venerdì 25 ottobre 2019

Interruzione



Talora qualcuno pensa che le attività di geoingegneria clandestina siano interrotte per qualche recondito motivo. E’ un’illusione: infatti un cielo senza scie non è sinonimo di cielo naturale. Quante volte sono disperse scie evanescenti, in luogo di quelle durevoli! Quante volte i geoingegneri agiscono con il favore della notte o in maniera più o meno dissimulata o con le armi elettromagnetiche! Si forma una perturbazione ed ecco i soliti interventi atti a concentrare l’energia del fronte in regioni circoscritte o a indebolire le piogge, secondo le necessità. Piove e al di sopra della coltre imbrifera si nota uno strato biancastro. Smette di piovere: le nuvole si diradano ed ecco che negli spazi liberi si vede uno spaventoso intreccio di chemtrails. Il sole? Desaparecido. L’importante per i militari è mantenere l’atmosfera elettroconduttiva e causare danni all’ambiente come all’economia per poi demonizzare il biossido di carbonio, per poi incolpare i cittadini dei disastri meteorologici. Il copione è sempre il medesimo; la squadra sempre la stessa: squadra che vince non si cambia.

Avete visto un firmamento azzurro cobalto cosparso di cumuli cotonosi che riflettono una scintillante luce solare? No. Allora siate certi che nessuna tregua è in atto. Sono state rilevate temperature più o meno in linea con le medie stagionali? No. Allora siate certi che nessuna tregua è in atto. I fiori delle piante sbocciano nel periodo in cui dovrebbero aprirsi? I frutti degli alberi maturano nell’usuale periodo? No. Allora siate certi che nessuna tregua è in atto.

Avviene dunque quanto accade nel campo del negazionismo. Disinformatori, agenti di controllo, guardiani del cancello… continuano a sfornare senza requie libri, articoli, programmi, video imperniati sulla propaganda e la censura. E’ il loro compito, per così dire, istituzionale. A che cosa serve replicare a codesti improbabili personaggi le cui strategie sono ormai trite e ritrite? Conosciamo i nostri polli. Recentemente il Dottor Massimo Polidoro (C.I.C.A.P.) ha inaugurato una rubrica-video con cui tenta di smentire e di smontare i vari “complotti”. E’ un’iniziativa grottesca, basata su “argomenti” più flaccidi della pinguedine che abbellisce il ventre dello stalker di regime Task Force Butler, al secolo Federico De Massis di Pescara.



Se uno vuole sollazzarsi un po’, può anche ascoltare i sofismi e le fumisterie dell’esperto in “psicologia dell’occulto”, ma si sappia che è l’arcinota, giurassica disinformazione. Non basta pontificare di metodo scientifico, di cui Polidoro ignora anche l’abc, per essere credibili. Non basta appellarsi alle fonti ufficiali per essere credibili, anzi semmai chi si riferisce a documenti accademici e governativi in partenza dimostra di essere organico al sistema. In fondo, il negazionismo oltre ad essere pericoloso, è di una noia mortale. Va bene: Polidoro ha dei bei riccioli, ma è il suo unico pregio che potrà semmai suscitare l’apprezzamento del pubblico femminile. Finita lì.

Certo, sarebbe bello se lo “specialista di cospirazioni” smettesse di scrivere libri e di produrre filmati: non per altro, ma perché siamo indignati per la profanazione della lingua italiana. Tuttavia se qualche editore gli pubblica i volumi, buon per lui e per l’editore. In ogni caso, presto, guerra climatica permettendo, dovrebbero arrivare i primi freddi e avere quei tomi accanto al caminetto può essere utile.


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domenica 6 ottobre 2019

Sampietrini



Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino e fosse gettato negli abissi del mare”. (Matteo 18, 6)

Forse quello che più rattrista, con il passare del tempo, è vedere le nuove generazioni alla mercé di un sistema stritolante. La vita è difficile: “Assomiglia più ad una lotta che ad una danza”, scrive Marco Aurelio. La pubertà poi potrebbe essere l’età aurea del’esistenza, ma è anche il periodo in cui si l’individuo si interroga con febbrile inquietudine su sé stesso, sugli altri, sul mondo, senza trovare risposte. Aggiungi che oggigiorno gli adolescenti ed i giovani sono bersaglio di un indottrinamento tanto più pernicioso, perché subdolo ed il quadro diventa desolante.

Gli studenti paiono tanti sampietrini incastrati a forza con le martellate negli interstizi del selciato, spazi non abbastanza ampi per inserirveli. Vittime dell’omologazione e della propaganda, reagiscono o adattandosi, come tanti soldatini prussiani, obbedienti e ligi o con un rifiuto velleitario ed autodistruttivo delle istituzioni. I pochi ribelli, privi di idonei strumenti culturali, contestano in toto gli adulti, senza discernere tra chi li plagia e chi, invece, fra i genitori, gli insegnanti ed i coetanei, li sprona a pensare in maniera critica, affinché spezzino i pregiudizi correnti, preconcetti che un’istruzione malsana inculca in loro, gabellandoli per valori.

