• Le scie chimiche sono per lo più diffuse da appositi ugelli installati presso gli scarichi del motore.
• Le fotografie in circolazione, che ritraggono barili all’interno di aerei, si riferiscono a test di bilanciamento. Sono test compiuti dalla F.A.A.; i serbatoi non sono apparati usati negli aerei chimici.
• Le compagnie aeree low cost ricevono fondi in nero per disperdere composti chimici.
• Contrariamente a quanto si potrebbe credere, i piloti dei velivoli commerciali raramente sono al corrente delle attività chimiche.

Fonte: chemtrailsplanet

Ringraziamo l'amico e collaboratore TheAntitanker per averci fornito le foto in alta risoluzione che attestano la presenza di dispositivi di irrorazione montati sui velivoli commerciali.


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Range finder: come si sono svolti i fatti

sabato 5 dicembre 2015

Celle solari che si autoriparano

Un articolo concernente celle solari che si autoriparano getta una luce (sinistra) sulle biotecnologie, una fetta importante delle operazioni di biogeoingegneria clandestina. Per un corretto inquadramento del tema, connesso ad un orribile scenario transumanista, si leggano “Nanotubi di carbonio trovati nelle vie aeree di bambini abitanti a Parigi” e “Cervelli superveloci con i nanotubi”. Ringraziamo l’amico Emanuele per la segnalazione.



Un annuncio che sembra davvero fantascienza è arrivato da alcuni ricercatori statunitensi che stanno creando un nuovo tipo di cella solare progettata per auto-ripararsi a partire da nanotubi di carbonio e DNA, come i sistemi naturali di fotosintesi nelle piante. Gli obiettivi sono i seguenti: aumentare la durata e ridurre i costi.

“Abbiamo creato sistemi di fotosintesi artificiale, usando nanomateriali ottici per la raccolta di energia solare che è poi convertita in energia elettrica”, ha detto Jong Hyun Choi, professore di Ingegneria meccanica presso la Purdue University (Indiana, Stati Uniti d’America). Il progetto sfrutta le insolite proprietà elettriche di strutture chiamate nanotubi di carbonio a parete singola, impiegandole come “fili molecolari che raccolgono la luce nelle celle”, ha spiegato Choi, il cui gruppo di ricerca ha sede presso il Centro di nanotecnologia del Purdue Discovery Park.

“Credo che il nostro approccio sia molto promettente per una futura applicazione commerciale, anche se siamo ancora in una fase di ricerca di base,” ha chiarito Choi.

Le celle fotoelettrochimiche convertono la luce solare in energia elettrica ed usano un elettrolita – un liquido che conduce elettricità – per il trasporto di elettroni, generando la corrente. Le cellule contengono coloranti che assorbono la luce. Questi pigmenti sono chiamati cromofori e sono molecole simili a quelle della clorofilla: essi si degradano a causa dell’esposizione alla luce solare. “Lo svantaggio critico di celle fotoelettrochimiche convenzionali è proprio questo degrado”, ha detto Choi. La nuova tecnologia supera questo problema come fa la natura: sostituisce i coloranti danneggiati con nuovi composti.

L’idea potrebbe rendere possibile un innovativo tipo di cella fotoelettrochimica che continua a funzionare a pieno regime a tempo indeterminato, almeno finché sono aggiunti nuovi cromofori.

I risultati sono stati illustrati in una presentazione del simposio denominato “Mechanical Engineering International Congress and Exhibition”. Il convegno si tenne a Vancouver nel novembre del 2011. Il concetto è stato anche delucidato in un articolo inserito sul sito web di SPIE, una società internazionale di ottica.



I nanotubi di carbonio funzionano come una piattaforma per ancorare filamenti di DNA. Il DNA è stato progettato per avere specifiche sequenze di blocchi chiamati nucleotidi, permettendo loro di riconoscere i cromofori e di legarsi ad essi. Quando i cromofori sono pronti per essere sostituiti, essi possono essere rimossi tramite processi chimici o con l’aggiunta di nuovi filamenti di DNA.

Due elementi sono fondamentali per la tecnologia al fine di imitare il meccanismo di auto-riparazione della natura: il riconoscimento molecolare e la metastabilità termodinamica o la capacità del sistema di essere smontato e rimontato in modo continuo.

La ricerca è una prosecuzione di un lavoro che Choi ha compiuto con i ricercatori del Massachusetts Institute of Technology e delll’Università dell’Illinois. "La precedente ricerca ha usato i cromofori biologici prelevati da batteri. […] Tuttavia, servirsi di cromofori naturali è difficile; essi devono essere raccolti ed isolati dai batteri, un processo che sarebbe costoso da riprodurre su scala industriale. Così, invece di usare cromofori biologici, vogliamo usare quelli sintetici costituiti da coloranti definiti porfirine”.

