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lunedì 4 gennaio 2021

Paura su un volo della "British Airways": la sindrome aerotossica colpisce ancora!

Inauguriamo questo annus terribilis, il 2021, con una cronaca sulla sindrome aerotossica (alias "fumo in cabina"). Questa volta a farne le spese è il co-pilota in un volo della "British" Airways, decollato da Londra e diretto ad Atene. Il comandante ha dovuto anticipare l'atterraggio a Zurigo, viste le precarie condizioni del secondo in cabina. Riportiamo l'articolo pubblicato su Ilmessaggero.it.
Momenti di tensione sul volo della "British Airways", decollato da Londra e diretto ad Atene. Mentre l'aereo sorvolava la Croazia, il copilota è improvvisamente crollato in terra all'interno della cabina, svenuto, privo di sensi. Il capitano, in un primo momento, ha pensato di fare ritorno nella capitale britannica, ma le condizioni del collega sono peggiorate, costringendolo ad un atterraggio d'emergenza a Zurigo, l'aeroporto più vicino in quel momento.

Che cosa è successo al co-pilota? Che tipo di malessere ha avuto? La compagnia aerea ha mantenuto il massimo riserbo sulla questione, dichiarando solamente che "il primo ufficiale semplicemente non si è sentito bene". Ma ciò che è avvenuto a bordo ha destato molta preoccupazione. [...] Un portavoce della "British Airways", in un comunicato, ha rassicurato, dicendo che l'aereo è rimasto sotto il pieno controllo del comandante e ha affermato: "La sicurezza dei nostri clienti e dell'equipaggio è sempre la nostra massima priorità e le nostre squadre si sono prese cura dei clienti, prima che proseguissero il loro viaggio".


"Sindrome aerotossica: quando e perché"

Abbiamo dedicato numerosi articoli alla sindrome aerotossica, pezzi sia di cronaca sia epidemiologici. In questi anni i media di regime, specialmente in Italia, o hanno ignorato il problema o hanno abilmente depistato, ad esempio insistendo sull’ipotesi secondo la quale sarebbero dei lubrificanti ad essere all’origine della sintomatologia diagnosticata.

Che la sindrome sia correlata ad una contaminazione proveniente dall'esterno è dimostrato dal seguente particolare: in cabina l’aria è riciclata ogni tre minuti (fonte Boeing). Occasionalmente, quindi, il velivolo si trova ad attraversare zone di atmosfera con alte concentrazioni di composti tossici e nocivi. Infatti, in genere, gli episodi di "fumo in cabina" accadono durante la fase di salita o in quella di discesa, allorquando l'aereo "taglia", per pochi istanti, gli strati di copertura artificiale che si trovano a quote basse o medie, ossia tra i 1500 ed in 6000 metri.

Le fasi più pericolose del volo sono quindi quelle in cui si attraversano le falde chimiche: esse, come è possibile constatare sia attraverso l’osservazione sia per mezzo di strumenti scientifici, aleggiano ad altitudini più o meno costanti, quelle sopra indicate.

Ricapitoliamo i principali sintomi della sindrome aerotossica che coinvolge personale di bordo e passeggeri.

• Nausea
• Vomito
• Vertigini
• Sonnolenza
• Perdita di coscienza

Il problema è stato portato all’attenzione mondiale dal comandante Susan Michaelis fondatrice, insieme con Tristan Loraine, del sito intitolato ad una ipotetica "Toxic Free Airlines". La comandante Michaelis nel 2007 pubblicò l’"Aviation Contaminated Air Reference Manual", corposo manuale che tratta della scarsa qualità dell’aria che si respira a bordo degli aerei. Susan aveva al suo attivo oltre 5.000 ore di volo, quando dovette ritirarsi dal servizio, causa malattia, dopo aver volato per tre anni sul BAe 146. Il comandante Tristan Loraine, pilota dal 1986 al 2006, scrisse il libro "Toxic Airlines". Nel 2006, mentre era ai comandi di un Boeing 757 in decollo da Heathrow, si era verificato quello che in gergo viene definito un "fume event" e successivamente Tristan ebbe la sgradita sorpresa di trovare tracce di TCP, l’additivo per lubrificare motori, nel suo sangue. A seguito del peggiorare delle condizioni di salute fu costretto a lasciare il servizio. Nell’aprile 2008 la BBC trasmise l’inchiesta "Something in the air" che trattava della malattia non ancora chiarita, definita come "Chronic Fatigue Sindrome" (CFS) ed il sito della Toxic Airlines ebbe allora il suo momento di popolarità.

La patologia è stata pure la causa di danni permanenti ed invalidanti e talora di decessi riscontrati tra dipendenti delle compagnie civili e passeggeri. I tecnici a terra, i piloti ed il personale di bordo sono perfettamente al corrente di quanto sta accadendo, ma nella paura di perdere il lavoro, tacciono. Per quanto potranno farlo ancora?

Per approfondire la questione si leggano i nostri precedenti articoli su Tanker enemy.

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Range finder: come si sono svolti i fatti

martedì 17 settembre 2019

Atterraggio di emergenza per un volo Malpensa-Zurigo



Una breve ma significativa cronaca ci permette di rammentare quanto siano diventati pericolosi oggigiorno i voli aerei a causa della sindrome aerotossica. Questi episodi, sebbene siano riportati solo in qualche trafiletto ed ignorati dalle reti televisive, sono pressoché all'ordine del giorno. Si trova poi sempre qualche alibi per giustificare l'evento, ma la realtà è quella che vede il "fumo in cabina" come una diretta conseguenza delle criminali operazioni correlate alla geoingegneria illegale. [1] Ricordiamo infine che lo scalo di Milano-Malpensa è un punto nevralgico nella "guerra climatica", al centro spesso di accadimenti "singolari".

