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venerdì 8 dicembre 2017

Il Sole si sta "spegnendo": verso un nuovo Minimo di Maunder



Giungono altre conferme a quanto segnalammo tempo fa, soprattutto sulla base delle ricerche condotte dall’astronomo statunitense Eric Dollar. Dollar fu il primo o uno dei primi scienziati ad avvisare che l’attività solare era sempre più debole. Lo specialista lanciò l’allarme circa l’avvento di una piccola era glaciale, conosciuta come Minimo di Maunder. [1] Tra l’altro, Alessandro Manzoni, nei “Promessi sposi”, ambientati tra il 1628 ed il 1630, indugia sui prodromi di questa fase meteo-climatica, contraddistinta da crollo delle temperature ed aridità. Mutatis mutandis, sembra che siamo prossimi ad una situazione molto simile, sebbene l’attuale siccità sia in toto di origine artificiale. Non è casuale se in Rivelazione di Giovanni-Cerinto, testo esoterico e simbolico, è scritto: “Poi suonò il quarto angelo; e la terza parte del sole fu percossa e la terza parte della luna e la terza parte delle stelle, sì che la loro terza parte si oscurò; e la terza parte del giorno non splendeva né la notte in modo simile”. (Apocalisse 8:12). Si consideri infine, come ci ricorda Dollar, che un’attività solare tenue implica un inasprimento delle operazioni chimiche, giacché è la nostra stella ad alimentare, con la sua energia, la ionosfera usata dai militari e dai civili per le radio-comunicazioni. [2]



Gli scienziati mettono in guardia: il Sole andrà a "dormire" nel 2030, causando un crollo delle temperature ed una possibile ’mini era glaciale per la Terra.

È quanto emerge da un nuovo studio - riportato dal “Daily mail” - secondo il quale fra il 2020 e il 2030 i cicli solari si cancelleranno uno con l’altro: questo porterà ad un fenomeno chiamato ’Maunder minimum’, all’origine di una piccola era glaciale che colpì l’Europa fra il 1646 e il 1715, causando fra l’altro il congelamento del Tamigi.

Il modello usato nella ricerca - secondo la professoressa Valentina Zharkova, che lo ha presentato al National Astromy Meeting a Llandun - suggerisce che l’attività solare calerà del 60% durante il 2030. Sulle incognite climatiche per il futuro è intervenuta anche Confagricoltura: "Abbiamo davanti uno scenario di medio periodo inquietante. Il cambiamento climatico (sic) non è più qualcosa che accadrà in futuro: è già qui e sta manifestando i suoi effetti. Le imprese agricole sono state le prime a confrontarsi con questo problema. Non esiste, infatti, altra attività umana così dipendente dal clima come l’agricoltura ed il nostro paese non può sottrarsi a questa sfida", ha affermato Antonio Boselli, componente della Giunta di Confagricoltura.

[1] Il minimo di Maunder è il nome dato al periodo che va circa dal 1645 al 1715 e che fu caratterizzato da un'attività solare molto scarsa, ovvero una situazione in cui il numero di macchie solari divenne estremamente basso.

[2] Dollar ha dedicato quattro anni a studiare il Sole alla Sonoma State University, prima che il suo laboratorio fosse chiuso d’autorità. Egli ritiene che il Sole non sia una gigantesca fornace a fusione nucleare che sprigiona luce e calore bruciando combustibile, ma un corpo celeste in grado di convertire energia da un’altra dimensione. L’ipotesi, che può sembrare peregrina, non è del tutto nuova: è possibile che le stelle attingano l’energia dall’etere, come ventilato da taluni studiosi. Qui, però, ci interessa in particolar modo un’altra osservazione di Dollar: egli ritiene che uno degli scopi di H.A.A.R.P. e degli altri riscaldatori ionosferici sia quello di creare uno strato di plasma artificiale, ogni qual volta la debole attività solare non alimenta la ionosfera naturale. E’ una conclusione che merita di essere considerata ed approfondita, perché conferma quanto sappiamo a proposito degli interventi ad opera dei militari per cui la ionosfera è indispensabile ai fini delle comunicazioni radio.

Dichiara l’astronomo: “Sono cicli di ventidue anni, di inattività e di attività. Un ciclo cominciò agli albori del Rinascimento. Un picco si verificò durante la Seconda guerra mondiale ed ora nel ciclo 24 il Sole si addormenta, non crea la ionosfera, come se le fasi solari stessero per finire. Oggi il flusso solare è 140 circa e dovrebbe essere almeno 200: ora l’astro lavora a metà potenza per questa parte del ciclo, quindi non genera la ionosfera utile per comunicare. Col minimo solare si indebolisce così lo spettro radio: adesso siamo al massimo solare e non è meglio del minimo. Perciò la domanda è la seguente: quando il Sole entrerà nel minimo nei prossimi sette anni, quanto sarà ‘morto’? L'ultimo minimo è stato da primato: l’emissione energetica non è mai scesa sotto 60, mentre questa volta ha toccato 58 sicché non si poteva comunicare".

La flessione nelle prestazioni nelle comunicazioni ionosferiche fornisce un'indiretta indicazione per quanto concerne le attività di geoingegneria spacciate come "solar radiation management", volte a mitigare gli effetti dell'attività solare. In realtà sarebbe il contrario, ossia le operazioni di aerosol sarebbero finalizzate al mantenimento di una coltre elettroconduttiva utile a bilanciare la diminuzione di efficienza dello strato ionosferico.

Fonte: ilgiornale.it

Articoli correlati:

- Comprendere il caos climatico, 2014
- Attività solare e ionosfera, 2014
- Eric Dollar: Il Sole non è un Reattore Nucleare, 2014


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Range finder: come si sono svolti i fatti

sabato 2 dicembre 2017

Elana Freeland: verso il dominio totale del pianeta Terra



Pubblichiamo alcune osservazioni di Anthony Hilder circa l'analisi condotta dalla ricercatrice indipendente Elana M. Freeland. E' una disamina ad amplissimo spettro in cui le chemtrails sono, a ragione, considerate la chiave di volta per comprendere la terribile metamorfosi tecno-capitalista che sta interessando la Terra e l'umanità.

E' oggi possibile monitorare tutti noi e modificare le condizioni meteorologiche, ottenere il controllo del nostro ambiente. Elana Freeland, di cui, entro breve, sarà pubblicato un nuovo saggio, continuazione di “Chemtrails, H.A.A.R.P. and the full spectrum dominance of planet Earth”, ci ricorda che stiamo entrando in un'era spaziale, ma non quella decantata ed immaginata dal presidente John Fitzgerald Kennedy. Quest'era esacerba le guerre delle risorse e soprattutto ridefinisce il pianeta Terra come un perenne teatro di battaglia in conformità con la dottrina militare di "dominio completo dello spettro".

