lunedì 23 giugno 2025

Armageddon

Il 13 giugno 2025 Israele ha sferrato un improvviso attacco contro l’Iran: sono state neutralizzate presunte installazioni nucleari. E’ un evento che alcuni interpretano come il vero preludio della Terza guerra mondiale. Per capire quello che sta succedendo e che potrebbe accadere nei prossimi mesi, bisogna in primo luogo accantonare tutte le analisi che puntano esclusivamente su moventi economici, militari, ideologici. Chi veramente governa il mondo usa questi moventi, di un certo rilievo, ma non cruciali, come pretesti: il riferimento di Benjamin Netanyahu alla Repubblica islamica, che sarebbe in procinto di costruire un’arma nucleare, arricchendo l’uranio, è solo una scusa per scatenare l’inferno.

Chi veramente governa il mondo, i Gesuiti, i Sionisti, i Massoni neri, sta soltanto seguendo un’agenda (letteralmente insieme delle cose che devono essere fatte), sta svolgendo un compito preciso, quello di far adempiere le profezie bibliche sia dell’Antico sia del Nuovo Testamento (Apocalisse). Queste profezie prevedono che Israele sia aggredito nei tempi finali da Gog e Magog (Russia, Cina, Iran e loro alleati), che il teatro dello scontro decisivo, dove dovrebbero trionfare gli Ebrei, coincida con l’antica Palestina. Molti Ebrei attendono ancora l’avvento del Messia (falso Messia): costui tornerà solo se sarà ricostruito il Terzo Tempio e se saranno create le premesse per il Terzo conflitto globale. Si legga a tale riguardo il cosiddetto carteggio Pike-Mazzini.

Notiamo che queste previsioni bibliche si stanno avverando. In tale contesto, i vari protagonisti della politica internazionale assumono il ruolo di attori diretti da un regista che, come sempre, rimane nascosto e non combacia neppure con la megafinanza internazionale (Black rock, State Street, Vanguard), trovandosi molto più in alto. Si pensi a Donald Trump: egli incarna probabilmente la “Bestia” di Rivelazione. Non è un caso se fu eletto il 5 novembre del 2024: il 5 novembre è il “giorno delle polveri”. Non a caso, per essere sicuro di essere scelto come presidente degli Stati Uniti ricorse alla patetica farsa della sparatoria, inscenata 13 luglio 2024. E’ Trump a stabilire come e quando dare fuoco alle polveri? No, semmai l’influente genero, Jared Kushner, che lo convinse a riconoscere Gerusalemme come capitale dello Stato di Israele. Fu una decisione gravissima, perché irritò i Cristiani (non tutti, non i Cristiani filosionisti.) e i Musulmani per i quali Gerusalemme è città santa.

Accadrà il finimondo? Temiamo di sì, perché ai vertici sono tutti d’accordo. Ormai i vari governi (anche quello russo, cinese, gli esecutivi europei etc.) sono infiltrati da Gesuiti, Sionisti e Massoni: a loro, che sono apolidi e cinici, non interessa alcunché dei popoli e della loro identità culturale, che siano Semiti, Camiti, Indoeuropei, Africani, Asiatici…: i popoli possono essere tranquillamente vessati con le tasse più esose e le leggi più assurde, salvo poi, dopo averli spremuti come limoni, mandarli a combattere al fronte affinché si massacrino a vicenda. Se la gente comune non morirà al fronte, sarà sterminata dalle bombe e dai missili, come sta accadendo ora, ad esempio, a Tel Aviv, i cui abitanti pensavano di essere al sicuro, protetti dai mirabolanti sistemi antimissile come” Iron Dome”, sistemi che si sono rivelati un colabrodo. Ora vivono sulla propria pelle come i Palestinesi che cosa significa ritrovarsi la casa ridotta ad un cumulo di macerie. Forse lo comprenderemo anche noi Occidentali (Europei, Statunitensi, Canadesi…) , abituati, bene o male, a vivere nella bambagia, comunque con un tetto sulla testa. I potenti faranno leva, come accadde negli anni precedenti la Prima guerra mondiale (1914-1918), sull’odio etnico, sul nazionalismo, sulle differenze religiose (Ebrei e Cristiani contro Islamici sunniti e sciiti), sulla paura del nemico e delle sue presunte armi micidiali. Infine, vinta la resistenza di chi considera tutte le guerre (non esistono guerre giuste, sante e necessarie) solo strumenti per distruggere, destabilizzare e per istituire una dittatura mondiale (ab chaos ordo), comincerà lo spettacolo pirotecnico.

