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venerdì 18 luglio 2014

L’applicazione delle conoscenze scientifiche relative alla formazione delle scie di condensazione dimostra l’esistenza della geoingegneria clandestina

In un non recente, ma fondamentale studio l'ingegnere Clifford Carnicom ha dimostrato in modo incontrovertibile che le scie di condensazione non possono essere persistenti. Precisiamo che, da anni, sono impiegate anche scie non persistenti: sono comunque artificiali, non coincidenti con le contrails. Ciò puntualizzato, le conclusioni di Carnicom inceneriscono tutti i sofismi pseudo-scientifici con cui i negazionisti tentano di equiparare presunte "scie di condensa" alle nuvole: sono fenomeni differenti che obbediscono a leggi fisico-chimiche non del tutto sovrapponibili. Una vera scia di condensazione è come il vapore acqueo che si può formare in inverno, con temperature molto rigide ed elevata umidità, quando si espira: chi potrebbe affermare che quella nuvola di vapore può durare ore o addirittura giorni?



E’ stato sviluppato un modello preliminare per stimare il tempo necessario affinché una vera scia di condensazione si dissipi. Si presume, all’interno di questa discussione, che la scia sia composta per lo più di vapore acqueo. Il modello scientifico elaborato concorda molto bene con con i dati storici e con l'osservazione delle contrails. Si avverte che questo studio prescinde dal fenomeno della formazione delle nuvole: l'introduzione di particelle di aerosol (nuclei di condensazione), uno dei fattori da cui dipende la loro generazione è un ambito differente che deve essere esaminato separatamente. Le conclusioni che derivano dallo studio di questo paradigma sono le seguenti.

1. Le scie composte da vapore acqueo si dissolvono rapidamente, come la fisica e la chimica di questo modello dimostreranno. All’interno di un insieme separato e distinto di eventi, le nuvole si possono formare, se concorrono almeno tre circostanze, ossia temperatura, umidità relativa e nuclei di condensazione. Se certe "scie" si trasformano in "nuvole", si deve concludere che il loro materiale di composizione non è vapore acqueo.

2. Le condizioni in esame mostrano che i cristalli di ghiaccio all'interno di una scia possono attingere il punto di fusione e appunto fondersi grazie al calore fornito dalla radiazione solare.

3. Come dimostrato sia dalla osservazione storica sia da questo modello, il tempo previsto per la dissipazione di una scia è breve, al massimo due minuti. Questo presuppone che la scia sia composta essenzialmente da vapore acqueo, secondo la classica definizione di "contrail".

4. Il tasso di dissipazione della scia di condensa dipende soprattutto dalle dimensioni dei cristalli di ghiaccio e dalla quantità di radiazione solare.

La ratio di base del modello inerente al dissolvimento di una scia di condensazione, paradigma basato su chimica, matematica e fisica della termodinamica è la seguente:

Tempo per la dissipazione = [massa di acqua cristallina * (Q + calore di fusione)) / potenza dove Q è la quantità di calore necessaria per aumentare la temperatura di una sostanza (ghiaccio)].

O anche

t (sec) = (m (kg) * Ht (kj / kg)) / P (watt)

dove t è il tempo necessario per la dissoluzione della contrail (trasformazione), in secondi, m è la massa del cristallo di ghiaccio in chilogrammi, Ht è il calore di trasformazione di ghiaccio in kilojoule per chilogrammo, P è la potenza applicata al sistema in watt.

Calcolare l'energia interna o entalpia del vapore acqueo spesso coinvolge diversi cambiamenti di stato, giacché l’H2O può essere solida, liquida o aeriforme, secondo le varie condizioni di temperatura e pressione. Nel caso di una scia composta di vapore acqueo, il calore di trasformazione consisterà di due fasi. La prima è la quantità di calore necessaria per innalzare la temperatura del cristallo di ghiaccio da una temperatura sotto zero a 0 gradi C. Questo valore sarà designato come Q nel caso di specie. Il secondo segmento di calore indispensabile sarà quello che scioglie il cristallo di ghiaccio in forma liquida. I processi principali coinvolti nella formazione delle scie quindi riguardano le fasi seguenti.

1. L'emissione di vapore acqueo dal velivolo.
2. Il congelamento del vapore acqueo a temperature sotto lo zero (almeno – 40 gradi C.) in cristalli di ghiaccio.
3. Il riscaldamento dei cristalli di ghiaccio al punto di fusione per irraggiamento solare.
4. La fusione del cristallo di ghiaccio grazie alla radiazione solare sino al punto in cui il vapore acqueo volta non è più visibile. Questo processo riporta l'acqua alle condizioni in cui è stata emessa dal motore.

Vediamo ora di quantificare i componenti di questo modello con elementi che sono tipici o rappresentativi delle condizioni di formazione delle scie di condensazione.

Massa

Supponiamo che abbiamo una dimensione delle particelle a cubetti (cristalli di ghiaccio nucleati) di dimensione d su un lato, misurata in micron (designati con u). Dato inoltre che la densità del ghiaccio è 917gm/cm3, la massa della particella è la seguente:

massa = (d (u) * (1E-6 m / u)) ^ 3 * (1E6cm3/m3) * (.917gm/cm3) * (1E-3kg/cm3)

oppure

massa = (d ^ 3 * 9.17E-16 cm3 gm kg m3) / (m3 cm3 gm)

Q + Calore di fusione

Q è uguale alla quantità di calore necessaria per aumentare la temperatura del cristallo di ghiaccio dalla temperatura ambiente a 0 gradi C. Il calore specifico del ghiaccio è dato come 4.21 kJ / (kg C) a 0 gradi C. Il calore specifico varia solo leggermente rispetto alla temperatura ed alla pressione e sarà quindi usato questo valore. J si riferisce a joule di energia.

Il calore di fusione del ghiaccio è 335kJ/kg. E’ necessaria questa quantità di energia per sciogliere il ghiaccio.

Pertanto la quantità di calore necessaria per trasformare il cristallo di ghiaccio è la seguente:

dQ + calore di fusione = 4.21 kJ / (kg C) * dT + 355kJ/kg

dove dQ è la quantità di calore che permea i cristalli di ghiaccio, il calore di fusione è la quantità di calore necessaria per fondere il cristallo di ghiaccio e dT è la variazione di temperatura dall'aria ambiente a 0 gradi Celsius.

