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martedì 6 dicembre 2022

La tecnologia di "neuromodulazione" basata sul grafene è reale!

La tecnologia di "neuromodulazione" basata sul grafene è REALE: il comunicato stampa di INBRAIN Neuroelectronics descrive i biocircuiti che controllano il cervello utilizzando il grafene alimentato dall'intelligenza artificiale.

Lunedì 19 luglio 2021 di: Mike Adams

(Natural News) Con un numero crescente di persone che vengono a conoscenza dell'identificazione dell'ossido di grafene nei cosiddetti "vaccini" contro il covid, una società chiamata INBRAIN Neuroelectronics dimostra che la tecnologia di "neuromodulazione" basata sul grafene, che utilizza la neuroelettronica basata sull'intelligenza artificiale, è molto reale.

Un comunicato stampa del 30 marzo 2021 - pubblicato da BusinessWire.com - rivela la storia:

INBRAIN Neuroelectronics ottiene 17 milioni di dollari in un finanziamento di serie A per la prima interfaccia grafene-cervello alimentata dall'intelligenza artificiale. Il finanziamento consente all'azienda di portare avanti gli studi sull'uomo per il suo prodotto di punta: un dispositivo di neuromodulazione meno invasivo per il trattamento di condizioni neurologiche, utilizzando l'intelligenza artificiale e gli elettrodi di grafene.

Per essere chiari, non stiamo in alcun modo affermando che INBRAIN sia coinvolto nei vaccini covid. Piuttosto, affermano che la loro tecnologia viene utilizzata "per il trattamento dell'epilessia e del morbo di Parkinson". Lo scopo di citare INBRAIN è rivelare che i "biocircuiti" di controllo del cervello basati sul grafene sono, in effetti, una tecnologia esistente.

I cosiddetti "fact-checker" ed i debunkers dell'ultima ora - che non sono altro che spacciatori governativi di propaganda di disinformazione - affermano abitualmente che il grafene non si trova nei vaccini e che i biocircuiti di grafene sono una teoria della cospirazione. INBRAIN Neuroelectronics dimostra che i fact checker stanno mentendo.

Infatti, come afferma INBRAIN nel proprio comunicato stampa, "mirano a stabilire la sicurezza del grafene come il nuovo standard di cura per i dispositivi neurotecnologici". Descrivono anche i biocircuiti di grafene come una sorta di piattaforma che può essere aggiornata: "Tecnologie neuroelettroniche meno invasive e più intelligenti come la nostra potrebbero fornire terapie più sicure, aggiornabili e adattive in tempo reale...".

Se questo suona familiare, è probabilmente perché ModeRNA, creatore del vaccino covid mRNA, ha descritto la sua tecnologia come un "sistema operativo" che può essere aggiornato e riprogrammato in qualsiasi momento.

Sul sito web di INBRAIN Neuroelectronics, l'azienda si descrive così:

Siamo scienziati, medici, tecnici e amanti dell'umanità, con la missione di costruire interfacce neuroelettroniche per curare i disturbi cerebrali. Usiamo GRAPHENE, il materiale più sottile conosciuto dall'uomo per costruire la nuova generazione di interfacce neurali per il ripristino del cervello e per aiutare i pazienti di tutto il mondo.

Si aggiunge anche il prof. A. Fasano, dicendo: "Il grafene è la prossima grande novità nei materiali di bioingegneria, i quali sono componenti fondamentali per la prossima generazione di elettroterapie nel campo in costante crescita della neuromodulazione".

La società evidenzia che la sua tecnologia è in grado di "leggere" il cervello del soggetto, rilevare modelli neurologici specifici e quindi controllare la neurologia di quella persona per alterare la sua funzione cerebrale. Nelle loro stesse parole: "Le nostre interfacce grafene-cervello hanno la capacità di leggere ad una risoluzione mai vista prima, oltre a rilevare biomarcatori specifici della terapia ed attivare una neuromodulazione adattiva altamente focale per risultati migliori nelle terapie neurologiche personalizzate".

Il grafene è ulteriormente descritto come "il materiale più sottile conosciuto per adattare perfettamente la stimolazione all'anatomia cerebrale mirata".

