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venerdì 26 aprile 2019

Marcatori chimici del DNA


Pubblichiamo un articolo che, mutatis mutandis, ha attinenza con il problema per antonomasia, ossia la biogeoingegneria clandestina, soprattutto se si considera appunto il versante biologico della sinistra e nefasta attività, aspetto già illustrato tempo addietro in particolare dalla giornalista investigativa Carolyn Williams Palit.


A loro insaputa, i cosiddetti Gilets gialli sono diventati cavie di un esperimento sugli esseri umani con nanoparticelle e marcatori genetici [1] il cui effetto sugli organismi biologici è ancora poco conosciuto.

Per il governo francese, si tratta d’innocui “prodotti di marcatura chimica codificati” che impregnano la pelle, i capelli ed i vestiti delle persone interessate per un periodo di tempo variabile da diverse settimane ad alcuni decenni. Ufficialmente questa tecnologia non è mai stata adoperata contro esseri umani. Tuttavia, accurate informazioni raccolte da alcuni professionisti della sicurezza indicano che anche prima ed altrove i governi non hanno lesinato queste armi. Durante la diciottesima manifestazione dei Gilets gialli, cannoni ad acqua e gas, contenenti marcatori di DNA e nanoparticelle, sono stati impiegati contro i partecipanti ai cortei. Non solo, oltre ai marcatori chimici e alle nanoparticelle, risultano aggiunte sostanze psicotrope.

Queste “armi contro il DNA” sono state sviluppate nel Regno Unito e usate in Israele. Qui detenuti palestinesi hanno dichiarato di aver contratto vari tipi di tumori in seguito all’etichettatura del corredo genetico.

Per i fautori di tali procedimenti, i prodotti di etichettatura del DNA o dell’RNA non rappresentano alcun rischio, ma le loro dichiarazioni non sono avvalorate da alcuna evidenza scientifica.

Si sa che l’impatto della maggior parte di sostanze biochimiche impiegate sugli esseri viventi può essere rilevato solo dopo anni, poiché la maggior parte degli studi, che denunciano i pericoli di questi arsenali, è sistematicamente censurata dalle potenti società del settore chimico. […]

Nel 2014, le forze dell’ordine in Ucraina sperimentarono ordigni contenenti LSD: erano dispositivi forniti da una società israeliana. L’effetto fu catastrofico: i manifestanti presi di mira diventarono molto agitati e violenti ed alcuni cominciarono ad avere forti convulsioni, prima di gettarsi a corpo morto sui veicoli della forza pubblica.

In Brasile, le forze dell’ordine saggiarono già nel 2016 sostanze chimiche che avrebbero dovuto sedare i rivoltosi: il composto impiegato era un farmaco neurotossico. In Israele, alcuni dei gas adoperati contro i dimostranti contengono interferenti endocrini, sostanze allucinogene e LSD. […] I gas cui si è ricorso in Francia per il mantenimento dell’ordine, comprendono il CS2 (clorobenzilidene-malononitrile), un composto neurotossico che può alterare profondamente le capacità di percezione e coscienza. […]

Con la marcatura chimica degli individui, gli stati criminali hanno compiuto un ulteriore passo avanti nel controllo totalitario dell’individuo, fino alle radici del DNA.

Traduzione di Simonetta Lambertini

Fonte: invictapalestina.org

[1] Un marcatore genetico è una sequenza di DNA conosciuta che può essere identificata mediante un semplice saggio. Un marcatore genetico può essere costituito da una breve sequenza di DNA, come la sequenza che circonda un polimorfismo a singolo nucleotide (single nucleotide polymorphism), o da una sequenza lunga, come i microsatelliti.

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Range finder: come si sono svolti i fatti

domenica 30 aprile 2017

Nanobots negli organismi umani dal 2030



Pubblichiamo un articolo in cui è delineata la fusione uomo-macchina attraverso nanostrutture [1] introdotte negli organismi. La conoscenza della biogeoingegneria e dei suo sinistri addentellati ci permette di vedere nelle “previsioni” di Evans e Kurzweil una situazione in gran parte già realizzata. Le virgolette all’interno del testo sono nostre.

L’”esperto” di scenari futuri, Dave Evans, ha recentemente condiviso i suoi convincimenti circa l’interazione uomo-macchina prossima ventura. In un'intervista rilasciata a James Bedsole, Evans ha illustrato le prospettive evocate da un altro “specialista” del settore, Ray Kurzweil. Kurzweil si riferisce a nanobots negli organismi umani entro il 2030.

Raymond Kurzweil, ingegnere ed esponente di spicco di Google, sembra avere talento per le predizioni accurate. Egli ha ribadito le sue anticipazioni a proposito della cosiddetta singolarità tecnologica che avverrà entro il 2045. Per Kurzweil, questo non si tradurrà in un mondo dove l’”intelligenza” artificiale controllerà tutto e tutti, ma in una società in cui gli esseri umani saranno alimentati dalle nanostrutture.

Kurzweil ritiene che, come conseguenza della fusione tra uomo e macchina, i nanobots albergheranno negli organismi dal 2030. Questi robot microscopici, fluendo nelle vene e nelle arterie, ci terranno sani (sic) e trasferiranno i nostri pensieri ai sistemi informatici.

Evans ritiene che il nesso tra tecnologia e biologia non sia affatto peregrino. Egli descrive tre fasi su come questo nesso diventerà sempre più stretto: la fase attuale con microchip indossabili, lo stadio di integrazione con impianti neurali e simili, infine il punto in cui si potranno sostituire neuroni ed organi naturali con i corrispondenti artificiali.

Fonte: futurism.com

[1] In merito alla diffusione surrettizia nell'ambiente di nanostrutture (smart dust) ricordiamo il documento reso pubblico dalla N.A.S.A. nel 2013, per voce del Dottor Dennis M. Bushnell, “scienziato capo” che opera nel famigerato "Langley research center". Il testo si intitola in modo eloquente “Future strategic issues – Future warfare”, ossia “Questioni strategiche del futuro – Il sistema bellico futuro”. Il sottotitolo non è meno significativo “The ‘bots, ‘borgs & humans welcome you to 2025 A.D”., “Gli automi, gli esseri bionici e gli uomini ti danno il benvenuto nel 2025”.


