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domenica 4 dicembre 2016

Misteriosi suoni in Canada

Un inquietante rumore è avvertito da alcuni mesi in Canada, in una regione abitata dagli Inuit (Inuit significa “uomini” ed indica le popolazioni autoctone di alcune regioni artiche, note anche come Eskimesi, termine, però, da evitare perché non privo di una sfumatura dispregiativa, in quanto significa “mangiatori di carne cruda”). Le cause del suono cadenzato non sono state identificate: è un fenomeno naturale o artificiale come il famigerato brusio di Taos? Assistiamo a qualche sinistro esperimento militare o si possono chiamare in causa cambiamenti geofisici?



4 novembre 2016. Un misterioso bip bip proveniente dagli abissi dello Stretto di Fury e Hecla in Canada spaventa i cacciatori inuit Tweet

I cacciatori di una remota comunità dell'Artico canadese hanno chiesto l'intervento delle autorità per tentare di capire il mistero di uno strano suono ritmato che sembra provenire dal fondo del mare dello Stretto di Fury e Hecla a circa 20 km da Iglulik, un insediamento Inuit di 1.534 abitanti situato nella Regione di Qikiqtaaluk, nel territorio del Nunavut in Canada.

Il sindaco del villaggio, Paul Quassa, ha spiegato alla CBC che il misterioso suono spaventa gli animali che solitamente affollano la zona. "La scorsa estate", ha precisato, "si sono visti pochissimi mammiferi marini e questa non è una cosa normale".

I primi rapporti dell'esercito non hanno rilevato nessuna anomalia ed il Ministero della difesa ha deciso di interrompere le ricerche autorizzate precedentemente nell'ambito dell'"Operazione Limpido", un programma di sorveglianza interno progettato per "rilevare, scoraggiare, prevenire ed eliminare minacce per il Canada e gli interessi canadesi". Ciò non ha impedito alla gente del posto ed ai media di ventilare ipotesi sulla provenienza dei "bip bip", attribuiti da qualcuno alle ricerche con i sonar di imprese minerarie nel sottosuolo e da altri ad attivisti di Greenpeace [1] che, producendo suoni sgraditi alla fauna, ostacolerebbero l'attività dei cacciatori inuit molto intensa nella zona.

Lo stretto di Fury e Hecla, che prende il nome dalle navi britanniche comandate dal capitano britannico William Edward Parry che nel 1822 approdò a Iglulik, è situato tra l'isola di Baffin e la penisola di Melville, nella Regione di Qikiqtaaluk in Canada e collega il bacino di Foxe con il golfo di Boothia. Lo stretto è lungo all'incirca 70 chilometri e per più di dieci mesi all'anno è coperto dai ghiacci.

Fonte: Rainews


[1] Di seguito la pilatesca e menzognera risposta di un esponente di Greenpeace (meglio Greedpiece) ad un attivista che chiedeva perché l'associazione "ambientalista" nicchiasse sul genocidio ed ecocidio noto come biogeoingegneria clandestiina alias scie chimiche (in inglese chemtrails). Non dimentichiamo che quasi tutti gli "ecologisti" sono in realtà negazionisti sotto mentite spoglie.

Come forse sa, Greenpeace lavora per "campagne" per utilizzare i pochi fondi a disposizione: non prendiamo soldi da politici, imprese, enti o istituzioni.

E' per questo che siamo attivi su molti fronti ma non su tutti e, entro le campagne, ovviamente dobbiamo scegliere. Queste scelte sono collegate alla gravità del problema e alla sua "prospettiva internazionale". Quindi, non è che gli altri temi non ci interessano, anzi. Semplicemente, non abbiamo le risorse per occuparci di tutto. Un altro criterio è che cerchiamo di intervenire dove verifichiamo che altre organizzazioni/associazioni non possono intervenire.

Detto questo, del tema legato all'inquinamento degli aerei ci occupiamo solo nell'ambito della campagna clima: il traffico aereo è responsabile di una quota dell'effetto serra globale sia per le emissioni di anidride carbonica che per l'apporto di vapore acqueo in quota che ha tempi di permanenza in atmosfera lunghi. Le segnalo il nostro rapporto (http://www.greenpeace.org/italy/news/navi-aerei-clima).

La permanenza in aria delle scie degli aerei non dipende dalla loro composizione chimica (cui qualcuno attribuisce un pericolo) ma dalle condizioni fisiche meteo (vento, umidità relativa) e delle particelle (granulometria, densità) cosa che influisce sulla "galleggiabilità" delle particelle in atmosfera. Alcune delle componenti ambientalmente importanti delle emissioni degli aerei (ossidi di azoto, CO2) non sono per nulla visibili. Le scie bianche degli aerei sono costituite da vapore acqueo condensato.

Spero che la mia risposta sia esaustiva.

Grazie ancora per averci contattato.

