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sabato 30 dicembre 2017

Ciao Salvo



Sit ei terra levis

Poche settimane addietro ci ha lasciati l’amico Salvo Mandarà. Siamo doppiamente dispiaciuti: in primo luogo perché Salvo, fra i numerosi pregi, ne aveva uno raro, quello di saper ascoltare. Era veramente capace di dar spazio all’interlocutore, valorizzandone gli interventi sui temi più disparati inerenti alla politica, all’economia, alla salute, alla filosofia, all’attualità più scottante (geoingegneria clandestina e stage events in primo luogo). Quanti, invece, anche quando sembrano ascoltare, sono in modo narcisistico concentrati solo su sé stessi! Salvo aveva, nel modo di porre le domande, di incalzare l’ospite della trasmissione qualcosa di socratico: era una specie di maieutica, poiché, con il suo voler capire, con l’ostinazione a scavalcare le patetiche versioni ufficiali, induceva la persona interpellata a sviluppare un discorso sempre più analitico ed incisivo.

Dicevamo che siamo doppiamente dispiaciuti: infatti, che i negazionisti anche in tale triste situazione, abbiano sfoggiato il peggio di sé - l’unica ‘qualità’ che hanno - scrivendo i loro squallidi editoriali, era ed è inevitabile. Purtroppo, però, in questi anni abbiamo pure letto alcune… piatte e gratuite insinuazioni, secondo cui Salvo sarebbe stato un fiancheggiatore della Massoneria (sic).

Sono comunque vicende istruttive: ci confermano che viviamo nel “peggiore dei mondi possibili” (A. Schopenauer) dove persino la feccia della disinformazione ufficiale è superata, per abiezione, da falsi “ricercatori indipendenti”.

Non c’illudiamo di poter cambiare un assetto immodificabile, ma, nonostante ciò o giusto per questo motivo, sappiamo che, proprio come Salvo, il cui lascito principale è nell’entusiasmo, nella siciliana autenticità, qualunque piega prendano gli eventi su questo piano, non ci adatteremo MAI al sistema, MAI lo accetteremo, MAI smetteremo di condannarlo. Continuino i servili servi degli apparati a servire i loro padroni: presto o tardi, riceveranno la ricompensa che meritano. Noi, come l’amico Salvo, siamo agli antipodi della loro infinita grettezza e questa è la nostra vittoria, quella vera, quella definitiva.


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domenica 14 settembre 2014

Usare il filo di Arianna, ossia come leggere ed interpretare le notizie nel mondo globalizzato


Sia gli utenti della Rete sia coloro i quali, credendo di informarsi, si appoggiano ai media tradizionali, sono subissati da una ridda di notizie che stentano a decodificare. Spesso sono ragguagli di cui è, in effetti, arduo stabilire il grado di veridicità o plausibilità. Semplificando, si può stilare un vademecum che può aiutare ad orizzontarsi.

In primo luogo, occorre distinguere le news in tre categorie.

1) Notizie vere
2) Notizie ambivalenti, in cui la verità è deliberatamente intrecciata alla mistificazione o offuscata da superficialità ed incompletezza
3) Annunci distorti, falsi ed inventati

1) Le prime sono rarissime e coincidono o con fatti che possono essere verificati di persona ed in loco o con reportages diffusi da quelle poche fonti indipendenti animate dall'esclusivo interesse a denunciare situazioni scomode per gli apparati, circostanze suscettibili altresì di promuovere una presa di coscienza nei fruitori. Sono siti contraddistinti dall'abitudine ad una meticolosa analisi e scrematura delle informazioni. Compiono perciò indagini indipendenti, intervistando i testimoni dell'accaduto, inoltre analizzano e comparano il materiale a disposizione.

A questo gruppo appartengono pure le notizie veraci ma insignificanti: ad esempio, tale calciatore si è sposato con una fotomodella. Il fatto è certo, ma non ha alcuna rilevanza sul piano individuale e sociale.