Chiunque dica che il grafene non viene utilizzato (o che, addirittura, non esiste) per controllare la neurologia umana o ignora completamente lo stato delle neuroscienze moderne o mente deliberatamente. Per chiarire ancora una volta, non stiamo affermando che INBRAIN Neuroelectronics sia impegnata in alcun tipo di programma nefasto né che sia coinvolta nei vaccini Covid. Come per ogni tecnologia, i biocircuiti a base di grafene possono essere impiegati sia per il bene sia per il male, a seconda dell'etica e delle motivazioni di coloro che controllano la tecnologia. Ci sono senza dubbio applicazioni molto positive per questa tecnologia, ma come per la maggior parte delle tecnologie che una volta erano propagandate come responsabili dell'umanità: televisione, vaccini, Internet, energia nucleare, robotica, ecc. - finiscono tutti nelle mani di globalisti pazzi criminali, che li usano come armi contro l'umanità.

In altre parole, non c'è tecnologia che i malati di mente non sfruttino per schiavizzare l'umanità ed aumentare il proprio potere e controllo. I biocircuiti al grafene danno ai folli assetati di potere l'accesso diretto al cervello e, secondo molti analisti, i vaccini forniscono la scusa per iniettare alle vittime umane sostanze a base di grafene che si autoassemblano in biocircuiti nel cervello umano.

Come dimostrato dai ricercatori Delgado, Campra, Young, Nixon ed altri, i sieri Covid, spacciati per vaccini, contengono alti livelli di ossido di grafene, che viene autoassemblato in biocircuiti raccogliendo elementi (come il ferro) dal sangue umano".


In queste riprese si possono osservare cristalli di grafene ingegnerizzati, mentre si assemblano a costituire un nanorouter che, attraverso la comunicazione con il Gateway (il cellulare del vaccinato), trasmetterà e riceverà informazioni al server di controllo centralizzato.

Il grafene è tossico, è una sostanza chimica, un agente chimico tossico e introdotto nell'organismo in grandi quantità, provoca trombi. Causa coaguli di sangue. Provoca sindrome post infiammatoria ed alterazione del sistema immunitario e quando l'equilibrio redox è rotto, nel senso che c'è meno glutatione di riserva del corpo, rispetto ad un composto tossico introdotto come l'ossido di grafene, si genera un collasso del sistema immunitario ed una tempesta di citochine. In altre parole, qualcosa di molto simile alla malattia attualmente spacciata per patologia virale: il COVID.

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martedì 21 giugno 2022

Il volto rassicurante della censura e della soppressione del dissenso

LE PERSECUZIONI GIUDIZIARIE SI AVVALGONO DI UNA FERVIDA FANTASIA NONCHE' DI UNA BUONA DOSE DI SPREGIUDICATEZZA.

IL CASO DAVID ALEJANDRO ANZIL PUENTE, FACT CHECKER GOVERNATIVO E DEBUNKER SEDICENTE

- Gennaio 2019: prima richiesta di proroga delle indagini per Lesioni gravi, accertate in Sanremo (Sic!) il giorno 6 luglio 2018 (richiesta del PM della Procura di Imperia). La "parte lesa" non è specificata nel dispositivo. Il PM è il medesimo della perquisizione e del sequestro del 23 marzo 2020. Si contestano le evidenti irregolarità [1] ed il sostituto del PM, interpellato di persona, asserisce: non sono "lesioni gravi"... ci siamo sbagliati. Si tratta di un refuso. Ma il reato resta quello. Infatti...
- Seconda richiesta di proroga delle indagini, sempre per lesioni gravi (questa volta ad opera di un PM della Procura di Udine). "Parte lesa" sempre il fact checker di Facebook David Puente. Si fa opposizione, ma senza riscontro.
- 16-06-2021: decreto Penale di condanna, questa volta per diffamazione. La "parte lesa" è sempre Puente ed il reato si contesta essere avvenuto il giorno 30 dicembre 2017, su Facebook, durante però un mese di blocco dal Social, intervenuto tra il 7 dicembre 2017 e l'8 gennaio 2018. Si fa opposizione al decreto di condanna penale e si chiede il rinvio a giudizio. L'istanza viene accolta.
- Giugno 2022: si decreta il rinvio a giudizio per accoglimento dell'opposizione al decreto di condanna penale. Processo fissato per fine anno 2023.

NOTA a margine: il capo di imputazione pare essere stato sostituito (da lesioni gravi ed omissione di soccorso a diffamazione aggravata) e la data del supposto reato sembra essere stata spostata indietro di un anno: dal 6 luglio 2018 al 30 dicembre 2017.

