
Livelli tossici di bario possono essere all’origine della sclerosi multipla, della sclerosi laterale amiotrofica e dell’encefalopatia. Secondo una ricerca pubblicata sulla rivista Medical hypotheses, elevati livelli di questo metallo pesante tossico sono associati ad un’elevata incidenza di affezioni neurodegenerative.
Alle aree geografiche con la più alta contaminazione di bario corrisponde la maggiore incidenza della sclerosi multipla: ci si riferisce al Saskatchewan (Canada), Sardegna (presenza di poligoni militari e regione scelta per criminali esperimenti già dagli anni '60 del XX secolo), Massachusetts, Colorado (basi strategiche), Guam (installazione militare statunitense) e nord-est della Scozia [zona di sperimentazione con dispersione di bario, stronzio ed argento (scie chimiche/chemtrails): si vedano gli studi di Mark Purdey] in cui sono stati reperiti elevati livelli di bario nel terreno. Una quota media nociva di 1428 ppm di bario è stata confrontata con un livello medio "non tossico" di 19 ppm di bario, registrato nelle regioni adiacenti senza alta diffusione di sclerosi multipla.
Di seguito la traduzione dell'epitome dell’articolo scientifico intitolato “L’intossicazione cronica da bario blocca la sintesi dei solfato proteoglicani: un’ipotesi per l’origine della sclerosi multipla”.
Alti livelli di contaminazione legate a fonti naturali ed industriali del metallo alcalino-terroso bario (Ba) sono stati identificati negli ecosistemi e nei luoghi di lavoro che sono associati con alta incidenza di casi di sclerosi multipla (SM) ed altre malattie neurodegenerative, quali l'encefalopatia spongiforme trasmissibile o "morbo della mucca pazza" (EST) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA). Analisi degli ecosistemi dove si trovano i più noti focolai di sclerosi multipla in Saskatchewan (Canada), Sardegna, Massachusetts, Colorado, Guam, Nord Est della Scozia, hanno dimostrato elevate concentrazioni di bario nel suolo (valore medio 1428 ppm – parti per milione) e nella vegetazione (valore medio: 74 ppm) rispetto ai parametri medi di 345 e 19 ppm rispettivamente registrati in regioni adiacenti ove non si rilevano alti casi di sclerosi multipla.

Gli alti livelli di bario provenienti da estrazioni minerarie e/o dall’uso di questo metallo nelle attività collegate all’estrazione di petrolio e gas, alla lavorazione della carta e dei tessuti, alle industrie siderurgiche nonché al bario diffuso sotto forma di aerosol atmosferico per aumentare/rifrangere i segnali delle onde radio/radar lungo i corridoi aerei dei jet militari (E’ da anni disperso anche con gli aerei civili, n.d.r.), a quello impiegato nelle piattaforme per il lancio di missili etc.
E' considerato il fatto che la contaminazione cronica dei biomi con tipi reattivi di sali di bario può innescare la patogenesi della sclerosi multipla. L’unione del bario con i solfati liberi priva le molecole endogene di proteoglicani solfati (solfato di eparina) del loro co-partner solfato, bloccando così la sintesi degli S-proteoglicani ed inibendo la loro funzione cruciale nella segnalazione del fattore di crescita dei fibroblasti (fibroblast growth factor – FGF). Tale fattore stimola i progenitori degli oligodendrociti a regolare la crescita e l’integrità strutturale della guaina mielinica.
La perdita dell’attività degli S-proteoglicani spiega altri aspetti cruciali della patogenesi della sclerosi multipla, così come l’aggregazione delle piastrine e la proliferazione dello stress ossidativo generato dai perossidi. L’intossicazione da bario disturba la pompa ionica sodio-potassio: la disfunzione di tale meccanismo è un’altra sfaccettatura caratteristica della Sclerosi multipla. Il manifestarsi contemporaneo di casi di patologie neurodegenerative in questi ecosistemi contaminati dal bario suggerisce che queste malattie possono dipendere da una comune inibizione dei sistemi di segnalazione mediati dal fattore di crescita dei solfato proteoglicani. La genetica dell’individuo determina in fin dei conti quale particolare malattia insorga.
Mark Purdey, a margine della sua ricerca, così scriveva:
The billeting of the military in the MS affected communities of the Faroes, Iceland, Saskatche-wan-Alberta borders, Guam, the Gulf war zones, etc, has been associated with the onset of MS and other neurodegenerative epidemics, and this could be correlated to the sudden contamination of the local atmospheres following detonations of Ba based explosives during military conflicts or exer-cises, or due to other military uses of Ba such as radar ducting aerosols. Other routes of Ba exposure in the MS clusters involve the proximity of the indi- vidual's home, workplace or water supplies to quarry explosions or the spreading of spent Ba dril-ling mud across farmland – a waste product of the fast expanding oil and gas well industry that was observed in the Alberta-Saskatchewan MS clusters.
The levels of Ba recorded normal in the identical soil types of the MS-free adjoining area, suggesting that the high Ba re-corded beneath the MS affected jet flightpath zone derives from a pollutant source that is linked to the activities of the aircraft – such as a Ba based system of atmospheric cloud seeding for fog dispersion, or from the common practise of adding Ba into jet fuels for capturing sulphur, suppressing exhaust smoke, as well as creating a Ba ion atmospheric aerosol ducting path – for enhancing-refracting radio and radar signals during military jet practise or battlefield operations.
Another possible source of Ba contamination may have stemmed from the aerial dispersal of Ba based aerosols – such as the barium strontium titanate compounds used for enhancing radar/radio wave transmission – along the flight paths of the military jet 'low flying' test zones that operate over these specific MS affected valleys in Scotland. The author recorded high levels of Ba in all of these Aberdeenshire MS cluster ecosystems, which included levels of Ba at 46 and 694 ppm in the vegetation and soils lying beneath the flight path entering the local military airbase at Lossiemouth.
Articolo correlato: La strana storia di Mark Purdey, 2017
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