25 agosto 2019. Scalo di Milano-Malpensa

Per un problema tecnico, secondo i primi riscontri, probabilmente un guasto ad un impianto di aerazione, un aereo della compagnia elvetica, Swiss Air, con trenta passeggeri a bordo, diretto a Zurigo e decollato da Malpensa, ha dovuto fare rientro all'aeroporto, appena dopo il decollo. E' stata subito attuata una procedura di sicurezza con l'intervento dei vigili del fuoco, ma l'aereo è poi atterrato senza problemi.

Da quanto si è appreso, poco dopo il decollo, il comandante del volo della Swiss Air ha chiesto di rientrare, segnalando un problema, in particolare del fumo che usciva probabilmente da un impianto di areazione.

Nonostante un po' di comprensibile preoccupazione, nessun passeggero è rimasto intossicato o ferito.

[1] Con l'espressione “sindrome aerotossica" è designata una serie di danni neurologici derivanti dall'inalazione di aria contaminata a bordo di un aeromobile. Il fenomeno colpisce tanto i piloti quanto il personale di cabina nonché i passeggeri, producendo talvolta conseguenze gravi ed invalidanti. Di solito si attribuisce il problema ai vapori tossici di olio lubrificante che filtrano all’interno delle cabine dei velivoli, ma alcuni ricercatori sospettano che la sindrome sia dovuta, invece, ai composti chimici delle chemtrails. Questi composti penetrano nelle cabine piloti e nelle sezioni passeggeri, visto che l'aria contaminata è prelevata dall'esterno, solitamente, da uno o più motori. Bisogna, infatti, chiedersi il motivo per cui il problema è nato attorno alla fine degli anni '90 del XX secolo, proprio in concomitanza con l'avvio del "Progetto Teller". La reticenza degli organi preposti alla "tutela della salute", la levata di scudi per opera delle compagnie aeree che minimizzano il problema, la scarsità di studi medici sul fenomeno inducono a concludere che la sindrome in oggetto è legata, in qualche modo, alle operazioni di avvelenamento della biosfera.

Fonte: Atterraggio emergenza volo Malpensa-Zurigo Swiss Air


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Range finder: come si sono svolti i fatti

venerdì 7 settembre 2018

Nuovo clamoroso caso di sindrome aerotossica



Un considerevole numero di passeggeri di un A-380 della Emirates [2], in volo da Dubai (Emirati Arabi Uniti), ha accusato i classici sintomi da "fume event" [1]. Il fenomeno, conosciuto come "sindrome aerotossica", è in modo pervicace occultato dalle autorità governative nonché dalle compagnie aeree, sicché, allorquando si verifica un nuovo episodio, l'evento viene descritto come "di origine misteriosa" oppure si ammanniscono all’opinione pubblica le ipotesi più bislacche.

Il caso dell'A-380 è rilevante, giacché questo tipo di velivolo non aspira l'aria che è poi immessa in cabina dalle gondole motore, ma da bocchette apposite, poste sui lati della fusoliera. Il fatto che il "fumo in cabina" si sia verificato ugualmente, implica che l'aria contaminata da sostanze neurotossiche (che provocano nausea, vomito, febbre, capogiri, cefalea, problemi neurologici più o meno seri e talora la morte) proviene direttamente dall'esterno e non da improbabili oli lubrificanti sfuggiti al sistema di filtraggio. [1] Ciò significa che l’aereo ha attraversato uno strato chimico, ossia una zona dell’atmosfera con alta concentrazione di composti nocivi rilasciati dai famigerati aviogetti impegnati, notte e giorno e a tutte le latitudini, nelle attività di “guerra climatica”. [2] Da notare che incredibilmente anche la Dottoressa Gatti ha sollevato la questione sul suo profilo Facebook.

Di seguito una cronaca.

Un volo della compagnia Emirates Airlines, proveniente da Dubai, con circa 500 persone a bordo, è stato messo in quarantena all’atterraggio all’aeroporto JFK di New York. Molti passeggeri (100 secondo i media statunitensi), hanno accusato malori durante il volo.

L’aereo è atterrato a New York alle 9:10 di mattina ora locale di mercoledì 5 settembre 2018. Il personale sanitario, insieme con gli agenti di polizia, ha così posto i passeggeri in quarantena. Il velivolo è stato fatto sostare in una zona ad hoc del JFK dove esperti e paramedici hanno cercato di arginare la situazione, sottoponendo ad esami i viaggiatori.

In una nota, la compagnia Emirates ha dichiarato che dieci persone - tre passeggeri e sette componenti dell’equipaggio del volo EK 203 - sono state ricoverate in ospedale, in quanto bisognose di cure mediche. Altri nove viaggiatori sono stati sottoposti a controlli medici e dimessi successivamente, mentre al resto delle persone è stato permesso di partire dopo screening eseguiti dalle autorità sanitarie. [...]

Le principali ipotesi circa la causa dei malori sono due: intossicazione alimentare o epidemia di influenza. (sic) [...]

Un A-380 della Emirates, diretto a Dubai, ripreso mentre sorvola illegalmente ed a bassa quota il centro abitato di Sanremo.

Fonti:

- Dubai-New York aereo in quarantena: centinaia di passeggeri con febbre e tosse
- Emirates airline: Passengers sick on Dubai-New York flight


[1] Non bisogna farsi trarre in inganno dal termine “fume che in italiano non si traduce con “fumo”, bensì con vapore o esalazioni. Questo significa che gli incidenti rientranti sotto la statistica di “fume events” non sempre e non necessariamente significano “fumo in cabina”. Precisato ciò, ricordiamo che comunque gli effetti sulla salute umana dei miasmi tossici respirati in cabina possono spaziare in un’ampia gamma: da disturbi lievi a vere e proprie patologie a carico del sistema respiratorio e cardio-circolatorio.