Il modello ora diventa:

t (sec) = (d ^ 3 * (9.17E-16) cm ^ 3 gm kg m ^ 3 * ((((4.21kJ/kg) * dT) / (kg C))
+ 355kj/kg)) / P * (m ^ 3 cm ^ 3 gm)

Potenza (P)

L'energia della radiazione solare è data in termini di metro watt/quadrato. Valori rappresentativi misurati vanno all’incirca da 200 a 700 watt / m ^ 2. Per arrivare alla potenza applicata al cristallo di ghiaccio, prenderemo la superficie del cristallo esposta perpendicolarmente alla luce solare e applicheremo la radiazione solare al cristallo. La radiazione solare viene applicata in modo continuo alla superficie fino a quando la fusione è completa.

Potenza assorbita = d ^ 2 * (watt / m ^ 2) * (1E-6 m / u) ^ 2

e da 1 watt = 1 joule / sec

Potenza assorbita = d ^ 2 * (J / (m ^ 2 s) * (1E-12) m ^ 2 / u ^ 2

Il modello ora diventa:

t (sec) = (d (u) ^ 3 * (9.17E-16) cm3 gm kg m ^ 3 * ((4.21kJ/kg * dT kJ / kg
C) + (335kj/kg))) / (d (u) ^ 2 * (J / (m ^ 2 s) * (1E-12) m ^ 2 / u ^ 2)

Semplificato si ottiene la seguente formula:

t (sec) = ((d (u) * (9.17E-13) * (4.21dT + 335) J cm ^ 3 gm kg m ^ 3 s
m ^ 2) / (W * 1E-12 J m ^ 2 m ^ 3 cm ^ 3 gm kg)

o t (sec) = (d (u) * (9.17E-13) * (4.21dT + 335)) sec / (W *
1E-12)

o t (sec) = (d (u) * 0,917 * (-4.21T + 335)) / Watts/m2

dove d è misurata in micron, T è la temperatura dell'aria dove si possono formare le scie di condensazione, misurata in gradi centigradi e la radiazione solare è in watt per metro quadrato.

Saranno ora considerati casi rappresentativi e l'applicazione di questo modello. La ricerca indica che la dimensione delle particelle emesse dagli aeromobili è compresa tra 30 e 200 micron (Goethe MB – Ground based passive remote sensing of ice clouds with scattered solar radiation in the near infrared – Max Planck Inst. Meteorol.). La temperatura dell'aria ad altitudini di volo è comunemente -40, - 50 gradi. C. La radiazione solare normalmente varia tra i 400 ei 700 watt per metro quadrato.

Nelle tabelle presentate, d è la dimensione dei cristalli di ghiaccio lungo un lato del cubo, T è la temperatura dell'aria dove si possono formare le contrails, e P è la radiazione solare in Watt/ sq m; t è il periodo di tempo che è necessario per la scia o per i cristalli di ghiaccio affinché si dissipino (cioè si trasformi da ghiaccio in vapore acqueo).

d (micron) T (deg. C.) P (watt / mq) t (sec)

1 -50 600 1 sec.
10 -50 600 8
30 -50 600 25
50 -50 600 42
100 -50 600 83
1 -40 400 1
10 -40 400 12
30 -40 400 35
50 -40 400 58
100 -40 400 115
1 -30 700 1
10 -30 700 6
30 -30 700 18
50 -30 700 33
100 -30 700 60

Questo modello copre la gamma di dimensioni attesa per eventuali particelle che dovrebbero essere emesse dagli aeromobili; la maggior parte delle particelle sospese nell'aria va da 0-100 micron. E' interessante notare che le dimensioni delle particelle considerate in questo modello sono generalmente reputate troppo grandi per servire come nuclei di condensazione nelle nubi; la dimensione media prevista per i nuclei di condensazione è estremamente piccola e dell'ordine di 0,1-0,2 micron. Una particella da 10 micron è considerata estremamente ampia rispetto ai nuclei di condensazione delle nuvole. Questa distinzione nelle dimensioni, quando abbinata con i risultati del modello precedente, indica inoltre la necessità di considerare la formazione delle nubi come un processo fisico separato e distinto da quello della scia di condensa. Tale analisi dovrebbe necessariamente valutare il ruolo significativo che le particelle di aerosol, deliberatamente o meno introdotte, avrebbero sulla nucleazione della nuvola e sul processo di formazione.

Come si vede, i risultati di questo modello concordano molto bene con le proprietà osservate delle scie. Questo lavoro si basa sull’analisi di processi fisici, chimici e matematici della termodinamica rispetto all'acqua ed ai vari stati di fase. È stato anche preso in esame il fenomeno della sublimazione, ma è stato appurato che non è applicabile a causa dei requisiti di pressione atmosferica estremamente bassi, necessari affinché la sublimazione si verifichi (P <.006 atm). La maggiore variazione all'interno di questo modello è connessa con la dimensione del particolato. Si è visto che le scie composte di particelle più piccole si dissipano entro 30 secondi o meno e che le scie formate anche da particelle relativamente grandi dovrebbero disperdersi entro un paio di minuti al massimo.





Conclusione

Se la dissipazione di una scia osservata non è conforme al modello di cui sopra, allora la logica conclusione che si deve trarre è la seguente: il materiale di emissione non è probabile che sia vapore acqueo. Come accennato in precedenza, la fisica della formazione delle nuvole è un processo separato dipendente dalla temperatura, dall’umidità relativa, dal tipo di nuclei di aerosol e dalla dimensione dei nuclei di condensazione (granelli di sabbia, di polvere, pollini etc.)

