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mercoledì 19 settembre 2018

Una Hollywood planetaria



Scrive il filosofo Jean Baudrillard: “E’ nella sfera dell’informazione che si vede più chiaramente l’evento cortocircuitato dal suo ritorno-immagine immediato. L’informazione è sempre già data. In caso di catastrofe, i giornalisti ed i fotoreporter sono sul posto prima dei soccorsi. Se potessero, ci sarebbero già prima della catastrofe – e la cosa migliore sarebbe addirittura inventare o provocare l’evento per avere la precedenza, se non l’esclusiva. Intercorre una grossa differenza tra l’evento che avviene (che avveniva) nel tempo storico e quello che avviene nel tempo reale dell’informazione. Alla pura gestione dei flussi e dei mercati sotto il segno di una deregulation planetaria, corrisponde l’evento mondiale o piuttosto il non-evento mondializzato: i Mondiali di calcio, l’anno 2000, la morte della Principessa Diana, Matrix etc. Che questi eventi siano o non siano fabbricati, ad orchestrarli è l’epidemia silenziosa delle reti di informazione: fake events”. J. Baudrillard, Il patto di lucidità o l’intelligenza del Male, 2006).

Il pensatore francese coglie nel segno: nella società attuale l’avvenimento in sé perde rilevanza empirica per slittare nella sfera della finzione e della simbologia. Così un accadimento come il crollo del viadotto Morandi presto trapassa nella dimensione mediatico-romanzesca con ampio ricorso ad espedienti narrativi: crisis actors, filmati dove gli automezzi compaiono dal nulla e scompaiono come in una pellicola di fantascienza, aggiunta di aneddoti… E’ paradossale che il fatto, arricchito di ingredienti fantastici ed inverosimili, sia recepito ancora dalla massa teledipendente come fatto e non come opera narrativa.

Non si rintraccia solo l’esigenza, per opera del sistema, di nascondere la verità, annebbiando l’avvenimento dietro una cortina fumogena di stratagemmi romanzeschi, ma soprattutto la necessità di confezionare un evento che promuova una serie di reazioni nell’opinione pubblica in un effetto domino. Una branca della Glottologia è la Pragmatica, il settore che studia gli atti determinati dalla comunicazione: il linguaggio non è volto solo a trasmettere messaggi, bensì a provocare un feedback.



Ci si esprime per ordinare, per commuovere, per convincere, per ammonire, per ottenere qualcosa, persino per spaventare: nel mondo odierno in cui la comunicazione si realizza per lo più attraverso le immagini, anzi per mezzo di rutilanti ma vuoti simulacri, i media ufficiali enfatizzano nel racconto aspetti iconici e cromatici di grande impatto emotivo: l’autocarro della Basko, la rosa tatuata su una spalla di uno dei feriti (?), la sequenza reiterata del ponte con i monconi, i resoconti immaginosi dei “testimoni”… Di là dagli interessi politici, strategici ed economici, interessi che l’orchestrazione del collasso implica, si afferma il bisogno di penetrare nel subconscio creando delle scosse psicologiche del tutto equivalenti a quelle procurate dai colpi di scena che costellano un teleromanzo o un lungometraggio d’azione. Ha ragione Baudrillard: oggigiorno la tragedia, ad esempio una guerra, ha perso il suo carattere di massacro reale per fissarsi nel “puro calco della teoria e della pratica cinematografiche. Ciò cui assistiamo, annichiliti sulle nostre poltrone, non è come un film, ma è precisamente un film” con adeguati sceneggiatura, montaggio, regia. […] “La guerra sul terreno diviene un gigantesco effetto speciale, il cinema diviene il paradigma della guerra e noi la immaginiamo ‘reale’, quando è solo lo specchio della sua essenza cinematografica”.



Quali sono le risposte che la Hollywood planetaria, il complesso dei media mainstream, mira a conseguire? In primo luogo un atteggiamento rinunciatario, l’assuefazione al Male, l’insensibilità, l’acquiescenza: così si possono tranquillamente incendiare le foreste primarie, perpetuare lo sfruttamento dei diseredati, sterminare e snaturare etnie, portare all’estinzione migliaia di specie animali e vegetali, ammorbare la biosfera con le chemtrails, senza che alcuno reagisca; la vera reazione che gli apparati si prefiggono è la NON-REAZIONE. Uomini ridotti a larve, ad automi, asserviti ad una tecnologia non neutra come un coltello, che si può usare per uccidere o per tagliare un frutto, ma in sé dannosa, anzi mortale (si pensi al 5G).

Qual è la via d’uscita, se esiste? Baudrillard suggerisce di sabotare in ogni modo possibile la téchne. Il neo-luddismo che egli propugna ci porterebbe ad un’era pre-industriale in cui perderemmo quasi tutte le comodità per recuperare un barlume di coscienza. Il suo consiglio, però, naufraga se è diretto a chi non interessa un fico secco della coscienza, perché non sa neppure che cosa sia.



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Range finder: come si sono svolti i fatti

martedì 16 agosto 2016

Ritratto dell’ufficialista



Non esistono poteri buoni. (F. De André)

Chi è l’ufficialista? Quali sono le sue caratteristiche salienti? In che cosa si differenzia dal negazionista? Proviamo a rispondere a queste domande in maniera concisa, ma, per quanto possibile, esauriente.

In primo luogo bisogna precisare che “ufficialista” non è sinonimo di “negazionista” (o disinformatore o depistatore o occultatore): ufficialista è, infatti, chi accetta per mera dabbenaggine e pigrizia mentale le versioni canoniche dei fatti, versioni ammannite dalle agenzie di stampa e dai media di regime, senza porsi domande, come fossero oro colato. Il negazionista, invece, è un mentecatto in perfetta mala fede che, in quanto riceve congrui compensi e privilegi e/o per fanatismo, diffonde menzogne sulla Rete ed altrove, attacca e denigra ricercatori indipendenti e cittadini non allineati. Propala fandonie, ma conosce le verità che si affanna a nascondere.

L’ufficialista è un individuo di scarsissima intelligenza: non solo accoglie in modo del tutto ingenuo le ricostruzioni di regime, ma ne introietta i continui aggiustamenti, senza accorgersi che sono in contraddizione tra loro.

All’ottusità si associa poi un atteggiamento di grettezza ed egoismo: l’ufficialista bada solo ai suoi interessi, al suo orticello, noncurante persino del destino di amici e parenti stretti. Egli considera la Rete un’accozzaglia di sciocchezze, mentre si affida alla televisione, in particolare ai notiziari reputati fonti della pura verità. Pende dalle labbra degli “esperti” (medici, scienziati, economisti, giurisperiti, opinionisti…) ritenuti non solo competenti, ma anche infallibili. Una sua frase topica è la seguente: “Se fosse vero, l’avrebbero detto in televisione”.