[2] Ottobre 2012: “La Lufthansa alle prese con il problema dei fume events sull’A380”: questa il titolo apparso sulla stampa di settore. L’aerolinea tedesca aveva comunicato che un insolito numero di eventi di vapori in cabina era occorso nella sua flotta di A380, in particolare sui voli decollati da Singapore. Dal momento che molti dei casi erano avvenuti sui voli di ritorno per la Germania la compagnia sospettava che le condizioni meteorologiche che solitamente caratterizzano la regione tedesca potevano aver giocato un ruolo determinante.


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mercoledì 11 luglio 2018

Atterraggio d'emergenza a Malpensa per un aereo della Easyjet: l'ennesimo episodio di sindrome aerotossica

Un ennesimo episodio di probabile fumo in cabina, ricondotto dalla stampa ufficiale ad un non meglio definito problema tecnico" di cui, però, non è spiegata l’origine. I media italiani sono particolarmente restii a menzionare sia il cosiddetto “fumo in cabina” ("fume event" in inglese) sia la sindrome aerotossica, perché entrambi problemi connessi agli aviocarburanti di nuova generazione, quindi alle operazioni di geoingegneria bellica.



Atterraggio d'emergenza a Malpensa per aereo Easyjet: "Motore in fiamme", ma era un falso allarme.

Milano. 5 luglio 2018. L'allarme è stato lanciato poco dopo il decollo, verso le 21, quando il pilota ha contattato la torre di controllo per avvisare che sarebbe ritornato immediatamente allo scalo, a causa di un incendio.

Serata di paura a Malpensa, teatro di un atterraggio d'emergenza che ha visto protagonisti equipaggio e passeggeri del volo Easyjet "Ezy 2963", decollato alle 20.06 proprio da Malpensa e diretto a Heraclion, capitale di Creta.

Dopo il May day del pilota - che ha spiegato di avere uno dei due motori in fiamme - i controllori dei cieli hanno lanciato l'allarme di livello grave ed hanno dato il via a tutte le procedure d'emergenza, con vigili del fuoco e soccorritori del 118 che si sono schierati sulla pista. L'atterraggio è poi avvenuto senza alcun problema - alle 20.27 in punto - e l'allerta è poi rientrata, perché non sono stati individuate fiamme.



Probabilmente, ma gli accertamenti sono ancora in corso, la richiesta d'aiuto è stata dovuta alla presenza di fumo (Ecco svelato l'arcano... n.d.r.) nella cabina di pilotaggio, forse causato da un guasto tecnico. I 187 passeggeri a bordo - fa sapere Areu, intervenuto con due mezzi avanzati e cinque ambulanze - sono stati visitati in ambulatorio e nessuno di loro ha subìto conseguenze.

La compagnia Easyjet, al momento, non ha commentato, ma nella sezione "Stato dei voli" è confermato che il volo è stato cancellato per "problemi tecnici" e riprogrammato per venerdì mattina alle 10:00.

Fonte: milanotoday


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lunedì 25 dicembre 2017

Australia: un altro episodio di sindrome aerotossica



Un altro episodio, l’ennesimo, di sindrome aerotossica è occorso recentemente in Australia dove è stato coinvolto l’equipaggio di un volo commerciale. Nella breve cronaca si accenna ad una “causa misteriosa” del problema: sappiamo, però, che il “fumo in cabina” è un evento tutt’altro che enigmatico…

Una strana sindrome ha mandato in ospedale il personale di un Jetstar in Australia. Sei componenti dell'equipaggio dell'aereo australiano Jetstar sono stati ricoverati in nosocomio nella Gold Coast, dopo aver inalato un “gas misterioso” (sic).

L'incidente è avvenuto mentre il velivolo stava compiendo le manovre di atterraggio, mercoledì pomeriggio (20 dicembre 2017 n.d.t.) a Coolangatta.

I due piloti e quattro componenti dell'equipaggio hanno lamentato vertigini, sensazione di testa vuota, nausea, perciò sono stati portati al Tweed Heads Hospital per precauzione, riferisce il quotidiano Daily Mail. Non viaggiavano passeggeri a bordo.

Il portavoce del servizio di ambulanza del Queensland, Harry Beyne, ha dichiarato: "È piuttosto anomalo che tutti i membri dell'equipaggio contemporaneamente provino nausea e sintomi simili".

Fonte: www.stuff.co.nz


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sabato 18 novembre 2017

Viaggiare in aereo? Una specie di roulette russa



Pubblichiamo una cronaca che si commenta da sé: si inquadri l'accaduto, ricordando la cosiddetta "sindrome aerotossica", a sua volta collegata all'ecoterrorismo governativo, noto anche come biogeoingegneria clandestina.

16 novembre 2017. Malpensa: paura su un aereo velivolo della Easyjet. Fumo in cabina dopo il decollo: componenti dell'equipaggio intossicati

Un volo della compagnia EasyJet, decollato da Malpensa (Milano) e diretto a Malaga, in Spagna, è stato costretto ad un atterraggio di emergenza nel primo pomeriggio, in quanto nella cabina di pilotaggio si era creato del fumo sulla cui causa si stanno ancora compiendo accertamenti (Sì... come no... n.d.r.).

L'aereo, su cui era imbarcato il solo personale di bordo, era partito alle 13:45 e, pochi minuti dopo, ha segnalato alla torre di controllo la presenza del fumo (fume event in inglese, n.d.r.), chiedendo il permesso di atterrare. Cosa che è avvenuta poco dopo le 14:00. I componenti dell'equipaggio sono stati portati in infermeria, perché presentavano i sintomi di un'intossicazione.

Fonte: msn.com

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Il caso Germanwings. Perché è precipitato.

