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martedì 21 gennaio 2020

Francia: è allarme per i valori di alluminio e bario nell’acqua piovana



Sono allarmanti i risultati relativi all’analisi dell’acqua piovana in Francia. Essi dimostrano almeno due fatti: che, se l’Italia è afflitta da infiniti mali, all’estero non va meglio; che la contaminazione da alluminio, bario etc. può solo derivare dai “lanzichenecchi” del cielo. Fuor di metafora, mentre si impedisce ai cittadini di circolare con le automobili, con la scusa del superamento dei parametri inerenti alle polveri sottili, mentre tra un po’, in perfetto stile orwelliano, sarà vietato fumare anche all’aperto, si continua ad ignorare che sono, senza ombra di dubbio e senza tema di smentita, i voli civili a riversare tonnellate di inquinanti in atmosfera. Ci riferiamo sia al traffico aereo “normale” sia alle criminali operazioni chimiche (si legga alla voce chemtrails) che si susseguono ormai ininterrotte da decenni. [1] Ecco i VERI responsabili di una contaminazione planetaria e capillare. Lo studio d’oltralpe rivela che nelle idrometeore il bario ha conosciuto un incremento del 100 per cento! Per Paolo Attivissimo e gli altri fanatici adepti della setta negazionista, il tutto si deve alle cartiere di Fabriano… Come no!

Allarme per quanto riguarda l’acqua piovana. Come segnalato da Condividilo.org, sono state di recente compiute analisi ad hoc in Francia. Nell'acqua piovana, nell’arco di pochi mesi, i livelli di alluminio, bario, stronzio e titanio sono cresciuti in modo esponenziale. Tutto è nato da un'analisi condotta dal laboratorio Qualio di Besançon.

L’analisi dell’acqua piovana raccolta nell’arco di otto mesi nello stesso luogo ed in condizioni analoghe ha evidenziato livelli spaventosi di vari elementi tossici. Gli esiti degli esami suscitano grande preoccupazione, in quanto attestano un aumento pari all’800% dei livelli di alluminio, un incremento del 100% del tasso di bario, stronzio e titanio. Gli analisti sono al lavoro per capire motivi (sono illustrati nel saggio Attacco dal cielo: geoingegneria clandestina ed altri crimini governativi, 2019) e conseguenze della situazione. Nel frattempo è in corso un iter istituzionale che potrebbe aprire un caso nazionale.

Fonte:

Acqua piovana, scatta l'allarme: +800% di alluminio e 100% di bario

[1] Lombardia ed Emilia-Romagna sotto una cappa chimica deliberatamente diffusa. Ecco le prove satellitari.

VareseNews scrive: "Le elaborazioni grafiche di Arpa Lombardia parlano chiaro: una cappa tossica si estende su mezza Lombardia e “copre” anche mezza provincia di Varese, dalla pianura di Busto Arsizio, Gallarate e Saronno su su fino a Varese (è indicata dai colori rosso e rosso scuro). Solo verso la montagna le cose migliorano davvero" ed il titolo è ancora più chiaro: "Inquinamento alle stelle, una cappa tossica da Milano a Varese". Ma... c'è un "ma": la mappa di Sat 24 mostra chiaramente che "qualcuno" ha intenzionalmente diffuso gli inquinanti denunciati da VareseNews come da altri media mainstream. Solo che costoro, come tanti pari loro, dormono! I satelliti non mentono. Le riprese di Sat24 evidenziano, oltre all'intensa attività aerea di aviodispersione, un'alquanto sospetta colonna di fumi che si generano dal nulla e che si diffondono rapidamente su una vasta area circostante, trasportati dal vento, che oggi soffiava in direzione Nord-Sud.



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mercoledì 13 giugno 2018

La strana influenza dell’estate 2018: Salentini a letto con la febbre a 40

Una singolare influenza si è diffusa nel Salento nella prima decade di giugno 2018. E’ difficile stabilire quali siano le cause dell’epidemia. I media mainstream evocano un virus tropicale, ma non tutti gli infettivologi concordano nell’attribuire ai virus questa ed altre patologie. Su che cos’è veramente un virus si legga questo fondamentale studio. In ogni caso, è indubbio che il sistema immunitario è fortemente indebolito dai mille veleni sparsi nella biosfera attraverso le attività chimico-biologiche (scie chimiche, in inglese chemtrails) e con numerosi altri stratagemmi. E infine curioso che il Salento sia la regione della Puglia dove alcuni olivi si sono ammalati a causa di “strani” parassiti…



Febbre altissima, forti dolori articolari e muscolari e, cosa più grave, inappetenza. Sono i sintomi di un virus che ha colpito il Salento in questi giorni. Quando si dice ‘mezza città a letto con la febbre’… È colpa del virus micidiale che ha colpito molti proprio all’inizio dell’estate, senza fare distinzione tra bambini e adulti.