Scie chimiche e riscaldatori ionosferici forniscono un dominio assoluto. Questa rivoluzione nei progetti e nelle strategie belliche ha bisogno di un medium atmosferico adatto ad assicurare l'accesso senza fili agli organismi viventi sulla Terra (vedi il protocollo 5G, n.d.t.) [1], con una gamma di attività che spaziano dai missili a ricerca di calore a varie forme di controllo mentale, per mezzo di apparati elettromagnetici. Il medium atmosferico è garantito dai metalli elettroconduttivi dispersi con le scie chimiche (da velivoli commerciali e militari, n.d.t.).

Quanto sono sinistre queste tecnologie? La recente pubblicazione di alcuni documenti dell'N.S.A. ha rammentato agli Statunitensi (non solo a loro, n.d.t.) che sono costantemente sotto sorveglianza, mentre i superelaboratori registrano le telefonate, i messaggî di posta elettronica, gli articoli ed i commenti sulla Rete, persino le frequenze cerebrali di milioni di utenti.

Le inquietanti e documentate acquisizioni di Elana M. Freeland dissipano i dubbî circa la biogeoingegneria clandestina, dimostrando che il tempo ed il clima sono ingegnerizzati per intimidire i paesi (ormai pochi, n.d.t.) che sono recalcitranti a piegarsi alla volontà criminale dei globalizzatori.

La Freeland analizza i brevetti di Bernard J. Eastlund ed altri programmi strategici per denunciare la costruzione di un sistema tecnocapitalista di supremazia planetaria, per mettere in guardia da un futuro all’insegna del transumanesimo che cancella i confini tra uomo e macchina. E' uno scenario di ibridi nanobionici armati con microprocessori che infestano e danneggiano uomini, animali e piante.

Anthony Hilder

[1] Il 5 G funziona per mezzo delle "extremely high frequencies", ossia onde millimetriche, vale a dire onde radio tra 30 e 300 GHz, la banda di frequenza più alta possibile. E' una gamma letale per gli esseri viventi a causa dell'elevata frequenza.

Effetti biologici delle onde elettromagnetiche:

- Da 25 a 30 MHz (radiofrequenze CB, taxi, ecc) penetrano in tutti i tessuti, nelle ossa e in particolare nel cervello, nel midollo spinale e nel cristallino dell'occhio.

- Da 88 a 108 MHz (radiodiffusioni FM) penetrano fino a 4 cm di profondità nel cervello, nel midollo spinale e nel cristallino.

- Da 175 a 216 MHz (banda televisiva UHF) interessano soprattutto i bambini in crescita.

- Da 614 a 854 MHz (banda V-UHF televisiva e telefonia mobile da 900 a 1800 MHz) penetrano nel cervello fino a 2 cm ed hanno una potenza energetica dieci volte superiore a quella delle onde FM.

- Da 2450 a 2.5 GHz (radar, satelliti, forni a microonde) penetrano nel cervello da 0.5 a 1 cm e sono dannose per gli occhi, il sangue ed i microrganismi.

- Da 10 a 100 GHz (radar militari e forni industriali) penetrano nel cervello per alcuni millimetri, disturbano il sangue e i microrganismi, possiedono una potenza energetica circa diecimila volte superiore rispetto a quella delle onde di 10 MHz.

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mercoledì 13 settembre 2017

Settembre 2017. Eventi meteorologici e sismici estremi: una possibile interpretazione



La prima decade del mese di settembre 2017 è stata costellata da eventi atmosferici e tettonici estremi: una sequela di uragani (Harvey, Irma, Katia, José) si è abbattuto sulle Antille, Cuba, Messico, Stati Uniti meridionali, in particolare Florida, Louisiana, Texas, causando allagamenti, distruzione, morti e feriti.

Il giorno 8 settembre un terremoto di magnitudo 8,2 Richter ha colpito il Messico (stati del Chiapas e di Oaxaca): solo grazie ai criteri anti-sismici adottati dal 1985, i danni agli edifici ed il numero di vittime sono stati contenuti. In Italia, con un scossa del genere, non resterebbe “pietra su pietra”.

Che cosa sta accadendo? Cause naturali ed artificiali si intersecano nella genesi di questi fenomeni inusitati sia nell’intensità sia nella frequenza. Le violente tempeste tropicali, che hanno bersagliato gli Stati Uniti meridionali, sono inscrivibili nel quadro delle solite manipolazioni atmosferiche come dimostrato da questo documento: gli uragani, che normalmente si formano nel Golfo del Messico, sono poi rinvigoriti e diretti con precisione chirurgica verso determinate regioni tramite armi ad hoc. Un monito nei confronti del Texas dove è crescente l’insofferenza verso il potere centrale a tal punto che alcuni propongono un distacco dalla Federazione?



Il tutto si inserisce nella vergognosa politica dell’Agenda 21, volta a convincere la popolazione mondiale che i cambiamenti climatici sono reali e causati dal biossido di carbonio. L’importante non è solo distruggere, ma anche spaventare: è per questo che i media e le istituzioni hanno ingigantito i pericoli legati ai cicloni, persuadendo milioni di persone a trasferirsi dalle aree in cui stavano per giungere gli uragani. L’esodo, di proporzioni bibliche, vede la sinistra F.E.M.A., l’equivalente della nostra Protezione “civile”, già pronta con i suoi campi per “accogliere” la gente in fuga.

Circa il terremoto in Messico, ricordiamo che è stato accompagnato dall’avvistamento di luci in cielo. Il sommovimento tellurico è occorso in concomitanza sia con una potente tempesta geomagnetica sia con incisivi interventi dei riscaldatori ionosferici, alias sistemi H.A.A.R.P., adoperati, com’è arcinoto, per deviare, guidare ed accrescere l’energia dei cicloni. La tremenda sollecitazione cui è stata sottoposta la ionosfera da tale connubio naturale-artificiale può spiegare i bagliori scorti in Messico.

Sia come sia, viviamo tempi davvero ardui, decisivi, liminali.


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mercoledì 9 novembre 2016

Inversione termica artificiale e propagazione troposferica a fini civili e militari



PERCHE' CON LA GEOINGEGNERIA CLANDESTINA SI MIRA A CREARE ARTIFICIALMENTE L'INVERSIONE TERMICA

Condizioni indotte di alta pressione e conseguente inversione termica consentono di impiegare la troposfera (lo strato più basso della nostra atmosfera) quasi come fosse la ionosfera e di conseguenza di facilitare le comunicazioni ad alta frequenza.

