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lunedì 15 agosto 2011

L'invasione degli ultra-insetti

Sempre più spesso si osservano velivoli chimici che, a bassa o a bassissima quota, all’imbrunire e nottetempo, sorvolano le aree urbane e rurali, senza rilasciare scie né evanescenti né durevoli. Sono aeromobili anche di notevoli dimensioni, il cui impennaggio verticale è di solito verniciato con i colori vivaci che contraddistinguono la flotta di alcune compagnie.

Senza i finestrini della cabina di pilotaggio e della fusoliera, queste unità, di cui si possono distinguere i dettagli, per la risibile altitudine alla quale incrociano, sembrano essere dirette verso gli scali per atterrare, una volta compiuta la loro missione di morte. Tuttavia ci chiediamo: è corretta questa impressione? Crediamo di no.

Si è congetturato che tali aerei volino bassi per sfuggire ai radar. E’ una supposizione che non convince del tutto: infatti sappiamo che i tankers non sono quasi mai individuati dai sistemi radar. A volte assumono gli identificativi di aerei di linea, dissimulandosi con questo stratagemma. Anche i controllori di volo, da tempo militarizzati, sono costretti al silenzio: devono fingere, qualora si accorgano di qualche anomalia, che il “traffico sconosciuto” non esista.

Ricordiamo che i voli a bassa quota sono molto dispendiosi, poiché ivi l’aria, meno rarefatta rispetto agli strati superiori, esercita una maggiore resistenza sul velivolo: da ciò dipende un più rilevante impiego di carburante. Non è un caso se recentemente è stato stabilito che i vettori civili viaggino ad alta quota proprio per contenere il consumo di kerosene.[1]

Dunque bisogna formulare un’altra ipotesi. I sorvoli a bassa quota sono funzionali alla diffusione di veleni finemente nebulizzati: possono essere dispersi, ad esempio, potenti insetticidi, all’origine della quasi estinzione di imenotteri e lepidotteri, a sua volta causa del drastico declino subìto da specie come le rondini ed i pipistrelli.

E’ assai probabile che, una volta placatosi di sera il vento, siano distribuite spore fungine e larve di insetti (modificati geneticamente?) per contaminare e danneggiare l’ambiente con specie aggressive. I media di regime affermano che l’invasione di insetti provenienti per lo più dall’Estremo Oriente è dovuta al commercio: le navi mercantili talvolta portano, insieme con il carico, uova e larve di specie esotiche che poi si acclimano in Europa. Tuttavia la globalizzazione è fenomeno non recentissimo ed i traffici internazionali esistevano già nel Medioevo e nell’età moderna, quindi la diffusione di coleotteri ed imenotteri “allotrii” potrebbe essere collegata ai voli clandestini.

In questi anni alcuni insetti, che sembrano apparsi dal nulla, hanno cominciato ad assalire la vegetazione o specie autoctone: è il caso della Diabrotica Virgifera, avvistata per la prima volta vicino ad un hangar per velivoli statunitensi in Serbia; del coleottero conosciuto come Punteruolo rosso (il nome scientifico è Rhynchophorus ferrugineus) che scava il tronco delle palme, causandone la morte; della vespa cinese responsabile dell’attacco ai castagni; della vespa giapponese che aggredisce le api mellifere etc.

Non di rado si notano insetti bizzarri: è vero che ne esistono milioni di specie, ma talvolta si ha l’impressione di essere al cospetto di creature “aliene”, frutto di sinistre manipolazioni genetiche attuate in laboratori militari.


[1] Nel 2010 il Flight Efficiency Plan (F.E.P.) per creare rotte più dirette ha permesso di “tagliare” 2.560.500 di km di volo, per un risparmio stimato di 41.256 tonnellate di CO2 (sic). Lo annuncia l’E.N.A.V, la società nazionale per l’assistenza al volo, che stima di aver fatto risparmiare 13.100 t di carburante già nel 2009. Per il triennio 2008/2010 il risultato complessivo è stato quindi di 55.501t di carburante non consumati, 8.700.000 Km percorsi in meno e 175.000 t di CO2 ridotti. In termini economici l’E.N.A.V. stima il risparmio in 27 milioni di euro. Ogni volo svolto a quota più alta - aggiunge l’E.N.A.V. - fa risparmiare 27 kg di combustibile e 85 kg di CO2 per ogni volo sulla rotta Roma-Milano-Roma. Il piano si sviluppa su cinque linee di azione (progettazione dello spazio aereo per traiettorie più dirette, con conseguente risparmio di carburante; spazio aereo e disponibilità del network, per rotte a quote maggiori, dove l’aria è più rarefatta; progettazione ed uso delle aree terminali per planare verso l’atterraggio per diversi chilometri usando i motori al minimo; operazioni aeroportuali per ottimizzare le sequenze di partenza ed i tempi di rullaggio; formazione e addestramento dei controllori di volo alle procedure ed ai nuovi parametri del F.E.P. (G. Alegi - www.dedalonews.com)



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venerdì 3 aprile 2009

Moria delle api: il problema si aggrava

Pubblichiamo un breve articolo sulla moria delle api negli Stati Uniti, dove, come in Europa ed altrove, il problema si sta acuendo. Era dunque probabilmente un'invenzione giornalistica la recente notizia, secondo la quale gli imenotteri erano tornati in gran numero in California.

Giova ricordare che le cause principali della moria sono i campi elettromagnetici, le colture geneticamente modificate, i neonicotinoidi e le scie chimico-biologiche contenenti, oltre al gel di silicio, anche virus. Di fronte a tale quadro appare per lo meno grottesco che si tenti di arginare il problema con vaccini prodotti da una società specializzata in biotecnologia... E' come affidare un paziente alle amorevoli cure del dottor Mengele.



Il Dipartimento statunitense dell’agricoltura ha confermato i dati di Pettis et al. usciti su PloS-One a proposito del calo del numero delle api: 31% nel 2007, 37% nel 2008. Non si è notato alcun miglioramento, nonostante i principali apicoltori siano seguiti dai centri di ricerca, applichino i trattamenti anti-varroa, rinnovino le famiglie con nuove regine, senza mischiarle con quelle precedenti, curino questi imenotteri con fungicidi per la Nosema ceranae, un parassita diffuso negli Sati Uniti come nei paesi affacciati al Mediterraneo…

Stamattina mi ha chiamato un amico israeliano che produce vini spesso pregiati (non gliene rimane quasi più, solo poche bottiglie tenute da parte per i vecchi clienti). Abbiamo discusso della mortalità delle api che in Israele è dovuta anche alla siccità; abbiamo accennato anche alle promesse (sic) del vaccino “orale” Remebee. E’ stato messo a punto dal genetista Ilan Sela che aveva isolato il virus della paralisi acuta (I.A.P.V.), i cui sintomi corrispondono in parte a quelli della sindrome da spopolamento degli alveari o C.C.D.

Il vaccino è finanziato e prodotto dalla Beeologics, una nuova azienda biotecnologica di Miami e l’anno scorso è stato usato nell'ambito di un test clinico da Jamie Ellis dell’Università della Florida. Altri tests dovrebbe essere esefuiti, ma - a quanto sento dire - non ha dimostrato una grande efficacia.

Leggi qui l'articolo tratto da dweb.repubblica.it





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