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martedì 11 aprile 2023

Le velature previste nei servizi meteo impediscono la pioggia e sono artificiali

I servizi meteo militarizzati hanno puntualmente previsto le "velature", sul Settentrione Occidentale (Liguria e Piemonte). Queste altro non sono che coperture artificiali, create ad-hoc per inibire le precipitazioni piovose. Infatti è in arrivo la prima perturbazione di aprile e, immancabilmente, non pioverà come dovuto. In pratica il graduato di turno ci avvisa, sulle Reti nazionali, che il cielo sarà coperto da strati nuvolosi artificiali. I meteorologi ci raccontano che si tratta di umidità in quota, ma la lettura delle radiosonde ci mostra un'altra verità: i valori di umidità relativa (UR) alle quote di sorvolo sono prossimi allo zero percentuale, proprio perché quelle "velature" sono composte da prodotti chimici disseccanti aviodispersi, utili alle comunicazioni radio in banda Ka e che impediscono la formazione di nubi imbrifere. La siccità non è certo dovuta al CO2, ma alla guerra climatica, avallata dalle nostre amorevoli istituzioni.

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sabato 28 maggio 2022

Nubi artificiali (velature) vs nubi naturali imbrifere. La prova del radar Doppler

Nella schermata satellitare estrapolata dal satellite denominato "SAT24" si evidenziano vaste aree coperte da nubi, ma si può affermare che sono formazioni artificiali. Sono le classiche "velature" che non provocano piogge, come asseriscono nei servizi meteo militarizzati. Il radar Doppler, invece, come si può constatare, non segnala coperture. Il radar Doppler rileva, infatti, solo le nuvole contenenti acqua. Quelle vere... quelle naturali. E' una prova indiretta che quelli visualizzati da SAT24 sono strati chimici collegati ad un aumento del tutto innaturale delle temperature e ad una siccità di proporzioni catastrofiche.

Doppler è un particolare tipo di radar che si basa sull'effetto di slittamento in frequenza, detto, appunto, effetto Doppler. L'effetto Doppler è l'apparente variazione di frequenza delle onde emesse da una sorgente in moto rispetto ad un osservatore: la frequenza aumenta, se sorgente ed osservatore si avvicinano, mentre diminuisce in caso di allontanamento. Il fenomeno fu scoperto dal fisico e matematico austriaco Christian Andreas Doppler (1803-1853) per le onde sonore, ma si verifica anche per quelle elettromagnetiche. L'effetto Doppler ha molte applicazioni nella tecnica (radar), in medicina (ecografia), in astronomia. Esso permette al radar di distinguere bersagli in movimento anche in presenza di oggetti fissi.

I negazionisti, ovviamente, tentano di confutare quanto sin qui asserito. Nello specifico uno di loro, sulla pagina dello stalker governativo "Task Force Butler", scrive:
"L'effetto doppler serve per capire se il soggetto si avvicina o si allontana ma parte dal presupposto che l'onda venga riflessa. Quindi vale per un radar aeronautico che "illumina" un aereo (onda riflessa dal metallo). Un radar meteo è tarato per emettere onde che si riflettono sulle gocce d'acqua quindi se le nuvole sono "secche" non si vedranno mai su un radar meteo. E come pensare di poter vedere il traffico aereo sul tracciato di un radar meteo".
Osserviamo che le nuvole "secche" in natura non esistono! I disinformatori sono davvero allo sbando.

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giovedì 8 novembre 2018

Guerra climatica: un'ammissione importante dal CNR



E' scritto nel Vangelo che la "verità va gridata dai tetti". Antonio Raschi, Direttore dell'Istituto di Biometeorologia, CNR sede di Firenze, non proclama ai quattro venti il vero, ma almeno, pur all'interno di un discorso convenzionale e, in parte, depistante, insinua un riferimento quanto mai esplicito alla "guerra climatica" in atto ormai da decenni, con una frase eloquente: "Siamo al centro di un esperimento planetario di cambiamento del clima del quale non sappiamo bene gli effetti sul lungo periodo". Il sintagma "esperimento planetario" è quanto mai significativo, adombrando un insieme di attività coordinate e gestite da un potere sovranazionale. Il movimento degli occhi ed il tono della voce tradiscono un po' di timore, ma si vede che il Dottor Raschi sentiva la necessità di sputare il rospo. Che il cenno alla geoingegneria criminale sia avvenuto in un noto programma televisivo, piuttosto che in un semplice convegno, rende il tutto ancora più incisivo, perché, come ci insegna Mc Luhan, il medium è già messaggio. Speriamo che altri seguano l'esempio dello specialista: l'audacia da lui dimostrata fa risaltare ancora di più la vigliaccheria e l'omertà di figure tanto osannate quanto deprecabili, ad esempio gli esponenti dell'intera "classe dirigente".