2) Le seconde sono molto numerose. Si distinguono a loro volta in due sottoinsiemi: quelle diramate dal sistema per confondere l'opinione pubblica o per sensazionalismo; i comunicati che, a causa del rumore o perché connessi ad avvenimenti già di per sé poco chiari, si rivelano come un groviglio inestricabile di genuino e di mendace. Talvolta queste notizie, visti i loro tratti dirompenti, sono rilanciate da portali liberi con ingenuità ed avventatezza. In questi casi, occorre spirito critico per separare il grano dal loglio. E' necessario poi enucleare le incongruenze che minano dall’interno la credibilità dell’informazione. Anche la "sorgente" è rivelatrice: se è un medium ufficiale, il tutto andrà preso con le pinze.

Dato che ci occupiamo di geoingegneria clandestina, proponiamo un esempio coerente con il tema. Qualche settimana addietro, è stata diffusa la notizia secondo cui i ghiacci dell'Artico si stanno espandendo. Ora, premesso che per essere sicuri al 100 per cento di quanto avviene al Polo Nord, bisogna recarcivisi, il dispaccio è vero, ma inficiato da una lacuna, vale a dire che il pack si è espanso un po' rispetto agli anni immediatamente pregressi ma, se si considera il trend dal 1979, la calotta glaciale si è ridotta in modo notevole. Hanno quindi ragione gli artificialisti che vedono nelle chemtrails e nei riscaldatori ionosferici le precipue cause degli sconvolgimenti climatici e del collasso ambientale.

Dunque ogni notizia deve essere, ogni qual volta è possibile, contestualizzata ed anatomizzata. Se non si è sicuri della sua autenticità, è bene proporla come ricostruzione probabile, sempre soggetta a rettifiche, chiarimenti, smentite.

3) Le notizie fittizie sono la stragrande maggioranza: propalate dai media di regime, si possono quasi sempre comprendere, leggendole al contrario. Ad esempio, il governo cerca di affrontare il problema della disoccupazione significa in modo inequivocabile che l'esecutivo si sta adoperando affinché la perdita dell'impiego e l'impossibilità di trovarlo siano la regola.



Ancora, se i gazzettieri scrivono che l'esecutivo è impegnato a reperire le risorse per diminuire il cuneo fiscale che penalizza le aziende, bisogna operare la seguente traduzione: il Presidente del consiglio ed i ministri, mirano, su mandato dei poteri sovranazionali, a far fallire con una tassazione esosa e con una normativa vessatoria, il maggior numero possibile di imprese. Naturalmente ci riescono! In questo modo si creano quelle crisi socio-economiche che sono un presupposto, come ammise il mefistofelico Mario Monti, per la cessione di "pezzi di sovranità nazionale" all'Unione europea.

Quando le istituzioni affermano che bisogna proteggere gli ecosistemi contenendo le emissioni di CO2, il messaggio reale è il seguente: “Noi (le sedicenti élites) stiamo con alacrità e tenacia distruggendo il pianeta per mezzo di aerosol nocivi, armi elettromagnetiche, radiazioni nucleari, fracking, inquinanti di ogni genere, sebbene accusiamo di ogni disastro ambientale i comuni cittadini ed il biossido di carbonio che sappiamo c’entrare pochissimo o nulla con la devastazione in atto”.

Ultimamente sono apparsi sulla Rete alcuni portali di falsa informazione libera che hanno lo scopo primario di pubblicare articoli fondati su fatti mai occorsi, ma spacciati per "notizie-bomba". Senza esitazione queste "agenzie" sono riprese da certi lettori poco attenti sulle piattaforme di condivisione, trasformandole in contenuti "virali". A quel punto l'informazione spuria diviene reale. E' quanto il sistema si prefigge, poiché è sempre più diffusa in modo deliberato l'idea che il Web sia inaffidabile. Non sono pochi gli esempi di giornalisti appartenenti all'establishment che, in occasione di convegni sull'informazione, puntano a delegittimare le notizie vere attraverso la denigrazione di quelle false da loro stessi confezionate. Infatti, se si eseguono delle ricerche, si nota che questi domini, sebbene con suffisso .it sono spesso gestiti da società di marketing con sede all'estero.