La troposfera è lo strato più basso dell'atmosfera terrestre che alle nostre latitudini geografiche si estende circa fino a 11 km di altezza; verso l'equatore un po' più in alto, verso i poli un po' più in basso. Al suo interno avvengono tutti i fenomeni meteorologici che noi avvertiamo in via diretta.

Se le masse d'aria troposferiche sono ben mescolate, la temperatura e l'umidità relativa dell'aria decrescono abbastanza regolarmente con l'aumento dell'altitudine. Questa situazione, però, non è riscontrabile, se non in circostanze molto rare. Una difformità interessante si manifesta, ad esempio, in presenza di alta pressione meteorologica, caratterizzata notoriamente da belle giornate con scarsa o completa assenza di vento. In tale caso, l'aria troposferica non è mescolata in modo uniforme, ma l'aria più calda, più asciutta e perciò più leggera tende a disporsi sopra altra aria più fresca, più umida e perciò più pesante. Nella zona di contatto tra le due masse d'aria la temperatura e l'umidità variano piuttosto repentinamente. Questo passaggio è chiamato inversione di temperatura o inversione termica.

Queste inversioni offrono interessantissime possibilità di DX sulle onde ultracorte. [1]

L'inversione termica

L'inversione termica è un fenomeno causato dal forte raffreddamento di strati di aria in prossimità del suolo. La temperatura quindi aumenta, invece di diminuire al crescere della quota. In zone di alta pressione si forma un cuscinetto di aria fredda sotto falde di aria calda: è così impedito il moto ascensionale delle correnti. Il fenomeno si verifica in modo particolare in autunno ed in inverno.

Se i segnali radio colpiscono la zona di contatto tra i cuscinetti, essi sono rifratti verso la superficie terrestre. Si tratta dunque di un fenomeno molto simile al DX ionosferico.

Le portate per riflessione ottenibili dipendono dall'altezza dell'inversione che può giungere fino ad 8 km di altitudine nonché dall'angolo verticale d'irradiazione dei segnali.

[1] La propagazione del segnale elettromagnetico, emesso dai trasmettitori a terra, si propaga nella IONOSFERA, che è una regione dello spazio a bassa densità gassosa dove l’energia solare è sufficiente a ionizzare le particelle che si raccolgono a seconda dell'intensità di ionizzazione in STRATI. Tali strati sono situati a diverse e variabili altezze e permettono alla RADIOONDA di propagarsi nello spazio come raggi luminosi in uno specchio, compiendo centinaia, migliaia di chilometri.
La IONOSFERA è suddivisa in fasce Ionizzate dette STRATI. La sua parte inferiore compresa tra i 40 ed i 500 Km è distinguibile in tre strati riflettenti:

- Lo strato più basso è denominato D (50/90 Km) ed è poco determinante per la deviazione a terra delle Onde ad alta frequenza.
- Lo strato E (100/150 Km) è quello che influisce nettamente sui collegamenti a lunga distanza (i cosiddetti DX).
- Lo strato F (200/500 Km) è quello determinante per i DX notturni. Lo strato F è a sua volta suddiviso in due substrati, ovvero F1 (180/220 Km circa) ed F2 (220/550 Km circa). E’ l'attività solare che determina le modalità di propagazione delle onde elettromagnetiche, agendo principalmente sulla ionosfera.

FONTI:

- Propagazione troposferica
- Propagazione ionosferica


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venerdì 28 ottobre 2016

Terremoto nelle Marche: un evento di origine artificiale?



26 ottobre 2016, ore 19:11, terremoto nell’Appennino marchigiano di magnitudo 5.4 della Scala Richter, con ipocentro a circa 9.3 km. L’epicentro coincide con Castel Sant’Angelo sul Nera, sull’Appennino maceratese, in corrispondenza del confine con l’Umbria.

Il sisma è stato avvertito in tutto il centro Italia, in particolar modo nell’area fra Norcia, Castel Sant’Angelo sul Nera ed Arquata del Tronto, ma anche a Perugia, Terni, Ancona, Macerata, Ascoli Piceno, Pescara, L’Aquila, Teramo, Rieti, Chieti, Viterbo, Roma, Arezzo, Firenze, Siena, Campobasso, Frosinone etc.

Molti si sono chiesti se il sommovimento tellurico sia naturale o no. Analizziamo i dati a nostra disposizione.

• Il sisma delle 19:11 è stato seguito alle ore 21.18 da un altro evento di magnitudo maggiore, ufficialmente 5,9: ciò è anomalo, perché l’energia di un sisma si sprigiona quasi tutta con la prima scossa; la restante è via via rilasciata con lo sciame successivo.
• L'ipocentro è estremamente superficiale (circa 10 Km di profondità). [1]
• La calamità è occorsa a coronamento di un periodo di intensa, parossistica attività chimica ed elettromagnetica (evidenziata nella foto satellitare di copertina).
• Sono state scorte le tipiche nubi sismiche (cfr infra) e segnalati inusuali fenomeni elettrici in atmosfera, come lampi senza tuoni, malfunzionamento delle comunicazioni UMTS e su digitale terrestre. Il caso vuole che nello stesso giorno la Terra era stata investita da un'imponente tempesta magnetica dovuta ad espulsioni di massa coronale di notevole intensità. Il sole, come è noto, agisce sulla formazione della ionosfera.



Seguiamo sempre questi accadimenti con apprensione. In realtà, fra trivellazioni (fracking), che destabilizzano le faglie, e manipolazioni ionosferiche, viviamo tutti su una polveriera: le alterazioni ionosferiche PROVOCANO terremoti, come riconobbe la stessa N.A.S.A., pochi giorni dopo - guarda caso - il sisma che colpì l’Abruzzo, nel 2009.

Le chemclouds e le smart clouds sono l’indizio evidente della presenza di metalli elettroconduttivi in bassa atmosfera. Giustamente qualcuno le definisce anche "nubi sismiche".

Circa la profondità degli epicentri, meglio affidarsi ai rapporti francesi, poiché il nostro I.N.G.V., costola del sistema, tende a modificare i dati inerenti all'ipocentro, che è cruciale per l'identificazione di un sisma di origine ionosferica. Comunque sia, anche portando la profondità a 19 km, non cambia molto, giacché i sommovimenti naturali hanno di solito ipocentri superiori ai 50 km di profondità.

Si chiama effetto rimbalzo o "bunching", letteralmente “raggruppamento”. La ionosfera è riscaldata (quindi gonfiata verso l'alto) con l'emissione di impulsi ad alta frequenza sfasati di tempo e frequenza (ad esempio, 10.000 hz e 10.006 hz) e che creano una risonanza ELF ed ULF verso terra. Quindi, una volta interrotto il segnale, la ionosfera ritorna velocemente alla sua forma naturale, creando un effetto domino verso gli strati di atmosfera sottostanti nonché sulle fenditure, già sollecitate dalle bassissime frequenze che risultano dallo sfasamento di fase creato da due impulsi inviati con piccola distanza di tempo l'uno rispetto all'altro.