[1] La notifica non conteneva alcun riferimento specifico agli addentellati del reato contestato, violando le più basilari norme sul diritto alla difesa ed impedendo così all'indagato di proporre controdeduzioni a difesa. Secondo legge tali evidenti mancanze ed errori materiali nella richiesta di proroga del del termine per la conclusione delle indagini preliminari da parte della Procura di Udine al G.I.P., rendono l'stanza legittimamente impugnabile.

Il 22 giugno 2021 il Tribunale di Imperia, per mano del Giudice delle indagini preliminari Dott.ssa Chiara Bosacchi, emette un "Decreto penale di condanna" a carico di Rosario Marcianò. E' un provvedimento che viene emanato al termine di un procedimento penale di tipo speciale, denominato “procedimento per decreto”; il procedimento da cui scaturisce è “speciale” e alternativo rispetto a quello denominato “ordinario”, ovvero dibattimentale e che si svolge oralmente in udienza, secondo le regole classiche del contraddittorio. Il "Decreto penale" si concretizza sostanzialmente in una pena pecuniaria, che è inflitta a colui il quale, indagato per un reato, è ritenuto responsabile dalla Pubblica accusa, che chiede l’irrogazione della predetta pena pecuniaria al Giudice per le indagini preliminari. E’ una procedura “veloce” (direi sbrigativa) per definire procedimenti in fase di indagine, omettendo il passaggio da un vero e proprio processo, che comporta di fatto la trasformazione dell’illecito penale (o, meglio, le sue conseguenze) in una sanzione di tipo esclusivamente economico. Si tratta, dunque, di una sorta di sanzione pecuniaria che è decisa dall’Accusa e che il soggetto cui è inflitta può decidere di accettare o meno, ripristinando l’accertamento di tipo processuale. Il tratto distintivo del procedimento speciale per decreto è proprio l’assenza di contraddittorio tra le parti. Se il condannato, entro un periodo di cinque anni, non subirà altre condanne definitive, non vedrà registrata questa condanna nel registro del casellario giudiziale. In caso contrario, tale condanna peserà come "recidiva" in altri procedimenti e potrà essere usata contro il soggetto accusato per condanne peggiorative. Dov'è quindi il trucco? Qual è il reale scopo dei magistrati che statuiscono un "Decreto di condanna", saltando il processo? Viene da pensare che alla Procura serve una recidiva che ancora - sulla carta - non sussiste, benché la si faccia sempre e comunque pesare nelle condanne che sono fioccate dal 2017 ad oggi.

Nella fattispecie, secondo gli inquirenti, chi scrive avrebbe commesso (il 31 dicembre 2017) il solito reato di diffamazione, offendendo (sul suo profilo Facebook) la reputazione del soggetto di Facebook David Anzil Alejandro Puente, apostrofandolo come "disinformatore al soldo del Ministero della Giustizia". In effetti fu l'allora Presidentessa della Camera, Signora Laura Boldrini, come vedremo, a scegliere Puente come paladino della battaglia contro le notizie false, insieme con i cicappini, Paolo Attivissimo, Michelangelo Coltelli e Walter Quattrociocchi. Non è da meno il precedente episodio che vedeva accusato sempre Marcianò di "Lesioni gravi" ed "Omissione di soccorso" in quel di Udine. Parte lesa sempre David Puente! Anche qui il Pubblico Ministero allora protagonista di questa sorta di "Avviso di garanzia" ammise, interpellato dallo scrivente che si era recato presso il Tribunale di Imperia per chiedere chiarimenti, di essersi sbagliato, per cui le accuse furono poi semplicemente tramutate in "Diffamazione" ed il fascicolo di indagine riprese il suo iter.

