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mercoledì 9 agosto 2023

Riflessioni di una notte di mezza estate

Sono principalmente due gli atteggiamenti radicati nell’opinione pubblica: questi pregiudizi impediscono non solo di analizzare in modo plausibile gli eventi, ma pure di passare dall’indignazione all’azione.

Ci riferiamo all’attesa del “salvatore”, ossia di un uomo “politico” onesto e capace che tolga le castagne dal fuoco al popolo vessato da classi dirigenti depravate oppure ad una guida (un intellettuale, uno scienziato, un uomo di chiesa…) in grado di lottare per la verità e la giustizia in ogni campo; l’altro limite è il dualismo, ossia l’idea che sulla scena interna e globale si combattano due forze, Destra e Sinistra, Occidente (Stati Uniti d’America, Regno Unito, Unione europea con i loro satelliti) e BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa ed alleati).

Per quanto riguarda la tendenza ad una visione dicotomica (buoni contro cattivi nello scacchiere geopolitico), basta ricordare un solo episodio. Un paio di mesi fa, l’aviazione russa centrò (per sbaglio) un deposito militare della N.A.T.O. ubicato in Ucraina: né La Federazione russa rivendicò il successo bellico né gli Stati Uniti denunciarono l’operazione. Tutti zitti e… Mosca. Perché? Perché ai vertici sono tutti d’accordo: persino la Corea del Nord, come la Cina e quasi tutti i governi del mondo, fuorché pochi Stati africani i cui presidenti furono neutralizzati, hanno partecipato alla farsa del patogeno mortale, tutti promuovono l’agenda digitale, la moneta elettronica programmata, la transizione “verde”, il credito sociale, attuano deleterie operazioni di geoingegneria, tutti raccontano la storiella delle missioni lunari e le fandonie sulla stazione spaziale internazionale che esiste solo come set televisivo.

E’ ovvio che una reale conflittualità oppone certi potentati, ma è un dissidio che non investe la cupola (termine non casuale), una discordia che è simile ai feroci litigi che divampano fra i banditi dopo che hanno rapinato una banca. Infatti, perpetrato il crimine, i delinquenti cominciano a scontrarsi per spartirsi il bottino, perché ognuno pretende di avere di più rispetto a quello che si era pattuito, quando si era organizzato il colpo.

Insomma, “Ogni Stato è una dittatura” (Gramsci) e “Non esistono poteri buoni” (De André). Poi, alcune dittature sono un po’ più morbide, ma sono pur sempre tirannidi. Inoltre occorre guardare dietro le quinte: a volte si cita Trump come messia. Trump? E’ un uomo di paglia, controllato dal genero, rampollo di un’influente e ricchissima famiglia di origini… ucraine.

Basti questo: sono analisi già svolte in numerosi altri articoli e presenti pure in “Attacco dal cielo: geoingegneria clandestina ed altri crimini governativi”, testo cui rinviamo per gli approfondimenti.

Vediamo ora il primo aspetto. E’ sintomatico quanto ha coinvolto di recente il Dottor Stefano Montanari e la Dott.ssa Antonietta Gatti che sono stati accusati di aver agito in modo poco limpido nel momento in cui hanno trasformato la loro s.r.l. (con un capitale di circa 900.000 euro) in fondazione, asserendo di essere rimasti privi di liquidità, dopo aver donato tutto, senza precisare che l'ente è intestato ai vari componenti della famiglia Montanari. Sulla vicenda non ci pronunciamo – ognuno si formerà un’opinione usando il discernimento – ma vorremmo solo ribadire che non bisogna mai affidarsi all’eroe di turno. Bisogna ricordare che la disinformazione è tutt’uno con l’”opposizione voluta ed autorizzata dal sistema” (G.C. Argan): a nostro avviso, la galassia del negazionismo non è occupata solo da Federico De Massis alias Task Force Butler, nonostante la sua abnorme mole, e dai depistatori di professione. A loro vanno aggiunti molti “attivisti” e “divulgatori” il cui ruolo è quello di mantenere la “mandria umana” (S. Freixedo) nel recinto, illudendola che sia libera di pascolare dove vuole.

