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mercoledì 7 ottobre 2020

Seguiamo la... scia

E’ un panorama avvilente, poiché anche i pochi che hanno capito in realtà hanno capito ben poco. Continuano a “ragionare” secondo i preconcetti del “pensiero” unico dominante, anche quando credono di adoperare il discernimento. Ad esempio, seguitano a considerare i numeri che i media di regime propalano come se fossero numeri reali, un tot di positivi, un tot di asintomatici, un tot di malati, un tot di decessi… Semmai obiettano che asintomatico non è sinonimo di contagioso e sostengono che la crescente quota di positivi è legata ad un incremento nel numero dei tamponi. Non centrano il bersaglio. Non hanno compreso che questo turbinio di cifre è creato da un’”intelligenza” artificiale e che i numeri (in particolare il 9, il numero 11, il 6, il 2, il numero 8), sia isolati sia come somme, adombrano valori simbolici, rispondono ad esigenze, per così dire, occulte. Sono cabale! I tamponi: è evidente che non servono ad identificare un presunto coronavirus [1] correlato alla presunta patologia tanto strombazzata. Semmai sono finalizzati ad individuare precisi corredi cromosomici, connessi a particolari linee di sangue, ascendenze, ai gruppi umani con l’RH negativo. Sappiamo che la cricca tecnocratica è ossessionata dal DNA, dalle manipolazioni genetiche: le stesse vaccinazioni non mirano certo a “proteggere” da certi patogeni, ma a ricombinare il DNA e l’RNA, una volta riconosciuti certi marcatori genetici, appunto con i tamponi e con gli esami sierologici. Oggi tutti, tanto gli “esperti” quanto i profani, disquisiscono di virus e di tamponi.

Rammentiamo che non si è ancora trovato l’accordo all’interno della comunità scientifica (senza dimenticare che molti “scienziati” sono maghi neri) su che cosa sia davvero un virus: qualcuno ritiene sia un “organismo” ai confini della vita, qualcun altro reputa sia una nanostruttura del tutto artificiale, altri pensa coincida con un esosoma, ossia un complesso multiproteico presente nelle cellule che, al termine del processo di trascrizione, ha il compito di eliminare gli mRNA usati, ottenendone nucleotidi da riciclare per formare nuovo mRNA. Forse hanno ragione e torto un po’ tutti, giacché interrogarsi su che cosa sia un virus è come chiedersi quale sia il confine tra organico ed inorganico, quale sia l’origine della vita, domande cui nessuno ha fino ad oggi fornito risposte esaurienti e definitive, mentre sono state formulate ipotesi più o meno plausibili, come su altre questioni fondamentali.
Che pensare dunque della situazione attuale? Che, se vogliamo scoprire indizi, se intendiamo raccogliere qualche tessera per comporre un mosaico pur sempre parziale, bisogna convincersi di ciò: per comprendere l’attualità, bisogna esplorare l’antichità. Leggiamo o rileggiamo la Bibbia e, più in generale, i testi antichi, le opere della Tradizione: vi enucleeremo interessanti cenni al sangue, alle stirpi, al nesso tra etnie e potere, tra lingue e gruppi sanguigni (si pensi ai Baschi presso cui l’RH negativo tocca il 30-35 per cento ). Leggiamo saggi di autori pionieristici. Leggiamo o rileggiamo il Libro di Enoch, non a caso espunto dalla Bibbia ebraica e da quella cristiana, eccezion fatta per le chiese monofisite che annoverano Enoch fra i canonici.

Ripensiamo alla geoingegneria clandestina, in particolare al suo versante biotecnologico e genetico, alla smart dust che, come gli “antidoti” ricombinanti, quelli di nuova generazione, crea un’interfaccia tra biologico e sintetico. Ripensiamo al Morgellons, la sindrome provocata dalle nanostrutture diffuse con le chemtrails, nanostrutture che interagiscono con particolari frequenze elettromagnetiche. Consideriamo gli scopi del Transumanesimo, il cross over tra naturale ed artificiale, obiettivo dichiarato, ad esempio, di uno psicopatico e megalomane come Elon Musk. Allora potremo intuire gli aspetti salienti dell’agenda mondialista.

E’ evidente che le prossime vaccinazioni, obbligatorie o comunque preclusive dell’accesso ad una serie di servizi, sono finalizzate a distinguere l’umanità in gruppi con peculiari caratteristiche genetiche: in modo da eliminarne alcuni e preservarne altri oppure per meri fini conoscitivi, in vista poi di altre azioni? Non lo sappiamo, ma sappiamo che non basta seguire la “scia di denaro” per gettare un po’ di luce su certi piani segreti delle “élites” criminali: oggigiorno è necessario seguire la… “scia di sangue”.