La realtà purtroppo è questa: oggigiorno molte catastrofi sono di origine militare; due giorni dopo il sisma abruzzese, alcune testate riportarono la seguente notizia: “La N.A.S.A. scende in campo con un annuncio rivoluzionario sulle previsioni sismiche. Secondo Stuart Eves, che lavora presso l'agenzia spaziale statunitense, esisterebbe una stretta correlazione tra i terremoti che superano il quinto grado della Scala Richter e particolari perturbazioni che sono rilevate nell’atmosfera più alta, la ionosfera”. [2]

E’ così: gli ecoterroristi governativi stimolano la ionosfera, provocano i terremoti e poi invertono i fattori, affermando che le aberrazioni nella ionosfera possono preannunciare sismi di magnitudo superiore a 5 gradi della Scala Richter. Comunque, invertendo l’ordine dei fattori, il risultato non cambia: è un ennesimo disastro… innaturale.

[1] CLASSIFICAZIONE dei TERREMOTI in base alla profondità dell’ipocentro: TERREMOTI SUPERFICIALI (ipocentro compreso fra 0 e 70 Km di profondità) TERREMOTI INTERMEDI (ipocentro compreso fra 70 e 300 Km di profondità) TERREMOTI PROFONDI (ipocentro supera i 300 Km di profondità – registrati al massimo terremoti con ipocentro non inferiore ai 700 Km).

[2] L'articolo in cui si riportava che la N.A.S.A. sarebbe in grado di prevedere sismi in base alle alterazioni ionosferiche è stato poi rimosso. Comunque ne fu fatta copia ed è visionabile [QUI] dai nostri server.


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mercoledì 14 settembre 2016

Renne uccise da un’arma esotica In Norvegia?



La giornalista investigativa, Linda Moulton Howe, che si occupa di tutto e del contrario di tutto, fuorché di geoingegneria clandestina e crimini annessi – come se un fisico ignorasse completamente la matematica – dà conto di un inquietante fatto accaduto in Norvegia: la morte di 323 renne colpite – ripetono le fonti ufficiali – da una saetta. Mistero risolto? Diremmo di no, se pensiamo alle anomalie dell’incidente ed al fatto che la Norvegia, teatro della moria, è paese in cui è ubicato un riscaldatore ionosferico (o impianto H.A.A.R.P.), noto come E.I.S.C.A.T. Viene in mente l’enigmatica morte di interi stormi il 31 dicembre di alcuni anni fa… E’ il caso di ripetere con il Dottor Nick Begich: “Angels don't play this H.A.A.R.P…”.

"Questa è la prima volta in cui ho appreso di renne uccise da un fulmine, per non parlare di 323 renne tutte allo stesso tempo. E 'senza precedenti”. (K dado Kielland, Ph.D., professore di Ecologia, Università dell'Alaska, docente di Biologia dell’Artico).

1 settembre 2016 Fairbanks, Alaska - Earthfiles ha contattato Knut Kielland, Ph.D., professore di Ecologia presso l'Università dell'Alaska-Fairbanks, Dipartimento di Biologia, per cercare di capire il perché della morte contemporanea di tante renne ed il motivo per cui spesso le corna dei maschi sono risultate strappate. L’inquietante falcidia risale al 26 agosto 2016 ed è occorsa nel parco nazionale di Hardangervidda, Norvegia.



Il Professor Kielland ha asserito: "Non ho idea del perché così tanti palchi di corna siano stati divelti. Non ho mai visto alcunché di simile prima d'ora”. Uno dei colleghi del Professor Kielland, il Professor Greg Finstad, Direttore del Programma di Ricerca sulle renne presso l’Università dell’Alaska-Fairbanks, ha convenuto che egli non ha mai visto alcunché di analogo e dubita che un fulmine possa aver causato la carneficina.



Lo specialista non si è mai imbattuto in resoconti di un fenomeno come questo prima d'ora. Un singolo fulmine può sprigionare fino a un miliardo di volts di elettricità, ma Finstad ignora casi di folgori che abbiano ucciso tante renne in una volta sola, prima del 26 agosto. […]

In effetti nella regione, in cui i poveri animali hanno trovato la morte, si era scatenato un temporale, sicché alcuni, come John Jensenius, esperto del N.O.A.A., pensano che una folgore sia all’origine dell’ecatombe. Spiega lo specialista: "Le correnti di terra sono responsabili, nella maggior parte dei casi, dei decessi collegati ai fulmini”. […]

Fonte: earthfiles

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mercoledì 16 dicembre 2015

Possedere il tempo: progetti da brividi dal Pentagono (articolo di Loredana Reppucci)

Pubblichiamo un articolo riguardante soprattutto H.A.A.R.P.: sebbene il testo non aggiunga informazioni nuove, è uno spaccato chiaro ed efficace di alcuni sinistri “progetti” militari. Repetita iuvant.



Ed ora… una sigla oscura e minacciosa, OTW, Owning the weather.

Possedere il tempo (sotto il profilo meteorologico)… parole che fanno venire i brividi. Eppure questo è diventato da anni il “credo” del Pentagono, sempre a caccia di sistemi che offrano una maggiore letalità da contrapporre ai suoi nemici.

Da più di quarant’anni gli Stati Uniti incoraggiano la ricerca di ciò che è stato descritto come “modificazione del clima per scopi benefici”… anche se, in realtà, è per un usi bellici. Il capo di stato maggiore della U.S. Air Force, generale Thomas D. White, durante il meeting consultivo presidenziale denominato “Weather control”, dichiarò con fermezza che “possedere il tempo costituiva un’arma molto più potente della bomba atomica”.