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venerdì 29 settembre 2017

Filtri “contro” la sindrome aerotossica



Un’indiretta ammissione della sindrome aerotossica, ancora oggi pervicacemente negata perché problema connesso alla biogeoingegneria clandestina alias scie chimiche, proviene dalla compagnia Easyjet che ha deciso di installare dei filtri ad hoc. Si consideri, però, che il nanoparticolato è talmente sottile che questi sistemi di depurazione dell’aria lasciano comunque passare molti veleni. Temiamo si tratti di un cataplasma su una gamba di legno: prendere l’aereo è e resta molto pericoloso.

La EasyJet ha intenzione di installare sui suoi aerei appositi filtri per impedire che i fumi tossici entrino nelle cabina di pilotaggio ed in quella passeggeri: questo è de facto un riconoscimento della "sindrome aerotossica".

L’ostinata negazione del problema, per opera delle compagnie aeree, è responsabile di diverse morti di piloti e di centinaia di incidenti in cui i piloti hanno perso i sensi talvolta mentre erano ai controlli.



La EasyJet ha riferito al “Sunday Times” che "le preoccupazioni per la salute" l'hanno portata a lavorare con un fornitore commerciale, Pall Aerospace (sic), per "sviluppare e progettare un nuovo sistema di filtraggio dell'aria per cabine" a partire dall’anno prossimo.

In questi anni il Servizio sanitario nazionale britannico ha istituito un "percorso di assistenza" per le vittime di fume events. Una nota che spiega l’iniziativa dell'Autorità per l'Aviazione Civile, recita: "Esistono evidenti prove che alcune persone sperimentano sintomi acuti come conseguenza della sindrome aerotossica".

Tristan Loraine, un ex capitano della British Airways ha dichiarato: "Questo è il primo riconoscimento pubblico per opera di un vettore circa un problema che questo settore, inclusa la mia compagnia aerea, ha trascorso decenni a negare”. […]



Le anomalie nelle guarnizioni del motore possono contaminare l’aria in cabina con residui dell’olio motore, fluidi idraulici e lubrificanti. Negli aeromobili metà dell’aria filtrata entra nel ricircolo, insieme con l’aria di sfiato solo in parte depurata.

Il nuovo sistema di "filtraggio totale" (sic) sperimentato dalla EasyJet per la prima volta filtra anche l'aria di sfiato ed include altresì un rilevatore di contaminazione. La EasyJet ha insistito che non stava assumendo una posizione sulla sindrome aerotossica, che "rimane un'area di incertezza scientifica".

Almeno 292 incidenti di fumo in cabina negli aeromobili britannici sono stati registrati tra il giugno 2014 ed il maggio 2015. La sindrome è stata segnalata in 96 casi.

Nel 2012 un primo ufficiale di una compagnia aerea britannica Richard Westgate, è morto dopo essere stato avvelenato dall'aria della cabina. [1]

Le compagnie riconoscono che i fumi delle cabine possono causare disagio a breve termine, ma citano studi (sic) che hanno rilevato che “le preoccupazioni per un rischio significativo per la salute dei passeggeri di linea e dell’equipaggio non sono giustificate”. Tuttavia, nel mese di giugno, una relazione di una rivista dell’Organizzazione mondiale della sanità ha rilevato che l’aria aerea contaminata “può ragionevolmente essere collegata a sintomi acuti e cronici, secondo un nesso di causalità”.



Fonte: Theaustralian.com.au

NOTA: L'articolo della fonte, redatto da Andrew Gilligan, è stato rimosso. Qui la copia cache in formato PDF.

[1] Un'altra vittima recente della sindrome aerotossica è il Comandante della compagnia Etihad. L'episodio è occorso il 27 settembre 2017. Il velivolo era partito da Abu Dhabi ed era diretto ad Amsterdam, Olanda, quando, poco dopo il decollo, il pilota ha avuto un malore che gli è stato fatale. Il copilota ha dovuto eseguire un atterraggio di emergenza, dirottando il volo in Kuwait. Una volta a terra i soccorritori sono saliti a bordo, ma per il comandante era tardi. La notizia è stata diffusa dalla compagnia degli Emirati arabi uniti attraverso un comunicato stampa.


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lunedì 12 giugno 2017

Volo Bologna-Lanzarote: paura a bordo



Che volare sia diventato quasi sinonimo di sindrome aerotossica è arcinoto, ma un recente episodio aggiunge nuovi motivi di preoccupazione... E' assodato: l'aria all'interno degli aerei è velenosa, letale; quella che si respira altrove... anche.

Riccione (Rimini), 9 giugno 2017 - Momenti di panico sul volo Bologna-Lanzarote. Una bimba di sei anni, residente nel Bolognese, ha avuto un arresto respiratorio, seguito da una terribile crisi convulsiva. A salvarle la vita, a 7mila metri di quota (???, n.d.r.) tra la disperazione dei genitori e lo sgomento di 200 passeggeri, è stato il medico riccionese Stefano Tentoni che, dopo averla rianimata, in accordo col pilota ha fatto predisporre un atterraggio di emergenza all’aeroporto di Alghero. Qui la piccola è stata trasportata al Pronto soccorso dell’ospedale civile della cittadina sarda. La piccola è stata quindi trasferita nel reparto di Neuropsichiatria infantile della Clinica universitaria di Sassari. Per Tentoni il viaggio è proseguito verso la Spagna con moglie e figlia, ma con il cuore accanto alla piccola paziente.


"L’aereo era decollato alle 6,50 di mercoledì dall’aeroporto di Bologna – racconta il medico – Poco dopo la bimba ha avuto un arresto respiratorio: a bordo è quindi stata emergenza. Per fortuna avevo portato con me qualche strumento, ma la situazione era bruttissima, perché la bambina da due minuti non respirava più, era cianotica, pallida ed in stato d’incoscienza. La mamma ed il papà erano impazziti ed i viaggiatori erano in grande agitazione. Ho capito che dovevo risolvere il problema, anche se non si intuiva da che cosa derivasse, perché, a detta dei genitori, la bambina aveva goduto sempre di buona salute".