I sintomi sono quelli dell’influenza tradizionale, ma particolarmente accentuati: febbre altissima, forti dolori articolari e muscolari e, cosa più grave, inappetenza. Qualcuno ci ha riferito di essere rimasto anche tre giorni senza toccare cibo, altri si sono dichiarati molto preoccupati a causa del periodo in cui si è manifestata la sindrome. Dover stare chiusi in casa e a letto con i 32/34 gradi di questi giorni nel Salento non deve essere stata proprio una vacanza.



Attenzione allora: se si vogliono evitare le fleboclisi, bisogna bere davvero tanto, specie gli anziani che generalmente sono i più esposti al rischio di disidratazione. Anche i bambini lo sono, ma questo virus si è rivelato peggiore per gli adulti.

Alla fine, dopo quattro giorni “pesanti”, si torna alla normalità e di sicuro non è molto normale affrontare l’influenza in piena stagione estiva, il sospetto che possa essere un nuovo virus tropicale, più o meno misterioso, diventa quasi una certezza, un rischio con il quale, dicono gli infettivologi, bisogna ormai prendere dimestichezza.

Fonte: leccenews24

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mercoledì 13 settembre 2017

Settembre 2017. Eventi meteorologici e sismici estremi: una possibile interpretazione



La prima decade del mese di settembre 2017 è stata costellata da eventi atmosferici e tettonici estremi: una sequela di uragani (Harvey, Irma, Katia, José) si è abbattuto sulle Antille, Cuba, Messico, Stati Uniti meridionali, in particolare Florida, Louisiana, Texas, causando allagamenti, distruzione, morti e feriti.

Il giorno 8 settembre un terremoto di magnitudo 8,2 Richter ha colpito il Messico (stati del Chiapas e di Oaxaca): solo grazie ai criteri anti-sismici adottati dal 1985, i danni agli edifici ed il numero di vittime sono stati contenuti. In Italia, con un scossa del genere, non resterebbe “pietra su pietra”.

Che cosa sta accadendo? Cause naturali ed artificiali si intersecano nella genesi di questi fenomeni inusitati sia nell’intensità sia nella frequenza. Le violente tempeste tropicali, che hanno bersagliato gli Stati Uniti meridionali, sono inscrivibili nel quadro delle solite manipolazioni atmosferiche come dimostrato da questo documento: gli uragani, che normalmente si formano nel Golfo del Messico, sono poi rinvigoriti e diretti con precisione chirurgica verso determinate regioni tramite armi ad hoc. Un monito nei confronti del Texas dove è crescente l’insofferenza verso il potere centrale a tal punto che alcuni propongono un distacco dalla Federazione?



Il tutto si inserisce nella vergognosa politica dell’Agenda 21, volta a convincere la popolazione mondiale che i cambiamenti climatici sono reali e causati dal biossido di carbonio. L’importante non è solo distruggere, ma anche spaventare: è per questo che i media e le istituzioni hanno ingigantito i pericoli legati ai cicloni, persuadendo milioni di persone a trasferirsi dalle aree in cui stavano per giungere gli uragani. L’esodo, di proporzioni bibliche, vede la sinistra F.E.M.A., l’equivalente della nostra Protezione “civile”, già pronta con i suoi campi per “accogliere” la gente in fuga.

Circa il terremoto in Messico, ricordiamo che è stato accompagnato dall’avvistamento di luci in cielo. Il sommovimento tellurico è occorso in concomitanza sia con una potente tempesta geomagnetica sia con incisivi interventi dei riscaldatori ionosferici, alias sistemi H.A.A.R.P., adoperati, com’è arcinoto, per deviare, guidare ed accrescere l’energia dei cicloni. La tremenda sollecitazione cui è stata sottoposta la ionosfera da tale connubio naturale-artificiale può spiegare i bagliori scorti in Messico.

