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giovedì 6 luglio 2017

Nesso tra bario e patologie neurodegenerative



Livelli tossici di bario possono essere all’origine della sclerosi multipla, della sclerosi laterale amiotrofica e dell’encefalopatia. Secondo una ricerca pubblicata sulla rivista Medical hypotheses, elevati livelli di questo metallo pesante tossico sono associati ad un’elevata incidenza di affezioni neurodegenerative.

Alle aree geografiche con la più alta contaminazione di bario corrisponde la maggiore incidenza della sclerosi multipla: ci si riferisce al Saskatchewan (Canada), Sardegna (presenza di poligoni militari e regione scelta per criminali esperimenti già dagli anni '60 del XX secolo), Massachusetts, Colorado (basi strategiche), Guam (installazione militare statunitense) e nord-est della Scozia [zona di sperimentazione con dispersione di bario, stronzio ed argento (scie chimiche/chemtrails): si vedano gli studi di Mark Purdey] in cui sono stati reperiti elevati livelli di bario nel terreno. Una quota media nociva di 1428 ppm di bario è stata confrontata con un livello medio "non tossico" di 19 ppm di bario, registrato nelle regioni adiacenti senza alta diffusione di sclerosi multipla.

Di seguito la traduzione dell'epitome dell’articolo scientifico intitolato “L’intossicazione cronica da bario blocca la sintesi dei solfato proteoglicani: un’ipotesi per l’origine della sclerosi multipla”.

Alti livelli di contaminazione legate a fonti naturali ed industriali del metallo alcalino-terroso bario (Ba) sono stati identificati negli ecosistemi e nei luoghi di lavoro che sono associati con alta incidenza di casi di sclerosi multipla (SM) ed altre malattie neurodegenerative, quali l'encefalopatia spongiforme trasmissibile o "morbo della mucca pazza" (EST) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA). Analisi degli ecosistemi dove si trovano i più noti focolai di sclerosi multipla in Saskatchewan (Canada), Sardegna, Massachusetts, Colorado, Guam, Nord Est della Scozia, hanno dimostrato elevate concentrazioni di bario nel suolo (valore medio 1428 ppm – parti per milione) e nella vegetazione (valore medio: 74 ppm) rispetto ai parametri medi di 345 e 19 ppm rispettivamente registrati in regioni adiacenti ove non si rilevano alti casi di sclerosi multipla.



Gli alti livelli di bario provenienti da estrazioni minerarie e/o dall’uso di questo metallo nelle attività collegate all’estrazione di petrolio e gas, alla lavorazione della carta e dei tessuti, alle industrie siderurgiche nonché al bario diffuso sotto forma di aerosol atmosferico per aumentare/rifrangere i segnali delle onde radio/radar lungo i corridoi aerei dei jet militari (E’ da anni disperso anche con gli aerei civili, n.d.r.), a quello impiegato nelle piattaforme per il lancio di missili etc.

E' considerato il fatto che la contaminazione cronica dei biomi con tipi reattivi di sali di bario può innescare la patogenesi della sclerosi multipla. L’unione del bario con i solfati liberi priva le molecole endogene di proteoglicani solfati (solfato di eparina) del loro co-partner solfato, bloccando così la sintesi degli S-proteoglicani ed inibendo la loro funzione cruciale nella segnalazione del fattore di crescita dei fibroblasti (fibroblast growth factor – FGF). Tale fattore stimola i progenitori degli oligodendrociti a regolare la crescita e l’integrità strutturale della guaina mielinica.

La perdita dell’attività degli S-proteoglicani spiega altri aspetti cruciali della patogenesi della sclerosi multipla, così come l’aggregazione delle piastrine e la proliferazione dello stress ossidativo generato dai perossidi. L’intossicazione da bario disturba la pompa ionica sodio-potassio: la disfunzione di tale meccanismo è un’altra sfaccettatura caratteristica della Sclerosi multipla. Il manifestarsi contemporaneo di casi di patologie neurodegenerative in questi ecosistemi contaminati dal bario suggerisce che queste malattie possono dipendere da una comune inibizione dei sistemi di segnalazione mediati dal fattore di crescita dei solfato proteoglicani. La genetica dell’individuo determina in fin dei conti quale particolare malattia insorga.

Mark Purdey, a margine della sua ricerca, così scriveva:

The billeting of the military in the MS affected communities of the Faroes, Iceland, Saskatche-wan-Alberta borders, Guam, the Gulf war zones, etc, has been associated with the onset of MS and other neurodegenerative epidemics, and this could be correlated to the sudden contamination of the local atmospheres following detonations of Ba based explosives during military conflicts or exer-cises, or due to other military uses of Ba such as radar ducting aerosols. Other routes of Ba exposure in the MS clusters involve the proximity of the indi- vidual's home, workplace or water supplies to quarry explosions or the spreading of spent Ba dril-ling mud across farmland – a waste product of the fast expanding oil and gas well industry that was observed in the Alberta-Saskatchewan MS clusters.