Clifford Carnicom

Fonte: chemtrailsplanet.net


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lunedì 2 giugno 2014

Siria aggirata dai voli commerciali internazionali


La Siria, fino a pochi anni fa, era un paese nel complesso prospero e civile dove Musulmani e Cristiani (cattolici, ortodossi e monofisiti), Arabi, Aramei (Semiti) e Curdi (Indoeuropei) convivevano pacificamente sotto la guida del presidente Asad. Asad è di fede alawita, una confessione islamica sciita, ma considerata talora eretica dalla maggioranza sunnita, poiché gli Alawiti tendono a deificare Alì, cugino e genero del Profeta, un po’ come i Cristiani nel IV secolo trasformarono Gesù in Dio. Gli Alawiti sono una confraternita esoterica il cui rispetto per i cinque pilastri dell'Islam è reputato da taluni esclusivamente formale. Alawiti (arabo Alawiyya, ﻋﻠﻮﻴـة, ossia discendenti di Alì), è termine che fu coniato dall’amministrazione francese per indicare la setta musulmana sciita dei Nuṣairī e la regione da loro abitata, fra Tripoli e Laodicea. Benché rappresentino solo il 20% della popolazione siriana, gli Alawiti hanno rivestito un ruolo di rilievo nella storia della Siria indipendente. Presenti soprattutto nella classe militare, dalle loro fila sono uscite personalità come Zaki al-Arsuki, fondatore del partito Ba’th siriano, e Hafiz al-Asad, presidente dal 1971 al 2000, nonché l'attuale presidente, Bassar Hafiz al-Asad

Le élites mondialiste, sempre pronte ad accendere focolai di guerra per perseguire i loro nefandi obiettivi di egemonia economica e politica, hanno gettato benzina sulle divisioni religiose all'interno della Siria: non è un caso se i cosidetti ribelli, in realtà mercenari, sono finanziati ed armati non solo dagli Stati Uniti, ma anche da paesi come l'Arabia saudita a maggioranza sunnita. Così la Siria è diventata il teatro di una guerra sanguinosa, in cui le carneficine, la distruzione, gli esodi dei civili sono all'ordine del giorno. Assad resiste, nonostante le feroci offensive degli "insorti" e la propaganda occidentale che lo dipinge come un demonio che avrebbe persino usato un arsenale chimico vietato dalla Convenzione di Ginevra, armi, invece, impiegate dai mercenari, come emerso da una commissione d'inchiesta internazionale. Tuttavia la Siria è ormai una bolgia dantesca, mentre l'indifferenza dell'opulento Occidente relega il conflitto nelle ultime pagine di giornali e telegiornali, dopo l'enfasi sulla "politica" interna con i battibecchi (finti) tra Renzi, Grillo, Alfano, Berlusconi e nullità simili. Il 3 giugno 2012, in occasione dell'insediamento del nuovo Parlamento siriano, Asad pronunciò un discorso in cui accusò (a ragione) i rivoltosi di essere dei terroristi, asserendo inoltre che la guerra civile è orchestrata da potenze straniere.



Non sappiamo come si svilupperà la situazione siriana: Putin sostiene Asad, ma in modo poco convinto, per ragioni di Realpolitik o di altra natura. Non dimentichiamo che nel mondo nessuno mosse un dito per difendere il presidente libico Gheddafi: la Libia, dopo il preludio di una tetra “primavera araba”, fu invasa dalla solita coalizione di guerrafondai occidentali, una masnada capeggiata da Stati Uniti e Francia con il pretesto di “esportare le democrazia”. Oggi la Libia è precipitata nel caos e nella miseria, con violenti scontri tra fazioni che si contendono il potere e le risorse.

Torniamo alla Siria: se si osservano le mappe satellitari e le schermate di Flightradar, si nota che lo stato medio-orientale è aggirato dai voli commerciali internazionali. Ciò con ogni probabilità spiega la presenza di cieli e nubi naturali. L'impiego di speciali carburanti ed additivi per i voli civili ha ridotto, invece, i nostri cieli ad una putrida coltre chimica. Ci viene spiegato che è tutto normale, mentre Renzi, il cacicco del Partito demoncratico, propone il trattamento sanitario obbligatorio per chi osa manifestare anche un timido dissenso. Evidentemente, però, la fisica dell'atmosfera è differente in Siria. Il suo territorio è evitato dalle compagnie coinvolte nella geoingegneria clandestina e così il firmamento del martoriato paese è ancora terso e solcato da bei cumuli. Piccola consolazione…

Articolo correlato: Libia Libera, 2011


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domenica 15 settembre 2013

Il fattore della pressione atmosferica nella formazione delle scie


Come è arcinoto, il fenomeno delle scie di condensazione è rarissimo, anzi eccezionale. La genesi di una scia di condensa, infatti, dipende dalla concomitanza di alcune circostanze che ripetiamo a beneficio dei lettori e di chi intende informarsi: temperatura, umidità relativa e quota. Generalmente la temperatura deve essere uguale o inferiore a –40° Celsius, l’umidità relativa pari almeno al 60/70 per cento, la quota cui incrocia il velivolo superiore come minimo agli 8.000 metri.

E’ naturale che tali parametri possono subire dei mutamenti, ma sono oscillazioni lievi che dipendono in primo luogo dalla latitudine. Ad esempio, è davvero improbabile che si crei una contrail in regioni come quelle equatoriali dove l’aria è tutto l’anno molto calda.

Ci soffermiamo ora sul fantomatico evento della persistenza: una scia di condensazione non può persistere per molti minuti, ore o intere giornate a causa dei motivi che abbiamo più volte illustrato. La persistenza della scia è un non-senso scientifico, una menzogna propalata dalla N.A.S.A. e dai negazionisti a cottimo. Alle altitudini dei voli di crociera l'atmosfera è molto secca, per cui nemmeno l'acqua proveniente dai motori dei jet è sufficiente affinché si formino scie di condensazione, anche non durature. Oltre a ciò è bene chiarire che la persistenza e l'espansione delle scie di condensazione sono un mito da sfatare, in quanto bisognerebbe ipotizzare valori di UR (umidità relativa) in quota superiori al 150% ed in progressivo aumento. Ciò è praticamente impossibile.

Occupiamoci ora della pressione atmosferica. Per pressione in fisica si intende il rapporto tra la forza F, esercitata perperndicolarmente ed in modo uniforme su una superificie e l’area della superficie stessa. Quindi p = F/S.

L'unità di misura della pressione è il pascal (Pa); altre unità di misura in uso sono il bar e l'atmosfera (atm).