[1] Non esiste alcun test contro il coronavirus. La PCR è un metodo di amplificazione del DNA in vitro, messo a punto dal biochimico Kary Mullis nel 1992 e per cui è stato insignito del Nobel! Lo stesso Mullis ha sostenuto a più riprese che la PCR polymerase chain reaction NON può essere stata pensata né adoperata come test diagnostico. Oltretutto la tipologia precisa di Coronavirus implicata nella presunta "pandemia" non è ancora stata isolata (e dubitiamo che ciò avverrà mai, come del resto è già tristemente successo per la correlazione tra HIV e sindrome da immunodeficienza acquisita), quindi a che cosa punterebbe il test, che in realtà è uno strumento di analisi genetica?

[2] Con fattore Rh ci si riferisce ad uno specifico antigene proteico sulla superficie dei globuli rossi, l'antigene D. Se una persona possiede questo fattore si dice che il suo gruppo, relativamente al sistema Rh, è Rh positivo (Rh+), se invece i suoi globuli rossi non lo presentano, il suo gruppo sanguigno è definito Rh negativo (Rh-). Nel 1940 Karl Landsteiner e Alexander S. Wiener scoprirono il fattore Rh sui globuli rossi di una specie di primati, il Macacus rhesus. Gli RH negativi appartengono ad un gruppo di Homo sapiens sapiens in una certa misura differente dal resto dell'umanità. Perché esistano questi due gruppi non è noto: da un punto di vista "evolutivo" è un enigma, giacché tale differenza implica problemi nel caso di gravidanza. Infatti il fattore Rh è la causa di una patologia che in passato era molto comune nei neonati, l'eritroblastosi fetale. Durante l'ultimo mese di gravidanza vi è un passaggio di anticorpi, utili per il nascituro, dal sangue della madre a quello del feto, ma gli anticorpi prodotti contro il fattore Rh possono essere dannosi. Se una donna Rh negativa alla prima gravidanza partorisce un bambino Rh positivo, è probabile che i globuli rossi del feto con l'antigene Rh entrino nel circolo sanguigno materno; il corpo della madre reagisce producendo anticorpi contro l'antigene estraneo che rimarranno presenti nel suo sangue. In caso di una seconda gravidanza, gli anticorpi prodotti possono essere trasferiti nel sangue del feto e, nel caso esso sia Rh+, tali anticorpi attaccheranno i globuli rossi fetali distruggendoli. Tale reazione può essere mortale prima o dopo la nascita o portare gravi problemi al sistema nervoso del nascituro. Oggi, i pericoli che corre un eventuale secondo figlio sono arginati attraverso exsanguinotrasfusione o iniettando alla madre Rh-, entro 72 ore dal primo parto, anticorpi specifici che riconoscono e bloccano l'antigene Rh che dal feto passa alla madre. Questo processo deve essere ripetuto con ogni gravidanza successiva alla prima esposizione della madre all'antigene Rh.

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venerdì 27 novembre 2015

Frequenze, DNA e controllo della popolazione



Il recente, voluminoso saggio di David Icke, “L’imbroglio della realtà e l’inganno della percezione”, contiene, oltre agli approfondimenti dei temi che l’autore britannico tratta da alcuni lustri, nuove ed interessanti intuizioni che si possono rapportare al problema per antonomasia, la biogeoingegneria clandestina.

Preveniamo subito l’obiezione di coloro che considerano Icke figura ambigua e non del tutto credibile: concentriamoci sul messaggio e non sul messaggero. Se il messaggio si incastra bene, come una tessera nel mosaico che da anni stiamo componendo, significa che bisogna meditarlo e vagliarlo con serenità e discernimento per decidere quanto è plausibile e quanto non lo è.

Veniamo ora al dunque, ossia all’argomento frequenze ed al loro collegamento con l’RNA/DNA che è possibile modificare (snaturare) non solo per via chimica, ma anche per via vibrazionale.