Ma, tornando al "decreto di condanna", come accade sempre nelle occasioni in cui si accusa Marcianò di un determinato reato, la contestazione del medesimo si riferisce ad uno dei tanti periodi in cui chi scrive era sotto sospensione di un mese, blocco deciso dalla nota rete sociale (forse per opera dello stesso Puente...) tra il 9 dicembre 2017 ed il 9 gennaio 2018, per cui non si comprende come sia possibile contestare la commissione di un reato attraverso Facebook, se in quel lasso temporale era impedito al sottoscritto di farne uso. Risulta chiaro, quindi, il motivo per cui il 22 giugno 2021 è stato emesso un decreto di condanna, saltando a piè pari il dibattimento processuale. La giurisprudenza, non a caso, è unanime sul fatto che le aggravanti per il reato di diffamazione sono direttamente collegate e conseguenti alla commissione del delitto proprio se questo è (o sarebbe) stato perpetrato sulle pagine di Facebook! E' qui che qualcuno ha pensato di contestare il reato attraverso Facebook, perciò è plausibile che i magistrati inquirenti e giudicanti, per evitare di essere contraddetti proprio sulla parte cruciale e dirimente (la più debole) della contestazione del reato (il luogo in cui esso sarebbe stato commesso) hanno preferito evitare il processo, usufruendo delle norme che permettono il "Decreto di condanna".

Chiaramente chi scrive non ha accettato di buon grado il decreto di condanna ed ha proposto opposizione, chiedendo contestualmente che fosse celebrato un regolare processo che, lo sappiamo ora, avrà luogo presso il Tribunale di Imperia, verso la fine del 2023. Si osserva pure che, solitamente, il decreto penale di condanna è emesso nei casi in cui si ha assoluta certezza dell'avvenuta violazione della legge, ad esempio, nei casi accertati da agenti (previo alcool test) di guida in stato di ebrezza o simili. Appare quindi inusuale, nonché sospetta l'applicazione della norma che permette di evitare il processo per un tipo di reato come la diffamazione a mezzo stampa, reato sul quale certamente l'accusato avrebbe diritto a difendersi ma, come abbiamo visto, l'accusa circoscrive l'azione al profilo Facebook, in un lasso di tempo in cui chi scrive non aveva nemmeno i permessi per pubblicare alcun contenuto e tanto meno usare Messenger. Si tratta di un errore dei togati? Le statistiche ed i precedenti (mancate notifiche, interrogatori senza il difensore, nullità assolute ignorate, pubblici ministeri che assolvono il ruolo di avvocato d'ufficio per non dover rinviare il dibattimento, profili fittizi su Facebook di magistrati, creati ad hoc per accusare sempre Marcianò, recidive reiterate inserite già nei dispositivi di rinvii a giudizio - pur non sussistendo sulla carta, querele di parte e fascicoli della difesa che svaniscono come neve al sole, difensori che decedono in circostanze mai chiarite etc.) non depongono certamente a favore di rappresentanti dello Stato che, ancora una volta, si rendono protagonisti di azioni quantomeno discutibili.

Ma chi è David Anzil Alejandro Puente? Facciamo un passo indietro e torniamo al fatidico 2017.

8 febbraio 2017... è il giorno dell’appello italiano. L’iniziativa è della Presidente della Camera Laura Boldrini e coinvolge quattro esponenenti della cosiddetta "disinformazione": Paolo Attivissimo, Michelangelo Coltelli, David Puente e Walter Quattrociocchi.

Primi firmatari:

Paolo Attivissimo
Michelangelo Coltelli
David Puente
Walter Quattrociocchi

E' il 29 dicembre 2017, allorquando David Anzil Alejandro Puente, attualmente controllore dei "fatti" per Facebook, ingaggiato, come visto, dall'allora Presidentessa della Camera Boldrini come capofila degli attivisti contro le notizie false, pubblica l'ultimo di una serie di video nel quale accusa Marcianò (Qui), tra toni derisori, diffamazioni e sorrisetti provocatori, di aver falsificato le prove portate in tribunale per difendersi nel processo definito "procedimento Nigrelli".
E' il 21 marzo 2020, il sottoscritto realizza una diretta dal titolo "Byoblu, non mi piaci tu". Il video è subito censurato da Facebook. Dopo qualche minuto lo si reinserisce, grazie ad un amico che lo aveva scaricato. Il giorno successivo un magistrato ordina una perquisizione ed il sequestro di materiale hardware, tutti gli account di posta elettronica e Google (compreso il cloud), tutti gli account social, tutti i cellulari, router per la connessione ad Internet. Il PM autorizza la Polizia Postale a forzare la porta blindata, se necessario. Entrano nell'abitazione, ottengono gli accessi ai sistemi, sostituiscono le password di tutti gli account di Google e delle varie reti sociali (Facebook, Twitter, YouTube). Appongono il logo della Polizia postale e lasciano aperti i profili ai commenti dei negazionisti e dei vari diffamatori di Stato. L'operazione è scaturita dalla segnalazione del soggetto David Anzil Alejandro Puente, soggetto che ha fatto carriera, dapprincipio sotto le ali protettive della Casaleggio associati e poi sotto quelle del depistatore, Paolo Attivissimo, nonché del C.I.C.A.P. La carriera di Puente vede un balzo inaspettato, quando è la stessa ex Presidente della Camera, Laura Boldrini, a presentarlo alla Camera dei deputati come controllore dei "fatti" per contrastare le notizie false (che poi sarebbero quelle vere). E' un fatto che la segnalazione di Puente ai magistrati imperiesi sortisce immediatamente il risultato desiderato e cioè quello di ottenere la seconda perquisizione in cinque anni presso l'abitazione di chi scrive e fratello. Subito, ovviamente, si scatena la stampa di regime e lo stesso Puente orgoglioso riferisce sulla sua pagina personale Facebook nonché sul sito Open, diretto dall'illustre Enrico Mentana. Ovviamente i contenuti sono fortemente denigratori e screditanti.

