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sabato 1 ottobre 2016

Ecco perché si formano le scie che i negazionisti spacciano per vapore acqueo



Un commentatore, rivolgendosi all’eccelso Valerio Rossi Albertini, scriveva: "Studiati questa reazione: Al2O3 => 2Al(OH)3. 8H2O... e poi ne riparliamo...". L'intervento mi ha incuriosito e così ho chiesto lumi ad un chimico che, una volta studiata la formula, mi ha risposto così:

"Il reagente Al2O3 è un ossido d’alluminio che, per mezzo di una reazione di idratazione (compiuta attraverso l’introduzione di 11 molecole di H2O al reagente originario) ha prodotto due molecole d’idrossido d’alluminio. 8 molecole di H2O compaiono come residui all’interno dei prodotti. Sono giunto a questa conclusione dopo aver evidenziato come, eliminando gli elementi del reagente a quelli del prodotto, non restano che 22H e 11O (pari ad 11 molecole d’acqua che contribuiscono così a quadrare il bilancio). E' in questo modo che si formano scie chimiche (e non di condensazione) anche con parametri atmosferici inidonei".



A margine di questa illuminante analisi, concludiamo che l'impiego di carburante speciale a base di nanoparticelle di alluminio rivestite d'acqua (carburante AL-ICE) è ormai l'unica spiegazione valida a giustificare la presenza di quelle pseudo-scie di vapore che oscurano e deturpano i nostri cieli, avvelenando l’ambiente in modo abnorme. [1] Non a caso questo video, che reperimmo anni addietro sul canale You-Tube della nasuta N.A.S.A., è ora scomparso. Qualcosa da nascondere?

[1] Naturalmente molte altre scie tossiche sono a base di bario, stronzio, litio etc. L'U.S.A.F. le definisce "smart clouds".

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martedì 30 settembre 2014

Il profilo psicologico dello stalker

Il nostro Governo e, per la precisione, il Ministero dell'interno ed il Ministero di grazia e giustizia, attraverso i servizi (non deviati) dello Stato, operano da tempo per contrastare l'informazione indipendente in Italia. Per conseguire questo obiettivo, arruolano psicopatici che fungono da persecutori. I burattinai sono ben al corrente delle... "potenzialità" di certi loro agenti e sfruttano le turbe psicosomatiche di detti personaggi con il fine di fiaccare l'opposizione al regime.

Definizione di stalking e di stalker

Lo stalking è una forma di aggressione psicologica e fisica finalizzata "a sopraffare la volontà della vittima, a fiaccare il morale e la capacità di resistenza attraverso uno stillicidio pressoché incessante, perpetrato in un unico contesto di un crescendo persecutorio, infiltrante come una goccia che a lungo andare scava la pietra".

Il “molestatore assillante” manifesta, infatti, un complesso insieme di comportamenti che vengono ben racchiusi sinteticamente dall’espressione “fare la posta” che comprende l’aspettare, l’inseguire, il raccogliere informazioni sulla “vittima” e sui suoi movimenti, comportamenti che sono quasi sempre “tipici” di tutti gli stalkers, di là dalle differenze rilevate di situazione in situazione.

J. Reid Meloy ha identificato una serie di caratteristiche che contraddistinguono questi aguzzini:

1. Gli stalkers sono più anziani dei criminali in genere. Solitamente sono nella fascia tra i 40 ed i 50 anni.

2. Generalmente essi hanno precedenti criminali, psichiatrici o di abuso di sostanze stupefacenti. Possono soffrire di disordini mentali come dipendenza da alcool e droghe, disturbi dell'umore o schizofrenia (disturbi cosiddetti dell'Asse I).

3. I persecutori possono soffrire anche di disturbi dell'Asse II: paranoie di personalità e disordine di personalità dipendente.

4. Molti carnefici non sono psicotici nel momento in cui commettono il crimine dello stalking.

5. Le ricerche hanno indicato che lo stalking è una patologia della sfera affettiva, evidenziata da alterazioni psicologiche durante l'infanzia e recenti perdite nell'età adulta precedenti l'inizio dell'attività di stalking.

6. Almeno metà degli stalkers minaccia le proprie vittime e, anche se la maggior parte delle minacce non è portata a compimento, il rischio di violenza aumenta quanto più le intimidazioni sono precise.

La coazione che connota il comportamento di stalking e che permette di delinearlo anche giuridicamente, ha indotto ad ipotizzare che tale problema fosse una forma di “disturbo ossessivo”. Tuttavia, come è stato osservato, i disturbi psicopatologici ossessivi sono connotati da vissuti egodistonici relativi ai comportamenti attuati e, conseguentemente, da un malessere provocato dalle idee, dai pensieri, dalle immagini mentali e dagli impulsi ossessivi legati alla persecuzione. Questi vissuti di disagio e di intrusione in realtà non risultano presenti in genere negli stalkers che, al contrario, tendono perfino a trarre piacere dal perseguitare.

La tipologia tipica di molestatore insistente è stata definita “il risentito”. Il suo comportamento è sospinto dal desiderio di vendicarsi di un danno o di un torto che ritiene di aver subito ed è quindi alimentato dalla smania di vendetta. Si tratta di una categoria piuttosto pericolosa che può ledere prima l’immagine della persona e poi la persona stessa. Il problema più grave è legato alla scarsa analisi della realtà, perché il risentimento spinge a considerare giustificati i propri comportamenti che, producendo sensazioni di controllo sulla realtà, tendono a loro volta a rinforzarli.

Avete riconosciuto questo profilo nel cosiddetto disinformatore? Vi ricorda Task Force Butler, al secolo Federico De Massis? Non vi siete sbagliati affatto! E' il suo ritratto, come è il ritratto di tanti altri suoi... "colleghi". Ora che sapete riconoscerli, non fornite loro spazio nelle discussioni sulla Rete. Ignorateli. Isolateli... e consigliate loro un buono psichiatra.

Fonti:

studiolegalepaternostro.it
benessere.com


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