A prima vista, certo, l’idea di rendere fertili le zone aride, potrebbe sembrare la porta del paradiso: i popoli che da secoli si sono avvicendati nei deserti, rispettosi dell’acqua nascosta in profondi pozzi, arsi dal sole e dalla sabbia rovente, potrebbero avviare una nuova era di benessere con queste tecnologie che consentono di modificare gli eventi meteorologici a loro favore sul pianeta. La realtà è ben diversa. […]

Possedere il clima non è una semplice arma, ma è soprattutto un “sistema” per la distruzione di massa. Fabio Mini, Generale di corpo d’armata, già capo di Stato maggiore del Comando N.A.T.O. per il Sud Europa, ha guidato il Comando Interforze delle Operazioni nei Balcani, oltre ad essere stato comandante delle operazioni a guida N.A.T.O. nello scenario di guerra del Kosovo. A proposito di controllo del clima, Mini ricorda che gli esperimenti militari per alterare la ionosfera incominciarono a metà degli anni ‘50 del secolo scorso. All’epoca, gli Stati Uniti fecero esplodere tre ordigni atomici a fissione nucleare nella parte inferiore della fascia di Van Allen ed altri due a fusione nucleare nella parte alta dell’atmosfera, provocando ampi buchi nella ionosfera. Questi strappi oggi pregiudicano il sistema che ci protegge dalle radiazioni provenienti dal cosmo. La comunità scientifica protestò, finché Washington non sospese gli “esperimenti”. Peccato che i Sovietici abbiano ritenuto opportuno, dal canto loro, avviare “sperimentazioni” analoghe. […]

Alcuni documenti della C.I.A., ormai declassificati, testimoniano come negli anni della guerra in Vietnam, gli Stati Uniti con l’Operazione Popeye, prolungarono la stagione monsonica sulla Cambogia inseminando le nuvole con l’agente Orange. Le piste dei Vietcong diventarono così fangose da impedire loro di spostarsi. [...]

Il sistema H.A.A.R.P. (High Frequency Active Auroral Research Program), finanziato dal Pentagono è in grado di inviare onde radio nella ionosfera, riscaldandola e causando volutamente delle perturbazioni, simili a quelle provocate dalla radiazione solare. Il motivo? Si dice “per studiare quanto queste influiscano sulle comunicazioni a breve e a lunga distanza”. I riscaldatori ionosferici possono determinare, però, interruzioni sulle reti elettriche, sul pompaggio degli oleodotti e influire sui fenomeni naturali per mezzo di onde radio.

Per questo progetto è stata costruita in Alaska (nella località di Gakona) una base militare in cui sono stati installati circa 200 piloni su ognuno dei quali si trova una coppia di antenne per la banda bassa e per la banda alta: le antenne sono in grado di trasmettere onde ad alta frequenza fino ad un’altitudine di 350 km. Le onde possono essere “lanciate” contro la ionosfera e/o deviate verso zone strategiche del pianeta. Come spesso succede, l’operazione si veste di nobili scopi: lo studio della ionosfera e lo sviluppo di nuove tecniche radar che rendano possibili radiografare la litosfera in modo da rilevare armi o bunker a decine di chilometri di profondità… Un’innocua stazione scientifica, insomma.

Fonte: italiapost

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domenica 13 settembre 2015

Solaristi e negazionisti



S’infoltisce il gruppo degli scienziati che negano la relazione tra emissioni di biossido di carbonio in atmosfera ed il cosiddetto “riscaldamento globale”. Hanno senza dubbio ragione, poiché l’intensificazione dell’effetto serra a causa del CO2 è mera propaganda, come abbiamo dimostrato in molte occasioni. Tuttavia gli specialisti in oggetto sono l’altra faccia della disinformazione. Vediamo per quali motivi.

• Sono studiosi - li definiamo in modo sprezzante “solaristi” - spesso in buoni rapporti con la N.A.S.A., il ricettacolo di ogni più vergognosa menzogna in molti campi, non esclusivamente nel settore della geoingegneria clandestina.
• Sono esperti che non solo ignorano le attività chimico-biologiche, ma che, quando sono interpellati sulle chemtrails, perdono le staffe e cominciano ad insultare i ricercatori indipendenti proprio come i negazionisti classici.
• Elaborano modelli meteorologici e climatici basati sull’attività solare, trascurando, però, quanto rilevato dall’astronomo Eric Dollar che evidenzia il nesso tra “letargo” del Sole e la necessità dei militari di creare, per mezzo di metalli elettroconduttivi, una ionosfera ad hoc. [1]
• Sono accademici che, ostentando autonomia, sviano l’attenzione dal problema per eccellenza, la deliberata distruzione della biosfera attraverso le scie chimiche e le armi elettromagnetiche.
• Sono specialisti che, invece di analizzare le situazioni concrete e contingenti, si perdono in elucubrazioni e proiezioni alla fine inverificabili circa cicli naturali lunghissimi, usando dati frutto di mere ipotesi. Quando, tra cento anni, si dovesse dimostrare che i loro sistemi predittivi erano errati, chi si ricorderà di codesti ricercatori? Così oggi essi si pavoneggiano con teorie controcorrente, senza esporsi ai rischi cui si espongono gli scienziati, quelli veri; in un futuro prossimo saranno celebrati, se avranno indovinato il futuro; in caso contrario, potranno appellarsi alla complessità della climatologia.

[1] Dollar ritiene che uno degli scopi di H.A.A.R.P. e degli altri riscaldatori ionosferici sia quello di creare uno strato di plasma artificiale, ogni qual volta la debole attività solare non alimenta la ionosfera naturale. E’ una conclusione che merita di essere considerata ed approfondita, perché conferma quanto sappiamo a proposito degli interventi ad opera dei militari per cui la ionosfera è indispensabile ai fini delle comunicazioni radio.

Dichiara l’astronomo: “Sono cicli di ventidue anni, di inattività e di attività. Un ciclo cominciò agli albori del Rinascimento. Un picco si verificò durante la Seconda guerra mondiale ed ora nel ciclo 24 il Sole si addormenta, non crea la ionosfera, come se le fasi solari stessero per finire. Oggi il flusso solare è 140 circa e dovrebbe essere almeno 200: ora l’astro lavora a metà potenza per questa parte del ciclo, quindi non genera la ionosfera utile per comunicare. Col minimo solare si indebolisce così lo spettro radio: adesso siamo al massimo solare e non è meglio del minimo. Perciò la domanda è la seguente: quando il Sole entrerà nel minimo nei prossimi sette anni, quanto sarà ‘morto’? L'ultimo minimo è stato da primato: l’emissione energetica non è mai scesa sotto 60, mentre questa volta ha toccato 58 sicché non si poteva comunicare".

La flessione nelle prestazioni nelle comunicazioni ionosferiche fornisce un'indiretta indicazione per quanto concerne le attività di geoingegneria spacciate come "solar radiation management", volte a mitigare gli effetti dell'attività solare. In realtà è il contrario, ossia le operazioni di aerosol sono, tra le altre cose, finalizzate al mantenimento di una coltre elettroconduttiva utile a bilanciare la diminuzione di efficienza dello strato ionosferico.

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giovedì 10 settembre 2015

Black out e boati negli Stati Uniti: quali le cause?



Che cosa sta succedendo negli Stati Uniti? Nella prima decade di settembre 2015, si sono verificati numerosi black out soprattutto in California, Texas e nella regione dei Grandi laghi. Le interruzioni nell’erogazione dell’energia elettrica sono avvenute a volte in concomitanza con i soliti boati. Quali possono essere le cause di questi eventi? Sono naturali o artificiali?