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Range finder: come si sono svolti i fatti

lunedì 2 gennaio 2017

Evoluzione non autorizzata



Si intitola “Evoluzione non autorizzata” l’ultima fatica di Marco Pizzuti, ex ufficiale dell'esercito, dottore in Legge, blogger, opinionista, conferenziere e tra i (pochi) protagonisti dell’informazione indipendente. Pizzuti ha al suo attivo una serie di saggi che vogliamo citare, libri accomunati da un fil rouge che nei titoli si concretizza nell’espressione “non autorizzato” ad indicare il velo di segretezza lacerato da ricerche coraggiose e non allineate. I testi sono appunto “Scoperte archeologiche non autorizzate”, “Scoperte scientifiche non autorizzate”, “Rivelazioni non autorizzate”, “Rivoluzione non autorizzata”, “Esperimenti scientifici non autorizzati”, “Scoperte mediche non autorizzate”, "Scelte alimentari non autorizzate".

In “Evoluzione non autorizzata: dall’uomo 2.0 alla matrice universale della coscienza”, l’autore esplora l’inquietante mutazione antropologica che alcuni scienziati hanno definito, mutuando un termine dall’astrofisica, “singolarità”, ossia l’irreversibile transizione di homo sapiens sapiens verso un cross over naturale-artificiale. Negli ultimi decenni, infatti, “la biologia ha oltrepassato il confine che le separava dal mondo informatico ed i computer del futuro saranno dei biochip viventi formati da DNA modificato o interamente di sintesi. Marco Pizzuti ci offre un’indagine attenta e documentata sulla prossima evoluzione delle tecnologie attualmente in uso. Sta per nascere una nuova razza ibrida di uomini ‘semidei’, mentre le macchine si vanno umanizzando. Androidi, robot, Intelligenza artificiale, sorveglianza, droni, nano-robot, immortalità cibernetica, avatar, potenziamenti psicofisici, cyborg, metamateriali… sono solo alcune delle novità con cui dovremmo abituarci a convivere nei prossimi anni”.

Lo scrittore descrive e denuncia i deliranti progetti del Transumanesimo che vagheggia un superamento della natura in direzione di un mondo che ricorda da vicino la distopia delineata dal famigerato Aldous Huxley nel romanzo “Il mondo nuovo”. E’ un mondo ipercontrollato da una cerchia di tecnocrati dove l’umanità è inquadrata in classi sociali rigidamente predeterminate ed in cui il più volgare edonismo ha sostituito l’amore per la vita e l’empatia.

Siamo vicini ad una svolta ed è una svolta involutiva: la tecnologia si è a poco a poco impadronita delle nostre esistenze, ma non è un attacco cui si possa reagire con forme di neoluddismo, quanto una lenta, graduale infiltrazione. Gli uomini che conosciamo oggi paiono destinati ad estinguersi, rimpiazzati un po’ alla volta da generazioni di cyborg: il tutto avviene in maniera quasi inavvertita e, quel che è peggio, con il consenso delle vittime inclini a scambiare l’incubo con il più seducente dei sogni.

Pizzuti coniuga un approccio diacronico, analizzando i “progressi” della cibernetica, con un taglio sincronico per squadernare le attuali minacce all’ambiente ed all’umanità: sono inevitabili in tale contesto ricognizioni sulle armi geofisiche (inclusa la biogeoingegneria clandestina alias "scie chimiche"), l’ingegneria sociale, il terrorismo di Stato, la mondializzazione economica.

L’autore, pur riconoscendo che la situazione è gravemente compromessa, in quanto lontano anni luce dallo scientismo e dai suoi miti di plastica, nella seconda parte del volume offre prospettive di riscatto ancorate al trascendimento di una visione meccanicistica della realtà.

L’opera è corredata da una monumentale e doviziosa bibliografia che riporta anche il saggio “Scie chimiche-la guerra segreta”, 2015, in relazione all’approfondimento sulle armi climatiche e sul Morgellons.


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venerdì 12 agosto 2016

'Polvere neurale' per controllare muscoli e nervi



Avviene spesso: nuove scoperte scientifiche e mirabolanti tecnologie sono presentate dai media ufficiali come la panacea. In particolar modo da decenni si fa baluginare l’idea di una terapia efficace contro le neoplasie, mentre si mena il can per l’aia da almeno sessant’anni, poiché chemioterapia, radioterapia e chirurgia sono troppo redditizie per abbandonarle o ridimensionarle a favore di altri rimedi non altrettanto dispendiosi per i pazienti e per la collettività, benché non privi di efficacia.

Adesso si sono inventati la “polvere neurale”, un insieme di microsensori da impiantare nei muscoli e nei nervi per “curare” patologie come l’epilessia. Tuttavia sono pur sempre corpi estranei e per di più funzionano con sistema wireless: non sussiste il rischio che provochino tumori o comunque problemi di salute? In fondo, niente di nuovo sotto il sole: già due lustri or sono, la giornalista indipendente Carolyn Williams Palit denunciava il sinistro progetto della D.A.R.P.A. volto a diffondere, anche attraverso gli aerei, nanosensori (smart dust o M.E.M.S.) nell’ambiente e negli esseri umani, certo non per trattare affezioni, ma per sorvegliare, controllare e spiare…

Vale sempre il detto latino: Timeo Danaos et dona ferentes, Temo i Greci anche quando portano doni.



E' pronta la 'polvere neurale', il primo sensore wireless delle dimensioni di un granello di polvere che può essere impiantato nell'organismo. E' un risultato che apre la strada alla possibilità di controllare dall'interno muscoli, nervi e protesi. Descritta sulla rivista “Neuron”, la polvere è stata realizzata dal gruppo coordinato da Michel Maharbiz e Jose Carmena, dell'Università della California a Berkeley.

I mini-sensori sono stati collocati con successo nei muscoli e nei nervi dei ratti e possono essere alimentati con gli ultrasuoni. I dispositivi funzionano, infatti, grazie a un cristallo piezoelettrico che converte le vibrazioni degli ultrasuoni in energia elettrica, destinata ad alimentare un piccolo transistor.

L'esperimento, secondo gli autori, apre le porte anche alla possibilità di trattare, attraverso impulsi elettrici emessi dai sensori, malattie come l'epilessia oppure di stimolare, sempre con gli impulsi elettrici, il sistema immunitario per bloccare le infiammazioni. In prospettiva, il prossimo passo sarà miniaturizzare ancora di più i sensori, fino a ridurli alla metà del diametro di un capello umano. Solo in questo modo potranno essere impiantati nell’encefalo (sic) per registrare continuamente la sua attività elettrica e per curare l'epilessia, senza usare elettrodi collegati a fili.

Secondo Maharbiz, gli scenari a lungo termine potrebbero essere ancora più ampi: ''Finora - ha dichiarato - non è mai stato possibile avere accesso ai dati del corpo umano catturati costantemente dall'interno''. In futuro questi sensori wireless potrebbero essere sistemati accanto ad un nervo, ad un muscolo o ad un organo per registrane l'attività, trasmettendo le informazioni ad un dispositivo esterno.