Ma non era finita. "In quella terribile emergenza, durata una quarantina di minuti, ho guardato se per caso la bimba avesse in bocca qualche caramella o qualcos’altro – prosegue Tentoni – ma, dopo due minuti, ha stretto i denti ed ha avuto una tremenda crisi convulsiva. In trent’anni di carriera non ne ho mai vista una così. Si è irrigidita tutta, è andata in apnea ed ha avuto una profonda e totale paralisi respiratoria. L’equipaggio della Ryanair, a partire dal capocabina, è stato encomiabile: mi ha portato subito due bombole di ossigeno. E’ stato importante anche l’aiuto prestato da un’infermiera che si trovava a bordo".

A quel punto Tentoni ha chiesto al comandante di compiere un atterraggio d’emergenza. Cosa non facile, considerato che l’aereo viaggiava ad alta quota e tirava un forte vento. "Così prima dell’atterraggio l’aereo ha dovuto fare quattro giri sul cielo di Alghero. Sono riuscito a riprendere la bimba che dallo stato comatoso è passata ad uno stato soporoso, respirava bene. I genitori erano molto scossi e provati, ma, prima di scendere, mi hanno abbracciato e ringraziato". Non è la prima volta in cui Tentoni, Cavaliere ed Ufficiale al merito della "Repubblica", salva una vita in aereo. Sette anni fa, di ritorno dalle Maldive, intervenne in volo per un’embolia polmonare.

Fonte: Ilrestodelcarlino


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mercoledì 8 marzo 2017

Incidente del volo Germanwings: i genitori di Andreas Lubitz non credono alla versione ufficiale



Gutta cavat lapidem, ossia la goccia scava la roccia. Continuiamo dunque a divulgare la verità circa l’incidente aereo in cui fu coinvolto un velivolo passeggeri precipitato sulle Alpi francesi. Abbiamo sempre sostenuto che la tragedia del Germanwings non fu causata dal copilota squilibrato, ma che fu un episodio legato quasi certamente al cosiddetto “fumo in cabina”. Di recente i genitori di Andreas Lubitz, stanchi della diffamazione post mortem ai danni del figlio, hanno rilasciato delle dichiarazioni con cui provano a riabilitare il giovane copilota, usato come capro espiatorio dalle istituzioni e dai media per nascondere la sindrome aerotossica, quindi la geoingegneria criminale.

Tragedia Germanwings: “Andreas era una persona gentile e delicata”: queste le parole dei genitori di Lubitz che hanno fatto infuriare (a torto) i parenti delle vittime.

“A proposito dell'aereo della Germanwings molte domande sono rimaste senza risposta, alcune circostanze sono strane ed abbiamo dubbi sulla dinamica dell'incidente. Noi procediamo con le ricerche”. Lo hanno asserito i genitori di Andreas Lubitz, il copilota che fu accusato di aver provocato lo schianto dell'aereo sulle Alpi francesi, togliendosi la vita ed uccidendo 149 persone, il 24 marzo di due anni fa. Le dichiarazioni sono state rilasciate alla testata “Welt am Sonntag”.

“Sull'immagine completamente falsa trasmessa” del loro figlio - sostengono - non vogliono ancora pronunciarsi. Il ventisettenne, stando agli esiti delle pseudo-inchieste condotte da due procure (francese e tedesca), provocò volontariamente l'incidente, approfittando dell'assenza del pilota - andato in bagno (sic) - e dopo essersi barricato nella cabina (sic!).

Le parole dei genitori di Lubitz fanno il paio con quanto affermato dal sindacalista Jörg Handwerg in merito al reintegro di un pilota che era stato licenziato, dopo aver contratto una patologia dovuta all’inalazione di aria contaminata: "Le compagnie aeree non possono sottrarsi alle proprie responsabilità in merito alla salute del personale. Abbiamo già visto quando precipitò un aereo sulle Alpi francesi, che cosa un problema del genere (la sindrome aerotossica, n.d.t.) può eventualmente provocare”.

Fonte: Il messaggero

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mercoledì 15 febbraio 2017

Le vicissitudini di un pilota tedesco: sindrome aerotossica e non solo…



Sindrome aerotossica: un pilota tedesco, Gunther Knorr, è stato licenziato, dopo essersi ammalato a causa dell'aria tossica in cabina. Knorr si è poi rivolto al tribunale per ottenere la revoca del provvedimento: il giudice del lavoro gli ha dato ragione.

Il pilota, che per anni ha accusato stanchezza cronica, dolori articolari, difficoltà di concentrazione ed altri disturbi, lamenta che nei contratti di lavoro del personale impiegato nell’aviazione civile è inserita una clausola che consente alla società di congedare il dipendente, qualora non sia in possesso dei requisiti psico-fisici richiesti.

Ma non finisce qui, come amava ripetere Corrado Mantoni: nell’articolo si chiama in causa anche l’incidente occorso ad un velivolo della compagnia Germanwings, costola della teutonica Lufthansa, il 24 marzo 2015. Quel giorno cadde un aereo chimico che stava sorvolando le Alpi francesi: come si ricorderà, il disastro fu attribuito al copilota “depresso” (sic), ma a fondo articolo si ammette candidamente che la tragedia è collegata al “fumo in cabina”!

Infatti, mentre il direttore del personale si è rifiutato di commentare il verdetto ed il sindacato dei piloti ha accolto con favore la sentenza, Jörg Handwerg ha asserito che: "Le compagnie aeree non possono sottrarsi alle proprie responsabilità in merito alla salute del personale. Abbiamo già visto, quando precipitò un aereo sulle Alpi francesi, che cosa un problema del genere (la sindrome aerotossica, n.d.t.) può eventualmente provocare”.