E’ difficile rispondere, ma alcune coincidenze inducono a riflettere: il 2 settembre 2015 è stato lanciato il vettore spaziale Atlas per situare in orbita il satellite per comunicazioni militari M.U.O.S.-4 della famigerata rete M.U.O.S. dell’U.S. Navy. Ricordiamo che uno dei “nodi” di questa rete si trova a Niscemi in Sicilia.

L’esercitazione Jade Helm (Timone di giada) toccherà l’apice a metà del mese.

Nei primi giorni di settembre sono stati rilevati impulsi elettromagnetici dal Morphed Microwave Background Imagery (MIMIC TPW). L’energia, sotto forma di microonde e proveniente dallo spazio, sembra aver provocato un falso ritorno, seppur temporaneo, nella stessa forma d’onda in cui è entrata nell’atmosfera terrestre. L’impulso è apparso come un segnale a radiofrequenza che è stato registrato in tutta l’Asia (Oceano Indiano e lungo l’equatore) per poi manifestarsi verso il centro dell’Oceano Atlantico. L’impulso ha assunto quindi una nuova forma sulle Isole Canarie, propagandosi sull’Atlantico sotto forma di onda sinusoidale. Le increspature del segnale si sono manifestate come quelle delle onde lunghe che di solito sono registrate da un oscilloscopio (un dispositivo usato per osservare e decodificare le varie forme d’onda delle frequenze).

Gli scienziati stanno cercando di comprendere di che cosa si tratti. Potrebbe essere il risultato di un errore nel rilevamento o di campi irradiati dai riscaldatori ionosferici, i cosiddetti impianti H.A.A.R.P.? Sono ipotesi improbabili: alcuni ricercatori ipotizzano che sia stata registrata un’energia proveniente dallo spazio, ma “spazio” è termine generico, perché non indica la sorgente del fenomeno. Comunque essa potrebbe essere all’origine dei black out. Arduo per ora stabilire la matrice dell’energia e le sue conseguenze sulla magnetosfera.

Fonti: aurorasito; segnidalcielo

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mercoledì 22 luglio 2015

Sulla scia delle scie chimiche (articolo di Dave Gahary)



Il giornalista Dave Gahary ha di recente realizzato un’intervista radiofonica ad Elana Freeland, l’autrice di un saggio che presentammo tempo fa, “Chemtrails, H.A.A.R.P. and the full spectrum dominance of planet Earth”, 2014. E’ un volume che si può considerare tra i migliori in circolazione in merito alla geoingegneria clandestina, per ricchezza di documentazione, profondità interpretativa e rigore scientifico. La fatica della Freeland è tra le fonti del testo “Scie chimiche-La guerra segreta”.

Di seguito alcune considerazioni di Gahary sul libro della Freeland.

Fino a dove si spingerà l'élite globale per ottenere il pieno controllo del pianeta? A giudicare dal modo in cui il nostro governo (quello statunitense n.d.t.) origlia e spia tutto il mondo, le recenti azioni per rendere obbligatorie le vaccinazioni, la diffusione dello stato di polizia, possiamo asserire che i cosiddetti potenti non hanno remore di alcun tipo nell’attuazione dei loro piani criminali. Secondo Elana Freeland, il fine ultimo dei globalizzatori è il controllo della ionosfera terrestre al fine di dominare il tempo ed usarlo come arma per soggiogare la popolazione mondiale. Questo e molto altro è rivelato nel corposo saggio dell’autrice. Scrive la Freeland nell'introduzione al suo saggio: "E’ in atto una vera e propria macchinazione, ordita da personale dell'Aeronautica, meteorologi, controllori del traffico aereo civile, piloti, media di regime, agenzie ‘ambientali’ ed associazioni, senatori, deputati, medici e scienziati negazionisti, tutta gente che viola la deontologia ed il dovere di informare e proteggere i cittadini”.

La ionosfera, che si trova ad un’altitudine che va da circa 37 a 370 miglia dalla superficie della Terra, "svolge un ruolo importante nell’elettricità atmosferica" e "nella propagazione dei segnali radio nel globo terracqueo". Dopo che NiKola Tesla scoprì l'importanza della ionosfera verso la fine del XX secolo, l’esecutivo degli Stati Uniti procedette da un lato a screditare il geniale scienziato serbo, dall’altro a carpire le sue acquisizioni. Da allora, le élites hanno compiuto progressi costanti nel dominio dell'atmosfera, arrivando a lanciare testate nucleari nello spazio. "Nel corso degli anni ‘50 e ‘60 del XX secolo", ci rammenta la Freeland, "più di 300 megatoni di bombe nucleari furono esplosi nell'atmosfera". Al centro delle operazioni dei globalizzatori per conseguire il controllo della Terra è la dispersione senza freno alcuno di composti chimici dannosi, le cosiddette "scie chimiche", nel quadro di progetti squisitamente strategici dovuti alla D.A.R.P.A. L'agenzia militare statunitense D.A.R.P.A. è all'origine della creazione di Internet nel 1969 per consentire alle agenzie governative di comunicare con le università nel caso di guerra nucleare; Internet diventò un sistema di comunicazione civile nel 1992.

"Chemtrails", come spiega la Freeland, è una dicitura dispregiativa usata per ghettizzare coloro che denunciano la geoingegneria clandestina, ma è altresì un sintagma di origine militare che deriva da un testo denominato “U.S. Air Force academy chemistry 131 manual”, risalente al 1990.
Attraverso l'accesso a migliaia di pagine di documenti governativi liberamente consultabili o declassificati, la Freeland è stata in grado di scrutare il mondo segreto della feccia mondialista e di denunciare i loro folli obiettivi. “Governare le correnti a getto significa spostare la pioggia da una zona all'altra o altrettanto facilmente prosciugare l'umidità e produrre siccità. Siccità, uragani, inondazioni", spiega la Freeland, "possono atterrire piccoli stati che vogliono mantenere la loro indipendenza oppure servire come strumento di ricatto per altri paesi costringendoli a comportarsi secondo le direttive dei poteri sovranazionali. Il controllo dei fenomeni atmosferici non è quello finale", osserva la ricercatrice: "l'ordine del giorno generale è quello di mantenere l'atmosfera innaturalmente carica, in modo da preservare il dominio dello spettro denominato 'C4', ossia comando, controllo, comunicazioni e computer su tutto il pianeta".

La Freeland constata che la resistenza a questi crimini è stata pressoché inesistente. Un’eccezione è lo Space preservation act, proposta di legge presentata dal deputato Dennis Kucinich nel 2001, ma, se si esclude tale iniziativa, il silenzio, la collusione e l’omertà prevalgono. L’opinione pubblica statunitense è stata una facile preda.