Ora, lo scopo principale di ciascuno di noi deve essere quello di informare in maniera il più possibile oggettiva e corretta, di avvisare gli altri dei pericoli incombenti: se avremo salvato anche una sola vita umana, se avremo risolto un paio di problemi contingenti, ci potremo ritenere soddisfatti, perché le minacce che ci sovrastano sono numerose e gravi ed è impossibile stornarle tutte.

Vogliamo elencarne alcune? Una possibile nuova e coercitiva campagna di “vaccinazione” di massa, la digitalizzazione del denaro, l’innalzamento dei limiti relativi alle emissioni delle antenne del 5G etc., la totale corruzione dell’intero sistema politico nazionale ed internazionale, l’attacco al settore primario attraverso la geoingegneria clandestina (alcune regioni italiane sono afflitte da una siccità micidiale), i disastri ambientali attribuiti al biossido di carbonio, ma provocati dal binomio scie chimiche-campi elettromagnetici, la transizione pseudo-ecologica con il corollario dei Lager da 15 minuti e la mobilità elettrica, i focolai di guerra che potrebbero preludere ad un conflitto di portata planetaria, il disfacimento dell’assetto sociale e dell’etica, la costante contraffazione delle notizie per opera sia dei media ufficiali sia di ampi settori appartenenti alla cosiddetta “controinformazione”…

Poi, se uno è turbato dai ragguagli che si diffondono per far conoscere ed allertare sui temi più diversi, può sempre acquistare un libro sulla legge dell’attrazione, la risonanza, l’intelligenza quantica che crea la realtà e cose del genere. Dunque, dopo aver applicato le efficacissime e miracolose regole contenute in questi saggi, in pochi minuti, con l’intento ed il pensiero positivo, plasmerà “il migliore dei mondi possibili” (Leibniz). Così saremo tutti contenti! Se questi metodi dovessero fallire, non disperiamo: ci restano gli amuleti.

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domenica 4 aprile 2021

Singolari connessioni tra dispositivi pseudo-diagnostici ed il controllo mentale

"I tamponi PCR contengono fibre vetrose, rigide, in alcuni casi di silicio. Sono materiali non sperimentati per la biocompatibilità. Il problema fondamentale è che queste fibre si spezzano, rimanendo all'interno della lesione. Lesione che non viene cicatrizzata in caso di tamponi ripetuti. Perché scavare tanto tessuto, quando, se c'è un virus, lo si può trovare dappertutto? Anche nella saliva?" Così si esprime la Dott.ssa Antonietta Gatti.
Fibre di vetro, silicio, zirconio, alluminio, titanio, argento rilevati nei tamponi PCR.

In effetti, nei cosiddetti tamponi, dispositivi ideati per eseguire analisi genetiche e non esami diagnostici, per cui sarebbe sufficiente un po’ di sangue o saliva, sono state reperite micidiali microfibre di vetro, silicio, zirconio, alluminio, titanio ed argento.

Guarda caso sono gli stessi ingredienti delle “chemtrails”: se si riflette sulle proprietà fisiche e chimiche di questi elementi, caratteristiche illustrate nel volume “Scie chimiche: la guerra segreta”, 2015, si è tentati di giungere ad inquietanti conclusioni… Ad esempio, il silicio è - come è noto - un elemento conduttore adoperato nella circuitazione elettronica. Insomma, si è indotti a pensare che questi bastoncini spacciati per mezzi atti ad individuare un presunto patogeno, siano in realtà non solo strumenti di tortura, ma pure mezzi volti ad introdurre nell’organismo dei corpi estranei che possono interagire con particolari frequenze elettromagnetiche. Una connessione con il 5G e con gli impianti studiati da Derrel Sims? Non è da scartare.