The levels of Ba recorded normal in the identical soil types of the MS-free adjoining area, suggesting that the high Ba re-corded beneath the MS affected jet flightpath zone derives from a pollutant source that is linked to the activities of the aircraft – such as a Ba based system of atmospheric cloud seeding for fog dispersion, or from the common practise of adding Ba into jet fuels for capturing sulphur, suppressing exhaust smoke, as well as creating a Ba ion atmospheric aerosol ducting path – for enhancing-refracting radio and radar signals during military jet practise or battlefield operations.

Another possible source of Ba contamination may have stemmed from the aerial dispersal of Ba based aerosols – such as the barium strontium titanate compounds used for enhancing radar/radio wave transmission – along the flight paths of the military jet 'low flying' test zones that operate over these specific MS affected valleys in Scotland. The author recorded high levels of Ba in all of these Aberdeenshire MS cluster ecosystems, which included levels of Ba at 46 and 694 ppm in the vegetation and soils lying beneath the flight path entering the local military airbase at Lossiemouth.

Articolo correlato: La strana storia di Mark Purdey, 2017

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martedì 18 agosto 2015

Geoingegneria illegale e cronica carenza di vitamina D



L'ingegneria del clima è matematicamente il più grande assalto contro ogni forma di vita mai sferrato contro l'umanità e l'ambiente. Gli effetti catastrofici dovuti alle irrorazioni clandestine ed alle radiofrequenze sono così massicci che è quasi impossibile quantificarli. Molte conseguenze mortali delle operazioni inerenti alla gestione delle radiazioni solari (il cosiddetto solar radiation management che è, però, solo una copertura per attività militari volte in primis a rendere l'atmosfera elettroconduttiva, n.d.t.) sono completamente trascurate, eppure la carenza di vitamina D, nota pure come calciferolo (in realtà è un pro-ormone, n.d.t.) è ormai epidemica. [1]

L’insufficienza di vitamina D è legata ad un lungo e crescente elenco di malattie e disturbi: indebolimento del sistema immunitario, disturbi del sistema neurologico, tumori, artrite, diabete, sclerosi multipla, obesità, malattie cardiovascolari, insufficienza renale, problemi del sistema riproduttivo... La lista potrebbe continuare. Il paradosso è questo: l'organismo umano produce vitamina D con un'oculata esposizione alla luce solare, ma è proprio questo tipo di luce che è oggi ridotto e quasi annullato a causa delle nanoparticelle metalliche che riflettono la radiazione elettromagnetica benefica proveniente dalla nostra stella.

Così, mentre l'ozonosfera è dilaniata da deleteri interventi di ingegneria atmosferica, siamo esposti a livelli di radiazioni ultraviolette (UVB) estremamente pericolose. Non solo, questi livelli elevati di raggi UV possono arrestare la produzione del calciferolo. Il documentario che proponiamo (in inglese sul sito geoengineering.org., n.d.t.) affronta direttamente la questione concernente la scarsità di vitamina D ed il ruolo della geoingegneria in questa terribile equazione. Vale davvero la pena di vederlo.

[1] La vitamina D o calciferolo è un pro-ormone liposolubile contenuto in pesce, molluschi, uova e latticini, ma prodotto anche dall'organismo umano per azione dei raggi solari su un precursore (7-deidrocolesterolo) presente nella cute; la forma attiva principale è l'1,25 colecalciferolo, risultato di processi di idrossilazione che avvengono a livello epatico e renale. Stimola l'assorbimento di calcio e fosfati nell'intestino. La sua carenza provoca alterazioni ossee e rachitismo. La diminuzione dell'irraggiamento solare e l'accumulo di stronzio nell'organismo concorrono a determinare il deficit di vitamina D, alla base di varie patologie, non esclusi i tumori, favoriti appunto dalla scarsità del calciferolo.

Fonte: geoengineeringwatch.org


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lunedì 1 gennaio 2007

Bario e Sclerosi Multipla: conferme

Mark Purdey, il medico britannico impegnato per molti anni negli studi sulla BSE (Encefalite spongiforme bovina), in un documento del 2003, conferma la stretta correlazione tra il bario, rilasciato da velivoli non identificati, e la sclerosi multipla.

Chronic barium intoxication disrupts sulphated proteoglycan synthesis: a hypothesis for the origins of multiple sclerosis.

