
23 dicembre 2016. Carrie Fisher, la principessa Leila di Guerre Stellari, è stata colpita da un arresto cardiaco, mentre era in volo su un aereo decollato da Londra e diretto a Los Angeles. Secondo il “Los Angeles Times", il personale di bordo sarebbe intervenuto con il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca per tenere in vita l’attrice statunitense. L’emergenza si è verificata quindici minuti prima dell’atterraggio.
Allo scalo un’autoambulanza ha portato la donna al pronto soccorso dell’Ucla Medical Center. Le sue condizioni di salute sono in corso di definizione: in un’intervista rilasciata a The Hollywood Reporter il fratello Todd Fisher ha detto che l’attrice è "uscita dalla terapia intensiva".
Carrie Fisher, dopo un lungo periodo di quasi oblio, tornò ad interpretare la principessa Leila nel VII episodio di “Guerre stellari”, “Il risveglio della forza” nel 2015. Nel mese di dicembre del 2016 era impegnata in un tour mondiale per presentare il suo libro “Diario di una principessa”.
Il 27 dicembre purtroppo l’interprete della principessa di “Guerre stellari” è mancata. Il portavoce della famiglia, Simon Halls, ha reso note le parole pronunciate dalla figlia di Fisher, Billie Lourd: "E' con una tristezza profonda che Billie Lourd conferma che la sua amata madre, Carrie Fisher, è deceduta alle 8:55 di questa mattina", si legge nella dichiarazione. "E' stata amata dal mondo e ci mancherà profondamente", prosegue la figlia dell'attrice, secondo quanto riporta “People”. "Tutta la nostra famiglia vi ringrazia per i vostri pensieri e le vostre preghiere". Il 28 dicembre è morta la madre, Debbie Reynolds.
La tragica scomparsa di Carrie Fisher, colpita da infarto, verso la fine di un volo di circa undici ore, si può in qualche modo collegare alla cosiddetta sindrome aerotossica? E’ significativo che il problema si sia manifestato poco tempo prima dell’atterraggio, quando i velivoli incrociano strati chimici molto densi e comunque dopo parecchie ore trascorse nella cabina passeggeri.
In genere gli episodi di "fumo in cabina" accadono durante la fase di salita o in quella di discesa, allorquando l'aereo "taglia", per pochi istanti, gli strati di copertura artificiale che si trovano a quote basse o medie, ossia tra i 1500 ed in 6000 metri. Le fasi più pericolose del volo sono quelle in cui si attraversano le falde chimiche: esse, come è possibile constatare sia attraverso l’osservazione sia per mezzo di strumenti scientifici, aleggiano ad altitudini più o meno costanti, quelle sopra indicate. Gli episodi definiti "fume event" sono stati, in diverse occasioni, la causa di danni permanenti ed invalidanti e talora di decessi riscontrati tra dipendenti delle compagnie civili e tra i passeggeri.
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