L'immagine sopra è proposta in un capitolo del libro "Alien cicatrix", scritto dallo scienziato Corrado Malanga, sulla base di studi documentati e comparati su migliaia di persone. Lo sfenoide è un osso cranico che, se perforato in un determinato punto, permette di impiantare un chip nel cervello, passando dal naso. Molti di questi ordigni sono documentati in tantissime risonanze magnetiche...

Ed ecco arrivare dalla Cina (dalla Cina arrivano anche i tamponi...) il dottor Jho, del Center for Minimally Invasive Neurosurgery Department of Neurosurgery, University of Pittsburgh. La tecnica "non invasiva" di questo chirurgo è in grado di operare sulla pineale senza aprire il cranio, bensì passando attraverso l’osso sfenoide, che viene praticamente sfondato in una piccola zona. Il problema nasce quando si scopre che, con questo metodo, si può non solo togliere qualcosa dal cervello del paziente, ma introdurre anche qualcosa a livello dell’ipofisi.

L’apparecchio che serve per mettere questo qualcosa è una strana pistolina a pressione. Ma ancor più interessante è il fatto che ciò che verrebbe introdotto attraverso il naso, nel cervello, sarebbero dei componenti elettronici in grado di monitorare, attraverso microantenne, l’intera attività del cervello umano. Ed ecco come questa “brainradio” è fatta: la si vede riprodotta nell'immagine seguente.

Attraverso un sistema di reti a “ponti caldi” (il 5G cade a fagiuolo...), collegati con satelliti artificiali in orbita geostazionaria, con questo aggeggino possiamo essere monitorati in tutte le parti del mondo. Sì, perché l’ordigno, che non è più grande di due millimetri e mezzo circa, funziona come un “trasponder” e riceve corrente elettrica praticamente dal calore. Ciò vuol dire che non ha bisogno di una propria alimentazione e che è praticamente eterno.

Ora, se consideriamo che la miniaturizzazione è stata spinta ai suoi massimi negli ultimi dieci anni, è facile intuire come le misteriose fibre a base di silicio ed altri materiali pregiati, solitamente impiegati nell'elettronica e reperite insolitamente nei tamponi, potrebbero costituire la naturale evoluzione della tecnica messa a punto in Cina svariati anni or sono. Nascondere nanotecnologia intelligente in un tampone è, come un perfetto cavallo di Troia, il mezzo migliore per innestare surrettiziamente sistemi di controllo a distanza nel cranio delle inconsapevoli vittime. La falsa pandemia da COVID-19 ha dunque l'obiettivo finale di ottenere una popolazione docile e controllata? Noi riteniamo di sì.

Abbiamo notato anche singolari correlazioni tra il versante genetico della biogeoingegneria clandestina ed alcuni prodotti gabellati per antidoti, come il famigerato ModeRNA. Ce ne occuperemo appena possibile.

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domenica 19 dicembre 2010

"Warology": come trasformare un documentario sulle scie chimiche in uno strumento di propaganda

"Warology: operazione l'altra guerra" è un documentario realizzato da Morgan Menegazzo. Riportiamo qualche passaggio della recensione:

"Qual è l’altra guerra che stiamo vivendo? Come sarà la guerra del futuro? Esperti di strategie militari tradizionali e virtuali, ufficiali di punta dell’esercito, scienziati e uomini politici si confrontano in una conversazione serrata, delineando il quadro di una nuova cultura del conflitto. Più di un’inchiesta, Warology è un viaggio ai confini dell’impensabile. [...] Sul campo di battaglia del Terzo Millennio la vera posta in gioco è la dissoluzione dell'umanità. Attorno a questo rischio ruotano le dichiarazioni preziose degli esperti sui conflitti dalle dinamiche più complesse che hanno coinvolto e stanno coinvolgendo il nostro pianeta. Dalla Guerra fredda all’11 settembre, dall’attacco russo in Georgia al Progetto H.A.A.R.P., dagli attentati cibernetici della Cina ai server della diplomazia americana all’inquietante dibattito sulle scie chimiche".