Il 24 marzo 2020 il Questore di Imperia, attraverso la sezione anticrimine di Imperia, fa consegnare a domicilio un ammonimento all'indagato, che è accusato di "istigazione a delinquere". Il dispositivo di "restrizione preventiva" si richiama alla legge 159/2011 (legge antiterrorismo), ex art. 3, commi 1 e 4. Il sottoscritto è invitato a non esprimersi più sulla Rete circa gli argomenti all'origine della perquisizione e del sequestro. Sono costestualmente sospesi gli account Paypal, mai più ripristinati, nemmeno dopo la revoca delle restrizioni, ottenuta per opera del Giudice Antonio Romano. In tutta questa sequela di iniziative, l'avvocato d'ufficio incaricato dalla Procura di Imperia, è irreperibile, costringendo chi scrive ad agire in sua difesa per conto proprio. Infatti il sottoscritto prepara di proprio pugno l'opposizione al "dispositivo di prevenzione" nonché "l'istanza di dissequestro". Dopodiché cade il silenzio, poiché le Procure sono chiuse per COVID19. Con una sincronia incredibile il programma "Le iene" manda in onda sequenze registrate a febbraio, proprio il giorno dopo il provvedimento del Questore, sebbene senza autorizzazione, una puntata volta a sminuire Rosario Marcianò che non può fare alcuna dichiarazione in sua difesa, poiché, come spiegato sopra, gli è stato interdetto l'accesso ai social e ad Internet in generale. Chi scrive denuncia Mediaset, Giorgio Romiti (Gaston Zama) ed i suoi collaboratori, ma la Procura insabbia e, per tutta risposta, indaga Marcianò per il reato di diffamazione, contestualizzandolo proprio durante il lasso di tempo dell'interdizione dalla Rete ad opera del Questore. Di nuovo!

Infine entrano in campo i guardiani del cancello, Messora e Mazzucco. Quest'ultimo realizza un video dal titolo "Il Ministero della verità" in cui lamenta di essere vittima di censura come altri soggetti citati. Mazzucco evita scrupolosamente di citare l'unico divulgatore che ha subìto REALMENTE l'attacco del sistema. Operazione compiuta: i pastori del gregge si autolegittimano, si atteggiano a vittime ed escludono dall'elenco degli investigatori indipendenti proprio colui che davvero costituisce un pericolo per il regime, con il plauso di Puente e gli altri che, nonostante le apparenze, sono d'accordo. Non solo! Puente, pochi giorni dopo questi fatti, viene incluso nella comissione governativa, istituita dal Governo per contrastare le cosiddette "fake news”!

Se intendete sostenermi nelle spese processuali, ve ne sarò grato. Donazione con IBAN: IT47V0302501601TB8880210112 - Swift (BIC): PROFITMMXXX. Maggiori dettagli qui.

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martedì 10 aprile 2018

La truffa del video pubblicato su un forum canadese


Su un gruppo Facebook canadese è stato pubblicato questo video... Sembra tutto vero, ma...

Notiamo in primo luogo che in cabina di pilotaggio non può entrare chicchessia: dopo l’inside job del giorno 11 settembre 2001 sono state introdotte misure restrittive che non consentono a persone non autorizzate di entrare nel sancta sanctorum dei piloti. Già questo particolare induce a pensare ad una messa in scena.