La pressione di un gas si quantifica con il manometro, mentre la pressione atmosferica si misura con il barometro. La pressione atmosferica in condizioni normali è quella esercitata a livello del mare da una colonna di mercurio alta 760 mm a 45° di latitudine ed a 0° Celsius. Tale pressione è pari ad una atmosfera. La pressione atmosferica può essere rappresentata in una carta geografica ricorrendo alle isobare, linee concentriche che comprendono le zone accomunate da uno stesso valore. La pressione atmosferica è esercitata dall’aria sui corpi; varia in relazione all’altezza e da luogo a luogo, in quanto è collegata alla composizione delle masse d’aria, alla temperatura ed ai venti. Essa muta in rapporto all'altitudine: si riduce con l'aumentare dell'altitudine, poiché scema l'altezza della colonna d'aria sovrastante la superficie della terra e giacché diminuisce la densità dell'aria. Cambia in riferimento alla temperatura: si abbassa con l'aumentare dei valori termici, perché l'aria calda tende a dilatarsi, diventando meno densa e più leggera. Il minore peso della massa d'aria calda attenua la pressione della colonna d'aria e quella atmosferica. Si modifica pure in relazione all'umidità: diminuisce con l'accrescersi dell'umidità, poiché il vapore acqueo ha una densità minore rispetto all'ossigeno ed all'azoto. L'aria umida è più leggera; al contrario l'aria secca è più pesante ed accresce la pressione atmosferica. A quote alte la pressione esercitata sulle molecole è debole: ciò rende difficile che le varie molecole di H2O, aggregati a struttura definita, si uniscano fra loro o restino compatte a creare un quid più o meno omogeneo, cioè la scia. Non solo, mentre si accresce l’umidità, requisito per la formazione della condensa, si affievolisce la pressione e salgono i valori termici.

Ne consegue che i valori di temperatura e pressione sono, per così dire, in contraddizione con il parametro della quota, rendendo il fenomeno delle scie di condensa una specie di “miracolo”. Ecco perché filmati e scatti non contraffatti non mostrano quasi mai contrails. Ecco perché le tracce che vediamo in cielo sono, in quasi il cento per cento dei casi, scie di metalli e di polimeri rilasciate a bella posta.


Articolo correlato: Un documento governativo del 1958 dimostra come è possibile additivare trimetilalluminio (TMA) ai carburanti aeronautici, 2012

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mercoledì 21 dicembre 2011

Il fenomeno delle "hole punch clouds"

Negli ultimi anni, sono sempre più frequenti, alcuni strani fenomeni atmosferici che hanno origine da determinate coperture nuvolose. Tuttavia hanno luogo solo nelle zone in cui sono in atto le operazioni di aerosol mediante chemtrails, ossia le scie chimiche.

Il 29 gennaio 2007 gli abitanti dell'Acadiana, una regione dello stato della Louisiana, notarono nel cielo veri e propri buchi nel manto nuvoloso. A testimonianza di questo fenomeno (definito in lingua inglese "hole punch clouds" o "fallstreak holes"), è possibile vedere le due immagini qui di seguito riportate; la prima è stata ripresa dal Moderate Resolution Imaging Spectroradiometer (MODIS) del satellite "Terra" della N.A.S.A.; la seconda dal livello del suolo. L'immagine MODIS mostra un certo numero di fori circolari in una coltre di nuvole di bassa quota al di sopra dell'Oklahoma, dell'Arkansas, della Louisiana e del Texas. Qualcuno di questi buchi è di forma allungata e, al suo interno, è evidente la presenza di una nube secondaria formata, come vedremo oltre, da cristalli di ghiaccio in ricaduta.

La N.A.S.A. ha spiegato questo fenomeno come il risultato della combinazione di temperature rigide, traffico aereo ed "insolita" instabilità atmosferica.

Il manto nuvoloso del 29 gennaio consisteva di nubi sopraffuse. Le nubi sopraffuse contengono gocce d'acqua che rimangono allo stato liquido, anche se la temperatura è molto al di sotto della soglia di congelazione. E' stato stimato che la loro temperatura è compresa tra -20° Celsius a -35° Celsius.

Quando gli aerei, provenienti dal Dallas-Fort Worth Airport, hanno attraversato queste nubi, ponendo le finissime particelle contenute nello scarico dei loro motori a contatto con le gocce d'acqua sopraffuse, ne hanno causato la glaciazione istantanea. I cristalli di ghiaccio più grandi sono quindi caduti al di sotto della base della copertura nuvolosa, lasciandosi dietro veri e propri "buchi". Tutte le foto mostrano una sorta di nube centrale all'interno del foro, formata da cristalli di ghiaccio che stanno lentamente cadendo, spinti dal loro peso maggiore rispetto alle stille d'acqua sopraffuse dello strato originario. Quest'ultime non raggiungeranno comunque il suolo a causa della loro sublimazione a contatto con gli strati più caldi dell'atmosfera sottostante.

La descrizione fornita dagli organi ufficiali circa la dinamica del fenomeno di per sé non fa una piega, ma ciò su cui occorre essere chiari riguarda le vere cause del suo innesco. Secondo gli esperti, questo effetto è ottenibile mediante l'ormai nota tecnica dell'inseminazione delle nubi (cloud seeding) che sfrutta flotte aeree per "inseminare" le nubi basse con particolato in grado di interagire con le particelle che caratterizzano le formazioni nuvolose a quote comprese tra i 6.000 ed i 12.000 piedi.

I velivoli preposti usano principalmente ghiaccio secco come agente di inseminazione per ottenere fenomeni di questo tipo, sfruttando i principi della cosiddetta "inseminazione fredda delle nubi" nella quale le gocce d'acqua sopraffuse della nube sono convertite in cristalli di ghiaccio che successivamente precipitano al di sotto dello strato nuvoloso. Durante la loro caduta, però, non hanno il tempo di raggiungere il suolo, poiché sublimano (ovvero passano direttamente dallo stato solido a quello gassoso), lasciando quel particolare buco nel manto nuvoloso. La foto sopra ririportata mostra, ad esempio, l'effetto che si ottiene 45 minuti dopo l'inseminazione della nube.