A prescindere dal titolo di studio, l’ufficialista difetta di senso critico, di capacità di analisi e di sintesi. Al cospetto dell’establishment ha un contegno incoerente: da un lato tuona contro l’inefficienza della classe “politica”, dall’altro continua a legittimarla con il voto ed accreditandole funzioni di cui è priva, non comprendendo che i “politici”, a qualsiasi partito appartengano, sono burattini, esecutori dei piani orditi da chi sta più in alto, ad esempio gli usurai internazionali. In tale contesto spicca il suo settario ed anacronistico dualismo: “Destra” contro “Sinistra”, “fascisti” contro “comunisti”. Questa falsa dicotomia imprigiona i sudditi in un’arena dove si svolgono finti combattimenti tra galli: la “politica” come intrattenimento.

L’ufficialista venera la “scienza” dei documentari, ossia quel cumulo di cialtronerie e di frottole confezionate per un pubblico di teledementi, inclusi quelli che si appassionano alla fanta-astronomia a base di pianeti pressoché identici alla Terra distanti migliaia di anni luce da noi, di spazio vuoto che si curva, di prossima colonizzazione dello spazio e baggianate simili.

In fondo, la mentalità del credente è quella del “borghese piccolo piccolo”, un modo di “pensare” perbenista, angusto, pieno di soggezione e servilismo nei confronti dei potenti. Egli vive in una casa di bambole dove solo per caso può filtrare una verità scomoda: quando essa si insinua, è comunque subito esorcizzata attraverso la creazione di una realtà parallela, fittizia: è questa una reazione paranoica che accomuna il seguace del sistema al classico disinformatore sciacondensaro.

L’incongruenza maggiore in cui resta invischiato l’ufficialista riguarda la natura degli esecutivi: secondo l’ideologia, il governo di “sinistra” o di “destra” è, a suo parere, composto da disonesti ed incapaci, anzi da delinquenti, eppure non sono tanto criminali da consentire un genocidio come la biogeingegneria illegale o scelleratezze analoghe. Di fronte alla geoingegneria clandestina alias scie chimiche, il nostro eroe palesa un comportamento improntato ad incredulità mista a supponenza. Qualora riesca ad afferrare qualche concetto inerente alla “guerra climatica”, si chiude subito a riccio, concludendo “Tanto, prima o poi, si deve morire”.

Quando, però, giunge il momento fatale, l’ufficialista, tanto smargiasso prima, si mostra come il più spaventato, il più codardo.


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Range finder: come si sono svolti i fatti

mercoledì 15 giugno 2011

Dov'è andato Adam?

La censura conosce due forme estreme: la cancellazione di ogni contenuto sgradito al sistema; la pubblicazione di certi contenuti sgraditi al sistema, ma astutamente manipolati. Delle due forme, la seconda è più pericolosa.

Ultimamente sono stati realizzati, a nome di Adam Kadmon, due filmati di obliqua disinformazione. Nel primo si descrivono le attività di aerosol clandestine come dovute a sonde (le sfere) che, stando a quanto dichiarato, creerebbero ologrammi con l’aspetto di aerei. Tuttavia gli aerei olografici, per quanto ci consta, non decollano né hanno incidenti. Non è forse un caso se questa stessa bislacca ipotesi è stata ventilata da Tom Bosco e dal suo mentore, Andrea Rampado di "Nexus", rivista indipendente solo all’apparenza.

Nell'ultimo video, in riferimento al "batterio killer" Escherichia.coli, Adam Kadmon si spinge oltre, affermando, verso la fine del documento, che il microorganismo potrebbe essere stato creato in laboratorio dai cosiddetti jidahisti. Secondo lui, o secondo chi manovra Adam Kadmon, il microorganismo sarebbe stato diffuso dai terroristi musulmani per vendicare la morte di Osama Bin Laden (sic). L’autore deplora che il governo statunitense non abbia mantenuto il riserbo sull’uccisione di Bin Laden, esponendo così l’Occidente alla ritorsione di Al Qaeda (leggi Al C.I.A.da).



A conferma delle nostre legittime perplessità, sollevate dai recenti exploits di Adam Kadmon (o da coloro che sono, magari, subentrati a lui), si aggiungono altri fattori importanti.

- Adam, o chi per lui, non ha accettato due nostri commenti, anzi ha rimosso il primo, dopo una prima sua "improvvida" pubblicazione.

- “La sentinella dell’informazione” ora, quando inserisce i suoi interventi, non scrive più, esprimendosi in prima persona singolare, ma con il “noi”: "Noi abbiamo...", "Ci siamo...", "Intendiamo ricordare..." etc.

L'ultimo nostro commento che è stato censurato è il seguente:

“Sono allibito: che cosa c'entrano i cosiddetti "terroristi islamici" con il batterio killer? Solo nei laboratori militari di Stati Uniti, Russia, Canada, Cina etc. hanno il know how, le risorse e le tecnologie per creare batteri modificati geneticamente”.

Le ipotesi quindi sono due.

1) Adam Kadmon ha pazientemente tessuto la sua tela per acquisire via via visibilità e credito, per poi iniziare a disinformare, intrecciando mezze verità a menzogne ufficiali. E’ solo l’ultimo caso di una lunga serie.

2) Adam Kadmon è stato sostituito.

Propendiamo per la prima ipotesi.

La parabola di Adam Kadmon è molto istruttiva: da voce fuori dal coro a falso divulgatore di segreti. Il tutto è avvenuto sotto l’egida di una rete televisiva appartenente al sistema, che già nelle ultime puntate di "Mistero" (si pensi all'imbiguo servizio sul Morbo di Morgellons), aveva manifestato chiari segnali di deriva. Adam, subìto un processo di sblendorizzazione, è ora adatto ad ingrossare la legione degli agenti di controllo.


NOTA: Il video sul batterio killer è sul sito ufficiale della trasmissione “Mistero” (Mediaset) ed è stato realizzato dallo stesso studio di produzione, Quadrio TV, che ha creato i servizi mandati in onda da Italia 1. Ciò presuppone una precisa regia.


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Range finder: come si sono svolti i fatti

giovedì 26 maggio 2011

La C.B.S., le scie chimiche e le autorità

Recentemente la C.B.S., una delle principali reti televisive statunitensi, un organo senza dubbio di regime, ha dedicato un servizio alle scie chimiche. Che pensare? I "giornalisti" sono simili a juke-box che strimpellano una canzone, se inserisci una moneta: nondimeno, di fronte ad una protesta montante contro la geoingegneria, anche i pennivendoli sono costretti ad occuparsi di problemi seri, una tantum.

Così la C.B.S. nel suo documento si barcamena, dà un colpo al cerchio ed uno alla botte, usa il solito linguaggio orientato, ma ci offre su un piatto d'argento il prototipo del "politico" maneggione che, con sguardo lesso e voce bolsa, giura e spergiura di non sapere nulla. E' pur sempre una soddisfazione vedere messo alla berlina questo viscido e squallido personaggio che incarna l'infinita miseria di una classe di parassiti. Sarebbe bello vedere un giorno un parlamentare italiano incalzato da un cronista sulle irrorazioni clandestine: biascicherebbe qualche patetica scempiaggine.