Chi ha avuto l'onore di vedere l'inchiesta in anteprima, deve riconoscere che il montaggio serrato è molto efficace, ma invano cercheremmo altri pregi in questo lungo reportage, soporifero sin dai primi secondi. "Warology" è divagante, inficiato dall'invadenza di interviste-fiume ad esperti come Umberto Rapetto che tende ad enfatizzare il ruolo di pericolosissime associazioni a delinquere contro cui agiscono integerrimi agenti. Intendiamoci: i pirati informatici esistono e sono pure molto insidiosi, ma è certo che molti agiscono per conto del sistema, sotto mentite spoglie. L’inimicizia tra “guardie e ladri” è un clichè ed i confini tra criminalità e “legge” sono oggi più labili che mai.

Significativo è solo l'intervento di Fabio Mini la cui testimonianza è, però, annegata in un oceano di noia e di elucubrazioni astruse e fuorvianti, come "conflitto asimmetrico", "guerra fredda" (concetto ormai obsoleto e depistante), "fatto e rappresentazione del fatto"... Operazione masturbatoria e di narcisistico autocompiacimento, "Warology" non informa né convince: si limita ad accozzare le storte banalità di Rapetto e sodali, gabellandole per oracoli. Le stesse immagini, pur vivide, sbiadiscono e si offuscano in questo bolso e farraginoso dossier che dà un colpo al cerchio ed uno alla botte: la guerra, con le sue carneficine, diventa un argomento da talk show, in cui l'ultimo degli ignoranti disquisisce su geo-politica, strategie militari, economia, reati cibernetici...

Se volessimo usare un solo aggettivo per qualificare tale squalificato documentario, adopereremmo "ignavo". Ignavo è chi non si schiera: con la scusa di essere obiettivo, l'autore sfuma e confonde tutto. Non si comprende chi combatta contro chi: il sistema è coinvolto in mille losche operazioni, ma lotta contro il crimine; i governi sono inaffidabili, ma, tutto sommato, tutelano i cittadini... E' un vero guazzabuglio, un'apoteosi di contraddizioni, per la regia occulta di Rapetto, uomo di paglia dei militari. Le stesse scie chimiche, timidamente evocate in alcuni fotogrammi, sono ridotte ai minimi termini, quasi fossero gli innocenti giochi di qualche pilota psicolabile.

Last, but not least: l'autore, che pure ha attinto a piene mani ai filmati di "Tanker Enemy", comitato grazie al quale ha ottenuto importanti contatti, con infinita improntitudine, non cita la fonte principale. Meglio così: è bene che l'acqua di sorgente non si mischi con quella inquinata dagli scarichi industriali.





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venerdì 16 gennaio 2009

Se Maometto non va da Montanari...

Sappiamo che è una perdita di tempo, perché dalle rape non si cava il sangue, ma ci sentiamo in dovere di replicare alll'egregio Dottor Montanari che, in un suo articolo, ha ritenuto di criticare Pier Paolo Saba, andando a vedere la classica pagliuzza. Non contento di ciò, l'egregio Montanari usa anche i soliti pseudo-argomenti da disinformatore incallito sul prelievo in quota e su una non dimostrabile correlazione (secondo lui) tra chemtrails e veleni di ricaduta che potrebbero anche venire da uno stabilimento industriale o dal traffico veicolare. A questa patetica obiezione abbiamo già risposto mille volte e non ripeteremo quindi la nostra replica, ma ci chiediamo se per caso il Dottor Montanari abbia mai infilato la testolina nella ciminiera di un inceneritore o sia mai stato accolto in un'area militare off limits per compiere i suoi prelievi e stabilire un nesso incontrovertibile tra nano-particelle e tumori. La provenienza degli inquinanti dagli impianti di icenerimento e dai poligoni è solo "un atto di fede, atto di fede che non ha valore scientifico, naturalmente e che dimostra l’assoluta mancanza di conoscenza specifica di questo signore".