E' di rilievo il fatto che anche gli organi ufficiali attribuiscano l'innesco del fenomeno al volo degli aerei, probabilmente perché se da un lato, si può ingannare la gente dal punto di vista fisico, dall'altro non si può certo negare l'enorme numero di scie chimiche create dagli aerei nei pressi della zona coinvolta. E', infatti, verificabile dalle molteplici foto disponibili che i suddetti fenomeni nascono sempre da formazioni nuvolose alquanto regolari, come se fossero "pettinate" da una forma di energia.

Occorre anche precisare quanto segue: di fronte a fenomeni nuovi come questi, dove la disinformazione da parte di chi ne è direttamente coinvolto dilaga, l'unica cosa certa è che, trattandosi di formazioni a bassa altitudine, la spiegazione ufficiale non sembra reggere molto. Infatti a 6/10.000 piedi non si raggiungono le basse temperature indonee alla formazione di cristalli di ghiaccio se non attraverso operazioni di aerosol clandestine. E' altresì vero che la presenza degli hole punch clouds sui cieli statunitensi, australiani ed europei è aumentata solamente negli ultimi anni, quando la modificazione climatica mediante scie chimiche ha assunto proporzioni considerevoli e soprattutto la loro presenza è limitata alle zone in cui, da svariati anni, sono in atto queste operazioni e non negli altri paesi, come dovrebbe essere, se si trattasse di un fenomeno naturale. A sostegno di ciò nessuna delle testimonianze risale a periodi antecedenti l'inizio delle operazioni illegali di aerosol e questo la dice lunga sul fatto che possa trattarsi davvero di un fenomeno naturale.

Tra le testimonianze troviamo quella di un telespettatore di una rete televisiva locale statunitense che il giorno 11 dicembre 2003 affermò:

"Questo pomeriggio ero in auto e circa alle 11-11:30 c'era la formazione nuvolosa più insolita che abbia mai visto scorrere sulla mia testa. Ho afferrato la mia camera e scattato una dozzina di foto. Mi sono meravigliato di che cosa fosse. Sembrava come un'apertura ovale fatta nella coltre nuvolosa al cui centro risiedeva una nube secondaria che andava, via via, dissolvendosi. Non mi spingo oltre, ma questa è la formazione nuvolosa più strana che io abbia mai visto ed era enorme".

Questa è invece la contorta spiegazione di un meteorologo della Florida centrale:

"L'atmosfera era molto secca da 5.000 piedi a circa 28.000 piedi. C'era uno strato piuttosto esteso di cirrocumuli (misto di gocce sopraffuse e cristalli di ghiaccio) che invadeva il cielo, associato a correnti a getto molto forti provenienti da ovest. Tuttavia gli squarci nel manto nuvoloso erano allineati Nord-Sud. Questo suggerisce che c'era una sorta di "onda" nell'atmosfera che modulava lo strato di cirrocumuli, dandogli una conformazione ondulata. Questo effetto potrebbe causare, nella porzione d'onda in fase di discesa, la caduta dei cristalli di ghiaccio nello strato di gocce sopraffuse, portandoli a incrementare il loro volume (alle spese delle gocce d'acqua sopraffuse nel volume considerato). In questo modo si apre un buco nello strato di cirrocumuli. Questo processo è molto simile al principio usato nell'inseminazione delle nubi (cloud seeding) per incrementare il volume dei nuclei di condensazione che compongono le nubi e produrre le precipitazioni. In questo tipo di fenomeno, però, la precipitazione (il termine tecnico meteorologico è “virga”) non raggiunge il suolo, poiché le particelle di ghiaccio, sublimano a contatto con gli strati più caldi dell'atmosfera al di sotto dei 28.000 piedi. La virga è evidente in qualsiasi delle foto a disposizione e risiede al centro del buco che si è creato. La sua forma è spesso una nuvola a forma di cono".

Non è fortuito se istituzioni come la N.A.S.A., di fronte a fenomeni nuovi ed evidentemente artificiali, cercano di ricondurli a cause naturali. Siamo di fronte ad una manipolazione della conoscenza scientifica per scopi di controllo delle coscienze. La nasuta N.A.S.A., ad esempio, pur di inculcare la frottola delle scie persistenti nelle nuove generazioni, non si perita di inventare ed interpretare la fisica dell'atmosfera a proprio piacimento, aggiornando gli atlanti di nefologia, in cui sono aggiunte nuove categorie di nubi che, in realtà, sono chemtrails di vario tipo ed in diversi stadi della loro rarefazione o espansione nel cielo. E’ sempre l’ente pseudo-scientifico statunitense ad organizzare corsi destinati a studenti di scuole di ogni ordine e grado: agli allievi viene insegnato come riconoscere le “innocue” scie degli aerei.

Articolo correlato: Dieci prove sull'esistenza delle scie chimiche


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mercoledì 11 maggio 2011

L’analisi scientifica mediante il radar ad effetto Doppler esclude che le chemtrails possano essere delle scie di condensazione

Il radar Doppler è un particolare tipo di radar che si basa sull'effetto di slittamento in frequenza, detto, appunto, effetto Doppler. L'effetto Doppler è l'apparente variazione di frequenza delle onde emesse da una sorgente in moto rispetto ad un osservatore: la frequenza aumenta, se sorgente ed osservatore si avvicinano, mentre diminuisce in caso di allontanamento. Il fenomeno fu scoperto dal fisico e matematico tedesco Johann Christian Doppler (1803-1853) per le onde sonore, ma si verifica anche per quelle elettromagnetiche. L'effetto Doppler ha molte applicazioni nella tecnica (radar), in medicina (ecografia), in astronomia. Esso permette al radar di distinguere bersagli in movimento anche in presenza di oggetti fissi. Le strumentazioni Doppler sono dotate di apparecchiature capaci di misurare la differenza tra la frequenza emessa dal trasmettitore e quella dell'onda riverberata dall'oggetto. Questa deviazione è proporzionale alla velocità radiale del bersaglio. I radar ad effetto Doppler quindi consentono, oltre al rilevamento di bersagli mobili, anche la misura della loro velocità radiale.