La versione ufficiale era di conseguenza falsa, mentre la nostra ricostruzione era corretta: come volevasi dimostrare…

Ricordiamo che, nelle ore immediatamente successive all'episodio occorso nei cieli di Francia, il personale Germanwings rimase a terra, rifiutandosi di volare sino a quando non fossero stati chiariti i reali motivi del disastro aereo.

Fonte: austrianwings



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Range finder: come si sono svolti i fatti

sabato 14 gennaio 2017

La morte dell’attrice Carrie Fisher: un collegamento con la sindrome aerotossica?



Sit ei terra levis.

23 dicembre 2016. Carrie Fisher, la principessa Leila di Guerre Stellari, è stata colpita da un arresto cardiaco, mentre era in volo su un aereo decollato da Londra e diretto a Los Angeles. Secondo il “Los Angeles Times", il personale di bordo sarebbe intervenuto con il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca per tenere in vita l’attrice statunitense. L’emergenza si è verificata quindici minuti prima dell’atterraggio.

Allo scalo un’autoambulanza ha portato la donna al pronto soccorso dell’Ucla Medical Center. Le sue condizioni di salute sono in corso di definizione: in un’intervista rilasciata a The Hollywood Reporter il fratello Todd Fisher ha detto che l’attrice è "uscita dalla terapia intensiva".

Carrie Fisher, dopo un lungo periodo di quasi oblio, tornò ad interpretare la principessa Leila nel VII episodio di “Guerre stellari”, “Il risveglio della forza” nel 2015. Nel mese di dicembre del 2016 era impegnata in un tour mondiale per presentare il suo libro “Diario di una principessa”.

Il 27 dicembre purtroppo l’interprete della principessa di “Guerre stellari” è mancata. Il portavoce della famiglia, Simon Halls, ha reso note le parole pronunciate dalla figlia di Fisher, Billie Lourd: "E' con una tristezza profonda che Billie Lourd conferma che la sua amata madre, Carrie Fisher, è deceduta alle 8:55 di questa mattina", si legge nella dichiarazione. "E' stata amata dal mondo e ci mancherà profondamente", prosegue la figlia dell'attrice, secondo quanto riporta “People”. "Tutta la nostra famiglia vi ringrazia per i vostri pensieri e le vostre preghiere". Il 28 dicembre è morta la madre, Debbie Reynolds.

La tragica scomparsa di Carrie Fisher, colpita da infarto, verso la fine di un volo di circa undici ore, si può in qualche modo collegare alla cosiddetta sindrome aerotossica? E’ significativo che il problema si sia manifestato poco tempo prima dell’atterraggio, quando i velivoli incrociano strati chimici molto densi e comunque dopo parecchie ore trascorse nella cabina passeggeri.

In genere gli episodi di "fumo in cabina" accadono durante la fase di salita o in quella di discesa, allorquando l'aereo "taglia", per pochi istanti, gli strati di copertura artificiale che si trovano a quote basse o medie, ossia tra i 1500 ed in 6000 metri. Le fasi più pericolose del volo sono quelle in cui si attraversano le falde chimiche: esse, come è possibile constatare sia attraverso l’osservazione sia per mezzo di strumenti scientifici, aleggiano ad altitudini più o meno costanti, quelle sopra indicate. Gli episodi definiti "fume event" sono stati, in diverse occasioni, la causa di danni permanenti ed invalidanti e talora di decessi riscontrati tra dipendenti delle compagnie civili e tra i passeggeri.

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Range finder: come si sono svolti i fatti

giovedì 15 dicembre 2016

Anarchia nei cieli: rotte commerciali senza più alcun vincolo con uno spaventoso aumento delle mortali attività di biogeoingegneria clandestina



L'E.N.A.V. dichiara, tra squilli di fanfare, l'applicazione della direttiva europea sulle rotte ergonomiche (sic). In pratica, i piloti non dovranno più comunicare il piano di volo e saranno liberi di scegliersi la rotta che vogliono. Ciò significa una cosa sola: legalizzare le irrorazioni a bassa e media quota al di sopra dei centri abitati, senza alcun controllo e, soprattutto, senza alcuna responsabilità per gli enti che dovrebbero (ed avrebbero dovuto sino ad ora) verificare i corridoi seguiti dai velivoli commerciali. Gli aerei “civili” in questo modo, potranno incrociare secondo le indicazioni del "progetto Teller", coprendo quelle aree in cui, di volta in volta, dovranno essere dispersi veleni in funzione della proditoria guerra contro la popolazione ed il pianeta: la guerra del clima Come commentare? Con queste rotte chimiche, a tutte le latitudini e quote, soprattutto basse e bassissime, ci hanno veramente rotto e, tra le altre cose, aumenterà il rischio di collisioni in volo, come segnalatoci da un pilota insider.



Dal giorno 8 dicembre 2016, l’E.N.A.V ha autorizzato le compagnie aeree a cambiare le proprie rotte, consentendo ai velivoli che viaggiano sopra gli 11.000 metri ad andare dritti. Niente rotte a zig-zag che erano dovute alla necessità di non sganciare i radiofari.

Ciò permetterà un risparmio di tempo, ma soprattutto di carburante con un conseguente vantaggio ambientale (sic!!!). Stando all’E.N.A.V., sono 3.500 gli apparecchi che sfrutteranno questi nuovi percorsi ogni giorno (su un totale di 6.000), con un risparmio, in termini di distanza, di almeno 61.250 km, una volta e mezzo l’equatore. Si tratta di 77 ore in meno di motori aerei accesi. [...] L’Italia sarà la prima a sperimentare questa direttiva europea: Bruxelles ha fissato al 2022 la liberalizzazione delle rotte ad alta quota (in realtà, spesso a bassa o bassissima quota n.d.r.).