Come sempre il popolino si farà abbindolare, schierandosi da una parte o dall’altra, quando la contrapposizione non è orizzontale, ossia Ebrei contro Arabi, Cristiani contro Maomettani, Europei contro Levantini e via discorrendo, bensì verticale, cioè sedicenti “élites” contro i cittadini, a qualsiasi paese essi appartengano. Purtroppo riteniamo che le nazioni si faranno condurre al macello dai carnefici. Succederà quindi il finimondo? Crediamo di sì: il primo contraccolpo di una deflagrazione destinata ad estendersi (non dimentichiamo la Cina che, in modo del tutto pretestuoso, ambisce a conquistare Taiwan) sarà il collasso economico in Europa e Stati Uniti (inflazione, carenza di materie prime, tracollo di aziende ed imprenditori, impoverimento generale etc.). Non si può escludere, però, una “climax” dello scontro con bombardamenti su città e basi della N.A.T.O. in Europa, Italia inclusa. Non ci sentiamo di escludere una guerra guerreggiata anche in teatri che da decenni non vedono eserciti e battaglie. Questa è a grandi linee la trama degli accadimenti: resterebbe da tessere l’ordito, visto che la trama e l’ordito fanno il tessuto. Per chi fosse interessato appunto a conoscere anche l’ordito, consigliamo di approfondire gli aspetti simbolici, etnico-genetici, storico-culturali della questione, soffermandosi sui seguenti ambiti.



- Il significato del nome assegnato all’operazione attuata da Netanyahu, “Rising Lion”: esiste un collegamento con papa Leone XIV e soprattutto con la tribù di Giuda?
- Recenti acquisizioni genetiche ed archeologiche dimostrano che i Palestinesi non sono “sic et simpliciter “Arabi che vivono in Terra santa, ma discendenti dei Cananei che almeno dal 2000 a.C. sono insediati in Palestina e Terra di Canaan. E’ stato confermato che presso lo 0,01 per cento della popolazione mondiale è presente un rarissimo gruppo sanguigno, denominato MAL. Questo gruppo è concentrato tra gli attuali… Palestinesi.
- Gli odierni Israeliani sono per lo più di origine medio-orientale, africana ed asiatica, i Mizrahi, ed europea, gli Ashkenaziti (Letteralmente Germanici): gli Ashkenaziti non provengono dagli Ebrei della Palestina, ma da altre genti. Sono i Mizrahi, i Sefarditi e i Beth Israel i veri discendenti delle tribù ebraiche: i Beth Israel o Ebrei etiopi sono comunque un’esigua minoranza. Da un punto di vista religioso ed ideologico, gli Ebrei/Israeliani sono molto eterogenei: molti sono laici (44 per cento circa), altri sono antisionisti, altri professano dottrine che non si richiamano solo alla Bibbia, ma anche a tradizioni e testi tardo-antichi, medievali e moderni, ad esempio lo Zohar e il Talmud. I cosiddetti ortodossi (pressappoco 14 per cento nello Stato di Israele) hanno aggiunto molte prescrizioni ed insegnamenti rispetto a quelli riportati nella Torah, un po’ come è avvenuto con la Chiese cristiane che si sono discostate assai dal Cristianesimo delle origini.
- La Bibbia come testo per comprendere la geopolitica: in particolare i libri profetici, ma anche il Deuteronomio. In tempi non sospetti, abbiamo indagato il tema della possibile costruzione del Terzo Tempio e le sue ripercussioni sullo scenario internazionale. Vedi “Ufologia eretica, vol. II, 2024, pagg. 249-251, dove ci siamo soffermati sul rituale della giovenca rossa.
- Gli addentellati astrologici rispecchiano e predicono gli attuali nefasti accadimenti? Pare di sì. - Il nesso con la geoingegneria militare: le attività chimiche nella biosfera si intensificano in caso di conflitti o di situazioni che li precedono, inoltre esse aggravano la crisi idrica ed economica che è un obiettivo della cricca.
- Il ruolo dei Gesuiti: chi ritenesse che essi, ai vertici, siano tutti dei ferventi e caritatevoli cristiani, è invitato a leggere il loro spaventoso giuramento. Tra l’altro un vero cristiano non può giurare.
- La guerra come stratagemma per sfoltire la popolazione del pianeta, assieme ad altri mezzi, ad esempio, le pozioni magiche.