Bisognerebbe aggiungere tante altre osservazioni, ma per ora basti questo breve prontuario per cominciare ad orientarsi nel dedalo dell'informazione e della disinformazione. Che Arianna ci metta a disposizione il filo…


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Range finder: come si sono svolti i fatti

lunedì 25 luglio 2011

Senza Rete

In un recente articolo, “Segni di incipiente nausea cibernetica” , 2011, Freeanimals svolge delle intelligenti riflessioni circa i prodromi di una presunta disaffezione nei confronti della Rete. E’ un fenomeno che si può reputare fisiologico: ogni medium conosce una sua parabola. Dubito, però, che chi ha annunciato il suo abbandono della Rete, manterrà tale proposito. Forse è snobismo.

Bisogna ammettere che, in questi anni, si è diventati in una certa misura dipendenti da Internet, ma nel contempo la televisione ha conosciuto una drastica regressione sicché, a conti fatti, la componente tecnologica nella nostra vita non è aumentata a dismisura.

Occorre poi distinguere tra chi usa il mezzo telematico per informare o con fini culturali e chi, invece, lo impiega per calunniare e denigrare ventiquattro ore su ventiquattro. I primi ritengono che la goccia scavi la roccia, sebbene io abbia l’impressione si siano scavate delle trincee. I disinformatori ed i loro accoliti sono, invece, veramente ormai invischiati nella Ragnatela. A volte, leggendo i loro interventi, ci costruiamo un’immagine del tutto errata. Non sono individui baldanzosi e preparati, per quanto immorali. Tempo fa, ne vidi uno: restai basito. Mi trovai al cospetto di una specie di Harry Potter per i poveri: dimesso, occhialuto, di una timidezza patologica.

I disinformatori non sono palloni gonfiati, ma palloncini sgonfi. Sono vittime di un’ipertrofia tecnologica: il loro stesso organismo ha subìto una metamorfosi sì da renderli simili a moncherini meccanici. Qualcuno istintivamente li immagina aitanti, ma sbaglia: sono quasi sempre figuri flaccidi, corpulenti, con gli occhi pesantemente cerchiati, a causa di interminabili, ma ben remunerati turni davanti allo schermo. Non pochi di loro hanno lo sguardo allucinato. Credono di essere spiritosi, ma sono spiritati. Falliti, frustrati, psicopatici, ignoranti ed inetti – l’unico ambito in cui eccellono è l’insulto scurrile – per loro l’uso o l’abuso della tecnologia è, in modo paradossale, più irrilevante che decisivo. Se non offendessero sulla Rete, formerebbero branchi di facinorosi avvezzi ad aggredire i deboli ed i derelitti. Dimostrano, infatti, una mentalità da branco: uniti sono dei gradassi, da soli sono vigliacchi e rimpiccioliscono sino a scomparire. Nel caso di questi disgraziati, per cui si può provare solo compassione, certi media sono stati il colpo di grazia.

L’avvento della Rete ha condizionato un po’ tutti, ma, mentre molti sono convinti che è destinata ad espandersi, altri sanno che, come tutte le protesi tecniche, appartiene ad una fase effimera della storia umana. Per ora, seguendo il motto habere, non haberi, ne sfruttano le potenzialità, senza dimenticare che, oltre il mondo virtuale, ne esistono altri dove la tecnica non riveste alcun ruolo.

In parte ha ragione Mc Luhan, quando identifica medium e messaggio. Tuttavia è possibile ancora privilegiare la comunicazione ed i contenuti rispetto al mezzo e, per quanto appaia inverosimile, persino, in qualche caso, valorizzare gli aspetti umani attraverso Internet. La solitudine che affligge l’uomo, soprattutto l’uomo contemporaneo, le sue esigenze di interagire, trovano talora un interlocutore. I dissidi, le incomprensioni si manifestano anche in altri ambienti non digitali: basti pensare alle associazioni ed alle compagnie.

Nonostante quindi l’aridità digitale per chi possiede un barlume di coscienza, la Rete è simile al toro di Falaride, in cui, secondo gli Stoici, il saggio avrebbe mantenuto la sua imperturbabilità. Non è sufficiente la tecnologia per corrompere, sebbene il suo deleterio influsso sia grande. L’intelligenza, l’autonomia di giudizio, la sensibilità, se sono veramente tali, non temono la tecnica che è “utensile” più o meno utile, non idolo o, peggio, arma per colpire in maniera proditoria. Gli stolti lo sono in ogni circostanza: la Rete ha catalizzato e specialmente diffuso la loro stoltezza che altrimenti sarebbe rimasta circoscritta tra i tavolini di un bar.