Un altro fine delle élites è il denaro: “Attraverso i ricatti del Fondo monetario internazionale, la speculazione finanziaria ed i profitti per la ricostruzione nelle aree devastate, il bottino dei globalizzatori è di giorno in giorno più grosso". Il primo passo da compiere per tentare di sconfiggere i criminali è tenersi informati. Il libro della Freeland può contribuire a fermare i globalizzatori.

Fonte: Americanfreepress



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mercoledì 11 febbraio 2015

Il Sole in letargo

Attività solare al minimo in questo periodo: aveva dunque ragione lo scienziato statunitense Eric Dollar a contraddire quanti prevedevano un Sole sempre più “esuberante”. Tra le altre cose, i cicli della nostra stella incidono pure sulla ionosfera la cui efficienza dipende da una più intensa attività dell’astro. Questo spiega per quale ragione le operazioni chimiche diventano di giorno in giorno sempre più parossistiche: se la ionosfera, indispensabile per le radiocomunicazioni, si indebolisce, i militari vi sopperiscono, creando degli strati ionosferici artificiali a base di metalli elettroconduttivi e… neurotossici.



L’articolo che pubblichiamo, affinché non si cada in visioni unilaterali ed incomplete, va inquadrato nella dialettica tra “naturalismo” ed “artificialismo”.

Sembra che il Sole si sia addormentato. Secondo gli scienziati, l’attività del Sole è al suo minimo da cento anni a questa parte. Le condizioni sono stranamente simili a quelle che precedettero il minimo di Maunder, un periodo a metà del XVII secolo, quando si verificò una piccola era glaciale: nel 1645 il fiume Tamigi ghiacciò.

Alcuni ricercatori ritengono che la debole attività del Sole potrebbe causare notevoli cambiamenti climatici, a partire da una drastica riduzione dei valori termici.

E’ noto che, per un certo periodo, è stata l’attività solare a provocare il cosiddetto ‘global warming', accentuato dalle operazioni di geoingegneria clandestina in sinergia con le emissioni dei riscaldatori ionosferici e non il biossido di carbonio (n.d.r.). L'interpretazione è avvalorata dal fatto che ormai da molti anni le temperature globali sono stabili, in coincidenza proprio con la diminuzione delle eiezioni di massa coronale e di altri fenomeni riguardanti la nostra stella.

“Qualunque misura si adoperi, si osserva che i picchi solari stanno scendendo”, asserisce Richard Harrison del Rutherford Appleton Laboratory nell’Oxfordshire (Regno Unito). ‘Mi occupo di fisica solare da trent’anni e non ho mai visto alcunché di simile”, chiosa l’astronomo.

Mike Lockwood della University of Reading afferma che le temperature più basse potrebbero anche influire sulle correnti a getto, innescando un repentino sconvolgimento dei sistemi meteorologici.

“Stimiamo entro quarant’anni una probabilità del 10-20% che ci si avvii verso un nuovo minimo di Maunder’, precisa l’esperto.

Nel 2014 la N.A.S.A. avvertì che “qualcosa di inaspettato” stava accadendo sul Sole. Il 2015 sarebbe dovuto essere l’anno del massimo solare, con l’acme del ciclo delle macchie, ciclo che dura undici anni circa, ma ne sono state rilevate poche. “Il numero di macchie solari è, a partire dal 2011, ben al di sotto dei valori medi; inoltre forti brillamenti sono stati rari”, spiegano gli scienziati dell’agenzia spaziale statunitense.

Fonte: Latanadizak


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sabato 12 luglio 2014

Boati anche in Finlandia


E’ la prima volta in cui, per quanto ci consta, sono segnalati rintronanti clangori in Finlandia. A nord est della capitale, Helsinki, la popolazione si è allarmata per una serie di boati sulle cui vere cause gli organi ufficiali o non si pronunciano o divulgano versioni for dummies. Da ricordare che l’enigmatico fenomeno potrebbe essere collegato all’uso dei riscaldatori ionosferici (esplosioni radianti) – un impianto del genere è ubicato a Tromsø, in Norvegia – forse in concomitanza con manifestazioni più o meno naturali, come cambiamenti nel nucleo terrestre e nella magnetosfera. La magnetosfera si è indebolita di circa il 15 per cento negli ultimi due secoli, mentre, da alcuni decenni, i militari la intaccano con le emissioni elettromagnetiche irradiate dalle installazioni basate sui brevetti di Bernard Eastlund e Nikola Tesla.

Più volte il 28 e 29 giugno 2014, i residenti di Kouvola e Kotka, Finlandia, a nord est di Helsinki, hanno pensato che fossero esplosi degli ordigni, avendo udito dei formidabili boati. Molti residenti hanno chiamato la polizia ed i servizi di emergenza, ma i responsabili delle forze dell’ordine hanno dichiarato di ignorare la causa dei fragori. Il 30 giugno esperti (?) dell’Istituto di sismologia (Universita di Helsinki) hanno riferito che in quei due giorni sono stati rilevati quattro terremoti di magnitudo intorno ad 1,9 della scala Richter. Secondo il parere degli specialisti, i sismi spiegano le assordanti deflagrazioni. I residenti, però, ritengono che la delucidazione degli scienziati sia poco persuasiva. Sommovimenti tellurici sono stati registrati negli ultimi due anni nella regione di Kouvola, ma non erano mai stati segnalati rimbombi.

Fonte: iltalehti

Articolo correlato: Continuano i misteriosi boati negli Stati Uniti: affiora una nuova ipotesi, 2013


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lunedì 14 aprile 2014

Attività solare, ionosfera e geoingegneria clandestina


Si moltiplicano gli allarmi degli astrofisici circa le aberrazioni dell’attività solare che si manifesta attraverso flares, eiezioni di massa coronale, filamenti etc. Pare che abbiano ragione gli scienziati russi e l’astronomo non accademico Eric Dollar [1]: essi da tempo paventano un indebolimento dell’attività solare, concomitante con la disgregazione del campo magnetico, in passato connesso al minimo di Maunder, quindi ad una diminuzione delle temperature globali.

Alcuni esperti ritengono che i fenomeni sismici e vulcanici sempre più frequenti ed intensi siano da collegare alle anomalie del Sole. Noi riteniamo, invece, che in molti casi i terremoti, il cui ipocentro è superficiale, siano dovuti ad “esperimenti”, in particolare alla manipolazione della ionosfera e degli strati di atmosfera inferiori.

La ionosfera è, considerando le irregolarità dell’attuale ciclo solare, cominciato nel gennaio del 2008, la chiave per comprendere l’intensificazione delle operazioni chimiche nei nostri cieli. E’ noto, infatti, che la ionosfera, formata da plasma (il quarto stato della materia in cui agli atomi sono strappati gli elettroni da potenti emissioni di energia) è indispensabile, grazie alle sue caratteristiche fisiche, per la trasmissione dei segnali radio in ambito sia civile sia strategico.