Fonte: Peerates.org

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giovedì 27 febbraio 2014

Mens insana in corpore insano

Intossicazione da metalli, patologie e deterioramento cerebrale



Tra le varie sostanze inquinanti al giorno d’oggi diffuse in massa nell’ambiente, i metalli pesanti sono i più dannosi: infatti si legano con le strutture cellulari in cui si depositano, ostacolando lo svolgimento di determinate funzioni vitali. I gruppi sulfidrici (SH), normalmente presenti negli enzimi che controllano la velocità delle reazioni metaboliche nel corpo umano, si legano facilmente ai metalli pesanti. Il complesso metallo-zolfo risultante interessa tutto l'enzima che non può funzionare normalmente, giacché perde la propria funzionalità di catalizzatore.

L'eliminazione di tali metalli avviene solo in minima parte per salivazione, traspirazione ed allattamento. Il carente smaltimento dei metalli porta al fenomeno della bioaccumulazione. La bioaccumulazione implica un aumento nella concentrazione di un prodotto chimico in un organismo con il passare del tempo, confrontata alla concentrazione del prodotto chimico nell'ambiente.

I residui si accumulano negli esseri viventi ogni volta in cui sono assimilati ed immagazzinati più velocemente di quanto sono scomposti (metabolizzati) o espulsi. I metalli si concentrano, danneggiandoli, in particolare in alcuni organi (soprattutto encefalo, fegato e reni) e nelle ossa. Inoltre sono spesso un fattore aggravante o determinante in numerose malattie croniche, come le affezioni neurodegenerative ed autoimmuni. L’assorbimento naturale di metalli è cresciuto esponenzialmente negli ultimi cinquant’anni anni con l'aumento del livello di industrializzazione e soprattutto a causa della geoingegneria clandestina.

A proposito di metalli pesanti e di altri veleni, Mike Adams di “Naturalnews”, ammonisce: “A meno che non siate in uno stato di totale negazione di una realtà incontrovertibile, noterete che l’umanità sta diventando una razza di quasi mutanti, cui sono rimaste ben poca salute e sanità mentale. Un uomo che cresce oggi negli Stati Uniti e che si nutre di cibi industriali è solo una pallida ombra del giovane vigoroso che lavorava nelle fattorie solo tre generazioni fa. L’attuale leva di giovani è fragile, debole, inetta, pesantemente viziata dalla consolle dei video giochi, dagli psicofarmaci, dalla televisione, dalle scuole con l’aria condizionata e dai curricula annacquati. Gli adolescenti ed i giovani sono inebetiti, depauperati di nutrienti, di sole e di aria salubre.

Di fatto, le persone intorno a noi sono iper-medicate, ipernutrite e allo stesso tempo malnutrite. I loro organismi sono pesantemente contaminati da sostanze chimiche distruttive, metalli pesanti, aromi sintetici, ormoni… Hanno perso quasi tutte le funzioni cognitive di alto livello ed ora sopravvivono con la funzione cerebrale dell’encefalo rettile: ecco perché vediamo una sempre maggiore diffusione di crimini sessuali, di abusi e di tossicodipendenze nella società odierna.

Il consumo di cibo industriale è diventato una specie di lento suicidio, che si ripete senza che ce ne accorgiamo ogni giorno, ora che le multinazionali agroalimentari hanno invaso società un tempo sane
”.

Correttamente Mike Adams sottolinea il pesante contributo dato dalle cosiddette "scie chimiche" all’avvelenamento globale. Infine in modo appropriato l’autore connette il decadimento intellettivo delle nuove generazioni (e non solo) alla contaminazione del cibo, dell’aria, dell’acqua, del suolo. E’ giunto il momento di invertire la rotta, prima che sia troppo tardi, prima che l’ultimo essere umano sia tramutato in un patetico simulacro di sé stesso.

Fonte: thelivingspirits.net

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sabato 13 aprile 2013

Conferenza di Bruxelles: un breve resoconto

Questo post si basa esclusivamente sulle valutazioni del Comitato Tanker Enemy. 8-9 aprile 2013.

Si è tenuta a Bruxelles la conferenza sulla Geoingegneria clandestina, organizzata grazie alla lodevole tenacia dimostrata dall’amica Josefina Fraile di “Skyguards”. I parlamentari europei che erano stati invitati a presenziare, hanno palesato enorme interesse: non ne è arrivato neanche uno! Si vede che erano in altre faccende affaccendati. Ricordiamocene, quando codesti profittatori cominceranno a piatire voti a destra e a manca. Accogliamoli con un gentile movimento ben diretto verso il loro nobile deretano.

Pazienza. Il pubblico convenuto ha potuto apprendere l’abc relativo alle irrorazioni chimico-biologiche, seguendo il documentario “Why in the world are they spraying?” di Michael Murphy, ormai una specie di Bibbia per i ricercatori ed attivisti che focalizzano l’attenzione sul problema delle modificazioni meteorologiche e climatiche.

