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sabato 14 agosto 2010

Niscemi sotto la spada di Damocle del M.U.O.S.

Pubblichiamo un documentato articolo di Antonio Mazzeo sul sistema di telecomunicazioni satellitari denominato M.U.O.S. e giustamente ribattezzato l'apparato H.A.A.R.P. italiano.

Tenta di superare il lungo empasse il movimento di cittadini e associazioni che si battono contro l’installazione a Niscemi (Caltanissetta) del terminale terrestre del sistema di telecomunicazioni satellitari M.U.O.S. delle forze armate U.S.A. Sabato 12 giugno, alle ore 18.00, il Comitato NO M.U.O.S. di Niscemi, in collaborazione con la Campagna per la smilitarizzazione di Sigonella, ha indetto il convegno regionale dal titolo "Il M.U.O.S. e le onde elettromagnetiche: convivenza pacifica o conflitto" a cui sono state invitate le forze politiche, sociali e le istituzioni impegnate contro quello che è stato definito, a ragione, "l’EcoMuostro di Niscemi".

Il terminale di Niscemi sarà una delle quattro infrastrutture militari che assicureranno il funzionamento dell’ultima generazione della rete satellitare che collegherà tra loro i Centri di comando e controllo delle forze armate U.S.A., i centri logistici e gli oltre 18.000 terminali militari radio esistenti, i gruppi operativi in combattimento, i missili Cruise ed i velivoli senza pilota Global Hawk, buona parte dei quali destinati alla vicina base di Sigonella. Il sistema M.U.O.S. consentirà di propagare universalmente gli ordini di guerra, convenzionale e/o chimica, batteriologica e nucleare. Uno strumento di altissimo valore strategico, dunque, che si caratterizza per il suo violentissimo impatto ambientale. Sotto accusa ci sono, infatti, le pericolosissime onde elettromagnetiche che saranno emesse dalle tre grandi antenne circolari e dalle due torri radio del sistema satellitare che sorgerà all’interno della Riserva naturale “Sughereta di Niscemi”, Sito di Importanza Comunitaria (S.I.C.). Un progetto dissennato fortemente osteggiato dai cittadini e dagli amministratori di tre province (Caltanissetta, Ragusa e Catania) e di decine di comuni del sud-est della Sicilia.

I tecnici chiamati dal Comune di Niscemi ad analizzare lo studio per la valutazione d’incidenza ambientale presentata nel 2008 dalla Marina militare statunitense in vista dell’installazione del M.U.O.S., hanno evidenziato un impressionante numero di lacune ed omissioni del progetto, rilevando la scarsissima attenzione prestata dai militari statunitensi allo straordinario patrimonio ospitato in una delle più importanti riserve ecologiche siciliane. Per tutto questo, qualche mese fa, l’amministrazione comunale ha disposto l’annullamento in autotutela dell’autorizzazione ambientale rilasciata nel settembre 2008 per la costruzione del potente impianto a microonde e, congiuntamente ad altri enti locali, ha richiesto alla Regione Sicilia di porre il veto al M.U.O.S. in tutte le sedi istituzionali, nazionali ed internazionali. La risposta del presidente, Raffaele Lombardo, non si è fatta attendere. Dopo aver inviato a destra e manca comunicati di fuoco contro il programma satellitare, Lombardo si è fatto convincere dal ministro La Russa e dai generali del Pentagono sull’assoluta innocuità degli impianti M.U.O.S.

Successivamente ha avviato il pressing su sindaci e presidenti provinciali, invocandone la conversione ed il sostegno al megaprogetto militare a cui il Pentagono ha destinato 43 milioni di dollari (13 per la predisposizione dell’area riservata alla stazione terrestre e 30 per gli shelter e le attrezzature tecnologiche del sistema satellitare). Il governatore della Sicilia ha pure offerto contropartite e compensazioni per rendere più “digeribili” le microonde del M.U.O.S.: la possibile rimozione a medio termine delle 41 antenne già esistenti nella base dell’U.S. Navy di Niscemi, usate per le telecomunicazioni con i sottomarini nucleari; interventi finanziari per «valorizzare il richiamo del patrimonio naturalistico locale»; l’attivazione all’interno dell’ospedale Basarocco di Niscemi di un “centro di monitoraggio permanente” sui rischi alla salute delle emissioni elettromagnetiche. Sino ad oggi, la monetizzazione del rischio ambientale e militare è stata fermamente respinta dalle amministrazioni e dai cittadini, ma le lobbies pro-M.U.O.S. non demordono e promettono dure offensive contro i recalcitranti oppositori.