Mark Purdey november 2003

Clicca QUI per visionare il documento PDF originale, redatto da Purdey.

Alcuni passi dello studio...

(...) The high levels of Ba stemmed from local quarrying for Ba ores and/or use of Barium in paper/foundry/welding/textile/oil and gas well related industries, as well as from the use of Ba as an atmospheric aerosol spray for enhancing/refracting the signalling of radio/radar waves along military jet flight paths, missile test ranges, etc...

(...) whilst, more recently, high incidence MS foci have started to emerge nearer to the equator in countries like Sardinia...

...and this could be correlated to the sudden contamination of the
local atmospheres following detonations of Ba based local atmospheres following detonations of Ba based explosives [1,2] during military conflicts or exercises, or due to other military uses of Ba such as radar ducting aerosols...

(...) A local survey had established that 70% of the MS cases involved people who had been living beneath or near to the incoming/outgoing flight paths of the jet aeroplanes...


Ricerca a cura di
Gurzo

Sono ben 24 mila i giovani in Italia colpiti da sclerosi multipla, malattia del sistema nervoso centrale spesso progressivamente invalidante. Il 48% delle persone che ne soffrono appartiene dunque all’universo giovanile. I sintomi sono noti. Si va dall’affaticamento alla difficoltà a concentrarsi, dai disturbi sessuali a quelli motori e visivi. Non altrettanto note, invece, sono le cause della sclerosi. Le ipotesi sono molte, e le più diffuse sono quelle genetiche e ambientali.

In tema di cause ambientali, è stata ventilata più volte la possibilità che l’avvelenamento da metalli pesanti possa essere uno dei fattori principali nel sorgere della malattia. Ma ad oggi non sono molti i riscontri trovati sull'argomento. Uno studio inglese della Keele University, ripreso dalla BBC on line, ha ipotizzato come la malattia gravemente invalidante possa essere legata alla difficoltà dell’organismo nel “processare” il ferro e l’alluminio. Quest’ultimo, peraltro, era stato citato anche come possibile concausa della demenza di Alzheimer.

I risultati di un più recente studio

Lo studio britannico ha comparato i livelli dei metalli nelle urine dei soggetti affetti da sclerosi multipla e di altri non affetti dalla malattia e livelli ben più alti del previsto sono stati riscontrati in entrambi i gruppi. Osservando più nel dettaglio lo studio e con le dovute cautele, i risultati sono interessanti e in parte inattesi. Lo studio ha preso in esame 10 pazienti con la forma recidivante-remittente della malattia e altri 10 con la forma più grave, quella secondaria progressiva. Nel primo caso la malattia è caratterizzata da aggravamenti imprevedibili, durante i quali il paziente avverte nuovi sintomi o il peggioramento di quelli preesistenti. Il recupero può essere totale o parziale e la malattia può rimanere inattiva per mesi o addirittura anni. Questa forma colpisce circa il 25% dei pazienti affetti da sclerosi multipla.

Il secondo caso, invece, può insorgere nei pazienti che inizialmente presentavano la forma recidivante-remittente, ma che in seguito subiscono un aggravamento progressivo dei sintomi. Rappresenta circa il 40% dei casi. I 20 pazienti presi in esame sono stati messi a confronto con 20 soggetti sani. I ricercatori hanno preso in esame i livelli di ferro, che è stato più volte associato all’accelerazione del danno ossidativo tipico della malattia. E’ stato così possibile riscontrare che i livelli erano particolarmente alti nei soggetti malati, in particolare con la forma secondaria progressiva. I pazienti, invece, con la forma recidivante-remittente hanno evidenziato alti livelli di alluminio, l’altro metallo in questione, fino a 40 volte oltre quello riscontrato nei pazienti senza la malattia. Livelli paragonabili a quelli di soggetti affetti da una condizione nota come intolleranza all’alluminio.

L’osservazione è particolarmente interessante dal momento che, basandosi sugli studi animali, la mielina, la sostanza che riveste i nervi e che viene progressivamente persa con la sclerosi multipla, è uno dei target preferiti dall’alluminio. Man mano che si perde mielina una sostanza nota come proteina basica mielinica viene ritrovata nelle urine e non è da escludere che l’alluminio si presenti insieme. E per il ferro vale un discorso simile. L’ipotesi, cioè, è che i geni che predispongano alla sclerosi possano avere qualcosa a che fare anche con il metabolismo del ferro. Al di là dei risultati, però, rimane vero che la sclerosi multipla è una malattia molto complessa, di origine multifattoriale e ulteriori ricerche si rendono necessarie prima di trarre conclusioni avventate. ( Marco Malagutti - 22/02/06)

Fonte: Bbc on line da www.dica33.it
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