[1] Antonio Raschi è nato a Firenze nel 1955. Agronomo, è ricercatore del CNR dal 1982. Nel 1985 e nel 1989 ha lavorato come ricercatore ospite presso l'Institute of Ecology dell'Università di Edimburgo. I suoi principali interessi scientifici sono l'ecofisiologia delle piante, i cambiamenti globali e lo sviluppo rurale. Dal 2009 è Direttore dell'Istituto di Biometeorologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR_IBIMET). Ha preso parte a numerosi progetti europei ed è stato delegato di cinque progetti COST. E' autore e co-autore di più di cento articoli scientifici peer-reviewed.

Articolo correlato: Antonio Raschi, il coraggio di parlare

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"Siamo al centro di un esperimento planetario di cambiamento del clima del quale non sappiamo bene gli effetti sul lungo periodo". Questa affermazione del Professor Antonio Raschi deve essere interpretata correttamente: come dimostrato dalla mimica, NON è una richiesta di consenso alla prosecuzione delle operazioni di geoingegneria clandestina, ma un grido d'allarme lanciato a chi vuole e può capire. In un sussulto di dignità, Raschi ha cercato di avvertire del pericolo mortale che incombe sul pianeta, se non si prenderà presto coscienza della "guerra climatica" in atto. Qualsiasi altra interpretazione, che chiama in causa presunte ed inverosimili questioni giuridiche, è destituita di ogni fondamento. Raschi è un ricercatore e non un giurista, inoltre il sistema che perpetra crimini di ogni tipo, è sempre e comunque al di sopra della legge oppure usa la "legge" come strumento di dominio. I tribunali sono deboli con i forti e forti con i deboli: agiscono contro gli oppositori, ora applicando norme assurde ora calpestando le regole che garantirebbero i diritti dei cittadini. Tutte le elucubrazioni su "sovranità individuale", "richiesta di consenso" sono sogni ad occhi aperti, masturbazioni cerebrali, utili sul piano pratico come una stufa d'estate. Questo è quanto.


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mercoledì 9 novembre 2016

Inversione termica artificiale e propagazione troposferica a fini civili e militari



PERCHE' CON LA GEOINGEGNERIA CLANDESTINA SI MIRA A CREARE ARTIFICIALMENTE L'INVERSIONE TERMICA

Condizioni indotte di alta pressione e conseguente inversione termica consentono di impiegare la troposfera (lo strato più basso della nostra atmosfera) quasi come fosse la ionosfera e di conseguenza di facilitare le comunicazioni ad alta frequenza.

La troposfera è lo strato più basso dell'atmosfera terrestre che alle nostre latitudini geografiche si estende circa fino a 11 km di altezza; verso l'equatore un po' più in alto, verso i poli un po' più in basso. Al suo interno avvengono tutti i fenomeni meteorologici che noi avvertiamo in via diretta.

Se le masse d'aria troposferiche sono ben mescolate, la temperatura e l'umidità relativa dell'aria decrescono abbastanza regolarmente con l'aumento dell'altitudine. Questa situazione, però, non è riscontrabile, se non in circostanze molto rare. Una difformità interessante si manifesta, ad esempio, in presenza di alta pressione meteorologica, caratterizzata notoriamente da belle giornate con scarsa o completa assenza di vento. In tale caso, l'aria troposferica non è mescolata in modo uniforme, ma l'aria più calda, più asciutta e perciò più leggera tende a disporsi sopra altra aria più fresca, più umida e perciò più pesante. Nella zona di contatto tra le due masse d'aria la temperatura e l'umidità variano piuttosto repentinamente. Questo passaggio è chiamato inversione di temperatura o inversione termica.