Un grande aiuto all’implementazione del programma militare potrebbe arrivare dal Decreto di riperimetrazione della Riserva “Sughereta”, approvato il 30 dicembre 2009 dall’Assessorato regionale Territorio ed Ambiente, che ha ridotto sia la superficie della riserva sia l’estensione delle aree classificate “zona A”, quelle cioè dove è vietato realizzare nuove costruzioni ed esercitare qualsiasi attività comportante trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio e la realizzazione di elettrodotti, acquedotti, linee telefoniche ed impianti tecnologici a rete. Con la nuova classificazione, il territorio protetto è stato profondamente e pericolosamente frammentato.

Contro il decreto, che vede la firma del Dirigente generale del Dipartimento Regionale Territorio ed Ambiente, Rossana Interlandi (avvocata di origini niscemesi), è stato presentato ricorso al T.A.R. dal Comune di Niscemi, che si è visto stravolgere la regolamentazione di 32 particelle di terreno, tutte censite come bosco comunale. Nello specifico, 24 particelle, precedentemente ricadenti nella “zona A”, adesso si trovano completamente fuori dal perimetro della riserva, mentre altre 8 particelle, per una superficie complessiva di 28 ettari, sono state declassate dalla “zona A” alla “zona B” di pre-riserva. Va tuttavia rilevato che la riperimetrazione dell’area protetta era stata richiesta dallo stesso Comune, fattosi portatore delle istanze di alcuni proprietari di terreni all’interno della riserva, i quali lamentavano «un’eccessiva penalizzazione dei vincoli che impediscono l’incremento delle colture». Una scelta fortemente censurata da molti “No M.U.O.S.”, sia perché sul tema non risultano essere stati mai informati e/o consultati tecnici ed esperti in gestione ambientale né le organizzazioni ambientaliste locali e regionali, sia per l’inopportunità dei tempi prescelti per promuovere l’iter per ridisegnare il perimetro della riserva, data la spada di Damocle rappresentata dai paventati lavori di realizzazione delle infrastrutture M.U.O.S.

Al convegno regionale del 12 giugno, la Campagna per la smilitarizzazione di Sigonella sono state presentate le conclusioni di uno studio sulle possibili connessioni tra il programma M.U.O.S. e le cosiddette “guerre climatiche ed ambientali”. «Crediamo che, sino ad oggi, non sia stata data la giusta attenzione alle analogie esistenti tra il M.U.O.S. e il cosiddetto “H.A.A.R.P. - High Frequency Active Auroral Research Program”, il supersegreto Programma di Ricerca Attiva Aurorale con Alta Frequenza che, dal 1994, l’U.S. Air Force e la U.S. Navy portano avanti dalla base di Gakona (Alaska), 200 km a nord-est del Golfo del Principe Guglielmo», affermano i rappresentanti della Campagna. «In questa grande infrastruttura sono state installate centinaia di antenne che trasmettono in “banda bassa” (da 2,8 a 7 MegaHerz) e “banda alta” (da 7 fino 10 MegaHerz), cioè lo stesso range delle frequenze del M.U.O.S.

Stando al Pentagono, lo scopo di questa installazione sarebbe quello di studiare la ionosfera per migliorare le telecomunicazioni, ma sono numerosi gli scienziati che denunciano che, con il programma H.A.A.R.P., gli Stati Uniti, al di fuori di ogni controllo internazionale, stanno creando nuove armi geofisiche integrali che possono influenzare gli elementi naturali con onde radio ad alta frequenza». Oltre ad interferire sulle comunicazioni radio, televisive e radar, le antenne H.A.A.R.P. possono influenzare i circuiti elettrodinamici delle aurore, consistenti in una corrente naturale di elettricità che varia da 100 mila ad 1 milione di megawatt. In questo modo è possibile impiegare il vento solare per danneggiare i satelliti e le apparecchiature installate sui sistemi missilistici nemici.

