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lunedì 10 giugno 2019

Piove plastica



Il 14 maggio 2019 è stato pubblicato uno studio che fotografa perfettamente la situazione attuale, per quanto attiene all'inquinamento da nanoparticolato in atmosfera. I media mainstream ci hanno bombardato per mesi sulla responsabilità da imputare ai sacchetti di plastica abbandonata. Ciò sarebbe l'unica causa della presenza di microplastiche nei fiumi, nei laghi e nei mari. Ora, però, le analisi condotte dai ricercatori Gregory A. Wetherbee, Austin K. Baldwin e James F. Ranville, nell'ambito del "National Atmospheric Deposition Program", chiariscono la questione. Praticamente i microscopici frammenti di plastica, della dimensione di 0,45 micrometri e che sono molto simili a quelli che fuoriescono dalla pelle dei malati di Morgellons, scendono insieme con la pioggia! Questo non è un particolare irrilevante, in quanto sappiamo che le operazioni di geoingegneria clandestina prevedono l'impiego di nanoparticelle di plastica alle quali sono aggregati alcuni metalli, tra i quali il litio, lo stronzio, il manganese, il bario e, naturalmente, l'alluminio. Un'altra tessera del mosaico contribuisce a delineare il disegno complessivo riferibile alle funeste operazioni di aerosol comunemente note come "scie chimiche".

Lo studio è visionabile a questo link.
Qui il documento in formato PDF.

Articolo correlato: Studio francese attesta che l’ambiente è inquinato da polimeri di origine atmosferica

Di seguito l'introduzione allo studio e la traduzione automatica, eseguita con Google translator.

It is raining plastic
Open-File Report 2019-1048
By: Gregory A. Wetherbee, Austin K. Baldwin, and James F. Ranville
https://doi.org/10.3133/ofr20191048

First posted May 14, 2019

For additional information, contact:
Branch Chief, Hydrologic Networks Branch, Observing Systems Division
U.S. Geological Survey
12201 Sunrise Valley Drive, MS 412
Reston, VA 20192

Abstract

Atmospheric deposition samples were collected using the National Atmospheric Deposition Program / National Trends Network (NADP/NTN) at 6 sites in the Denver-Boulder urban corridor and 2 adjacent sites in the Colorado Front Range. Weekly wet-only atmospheric deposition samples collected at these sites during winter-summer of 2017 were filtered (0.45 micrometers, polyethersulfone) to obtain particulates washed from the atmosphere (washout). Plastics were identified on over 90 percent of the filters. The plastic materials are mostly fibers that are only visible with magnification (~40X). Fibers were present in a variety of colors; the most frequently observed color was blue followed by red > silver > purple > green > yellow > other colors. Plastic particles such as beads and shards were also observed with magnification. More plastic fibers were observed in samples from urban sites than from isolated, montane sites. However, frequent observation of plastic fibers in washout samples from the isolated Loch Vale site in Rocky Mountain National Park (elevation 3,159 meters) suggests that wet-deposition of plastic is ubiquitous and not just an urban condition. The mass of plastic in even the most concentrated samples was not large enough to weigh or reliably estimate. Developing a routine capability to calculate plastic wet-deposition loads is not possible with current technology. Counting plastic fibers under a microscope and multiplying the counts by a mean mass per fiber might be possible, but it is tedious, expensive, and has large inherent error. A means to estimate the recovery of the plastic materials from the NADP samples is needed. However, saving the NADP filters for subsequent analysis would make a washout deposition network possible with very little added expense, and methods could be developed to more accurately estimate plastic loads using the NTN. It is unclear how these plastic materials are accumulating and being assimilated in the environment and biota. Moreover, the potential effects of these materials on biota is not understood.

TRADUZIONE

I campioni di deposizione atmosferica sono stati raccolti utilizzando il National Atmospheric Deposition Program / National Trends Network (NADP / NTN) in 6 siti nel corridoio urbano di Denver-Boulder e 2 siti adiacenti nel Colorado Front Range. I campioni settimanali di deposizione atmosferica solo umido raccolti in questi siti durante l'inverno-estate 2017 sono stati filtrati (0,45 micrometri, polietersulfone) per ottenere particolati lavati dall'atmosfera (washout). Le materie plastiche sono state identificate su oltre il 90 percento dei filtri. I materiali plastici sono per lo più fibre visibili solo con ingrandimento (~ 40X). Le fibre erano presenti in una varietà di colori; il colore più frequentemente osservato è il blu seguito da rosso> argento> viola> verde> giallo> altri colori. Particelle di plastica come perline e frammenti sono state osservate anche con l'ingrandimento. Sono state osservate più fibre di plastica in campioni provenienti da siti urbani che da siti montani isolati. Tuttavia, l'osservazione frequente di fibre plastiche in campioni di washout dal sito di Loch Vale isolato nel Parco Nazionale delle Montagne Rocciose (elevazione 3.159 metri) suggerisce che la deposizione di plastica a umido sia onnipresente e non solo una condizione urbana. La massa di plastica anche nei campioni più concentrati non era abbastanza grande da poter essere pesata o stimata in modo affidabile. Lo sviluppo di una capacità di routine per calcolare i carichi di deposizione a umido di plastica non è possibile con la tecnologia attuale. Il conteggio delle fibre di plastica al microscopio e la moltiplicazione dei conteggi per una massa media per fibra potrebbe essere possibile, ma è noioso, costoso e ha un grande errore intrinseco. È necessario un mezzo per stimare il recupero dei materiali plastici dai campioni NADP. Tuttavia, il salvataggio dei filtri NADP per analisi successive renderebbe possibile una rete di deposizione washout con pochissime spese aggiuntive, e potrebbero essere sviluppati metodi per stimare con maggiore precisione i carichi di plastica usando l'NTN. Non è chiaro come questi materiali plastici si accumulino e vengano assimilati nell'ambiente e nel biota. Inoltre, i potenziali effetti di questi materiali sul biota non sono compresi.