L'obiettivo del C.D.D.P., che ha realizzato il video [ LINK ], è quello di fornire la documentazione inoppugnabile circa le attività chimico-biologiche (chemtrails), attraverso immagini digitali e rilevazioni di radar meteorologici i cui i dati sull'atmosfera superiore indicano che le condizioni meteorologiche presenti alla quota degli aerei chimici NON sono idonee per la formazione di scie persistenti in base ai parametri fisici.

Dunque le nuvole filiformi di bassa quota, create dai velivoli clandestini, non sono cirri, a differenza di quanto affermano i meteorologi di regime, ma scie tossiche. I cirri veri, infatti, che si trovano a quote molto più alte, non possono essere rilevati dai radar meteorologici Doppler.

La forma ed i falsi colori delle immagini radar riguardanti le nubi chimiche sono del tutto diversi dalle configurazioni e dall'aspetto cromatico delle nuvole naturali. Inoltre l'angolo e la distanza tipici dei radar ad effetto Doppler - afferma il responsabile del C.D.D.P. - hanno valori inferiori all'elevazione ed alla distanza dei cirri veri. Pertanto le "strisce" registrate sono senza dubbio formazioni di origine artificiale, l'evidenza dei crimini perpetrati nel cielo.

Il C.D.D.P., ad integrazione di questa esemplare analisi, osserva, sempre basandosi sui dati ufficiali delle stazioni meteorologiche, che i valori di umidità relativa sono del tutto inadatti alla generazione di scie di condensa per giunta persistenti. Infine le coperture chimiche non sono quasi mai foriere di precipitazioni.


Fonte: Enciclopedia delle scienze, Milano, 2005, s.v. Doppler e radar.




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Range finder: come si sono svolti i fatti

venerdì 12 marzo 2010

Frozen

I Troll, i Giganti dei ghiacci e le schiere dei dannati di Hel muoveranno battaglia verso Asgard, la dimora degli dei. (Edda)


I fenomeni meteorologici di questi ultimi mesi sono stati estremi: in molti paesi europei, negli Stati Uniti ed in alcuni stati asiatici, le temperature sono state molto rigide, inferiori alle medie stagionali. Inoltre sono cadute copiose nevicate anche a bassa quota. Il freddo perdura, anche se la primavera astronomica è imminente: le gelate e la grandine hanno causato gravi danni alle coltivazioni ortofrutticole, i nubifragi continuano a provocare frane e smottamenti, spesso soffiano venti gelidi ed impetuosi che suscitano rovinose mareggiate. Questa situazione potrebbe essere stata originata dallo spostamento delle correnti a getto?

Le correnti a getto o jet streams sono flussi ad altissima velocità (circa 20-30 metri al secondo) che si generano tra stratosfera e troposfera, con direzione da ovest ad est, ad altitudini comprese tra 6 e 15 kilometri. La presenza di notevoli variazioni di temperatura in relazione alla latitudine determina forti correnti lungo i paralleli. Tra le jet streams, occorre citare quella subtropicale: essa varia in rapporto alla stagione per quanto concerne sia la posizione sia l’intensità, mentre la quota resta pressoché immutata, intorno ai 12 kilometri. Un’altra corrente a getto è quella associata al fronte polare: tale flusso può cambiare sia la sua posizione sia la direzione. A questa corrente sono correlate le perturbazioni che interessano le medie latitudini.

Da tempo si sa che tale corrente non è solo un vento, ma anche una sorta di antenna lungo la quale si propagano impulsi elettromagnetici, come, ad esempio, le onde di risonanza Schumann. È altresì accertato che è usata da H.A.A.R.P.

Lo spostamento delle jet streams, come si accennava, potrebbe essere la conseguenza di interventi dei militari sul clima. Non si può escludere che altri fattori abbiano inciso e stiano incidendo sugli sconvolgimenti atmosferici. A questo punto, le ipotesi che si possono formulare sono due: o i militari, dopo aver manipolato le correnti a getto, stanno perdendo il controllo della situazione, con un effetto domino costituito da nevicate e gelate nonché da altre manifestazioni eccezionali, oppure le bizzarrie del clima sono il risultato di una deliberata azione sulle condizioni fisico-chimiche della biosfera.

Naturalmente non lo leggeremo mai sui quotidiani di regime, ma forse anche la Corrente del Golfo sta deviando verso sud. Questo potrebbe spiegare l'irrigidimento del clima nell'Europa settentrionale, lambita, come è noto, dal tiepido e mitigatore "fiume" atlantico. Al raffreddamento concorrono poi le coperture create con gli aerosol, da cui dipende un minore irraggiamento solare. La stessa variazione dell'inclinazione dell'asse terrestre, probabilmente superiore a quanto riportato dai media, ha effetti sul clima. L'asse terrestre è inclinato rispetto alla perpendicolare al piano dell'eclittica: questa inclinazione, combinata con la rivoluzione della Terra intorno al Sole, è causa delle stagioni.

Assistiamo ad una deleteria sinergia tra fenomeni naturali (di cui alcuni non circoscritti al nostro pianeta) e fenomeni artificiali (H.A.A.R.P. e scie chimiche) le cui implicazioni non sono facilmente valutabili nel breve periodo. Pare, però, che dobbiamo attenderci ulteriori inasprimenti delle situazioni climatiche, con varie ripercussioni sugli equilibri dei biomi, sull'economia, sui flussi demografici, sulle dinamiche geo-politiche. Il tutto potrebbe culminare nei prossimi anni, tra il 2012 ed il 2013, periodo per il quale è prevista un'intensificazione dell'attività solare dopo molti anni di quiescenza. Tale potente attività potrebbe essere ancora più dannosa, se si ricorda che la magnetosfera è stata in questi ultimi anni deteriorata.

In ogni caso, naturali o "umani" che siano, eventi decisivi sono già in atto ed incombenti, benché molti si ostinino ad asserire che "è tutto normale".

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Range finder: come si sono svolti i fatti

mercoledì 15 luglio 2009

Scie di condensazione stratosferiche?

Fu il colonnello Costante De Simone a citare le "scie stratosferiche" durante il programma Voyager, trasmesso dalla R.A.I. Come tutti i negazionisti del fenomeno "scie chimiche", egli cadde in una clamorosa contraddizione: mostrando immagini, registrate dal satellite di regioni equatoriali e tropicali, in cui erano visibili delle lunghissime chemtrails, il militare, con malcelato disagio, cercò di spacciarle appunto per fantomatiche "scie stratosferiche".