Molti insegnanti si lamentano, poiché notano che, di anno in anno, gli scolari sono sempre meno motivati, sempre meno perspicaci. Hanno ragione, ma solo in parte: dimenticano che non poche cause di questo declino cognitivo sono da attribuire all’establishment: vaccini, veleni nel cibo, nell’acqua, nell’aria, in ogni dove, campi elettromagnetici… senza contare l’influsso deleterio del contesto in cui sono intrappolati: famiglie sfaldate, relazioni sociali improntate ad indifferenza. E’ un contesto ipertecnologico sempre più invadente, sempre più algido, sempre più disumano. E’ un miracolo, se ancora qualche discepolo palesa uno spirito libero, esprime un’idea fuori dal coro. I soloni ed i loro zelanti collaboratori sono riusciti a determinare una formidabile mutazione antropologica: sono teen agers che, con quelli dei decenni passati, non hanno in comune neppure l’attitudine alla rivolta, ma solo un disagio che si annacqua quasi sempre in approvazione nei confronti di un potere ipocrita e scaltro.

Il Male è definito “mistero dell’iniquità”: noi lo chiameremmo “scandalo dell’iniquità”. Pensiamo ai bambini massacrati nei vari teatri di conflitti con armi vendute da governi che, con infinita ipocrisia ed improntitudine, dichiarano nelle loro costituzioni di “ripudiare la guerra”. Genitori che perdono i figli o che li vedono amputati, dilaniati da una mina, da un ordigno, da una bomba sganciata nel corso di una “guerra umanitaria”, di un attacco sferrato per “esportare la democrazia”. Pensiamo anche a tutti quei minori strappati alle loro madri, ai loro padri, con le accuse più false ed arbitrarie, pur di darli in affidamento a famiglie di dubbia moralità, interessate solo a ricevere ingenti assegni dai Comuni. Seguiamo la scia di denaro e troveremo la causa di molti crimini, spacciati per azioni filantropiche, il tutto con la complicità di sindaci, assessori, assistenti sociali, psicologi, magistrati e cose simili.

Seguiamo la scia di denaro, ma soprattutto la scia di sangue.

Dappertutto si scorgono segni di una progressiva, spaventevole ed inarrestabile decadenza culturale di un’umanità mutata da un punto di vista antropologico. Quasi tutti ormai sono plagiati dalla martellante propaganda del sistema sicché non solo hanno smarrito anche un briciolo di contegno critico, ma si esprimono con un codice piatto ed orwelliano che ha rimpiazzato l’idioma duttile e ricco trasmessoci dai padri della letteratura e del pensiero. L’agonia della lingua, intesa come strumento di comunicazione, ma pure come tornio con cui la realtà è plasmata, precede ed accompagna il tramonto della civiltà. La natura è devastata, la cultura pure. Che cosa rimane?

Intanto un’adolescente svedese è divenuta l’idolo dei teen agers con le sue manifestazioni a “difesa” del pianeta, a suo parere, messo a repentaglio dall’aumento in atmosfera dei cosiddetti gas serra. E' palmare che la scolaretta scandinava, con il cipiglio e la voce stridula che talvolta sale in un diapason terribile, quando si indigna, anzi quando ostenta indignazione, è pilotata dai soliti pensatoi mondialisti. Eppure l’iraconda donzella è considerata una paladina dell’ambiente non solo da giovani ingenui ed alla perenne ricerca di miti plastificati, ma pure da molti adulti, di solito gravitanti nel mondo della sedicente "sinistra".

Purtroppo i sanculotti sono in realtà i più ferventi sostenitori della reazione: più realisti del re, smessi presto gli abiti del giacobino, saltano sul carro dei vincitori che, da quando il mondo è mondo, appartengono alla casta di finanzieri, usurai, funzionari, politicanti e adepti di società segrete. Non è un caso se i giovani che con maggiore veemenza contestano il sistema, quasi sempre sono quelli che troveranno un dignitoso impiego in una banca o in una multinazionale delle assicurazioni, le società tra le maggiori responsabili delle più smaccate ingiustizie economiche e sociali. “Rapinare una banca è un delitto, ma fondarne una è un delitto molto più grave”: l’aforisma di Bertold Brecht è perfetto! In fondo, gli autori classici, da quelli antichi fino a taluni giganti dell’età contemporanea, avevano compreso già tutto ed il loro prezioso insegnamento dovrebbe costituire il caposaldo dell’istruzione; purtroppo, però, la maggioranza della gente preferisce ascoltare i viscidi gazzettieri del regime, lasciandosi leccare dalle loro lingue venali. Oggi non si legge più Gramsci ma Gramellini. I gazzettieri cianciano, tra le altre cose, di “green economy”. “Green economy”? Semmai “Greed economy”, l’economia dell’avidità. Per mezzo di questi vuoti ed ingannevoli slogan, gli apparati hanno creato il consenso ed il consenso più pericoloso non è quello estorto, ma quello ottenuto con i raggiri e le blandizie.

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