Che poi costui sia "il direttore scientifico del laboratorio Nanodiagnostics di Modena in cui lavora part time la dott.ssa Gatti", o che sia presidente di una bocciofila, non cambia la sostanza delle sue depistanti affermazioni. Un nostro gentilissimo lettore, Arturo, così scrive a tale proposito: "Prof. Montanari, Lei ha scritto 'distogliere l'attenzione verso...': ma che cosa sta dicendo? Gli aerei militari che irrorano ci sono, li vediamo tutti, basta guardare il cielo. Passano gli aerei e il cielo si copre di una nebbia stranissima. Sono fatti questi!

Che gli inceneritori sono fabbriche di tumori è certo, ma putroppo dobbiamo fare i conti con la dura realtà: l'esercito sta aumentando gli aerosol nello spazio aereo italiano e questo è preoccupante, preoccupante soprattutto per la salute dei bambini che stanno crescendo, respirando nuvolette di bario e polimeri
".

Professor Montanari, le scie tossiche sono come un inceneritore moltiplicato per mille e non sarà certo vantandosi di presiedere un laboratorio dalla dicitura in inglese che i sofismi diventeranno verità. Egregio Professor Montanari, non sa che il metodo scientifico si basa in primis sull'osservazione? Dunque, visto che asserisce di scorgere le scie mortali in cielo, perché non comincia ad investigare in modo serio sul fenomeno, invece di nascondersi dietro il classico dito? Se noi avessimo a disposizione il suo laboratorio, a quest'ora avremmo già spostato mari e monti più di quanto già facciamo e dichiarato in ogni dove che le scie degli aerei, quelli che lei vede, sono mortali. Volere è potere, almeno in questo caso. Infatti volenterosi ricercatori tedeschi sono riusciti là dove Lei ha miseramente fallito, dimostrando che il particolato che anche Lei, come tutti, inala, viene dal cielo.



Tra l'altro pare che Lei non abbia compreso l'articolo del Dottor Saba, poiché scrive: "Che le nanoparticelle generate da esplosioni non solo da bombe all'uranio, ma pure da quelle al tungsteno o comunque da processi combustivi ad alta temperatura si trovino a livello dei tessuti tumorali (ma anche di altri tessuti affetti da nanopatologie) è testimoniato in maniera certa e coerente da un numero molto alto d’indagini eseguite presso il nostro laboratorio". Infatti il Dottor Saba non ha disconosciuto che le nanoparticelle di uranio e tungsteno siano dannose, ma che la questione scie chimiche è ancora pervicacemente negata ed in modo colpevole.

Anche a noi sorge un dubbio: che il Dottor Montanari, pur con tutte le sue competenze, sia solo il rappresentante di un'opposizione voluta ed autorizzata dal sistema, un sistema con cui non si può mai scendere a compromessi, se si vuole essere credibili sino in fondo.


Notare i due pesi e le due misure della dottoressa Gatti, laddove descrive la situazione di reale inquinamento ambientale da polveri di nanoparticelle metalliche rilevate in atmosfera ed al suolo nelle aree circostanti la base di Quirra. Nel caso delle scie chimiche, invece, insieme con il marito, ella ha più volte affermato che i dati che evidenziano metalli pesanti in acqua, polvere e piante delle aree sottoposte ad irrorazione, non sono attendibili, in quanto non direttamente collegabili agli aerosol indotti. Essi, in quel caso e solo in quello, parlano della necessità di prelievo direttamente nelle scie chimiche.

Due pesi e due misure, appunto, per tirarsi fuori (anche loro come altri "scienziati") dalla ingombrante questione chemtrails.

Questa speciosa contraddizione ci premeva di evidenziare.


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mercoledì 14 gennaio 2009

Uranio impoverito e scie chimiche: la saga continua (articolo di Pier Paolo Saba)

Pubblichiamo un articolo del gentilissimo Pier Paolo Saba, coordinatore dell'U.S.A.C. Sardegna. Condividiamo l'indignazione dell'autore per l'omertà istituzionale attorno al problema delle scie chimiche: mentre gran parte della popolazione è atrofizzata in un'ottusa indifferenza, i governi continuano imperterriti con le loro operazioni di avvelenamento quotidiano.