Queste inversioni offrono interessantissime possibilità di DX sulle onde ultracorte. [1]

L'inversione termica

L'inversione termica è un fenomeno causato dal forte raffreddamento di strati di aria in prossimità del suolo. La temperatura quindi aumenta, invece di diminuire al crescere della quota. In zone di alta pressione si forma un cuscinetto di aria fredda sotto falde di aria calda: è così impedito il moto ascensionale delle correnti. Il fenomeno si verifica in modo particolare in autunno ed in inverno.

Se i segnali radio colpiscono la zona di contatto tra i cuscinetti, essi sono rifratti verso la superficie terrestre. Si tratta dunque di un fenomeno molto simile al DX ionosferico.

Le portate per riflessione ottenibili dipendono dall'altezza dell'inversione che può giungere fino ad 8 km di altitudine nonché dall'angolo verticale d'irradiazione dei segnali.

[1] La propagazione del segnale elettromagnetico, emesso dai trasmettitori a terra, si propaga nella IONOSFERA, che è una regione dello spazio a bassa densità gassosa dove l’energia solare è sufficiente a ionizzare le particelle che si raccolgono a seconda dell'intensità di ionizzazione in STRATI. Tali strati sono situati a diverse e variabili altezze e permettono alla RADIOONDA di propagarsi nello spazio come raggi luminosi in uno specchio, compiendo centinaia, migliaia di chilometri.
La IONOSFERA è suddivisa in fasce Ionizzate dette STRATI. La sua parte inferiore compresa tra i 40 ed i 500 Km è distinguibile in tre strati riflettenti:

- Lo strato più basso è denominato D (50/90 Km) ed è poco determinante per la deviazione a terra delle Onde ad alta frequenza.
- Lo strato E (100/150 Km) è quello che influisce nettamente sui collegamenti a lunga distanza (i cosiddetti DX).
- Lo strato F (200/500 Km) è quello determinante per i DX notturni. Lo strato F è a sua volta suddiviso in due substrati, ovvero F1 (180/220 Km circa) ed F2 (220/550 Km circa). E’ l'attività solare che determina le modalità di propagazione delle onde elettromagnetiche, agendo principalmente sulla ionosfera.

FONTI:

- Propagazione troposferica
- Propagazione ionosferica


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giovedì 19 giugno 2014

Gli ultimi giorni del pianeta Terra


Even though we can’t afford, the sky is over. Anche se non ce lo possiamo permettere, il cielo è sparito. (Serj Tankian, The sky is over)

Disfacimento

E’ proprio necessario riportare fonti e tradurre articoli per dimostrare che, se non accadrà un miracolo, il pianeta e l’umanità sono spacciati? Non occorre elencare i flagelli che stanno colpendo una Terra già fortemente provata da un modello di “sviluppo” aberrante.

Dalle radiazioni di Fukushima alle diuturne, esiziali operazioni di geoingegneria abusiva, dalle contaminazioni di ampie aree a causa dell’uranio impoverito alle discariche ed agli inceneritori che avvelenano l'aria, il suolo e le falde acquifere, dal traffico di rifiuti tossici alla deforestazione, dall’acidificazione degli oceani a causa del rilascio di gas naturale al deterioramento dell’ozonosfera, dall’estinzione di numerose specie viventi all’inquinamento elettromagnetico, è tutto una sequela di disastri da tempo annunciati, invano denunciati.

Gaia sembra ormai una bolgia dantesca. Si respira un’atmosfera da basso impero: il disfacimento, però, a differenza di quanto accadde nel III secolo, non è la ripercussione di un concorso di eventi sfavorevoli, quanto il risultato di un declino programmato in cui le parole d’ordine sono “crisi” e “devastazione”. Sono ferite inferte ad un’umanità sempre più debole e disorientata, blandita solleticando un fatuo narcisismo, una mal intesa e distorta rivendicazione di diritti.

Il gonzo di Firenze

Il sistema agisce per ledere e distruggere, ma sempre mascherando le sue azioni perverse che sono presentate come benefici: una campagna per le vaccinazioni, un’iniziativa per “tutelare” l’ambiente, una raccolta di fondi per compiere ricerche su una “malattia genetica rara”, una legge per combattere la disoccupazione… Ogni intervento, nel mondo orwelliano in cui siamo costretti a sopravvivere, va letto al contrario.

Probabilmente lo scenario più agghiacciante, ma spacciato per mirabolante innovazione a favore dei cittadini, è quello prospettato dal gonzo di Firenze: costui ha anticipato che presto ogni italiano riceverà un codice per consentirgli di gestire tutte le esigenze (rapporti con la pubblica amministrazione, movimenti di denaro, fruizione di servizi, istruzione…). E’ palese l’intento: digitalizzare l’intero spettro delle attività per trasformare gli individui in numeri che possono essere cancellati pigiando un tasto.