Che cos'è la stratosfera? E' una zona dell'atmosfera che alle medie latitudini ha inizio intorno ai 15 km di altitudine (8 km ai poli e 20 all'equatore) e termina con un sottile strato (stratopausa) a caratteristiche costanti verso i 50 km. La stratosfera è caratterizzata da un progressivo aumento della temperatura e da bassissima umidità.

Boeing 767 in volo ufficiale. Nessuna scia.La stratosfera è contraddistinta da un gradiente termico verticale positivo e molto piccolo [1], cioè in essa la temperatura aumenta leggermente con la quota, al contrario di quanto accade nello strato sottostante. Questo aumento di temperatura con la quota è dovuto alla dissociazione delle molecole di ozono presenti nella stratosfera. L'ozono è un gas (forma allotropica dell'ossigeno) le cui molecole sono formate da tre atomi di ossigeno: quando i raggi ultravioletti emessi dal Sole urtano contro le molecole di ozono, i tre atomi che compongono queste molecole si scindono. Il processo ha due effetti: la produzione di calore, tanto più grande quanto maggiori sono le dissociazioni, e l'arresto dei raggi ultravioletti che sono dannosi per gli organismi viventi. L'emanazione di calore, in seguito alla dissociazione dell'ozono, ha l'effetto di riscaldare l'atmosfera circostante, per cui nella stratosfera la temperatura cresce con la quota.

Ci domandiamo, in primo luogo, quali siano gli aerei civili (passeggeri e commerciali) che incrociano abitualmente ad altitudini pari, in media ai 15.000 metri, visto che le quote di volo si aggirano, fatte salve le variabili meteorologiche e considerati altri parametri legati alle rotte nazionali, continentali ed intercontinentali, tra gli 8.840 (29.000 piedi) metri e gli 11.800 metri (39.000 piedi). Bisogna anche chiedersi come sia possibile che dei vettori che volano nella stratosfera possano generare copiose e per giunta durature scie, dal momento che nella regione stratosferica i valori termici e di umidità NON sono per nulla idonei alla formazione né di scie di condensa né tanto meno ad una loro eventuale persistenza.

Tutto ciò significa che le scie di condensazione stratosferiche esibite ed "illustrate" da De Simone sono una plateale falsità, una palese mistificazione, un vero non-senso scientifico. [2]

L'analisi del fattore termico poi dimostra ancora una volta che le scie che si scorgono sopra le aree abitate non sono formate da vapore acqueo. Infatti, come è testimoniato da numerose foto e da parecchi video, i velivoli chimici sovente iniziano ad irrorare, non appena cominciano il sorvolo di un centro urbano, poiché il bersaglio principale dello spargimento di veleni è la popolazione. Ricordiamo che nelle città la temperatura è quasi sempre più alta di quella rilevabile nelle zone circostanti, anche d'inverno: infatti le ampie superfici di cemento e di asfalto, tipiche di metropoli e di altre plaghe antropizzate, sprigionano calore, riducendo notevolmente l'escursione termica tra il giorno e la notte. Se veramente si trattasse di contrails, per quale motivo esse si formerebbero quando il velivolo attraversa una zona atmosferica (quella soprastante i centri urbani) notoriamente più calda rispetto alle regioni adiacenti? Semmai dovrebbe succedere il contrario: eppure scorgiamo aerei che, provenendo dal mare o da aree non densamente popolate, cominciano a rilasciare scie, non appena penetrano nello spazio sopra la città. E' evidente che sono usati appositi dispositivi erogatori per eseguire le irrorazioni chimico-biologiche a comando.



[1] Il gradiente termico verticale è il valore con cui cambia la temperatura dell'aria al variare della quota. In atmosfera standard, equivale a circa 6,5° Celsius ogni 1.000 metri, anche se, a causa di vari fenomeni, il gradiente può discostarsi da questo valore.

[2] Diverso è il discorso circa le scie chimiche in stratosfera su cui si sofferma il Dottor Michael Castle nell’articolo La metodica distruzione della Terra, 2009.


Fonti:

M. Castle, La metodica distruzione della Terra, 2009
Enciclopedia delle Scienze, Milano, 2005, s.v. gradiente termico, stratosfera



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martedì 14 luglio 2009

La terza scia

Secondo gli autoproclamatisi esperti della meteorologia nazionale, come, ad esempio, il Colonnello Mario Giuliacci, il Colonnello Costante De Simone, il Maggiore Guido Guidi, il rampollo Andrea Giuliacci, le contrails sono un fenomeno frequentissimo nonché normale. Affinché tale assunto appaia realistico, costoro dichiarano che le scie di condensa non solo si formano in assenza totale di umidità atmosferica, ma si spingono pure ad affermare che esse possono persistere per ore, se l'umidità relativa tocca il 60%.

Le leggi della fisica vengono stravolte e l'intelligenza umana viene insultata senza ritegno, pur di negare l'impossibile: l'esistenza delle scie chimiche.

In realtà, noi sappiamo che la "scienza" ufficiale, i media asserviti ed i disinformatori di professione come Paolo Attivissimo, non riveleranno mai neppure un briciolo di verità, perché questi Quisling devono proteggere gli interessi delle lobbies e quindi essi proseguiranno nella loro campagna di inganno, mediante petizioni di principio e strampalate teorie non avvalorate da fatti.

Noi, dal canto nostro, invece, intendiamo sempre dimostrare con dati oggettivi quanto affermiamo, perciò, anche in questo caso, vi mostriamo un video ed alcuni fotogrammi tratti dal medesimo filmato: il documento evidenzia molte anomalie che non potrebbero mai essere giustificate e spiegate dagli eccelsi dispensatori di "scienza" come Giuliacci e soci.

La terza sciaLa terza sciaIl filmato non mostra un caso isolato. Se osserverete con attenzione, vi accorgerete che sovente la vostra città viene sorvolata da aerei a bassa quota che emettono scie, che non possono comunque essere di condensa, con le seguenti caratteristiche:

a) Il velivolo rivela due motori, ma le scie diffuse sono tre ed esattamente due (2) da un motore ed una (1) dall'altro.
b) Nella fase di dissipazione delle TRE scie, potrete osservare che esse subiscono una trasformazione tra loro differente, denotando in modo netto la presenza di TRE (3) erogazioni diverse.

