
Ha suscitato un notevole sconcerto tra gli studiosi il misterioso cratere apertosi in Siberia all’inizio del mese di agosto 2014. Si ritiene che questo tipo di voragine si generi per le bolle di metano compresse nel sottosuolo, espulse poi a causa dello scongelamento del terreno. Questo, però, è solo il primo di una serie di inquietanti fenomeni a cui potremmo assistere nei prossimi anni, tutti causati, secondo gli “scienziati”, dall’innalzamento della temperatura del pianeta.
David Biello, sulla rivista “Scientific American”, nota che le temperature in tutto l’Artico mostrano un incremento circa due volte più veloce rispetto a quello del resto del globo. “Ad un certo punto, potremmo assistere ad uno stato del permafrost che non è paragonabile a quanto osservato negli ultimi cento anni," spiega Guido Grosse, geologo dell’Istituto Alfred Wegener per la ricerca polare e marina.
Uno di questi processi è in atto in alcune regioni artiche dove è possibile osservare un fenomeno noto come termocarsismo. Il termocarsismo tende a modellare il suolo, plasmando superfici molto irregolari, bacini paludosi, piccoli monticelli, cumuli di detriti. Essi si formano quando il permafrost si scongela. Molti di questi bacini carsici conservano grandi depositi di metano che si disperdono in atmosfera a volte con fiammate.
La N.A.S.A. afferma che il permafrost artico ha accumulato grandi riserve di carbonio organico: si stima che siano immagazzinate tra le 1400 e il 1850 miliardi di tonnellate, la metà di tutto il carbonio organico accumulato nel suolo della Terra. “Il riscaldamento del permafrost minaccia di rilasciare queste riserve di carbonio organico e di immettere in atmosfera biossido di carbonio e metano, sconvolgendo l’equilibrio dell’Artico e aggravando notevolmente il riscaldamento globale”, spiega Charles Miller della N.A.S.A. Tuttavia, una ricerca separata indica che alcuni laghi artici sono in grado di assorbire più gas serra di quanto non ne emettano in atmosfera. Questo contrasta con la visione “scientifica” diffusa secondo cui lo scongelamento del permafrost accelererebbe il riscaldamento atmosferico.
Di chi è la colpa? In primo luogo dei geoingegneri, sebbene il fenomeno sia anche connesso all’attività solare ed a cicli naturali.
Uno studio condotto dal professor Liu Zhengyu dell’Università del Wisconsin-Madison sembra, infatti, contraddice l’opinione corrente che il riscaldamento globale sia determinato dalle attività umane. La ricerca di Zhengyu mostra che l’innalzamento graduale delle temperature globali cominciò circa diecimila anni fa, molto prima della presenza di situazioni antropiche in grado di incidere sul clima dell’intero pianeta. Le simulazioni realizzate dall’équipe di Zhengyu attestano che la tendenza all’aumento dei valori termici è un fenomeno tipico dell’Olocene, l’attuale epoca geologica.
Fonte: ilnavigatorecurioso.it
Sponsorizza questo ed altri articoli su Facebook. Contribuisci ora!
La guerra climatica in pillole
Per una maggiore comprensione dei fenomeni legati alla guerra ambientale in corso, abbiamo realizzato l'Atlante dei cieli chimici.
Chi è Wasp? CLICCA QUI