Purtroppo temiamo che programmi come "Anno pero", "Mi manda Beltè"... continueranno a cianciare di festini e di baccanali, fingendo di criticare il potere che i media stessi avallano con il loro strabismo.




Quando anche la C.B.S. "scende in campo" e si ritrova a dover mandare in onda un servizio sulle chemtrails, vuol dire che la pentola bolle e nessun coperchio serve a contenerne la pressione. Da un lato vediamo i soliti esseri umani inermi che cercano ingenuamente risposte dalle autorità, dall’altra un immobile ed incartapecorito senatore che nega, con sguardo catatonico e lacrimoso, l’esistenza stessa delle scie chimiche.

Il servizio si chiude con l’invito a fotografare e spedire l’evidenza delle irrorazioni chimiche aeree alla C.B.S., ma che senso ha? Ha ancora senso fotografare le scie chimiche? Dopo vent'anni di brutali irrorazioni ancora qualche essere umano ha dubbi in proposito? Non vogliamo cadere in questa ritualità duale. E’ il concetto stesso di autorità che deve essere invertito. Non alle autorità dobbiamo chiedere lumi ma a noi stessi, forse a quell’innato istinto di verità che dovrebbe albergare in ognuno di noi.

Le cosiddette autorità, nel peggiore dei casi, obbediscono ad ordini superiori ignare forse a loro volta del vero significato e delle finalità delle scie chimiche. Noi sappiamo bene che sono pericolose e che non servono certo a proteggerci. Sono anche convinto che qualcuno, in parziale buona fede, pensi che siano un male necessario. Noi siamo convinti del contrario e, in assenza di informazioni ufficiali (dati ufficiali, tuttavia, non mancano sulla cosiddetta geoingegneria n.d.r.), la nostra parola di cittadini in buona fede vale sicuramente molto più della loro.

Che ognuno si attivi: nessuna scusa è ad oggi più tollerabile.


Fonte: freeskies



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sabato 8 gennaio 2011

Alternativa 3

“Alternativa 3” [ VIDEO ] è un programma televisivo, trasmesso una sola volta nel Regno Unito nel 1977 e successivamente andato in onda in Australia e Nuova Zelanda, ufficialmente come una beffa, sulla scia della produzione radiofonica di Orson Welles, "La guerra dei mondi".

Il programma fu originariamente concepito per essere trasmesso il giorno 1 aprile 1977. La messa in onda fu, però, ritardata fino a giugno. I titoli di coda indicano la data del giorno 1 aprile.

"Alternativa 3" fu la puntata conclusiva di una serie documentaristica, intitolata “Science report”. I documentari, prodotti dalla rete “Anglia Television”, furono conclusi con la puntata scritta da Chris Miles e da David Ambrose e per cui Brian Eno compose la musica.

La ricostruzione comincia con una serie di misteriose sparizioni che coinvolgono fisici, ingegneri, astronomi. Tra le strane morti è riportata quella del Professor William Ballantine di Jodrell Bank.

Nella ricerca presentata nella puntata viene ipotizzato che gli scienziati scomparsi sono stati impegnati in un piano segreto statunitense-sovietico per la terraformazione di Marte, suggerendo che i viaggi interplanetari sono possibili da molto più tempo di quanto sia comunemente creduto. Il programma ospita l'astronauta Apollo Bob Grodin (interpretato dall'attore Shane Rimmer) che sostiene di essersi imbattuto in una misteriosa base lunare durante la sua missione.

Poiché i ricercatori hanno determinato che la Terra non sarà in grado di sostenere la vita per molto tempo, a causa dell'inquinamento che porta a cambiamenti climatici catastrofici, il fisico Dr Carl Gerstein (interpretato da Richard Marner) afferma che si prospettano tre alternative per affrontare il problema. La prima alternativa è la drastica riduzione della popolazione umana sulla Terra ed il concomitante impiego di strumenti ad hoc per preservare delle condizioni climatiche miti in aree riservate ai maggiorenti. La seconda opzione è la costruzione di vasti rifugi sotterranei destinati alle élites ed al personale necessario al funzionamento delle strutture ipogee, fino a quando il clima si sarà stabilizzato. La terza alternativa, la cosiddetta "Alternativa 3", è la colonizzazione di Marte, attraverso una stazione d'appoggio sulla Luna.

Il programma termina con un lavoro investigativo, sulla base di informazioni raccolte da Grodin: i giornalisti, grazie ad uno speciale dispositivo di decodifica, riescono a vedere il filmato della videocassetta che il radioastronomo Ballantine aveva inviato ad un suo amico, direttore di un giornale prima di essere eliminato. Nel filmato si assiste ad un atterraggio sulla superficie di Marte nel 1962! Russi e Statunitensi, galvanizzati, celebrano il successo dell'operazione con esclamazioni di giubilo, ma all’improvviso essi si accorgono che qualcosa si muove sotto il suolo marziano…

Adam Kadmon mette in evidenza le singolari coincidenze legate alla trasmissione: nella seconda metà degli anni 70 erano “profetizzati” eventi che sono poi occorsi. La glaciazione, preannunciata in “Alternativa 3”, di cui si notano i prodromi, sarebbe stata preceduta dall’intensificazione dei fenomeni vulcanici e tettonici, da sconvolgimenti climatici, incendi rovinosi.

Molti scienziati che si occupavano di ricerche nel campo dell’astronautica sono effettivamente scomparsi in circostanze misteriose. Questa ecatombe ha precorso la strage degli ufologi e dei genetisti: genetica ed ufologia sono campi assai delicati, poiché connessi con segreti inconfessabili custoditi dai vertici delle classi dirigenti.

Insomma, se “Alternativa 3” fu una burla, fu uno scherzo con sorprendenti anticipazioni degli avvenimenti posteriori e dai numerosi addentellati con le investigazioni sotterranee in merito ai risultati della scienza e della tecnologia militari, settori avanti almeno di molti decenni rispetto ai rispettivi ambiti civili. L’accuratezza degli “oracoli” può dipendere o dall’avanzato livello della geologia, della climatologia, della cosmologia, con cui furono elaborati precisi modelli di previsione delle dinamiche geo-climatiche, o si potrebbe spiegare con l’orchestrazione, per opera del governo occulto, del destino mondiale.

Di primo acchito il programma pare accreditare l’ipotesi secondo cui gli U.F.O. sarebbero astronavi di fabbricazione terrestre, basate su sistemi propulsivi avveniristici (sistemi antigravitazionali, uso della zero point energy …), ma il quadro è forse più complesso. Certe tecnologie potrebbero essere il frutto di retroingegneria (Philip Corso docet), inoltre il terraforming del “pianeta rosso”, attuato, secondo la ricostruzione, con ordigni nucleari, potrebbe aver innescato una reazione “esterna” dalle conseguenze imprevedibili…


Fonti:

Adam Kadmon, I segreti di "Science report", 2011
Enciclopedia della televisione, Milano, 2008, s.v. "Science report"






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giovedì 18 novembre 2010

E se domani...