Che sia stato un minus habens a preannunciare il marchio, non cambia la sostanza delle cose, giacché il giullare tosco è il portavoce di poteri forti, gli stessi poteri che fomentano conflitti in ogni dove, tramano “rivoluzioni”, depredano risorse, massacrano intere etnie. Le loro parole sono di miele, ma il loro cuore è gonfio di fiele. Dai pulpiti, dalle logge, dalle tribune essi proclamano a gran voce di volersi adoperare per la pace, per la libertà e giustizia, ma covano un odio feroce che li sprona a scatenare guerre, a schiacciare i popoli, a prevaricare.

Una via d’uscita

Il cantante statunitense di origini armene, Serj Tankian, nell’epica canzone intitolata “The sky is over” (Il cielo è sparito), grida il suo dolore di fronte ad un mondo dilaniato in cui i carnefici rovinano paesi ed economie, dove la noncuranza della massa impedisce e rinvia la presa di coscienza, il semplice gesto, per dirla con James Hillman, di “guardare in alto”. “Guardare in alto” non significa solo – ed è già pratica auspicabile – volgere gli occhi al firmamento per prendere contezza della sua tragica metamorfosi, ma soprattutto preservare quell’attitudine a vedere oltre le contingenze e la superficie, ad intraprendere un percorso difficile ma significativo verso un riscatto risolutivo. E’ un’attitudine del tutto negata a disinformatori vecchi e nuovi, ai Quisling, ai persecutori a cottimo, ai ciarlatani scientisti. Il loro attuale successo, il loro ignominioso trionfo, conseguito grazie al sostegno dell’establisment e ad una corruzione capillare, è caparra di una disfatta ingloriosa, definitiva.


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sabato 24 maggio 2014

Sindrome aerotossica su un volo della U.S. Airways



La sindrome aerotossica è un insieme di sintomi collegati alle operazioni chimiche. Gli episodi che riguardano questo problema sono sempre più frequenti tra passeggeri e personale di bordo, sebbene di rado la cronaca ne dia conto, a causa della censura sul tema. Infatti non pochi viaggiatori ci hanno riferito di aver accusato malesseri dovuti all’inalazione di composti chimici che tendono a contaminare l’aria della cabina passeggeri e della stessa cabina di pilotaggio, aria prelevata dall’esterno e, precisamente, da una o più gondole motore. I responsabili delle compagnie aeree e degli scali ogni volta promettono che si compiranno indagini. Dubitiamo che tale indagini, se mai verranno condotte, porteranno a conclusioni veritiere. E' interessante notare come gli stessi piloti operino repentine cabrate, al fine di superare gli strati di copertura igroscopica altamente neurotossici. Sono sottili coltri presenti a circa 1.700 metri di quota ed in specialmodo create ad hoc durante interventi atti ad inibire le perturbazioni in arrivo dall'Atlantico. In questi due casi le precauzioni non sono state evidetemente sufficienti.



Un altro volo, dopo che era decollato dall’Italia è stato dirottato su Dublino, perché diversi componenti dell’equipaggio hanno mostrato strani sintomi. E’ la seconda volta in meno di due settimane in cui un aereo, partito da Venezia con destinazione Philadelphia, deve essere diretto su uno scalo intermedio, a causa di ‘malati’ a bordo.

Durante il volo, alcuni assistenti hanno accusato nausea, senso di stordimento, vertigini. Il velivolo perciò è stato costretto ad atterrare a Dublino. Al momento non è noto che cosa abbia causato il problema. L’inchiesta è in corso.

Dopo l'atterraggio a Dublino nel pomeriggio di lunedì 19 maggio, i componenti dell'equipaggio sono stati esaminati da alcuni medici che hanno dato loro il permesso di tornare a casa. I responsabili della compagnia hanno riassegnato i passeggeri ad altri vettori.

Un analogo episodio si era verificato circa due settimane prima, in concomitanza con pesanti operazioni di geoingegneria clandestina, riscontrabili dalle mappe satellitari del periodo: quella volta gli steward e le hostess avevano lamentato nausea, lacrimazione e vertigini.