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mercoledì 11 giugno 2025

Ponte Morandi, la perizia svizzera scomparsa: non fu la rottura degli stralli a causare il crollo

E' una piovosa mattina del 14 agosto 2018. La visibilità è azzerata, per via di un violento nubifragio indotto tramite una mirata operazione di geoingegneria climatica. Il teatro è pronto per il misfatto. Alle 11:36 Il ponte Morandi di Genova collassa improvvisamente. Il crollo coinvolge una campata di circa 250 metri del viadotto Polcevera a Genova, causando la morte - secondo la versione ufficiale - di 43 persone ed il ferimento di diverse altre.

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Il ponte, progettato dall'ingegnere Riccardo Morandi ed inaugurato nel 1967, era gestito da Autostrade per l'Italia. Dopo il crollo è stato completamente demolito e sostituito dal nuovo ponte "Genova San Giorgio", progettato da Renzo Piano e inaugurato nell'agosto 2020.

Nonostante tutti gli elementi e le testimonianze portassero a supporre una demolizione controllata, immediatamente le autorità dichiararono che il gioiello dell'architetto italiano era crollato a causa di un cedimento strutturale. E' davvero così?

Occhio ai giudizi affrettati. La perizia dell’Empa (Swiss Federal Laboratories for Materials Science and research) finì con il ribaltare le affrettate tesi dell'allora ministro delle infrastrutture Toninelli e del ministero del Governo pentastellato dell'epoca: gli stralli ruppero dove non erano corrosi, quindi le cause del crollo andavano ricercate altrove e sinanco le responsabilità, evidentemente, tutt'ora attribuite esclusivamente alla società Autostrade dei Benetton e ad una supposta mancata manutenzione del manufatto.

Gli stralli non furono quindi la causa del crollo del Ponte Morandi. Questo noi lo sappiamo sin da subito ed è quel che asseriva la scomoda perizia dell’Empa (della quale ormai resta solo una parte epurata sul portale del Ministero), il laboratorio svizzero incaricato a suo tempo dall’autorità giudiziaria di esaminare i reperti provenienti da Genova, che, come riportava il Sole24Ore, documentò con foto e analisi come la parte di strallo disintegrata mostrasse “evidenti differenze” rispetto al caso di un cedimento strutturale. In altre parole: gli stralli del viadotto dell’A10 erano sì corrosi, ma sarebbero collassati nella parte “sana”! La causa del crollo del ponte, secondo la perizia, andava quindi ricercata altrove, ovvero nel cedimento di un’altra componente che avrebbe poi trascinato con se lo strallo incriminato.

Non era una novità da poco, nell’accertamento delle responsabilità sulla tragedia del 14 agosto 2018: di fatto, tutto l’impianto accusatorio del ministro Toninelli e del ministero delle infrastrutture e trasporti contro Autostrade per l’Italia si fondava su questa ipotesi: che a cedere fosse stato l’impalcato del cassone – la parte che si cianciava sostenesse (ma in realtà così non era, visto che la campata era progettata per restare in piedi senza i tiranti) la carreggiata proprio in corrispondenza del pilone con gli stralli – a causa della rottura di uno dei medesimi. Così fosse stato, sarebbe stata chiara la responsabilità di Aspi, relativa alla manutenzione del sistema e degli stralli, per l’appunto.

Le ragioni del crollo – si leggeva nella perizia, della quale, come si diceva, non v'è più traccia nè in tedesco né in italiano. E' praticamente sparita – sarebbero da ricercare invece in un’altra componente, che poi avrebbe forzato lo strallo a collassare: l’impalcato a cassone, in altre parole, sarebbe ceduto a causa di un fattore esterno. Esplosivo?

Già in precedenza Giuseppe Mancini, coordinatore dei periti di Autostrade per l’Italia e professore ordinario di Tecnica delle Costruzioni presso il Politecnico di Torino, aveva dichiarato che «quello che è finora emerso dalle analisi di Zurigo sembrerebbe confermare che il cedimento degli stralli non sia la causa del crollo del Ponte», aggiungendo che «Interpretando quanto riportato nella nota del laboratorio di Zurigo, con una corrosione media del 50% della totalità della sezione resistente dei fili ci sarebbe ancora un ampio margine di capacità resistente, tale da non poterne causare la rottura».

E ancora, a dicembre 2018, nel corso di una conferenza un altro accademico, era stato il professor Gianmichele Calvi, ordinario di Tecnica delle Costruzioni presso l’Università di Pavia ed esperto internazionale di tecniche della costruzione e di ingegneria sismica, a sostenere che «Per arrivare a far collassare uno strallo come questo è necessario ridurre del 70% tutti i cavi che stanno al suo interno. È un numero percentuale così elevato che è difficile pensare che possa essere stato questo ciò che è avvenuto perché fino a quel punto si hanno grandi spostamenti, ma l’impalcato resta in piedi”, dichiarazioni formulate da Calvi anche simulando le cause del crollo del Ponte Morandi grazie all’utilizzo di un innovativo software di analisi strutturale.