Recentemente è andata in onda una puntata della nuova trasmissione di RAI 3, “E se domani”. Il fiacco programma, condotto da Alex Zanardi, avrebbe l’ambizione di illustrare e prefigurare scenari futuri e futuribili, sempre nel segno dell’idolatria della Scienza, sulla scia di format come il menzognero “Superquark” ed il polveroso “Ulisse”.

La puntata era dedicata alle mirabolanti “prospettive” della geo-ingegneria (il controllo del tempo e del clima) con fini “benevoli”, come l’indebolimento o la diversione degli uragani. E’ stato quindi ostentato il lato buono delle manipolazioni climatiche. Sorvoliamo sulla partecipazione al programma di Massimo Cacciari, sedicente filosofo, personificazione dell’ignoranza imbellettata di saccenteria e su un altro insulso ospite che ha tessuto il consueto elogio degli scienziati, trascegliendo le figure di Galileo Galilei, Isaac Newton, Charles Darwin, Albert Einstein. Sono tutti scienziati sopravvalutati, le cui acquisizioni sono oggi discusse o ridimensionate, soprattutto quelle di Darwin. Già questo denota la pochezza e la banalità del programma.

Accantoniamo, però, questo aspetto per evidenziare, invece, il ruolo di Franco Prodi, responsabile del C.N.R. per i cosiddetti studi sui “cambiamenti climatici”. Prodi è apparso il classico finto tonto che ha simulato di saper poco sulle tecniche di manipolazione meteorologica, lui che in Italia è dentro fino al collo alle attività di geo-ingegneria. L’esperto ha descritto tecniche archeologiche per intervenire sui fenomeni atmosferici (come l’uso di cannoni anti-grandine), evitando accuratamente di sfiorare temi che potessero apparire collegati alle chemtrails.

Il fine è evidente e l’anticipammo tempo fa nell’articolo “Scie chimiche: le possibili menzogne future”, ossia abituare, un po’ alla volta, l’opinione pubblica ad accettare le massicce operazioni chimiche e biologiche come "rimedi" contro l’"effetto serra" o come extrema ratio per indebolire e deviare tempeste tropicali e cicloni: l’ineffabile Cacciari ha pure sinistramente evocato “un dittatore buono” in grado di ponderare rischi e vantaggi di operazioni meteorologiche e climatiche per decidere in vista del male minore.

“E se domani”, quindi, non ci è parso una sia pur parziale divulgazione circa le scie chimiche, quanto una strategia di assuefazione e depistaggio dietro la parziale ed ambigua ammissione che qualche esperimento potrebbe essere compiuto nei nostri cieli, qualora dovesse essere necessario.

La prossima “verità” futura inerente alle chemtrails sarà quasi certamente riferita alla fandonia del cosiddetto “effetto serra”, anzi questa versione di regime comincia già a fare capolino: infatti “in questa trasmissione si è ammesso palesemente che siamo a buon punto nell'asservimento delle forze della natura e si sono persino forniti dei dati impressionanti sull'uso di certe tecnologie all'estero, in particolar modo in Cina ed in Russia”. (C. Penna). Tuttavia non crediamo di sbagliarci, se pensiamo che la successiva “verità” ufficiale riguarderà l’esigenza di garantire l’energia elettrica ed i servizi essenziali che da essa dipendono, quando una formidabile tempesta solare (naturale? Artificiale? Naturale, ma diretta e rafforzata con dispositivi ad hoc?) causerà un black out in quasi tutto il pianeta. E’ plausibile che le operazioni chimiche saranno presentate come la lungimirante attività atta ad approntare una gigantesca rete wireless o come l’implementazione di un progetto volto a connettere gli abitanti di Gaia ad un sistema informatico centrale, anche a prescindere da eventi cosmici dirompenti.

E se domani... ci ritrovassimo al buio, con un cielo di pece in cui continua ad echeggiare il sordo rombo degli aerei?



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martedì 25 maggio 2010

Voyager: un viaggio allucinante

Absit iniuria verbis

Il programma “Voyager” ha ormai preso una bruttissima piega. Intendiamoci: è sempre preferibile alle indigeste pietanze ammannite da Piero Angela e dinastia, da Bario Tozzi ed istrioni simili. Alcuni servizi del programma condotto dal giunonico Giacobbo sono passabili e comunque innocui: ad esempio, il documento trasmesso lunedì 17 maggio 2010, su Petra, la città rupestre, capitale dei Nabatei, è stato decente, ma ormai la trasmissione sta scivolando su una pericolosa china.

Vero è che i "critici" televisivi, abituati a sbeffeggiare Giacobbo, adesso stanno infierendo contro "Mistero": infatti, mentre ormai “Voyager” è stato normalizzato, il programma condotto da Raz Degan pare svincolato da rigidi controlli censori (tanto cari al sistema ed ai pennivendoli che incensano i potenti) sicché si è attirato le stoccate di intellatuolloidi falliti. E' il caso di Nanni Delbecchi che, sulla testata Il Fatto quotidiano, giornale diretto dal cicisbeo riccioluto, si affanna a beccare, come un cappone di Renzo, "Mistero". In una sua scervellata recensione intitolata “Tanto Kitsch a Mistero", il Delbecchi non lesina sberleffi contro Raz Degan, Daniele Bossari e Marco Berry. Più, infatti, che criticare i contenuti della trasmissione su cui, tra l'altro, lo scombiccheracarte è un perfetto incompetente, schernisce l'attore israeliano e gli inviati, con un umorismo di bassa lega e con toni sprezzanti da scrittore frustrato che, non essendo riuscito a trovare un editore disposto a pubblicare il suo romanzetto, si accanisce contro i personaggi popolari purchessia. La pasquinata del Delbecchi, vero campionario di strafalcioni e di nefandezze (il gazzettiere palesa la stessa dimestichezza con la lingua italiana di Kattivix, lo stupratore per eccellenza del nostro idioma), è strumentale: nel suo livoroso delirio, l'autorucolo mira a distruggere la produzione di Italia 1 affinché i messaggi su scie chimiche ed altri temi scomodi siano gettati nella Gehenna dove brucia la spazzatura televisiva. Delbecchi evidentemente dimentica tutta l'immondizia giornalistica che egli, con molti altri suoi sodali, offre ad ingenui lettori, convinti di abbeverarsi alla fonte cristallina dell'informazione "libera", mentre trangugiano acqua putrida e maleodorante.[1]

Non a caso, l’imbonitore evita accuratamente anche solo di accennare alle chemtrails, intento solo a chioccolare amene sciocchezze dal basso della sua infinita ignoranza.

