
E’ più facile ingannare le persone che convincerle che sono state ingannate. (M. Twain)
Purtroppo l’uomo medio non riesce neanche ad afferrare concetti semplici, figuriamoci se è in grado di accostarsi a questioni mediche e scientifiche. Ad esempio, la massa non si orienta con argomenti come il contagio, l’insorgenza di malattie, le cure, limitandosi a ripetere i luoghi comuni della “medicina” ufficiale. Spesso ci si chiede: “Perché l’influenza si diffonde soprattutto nei mesi invernali?” In primo luogo, gli sbalzi di temperatura possono mettere a dura prova l’organismo, quindi renderlo più vulnerabile a certe sindromi. Inoltre, a proposito della trasmissione di certe patologie “infettive”, bisogna considerare anche il fenomeno della risonanza: la frequenza di un virus alias esosoma o di un altro patogeno può entrare in risonanza con quella di un virus alias esosoma di un'altra persona. La Fisica della risonanza è una branca della scienza misconosciuta. Una cellula, tra cui lo stesso DNA, si sintonizza, come hanno dimostrato vari esperimenti, con un’altra cellula, anche se sono entrambe perfettamente schermate pure contro i campi elettromagnetici. Significa che esse misteriosamente interagiscono a distanza, senza entrare in contatto fisico, per “simpatia” direbbe un esoterista o grazie ad una specie di entanglement, per usare un termine tipico della fisica quantistica. Che cos’è il contagio, se non un contatto? Ma se non avviene il contatto-contagio, perché e come ci si ammala? Ci si ammala forse per “simpatia” che è letteralmente “patire insieme”, in modo sincrono.
Anche l’autosuggestione ha il suo ruolo e l’autosuggestione è un entanglement psicologico. Ciò spiega perché, nelle famose epidemie del passato, alcuni non si ammalavano, anche se accudivano e toccavano gli infermi e, al contrario, certi, pur prendendo tutte le precauzioni del caso, tra cui la quarantena e la distanza dai “contagiati”, risultavano infetti. Le vere cause delle pandemie antiche, medievali e moderne restano ignote, mentre quelle contemporanee si sono conclamate e si conclamano sempre a seguito di crociate finalizzate a "vaccinare" o per la somministrazione di farmaci che deprimono il sistema immunitario, ad esempio la polio, l'AIDS, l'ebola…
Fra i credenti nel Covid (è una fede simile, tutto sommato, al credo nelle scie di condensazione) si annoverano anche molti laureati, persino in discipline scientifiche: si vede che essere capaci a risolvere equazioni, comprendere sistemi e matrici, destreggiarsi con la trigonometria etc. non sono indizi di intelligenza. Dev’essere così: sono solo abilità tecnico-mnemoniche. Diversamente, come giustificare la facilità con cui il sistema è riuscito ad indottrinare ed inebetire miliardi di terricoli con la farsa della falsa pandemia? Schopenauer ritiene che il vero genio non palesi attitudine per la Matematica; forse il filosofo tedesco non era, ancora una volta, lontano dal vero.
Pare anzi che dimostrare competenze logico-deduttive sia un requisito per essere più agevolmente plagiati; di converso gli intuitivi, gli artisti, gli eccentrici sono in genere restii ai condizionamenti della propaganda. Dovremmo dunque concludere che l’intelligenza dialettica non è intelligenza, ossia in senso letterale “vista interna, percezione oltre le apparenze”? Può darsi, ma allora che nome attribuirle? Possiamo considerarla, visto che non è un antidoto al controllo mentale, una forma di perspicace stoltezza? Con gli ossimori non andiamo molto lontano, perché ci si impegola in contraddizioni, sebbene tale approdo sia un’ulteriore prova che la “realtà”, da qualsiasi angolazione la si osservi, lascia trasparire la sua essenza antinomica. Esiste allora la stupidità, contrapposta all’intelligenza, mentre, in una zona di penombra, si situa un quid che non sappiamo né di preciso che cosa sia né come denominare.
Consideriamo che l’intelligenza non è bastevole per capire come funziona il mondo, perché sarebbe necessaria anche la sapienza. Forse essere versati in Matematica non vuol dire essere intelligenti, dacché l’Aritmetica e la Geometria o sono filosofie sui generis oppure strumenti per dominare la natura, come insegna diabolicamente Bacon. Nel primo caso sono teoriche; nel secondo mefistofeliche. Che la scienza e la sua propaggine, la tecnologia, siano aberrazioni rispetto alla natura è assodato. Alcuni studiosi sostengono che i popoli che vivono o vivevano in armonia con l’ambiente, nel complesso, felici ed in salute, come gli Aborigeni australiani, non palesano o non palesavano alcun interesse per la téchne. Essa è l’anticamera dell’inferno.
Ovviamente presupposto della tecnologia è una forma mentis scientifica, razionale, quella che Nietzsche disprezza in sommo grado e vede incarnata in Socrate, simbolo di un sapere calcolatore. E’ un tipo di sapere da condannare per almeno due ragioni: è freddo, cinico, svirilizzante, giacché irrigidisce una realtà che è energia, thymòs, spirito dionisiaco, inoltre, pur del tutto estraneo all’essenza delle cose che sono libere ed irrazionali, il pensiero socratico assurge, anzi pretende di assurgere ad unico e legittimo schema gnoseologico, emarginando ogni altro tipo di conoscenza, dall’intuizione artistica al mito, dalla magia alle esperienze sciamaniche. Se questo ragionamento è corretto, dobbiamo concludere – e sia pure una conclusione provvisoria – che l’intelligenza logica, quella che culmina nella feroce supremazia sull’ambiente e sulle classi subalterne per opera di una casta formata da tecnocrati, non è intelligenza, bensì ideologia castrante.
Leggi qui la seconda parte.
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