"Non sono bastati nove anni per far luce, certa e conclusiva, su che cosa abbia provocato la spaventosa escalation di tumori al sistema emolinfatico, nei soldati inviati in missione nei teatri di guerra all’estero e tra i civili che vivono vicini ai poligoni italiani".

Così esordisce l'articolo del quotidiano La Nuova Sardegna di sabato 3 gennaio, a firma di Piero Mannironi. La testata, per la seconda volta, (si veda l’articolo precedente del 28 dicembre scorso) stranamente tratta un argomento così spinoso, finora ignorato ed anzi vilmente negato sia dalle autorità militari sia civili.

Nell’articolo fu il Ministro della Difesa La Russa a prendere posizione, affiancato dal Presidente dell’Anavaf, Falco Accame, che diffuse una nota nella quale sono sintetizzati i dieci interrogativi legati all’uranio impoverito, questioni che ancora attendono una risposta.

1) Il motivo di un misterioso lotto di armi all’uranio acquistato da Israele, armi che transitarono nel poligono di Nettuno e nel deposito di Bibbona

2) I contratti con ditte civili estere per la sperimentazione di armamenti nei poligoni italiani, senza alcun controllo esterno

3) I risultati dello studio Signum (Studio sull’impatto genotossico sulle unità militari) che doveva stabilire la pericolosità dell’uranio su mille militari cavie; per lo studio fu destinata la somma di un milione e 175 mila euro

4) Le strumentazioni usate per la misurazione della radioattività

5) La carenza di comunicazioni dalle basi militari al Ministero della Difesa. Da Aviano a Gioia del Colle decollarono, infatti, i jet alleati che spararono 10.000 proiettili all’uranio impoverito in Bosnia. Nel 1999 il Ministero affermò di non saperne niente.

6) Furono ordinate 63 mila maschere antigas con doppio filtro dalla Difesa: erano in grado di filtrare le nanoparticelle? Furono poi impiegate sul campo?

7) Non è stato reso noto il monitoraggio sui militari, stabilito con il decreto legge del 2000

8) Sono ancora sconosciuti i risultati delle analisi degli alimenti provenienti dalla Bosnia e dal Kosovo

9) Il computo delle vittime eseguito dalla Difesa si riferisce alla Bosnia ed al Kosovo. Mancano così tutti i dati relativi all’Albania, alla Macedonia, alla Somalia, al Kuwait e le statistiche concernenti le vittime in Italia.

10) La disposizione data ai militari di non avere figli nei tre anni successivi alle missioni fu citata dagli onorevoli Pisa ed Angioni nel corso dell’audizione del generale Donvito. Non si sa se ci siano figli di militari nati con malformazioni.

Un decalogo davvero dettagliato che attende di essere confermato, ma sono soltanto queste le risposte che ci aspettiamo?

Qualora la commissione d’inchiesta, di cui fa parte anche la Dr.ssa Antonietta Gatti, responsabile del Centro di ricerca sperimentale sulle nanoparticelle di Modena, affermi che sono solo ed esclusivamente le polveri ultrasottili generate dalle altissime temperature (oltre tremila gradi centigradi) a generare le forme cancerose tristemente registrate, si potrebbe pensare ad una strategia per non accennare alle scie chimiche ed agli effetti che esse producono sull’uomo.

Potremo sperare che, a seguito dell’inchiesta in atto sull’uranio impoverito, se ne avvii un'altra su quest’altro gravissimo problema?

Le chemtrails sono un problema dibattuto da anni. Anch’esso è negato fino allo spasmo, così come è stato smentito l’impatto conseguente all’uso del materiale radioattivo di cui si discute animatamente in quest’ultimo periodo anche presso alcuni Ministeri.

Non affermo di aver perso la fiducia, ma, dopo l’inchiesta attuale, mi chiedo quanto dovremo aspettare ancora per porre fine alle scacchiere disegnate nei cieli di tutto il mondo.

Pier Paolo Saba

Olbia, 10 gennaio 2009



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