Mentre così si intensifica la denigrazione di Raz Degan (questa campagna diffamatoria ricorda quella perpetrata nei confronti di Maurizio Decollanz, una crociata che si è improvvisamente interrotta, non appena l'ideatore di Rebus è rientrato nei ranghi, guadagnandosi le viscide adulazioni del C.I.C.A.P.), “Voyager” procede, passo dopo passo, verso l'abisso della disinformazione, spacciata per indagine su temi enigmatici e di nicchia.

Ecco allora spuntare un documentario di tenore transumanista con cui si propone "un'affascinante viaggio nel fantascientifico mondo dei cyborg, i cosiddetti uomini-macchina" (Roberto Giacobbo). Nonostante qualche timidissima perplessità, il contributo, denominato "Superuomini", tende a presentare foschi scenari transumanisti come il migliore dei mondi futuribili. Nel servizio, neuroscienziati neuropatici decantano le "magnifiche sorti e progressive" di impianti cerebrali, di microprocessori sottocutanei che ci permetteranno di aprire le porte, senza chiavi e di accendere le luci, senza dover durare la fatica di pigiare un interruttore. Capirai... qualcuno ci deve tergere il sudore. Non manca l'elogio degli strumenti nanotecnologici dipinti come mezzi per guarire tutte le malattie. In futuro, il cervello sarà in parte biologico, in parte tecnologico e così gli uomini diventeranno più intelligenti (sic).

Ecco allora le vili, oblique allusioni alle scie chimiche, all'interno di un servizio dedicato al mondo misterioso dei fondali marini. Un esperto, in una simulazione tridimensionale, spiega di trovarsi sul fondale della fossa oceanica, ad 11.000 metri di profondità sotto il livello del mare. Ad un certo punto chiarisce: "Per farvi capire quanto è profonda questa fossa oceanica, dovete immaginare di trovarvi sulla terraferma e di vedere un aereo che vola ad 11.000 metri di altitudine". L'inquadratura si sposta un istante per mostrare un'animazione che riproduce un aereo con scia al seguito. E' una forma di proditoria programmazione mentale.

“Voyager”, però, non pago di esibire cieli tossici su Petra in Giordania, subdoli ed obliqui riferimenti alle chemtrails, propina - dulcis in fundo - un puerile, demenziale servizio sulla presunta evoluzione, mostrando fossili di scimpanzè spacciati per fossili di ominidi. Sono esilaranti le solite immagini da sussidiario di scuola elementare, dove il rozzo e dinoccolato Austrolopitechus si trasforma, grazie alla grafica computerizzata ed all'illusionismo neo-darwinista, in un aggraziato Homo sapiens sapiens, passando per mirabolanti metamorfosi con grugni che si assottigliano e si ingentiliscono, nasi camusi che si affilano, fronti bombate che si spianano. Dunque in pochi istanti lo scimmione villoso si tramuta in un civilissimo e glabro cittadino di Stoccolma.[2]

In ogni caso, il calderone di Giacobbo si rivela autocontradditorio e del tutto infondato. L'evoluzione non esiste, nessun organo si modifica o appare ex nihilo: è possibile anche solo per un nano-attimo pensare che Kattivix si svegli una mattina dotato di cervello?


[1] Anche nell'osceno programma Glob, condotto da un pigolante Enrico Bartolini, "Mistero" è stato messo alla berlina, puntando sulla denigrazione di Raz Degan e degli inviati e nel quadro di una lettura pseudo-sociologica. Da quale pulpito...

[2] La trasmissione di RAI 2 è realizzata con il patrocinio del Ministero dei beni "culturali". Ciò è eloquente.

Articolo correlato, C. Penna, Apparato e metodo per monitorare ed alterare a distanza le onde cerebrali, 2010



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lunedì 10 maggio 2010

Gabbata!

Domenica 18 aprile 2010: RAI 3 trasmette il noto programma condotto dalla Dottoressa Milena Gabanelli, "Report". In chiusura del programma la giornalista rispolvera parte del servizio mandato in onda la settimana precedente, durante il quale gli esperti del C.I.C.A.P., tra le varie atrocitates, si esibivano, attraverso il corifeo Sinone Angioni, in un disperato tentativo di negare la realtà delle scie chimiche.

La Gabanelli legge anche la lettera inviata da vari attivisti in cui, anche con un linguaggio corposo, ma efficace si è deprecato l'asservimento della redazione di Report alle direttive del C.I.C.A.P. Alcuni contenuti della lettera sono stati criticati, perché ritenuti volgari: lo stesso invio di carta igienica ha suscitato la riprovazione di qualche benpensante. Si può rispondere che omnia munda mundis e che la trivialità alberga soprattutto laddove domina una facciata di decoro dietro il quale si nascondono l'ipocrisia, il mercimonio, la prostituzione intellettuale.

Riconosciamo nella decisione di leggere la missiva non certo una resipiscenza della Gabanelli, ma per lo meno un rammarico per aver ospitato i saltimbanchi del C.I.C.A.P. E' stata una scelta editoriale controproducente per il format, la cui credibilità complessiva è precipitata a livelli non misurabili.

Così si è notato l'imbarazzo della giornalista che, quasi in un sussulto di dignità, ha dato conto delle critiche ricevute. E' evidente che la deplorazione poteva essere espressa solo in modo provocatorio e salace, giacché tutte le altre istanze avanzate a personalità delle istituzioni, esponenti di associazioni ambientaliste etc. sono cadute nel vuoto: quasi sempre non è pervenuta una neppure laconica replica, mentre negli altri casi si sono riscontrati responsi stizziti, ingiuriosi o evasivi. Quindi la risoluzione di censurare il siparietto di "Report" con toni graffianti è stata più che saggia, più che efficace. Solo in tale maniera, infatti, l'interlocutore può essere spronato a rispondere, amplificando volontariamente o no, il tema delle scie chimiche.

E' quello che è accaduto: il risultato è stato apprezzabile, poiché i fanfaroni del C.I.C.A.P. sono stati messi ancora una volta alla berlina e, nel contempo, è risaltata l'indignazione di un pubblico documentato e per nulla incline a lasciarsi abbindolare da un drappello di fachiri e di piccoli chimici. E' stata una delle rare occasioni in cui il rapporto tra medium televisivo e spettatori si è rovesciato: il pubblico è stato soggetto di informazione e non passivo fruitore di notizie contraffatte o insulse. Sicuramente, grazie al messaggio letto dalla Gabanelli, molte persone hanno preso coscienza del problema e soprattutto hanno potuto apprezzare il profondo divario che separa la "scienza for dummies" del C.I.C.A.P. dalla conoscenza di semplici cittadini che non sono dei sempliciotti.