Fonte: News.com

Articolo correlati:

- Sindrome aerotossica: probabile un collegamento con le scie chimiche, 2009
- Il motore turbofan ed i possibili dispositivi di aerosol, 2009
- I piloti della “British Airways” sono vittime della sindrome aerotossica, 2013
- Campagna dei piloti contro la sindrome aerotossica, 2011

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venerdì 2 settembre 2011

Nuvole tarocche: da Rudolf Steiner alle scie chimiche, da Rihanna a Fabrizio De André (articolo di M.B.)

Pubblichiamo un originale studio di M.B. in cui sono snidati significati occulti, filigranati in alcune canzoni, e connessi ad un’interpretazione esoterica e spirituale circa l’origine dell’umanità. Non sembri un approccio peregrino: la bio-ingegneria clandestina nasconde molto più di quanto si possa immaginare con la più fervida fantasia.

Esistono entità che vivono nelle nuvole? Ed esistono altri esseri che vogliono danneggiarle, magari ponendosi dietro le quinte dei molteplici scopi dell'operazione 'scie chimiche'? Per quale motivo si osserva un tale accanimento contro i cumuli? Sono un semplice ostacolo alle comunicazioni militari o c'è dell'altro? E cosa sono i globi di luce che sembrerebbero tentare di contrastare i tankers chimici quando attraversano il cumulo al fine di dissolverlo? Quelle entità viventi nelle nubi potrebbero essere... come noi qualche anno fa.

Rudolf Steiner nel suo libro “Il Vangelo di Giovanni” scrive alle pagg. 110 e 111: "L'uomo è veramente, alla lettera, disceso sulla terra da sfere che dobbiamo definire come sfere di acqua e di vapore, d'acqua e d'aria (simili a elementali?). ... Finché era stato liquido ed aeriforme. egli si trovava su in mezzo agli dei; a poco a poco, parallelamente all'addensarsi della Terra, l'uomo si addensò fino all'odierna materialità. Questo processo rappresenta la discesa; come l'uomo è disceso, così pure risalirà. Dopo aver maturato tutte le esperienze possibili entro la materia solida, egli tornerà ad ascendere a quelle regioni nelle quali il suo corpo fisico è liquido ed aeriforme. ... Oggi intanto egli non può che anticipare spiritualmente quegli stati. L'uomo un tempo non nasceva dalla carne e dalla terra, bensì dall'aria e dall'acqua e, in avvenire, dovrà realmente rinascere dallo spirito dell'aria e dell'acqua".

In seguito l'antroposofo riporta un passo del Vangelo detto di Giovanni tratto dal colloquio con Nicodemo: “A meno che uno non sia nato dall'acqua e dall'aria, non potrà entrare nel Regno dei Cieli”. (Gv. 3, 5).

C'è qualcuno che si sta opponendo a tale risalita? Qualche forza contraria all'uomo?

Da sempre la musica propinata a ripetizione in radio e televisioni, è spesso veicolo di messaggi 'satanici' intrisi di forte simbologia. Pensiamo alle attuali 'stelle' internazionali come Lady Gaga e Rihanna. Proprio riguardo a quest'ultima, l'utente di Youtube, Lenonhonor, ha analizzato la canzone “Umbrella”, producendo un documentario di circa tre ore dal titolo 'Works of evil', ora riproposto dall’utente GrandTruth0777 col titolo ‘Hip hop and the occult: secret cult messages, Rihanna Umbrella video’ di cui sono disponibili tutti gli spezzoni a partire dal secondo

La canzone ed ancor più il video che l'accompagna sono pieni di simboli: figure geometriche, sigle, doppi sensi, riferimenti a famiglie illustri (Rockfeller), ma non solo. La cantante è accompagnata dal rapper Jay-Z che compare in diversi fotogrammi, mentre tiene le dita a forma di piramide, inserendo il suo occhio all'interno. Il rapper produce una voce particolare e la cantante interagisce con lui: secondo Lenonhonor, questo duetto alluderebbe ad un vero e proprio dialogo fra un demone e la popstar, nella quale vengono elencati i vantaggi che ella avrebbe, ponendosi sotto la sua protezione (l'umbrella del titolo): soldi, fama, successo. Tra le varie lusinghe, il demone afferma che non ci sono nuvole nelle sue tempeste: 'No clouds in my storms'. E proprio questa frase, più volte sottolineata nel documentario, ci porta al tema iniziale: le 'tempeste' non vanno qui intese, secondo Lenonhonor, dal punto di vista meteorologico, ma come sconvolgimenti che il demone è in grado di provocare con i suoi poteri. Ed in queste negatività non ci sono nuvole.