Ancora... Il professore e docente Enzo Siviero, ingegnere strutturale dichiarava: "C’è una fortissima probabilità, superiore al cinquanta per cento, che si tratti di attentato". Siviero, per anni docente allo Iuav di Venezia, che non è solo uno dei massimi esperti al mondo di ponti (è colui che ha collaudato «Calatrava» a Venezia; oltre ad aver scritto libri, realizzato centinaia di progetti e aver preso una laurea ad honorem in Architettura a Bari). Siviero, durante un'intervista televisiva dichiarò quanto segue: «Un attentato? Stanno circolando dei video e da questo punto di vista io non mi sento in questa fase di escluderlo. Anzi, è un’ipotesi che sto esplorando io stesso. La dinamica è compatibile». Di fronte all’incredulità del giornalista, il professore andò nei dettagli: «Il ponte Morandi è molto pulito, ha degli elementi, mancando i quali non tiene più. Se sono state messe delle microcariche di un certo tipo in pochi secondi salta. Al momento è un’ipotesi che valuto sopra al 50 percento. Ci sono dei lampi, c’è un crollo verticale, il cemento risulta carbonizzato. Insomma ci sono molti elementi». Ma chi sarebbe stato allora, gli veniva chiesto? «Autostrade è diventato il leader mondiale delle autostrade — affermava Siviero — ci sono altri soggetti che potrebbero essere interessati a prendere in mano le situazioni, non ci dimentichiamo che fine a fatto Mattei».

Dunque, sebbene come da tradizione consolidata ormai in questo paese per buona parte dei delitti e delle stragi che hanno interessato l'Italia, anche il caso del crollo del Ponte Morandi sembri un caso chiuso, non lo è affatto e delle versioni ufficiali poco ci importa. Il ponte Morandi non è crollato per un cedimento strutturale, ma è stato abbattuto. La verità sulle origini della tragedia è ancora lontana, insomma, ma da oggi abbiamo qualche certezza in più. Una su tutte: attenzione alle versioni di comodo.

Per approfondimenti si legga il nostro articolo del 30 agosto 2018 qui.

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venerdì 6 giugno 2025

Deliberata riduzione delle piogge: come e perché

In questi ultimi cinque giorni le attività di geoingegneria si sono notevolmente intensificate e purtroppo la stragrande maggioranza delle persone che osservano il fenomeno, non sono in grado di motivare la presenza di quelle scie, persistenti e non, che poi si espandono sino a creare delle compatte coperture artificiali che, contestualmente, dissolvono le nubi naturali (i cumuli) e trasformano il cielo in un letale sudario grigiastro.

Quali sono dunque i motivi per cui, in alcuni periodi, le operazioni si intensificano? Semplice: sono previsti in arrivo fronti perturbati, i quali saranno inibiti. Le precipitazioni saranno dunque ritardate e pioverà con meno intensità. In taluni casi, se però il fronte perturbato è troppo grande per essere distrutto, si inquineranno le nubi temporalesche, affinché l'acqua in esse contenuta, verrà additivata di magnetite e ferro, così da evitare il problema dei problemi: lo "scattering". Che cosa è lo "scattering"? E' un disturbo radio, procurato dall'acqua presente nelle nubi. L’umidità e le nuvole, soprattutto i cumuli che sono i serbatoi della pioggia e che si trovano a quote basse, sono nemiche dei sistemi radar e satellitari che operano in un particolare range di frequenze (banda KA). Le nubi naturali disturbano e diradano i segnali elettromagnetici. La magnetite ed il ferro permetteranno ai militari di vedere ugualmente attraverso i cumulonembi che, diversamente, creerebbero un muro invalicabile.

In questo periodo, durante il quale la guerra elettronica e l'impiego di micidiali armi comandate da remoto sono essenziali, è fondamentale che aerei civili e militari si adoperino per modificare a piacimento il meteo, con buona pace dei soliti negazionisti d'accatto che continuano a pubblicare inutili scartafacci di disinformazione sul tema.

Nelle mappe riportate in testa all'articolo si osservi come le coperture igroscopiche (definite "innocue velature" dai servizi meteo), fungano da barriera prosciugante, tanto che la perturbazione in arrivo dalla Francia nella serata del 30 maggio, è stata agevolmente fermata ai confini con il territorio italiano.

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