Articoli correlati:

- How smart dust could spy on your brain, 2016
- SMART DUST: Weather Modification Using Tiny Particles Deployed in Upper Atmosphere, 2013

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venerdì 23 ottobre 2015

La vergognosa rimozione dell’articolo referato scritto dal geofisico Michael J. Herndon



A fine estate 2015 lo scienziato di San Diego (California) Michael J. Herndon ha pubblicato uno studio inerente alla geoingegneria clandestina su una rivista scientifica, previa disamina del testo che è risultato rispondente a criteri di scientificità ed obiettività. Subito, però, si sono scatenate le mute rabbiose dei disinformatori: su pressione di codesti personaggi, in primis Mick West di contrailscience.com, l’articolo è stato rimosso, ma Herndon non deflette e denuncia gli attacchi volti a far espungere il suo articolo. La vicenda è esemplare e ricorda l’episodio dell’accademico italiano, L.Z., che, collaborando con la Dottoressa Hildegarde Staninger, elaborò un’indagine sui filamenti polimerici, collegandoli alle chemtrails. Intimidazioni più o meno velate convinsero lo specialista a tirare i remi in barca…

La rivista scientifica “Enviromental research and public health” ha rimosso l’articolo di J. Marvin Herndon, studio inerente alla geoingegneria clandestina. Alcuni responsabili della rivista hanno affermato che si è scoperto che l’articolo del geofisico conteneva errori e mancava di rigore scientifico (sic!!!).

Il documento è stato pubblicato nel mese di agosto ed è stato integrato da un comunicato stampa in cui Herndon ha asserito che "le conseguenze per la salute pubblica sono profonde, compresa l'esposizione ad una molteplicità di metalli tossici pesanti e no (tra cui l’alluminio) ed elementi radioattivi. Sono composti molto nocivi che sono inalati o che entrano nell’organismo attraverso il derma”.

Il comunicato stampa comprendeva numerose fotografie che immortalano le famigerate scie chimiche, quelle che la Federal Aviation Administration (ed altri enti governativi dediti alla disinformazione più scandalosa, ad esempio, la N.A.S.A.) chiama con infinita improntitudine "scie di condensazione" degli aeromobili.

Paul B. Tchounwou, fra i redattori della rivista, ha pubblicato la ritrattazione il 2 settembre, osservando che "Il linguaggio della ricerca non è sufficientemente scientifico ed obiettivo per un articolo di ricerca." Tchounwou non ha, però, spiegato perché i responsabili della pubblicazione non si siano accorti di tali limiti, quando l’articolo è stato inviato e prima di divulgarlo.

Herndon ha replicato con fermezza: "La rimozione del mio articolo referato è dovuta solo ad un attacco sistematico e strumentale per opera di uno o più individui (negazionisti di regime, n.d.t.). L’aggressione sferrata è la riprova che ho centrato il bersaglio. Continuerò ad oppormi alla decisione assunta ed a denunciare la censura, fino a quando prevarranno la verità e la ragione”.

Le controdeduzioni di Herndon sono state pubblicate su nuclearplanet.


Fonte: Sandiegouniontribune.com

Articolo correlato: Studio rivela che i nanotubi di carbonio possono causare il cancro, 2008

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mercoledì 28 gennaio 2015

Headhunters

“Headhunters” è una pellicola norvegese del 2011 per la regia di Morten Tyldum. Il film è stato apprezzato sia dal pubblico sia dalla critica che l’ha omaggiato con alcuni riconoscimenti. La produzione, in cui le rocambolesche avventure del protagonista sono coniugate con risvolti psicologici e situazioni quasi grottesche, dopo un avvio piuttosto lento, acquista ritmo e drammaticità. Nel desolante panorama cimematografico di oggi, “Headhunters”, tratto dall’omonimo romanzo di Jo Nesbø, è un’eccezione con cui risalta, per contrasto, la pochezza dei polpettoni hollywoodiani: si pensi, ad esempio, al recente, tronfio “Exodus” o alla bieca propaganda guerrafondaia di "American sniper”.



“Roger Brown è un uomo che, all’apparenza, ha tutto ciò che si potrebbe desiderare. È il "cacciatore di teste" più famoso della Norvegia, è sposato con la bellissima gallerista Diana, vive in una splendida villa. In realtà, ha sempre vissuto al di sopra delle sue possibilità ed è per questo che si è dato al furto e contrabbando di opere d’arte. Ad un vernissage, sua moglie gli presenta Clas Greve, dirigente di un’industria elettronica in possesso di un quadro pregiato che permetterebbe a Roger di risolvere tutti i suoi problemi finanziari, ma anche Greves sta conducendo un gioco poco pulito. Quando Roger entra di nascosto a casa sua per sottrargli il dipinto, trova qualcosa destinato a cambiare completamente la sua vita… È aperta la caccia! ‘HeadHunters’ è un thriller d'azione, ma anche un'indagine provocatoria sul tradimento, sulla vendetta e sull’ambizione letale...”

A proposito del lungometraggio, il regista così si esprime:

“Con ‘HeadHunters’ vorrei al tempo stesso intrattenere e provocare delle riflessioni. E’ un film con una storia straordinaria da raccontare, ma non ha paura di farti ridere e lasciarti con il fiato sospeso. E’ un film di genere che ha l’ambizione di non essere dimenticato, non appena hai finito di mangiare i popcorn e sei uscito dalla sala.”

L’interesse principale del film risiede nell’accenno alla smart dust, la cosiddetta polvere “intelligente”: infatti Roger, nella sua fuga dal perfido Clas Greve, è sistematicamente localizzato grazie ai microsensori che una complice di Greve gli ha sparso tra i capelli. Il protagonista presto intuisce di essere rintracciato con qualche diavoleria elettronica, ma solo dopo uno spaventoso “incidente”, comprende che, per non essere più individuato, deve radersi il capo a zero.

Ancora una volta, attraverso la finzione, è veicolato un messaggio sui pericoli insiti nella società tecnotronica fondata sul controllo totale dell’individuo.


Scheda del film

Regia: Morten Tyldum
Cast: Nikolaj Coster Waldau, Aksel Hennie, Julie R. Olgaard, Synnove Macody Lund

Fonte: PPrimissima.it

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venerdì 12 dicembre 2014

Un documento della N.A.S.A. preannuncia la guerra biologica attraverso gli aerosol

Il documento della N.A.S.A., l’agenzia militare in pallide sembianze scientifiche, "Future strategic issues future warfare", redatto da Dennis Bushnell, dimostra che le scie chimiche oltrepassano l’obiettivo di dominare il tempo ed il clima per mezzo di bario ed alluminio. Le operazioni di biogeoingegneria si rivelano come una guerra contro l'umanità e la natura.