Le nubi, quelle naturali, oltre ad essere portatrici di piogge nutrienti e rinfrescanti, riescono a rendere splendidi anche i paesaggi più monotoni, disegnando particolari scenografie. Eppure nel linguaggio comune il tempo nuvoloso viene definito 'brutto'. Un altro modo per metterci contro di loro?

Anche in Italia esistono casi simili a quelli di Rihanna. Molti cantanti, talora non privi di qualche qualità, appaiono tuttavia come 'fabbricati a tavolino', uscendo da qualche talk show o reality. E chi ci dice che non vengano anch'essi usati per veicolare determinati messaggi? Alessandra Amoroso ha inciso un disco in cui appare in copertina con uno sguardo particolare, quasi demoniaco e diverso dal solito (notare le differenze), ma soprattutto acconciata in modo molto simile a Rihanna. E come si intitola questo album? “Senza nuvole”.

Ma nella musica potrebbero esserci anche casi 'opposti'. Sorvolerei sulla Bandabardò e sul loro recente album 'Scaccianuvole' in cui appare un uomo a cavalcioni sul muso di un aereo (ma io, pur non conoscendola appieno, credo che tale band sia buona solo per emozionare qualche illuso alla festa dell'Unità, ma assolutamente non in grado di formulare riferimenti metaforici o simili).

Appare, invece, molto più interessante il caso di Fabrizio De André, autore da porre sicuramente tra quelli che si sono “spinti oltre”. Le nuvole sono presenti in almeno due titoli di suoi dischi: “Nuvole barocche” e “Le nuvole”.

Il primo è uno dei più vecchi e sembra sia stato ripudiato dal cantautore stesso. Lo stile appare quasi antico, come quelle musiche che uscivano da un grammofono. Ma non per questo i brani sono di scarsa qualità. Anzi, due sembrano davvero da inserire fra i più belli di De André.

Il secondo si apre proprio con la canzone che dà il nome all'album: si tratta in realtà di una poesia letta a due voci da Lalla Pisano e Maria Mereu. Potrebbe sembrare un'ode alle nubi o meglio di come esse possano al contempo affascinare ed impaurire. [ Link al video ]

In realtà Fabrizio De Andrè, in una rara intervista televisiva, affermò che il titolo è un omaggio ad Aristofane e le nuvole sono da intendersi come personaggi (politici etc.) che si mettono fra noi ed il cielo, impedendoci di vedere il sole.

Un'accezione negativa quindi anche per lui? Probabile: le nuvole 'che assumono forma di pecora' potrebbero essere un riferimento alla famiglia Agnelli? E quelle a forma di airone, elegante volatile citato anche da Rino Gaetano nel suo sibillino brano “Cerco”? Va ricordato, però, che come il cantautore calabrese non ha quasi mai parlato esplicitamente in televisione del vero significato delle sue canzoni, allo stesso modo l'autore genovese potrebbe aver fornito una lettura più comprensibile ad una platea televisiva, come quella offertaci ad hoc da Fabio Fazio che sembrerebbe avere l'esclusiva su qualunque cosa riguardi De Andrè. L'ultima frase della canzone è troppo profetica per non essere presa in considerazione, soprattutto perché all'epoca dell'uscita dell'album non si parlava ancora di 'scie chimiche'. Eccola per intero:"(Le nuvole) vanno, vengono, per una vera, mille sono finte e si mettono lì tra noi ed il cielo per lasciarci soltanto una voglia di pioggia". Da notare l’aggettivo ‘finte’: perché usarlo se si trattasse solo, come sostenuto nell’intervista, di quelle nuvole gonfie di pioggia, poi dissolte dal vento? Esse sarebbero comunque vere, al massimo ‘illusorie’ o ‘bugiarde’, ma in fin dei conti reali. Nessuno aveva descritto in maniera così poetica la nuvolaglia lattiginosa e sterile delle scie chimiche persistenti!

Insomma, nonostante Fabrizio De André abbia ripudiato il suo album giovanile, meglio le sue “Nuvole barocche” delle moderne e più tristi “nuvole tarocche”.


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