Questi elementi mettono subito in luce varie incongruenze:

1) Pur essendo di fronte ad un bireattore, le scie emesse sono in numero di tre. Il disinformatore di professione o il meteorologo di turno, ben al corrente dei fatti, ma teso a negare la questione, vi risponderanno che si tratta di un fenomeno di illusione ottica dovuta alla prospettiva.

2) Le scie, durante la fase di dissipazione in atmosfera, mostrano un'evoluzione tra loro differente e ciò palesa l'emissione di elementi chimici diversi. A questo punto vi verrà risposto che ciò è possibile, in quanto a volte gli aerei montano motori diversi tra loro ed anche perché l'atmosfera è disomogenea.

3) La fase finale della "metamorfosi" delle scie conferma la presenza di tre scie e non di due, come il numero dei motori. Stando così le cose, coloro che intendono ricondurre la questione "scie chimiche" ad una semplice leggenda metropolitana, potranno solo insultarvi, poiché di fronte ad una situazione del genere, non ci si può inventare più niente che non li faccia cadere oltremodo nel ridicolo.

Colonnello Giuliacci, cominci ad almanaccare qualche altra sciocchezza.





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giovedì 2 aprile 2009

Le scie persistenti sono un'invenzione della N.A.S.A.! (articolo di B. Bruhwiler)

Che cosa sono le scie di condensazione? Quando un aereo vola ad alta quota (almeno 8000 metri), dell'umidità è prodotta dai motori: se il velivolo incrocia a notevole altitudine, allora l'umidità generata dai motori molto caldi a contatto con l'aria fredda circostante condensa in vapore acqueo o forma dei cristalli di ghiaccio, a causa anche della notevole velocità del jet che attraversa l'aria fredda (almeno 40 gradi Celsius sotto zero) ed umida (almeno 70 per cento di umidità relativa). Così si forma una scia che segue l'aereo. Il fenomeno dipende dagli stessi fattori che si verificano quando il respiro caldo forma un'effimera nuvola di vapore nelle giornate invernali molto fredde ed umide.

Le contrails durano pochi secondi o pochi minuti per una ragione precisa: l'acqua conduce calore sicché assorbe il calore attorno, come quello proveniente dal sole. Ecco perché, allorquando si vede una scia di condensazione dietro un aereo, essa sparisce rapidamente e, mentre il velivolo procede, si riforma in prossimità del velivolo ma ad una certa distanza dai motori, mentre, via via, la coda della scia si dissolve.

E' impossibile vedere una scia formarsi all'interno di nuvole medio-basse come i cumuli (800/2300 metri max) dove i valori igrometrici e termici, come ovvio, non sono idonei.

Se la scia che si genera dietro un aereo è spessa e/o persistente o se è evanescente, ma sotto gli 8.000 metri, quella che vediamo non è una contrail. Non è vapore acqueo, ma una miscela di elementi chimici e biologici, una scia tossica.

Dopo la Seconda guerra mondiale, come ammesso anche dal governo britannico, l'aviazione del Regno Unito diffuse sulla popolazione inconsapevole decine di elementi e composti chimici nell'ambito di esperimenti in vivo. Negli anni '50 del XX secolo, negli Stati Uniti, l'esercito usò i sistemi di ventilazione della metropolitana di New York, sempre per sperimentare gli effetti di sostanze chimiche ed agenti patogeni sulle persone.


Il fenomeno PARANORMALE della persistenza per settimane (sic!) di una scia di condensa è una petizione di principio non supportata assolutamente dalla fisica. In pratica, è una menzogna creata ad arte per coprire le operazioni clandestine (notturne e diurne) di aerosol.

Le scie possono più o meno durare nel tempo, a seconda della stabilità dell’aria e della quantità di vapore presente.” [Girolamo Sansosti & Alfio Giuffrida - Manuale di meteorologia, Una guida alla comprensione dei fenomeni atmosferici e climatici in collaborazione con l’UAI (Unione Astrofili Italiani) - Gremese Editore – 2006 – pag 86]

Ma quanto durano nel tempo queste scie? La risposta è implicita nel seguente passaggio:

“La lunghezza e l’intensità di una scia di condensazione dipendono dalle condizioni atmosferiche, dal tipo e dalla velocità dell’aereo. Le tipiche scie di condensazione variano dai 9 ai 28 Km. (da 5 a 15 miglia marine) di lunghezza, e una trentina di metri di diametro. Le scie di condensa si formano generalmente tra 7500 e 18000 metri di altitudine, a temperature molto basse (-40 °C).” [The Camouflage Handbook, AAFWAL-TR-86-1028 (Wright-Patterson AFB, Ohio: Air Force Wright Aeronautical Laboratories, 1986), cap. 1–12]

Facciamo adesso un semplice calcolo fisico - matematico: se la velocità è data da v=s/t (spazio percorso diviso il tempo impiegato a percorrerlo) invertendo tale formula si ottiene t=s/v (il tempo di percorrenza è uguale allo spazio percorso diviso la velocità) e quindi un aereo che viaggia ad una velocità di 600 km/h (tipica velocità di crociera) per percorrere 9 km impiega un tempo pari a 9/600 ore = 0,015 ore = 0,9 minuti =54 secondi, mentre per percorrere 28 km impiega un tempo pari a 28/600 ore = 2,8 minuti = 2 minuti e 48 secondi. Se per caso un aereo viaggiasse ad una velocità molto più bassa (ad esempio 300 km/h) in base ai dati riportati nel suddetto libro otterremmo dei risultati doppi dei precedenti, ma sono ben pochi gli aerei che volano a simile velocità. Abbiamo quindi la conferma che le tipiche scie durano di norma un minuto, al massimo 5. Di conseguenza un cielo oscurato da 40 “scie di condensa” persistenti per ore (o anche solo per un’ora) è assolutamente a-tipico, a-normale, un fenomeno spiegabile solo in termini di irrorazione artificiale.


Corrado Penna (Fisico)




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