Sia come sia, viviamo tempi davvero ardui, decisivi, liminali.


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martedì 29 agosto 2017

Come costruire la "macchina della pioggia": aggiornamenti



Nell'aprile del 2008 ci occupammo per la prima volta di ionizzazione dell'aria [ LINK ] e l'argomento fu ancora sviluppato nel 2012 [ LINK ], sino a concretizzarsi nelle ultime settimane, durante le quali abbiamo eseguito alcuni test con il prototipo di generatore di ioni modulare [ LINK 1 ] e [ LINK 2 ]. Abbiamo cominciato le nostre ricerche, basandoci sugli studi sfociati poi nei primi esperimenti dell'azienda svizzera Meteo Systems negli Emirati Arabi Uniti. Il grosso ostacolo, direi insormontabile, di queste attrezzature, è la loro difficile realizzazione per opera di comuni cittadini. Oltretutto servono luoghi di installazione idonei.



Abbiamo risolto il problema, eliminando in pratica l'impossibilità di messa in opera del "rainmaker" ad opera di coloro che non hanno conoscenze di base per costruire da sé il circuito amplificatore di tensione. Su ebay si possono, infatti, reperire facilmente i dispositivi che poi troviamo in tutti gli ionizzatori in commercio. Si tratta di dispositivi piccoli ed economici, il che ci permette (dovendoli far funzionare in sinergia a decine) di acquistarne molti e di assemblare di conseguenza un apparecchio di ionizzazione molto efficiente. Il tutto con pochissima spesa e senza disporre di conoscenze eccezionali in elettronica.



Giacché per noi è arduo creare un singolo apparato potente, servono più ionizzatori che lavorino insieme, in diverse zone abitative. Serve un circuito già assemblato a bassissimo costo, idoneo altresì per un progetto di un multi-ionizzatore modulare. L'ideale è basarsi sul principio della parabola riflettente. Il resto si attua con gli ionizzatori (il piccolo e compatto circuito di base pre-costruito si trova on line al costo di circa 3/6 euro), disposti a raggiera come nel primo esperimento nonché l'aria calda, che tende a salire. Inoltre l'aggiunta di una ventola, posta alla base del dispositivo, può incrementare il flusso d'aria verso l'alto.

Un certo numero di strumenti del genere, montati in varie zone di un centro abitato, potrebbe costituire la differenza. Diciamo che ognuno di noi dovrebbe assemblare un "rainmaker" composto da una quarantina almeno di circuiti di ionizzazione (vedi foto). La spesa non sarebbe elevata e l'ubicazione non incontrerebbe serie difficoltà. Per l'alimentazione basterebbe un alimentatore per PC di media potenza in grado di erogare anche i 5/12 volts richiesti a seconda del tipo di modulo acquistato. 50 ionizzatori modulari per 50 abitazioni sono 2500 ionizzatori, generando potenzialmente 3500 metri cubi di ioni negativi a postazione.



A chi oppone la questione dei nubifragi, rispondo così: le alluvioni si verificano a causa della dorizzazione dell'ambiente atmosferico, reso simile al plasma dalla geoingegneria clandestina. Attraverso la ionizzazione della bassa troposfera, si riequilibra il regime pluviometrico, inibendo le precipitazioni violente. L'aria, tra l'altro, è estremamente carica per via del nanoparticolato elettroconduttivo avio-disperso e ciò ha determinato l'incremento di tempeste di fulmini. Gli ionizzatori catturerebbero il nanoparticolato sulla parabola, vanificando le operazioni di aerosol.

ATTENZIONE! Trattasi di dispositivo ad alta tensione. Non esporre a conduttori elettrici ed acqua. Mantenere una distanza di sicurezza di almeno 50 cm dall'apparato. Tenere lontano dalla portata di bambini. Si declina ogni responsabilità in caso di uso improprio.

Progetto pioggia - Contribuisci ora! Donazione con PostePay: 4023 6009 4336 4051 - Codice fiscale: MRCRSR61C19I469R - IBAN: IT48I0617522700000001977280 Oppure fai una donazione con PayPal.