Per quanto riguarda i piloti, fino al 7 dicembre dovranno ancora presentare 24 ore prima del viaggio il piano di volo. Dal giorno 8 dicembre 2016, invece, regna la libertà totale, (meglio anarchia, n.d.r.) Le compagnie segnaleranno solo il punto d’ingresso nello spazio aereo italiano e quello d’uscita, poi prenderanno la rotta preferita. L’E.N.A.V. provvederà a garantire la sicurezza (sic!!!) nei cieli e che l’aereo non si avvicini troppo ad un altro.

Fonte: Dal prossimo 8 dicembre nuove rotte aeree green. Niente zig-zag per i velivoli sopra gli 11 mila metri, 2016


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venerdì 2 settembre 2016

Paura a bassa quota su un volo della Lufthansa



Un altro episodio, l’ennesimo, del cosiddetto “fumo in cabina”. Questa volta è il turno di un aereo della compagnia tedesca Lufthansa… Come commentare? Buon viaggio ai vacanzieri di fine estate!

Un vettore Lufthansa Cityline Embraer ERJ-190, codice di registrazione D-AACC, in esecuzione del volo LH-1375, decollato da Wroclaw (Polonia) e diretto a Francoforte sul Meno (Germania), stava scendendo verso Francoforte, quando è stato notato del fumo in cabina passeggeri. L'equipaggio, dichiarata l'emergenza, ha poi eseguito l'atterraggio sulla pista 25C di Francoforte.

Un viaggiatore aveva, infatti, segnalato del fumo che si è dissolto nell’arco di poco tempo. Il personale di cabina ha tentato di localizzare la fonte dell’esalazione, ma senza successo. Atterrato il velivolo e sgomberata la pista, sono stati allertati i servizi di emergenza per assistere i passeggeri durante lo sbarco.

Il velivolo è rimasto a terra a Francoforte per sei ore e mezzo, quindi ha ripreso servizio.

Fonte: Aerotoxic.org

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mercoledì 24 agosto 2016

Italia sotto attacco chimico: Ryanair ed il piano di “sviluppo” per il 2017



Bad news travel fast, le cattive notizie viaggiano veloci. E’ davvero una ferale notizia quella che riguarda il nuovo piano di “sviluppo” per opera della compagnia Ryanair. Il progetto, che diventerà operativo nel 2017, si tradurrà, di là dalle strombazzate promesse delle “magnifiche sorti e progressive” in uno spaventoso, orrendo aumento delle irrorazioni. Nuove rotte e nuovi aerei significano un incremento esponenziale del deliberato inquinamento ambientale e delle malattie, visto che, anche prescindendo, per assurdo, dalle operazioni di geoingegneria clandestina (alias scie chimiche-chemtrails), il traffico aereo “civile” – un traffico a bassa e bassissima quota anche sui centri abitati in violazione di ogni normativa - è all’origine di una sconvolgente contaminazione dei biomi. E’ inoltre tra le principali cause di patologie anche gravi, considerando sia il numero notevole dei voli commerciali sia la tossicità degli scarichi derivanti dai carburanti additivati. Attendiamoci pure pesanti e forse irreversibili conseguenze sui fenomeni meteorologici (siccità alternata a rovinosi nubifragi) dell’ex Bel paese.



L’amministratore delegato della Ryanair, Michael O'Leary, ha annunciato il piano di sviluppo della compagnia low cost nel nostro paese per il 2017. Tra le ricadute “positive”: oltre duemila assunzioni, dieci nuovi aeromobili e il rilancio delle basi di Pescara e Alghero

O'Leary ha illustrato il piano durante una conferenza stampa con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ed il presidente dell'E.N.A.C., Vito Riggio.

“Cresceremo di tre milioni di passeggeri" (raggelante! N.d.r.), ha dichiarato O’Leary. Il nuovo piano di crescita per l'Italia di Ryanair, "genererà 2.250 posti di lavoro presso gli aeroporti italiani". Il miliardo di dollari era destinato agli scali in Spagna, Polonia e Grecia, ma è stato spostato sul mercato italiano. (Che fortuna! N.d.r.)



La decisione è arrivata dopo la scelta del governo Renzi, accolta "con grande favore" dalla società irlandese, di annullare l'incremento di 2,50 euro della tassa municipale dal prossimo primo settembre ed alla luce della modifica delle linee guida aeroportuali per opera del Ministro, Graziano Delrio, scelte che "permetteranno agli aeroporti regionali italiani di competere in condizioni di parità con gli scali di Roma e Milano". […]

Fra le nuove rotte previste per il prossimo anno si annoverano Pescara-Copenaghen, Roma-Lourdes, Bergamo-Edimburgo, Treviso-Cracovia, Bari-Liverpool e Palermo-Bucarest. "Il governo italiano continua nel percorso di allineamento con le norme europee per aumentare i servizi ai cittadini e creare opportunità per tutti gli investitori", ha commentato Delrio, salutando positivamente (sic) il piano della Ryanair.

Fonte: tg24.sky.it

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giovedì 9 giugno 2016

Precipita aereo dell’Egyptair: che cosa è accaduto?



La cronaca

19 maggio 2016 Ore: 02:49. Precipita un velivolo (volo 804) della compagnia aerea Egyptair a 175 miglia (295 chilometri) al largo della costa egiziana. L’airbus A-320-232 era decollato da Parigi, scalo Roissy Charles de Gaulle, ed era diretto al Cairo. Ore 01:24. L'airbus entra nello spazio aereo greco. Ottiene il permesso a proseguire per una rotta sud-est. Dopo 60 minuti di volo, a sud dell'isola di Karpathos, gli è consentito di immettersi nel sentiero di discesa verso le coste egiziane. Comandante e copilota non segnalano alcun problema. L’aereo è in assetto e – per quanto riferisce l’Egyptair – non è stato rilevato alcun problema meccanico dopo l'incidente del 25 giugno 2013, quando un'avaria ad un motore costrinse il velivolo al rientro e ad un atterraggio di emergenza, dopo un decollo per Istanbul.