Inoltre nella schermata appare la scritta "BARRIUM". Una "R" di troppo, accanto ad una rivelazione troppo smaccata. Poi leggiamo: "DHMO", acronimo del "monossido di diidrogeno", ovvero acqua! "Monossido di diidrogeno" è, infatti, un modo di definire l'acqua secondo le regole di nomenclatura stabilite dallo IUPAC (che tuttavia raccomanda l'uso dei nomi “water”, "acqua", e di “oxidane”, "ossidano"), dato che la molecola dell'acqua è formata da un atomo di ossigeno (monossido) e da due atomi di idrogeno (diidrogeno).

Siamo di fronte ad una frode ben orchestrata, il cui scopo, paradossalmente, è quello di allontanare i sospetti dalle compagnie civili, una volta svelato che si tratta di un falso, per dimostrare che coloro che denunciano la geoingegneria clandestina (alias scie chimiche) sono dei creduloni, degli stolti.



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martedì 20 dicembre 2016

Il grado zero dell’informazione



Ormai non è facile reperire aggettivi per definire l’attuale livello dell’”informazione”: anche l’epiteto “infimo”, che è un superlativo assoluto ci sembra inadeguato. Qualcuno vorrebbe distinguere tra notizie “vere” e notizie “false”: ma chi può stabilirlo, chi può discernere tra “vero” e “falso”? Forse la Presidente della Camera, Laura Boldrini, che, con la sua crociata contro la “disinformazione”, aspira a diventare titolare di un orwelliano “Ministero della verità”, l’apparato che in “1984” promuove e diffonde le menzogne del potere, spacciandole per oro colato? Colei, chiamando a raccolta i dinosauri del negazionismo più incallito, Paolo Attivissimo, David Puente, Michelangelo Coltelli, Walter Quattrociocchi… ha una credibilità pari a zero. E’ paradossale: è come affidare il Ministero dell’istruzione ad una con il diploma di una scuola trienniale e che, a prescindere dal titolo di studio, è di un’ignoranza spaventosa. [1] Ah, mi riferiscono che l’hanno affidato ad una così

Si sono inventati il cosiddetto fact checking, ossia un metodo che servirebbe a stabilire il grado di veridicità di una notizia, ma è un sistema non solo soggettivo, piuttosto nato morto, perché gestito da chi, per mestiere, divulga frottole a bizzeffe e censura i fatti realmente accaduti. Insomma, quis custodiet custodes? Chi vigila su coloro che devono vigilare? Chi controlla coloro che manipolano gli organi di stampa sia cartacei sia telematici?

Ormai siamo al grottesco, al ridicolo: i media di regime inventano e distorcono i fatti e pretendono che siano considerati fonti attendibili, mentre le voci del dissenso e della libertà sono bollate come bugiarde.

Ormai siamo al patetico: suscita infinita pena più che indignazione ascoltare un Bario Tozzi dalla precoce senescenza. L’onnipresente geologo, intervistato da un’arrendevole presentatrice di non so quale becero programma (non abbiamo il televisore e ne siamo compiaciuti), arrabatta la solita accozzaglia di scempiaggini circa il cloud seeding con lo ioduro d’argento, per negare la realtà incontrovertibile della biogeingegneria clandestina.

Intanto il C.I.C.A.P. organizza dispendiosi corsi per formare “indagatori del mistero” (sic): tra i docenti si contano tutti i più improbabili protagonisti dello pseudo-giornalismo: Stefano Bagnasco, Andrea Ferreri, Luca Antonelli, Lorenzo Montali, Silvia Bencivelli, Paolo Attivissimo (di nuovo lui!) [2], Salvo Di Grazia, Marta Annunziata, Enrica Matteucci, Marco Ciardi, Matteo Borrini, Elena Iorio, Massimo Polidoro, Silvano Fuso, Marco Morocutti, Sergio Della Sala, Andrea Ferrero, Beatrice Mautino, Luigi Garlaschelli, Francesco Grassi, Lorenzo Rossi.

Come si vede da questo elenco, abbiamo tutto il bric à brac della “scienza accademica”: oltre ai decani della propaganda, come il Fuso, il polveroso Polidoro, lo spettrale Morocutti, si accalcano le nuove leve, munite di credenziali adatte, acquisite con qualche brogliaccio pieno di strafalcioni e di paralogismi.

