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venerdì 13 luglio 2012

Il meteo tra realtà ed invenzione

Il vero paradosso meteorologico dell’estate 2012 è la permanenza (sino al 9 luglio 2012) di una vasta area di bassa pressione che, con il suo centro sull’Africa settentrionale, avrebbe dovuto estendere il suo influsso per lo meno sull’Italia centro-meridionale e sulle isole maggiori. Invece l’intera Europa mediterranea è stata sotto una cappa di afa soffocante. Che cosa è successo? Come è possibile che valori barici medio-bassi (da 1.000 millibar in giù) non siano stati associati a cielo con nuvole ed a qualche precipitazione? [1]

I bollettini meteo di regime si riferiscono ad aree di alta pressione, cui sono state assegnate sinistri nomi (Scipione l’Africano, Caronte, Minosse, Lucifero), corrispondenti ad altrettante ondate di caldo torrido. Le carte delle isobare di queste ultime settimane, però, smentiscono le informazioni di regime, mostrando che l’anticiclone delle Azzorre, tipicamente estivo, staziona sull’Atlantico, mentre gran parte del continente europeo è tenuto in una condizione artificiale di “bel tempo”, sinonimo di una siccità cronica, sempre più allarmante. Anche l’umidità non è poi così alta, essendo decurtata dalle consuete attività igroscopiche, cui concorrono apparati elettromagnetici.

In questa fiera di menzogne propalate dai siti meteorologici militarizzati, si distingue qualche dispaccio che rivela le reali condizioni atmosferiche. Ad esempio, recentemente il centro della Croazia ha diramato la seguente diagnosi: "Il campo di bassa pressione si mantiene sopra l'Adriatico". E’ proprio così! Tuttavia il pubblico si lascia abbindolare ora da ufficiali e sottoufficiali dell’Aeronautica militare ora dalle ammiccanti meteorine (anche in divisa) che, indicando simboli del “sereno”, del “poco nuvoloso” e delle “innocue velature”, lasciano credere che a quelle carte falsificate corrisponda una concreta situazione meteorologica.

Intanto, mentre Portogallo, Spagna, Francia, Italia, Grecia, Cipro... sono in un forno a microonde, la bassa pressione sopra la Russia è esplosa in un inferno d’acqua. E’ il solito contraccolpo dovuto all’ingente accumulo di energia in una zona accerchiata da regioni in cui le attività chimiche ed elettromagnetiche sono costanti e parossistiche. Si assiste quindi sempre più spesso a fenomeni estremi: prolungati periodi di aridità in alcune aree e nubifragi violentissimi in altre.

Senza dubbio contrastare e ridurre in maniera significativa l’evapotraspirazione è un mezzo adottato dai militari per impedire che si formino nuvole foriere di pioggia: gli stessi temporali estivi che, una volta, davano un po’ di refrigerio, sebbene il loro contributo idrico fosse poco rilevante, sono quasi del tutto scomparsi, semmai sostituiti da tempeste di vento ed intensa attività elettrica in atmosfera che di rado si traduce in un acquazzone. Molto è dunque cambiato nei fenomeni atmosferici; ma le irrorazioni sono sempre identiche: quotidiane, deturpanti, mortali.

[1] La pressione atmosferica è esercitata dall’aria sul suolo; varia a seconda dell’altitudine e da luogo a luogo, in quanto dipende dalla composizione locale delle masse d’aria, dalla temperatura e dai venti. Nei bassi strati atmosferici, fra l’equatore ed i 10-15 gradi di latitudine, si ha un regime medio di basse pressioni (circa 1.000 millibar); fra 10-15 e 30-40 gradi, si hanno in genere pressioni medio-alte (pressappoco 1.020 millibar); fra 30-40 e 60-70 gradi, si rilevano di solito basse pressioni (1.005 millibar); infine sulle calotte polari alte. Vedi “Enciclopedia delle Scienze”, Milano, 2005, s.v. inerente.

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venerdì 24 febbraio 2012

Allarme per la siccità in provincia di Pistoia

L'articolo che pubblichiamo offre un piccolo ma significativo saggio del problema sempre più allarmante e diffuso che affligge molti paesi e regioni, un tempo irrorati da piogge copiose o comunque non colpiti da siccità sahariane. La carenza di precipitazioni, la cui causa principale, se non unica, deve essere ricondotta alle criminali ed illegali operazioni chimiche di natura igroscopica, è destinata, se non si invertirà la tendenza, a devastare le produzioni agricole e di conseguenza l'economia nel suo complesso. Isabella Bonamini, dirigente del servizio tecnico dell'Autorità di Bacino dell'Arno, prospetta l'estate del 2012 come una delle più aride degli ultimi decenni. Ha ragione, ma si guarda bene dall'additare la vera ragione del collasso idrico. Intanto sembra del tutto inutile sperare in qualche pioggia per marzo, come azzardato da qualche meteorologo ottimista.

"L'estate 2012 sarà una delle più critiche degli ultimi decenni, dal punto di vista della siccità". Lo ha affermato Isabella Bonamini, dirigente del servizio tecnico dell'Autorità di Bacino dell'Arno, intervenendo al forum «Verde e acqua», che si è svolto al Cespevi, promosso dall'"Associazione internazionale produttori del verde Moreno Vannucci", nell'ambito del 12° Meeting sul florovivaismo. «Nel bacino dell'Ombrone Pistoiese - ha spiegato Bonamini - le piogge cadute negli ultimi 180 giorni, che sono il periodo tradizionalmente più piovoso, sono state esigue, dell'ordine di poco più di 400 millimetri, quando ci sono stati degli anni in cui si è superata abbondantemente quota 2.000 millimetri. Abbiamo una serie di rilevazioni pluviometriche molto estese sul territorio, nell'arco temporale di quasi cento anni e questo si colloca tra i casi veramente più critici, quindi c'è da aspettarsi un'estate molto tosta».

Il tema preoccupa molto i vivaisti, dato che l'acqua è una materia prima insostituibile per la loro attività. «Dall'estate del 2003, quando ci fu la grande siccità - ha detto Vannino Vannucci, presidente del Distretto vivaistico ornamentale pistoiese - abbiamo operato molti interventi per far fronte a queste evenienze: abbiamo cercato di organizzarci, realizzando invasi e impianti che riusano più volte la stessa acqua ed abbiamo investito nell'irrigazione goccia a goccia, che permette il massimo risparmio della risorsa idrica».

Alla tavola rotonda, coordinata da Renzo Benesperi, hanno partecipato anche Paolo Marzialetti, direttore del Cespevi, Angelo Biagini, dirigente del Genio civile, l'assessore provinciale, Rino Fragai, e quello comunale, Mario Tuci, il dirigente della Regione Toscana Stefano Barzagli, il consigliere regionale, Gianfranco Venturi, ed il dirigente provinciale, Renato Ferretti. Una delle risoluzioni indicate per fronteggiare la siccità annunciata è quella di riuscire a trattenere più acqua possibile, attraverso la realizzazione di invasi.

Ringraziamo nienteecomesembra per la segnalazione.

Fonte: toscanatv

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