Lo scienziato Clifford Carnicom dieci anni addietro identificò nel fall out delle scie chimiche filamenti autoreplicanti legati al morbo di Morgellons. Quanti altri patogeni sono dispersi nella biosfera oggigiorno? Un ceppo dell’Ebola (ne esiste il brevetto statunitense, n.d.t.) è forse già diffuso nell’ambiente? Il virus Ebola, insieme con altre armi biologiche, è espressamente menzionato nel testo curato da Bushnell.

Bushnell è scienziato capo presso il Langley Research Center della N.A.S.A. Egli cominciò a lavorare nel centro nel 1963, attratto dal programma lunare Apollo. Oggi trascorre buona parte del suo tempo a studiare sistemi di controllo del traffico aereo e le reazioni nucleari a bassa energia.

Il documento in oggetto fu presentato da Bushnell nel luglio 2001, solo un paio di mesi prima dell’inside job risalente al giorno 11 settembre 2001. Molte delle informazioni che sembravano fantascienza nel 2001 sono ora divenute una tragica realtà, un'operazione militare contro il popolo statunitense e le altre nazioni del mondo.

Droni, armi a microonde, biotecnologia, Intelligenza artificiale, robotica e numerosi altri temi sono illustrati e discussi nel volume.

Deborah Tavares nel 2013 ha presentato e spiegato le inquietanti previsioni della società tecnotronica vagheggiata da Bushnell.

Alcuni anni fa un racconto preannunciava, attraverso alcuni stratagemmi narrativi, lo scenario descritto da Bushnell.

Fonte: chemtrailsplanet.net

Articoli correlati

- Il futuro della N.A.S.A. è già qui
- Ennesimo imbroglio sul contagio Ebola


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giovedì 20 febbraio 2014

Tecnologie abilitanti per sistemi di monitoraggio aeroportuale

Pubblichiamo l’abstract di uno studio inerente agli apparati di monitoraggio alll’interno degli scali aerei. Il linguaggio è tecnico, ma il disegno complessivo non è così difficile da comprendere. I sistemi illustrati nel testo riguardano l’implementazione di tecnologie radar di nuova generazione funzionanti in banda Ka, frequenze nel range delle microonde. Naturalmente questi sistemi sono connessi all’installazione di impianti ad hoc che, irradiando potenti campi elettromagnetici, provocano patologie più o meno gravi. Tali tecnologie esigono che l’atmosfera sia resa elettroconduttiva, donde la diffusione di nanoparticolato metallico, chiave di volta della geoingegneria clandestina. Si noti nel punto 2 la citazione dei MEMS, i microelectromechanical systems, ossia la cosiddetta “polvere intelligente” o ‘smart dust.



Scopo del progetto è la ricerca industriale necessaria allo sviluppo ed alla messa a punto di tecnologie abilitanti orientate alla realizzazione di componenti microelettronici e microelettromeccanici per trasmissione e ricezione rispondenti ai requisiti di larga banda, alta potenza, alta velocità ed alta integrazione nonché dei relativi packaging orientati alla specifica applicazione.

Il futuro dei sistemi di monitoraggio dello spazio aereo ed aeroportuale, secondo le indicazioni emergenti dal mercato di riferimento, passa attraverso la realizzazione di sistemi radar multifunzione di nuova concezione, basati su array di antenne elettronicamente attive gestite attraverso la fase del segnale di sorgente (MPAR = Multifunction Phased Array Radar), in quanto questa tipologia di nuovi sistemi radar consentirà di sostituire almeno cinque diverse tipologie di radar oggi usati: i radar rotanti (MRCR = Mechanically Rotating Conventional Radar), i radar di sorveglianza dello spazio aereo (ASR = Air Surveillance Radar), i radar di sorveglianza del traffico aereo (ARSR = Air Route Surveillance Radar), i radar ad effetto doppler per la sorveglianza delle condizioni atmosferiche locali (TDWR = Terminal Doppler Weather Radar), i radar di previsione meteorologica noti come NEXRAD.

Tale capacità è legata alla possibilità, insita in un radar MPAR di definire, attraverso la sua caratteristica di formatura digitale del fronte d'onda RF (radiofrequenza, n.d.r.), più fasci di microonde ciascuno con controllo dell'apertura e della declinazione del lobo principale di radiazione, in modo tale da inseguire contemporaneamente diversi bersagli con un fronte d'onda adattabile al bersaglio stesso.

Lo sviluppo di radar MPAR richiede la messa a punto di numerose tecnologie abilitanti sia a livello di componenti sia di integrazione del sistema. Il presente progetto si propone di intervenire sullo sviluppo delle seguenti tecnologie abilitanti.

1) Tecnologie di progettazione, simulazione, realizzazione del back-side di dispositivi attivi a larga banda per alta potenza trasmissiva che siano destinati a diventare lo stato dell'arte dei dispositivi di potenza a microonde per MMIC HPA, in particolare tecnologie di back-side per dispositivi HEMT in GaN/AlGaN epitassiale su substrati di Carburo di Silicio e Silicio a bassa resistività termica.

2) Tecnologie di progettazione, simulazione, realizzazione e test di componenti complessi necessari al controllo in fase degli array di antenne riconfigurabili che sono il cuore pulsante del radar MPAR, in particolare phase shifter a 5 o 6 bit basati su RF Switch in tecnologia MEMS operanti con bassa perdita di inserzione e con alto isolamento RF fino a frequenze della banda Ka, anche qui componenti destinati a svolgere il ruolo di nuovo stato dell'arte per ciò che concerne dispositivi di switching integrabili in MMIC.

3) Tecnologie per packaging innovativo dei dispositivi RF attivi e passivi sviluppati con i due passi precedenti, quindi packaging su substrati ceramici ad alta conducibilità termica per i dispositivi attivi di potenza a larga banda, ivi compresi i packaging in HTCC AlN multistrat packaging microelettronico 0-level per i dispositivi complessi di controllo della fase del segnale RF con tecnologia che consenta un facile assemblaggio del componente sulle board di integrazione e packaging a basso costo su substrati polimerici flessibili per i componenti che abbiano requisiti di dissipazione di potenza meno stringenti.


Fonte: ponrec.it

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mercoledì 7 agosto 2013

Scie chimico-biologiche: è già cominciato il controllo mentale per mezzo delle nanostrutture?

Un articolo di Chemtrailsplanet.net avvalora quanto in questi anni era stato arguito da scienziati e ricercatori non allineati. Lo scopo ultimo della Biogeoingegneria è un generalizzato controllo mentale, da conseguire non solo con l’irradiazione di campi elettromagnetici, ma soprattutto per mezzo di una “colonizzazione” nanotecnologica.