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venerdì 25 agosto 2017

Primi test per la "macchina della pioggia". Schema realizzativo



Nella tarda mattinata del 24 agosto 2017 abbiamo cominciato i primi test della "macchina della pioggia". Questi sono i risultati: dopo oltre novanta giorni di cielo completamente sgombro di nubi, si sono formati i primi cumuli che, in contrasto con le previsioni meteo dei giorni precedenti, hanno contraddistinto tutta la mezza giornata sino a notte inoltrata. Purtroppo i continui sorvoli degli aerei commerciali e militari impegnati nelle operazioni di guerra climatica, hanno per ora vanificato gli effetti incoraggianti del piccolo prototipo di ionizzatore, che abbiamo realizzato, assemblando più apparati di ionizzazione attorno ad una parabola satellitare in disuso verniciata di nero per agevolare il riscaldamento dell'aria.





Abbiamo avuto la conferma che il sistema in sé è promettente, ma siamo ben consapevoli delle forze in gioco, per cui è chiaro che sono necessari apparecchi più potenti e dislocati in diverse aree strategiche del territorio su cui si intende intervenire. Per questo motivo, studiando i dispositivi realizzati dagli Australiani, Svizzeri e Statunitensi, siamo in grado di fornire le indicazioni di base per costruire il proprio "rainmaker" a basso costo e che sia senza dubbio più efficiente del prototipo che ancora stiamo sperimentando. Il prossimo passo sarà quindi la messa in funzione di un congegno che ricalchi il più possibile i progetti delle società leader nel settore. Sono necessari:

a) Un alimentatore da 220/240V di elevata potenza (almeno 700/1200 watt)
b) Un decina di bacchette di alluminio (attraverso cui scorrerà l'alta tensione) da 1 cm x 100 x 1mm che faranno da puntali a forma di piramide. Questi dovranno essere uniti tramite rivetti.
c) Diodi 1N4007
d) Condensatori poliestere da 100 nF 2000V
e) Plexiglas o materiale simile per l'isolamento (meglio se doppio) del circuito.

ATTENZIONE! Si avvisa che, per costruire uno ionizzatore atto a produrre precipitazioni piovose, è d'uopo disporre di minime conoscenze di elettronica e che, in ogni caso, lavorando con pericolose alte tensioni, si deve essere certi di come agire. Per la messa in opera dell'apparato sarà assolutamente necessario un luogo isolato e ad accesso esclusivo.

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Costruire uno ionizzatore per indurre le piogge



Prerequisiti: disponibilità di uno spazio idoneo; umidità atmosferica pari almeno al 30 per cento; presenza di nubi imbrifere: preferibilmente cumulonembi o cumuli.

Su quale principio funziona: lo ionizzatore produce ioni negativi (atomi che hanno catturato uno o più elettroni, particelle subatomiche di carica negativa). Gli ioni negativi salgono per convezione e grazie all'energia termica solare (calore), quindi si attaccano ai nuclei di condensazione, caricati positivamente, all'interno delle nuvole, inducendo la coalescenza dei nuclei, ossia la loro aggregazione, affinché le goccioline, ora di carica negativa, di pochi micron assumano il calibro di un millimetro circa. In tal modo, le stille, sufficientemente pesanti, cadono sotto forma di pioggia. In assenza di luce solare, una o più lampade ad infrarossi propiziano la convezione termica, ossia la salita dell'aria calda.

L'apparato va alimentato con tensione elettrica e potenza adeguate tali da far acquistare agli atomi gli elettroni. Di seguito è mostrato lo schema elettrico di riferimento.



Nell'immagine che vi proponiamo in testa all'articolo il dispositivo -ad alta tensione- è di alluminio, affinché conduca l'elettricità. Inoltre la struttura, di tipo modulare, ha la forma di una piramide. E' evidente che bisogna prendere tutte le precauzioni del caso onde evitare il contatto con gli apparati ad alto voltaggio. Per questo motivo la struttura ad alta tensione (15.000 Volts o più) deve essere isolata opportunamente.

P.s. E' condizione necessaria per generare precipitazioni piovose che le attività igroscopiche siano assenti o blande, quindi bisogna approfittare di quei giorni in cui esse sono interrotte o quasi. Sono giorni in cui, a causa dell'evaporazione e della traspirazione, l'umidità atmosferica si rapprende in nubi. Favorite sono le località di mare, normalmente più umide rispetto alle altre.