Lasciamo ai perdigiorno l'ermeneutica circa le reali intenzioni, dubbi e riserve mentali della Gabanelli: qui conta il successo dell'iniziativa. Si scandalizzino pure i farisei di una parola grossolana, impiegata, tra l'altro, da Dante Alighieri. Con il sommo poeta, talora riteniamo si possa ricorrere ad un'apparente inurbanità: “Cortesia fu a loro esser villani.” Davvero la masnada dei disinformatori merita, per le loro mille vili turpitudini, di essere svillaneggiata.




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giovedì 8 aprile 2010

La Gabbianella, il Lemure, il Topone ed altri simpatici animaletti

Absit iniuria verbis

E' atroce l'albagia "scientifica" che dimostra il C.I.C.A.P.: la tracotanza dei suoi esponenti si incolla alla loro infinita, irredimibile ignoranza. Con le loro convinzioni d'accatto, gli spocchiosi “esperti” del grottesco comitato credono di frodare il pubblico. Esemplare è stato il servizietto in cui il programma "Report" ha ospitato questi personaggi da commedia dell’arte, intenti ancora una volta a schernire i ricercatori ed a normalizzare l'orrore.

Obtorto collo, la Gabbanelli ha accettato che l'Armata Brancatopone bivaccasse all'interno di "Report". La già vacillante reputazione di "Report" è crollata miseramente. Infastidita ed imbarazzata, la Gabbanelli ha dovuto pure magnificare gli inesistenti meriti del C.I.C.A.P.: la giornalista della R.A.I., pur non aliena del tutto a compromessi utili alla conferma di "Report" nel palinsesto, era visibilmente contrariata: passi la disinformazione, ma il ridicolo è intollerabile. Infatti chi è più ridicolo di Kattivix, con i suoi modellini delle Torri gemelle?

Tra pseudo-fachiri, piccoli chimici, autoproclamatisi scienziati, elettricisti che hanno appena cominciato il corso per corrispondenza della Radio Elettra, è risaltato il lemure Marco Mortocutti: volto inteschiato, occhi infossati, voce fessa, lo spettrale Mortocutti ha spiegato che a Caronia gli incendi furono opera di piromani autolesionisti. E' una vera e propria calunnia cui speriamo gli abitanti della frazione in provincia di Messina rispondano con una denuncia. Il mortale Mortocutti ha anche evocato con inquietante sibilo gli alieni: la solita frusta divagazione con cui ormai non si abbindolano neanche i gonzi.

Questa è la scienza, "benefica, immortal, a' trionfi avvezza": bastano due fili bruciati ed un bruciato e ti convinci che a Caronia vivono gli emuli di Erostrato. Di nuovo poi il noioso Sinone Angioni (nomina sunt omina) che “corregge le virgole ed ha quindi risolto in un battibaleno tutto l’affaire chemtrails” (Parvatim). Non gli bastavano i dottissimi studi sui ragni migratori volanti che migrano in tutte le stagioni: è tornato a cicalare di scie, senza neanche elargirci il suo gustoso mantra "nel senso che". Kattivix intanto giocava con i lego e con i peluches dei gatti, Pollidoro piegava i cucchiaini (si crede Neo di "Matrix"), mentre quell'altro si infilava gli spillloni nei vari orifizi.



Se distogliamo lo sguardo da questo spettacolino carnascialesco, ci imbattiamo nella scaltrita e subdola distorsione linguistica che gli “esperti” di meteorologia perpetrano da alcune settimane: "velature che si spostano", "cielo lattiginoso", "cielo grigio, ma senza fenomeni" (questa glossa, però, ossia senza fenomeni è veritiera, perché i fenomeni da baraccone sono tutti nelle varie sedi del C.I.C.A.P.), "nubi sottili", "nubi stratificate"... è tutto un fiorire di espressioni della neo-lingua orwelliana, dietro cui si nasconde lo scientifico preannuncio delle irrorazioni clandestine.

Non solo, recentemente nel corso delle previsioni trasmesse dalle reti regionali della R.A.I. è stata introdotta un’icona che mostra tre righe orizzontali ad evocare le strisce chimiche. Questa innovazione nella bambinesca grafica del meteo è il piccolo e significativo indizio di una graduale, ma irreversibile trasformazione dei codici comunicativi atti a manipolare le coscienze.

Il linguaggio plasma la realtà e la percezione: mentre la pubblicità televisiva, funesta sirena, ci incanta con il ritornello "Ma il cielo è sempre più blu", il firmamento diventa un po' alla volta un bianco lenzuolo, il lenzuolo in cui avvolgere il cadavere del pianeta.



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martedì 9 febbraio 2010

Fulmini fatali

"Eleventh hour" ("L'undicesima ora") è una serie investigativa inerente a temi medici e scientifici. Prodotta dalla C.B.S., rivisitazione dell'omonima miniserie britannica risalente al 2006, "Eleventh hour" comprende diciotto episodi. Protagonista è il dottor Jacob Hood (l'attore britannico Rufus Sewell), un brillante scienziato che lavora per il governo come consulente dell’F.B.I.; coprotagonista è l’agente dell’F.B.I. Rachel Young (la bella attrice statunitense Mary Shelton).

L'episodio "Fulmini fatali" (titolo originale "Electric"), per la regia di Nick Gomez, si apre con una tempesta durante la quale più di quaranta persone sono colpite in strada dai fulmini. La bizzarra coincidenza attira l'attenzione dell'F.B.I.: Jacob Hood e Rachel Young indagano. Quando un uomo viene folgorato dalla batteria della sua automobile, Hood comprende che i decessi non sono dovuti ai fulmini in sé. Scopre così che la pelle delle vittime è divenuta un conduttore elettrico, a causa di nano-filamenti metallici, inclusi sotto il derma e sensibili ai campi elettromagnetici. I due investigatori, infine, vengono a sapere che le morti sono legate ad esperimenti nel campo della nano-tecnologia: infatti, in un laboratorio militare, sono state create nano-strutture per la produzione di microbatterie: queste nano-strutture sono rintracciate nell'organismo di molti fra i dipendenti della società.

Questo è l'intreccio di "Fulmini fatali". Come spesso avviene, la finzione cinematografica o, come in questo caso, televisiva, adombra situazioni reali, lasciando filtrare dei messaggi su questioni che, a causa della censura, non possono essere diffuse, se non "per speculum" ed "in aenigmitate".

Nella trama si possono enucleare i seguenti motivi che alludono al Morgellons.

- Le nano-fibre sottocutanee (Nel telefilm vengono definite "nano-filamenti metallici")
- Il nesso tra le ricerche militari e la malattia
- L'energia che alimenta i nano-filamenti
- La sensibilità degli stessi ai raggi X ed ai campi elettromagnetici in genere

Nella produzione i nano-filamenti, vettori di agenti patogeni, sono alimentati dai raggi X: la Dottoressa Hildegarde Staninger e la giornalista scientifica Carolyn Williams Palit hanno appurato che le nano-strutture del Morgellons, spesso contenenti microscopiche batterie al litio, funzionano grazie all'elettricità dell'organismo ed a specifiche radiazioni, tra cui i raggi ultravioletti.