Riportiamo i passaggi cruciali dell’articolo, sorvolando sugli scopi che, non a torto, l’autore ritiene secondari o complementari di questa ciclopica e dispendiosa operazione. Focalizzare l’attenzione, infatti, solo sulla modifica meteorologica e climatica denota una visione parziale, se non angusta del problema. Non solo, un tale approccio alla questione rischia di avallare la Geoingegneria che potremmo definire ufficiale, quella propugnata da alcuni governi ed enti, spacciandola come rimedio contro i “cambiamenti climatici” ed ammessa a livello progettuale e sperimentale. Tra l'altro la dicitura “riscaldamento globale” è stata abbandonata, poiché si è dimostrato che il global warming da CO2 è una colossale fandonia. Nel momento in cui si circoscrive il proprio interesse all’iincidenza delle chemtrails sui fenomeni atmosferici, si è pericolosamente vicini ad ammettere che, di fronte a gravi rischi ambientali (ad esempio, una prolungata siccità comunque provocata deliberatamente dai militari), il ricorso a tecniche di manipolazione dei fenomeni naturali potrebbe non essere così inopportuno. In verità, il sabotaggio del tempo e degli ecosistemi obbedisce, oltre che ad una logica follemente distruttiva, a scopi strategici e di dominio
.

UN AIUTO PER TANKER ENEMY - Il Comitato "Tanker enemy" dal 2006 è impegnato nella divulgazione e nella denuncia dello spinoso tema noto come "scie chimiche" o "geoingegneria clandestina", tramite la pubblicazione di articoli, video, documenti, traduzioni e per mezzo di varie iniziative (ad esempio, l'indagine sulle polveri sottili).

Questo lavoro ha richiesto e richiede un impegno quotidiano con il conseguente dispendio di energie e risorse. In questi anni il blog "Tanker enemy" e quelli collegati hanno garantito, anche grazie al contributo di lettori e sostenitori, un'informazione indipendente e circostanziata a tal punto da suscitare la reazione del sistema. Questa reazione si è tradotta, oltre che in attacchi di ogni genere, nell'apertura di procedimenti "legali", volti all'oscuramento del blog e dei siti ad esso correlati. Sono procedimenti all'origine di notevoli difficoltà pratiche e di cospicui esborsi per avvocati e consulenti tecnici.

Auspichiamo perciò un fattivo sostegno sotto forma di donazioni e di altri interventi (gratuito patrocinio, consulenze...) affinché il Comitato possa continuare ad agire nell'interesse della collettività. Un sentito ringraziamento a tutti coloro che accoglieranno, per quanto nelle loro possibilità, il presente appello. Il Vostro contributo è assolutamente fondamentale al fine di permetterci di proseguire con il nostro operato. Qui la pagina Paypal per eseguire una donazione.

E’ possibile ottenere il controllo completo in remoto di un ospite, come profetizzato da alcune pellicole cinematografiche, ad esempio, "Metropia" del 2009 ed "Ultrasuoni" del 2012. (Anche gli orrendi "Teletubbies" descrivono dei bambini radiocomandati, n.d.t. ). Un set di nano-bots (letteralmente automi nanotecnologici, ossia microsensori o M.E.M.S., n.d.t.) penetra in un ospite a sua insaputa. I nano-bots creano una Bio-API (un’interfaccia bio-elettronica) che interagisce con i neuroni. L’idea-base consiste in un insieme di nanofili da introdurre in una particolare porzione del sistema vascolare del cervello. Tale idea necessita di un numero molto elevato di sonde (milioni). Ogni nano-cavo può essere usato per registrare l'attività elettrica di un singolo neurone o di un piccolo gruppo di neuroni, senza invadere il parenchima cerebrale.

Per installare una BioAPI negli abitanti del pianeta, gli eserciti hanno bisogno di disperdere nell’ambiente le nanofibre intelligenti ed autoreplicanti. Queste fibre possono essere diffuse anche nella catena alimentare, ma in questo modo la loro azione non è altrettanto efficace. Risulta dunque molto più efficiente diffondere con gli aerei i nanopolimeri sulla popolazione: la mentalità da gregge che contraddistingue l’umanità attuale dimostra che un capillare spargimento di nanostrutture è in atto.

La tecnologia esiste: bisogna solo applicarla ai danni dell’umanità e del pianeta, ma presentandola, complici i media di regime, come panacea.

Ringraziamo l’amico Paolo per la fondamentale segnalazione.

Fonte: CHEMTRAILS: Has Nanobot Mind Control Already Begun?, 2013

Articoli e video correlati:

- Il piano di Edward Teller e la truffa dell'effetto serra, 2008
- Il futuro secondo la N.A.S.A. è già qui, 2013
- Il sistema di controllo globale della D.A.R.P.A.: il nemico è il cittadino, 2009


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giovedì 18 luglio 2013

Il futuro secondo la N.A.S.A. è già qui

Pubblichiamo un approfondimento relativo al documento stilato dalla N.A.S.A. intitolato “Future strategic issues – Future warfare”. L’articolo, scritto da [M40], è non solo una proficua integrazione rispetto a quanto avevamo proposto, ma pure un’analisi volta a focalizzare altre sfaccettature della questione da una differente prospettiva. Molto utile, tra l’altro, l’indicazione delle pagine che rinviano ai vari, spinosi argomenti.

Il documento di 114 pagine “Future strategic issues – Future warfare”, ossia “Questioni strategiche del futuro – Il sistema bellico futuro” proviene dal N.A.S.A. Langley Research Center. Lo firma il Chief scientist Dennis Bushnell. La Terra è vista come un'astronave di cui si sta ancora cercando il manuale d'istruzioni, mentre l'equipaggio è sempre in lotta con sé stesso ed aumenta di due milioni a settimana; ciò nonostante, l'umanità ha incredibilmente abbreviato i tempi dell'evoluzione, appropriandosi dei suoi segreti, fino ad incrociare geneticamente le specie. [Pag. 9]

Dopo quella industriale (1800-1950), questa è l'epoca della Information technology (I.T.) che si protrarrà fino al 2020, quando avverrà l'esplosione delle tecnologie biotecnologiche e nanotecnologiche. La massima espansione dell'uso dei nuovi ritrovati coinciderà con l'avvio dell'"età virtuale", dal 2020 in avanti, e con la robotizzazione di tutte le attività umane [pag. 13]. Ogni cosa sarà mediata dalla I.T., fino a culminare nell'intersezione tra naturale ed artificiale (wearable/implantable electronics). Questo cross over consentirà entro il 2030 ad un singolo computer di avere capacità di elaborazione superiore a quella di una città piena di cervelli umani. [Pag. 19]

