mercoledì 1 novembre 2006

Contrails di 400 chilometri? Un assurdo della fisica

Possono, delle scie di condensa(!?), raggiungere e superare i 300 (trecento) chilometri di lunghezza?
Per wikipedia, per i meteorologi, per i debunkers, per i giornalisti che vogliono prove... evidentemente sì.

AERONET_Carpentras - Date: 2006/304 - 10/31
True color - Satellite: Terra


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Purtroppo, vedo che c'è sempre chi vuole infrangere le leggi della fisica con quelle della disinformazione.

Chiariamo allora bene come e perché non si tratta di scie di condensa, ma invece, più realisticamente di scie chimiche...

1) Le scie di condensazione, da satellite, non potrebbero essere visibili, perché troppo evanescenti (e riferisco testualmente quanto mi scrisse un meteorologo il quale, ovviamente, negava l'esistenza delle scie chimiche - la classica zappa sui piedi);

2) Non esistono e NON POSSONO ESISTERE scie di condensazione lunghe 400 chilometri. Una scia di condensazione, proprio a causa delle sue caratteristiche precipue, può seguire la scia dell'aereo per qualche centinaio di metri e non di più. Infatti, l'aria estremamamente calda che fuoriesce dai motori, per trasformarsi "in bianche scie di ghiaccio", deve necessariamente incontrare aria a -41° centigradi (e questo è fattore predeterminanante e non escludibile) e tassi di umidità superiori al 75%, a quote superiori ai 9.000 metri (Fonte FAA). Questo effetto "condensa" non può protrarsi per chilometri, poiché, mano a mano che ci si allontana dai reattori del velivolo, l'incontro tra aria calda dei medesimi e quella fredda atmosferica, va progressivamente ad estinguersi e quindi le condizioni sopra descritte sono destinate a scemare (lo capirebbe anche un bambino). Per contro, quando osserviamo, anche da satellite, scie lunghe chilometri... scie che ci vogliono spacciare per contrails, non resta altra conclusione che esse non siano altro che emissioni di sostanze chimiche;

3) I velivoli coinvolti nell'"operazione copertura" volano a quote tali da non incontrare le condizioni fisiche più sopra descritte. Dimentichiamoci i famosi 9.000/11.000 metri delle rotte civili. Qui si tratta di voli destinati ai militari, seppure molte compagnie aeree collaborino attivamente miscelando alluminio al carburante ed uscendo dalle quote di norma loro assegnate, per assolvere a sporchi compiti militari. Questi tankers chimici volano a quote comprese tra 2.500 e 5.500 metri, tanto da poterne riconoscere i dettagli ad occhio nudo e tanto da poter essere uditi anche tra il frastuono del traffico automobilistico cittadino. Ad ulteriore conferma di quanto affermo vi sono non solo calcoli trigonometrici ma anche la semplice constatazione che, se Md-80, 747, KC-10, KC-135 ed altri vengono osservati e fotografati volare a pelo (inferiormente) degli stratocumuli, non possono superare i 2.500 metri di quota (altezza massima degli stratocumuli).

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