Come si vede le "coincidenze" sono numerose ed inquietanti.


Ringraziamo l'amica Gianna per la segnalazione.





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lunedì 6 luglio 2009

H.A.A.R.P.: una serie televisiva toglie il velo del progetto militare



La rete televisiva statunitense N.B.C. manderà in onda, tra il 26 luglio ed il 2 agosto, una serie dedicata a H.A.A.R.P. La serie è presentata come una "realtà nascosta dietro la finzione", quindi si inserisce nello stesso solco del film Toxic skies in cui la fiction è un pretesto per denunciare un problema concreto.

Ricordiamo che cos'è H.A.A.R.P.

Il termine H.A.A.R.P. è da leggersi per esteso come “High-frequency Active Auroral Research Project” (Progetto attivo aurorale di ricerca ad alta frequenza) ed è stato oggetto di numerose controversie già fin dai suoi inizi, ovvero dalla metà degli anni ’80.

La nascita di H.A.A.R.P. risale al 1987, quando il consulente dell'Atlantic Richfield Corporation (A.R.C.O.), il fisico Bernard J. Eastlund, applicò le sue intuizioni derivate da un brevetto dell'inventore serbo Nikola Tesla (1856-1943) denominato "Metodo ed apparecchiatura per l'alterazione di una regione dell'atmosfera, ionosfera e/o magnetosfera terrestre" numerato U.S. Patent #4.686.605.

L'installazione principale del progetto H.A.A.R.P. si trova in Alaska a Gakona, 150 miglia circa a nord-est di Anchorage. La scelta di questo sito è stata dettata da tre motivi principali:

- la sua vicinanza al Polo e quindi alla zona di concentrazione delle linee magnetiche del nostro pianeta;
- la presenza di notevolissime fonti energetiche naturali nel sottosuolo;
- la sua distanza da centri urbani.

Il programma H.A.A.R.P. ha portato o porterà alla costruzione di un sistema di 365 antenne, alte 22,5 metri capaci di trasmettere con l'obiettivo di migliorare le comunicazioni militari, con un raggio d'energia ad alta frequenza nella ionosfera.

La ionosfera è quella parte di regione atmosferica che inizia sui 50 Km d'altitudine e termina intorno agli 800 Km. Il brevetto militare è così registrato: "Creazioni di lenti ottiche dalla condensazione dell'atmosfera in grado di liquefare il sistema di guida dei missili balistici nemici; messa a punto di antenne virtuali nella stratosfera per agevolare le comunicazioni con i sommergibili nucleari sul fondo degli oceani".

In verità queste antenne possono scoprire laboratori nucleari sotterranei e per giunta far esplodere bombe nemiche nei silos di alloggio. Soprattutto possono modificare le condizioni climatiche in zone specifiche del globo. Al giorno d'oggi, esistono circa 400 brevetti collegati al progetto H.A.A.R.P. e la maggioranza di loro è costituita da progetti offensivi, cioè da armi di aggressione.

Il Professor Alessio Di Benedetto ricorda che con H.A.A.R.P. si possono ottenere i seguenti risultati:

- influire in maniera drastica sul tempo atmosferico;
- provocare terremoti e maremoti;
- interferire con le onde cerebrali di uomini ed animali;
- generare esplosioni nucleari senza ricaduta radioattiva;
- eseguire la tomografia della Terra;
- irradiare calore persino in bunker situati a grandi profondità;
- eliminare le comunicazioni su aree specifiche vaste, mantenendo quelle militari.



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sabato 30 maggio 2009

Neve appiccicosa: Mercalli "indaga"

Durante la trasmissione "Che tempo che fa", andata in onda il 16 maggio 2009, tra il meteorologo(?) Luca Mercalli ed il conduttore Fabio Fazio, è intercorso un breve dialogo imperniato sulle segnalazioni di alcuni telespettatori circa una sostanza appiccicosa accumulatasi sulla neve. Si può ragionevolmente pensare a composti chimici di ricaduta collegati alle irrorazioni: potrebbe trattarsi di gel di silicio o di qualche altro intruglio venefico diffuso con gli aerei.

Tuttavia siamo tranquilli, perché il Mercalli ha garantito che il "Laboratorio della neve e dei suoli alpini" dell'Università di Torino presto esaminerà dei campioni di neve per stabilirne la composizione. Il responso sarà che la neve contiene sabbia del deserto stranamente attaccaticcia o tracce di inquinanti provenienti da stabilimenti industriali. Questa sarà la versione ufficiale: la verità è un'altra e facilmente intuibile.

Dal sito Cieliliberi traiamo il dialogo succitato.

Trascrizione delle battute tra Mercalli e Fazio.

Mercalli: Ci sono giunte molte segnalazioni da alcuni telespettatori che chi pratica lo sci fuori pista in questo periodo, ritorna a valle con gli sci completamente ricoperti da una sostanza catramosa che si accumula sulla neve, una sorta di materiale vischioso che impedisce, perfino, agli sci di muoversi quando si arriva al termine, così della gita.

Fazio: Ma dove questo, scusi?

Mercalli: Nelle Alpi occidentali, in generale, dal cuneese fino ad arrivare all'Ossola sono giunte alcune di queste segnalazioni.

Fazio: gli U.F.O. (sic)

Mercalli: Chi lo sa.

Fazio: Chiediamo a Giacobbo. Non lo so….

Mercalli: L'appello è: chi dovesse incappare in questa sostanza, chi pratica gite di sci alpinismo anche in altre zone delle Alpi, di segnalarcelo all'indirizzo di posta elettronica del programma ed il 'Laboratorio Laboratorio della neve e dei suoli alpini' dell'Università di Torino sta già raccogliendo i primi campioni per analizzarli e poi sveleremo il mistero, quando si saprà di che cosa è fatta questa... questo materiale. Di sicuro non è gradevole.

Fazio: No, non è gradevole, di certo… "



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lunedì 13 aprile 2009

L'oracolo si è pronunciato: risposta del ministro della guerra, Ignazio La Russa, all'interrogazione dell'onorevole Sandro Brandolini

Il ministro della guerra, Ignazio La Russa, ha "risposto" lo scorso gennaio 2009 all'ultima interrogazione dell'onorevole Sandro Brandolini sulle scie tossiche. Ne diamo conto solo oggi, perché de minimis non curat praetor. Il titolare del dicastero in oggetto, altresì responsabile della spaventosa ed inaccettabile militarizzazione della Sicilia (si legga l'articolo di Antonio Mazzeo, Inizia la lotta contro la maxi-antenna in Sicilia, 2009), ha balbettato le solite stramberie pseudo-scientifiche (scopiazzate dai siti di disinformazione) sulle scie di condensazione, affermando che le contrails si formano anche a temperature superiori allo zero (Sic!). Siamo ben distanti dai 42° Celsius sotto lo zero termico, necessari, in concomitanza con elevati livelli di umidità relativa (almeno il 70%) affinché si possa solo formare una scia di condensa. La Russa è incompetente o in malafede? Qualunque sia la risposta, il soggetto si rivela del tutto inadatto al ruolo istituzionale che ricopre.