E’ grave che il sistema continui a sfornare senza requie fandonie; più grave che quasi tutti abbocchino all’amo, fidandosi di quanto attestano le testate della dittatura.

Come si accennava, siamo ormai al grado zero dell’”informazione”, quel punto in cui cambia la polarità, dove il positivo diventa negativo: così le presunte notizie certe sono del tutto mendaci, ma propagate in modo tanto ossessivo e capillare da diventare vangelo. Si assiste ad una battaglia impari tra le armate dell’ipocrisia e della mistificazione, da un lato, il drappello degli onesti, dall’altro: sarà una lotta sempre più difficile, sempre più aspra. Eppure, come scrive Platone nel Simposio, “la verità è quella che non puoi contrastare” e la verità non è certo la velina di un Attivissimo.

Articolo correlato: Oscuri desideri di censura, 2016

[1] Un piccolo ma significativo campione del suo terrificante italiano: "Io tolgo l’alibi a chi pensa ‘tanto stiamo lì fino al 2018’ perché pensano alla propria sedia. Io non penso alla propria sedia”.

Qui un esempio di delirio ideologico: "La consapevole prospettiva di genere nei processi educativi importa primariamente la decostruzione critica delle forme irrigidite e stereotipate attraverso cui le identità di genere sono culturalmente e socialmente plasmate, stimolando al contempo l’auto-apprendimento della e nelle complessità”.

[2] Impiegato per vario tempo presso la "Top One UK Ltd" (azienda che produce tegole e vasi di ceramica), Paolo Attivissimo è incredibilmente assurto come "esperto" di debunking a seguito del false flag del 9 11 2001.


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sabato 17 dicembre 2016

Lettera aperta al Presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini



Gentilissima ed egregia Presidente Boldrini, mi rivolgo a Lei che, nei giorni scorsi, ha annunciato di voler contrastare le cosiddette "bufale" e con questo fine si sta consultando con quelli che Lei ritiene degli esperti nel settore del "debunking" e cioé Paolo Attivissimo, David Puente, Michelangelo Coltelli, Walter Quattrociocchi (egli stesso ammise di aver creato notizie false). Immagino che Lei sia al corrente del fatto che costoro non sono "debunkers", ma disinformatori per mestiere e che ormai da oltre un decennio sono parte integrante di un gruppo numerosissimo di agenti disturbatori-stalkers-diffamatori impuniti ed impunibili. Immagino che Lei, Presidente, ne sia perfettamente consapevole. In caso contrario, non si spiegherebbe l'incredibile grado di protezione che questi soggetti hanno ad ogni livello. Sono degli intoccabili ed i reati che Lei stessa, Presidente Boldrini, denuncia, sono il loro pane quotidiano.

Questi soggetti ricorrono all'attacco (argomento ad personam), senza mai riferirsi ai contenuti. Ora... mi chiedo: "La legge è valida solo se i cittadini criticano o denigrano Lei? Per quale motivo si affida a certi discutibili personaggi? Ingenuità? Non credo! Lei è troppo intelligente per non sapere di che cosa vivono questi protagonisti della disinformazione e del negazionismo. Allora mi sorge un dubbio: che siano davvero agenti governativi? Forse è per questo motivo che le mie querele nei confronti di Paolo Attivissimo, David Puente, Federico De Massis, Massimo Della Schiava, Aldo Piombino e sodali sono puntualmente archiviate? Il dubbio diviene certezza, allorquando leggo sui media nazionali che Lei, Presidente Boldrini, si sta rivolgendo proprio ai noti negazionisti ed autori di vituperi che Lei stessa dichiara di voler combattere. Ha sbagliato barricata: Lei, Presidente Boldrini, sta combatendo una battaglia contro i cittadini e contro la verità. Lei ci conferma che lo Stato ed i cosiddetti "debunkers" sono una cosa sola. Lei non mi rappresenta, Lei non rappresenta i cittadini italiani.

P.s. Ricordi che la decadenza della società comincia con il declino del linguaggio: per una volta ha ragione l'ex Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a biasimarLa, quando si ostina ad usare e ad esigere che gli altri adoperino abomini linguistici come "sindaca", "ministra" etc. Italo Calvino definì questo scadimento lessicale "peste della lingua". Rifletta anche su questo.


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