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mercoledì 3 luglio 2013

Il futuro secondo la N.A.S.A.

Un agghiacciante documento della N.A.S.A., l'agenzia militare sotto le pallide sembianze di ente scientifico, non solo conferma quanto, in questi anni, gli scienziati ed i ricercatori indipendenti hanno acquisito circa i piani delle élites mondialiste, ma prospetta pure uno scenario che potremmo definire, mutuando un termine della cosmologia, “singolarità”. Per singolarità intendiamo un punto di non ritorno dove l’essere umano e la natura, mediante processi tecnologici, sono trasmutati in qualcosa di inumano e di innaturale. E’ una zona in cui tutto quanto appartiene all’humanitas è definitivamente cancellato.

Il testo, redatto da Dennis M. Bushnell, “scienziato capo” che opera nel famigerato "Langley research center", si intitola in modo eloquente “Future strategic issues – Future warfare”, ossia “Questioni strategiche del futuro – Il sistema bellico futuro”. Il sottotitolo non è meno significativo “The ‘bots, ‘borgs & humans welcome you to 2025 A.D”., “Gli automi, gli esseri bionici e gli uomini ti danno il benvenuto nel 2025”.

Il materiale è molto eterogeneo, spaziando dall’informatica alla bionica, dalla genetica all’economia, dalla demografia alla medicina… E’ impossibile quindi solo riassumere il dossier, a causa della sua complessità e della struttura non lineare, contraddistinta da continui rinvii interni, ma è agevole individuarne il Leit-motiv: una visione transumanista e tecnotronica della realtà.

Un prefissoide rivelatore è “tele”, che vale “da lontano”, “ a distanza”, ma con cui soprattutto si sottolinea il carattere telematico del “new world”: in una società digitale, i rapporti umani, la vicinanza agli altri sono sostituiti da un asettico contatto, mediato dai sistemi cibernetici. Le parole-chiave sono perciò “tele-acquisto”, “tele-intrattenimento”, “tele-istruzione”, “tele-medicina”, “tele-commercio”, “tele-politica”, persino il paradossale “tele-socializzazione”.

E’ naturale: si auspica una mutazione antropologica consistente nell’ibridazione tra organico ed inorganico, sfruttando soprattutto le risorse della nanotecnologia. Ad esempio, la scheda denominata “The ultimate education approach - Plug and play”, “Il definitivo approccio all’istruzione – Inserisci ed usa”, senza tanti giri di parole, decanta un dispositivo di silicio da impiantare nell’encefalo per scaricare informazioni in modo rapido così da favorire l'apprendimento di nozioni in pochi minuti, anziché in molti anni (sic). E’ palese la concezione biologista che identifica la mente e la coscienza con il cervello. Questa interpretazione dipende da quegli indirizzi psicologici secondo cui l’intelligenza di un computer è identica, da un punto di vista qualitativo, a quella umana, trattandosi entrambi di sistemi computazionali. Tra gli altri, il filosofo della scienza, Searle, ha dimostrato che tale equivalenza è erronea, poiché la macchina, per quanto rapida ed efficiente, non è in grado di cogliere i significati dei messaggi.

Si ammettono gli effetti deleteri delle microonde sugli organismi con le seguenti parole: “Decremento delle prestazioni comportamentali, convulsioni, rilevante alterazione delle funzioni cerebrali, aumento del flusso sanguigno nell’encefalo dal 30 al 100 per cento, morte”.

E’ ovvio che in un documento enciclopedico come questo non può mancare una parte dedicata alla Biogeoingegneria, nei termini già evidenziati dalla giornalista investigativa Carolyn Williams Palit. In particolare, il modulo “Bio revolution applications”, “Applicazioni della rivoluzione biologica”, menziona “polimeri atti a favorire la crescita delle piante” (come no…), “geni di ragno incrociati con materiale cromosomico estratto dal latte delle capre per ottenere ‘ragnatele’ iperresistenti”... ricordate le "tele di ragni volanti" del chimico Simone Angioni?

In molte sezioni è citata la smart dust. Qualcuno, un negazionista sotto mentite spoglie, l’ha definita una “boiata pazzesca”… Addirittura tra le risorse energetiche di un prossimo futuro è indicata la Z.P.E., l’energia del punto zero, conosciuta anche come “energia della fluttuazione quantistica del ‘vuoto’”.

Insomma è descritta una società post-orwelliana: è delineata una distopia presentata, però, come il migliore dei mondi possibili, popolato di animali bionici, di alberi transgenici, di ubiqui strumenti per la sorveglianza. Si progetta un pianeta “protetto” da armi nucleari, elettromagnetiche, chimiche, batteriologiche… mentre in ogni dove incrociano i droni-spia.

Alla creazione di questo testo da incubo hanno collaborato vari funesti enti governativi, non solo statunitensi, tra cui l’O.N.I., l’Office of naval intelligence, l’agenzia che gestisce le micidiali operazioni di aerosol chimico-biologiche…. La “scienza” prometeica, la pazzia sono targate N.AS.A.

Ringraziamo l’amica Barbara Stanley per la preziosa segnalazione.



Fonte: fedgeno.com


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