Scrive Icke, basandosi sulle informazioni del musicologo Steve Clarke: “Le frequenze armoniche, definite anche sovratoni o ipertoni, sono espressioni di una frequenza primaria. Quando pizzichiamo la corda di una chitarra o di un violino, ad esempio la nota “la” (corrispondente a 440 hertz, ovvero 440 vibrazioni al secondo), questa è la frequenza primaria o fondamentale, ma, allo stesso tempo, ciò innesca altri cicli che si avvicendano in una sequenza ricorrente e prevedibile (E’ quanto avviene anche con la risonanza Schumann, il “battito cardiaco” della Terra, n.d.r.) e che insieme producono la musica che udiamo. La frequenza primaria, in questo caso 440 hertz, si chiama prima armonica, 880 hertz è la seconda armonica etc. […] Qualcuno ha regolato i toni, usando l’ingegneria genetica ed altre tecniche per sincronizzare il Corpo-Mente degli esseri umani con determinati toni e frequenze, formando delle onde stazionarie. Le onde stazionarie si creano quando onde identiche collidono e, in termini di movimento in avanti, si cancellano a vicenda. Nel momento in cui un’onda cancella l’’altra, si produce un’onda risonante che “corre sul posto”, allora le onde assumono la forma di picchi e solchi. L’altezza dei picchi (creste, n.d.r.) dipende dalla frequenza. Questa forma ricorda il DNA che è un fenomeno in configurazione d’onda. Il DNA è effettivamente un’onda sonora e può essere modificato da altre onde sonore che sincronizzino la propria frequenza con la sua. […] La sincronizzazione distruttiva avviene quando le frequenze disarmoniche fanno vibrare altre frequenze (come quelle della Terra e dei campi energetici umani) in uno stato di squilibrio e distorsione”. […]

Lo stato vibrazionale dell’RNA/DNA è sincronizzato con la falsa realtà della Matrice (la “realtà” ridotta alla minuscola gamma di frequenze coincidenti con la luce visibile, n.d.r.). Non solo, questa situazione implica pure la disattivazione di molti filamenti di DNA, lasciandone soltanto due. (In effetti alcuni scienziati ipotizzano che un tempo il DNA umano avesse dodici filamenti… n.d.r.).

[…] Un fatto significativo è che la frequenza musicale standard – quella del diapason – a causa delle élites, è stata ufficialmente fissata a 440 hertz per la nota “la”, cui corrisponde la modifica di tutte le altre note. Questa regola fu adottata nel 1917 dall’American Federation of Musicians e nel 1920 divenne lo standard statunitense; in Germania nel 1939 i nazionalsocialisti imposero che la nota “la” fosse accordata sui 440 hertz”.

“Prima della standardizzazione del diapason a 440 hertz (unificazione già propugnata alla fine del XIX secolo dalla Chiesa di Roma ed avversata da Giuseppe Verdi, n.d.r.), la frequenza era per lo più fissata a 432 hertz. L’originale violino Stradivari era costruito per essere accordato a 432 hertz che è un multiplo di 54 cicli di 8: è questa la vibrazione che armonizza i due emisferi del cervello. L’universo reale dovrebbe essere fondato su una serie di frequenze ed armoniche, serie includente i numeri 72, 144 e 432, il che è molto interessante, poiché 72 si ottiene moltiplicando 9 x 8; 144 è il risultato di 18 x 8 e 432 di 54 x 8”.

I numeri 8, 72, 144, 432 ricorrono troppo spesso nelle varie tradizioni (miti, religioni, arte etc.) per essere casuali e sono numeri sacri, laddove il 440 non lo è. L’Istituto Schiller, con sede a Washington D.C., si batte per il ripristino dell’intonazione a 432 hertz, sostenendo che “l’attuale standard potrebbe causare un effetto dannoso per la salute ed un comportamento antisociale”. I 440 hertz sono dissonanti. […] Quando l’orecchio interno è sotto stress a causa di interferenze artificiali (ad esempio, il brusio di Taos, n.d.r.), possiamo sperimentare una sorta di nebbia cerebrale o sentirci intontiti. Il DNA opera in base ai principi del Phi e del numero di Fibonacci ed è in grado di oscillare per proteggersi dall’ambiente e dal logorio derivante dai patttern di interferenza delle onde meccaniche ed elettromagnetiche. Un’intonazione più alta ottenuta artificialmente potrebbe influire sulla capacità del DNA di regolare in modo corretto la nostra composizione genetica”.

Il tema si ripresenta: il Dottor Andrija Puharic, già negli anni ‘50 del XX secolo, scoprì che le frequenze influiscono sul comportamento e sulla percezione nonché sull’RNA/DNA. Gli 8 hertz sono collegati ad uno stato di consapevolezza e sensitività, i 10, 8 hertz alla collera ed all’aggressività, i 6,6 hertz alla depressione.

Questo è un compendio di una parte desunta dal capitolo intitolato “La Matrice è un’onda stazionaria (così come il DNA)”. La trattazione comprende molti altri risvolti ed addentellati che presuppongono ulteriori ricerche e riflessioni. Crediamo che, almeno per ora, possano essere sufficienti queste note. Invitiamo i lettori ad analizzare il soggetto che è piuttosto complesso, ma ricco di “sincronismi” appartenenti sia alla Tradizione sia alla Scienza, quella vera, non la pseudo-scienza dei negazionisti e dei baroni universitari.

Fonte: D. Icke, L’imbroglio della realtà e l’inganno della percezione, Cesena, 2015, pp. 411-418.

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