Sia come sia, credo che presto rinunceremo, obtorto collo, ad Internet e ad altre mirabilia. Ne sentiremo la mancanza, ma per poco. Semmai rimpiangeremo le amenità di gg (alias rioseba) come questa, veramente spassosa: “Io sono geologo dall’età di tre anni.” Un geologo precoce, forse grazie ai buoni uffici del Mentore, Bario Tozzi. Impagabile, mitico gg!



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giovedì 24 febbraio 2011

Le irrorazioni clandestine nei cieli: un articolo senza difesa (di Carole Pellat) 1 agosto 2010 - Terza parte

Leggi qui la prima parte.

COME DOBBIAMO GUARDARE A TUTTO QUESTO?

A tutti quelli tra voi che a stento guardano in alto e non notano niente o che non guardano mai in alto e pertanto non hanno alcun punto di riferimento a proposito di un cielo reale – un cielo che esiste al di fuori dell'intervento umano: siete ciechi ed ignoranti. E se scegliete di appuntarvi su coloro che effettivamente vedono il cielo per quello che è per ridicolizzarli, io vi accuso di negligenza criminale. La vostra ignoranza si traduce in tacita collusione verso ciò che vi rifiutate di vedere come sbagliato. Voi siete parte del problema. Nessuna difesa. E' semplice. Come si può discutere con chi è così? Semplicemente non si discute. Non si può cambiare un mondo di cui non si riconosce neppure l'esistenza. L'ignoranza ci obbliga a credere di non avere alcun potere di cambiare nulla. Una favola di comodo. E per quelli di voi che non hanno il tempo o l'interesse di indagare in quello che succede nel mondo che vi circonda, per favore, smettetela di domandare “Perché stanno irrorando?”.

Sia che si parli di “scie chimiche” o di qualsiasi altra legittima preoccupazione che provochi ira, accuse e reazioni apertamente denigrabili da parte del sistema, è importante ricordare che la questione di base rimane quella della “verità” e non quella della “cospirazione” e nella ricerca, la verità si dimostra spesso con schemi e connessioni. Uno degli schemi più palesemente inquietanti che mi si è manifestato in vent'anni di ricerca su un'infinità di argomenti da migliaia di fonti, sono le relazioni profondamente intricate e corrotte che esistono tra certe istituzioni che ci è stato insegnato di tenere in grande stima.

Ironicamente, questi schemi di collusione, attività criminale, mutuo sostegno, protezionismo e connivenza, esistono in contraddizione con l'immagine pubblica di sé che queste istituzioni esibiscono orgogliosamente. Ironicamente, le loro azioni palesano tragici ed umilianti conflitti di interesse che vanno ben oltre gli standard di un comportamento criminale e doloso. Al fine di iniziare realmente a comprendere cosa accade nei cieli, è di grande aiuto avere un sentore delle relazioni che esistono tra le megacorporazioni, le forze militari, la politica, le lobbies, i governi locali, le università, i decani universitari, i laboratori di ricerca – finanziati sia pubblicamente sia privatamente, le imprese di pubbliche relazioni, le forze dell'ordine, gli appaltatori privati, i mass media, le banche, le organizzazioni filantropiche, le O.N.G., le agenzie statistiche ed altre istituzioni, il cui scopo ci è stato sempre fatto credere fosse la nostra “protezione” dal male che c'è là fuori.

Ad esempio, per quanto riguarda le modificazioni atmosferiche, i programmi di aerosol (scie chimiche comprese), le sperimentazioni elettromagnetiche e con i sonar – per nominarne solo alcune – si può affermare che non si tratta di una cospirazione di un piccolo gruppo di persone che cercano di occultare gli effetti di una pericolosa piccola incursione nella scienza.