Reti neurali miste umane-artificiali costituiranno "creativity machines" in grado di produrre una quantità illimitata di idee [pag. 21] che risolveranno (sic) i problemi dell'umanità: povertà, sovrappopolazione, scarsità di risorse, inquinamento, global warming (sic) (pag. 23). La nuova tecnologia permetterà di scaricare milioni di dati direttamente nel cervello, accorciando drasticamente i tempi dell'apprendimento. [Pag. 27]

Il nuovo scenario porrà ulteriori problemi anche in termini di legge: la protezione dei dati personali sarà minacciata da micro/nano-sensori ubiqui. Dilagheranno i crimini cibernetici. Diventerà cruciale la salvaguardia degli impianti elettronici nel corpo umano. Occorrerà fronteggiare l’incontrollabile auto-replicazione dei nanorobot. [Pagg. 30 e 31]

Le nano-tecnologie consentiranno a granelli di smart dust delle dimensioni di 1mm cubo o meno, di operare come sciami di sensori (vedi Swarm theory, n.d.a.) fluttuanti nelle correnti d'aria [pag 41] o di funzionare come polvere esplosiva in grado di raggiungere obiettivi strategici apparentemente inaccessibili.

Allo stesso modo la smart dust potrà essere distribuita attraverso aerosol (irrorazione aerea tramite droni) ed inalata dai polmoni, dove si depositerà per eseguire varie "missioni patologiche", rappresentando una del tutto nuova e legale classe di armamenti. [Pag. 43]

Un altro fronte della guerra futura è quello dell'emissione di radio frequenze (RF) come arma contro la persona (attraverso il riscaldamento, gli effetti di superficie e l'interazione con l’encefalo in modalità di bassa frequenza [pag. 49]. Le microonde a bassa potenza causano abbassamento delle performances comportamentali, massiccia alterazione delle funzioni cerebrali, incremento letale del flusso sanguigno. [Pag. 50]

La nano-tecnologia può essere usata in molteplici occasioni e con i più vari scopi, dalla guerra batteriologica anti-uomo a quella geneticamente mirata, fino alla funzione anti-flora/fauna e alla bio-pirateria. [Pag. 51]

Le nuove armi finora descritte sono apparentemente "legali" [pag. 55] e la loro caratteristica più innovativa ed efficiente è l'ubiquità: microonde, smart dust ed armi acustiche possono, infatti, eludere le barriere fisiche che finora ostacolavano l'azione militare. [Pag. 65]

Nel contesto di questo nuovo scenario ibrido naturale-artificiale, l'essere umano appare inutilmente ingombrante, vulnerabile, lento sia sotto il profilo fisico sia cognitivo; insomma ha un valore aggiunto rapidamente decrescente. [Pag. 66] Al contrario i robot stanno dimostrando di aver superato le capacità umane in tutti gli ambiti di applicazione: sono più reattivi, più letali, più efficaci e necessitano di minore logistica. Inoltre i micro-robot possono sfruttare animali e piante come piattaforme d'azione o addirittura usarli come depositi di munizioni. [Pag 73]

Anche il nucleare, impiegato in maniera non convenzionale, sarà parte integrante della guerra del futuro, ad esempio come contenuto di una nave da affondare al largo e poi far esplodere per provocare maremoti e spuma radioattiva. (sic) [Pag. 82]

La guerra è anche mediatica: ce lo ricorda la "sindrome C.N.N." Il ruolo dell'informazione è fondamentale per plagiare l'opinione pubblica. Spesso i media arrivano prima e sono più efficaci e seguìti dei governi, quindi trasmettere attentati, catture e torture di cittadini statunitensi in diretta televisiva orienterà la popolazione.

Allo stesso modo si possono rovinare carriere: si potrà condurre una vera e propria guerra psicologica [Pag. 93], magari come accompagnamento ad un attacco batteriologico diffuso attraverso l'importazione di cibo, medicinali o vestiti. [Pag 98]


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mercoledì 3 luglio 2013

Il futuro secondo la N.A.S.A.

Un agghiacciante documento della N.A.S.A., l'agenzia militare sotto le pallide sembianze di ente scientifico, non solo conferma quanto, in questi anni, gli scienziati ed i ricercatori indipendenti hanno acquisito circa i piani delle élites mondialiste, ma prospetta pure uno scenario che potremmo definire, mutuando un termine della cosmologia, “singolarità”. Per singolarità intendiamo un punto di non ritorno dove l’essere umano e la natura, mediante processi tecnologici, sono trasmutati in qualcosa di inumano e di innaturale. E’ una zona in cui tutto quanto appartiene all’humanitas è definitivamente cancellato.

Il testo, redatto da Dennis M. Bushnell, “scienziato capo” che opera nel famigerato "Langley research center", si intitola in modo eloquente “Future strategic issues – Future warfare”, ossia “Questioni strategiche del futuro – Il sistema bellico futuro”. Il sottotitolo non è meno significativo “The ‘bots, ‘borgs & humans welcome you to 2025 A.D”., “Gli automi, gli esseri bionici e gli uomini ti danno il benvenuto nel 2025”.

Il materiale è molto eterogeneo, spaziando dall’informatica alla bionica, dalla genetica all’economia, dalla demografia alla medicina… E’ impossibile quindi solo riassumere il dossier, a causa della sua complessità e della struttura non lineare, contraddistinta da continui rinvii interni, ma è agevole individuarne il Leit-motiv: una visione transumanista e tecnotronica della realtà.

Un prefissoide rivelatore è “tele”, che vale “da lontano”, “ a distanza”, ma con cui soprattutto si sottolinea il carattere telematico del “new world”: in una società digitale, i rapporti umani, la vicinanza agli altri sono sostituiti da un asettico contatto, mediato dai sistemi cibernetici. Le parole-chiave sono perciò “tele-acquisto”, “tele-intrattenimento”, “tele-istruzione”, “tele-medicina”, “tele-commercio”, “tele-politica”, persino il paradossale “tele-socializzazione”.