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lunedì 14 agosto 2017

Progetto Pioggia - Multi-Ionizzatore a flusso incrociato

Gli Emirati Arabi Uniti, noti per il clima decisamente secco, hanno deciso di investire in un progetto che, dal 2010, permette di favorire precipitazioni piovose. Gli ingegneri svizzeri della "Meteo systems" sono riusciti nell'impresa di far piovere. Le sperimentazioni hanno avuto inizio nella regione desertica dell'Al Ain. L'autorevole "Sunday Times" fu il primo a rendere noto il "progetto pioggia", direttamente finanziato dal Presidente degli Emirati Arabi Uniti. Il primo dispositivo sperimentale, realizzato nel 2006 per Dubai, si può vedere in foto ed aveva le dimensioni di una Smart.



I ricercatori elvetici, protagonisti di questo stupefacente progetto iniziato ad Abu Dhabi [meglio Abu Ẓaby (Arabo أبو ظبي)], hanno adoperato una sorta di parasole metallici di una decina di metri d'altezza, in grado di caricare elettricamente l'aria. Questa è caricata con gli ioni negativi, che hanno la proprietà di unire le goccioline ai nuclei di condensazione e di condensare l'umidità presente in atmosfera, in maniera tale da creare i corpi nuvolosi.



Studiando gli effetti degli ioni negativi in atmosfera e sulla base degli studi condotti dallo scienziato Ighina, che fu l'assistente di Guglielmo Marconi, abbiamo pensato ad un apparato che potrebbe essere in grado di formare nuvole e generare piogge, coniugando la tecnologia attuale (la ionizzazione negativa per mezzo di strumenti idonei) con i princìpi su cui si fondava la famosa "macchina della pioggia" di Ighina. Questo congegno era composto da una torre di metallo, sulla cui cima era montata una grande elica. Il tutto era saldamente piantato in un terreno cosparso di polvere di alluminio. La rotazione dell'elica in un senso induceva la formazione di nubi (ionizzazione negativa) e le conseguenti precipitazioni. Nel senso opposto, si rasserenava il cielo (ionizzazione positiva). Le attività di geoingegneria clandestina, alias scie chimiche, agiscono in quest'ultima direzione: caricano positivamente gli ioni atmosferici, con la conseguenza che le nubi imbrifere non si formano, da qui la siccità cronica che ormai colpisce mezzo continente europeo, gli Stati Uniti, molti paesi sudamericani e dell'Africa nonché l'Australia.

Noi, con la realizzazione di uno strumento di ionizzazione negativa, riproducente in gran parte lo schema del progetto di Abu Dhabi e che si avvale di più ionizzatori che saranno disposti in modo opportuno, miriamo a contrastare gli effetti delle attività di guerra climatica volti a rendere siccitosi i nostri territori. Gli apparati atti alla creazione di ioni negativi lavoreranno all'unisono. Con questo stratagemma si supera l'ostacolo della difficile messa in opera di un unico ionizzatore di grandi dimensioni, giacché la circuiteria da assemblare sarebbe estremamente costosa e l'apparecchiatura che ne deriverebbe sarebbe comunque pericolosa. Ciò perché uno ionizzatore richiede doppio isolamento a causa delle pericolose scariche che esso può trasmettere all'esterno. L'assemblaggio di più ionizzatori elettricamente isolati, ma che lavorano in simbiosi, dovrebbe conseguire l'obiettivo che ci si prefigge: propiziare l'agognata pioggia e contrastare gli effetti prosciuganti delle cosiddette "scie chimiche".



PROGETTO PIOGGIA - MULTI-IONIZZATORE A FLUSSO INCROCIATO

L'apparato è composto da un numero minimo di sette ionizzatori, disposti in modo da generare un flusso incrociato di ioni negativi. Il dispositivo è costituito da una piattaforma di alluminio e da ionizzatori di media capacità, collocati in modo da formare un cerchio. Il tutto è sormontato da una struttura di metallo dertivata da un comunissimo ombrello, così da riprodurre la struttura degli ionizzatori della Meteo Systems. Quanto maggiori saranno le dimensioni del congegno e quanti più saranno gli ionizzatori operanti all'unisono, tanto più elevate saranno le probabilità di formare nuvole e di produrre precipitazioni piovose. Coloro che vorranno sperimentare direttamente, potranno seguire il progetto qui mostrato. Chi intendesse affidare la realizzazione del sistema al Comitato Tanker enemy, potrà contribuire con una donazione, cliccando al seguente link. Grazie infinite per la collaborazione.

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