Il piatto forte, però, è stato un altro: dalla visione del documentario si è passati alla contemplazione… All’improvviso si è, infatti, materializzato Giulietto Chiesa. Proprio lui! E’ stata una vera epifania, una sublime apparizione, suscitatrice di ineffabile beatitudine tra i partecipanti al simposio. Su Bruxelles, pur coperta da una cappa di nebbia chimica, si è irradiata una luce metafisica, soprannaturale.

Dopo la miracolosa teofania, la conferenza non aveva più alcun motivo di proseguire. Dunque, tutti quanti trasumanati dalla mirabile visione, hanno imboccato la via del ritorno verso casa.

Insomma, è evidente che non bisogna contare troppo su personaggi rinomati ma inconcludenti: Chiesa da anni mena il can per l’aia, cianciando di commissioni per lo studio della Geoingegneria e dei sistemi H.A.A.R.P., di petizioni, di archivi da creare… senza mai mettere in pratica alcunché. Dispiace che Josefina ed altri abbiano profuso tante energie quasi solo per allestire un palco su cui Chiesa ha potuto sfoggiare il suo ego ipertrofico.

Quando abbiamo saputo che al convegno sarebbe intervenuto Giulietto, abbiamo trasecolato, ma ormai era tardi. Valga come lezione: i simposi possono essere utili per divulgare. Tuttavia a volte certi relatori accettano di prendervi parte non animati dall’esigenza di sensibilizzare l’opinione pubblica circa il genocidio globale, piuttosto per vanagloria.

I cittadini accorti sapranno discernere tra i fanfaroni ed gli studiosi seri. I millantatori, negazionisti palesi e no, riscuotono enorme successo sul proscenio; nella vita di ogni giorno valgono quel che valgono: niente.


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martedì 9 aprile 2013

Le minacce della Geoingegneria

Dane Wigington, uno dei maggiori esperti mondiali di Geoingegneria, interpellato pure nel fondamentale documentario di Michael Murphy, “What in the world are they spraying?”, ha di recente rilasciato un’intervista a George Noory, il conduttore del celebre programma radiofonico, “Coast to coast”. Si tratta di un importante contributo, soprattutto poiché Wigington evidenzia il caos climatico provocato dalle operazioni di geoingegneria clandestina. La sua analisi ci consentirà di svolgere rilevanti riflessioni che saranno il succo di un articolo il cui titolo sarà “Convergenza”.

Di seguito il sunto dell’intervista, nella traduzione dell’amico e collaboratore Wlady
.

Il ricercatore ed attivista Dane Wigington ha documentato preoccupanti cambiamenti nell'ambiente dovuti alla geoingegneria. Ciò include varie tecniche di modificazione del clima, come le scie chimiche ed i sistemi H.A.A.R.P. A causa degli interventi compiuti con la dispersione nella biosfera di nanoparticelle metalliche, stiamo assistendo ad un "oscuramento globale", con cui il 20% dei raggi del sole non raggiunge la superficie del pianeta.

Dane Wigington ha riferito che le attività illegali di geoingegneria sono attuate come un mezzo di controllo dei fenomeni atmosferici, ma queste operazioni sono una terribile minaccia per la vita sulla Terra. Lo studioso ci avverte: "Ad un certo punto, quando ti rendi conto che non è possibile uscire dalla porta di casa, senza inalare a pieni polmoni particelle metalliche, allora sai che devi prendere una posizione".

Le analisi di laboratorio associate alle scie chimiche hanno sempre individuato elementi come alluminio, stronzio, bario, fluoro, manganese, ferro, arsenico etc. I test eseguiti spiegano la contaminazione del suolo e dell'acqua nonché il declino delle varie forme di vita. Le tempeste di neve indotte sono un'altra forma dannosa di modificazione dei fenomeni meteorologici: sempre più spesso la neve cade anche con temperature sopra lo zero.

Wigington sottolinea che la geoingegneria potrebbe spingere la Terra in una "sindrome di Venere", in cui si attivano i cicli di feedback che cominciano a nutrirsi di sé stessi, fino a creare un clima infernale come quello del pianeta Venere.

Uno scienziato del N.O.A.A. ha rivelato a Wigington in via ufficiosa che molti ricercatori accademici sono a conoscenza della guerra climatica, ma essi temono di esporsi, paventando ritorsioni e sanzioni “legali”. Pochi sono stati gli informatori che hanno vuotato il sacco: tra costoro ricordiamo Kristen Meghan, ex igienista industriale in forza all'U.S.A.F. Ella è al corrente da tempo della varie micidiali operazioni.

A questo punto Wigington ritiene che nella struttura del potere stia serpeggiando il panico. Egli commenta: "Anche coloro che hanno orchestrato questi programmi ora si stanno rendendo conto che non possono controllare la bestia che hanno lasciato uscire dalla gabbia. Ad esempio, ora stanno cercando disperatamente di riformare la coltre di ghiaccio nell'Artico, dopo che si è quasi del tutto sciolta”.


Fonte: Coasttocoastam.com

Traduzione a cura di Wlady


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