E’ naturale: si auspica una mutazione antropologica consistente nell’ibridazione tra organico ed inorganico, sfruttando soprattutto le risorse della nanotecnologia. Ad esempio, la scheda denominata “The ultimate education approach - Plug and play”, “Il definitivo approccio all’istruzione – Inserisci ed usa”, senza tanti giri di parole, decanta un dispositivo di silicio da impiantare nell’encefalo per scaricare informazioni in modo rapido così da favorire l'apprendimento di nozioni in pochi minuti, anziché in molti anni (sic). E’ palese la concezione biologista che identifica la mente e la coscienza con il cervello. Questa interpretazione dipende da quegli indirizzi psicologici secondo cui l’intelligenza di un computer è identica, da un punto di vista qualitativo, a quella umana, trattandosi entrambi di sistemi computazionali. Tra gli altri, il filosofo della scienza, Searle, ha dimostrato che tale equivalenza è erronea, poiché la macchina, per quanto rapida ed efficiente, non è in grado di cogliere i significati dei messaggi.

Si ammettono gli effetti deleteri delle microonde sugli organismi con le seguenti parole: “Decremento delle prestazioni comportamentali, convulsioni, rilevante alterazione delle funzioni cerebrali, aumento del flusso sanguigno nell’encefalo dal 30 al 100 per cento, morte”.

E’ ovvio che in un documento enciclopedico come questo non può mancare una parte dedicata alla Biogeoingegneria, nei termini già evidenziati dalla giornalista investigativa Carolyn Williams Palit. In particolare, il modulo “Bio revolution applications”, “Applicazioni della rivoluzione biologica”, menziona “polimeri atti a favorire la crescita delle piante” (come no…), “geni di ragno incrociati con materiale cromosomico estratto dal latte delle capre per ottenere ‘ragnatele’ iperresistenti”... ricordate le "tele di ragni volanti" del chimico Simone Angioni?

In molte sezioni è citata la smart dust. Qualcuno, un negazionista sotto mentite spoglie, l’ha definita una “boiata pazzesca”… Addirittura tra le risorse energetiche di un prossimo futuro è indicata la Z.P.E., l’energia del punto zero, conosciuta anche come “energia della fluttuazione quantistica del ‘vuoto’”.

Insomma è descritta una società post-orwelliana: è delineata una distopia presentata, però, come il migliore dei mondi possibili, popolato di animali bionici, di alberi transgenici, di ubiqui strumenti per la sorveglianza. Si progetta un pianeta “protetto” da armi nucleari, elettromagnetiche, chimiche, batteriologiche… mentre in ogni dove incrociano i droni-spia.

Alla creazione di questo testo da incubo hanno collaborato vari funesti enti governativi, non solo statunitensi, tra cui l’O.N.I., l’Office of naval intelligence, l’agenzia che gestisce le micidiali operazioni di aerosol chimico-biologiche…. La “scienza” prometeica, la pazzia sono targate N.AS.A.

Ringraziamo l’amica Barbara Stanley per la preziosa segnalazione.



Fonte: fedgeno.com


Articoli correlati:

L'aeronautica militare ti vuole L.O.V., 2008

Il progetto L.O.F.A.R. ed il C.I.C.A.P., 2010

Il problema del libero arbitrio, 2012

Il Dalailama benedice il transumanesimo, 2013

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martedì 16 aprile 2013

Smart dust: una griglia di controllo globale

Lo scienziato che ha coniato l’espressione “smart dust” (polvere intelligente) il cui progetto è stato finanziato dall'agenzia militare statunitense D.A.R.P.A., ha trasformato la sua idea in un prodotto industriale per il quale vengono proposte svariate applicazioni, come confermato in questo documento che tratta l'impiego di smart dust per la creazione di mappe meteo 3D.

On the Optimal Number of Smart Dust Particles - Smart Dust particles are small smart materials used for generating wearher maps. We investigate the open problem posed by Vidal er al. on rhe optimal number of smart dust particles necessary for constructing precise cost effective and accurate 3D weather maps. (Le particelle di polvere intelligente sono usate per tracciare mappe meteorologiche. Stiamo esaminando il problema posto da Vidal e da altri scienziati circa il numero ottimale di granelli necessari per costruire carte meteo tridimensionali che siano precise ed economiche).

Si ipotizza pure di coprire gli elementi strutturali-chiave dei grattacieli con tali nanosensori per valutare in tempo reale gli eventuali danni causati da un terremoto o di impiegare una rete di microscopici dispositivi per monitorare un'area colpita da un incendio in modo da ottimizzare l'intervento dei vigili del fuoco. Sono già stati condotti esperimenti (portati a termine con successo - prima guerra del Golfo: 1990/91) per la creazione di "reti formate da granelli di polvere intelligente" a scopi strategici: riconoscimento e monitoraggio del passaggio di mezzi militari.

E' quanto si legge nell’incipit dell'articolo "March of the motes", ovvero "Marcia dei granelli" pubblicato sula rivista New Scientist (vol. 179 issue 2409 - 23 August 2003).

Tale articolo è citato nella bibliografia dello studio “Enabling battlespace persistent surveillance: the form, function and future of smart dust” (Attivare una sorveglianza permanente: la forma, la funzione ed il futuro della polvere intelligente). La ricerca è stata pubblicata sul sito militare istituzionale degli Stati Uniti - di esso è disponibile la traduzione in italiano dell'abstract a questo link, a cura del fisico Corrado Penna.

Un'invisibile armata di silicio sta raccogliendo informazioni sulla terra ed i suoi abitanti”. Così comincia questo inquietante dossier, all'interno del quale si legge: “Nel cuore della rete di granelli di polvere intelligente si trova un software rivoluzionario. Ogni granello ha il suo sistema operativo simile al software Windows installato sulla maggior parte dei computer, o a Unix, che gira su molti server della Rete, ma il sistema operativo della polvere intelligente funziona su microprocessori che hanno bisogno davvero di una memoria esigua. Se l'ultima versione di Windows contiene oltre 100 megabyte di memoria, il sistema operativo della polvere intelligente usufruisce di appena 8 kilobyte. […] ‘L'abbiamo chiamato TinyOS’ (piccolo sistema operativo, n.d.t), afferma Pister. TinyOS è ciò che ha trasformato il sogno (sic) della polvere intelligente in realtà. Parte del lavoro del sistema operativo consiste nell’impiego efficiente delle sue risorse hardware. In un granello, tali risorse sono i vari sensori ad esso attaccati, il collegamento radio agli altri granelli ed il rifornimento di energia. TinyOS deve operare, consumando poca energia: in fin dei conti un granello con batterie esaurite non è nient’altro che un briciolo di polvere. Il software realizza ciò ‘dormendo’ per la maggior parte del tempo. Quando è a riposo, tutto l'hardware è in standby, eccetto i sensori. TinyOS si riattiva una volta al secondo: impiega circa cinquanta microsecondi, raccogliendo dati dai sensori, ed altri dieci millisecondi, scambiando dati con i granelli vicini. ‘Da una prospettiva umana, si ottiene essenzialmente una risposta in tempo reale, tuttavia i granelli sono a riposo per il 99 per cento del tempo’, annota Pister”.