Sappiamo anche che la ionosfera è, per dir così, alimentata dall’attività solare. Se essa si affievolisce, la ionosfera tende ad indebolirsi: i militari hanno risolto il problema trasformando l’atmosfera, anche a bassa quota, in una sorta di plasma, soprattutto attraverso la dispersione di bario e di altri elementi elettroconduttivi come l'alluminio, il manganese, il litio ed il supermagnetico stronzio. Così sopperiscono alla perdita di efficacia sopra descritta. Perciò, se il Sole non uscirà dal suo “letargo”, dobbiamo attenderci un ulteriore parossismo nella micidiale “aerosolterapia”.

Correlare i fenomeni naturali agli interventi “umani” ci permette di comprendere il quadro complessivo ed altresì di concludere che la tecnologia, con il letale connubio tra sistemi H.A.A.R.P. ed irrorazioni, tende a prevalere sulla Natura: infatti il presente stato della nostra stella dovrebbe indurre una piccola era glaciale, laddove tale tendenza non è ancora visibile. Semmai si rileva un caos meteorologico e climatico su cui ci siamo già soffermati, per analizzarne origini, caratteristiche e conseguenze.

[1] Dichiara l’astronomo Eric Dollar: “Sono cicli di ventidue anni, di inattività e di attività. Un ciclo cominciò agli albori del Rinascimento. Un picco si verificò durante la Seconda guerra mondiale ed ora nel ciclo 24 il Sole si addormenta, non crea la ionosfera, come se le fasi solari stessero per finire. Oggi il flusso solare è 140 circa e dovrebbe essere almeno 200: ora l’astro lavora a metà potenza per questa parte del ciclo, quindi non genera la ionosfera utile per comunicare. Col minimo solare si indebolisce così lo spettro radio: adesso siamo al massimo solare e non è meglio del minimo. Perciò la domanda è la seguente: quando il Sole entrerà nel minimo nei prossimi sette anni, quanto sarà ‘morto’? L'ultimo minimo è stato da primato: l’emissione energetica non è mai scesa sotto 60, mentre questa volta ha toccato 58 sicché non si poteva comunicare".

La flessione nelle prestazioni nelle comunicazioni ionosferiche fornisce un'indiretta indicazione per quanto concerne le attività di geoingegneria spacciate come "solar radiation management", volte a mitigare gli effetti dell'attività solare. In realtà sarebbe il contrario, ossia le operazioni di aerosol sarebbero finalizzate al mantenimento di una coltre elettroconduttiva utile a bilanciare la diminuzione di efficienza dello strato ionosferico.

Articoli correlati:

- Comprendere il caos climatico, 2014
- Il campo magnetico solare è disgregato, 2014
- Un ambiente di plasma elettroconduttivo, 2008


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venerdì 27 settembre 2013

I suoni dell’Apocalisse: cambiamenti geofisici… ma pure qualcos’altro?

In questi ultimi anni in varie regioni del mondo sono stati uditi misteriosi suoni: sono rumori a bassa frequenza, simili ora a trombe ora a bramiti ora a gemiti. Questi inquietanti suoni non hanno ancora trovato una causa certa: come avviene per gli enigmatici boati che squassano isolati e città un po’ in tutto il pianeta, si cercano delle spiegazioni plausibili del fenomeno.

Sulla base delle ipotesi formulate dal geofisico Elchiv Khalivov, si potrebbe pensare che cambiamenti nel nucleo della Terra e nell’attività solare siano la matrice dei singolari echi. E’ significativo che lo scienziato si riferisca alla ionosfera: è verosimile che non siano soltanto processi naturali all’origine delle manifestazioni acustiche, visto che la ionosfera è da anni “bombardata” da onde ad alta frequenza irradiate dagli impianti H.A.A.R.P. E’ una congettura che può integrare i chiarimenti del geofisico, aiutandoci a comprendere perché il fenomeno, con peculiarità inconfondibili, si sia palesato solo in questi ultimi tempi funestati dall’uso di armi esotiche.

Profetica l’affermazione con cui Khalivov conclude la sua indagine...

Di seguito l’analisi di Khalivov.



"Molti li definiscono ‘i suoni dell'Apocalisse’. Le segnalazioni arrivano da tutto il mondo: Stati Uniti, Regno Unito, Costa Rica, Russia, Repubblica Ceca, Australia etc. Abbiamo analizzato le registrazioni di queste sonorità e scoperto che la maggior parte del loro spettro si trova all'interno della gamma infrasuoni, ovvero non è udibile per l'uomo. Quello che la gente sente è solo una piccola frazione dell'effettiva potenza di questi suoni. Si tratta di emissioni acustiche a bassa frequenza in una gamma tra 20 e 100 hz modulata da onde bassissime di infrasuoni pari a 0,1-15 hz. In geofisica sono chiamate onde acustiche di gravità. Si formano nell'alta atmosfera, in particolare al confine tra atmosfera e ionosfera.

Numerose possono essere le cause che generano queste onde sonore: terremoti, eruzioni vulcaniche, uragani, tempeste, maremoti. Tuttavia la scala del brusio rilevata, sia in termini sia di superficie coperta sia per quanto concerne la potenza, supera di gran lunga ciò che può essere determinato dai succitati processi tettonici e meteorologici.

A nostro parere, la fonte di tale manifestazione è legata a potenti eruzioni solari i cui flussi energetici scorrono sulla magnetosfera e sulla ionosfera, destabilizzandole. […]

Va sottolineato che l'attività solare ha cominciato a salire bruscamente dall'inizio del 2011. (Questa affermazione è, però, controversa, n.d.r.)

Un’altra fonte dei suoni può trovarsi al centro della Terra. L’evento è anche connesso all'accelerazione della deriva del Polo nord magnetico, spostamento che è aumentato di oltre cinque volte tra il 1998 e il 2003. […] Il rilascio di un'enorme quantità di energia dal centro del pianeta, occorso alla fine dell’anno passato (il 2011, n.d.r.), ha dato l’abbrivo ai successivi mutamenti.

L'intensificazione dei processi energetici nel centro della Terra è in grado di modulare il campo magnetico terrestre. Il campo, attraverso una catena di conseguenze fisiche che si manifestano nella ionosfera, produce onde acustiche di gravità, percepite come suoni a bassa frequenza.

Dovremo aspettarci per la fine del 2012 un sensibile aumento di terremoti, eruzioni vulcaniche, di eventi climatici estremi con picchi tra il 2013 ed il 2014”.


Fonte: dioni.altervista.org


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