L'elefante bianco nella stanza sono le sfocate, compiaciute, ipernutrite linee di collusione di budget e tecnologia che intercorrono tra la N.O.A.A. (Amministrazione Nazionale Oceanografica ed Atmosferica), che è anche N.W.S. (Servizio Meteorologico Nazionale), la cui facciata è il Canale Meteo (Weather Channel), che è il fantoccio della N.A.S.A., che è anche H.A.A.R.P., che è la creatura diletta del complesso industriale-militare, che si dà il caso sia anche l'appaltatore privato della Difesa, che coincide anche con i monoliti delle industrie farmaceutiche, che sono anche le industrie dei pesticidi, che sono anche i giganti del bio-tech e le corporazioni dell'energia, che sono tutte puntellate, finanziate e imboccate dagli stessi “politici” che la gente elegge per difendere i propri interessi e la propria qualità della vita. Continuate a seguire la catena dei veleni e vedrete i vostri dollari al lavoro.

GUARDIAMO AL LATO POSITIVO – E' peggio di quello che credevate

Così tutti stanno “svolgendo ricerche” in Internet. Tutti stiamo imparando che le nostre vite sono contaminate da migliaia di terribili sostanze chimiche indesiderate. Analizziamo campioni di aria, terreno ed acqua e troviamo livelli pericolosamente alti di bario, stronzio, argento, cadmio, manganese, alluminio ed un vero e proprio cocktail tossico di metalli pesanti, VOC e PCB.

Per quelli che hanno passato la vita addormentati, l'improvvisa presa di coscienza delle scie chimiche unita alla rivelazione della nostra luccicante e fosforescente acqua potabile e dell'aria satura di metalli ha una sola possibile conclusione: SCIE CHIMICHE. “Sarà depopulation, sarà guerra biologica”. Quelle maledette scie chimiche ci stanno uccidendo. Se non fosse per le scie chimiche, potremmo tornare ad essere felici e contenti, come nei bei tempi prima delle irrorazioni e dell'inganno. Ma in verità stiamo morendo per un migliaio di ferite. Questo non è il primo saccheggio del Nilo.

Per quelli di noi che fin dalla tenera infanzia non sono mai stati in grado di accettare il fatto che ci fossero acque che non si potevano bere o in cui non si poteva nuotare, questo deprimente schiaffo in piena faccia non è niente di nuovo. Siamo cresciuti vedendo banchi di pesci morti, fumi tossici sputati dalle ciminiere, respirando i gas di scarico, facendoci overdosi di freon e respirando la puzza di acqua marcia. Abbiamo giocato nei boschi, solo per vedere ogni centimetro di vita naturale finire pavimentato per far posto a villette a schiera e locali notturni. Le autorità ci hanno insegnato che questo si chiama “progresso”. Il “progresso” è stato programmato per significare “per il nostro bene”.

Per quelli di noi che sono stati testimoni di deforestazioni, decapitazioni di montagne, sversamenti di petrolio in Amazzonia e per quelli di noi che sanno che ogni comunità del Nord America è fondata su falde acquifere tossiche, questo affronto nel cielo non è una sorpresa. Molte delle sostanze chimiche che troviamo nel nostro cibo, terreno, aria, acqua e nei nostri stessi corpi appartengono alle irrorazioni degli aerei, ma appartengono anche ai fabbricanti di microchip, alle compagnie minerarie, alle compagnie di estrazione del gas naturale, del petrolio, agli impianti nucleari, alle discariche, agli appaltatori della difesa, fabbriche, lavanderie, ad ogni base militare, per citare solo alcune fonti.

Vi basta leggere qualche rapporto di “Superfund” per fare la conoscenza dei criminali del vostro quartiere. Non sono le “scie chimiche” che ci stanno rovinando la vita. Sono i paraocchi che ci stanno rovinando la vita. Non si tratta soltanto delle irrorazioni nel cielo. Si tratta soprattutto del rifiuto viscerale della civilizzazione nei confronti della realtà. Si tratta del nostro comportamento profondamente interiorizzato di “lavora e taci” di fronte alla dominazione del nostro contesto naturale. Ci insegnano ad essere obbedienti mentre veniamo deliberatamente strappati e isolati dal mondo naturale. Come società, stiamo passivamente assistendo al resettaggio dei nostri ritmi naturali, mentre tutti i sistemi di sostegno della vita sono presi in ostaggio dai detentori del potere che si sentono “legittimati” al loro possesso e controllo.