Alessandro Giannì
Direttore delle Campagne
Greenpeace Italia
P.zza dell'Enciclopedia Italiana, 50
00186 ROMA
TEL +39 06 68136061 int 236
FAX +39 06 454399793


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lunedì 22 settembre 2014

Asimmetria


Molti si domandano per quali ragioni, nonostante l’informazione sulla geoingegneria clandestina, il signoraggio bancario e crimini correlati sia sempre più capillare, benché siano molteplici i movimenti che si battono per la verità, non si ottengano risultati concreti. In primo luogo, se escludiamo le associazioni che sono in realtà espressioni del sistema (Thrive, Zeitgeist, WWF, Greenpeace, Lega Ambiente, Italia nostra, FAI etc.), il numero degli attivisti sinceri si riduce in modo drastico sicché il vero dissenso occupa una parte molto esigua.

E’ evidente l’asimmetria con l’establishment da una parte, sistema che detiene il potere ed ingenti risorse finanziarie, ed i cittadini dall’altra. Essi, pur organizzati, non dispongono né di strumenti finanziari né di altro tipo. Sbilanciato è anche il quadro globale in merito all’informazione: gli apparati monopolizzano i media sia tradizionali sia digitali, laddove il fronte della libertà, tra mille impedimenti pratici e legali, a mala pena riesce a manifestare il suo pensiero ed a divulgare. L’ostacolo principale, però, in cui ci si imbatte è la divisione che connota la galassia dei gruppi anti-sistema. Siamo spesso al cospetto di una polverizzazione ora alimentata da individualismo ora da egomania ora da oggettive, logistiche difficoltà a creare un coordinamento.

Questa divisione, però, non è del tutto deplorevole, anzi. Infatti, mentre gli apparati sono compatti nel segno di obiettivi biechi (denaro, egemonia, carriere universitarie, censura, controllo, persecuzione dei dissidenti), gli attivisti sono talora in disaccordo tra loro per motivi legati alle idee. La frattura più importante è quella che separa i laici dai credenti. I credenti di solito sono cattolici, ma non mancano gli aderenti ad altre confessioni cristiane anche minoritarie. Gli stessi cattolici, però, sono distinti in cattolici canonici (papisti), sedevacantisti, lefebrviani e via discorrendo. Anche i laici (laico non significa che sia indifferente a risvolti metastorici, metafisici e persino spirituali, ma che non ritiene necessario, per attuare certe strategie, sconfinare dall’ambito empirico) si parcellizzano in diversi orientamenti più o meno contigui a compagini istituzionali. Si pensi solo alle logoranti ed inutili diatribe tra economisti indipendenti (contrari al signoraggio bancario) circa la funzione e gli scopi della moneta. [1]



Non mancano divergenze a proposito delle strategie da adottare: qualcuno intende privilegiare le manifestazioni, altri l’informazione, altri gesti simbolici, altri iniziative legali, altri propendono per una metodologia “mista”. Alcuni preferiscono concentrare le proprie energie su obiettivi minimi (la sovranità monetaria), altri vorrebbero azioni di più ampio respiro. Purtroppo la scarsa unità di intenti fra gli attivisti rischia di indebolire una condotta già profondamente condizionata dallo strapotere del sistema. Bisognerebbe porre tra parentesi certe differenze di idee per incanalare le forze verso un fine condiviso da tutti.

In linea di massima, in questi anni si è riusciti ad aprire qualche breccia nel muro poderoso del negazionismo, ma gli esiti sono stati insoddisfacenti e non tanto per l’intrinseca vigoria dell’establishment, quanto per l’inerzia e l’indifferenza di gran parte dell’opinione pubblica preoccupata solo di difendere il suo hortus conclusus. La gente è restia a prendere coscienza e ad intraprendere un itinerario difficile ma alla fine proficuo, un percorso verso la libertà e la dignità. Dunque le fenditure spesso si sono richiuse. In questi anni poi non pochi attivisti, per una ragione o per un’altra, hanno defezionato.

Stando così le cose, è arduo sperare in una svolta positiva e per giunta in tempi brevi. Non si può mai sapere: nella storia e nella natura agiscono fattori imponderabili, ma pare restino poche opportunità almeno sul piano pratico di individuare risoluzioni definitive. Né si può dimenticare che probabilmente il tracciato principale è, almeno in una certa misura, predeterminato: l’umanità non poté in passato scampare al cataclisma planetario noto come diluvio universale.

L’asimmetria non si limita solo al confronto tra l’uomo e la struttura governativa, ma pure alla dialettica tra “progetto e destino” per usare un’efficace antitesi di Giulio Carlo Argan. Da tale dialettica non si può prescindere. L’asimmetria fondamentale è, però, un’altra ed è a nostro vantaggio: è quella tra coscienza e “macchina”, tra onestà intellettuale ed ingiustizia, tra verità e menzogna, tra sapere ed ignoranza. Ci deprederanno, ci vesseranno, ci aggrediranno in ogni modo, devasteranno il pianeta purtroppo, ma la coscienza non si può svellere. Essa è quercia di cui la bufera squassa la chioma, ma che non può essere sradicata.