Secondo il fisico indipendente Corrado Penna, da anni impegnato nel denunciare il controverso fenomeno delle scie chimiche, «è forte il sospetto che il sistema di antenne del M.U.O.S. possa servire anche per fini non dichiarati di modificazione ambientale in sinergia con il sistema H.A.A.R.P. dislocato in Alaska. La modificazione ambientale realizzata attraverso l’uso di forti campi elettromagnetici e scie chimiche è responsabile di alcuni disastri recenti. Sappiamo con certezza che queste tecnologie possono servire a causare terremoti o altri disastri naturali (siccità, uragani, inondazioni etc.), sia indirizzando le emissioni sul nucleo della terra (influendo così sul magnetismo terrestre), sia indirizzandole sulla ionosfera».


Fonte: Agoravox





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lunedì 13 aprile 2009

L'oracolo si è pronunciato: risposta del ministro della guerra, Ignazio La Russa, all'interrogazione dell'onorevole Sandro Brandolini

Il ministro della guerra, Ignazio La Russa, ha "risposto" lo scorso gennaio 2009 all'ultima interrogazione dell'onorevole Sandro Brandolini sulle scie tossiche. Ne diamo conto solo oggi, perché de minimis non curat praetor. Il titolare del dicastero in oggetto, altresì responsabile della spaventosa ed inaccettabile militarizzazione della Sicilia (si legga l'articolo di Antonio Mazzeo, Inizia la lotta contro la maxi-antenna in Sicilia, 2009), ha balbettato le solite stramberie pseudo-scientifiche (scopiazzate dai siti di disinformazione) sulle scie di condensazione, affermando che le contrails si formano anche a temperature superiori allo zero (Sic!). Siamo ben distanti dai 42° Celsius sotto lo zero termico, necessari, in concomitanza con elevati livelli di umidità relativa (almeno il 70%) affinché si possa solo formare una scia di condensa. La Russa è incompetente o in malafede? Qualunque sia la risposta, il soggetto si rivela del tutto inadatto al ruolo istituzionale che ricopre.

Le altre "spiegazioni" ammannite dal ministro sono le solite sciocchezze di cui abbiamo già dimostrato decine di volte la totale infondatezza. Ignazio La Russa ha studiato la lezioncina e, da zelante scolaretto, l'ha ripetuta, suscitando più che indignazione ilarità.

Nella sua sgangherata e menzognera risposta, l'onorevole La Russa ha negato che sia mai stato stipulato un accordo tra Italia e Stati Uniti circa lo "studio" dei cosidetti cambiamenti climatici. Tale intesa, siglata nel 2003 da Silvio Berlusconi e da George Walker Bush, prevede anche la sperimentazione in situ di aerosol per "simulare" condizioni ambientali estreme e per verificare le conseguenze sui biomi di questi interventi: insomma una legalizzazione, dietro un linguaggio tecnico, delle operazioni chimico-biologiche con la fattiva collaborazione del C.N.R. e di altri enti governativi.

Purtroppo per La Russa, il documento menzionato esiste. Sebbene qualcuno si sia affrettato ad eliminarlo dal sito del ministero (Orwell docet), prevedendo una mefistofelica azione del genere, provvedemmo a suo tempo a salvare il testo. Circa la partecipazione dell'Italia agli esperimenti, è possibile trovare sul sito del Ministero dell'interno solo la prima pagina relativa alla discussione avvenuta in parlamento, le altre... sono inaccessibili. L'informazione gemella sul sito dell'ambasciata statunitense è stata completamente rimossa. Queste rimozioni dimostrano il machiavellismo di certi "uomini politici", la loro improntitudine, ma anche la loro dabbenaggine. E' proprio il caso di concludere nel modo seguente: "Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi".



Risposta scritta pubblicata giovedì 15 gennaio 2009
nell'allegato B della seduta n. 115
All'Interrogazione 4-01193 presentata dall'onorevole
SANDRO BRANDOLINI


Risposta. - Nel premettere che il fenomeno delle scie chimiche, attese le molteplici implicazioni, non investe profili di esclusiva competenza della Difesa, devo rilevare che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ha già fornito un'ampia risposta ad un atto di analogo contenuto (n. 4-00280), pubblicata il 5 settembre 2008, da cui si evince, fondamentalmente, che «dall'esame della letteratura scientifica internazionale e dal contenuto dei siti web specialistici, non è possibile confermare l'esistenza delle scie chimiche» (Sic!).
Allo stesso tempo, è emerso che «i siti specialistici degli osservatori delle scie chimiche, in particolare, risultano carenti dal punto di vista scientifico» (Sic!).