Tra l'1.48 e l'1.50, sulla verticale dell'isola di Kea, il controllo del traffico aereo greco ricontatta la cabina per comunicare il passaggio alle cure del centro di traffico meridionale ellenico. Il comandante è di buon umore. Scherza col controllore.

Ore 02.27. Ill nuovo centro di controllo greco, che ha preso in carico l'MS804, chiama il cockpit sulla frequenza radio regolarmente usata fino a quel momento. Come prevede il protocollo, deve segnalare ai piloti l'imminente uscita dallo spazio aereo ellenico e fornire le nuove coordinate radio con cui agganciare il controllo del traffico aereo egiziano. È una chiamata obbligatoria, come obbligatoria è la risposta, ma la cabina di pilotaggio dell'Airbus tace. Alle 02.28, nuovo tentativo di contatto. L'aereo procede a quota ed a velocità regolari. Anche questa seconda chiamata è "vuota". È l'indizio di un problema al punto che, alle 02.29 e quindi alle 02.30, la terza chiamata viene eseguita anche sulle frequenze radio di emergenza, immaginando che qualcosa sia accaduto o stia accadendo. Tutto, però, è inutile. Intanto l’unità è uscita dallo spazio aereo greco. Sono centottanta secondi di silenzio. L’aereo sta incrociando ad un'altitudine (dichiarata) di 38.000 piedi (11.000 metri circa), quando compie una brusca virata di 90 gradi a sinistra, seguita da una sterzata di 360 gradi a destra, quindi perde quota per cadere infine in mare. Muoiono 66 persone tra componenti dell’equipaggio e passeggeri. In un punto individuato dalle coordinate 33°32' Nord, 29°13' Est, i satelliti dell'E.S.A. fotografano una chilometrica lingua di cherosene, non lontano da dove sono poi recuperati alcuni rottami della fusoliera.



Le ipotesi e l’analisi

Quali sono le cause del disastro aereo? Alcuni media di regime chiamano in causa un possibile atto terroristico, sebbene l’azione non sia stata rivendicata. L’ipotesi dell’attentato è la solita versione di copertura: si inventa spesso ipso facto o a posteriori un’attribuzione di responsabilità per opera qualche gruppo “integralista” con tanto di scatti e di filmati artefatti.

• Si può congetturare, vista la dinamica degli eventi, che entrambi i piloti abbiano perso conoscenza per un guasto al sistema di pressurizzazione o per un episodio di “fumo in cabina” (sindrome aerotossica). Questo potrebbe spiegare perché non è stato lanciato il mayday. Aggiornamenti del 21 maggio 2016 si riferiscono a fumo nella cabina passeggeri prima dello schianto: l’impianto di sicurezza installato mostrerebbe alle 02:26 ora locale l’attivazione di un sensore antifumo, seguito a ruota da altri sei allarmi fino alle 02:29, ora in cui il dispositivo cessa le registrazioni. Da scartare la supposizione che il presunto incendio sia stato dovuto ad un ordigno: è probabile, però, che la “verità” ufficiale si impernierà sull’esplosivo a bordo collocato da un jihadista (sic).

• L’aereo potrebbe essere stato oggetto di un atto intimidatorio orchestrato dai servizi segreti statunitensi: è la pista, a nostro parere assai improbabile, indicata da Giulietto Chiesa.

• Le brusche virate dell’aereo lasciano intuire un problema ad un motore, ma provocato da che cosa? Le deviazioni sono altresì riconducibili a manovre del pilota intento a risolvere un’emergenza: ad esempio, la carenza di ossigeno e quindi la necessità di scendere velocemente di quota per depressurizzare.

• Il velivolo potrebbe essere stato colpito da un meteorite: le gragnole di questi corpi celesti stanno crescendo in numero ed intensità.

• L'indebolimento della magnetosfera potrebbe essere all'origine di danni ai sistemi elettronici (fly-by-wire) dell'aereo.

E’ comunque un evento di difficile analisi, giacché ci si deve basare sulle fonti ufficiali e sulle ricostruzioni della stampa mainstrream, la cui credibilità e veridicità sono notoriamente molto scarse. Due sono comunque le certezze: qualsiasi versione ufficiale sarà alla fine elaborata e diramata, dovrà essere considerata falsa, come per l’incidente occorso al Germanwings; viaggiare in aereo, tra sindrome aerotossica, manutenzione carente e superficiale, rendez vous con foo fighters, rarefazione della coltre magnetica che protegge dai raggi cosmici, azioni dei servizi segreti etc., è diventato sempre più pericoloso.



Le ultime informazioni, oltre a citare il possibile ritrovamento delle due "scatole nere" (notizia rivelatasi poi infondata), rafforzano l’ipotesi del “fume event”: infatti, poche ore prima dell’incidente in esame, un altro vettore della Delta Airlines, decollato da Francoforte e diretto a Kuwait City, in volo sulla stessa rotta, era stato intercettato da due caccia F16, poiché pilota e copilota non rispondevano ai controllori di volo; i due avevano perso i sensi con 140 passeggeri a bordo. In questo frangente è stata evitata la catastrofe, giacché era inserito il pilota automatico. Nel caso dell'Egyptair, invece, è andata come è andata, in quanto i piloti, quando hanno perso i sensi, avevano da poco cominciato la fase di discesa ed erano sul "manuale”.

Da alcuni anni, da quando soprattutto è entrata a regime l'operazione "geoingegneria clandestina", non si riescono più a stabilire le cause dei sinistri aerei: anche le "scatole nere" non sono ritrovate. Passati circa trenta giorni, diventa troppo tardi per il loro reperimento, poiché i dispositivi non emettono più segnali utili alla localizzazione. Alla fine tutto passa in cavalleria: si rincorrono altri eventi ed una distratta opinione pubblica è distratta da altre notizie vere o false che siano, sempre funzionali comunque ad ingannare e ad inebetire la massa.

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