Se, sotto il profilo storico, la sconfitta è probabile, sul piano metastorico, la vittoria ci appartiene. Non vinceremo, perché abbiamo già vinto. Da sempre.

[1] Purtroppo i cattolici non vogliono riconoscere che la Chiesa di Roma, in quanto istituzione, fatti salvi quindi singoli esponenti che sono anche degnissimi, è convinta promotrice della dittatura planetaria nota come Nuovo ordine mondiale.


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martedì 17 maggio 2011

La frattura

Ha ragione chi afferma che gli attivisti delle associazioni ambientaliste sono spesso persone in buona fede.

Qualche settimana fa, camminando per una via del centro, fui invitato da una garbata signora a prendere un volantino in cui si esortavano gli Italiani a recarsi alle urne in occasione dei tre referendum, fissati per giugno: il referendum sulla privatizzazione dell'acqua, la consultazione concernente il nucleare e quella relativa al legittimo impedimento. E' naturale che sono temi rilevanti, sebbene sia probabile che il quorum, a causa dell'ostruzionismo operato dai media di regime, non sarà conseguito.

Approfittai dell'occasione "propizia" per sondare il terreno: così, agganciandomi ai problemi connessi ai quesiti referendari, chiesi all'attivista se fosse al corrente delle operazioni di geoingegneria. Ovviamente ella cadde dal pero: l'organizzazione, nella fattispecie “Legaambiniente”, alla quale l'elegante signora era iscritta, l'aveva tenuta all'oscuro delle scelleratezze perpetrate dai militari. Decisi di delineare il tema cui ella si dimostrò interessata, invitandola ad osservare ogni giorno il cielo, per verificare de visu, le condizioni meteorologiche. Quel giorno, fatalità, era in atto un fermo tecnico, sicché nel firmamento azzurro si erano formati dei corposi cumuli: non si vedeva neanche una scia né si udiva il rombo degli aerei. La mia interlocutrice, un po' turbata, ma attenta, avrebbe così poi potuto constatare la sensibile differenza tra una rarissima giornata naturale e le settimane devastate dalle irrorazioni.

L'episodio che ho raccontato, pur nel suo carattere aneddotico, è indice di una profonda frattura tra la base ed i vertici, all'interno dei gruppi ecologisti. Sono movimenti sovente creati da esperti di ingegneria sociale: gli stessi movimenti che si battono contro la costruzione di impianti atomici sono stati fondati da convinti nuclearisti ed i "paladini" della natura sono, in verità, uomini organici al sistema che, in modo fraudolento, puntano SOLO sulla riduzione delle emissioni di CO2.

Come giudicare dunque le crociate di “Greedpiece” contro il nucleare? Hanno un duplice fine: in primo luogo contribuiscono ad accrescere il credito dell'associazione, inoltre convincono cittadini sensibili a donare il 5 per mille o a prendere la tessera, rimpolpando i bilanci dell'associazione. E' un modo come un altro di carpire la fiducia dei cittadini e di spillare loro dei soldi. Adotta strategie simili e si prefigge analoghi obiettivi il famigerato C.I.C.A.P.

Dunque soci e simpatizzanti sono ammirevoli per il loro impegno a favore dell'ambiente, ma purtroppo sono marionette mosse da coloro che si divertono pure a servirsene per i loro turpi scopi. Li sfruttano mandandoli a pulire le spiagge gratis et amore Dei, li derubano con le quote associative, rispondono in maniera minatoria a quei pochi iscritti che li interpellano sulle scie chimiche. Cornuti e mazziati! Lo stesso accade con tutte quelle fondazioni che fingono di usare i denari donati dai benefattori per studiare terapie contro i tumori o altre affezioni. Alla buon'ora! Da decenni, con il loro affettato fariseismo Veronesi e soci, questuano somme di qua e di là e le neoplasie sono sempre più diffuse, sempre più aggressive! Più che incompetenti, molti oncologi sono avidi, del tutto disinteressati a trovare cure efficaci. I capitali si impiegano per creare nuove malattie, armi chimico-batteriologiche, vaccini letali e farmaci dannosi. Altro che investimenti per la salute!



L'uomo medio riuscirà a comprendere che lo stanno intossicando con le più volgari menzogne, oltre che con i veleni? Forse un giorno comincerà a fiutare l'inganno: allora, aperto un occhio, comincerà a porsi qualche domanda, senza trovare, però, le risposte giuste, poiché la verità che avrà trovato sarà solo una realtà addomesticata. Il percorso verso la rivelazione finale sarà lungo e disagevole. La verità, infatti, è come una matrioska: ne trovi sempre un'altra dentro.


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