Mi limito, pertanto, a fornire, per quanto di specifica competenza della Difesa, alcuni elementi conoscitivi relativi ai velivoli militari.
In primo luogo, le indagini svolte hanno consentito di escludere il coinvolgimento degli aeromobili dell'Aeronautica militare nella generazione o emissione di scie differenti da quelle normalmente dovute alla condensazione del vapore acqueo.
L'Aeronautica militare, inoltre, non ha in dotazione aeromobili adibiti allo spargimento di sostanze chimiche, né si hanno evidenze relative ad aeromobili militari che, operando a bassa quota sul territorio italiano, abbiano disperso o irrorato sostanze chimiche, così come descritto nell'ambito dell'atto in esame (Sic!).

In particolare, le ricerche ed analisi effettuate in ambito militare hanno confermato che il fenomeno delle scie si riferisce alla condensazione di vapore acqueo che normalmente viene rilasciato dai motori a combustione interna.

Ciò si manifesta generalmente a basse temperature (quali non si sa, n.d.r.) ed a quote normalmente superiori ai ventimila piedi. Peraltro, il combustibile usato dai velivoli militari è analogo a quello usato dai vettori civili e l'impatto ambientale, in relazione alla concentrazione di idrocarburi, è risultato molto minore di quello normalmente rilevabile nelle comuni aree urbane (Falso! Si legga STADIS, l'ingrediente non tanto segreto).

Per quanto concerne la permanenza delle citate scie, occorre aggiungere che a temperature appena superiori allo zero (Sic!), il vapore acqueo contenuto nell'atmosfera, all'impatto con una superficie quale ad esempio la fusoliera di un aereo, può congelarsi all'istante per effetto dell'improvvisa variazione di pressione e dare quindi quell'impressione gelatinosa alla quale si fa riferimento nell'atto in esame.


Inoltre, in assenza di vento, la permanenza delle scie così prodotte può protrarsi anche per diverse ore (Sic!).

In tal caso, l'incrocio delle rotte di più velivoli che, in contemporanea o successivamente, vengono ad intersecarsi, possono dare origine a figure geometriche.

In ultimo, l'Aeronautica militare, che nel 2003 non ha sottoscritto alcun accordo con gli Stati Uniti sulla specifica problematica, non ha - come erroneamente affermato - «triplicato i voli militari», ma, al contrario, ha ridotto, dal predetto anno ad oggi, l'attività di volo dei propri aeromobili del 15 per cento circa.

Il ministro della difesa: Ignazio La Russa.



Piano dettaglio - Accordo Italia U.S.A. sul Clima

A Pagina 38 si legge:

WORKPACKAGE 10: Esperimenti di manipolazione degli ecosistemi terrestri

Questo Workpackage ha come obiettivi:


1. lo sviluppo di nuovi sistemi per la realizzazione di esperimenti di manipolazione dell'ecosistema che permettano di esporre la vegetazione a condizioni ambientali simili a quelle attese in scenari di cambiamento globale;

2. lo studio, l'analisi e la comprensione dei principali meccanismi di risposta della vegetazione e degli ecosistemi mediterranei ai diversi fattori di cambiamento (temperatura, precipitazioni ed aumento della concentrazione di CO2 atmosferica);

3. la quantificazione degli effetti complessivi del cambiamento sulla produttività e sulla vulnerabilità degli ecosistemi (fertilizzazione da CO2, variazione della disponibilità idrica ed aumento di temperatura).


In dettaglio le attività saranno:

1. l'esecuzione di attività di ricerca eco-fisiologica su diversi siti sperimentali italiani dove vengono modificate artificialmente le condizioni ambientali a cui è esposta la vegetazione

2. l'approfondimento e la migliore conoscenza dei meccanismi di risposta delle piante attraverso la misura diretta dello scambio gassoso in condizioni di pieno campo

3. la verifica in campo di ipotesi sviluppate nell'ambito di esperimenti di laboratorio

4. la progettazione di tecnologie per la manipolazione delle condizioni ambientali con particolare riferimento al controllo della temperatura e della concentrazione atmosferica di CO2.



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