La restante parte dell'articolo spiega come i granuli di smart dust comunichino tra loro per piccoli "salti": le informazioni transitano da una sferula alla serie di sferule circostanti, quindi, di salto in salto, la comunicazione si propaga, come in uno sciame di api. Poiché la dissipazione di potenza in una trasmissione dipende dal quadrato della distanza, in tal modo si minimizza la potenza di emissione per le comunicazioni all'interno della rete di granelli. Così i microsensori possono continuare ad essere attivi per anni. Il sistema di comunicazione sfrutta le nocive postazioni wireless che i governi stanno diffondendo massicciamente sul territorio, con il pretesto di ridurre il digital divide.

La polvere intelligente inoltre è programmabile. La gestione può avvenire anche da remoto con un segnale radio digitale che comanda i granelli più vicini: questi, per mezzo del procedimento per "salti" sopra descritto, istruiscono a loro volta gli altri granuli della rete.

La tecnologia della smart dust non è recente: già il 31 ottobre 2002 Federico Rampini, nell’articolo sul quotidiano “La Repubblica", “Ecco la polvere che spia”, scriveva:

Gli elementi di base della nanopolvere sono costituiti dai i M.E.M.S., micro-electro-mechanical systems. Sono micro-elaboratori che integrano capacità di calcolo, parti meccaniche figlie della nano-robotica, con i sensori elettronici, cioè termometri, microfoni miniaturizzati, nanonasi e microspie che captano movimenti o vibrazioni. [...] I progressi della miniaturizzazione rendono i micro-apparecchi sempre più affidabili e ne allungano la vita, le batterie possono alimentarsi con le variazioni di temperatura o con le vibrazioni. [...] ‘Il risultato finale è dato da reti invisibili disseminate nell'ambiente - spiega Bruno Sinopoli - che interagiscono fra loro e trasmettono informazioni'".

Ad undici anni di distanza dalla pubblicazione dell'articolo di Rampini, si è pressoché certi che questi sensori, sempre più microscopici ed efficienti, oltre che economici, possono ormai essere alimentati tramite diverse fonti di energia disponibili, come l’energia solare, le radiazioni elettromagnetiche generate dagli elettrodomestici nonché dalle antenne radio base e dagli apparati wifi, l'energia termica, la bioenergia. Si consideri che i reali obiettivi nell'uso di questa tecnologia, sono gli esseri umani, la cui bioelettricità fornirebbe l'energia necessaria ai nanosensori. Essi erano già citati nel documento governativo del 1995 "Owning the weather in 2025" ed in quel contesto si prospettava la creazione di una griglia di controllo globale per mezzo della distribuzione capillare di nanosensori, il cui scopo è colonizzare gli organismi viventi.

I filamenti polimerici dispersi dagli aerei chimici sono collegati a questa tecnologia di matrice militare, il morbo di Morgellons ne è un’atroce conseguenza.


Fonte: scienzamarcia

Rielaborazione ed integrazioni a cura di Tanker Enemy.



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domenica 31 luglio 2011

Plancton intelligente in grado di 'vedere' sott'acqua (articolo di David Robson)

L’articolo che riportiamo dà conto di uno studio non recentissimo compiuto da alcuni ricercatori dell’Università di Genova: è una dimostrazione che gli "scienziati" lavorano alacremente per trasformare tutto il pianeta in una rete tecnologica, cioè in un inferno sulla Terra. L'università italiana sta creando (o ha già creato?) del plancton artificiale: il suo obiettivo è "sviluppare una rete di auto-organizzazione composta da un numero relativamente elevato di nodi, dotati di sensori per il monitoraggio, la sorveglianza, il controllo subacqueo e molti altre potenziali applicazioni". Gli scopi militari sono evidenti, sotto il pretesto del monitoraggio ambientale, come i notevoli introiti: nel documento elaborato dagli accademici sono, infatti, citati la N.A.T.O. e la D.A.R.P.A.

Ringraziamo la gentilissima Dottoressa Hildegarde Staninger per la segnalazione.

Alcuni ricercatori italiani stanno lavorando sul plancton "intelligente", munito di sensori ed in grado di comunicare usando luci lampeggianti. L’idea è la stessa della "polvere intelligente" (smart dust), già adoperata per monitorare le condizioni ambientali di un territorio. L’invenzione punta pure a trasformare l'esplorazione dei pianeti.

Il modello prevede l’impiego della polvere "intelligente" dotata di piccoli sensori a basso costo che comunicano in modalità wireless per rilevare le condizioni ambientali su vaste aree.

Davide Brizzolara afferma che un approccio simile offrirà una maggiore copertura rispetto ai sensori statici subacquei e che sarà più economico rispetto all'uso di veicoli autonomi sottomarini. Egli sta sviluppando lo smart plankton con i colleghi dello SmartLab presso l'Università di Genova. Il team spera che sciami di plancton intelligente, formato da migliaia di unità, aiuterà il monitoraggio ambientale, le ricerche archeologiche e l'individuazione delle mine.

Ogni sensore raccoglie dati come la temperatura o la salinità dell'acqua. Le informazioni saranno trasmesse dal plancton ad un sistema fisso su una boa galleggiante che raccoglierà i dati. La polvere intelligente sulla terra comunica tramite le onde radio, ma sott'acqua un segnale non può penetrare per più di un metro o giù di lì. Invece, ispirato al plancton foto-luminescente, lo smart plankton di Brizzolara impiega dei LED lampeggianti per inviare messaggi.

I ricercatori hanno scoperto che le lunghezze d'onda della luce visibile sono meno disperse dalle particelle subacquee, rispetto alle onde radio. “La miglior lunghezza d'onda da usare varia a seconda delle dimensioni delle particelle, quindi il nostro plancton sarà adattabile”, spiega Brizzolara.

Se il livello di comunicazione scende al di sotto di una certa frequenza si può passare ad un altro colore, per vedere se la comunicazione migliora. Questo dovrebbe consentire a nodi fino a 10 metri di distanza di comunicare, inviando dati pari ad un gigabit al secondo, con un'efficienza simile ad una connessione domestica a banda larga.

La misurazione del ritardo consentirà anche una stima della distanza tra i nodi e la boa fissa. L’équipe sta attualmente lavorando su un prototipo di circa 20 centimetri di diametro, ma si prevede di creare unità di 2 centimetri.

Il plancton ricaverà energia da piccole bandiere piezoelettriche che galleggeranno nelle acque circostanti in grado di generare una tensione con il movimento. […]

Fonte: newscientist


La squola della Gelmini - di Antonio Marcianò - Gemme scolastiche da collezionare

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