Una volta che i miracoli della natura sono stati rubati, imbrigliati, “dominati”, legiferati, addomesticati, privatizzati, brevettati, recintati e completamente sfruttati, le macerie ci vengono rivendute a caro prezzo, rovinate, marce, tossiche e prive di valore. E' una transazione squisitamente psicotica.

L'ignoranza sarà pure beatitudine, ma LA CONOSCENZA E' POTERE.

Va bene, allora ci possiamo dare per vinti e sentirci impotenti, sopraffatti e depressi. Sì, quella può essere una reazione ragionevole. Possiamo seppellirci nei nostri computer, distrarci con i nostri giocattoli elettronici, anestetizzarci fissando notte e giorno mondi immaginari sugli schermi. Possiamo auto-medicarci per uscire da questa visione della realtà o possiamo guardare dall'altra parte ed appuntare lo sguardo sul nostro prossimo grande acquisto. Dopo tutto, lavoriamo così duramente che ci siamo conquistati il diritto di “vegetare”, quando non siamo impegnati a servire il nostro implacabile, ignoto padrone con ogni grammo della nostra energia. Non ho mai capito il detto “l'ignoranza è beatitudine”, perché la cecità paralizza lo spirito. Leggere vi aiuterà a comprendere la materializzazione degli eventi, delle anomalie create dall'uomo e delle azioni che sono completamente aliene al mondo naturale e catastrofiche per il nostro ecosistema. Queste “procedure” sono letali per la vita sulla terra.

Questi traumatici ed intrusivi modelli sono moralmente tossici e spiritualmente fallimentari. Si materializzano regolarmente e sono intenzionali e coordinati. Per favore, cominciate a leggere libri. Una grande percentuale della mia ricerca viene dai libri. Un'altra importante fonte sono i documentari. Ed un'altra ancora i colloqui personali. Cercate di conoscere le persone che sanno le cose che vi interessano. Potrebbe anche trattarsi dei vostri vicini di casa. Cercate di conoscere le piccole ma legittime fonti di notizie indipendenti. Internet può essere un grande strumento di ricerca, ma si presta bene solo per alcune cose. Io in realtà lo uso a scopo bibliografico, quasi come farebbe un bibliotecario. Lo posso usare per capire qual è la prossima cosa che voglio leggere, quale il prossimo autore o scienziato o documentario che voglio studiare. Lo posso usare per vedere dove si terrà una conferenza di una certa persona. Posso usare la Rete per verificare alcuni concetti che sto studiando. E' anche un ottimo strumento di comunicazione istantanea.

Posso inoltre adoperarlo come fa il governo, per controllare ciò che la gente sta pensando o comunicando ad altri riguardo ad un argomento specifico. Ma non lascio mai che sia Internet a dirmi che cosa pensare. E per l'amor di Dio, staccatevi dal vostro computer e andate a farvi una passeggiata. E' essenziale imparare a fare riscontri incrociati dei fatti tratti dalle fonti indipendenti, da ogni paese edi ogni posizione politica. Ma la cosa più importante è uscire nel mondo reale e cercare la conoscenza. Dovete camminare nel vostro quartiere. Dovete camminare negli ambienti naturali. DOVETE parlare con la gente del posto, dovete parlare con i ricercatori, dovete parlare con gli anziani – questi possono rispondere ad un sacco di domande sul cielo e sul tempo atmosferico. E cominciate a parlare ai senza fissa dimora. Essi posseggono una'elevata consapevolezza di ciò che è naturale e innaturale nella nostra società.

A questo punto, come ho fatto ad allontanarmi così tanto dalle “scie chimiche”? Non l'ho fatto. Quello che scegliamo di vedere ogni giorno si basa sulla quantità di realtà che siamo in grado di fronteggiare. Questo dovrebbe darvi un indizio del perché molta gente è capace di guardare il cielo, senza trovarvi niente di strano. La natura continua ad insegnarci ogni giorno che possiamo elevarci al nostro massimo potenziale come esseri umani quando restiamo connessi ad un miracoloso ecosistema.

Ricordate questo: LA CONOSCENZA E' POTERE. La conoscenza è potere. Non lasciate che nessuno vi dica che non potete essere efficaci.

Leggi qui la seconda parte.




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