Le altre "spiegazioni" ammannite dal ministro sono le solite sciocchezze di cui abbiamo già dimostrato decine di volte la totale infondatezza. Ignazio La Russa ha studiato la lezioncina e, da zelante scolaretto, l'ha ripetuta, suscitando più che indignazione ilarità.

Nella sua sgangherata e menzognera risposta, l'onorevole La Russa ha negato che sia mai stato stipulato un accordo tra Italia e Stati Uniti circa lo "studio" dei cosidetti cambiamenti climatici. Tale intesa, siglata nel 2003 da Silvio Berlusconi e da George Walker Bush, prevede anche la sperimentazione in situ di aerosol per "simulare" condizioni ambientali estreme e per verificare le conseguenze sui biomi di questi interventi: insomma una legalizzazione, dietro un linguaggio tecnico, delle operazioni chimico-biologiche con la fattiva collaborazione del C.N.R. e di altri enti governativi.

Purtroppo per La Russa, il documento menzionato esiste. Sebbene qualcuno si sia affrettato ad eliminarlo dal sito del ministero (Orwell docet), prevedendo una mefistofelica azione del genere, provvedemmo a suo tempo a salvare il testo. Circa la partecipazione dell'Italia agli esperimenti, è possibile trovare sul sito del Ministero dell'interno solo la prima pagina relativa alla discussione avvenuta in parlamento, le altre... sono inaccessibili. L'informazione gemella sul sito dell'ambasciata statunitense è stata completamente rimossa. Queste rimozioni dimostrano il machiavellismo di certi "uomini politici", la loro improntitudine, ma anche la loro dabbenaggine. E' proprio il caso di concludere nel modo seguente: "Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi".



Risposta scritta pubblicata giovedì 15 gennaio 2009
nell'allegato B della seduta n. 115
All'Interrogazione 4-01193 presentata dall'onorevole
SANDRO BRANDOLINI


Risposta. - Nel premettere che il fenomeno delle scie chimiche, attese le molteplici implicazioni, non investe profili di esclusiva competenza della Difesa, devo rilevare che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ha già fornito un'ampia risposta ad un atto di analogo contenuto (n. 4-00280), pubblicata il 5 settembre 2008, da cui si evince, fondamentalmente, che «dall'esame della letteratura scientifica internazionale e dal contenuto dei siti web specialistici, non è possibile confermare l'esistenza delle scie chimiche» (Sic!).
Allo stesso tempo, è emerso che «i siti specialistici degli osservatori delle scie chimiche, in particolare, risultano carenti dal punto di vista scientifico» (Sic!).

Mi limito, pertanto, a fornire, per quanto di specifica competenza della Difesa, alcuni elementi conoscitivi relativi ai velivoli militari.
In primo luogo, le indagini svolte hanno consentito di escludere il coinvolgimento degli aeromobili dell'Aeronautica militare nella generazione o emissione di scie differenti da quelle normalmente dovute alla condensazione del vapore acqueo.
L'Aeronautica militare, inoltre, non ha in dotazione aeromobili adibiti allo spargimento di sostanze chimiche, né si hanno evidenze relative ad aeromobili militari che, operando a bassa quota sul territorio italiano, abbiano disperso o irrorato sostanze chimiche, così come descritto nell'ambito dell'atto in esame (Sic!).

In particolare, le ricerche ed analisi effettuate in ambito militare hanno confermato che il fenomeno delle scie si riferisce alla condensazione di vapore acqueo che normalmente viene rilasciato dai motori a combustione interna.

Ciò si manifesta generalmente a basse temperature (quali non si sa, n.d.r.) ed a quote normalmente superiori ai ventimila piedi. Peraltro, il combustibile usato dai velivoli militari è analogo a quello usato dai vettori civili e l'impatto ambientale, in relazione alla concentrazione di idrocarburi, è risultato molto minore di quello normalmente rilevabile nelle comuni aree urbane (Falso! Si legga STADIS, l'ingrediente non tanto segreto).

Per quanto concerne la permanenza delle citate scie, occorre aggiungere che a temperature appena superiori allo zero (Sic!), il vapore acqueo contenuto nell'atmosfera, all'impatto con una superficie quale ad esempio la fusoliera di un aereo, può congelarsi all'istante per effetto dell'improvvisa variazione di pressione e dare quindi quell'impressione gelatinosa alla quale si fa riferimento nell'atto in esame.


Inoltre, in assenza di vento, la permanenza delle scie così prodotte può protrarsi anche per diverse ore (Sic!).

In tal caso, l'incrocio delle rotte di più velivoli che, in contemporanea o successivamente, vengono ad intersecarsi, possono dare origine a figure geometriche.

In ultimo, l'Aeronautica militare, che nel 2003 non ha sottoscritto alcun accordo con gli Stati Uniti sulla specifica problematica, non ha - come erroneamente affermato - «triplicato i voli militari», ma, al contrario, ha ridotto, dal predetto anno ad oggi, l'attività di volo dei propri aeromobili del 15 per cento circa.

Il ministro della difesa: Ignazio La Russa.



Piano dettaglio - Accordo Italia U.S.A. sul Clima

A Pagina 38 si legge:

WORKPACKAGE 10: Esperimenti di manipolazione degli ecosistemi terrestri

Questo Workpackage ha come obiettivi:


1. lo sviluppo di nuovi sistemi per la realizzazione di esperimenti di manipolazione dell'ecosistema che permettano di esporre la vegetazione a condizioni ambientali simili a quelle attese in scenari di cambiamento globale;

2. lo studio, l'analisi e la comprensione dei principali meccanismi di risposta della vegetazione e degli ecosistemi mediterranei ai diversi fattori di cambiamento (temperatura, precipitazioni ed aumento della concentrazione di CO2 atmosferica);

3. la quantificazione degli effetti complessivi del cambiamento sulla produttività e sulla vulnerabilità degli ecosistemi (fertilizzazione da CO2, variazione della disponibilità idrica ed aumento di temperatura).


In dettaglio le attività saranno:

1. l'esecuzione di attività di ricerca eco-fisiologica su diversi siti sperimentali italiani dove vengono modificate artificialmente le condizioni ambientali a cui è esposta la vegetazione

2. l'approfondimento e la migliore conoscenza dei meccanismi di risposta delle piante attraverso la misura diretta dello scambio gassoso in condizioni di pieno campo

3. la verifica in campo di ipotesi sviluppate nell'ambito di esperimenti di laboratorio

4. la progettazione di tecnologie per la manipolazione delle condizioni ambientali con particolare riferimento al controllo della temperatura e della concentrazione atmosferica di CO2.



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