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martedì 22 novembre 2016

Paradossi



Si rilevano a volte circostanze paradossali: ormai assuefatti all’orrore, a nubi sintetiche dalle configurazioni abnormi, grottesche, taluni scambiano gli ormai rari fenomeni naturali per nuvole chimiche. Nubi lenticolari, cirri, persino maestosi e bellissimi cumuli non sono riconosciuti come “genuini”: il fatto è che la percezione, ormai distolta ed ottenebrata da immagini obbrobriose, si è disabituata alle creazioni di madre natura.

Se da un lato è doveroso e corretto identificare gli archi chimici, gli aloni artificiali, i nembi zigrinati etc. come altrettanti abomini partoriti della geoingegneria clandestina, bisogna comunque esercitarsi a distinguere tra vero e finto. In alcuni casi – lo ammettiamo – non è agevole: ad esempio, i criminali del cielo sono in grado di generare strati che assomigliano molto alle corrispondenti formazioni naturali; tuttavia è necessario esercitare la visione affinché diventi osservazione, evitando così di incorrere in errori grossolani.

Non solo, è d’uopo pure consultare non tanto le fonti (iconografiche e no) della Rete, purtroppo sovente adulterate dalla disinformazione, quanto compulsare vecchi atlanti e vecchie enciclopedie, in particolare le tavole di nefologia dove sono immortalate le nuvole oggi quasi estinte con l’indicazione delle quote a cui generalmente si formano. Lo ripetiamo: la documentazione “scientifica” disponibile su Internet è, in buona parte, elaborata da negazionisti e, in molte occasioni, non è attendibile. E’ meglio riferirsi a testi cartacei, ancora meglio se non recenti, perché non ancora riveduti e corrotti secondo i dettami della propaganda sciacondensara. Tra l’altro, i papiri quasi sempre sono scritti in un buon italiano, a differenza delle summae digitali vergate in una lingua barbara, piena di strafalcioni.

È ovvio che, per comprendere i fenomeni ed i fatti inerenti alla biogeoingegneria illegale, sono indispensabili lo studio, il confronto fra i documenti, la capacità di discernimento, ma non deve mancare l’osservazione che è uno fra i capisaldi del metodo scientifico, quello vero.

Sorge il grosso problema relativo alle nuove generazioni, quasi sempre disinteressate al mondo che le circonda, prive di memoria storica e condizionate nei processi cognitivi e percettivi da un milieu invaso da stimoli distorti e distorcenti. In questo caso si deve tentare di promuovere un’educazione sensoriale, non disgiunta dalla trasmissione di efficaci strategie di interpretazione della realtà.

Alexandre Dumas giovane scrive che “si apprende più dall’osservazione che dai libri”. Perfetto, soprattutto se per libri si intendono gli scartafacci di Massimo Polidoro, Alberto Angela, Paolo Attivissimo e compagnia cantante.


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sabato 14 novembre 2015

Nuvole chimiche



I negazionisti sogliono ripetere che le scie da loro definite di “condensazione” sono del tutto assimilabili alle nuvole: è una menzogna, bell’e buona, ma anche una grossolana semplificazione da un punto di vista della nefologia, la disciplina che studia i nembi. Infatti anche le rarissime contrails non sono del tutto coincidenti con le nubi per i motivi illustrati nel volume “Scie chimiche-la guerra segreta”. [1] Qui ricordiamo che le formazioni nuvolose contengono nuclei di condensazione in misura molto maggiore rispetto alle vere e del tutto infrequenti scie di condensa: esse sono formate in gran parte da vapore acqueo e da residui della combustione (ossido di azoto, monossido di carbonio, idrocarburi come il metano, solfati, biossido di carbonio, particolato carbonioso e particelle metalliche). Questo spiega il loro carattere effimero ed inconsistente.

L’osservazione, uno fra i pilastri del metodo scientifico che i disinformatori ignorano in toto come gli “scienziati” accademici, in realtà rauchi bardi di regime, ci permette di comprendere che mai e poi mai una scia chimica è composta solo da vapor d’acqua o da cristalli di ghiaccio.

Esaminiamo una di quelle chemtrails persistenti ed igroscopiche (si ricordi che anche quelle evanescenti sono create ad hoc!) diffuse soprattutto quando si approssima un fronte perturbato. Le nuvole naturali, come è ovvio, cambiano di continuo forma e dimensioni, ora in maniera lenta e quasi impercettibile ora, sotto l’azione del vento, della pressione e dell’umidità, in modo rapido; una traccia chimica, invece, resta a volte per parecchio tempo pressoché immutata nel volume e nella configurazione, come fosse di pietra.

E’ evidente che è formata da composti (ad esempio il trimetillalluminio) che la rendono durevole e molto, molto densa. E’ vero che la scia tossica iperpersistente tende ad allargarsi e, mescolandosi con altri “pennacchi”, a generare una coltre opaca, ma questo cambiamento avviene con abnorme, esasperante lentezza. Talora sono necessarie dieci, quindici ore affinché tale metamorfosi si manifesti: ciò non accade con le nubi.

Ecco quindi un’altra dimostrazione, l’ennesima, che le scie chimiche non sono mai sovrapponibili alle nuvole.

[1] Vedi il capitolo II, Scie di condensazione vs scie chimiche, pp. 25-34.

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mercoledì 21 dicembre 2011

Il fenomeno delle "hole punch clouds"

Negli ultimi anni, sono sempre più frequenti, alcuni strani fenomeni atmosferici che hanno origine da determinate coperture nuvolose. Tuttavia hanno luogo solo nelle zone in cui sono in atto le operazioni di aerosol mediante chemtrails, ossia le scie chimiche.

Il 29 gennaio 2007 gli abitanti dell'Acadiana, una regione dello stato della Louisiana, notarono nel cielo veri e propri buchi nel manto nuvoloso. A testimonianza di questo fenomeno (definito in lingua inglese "hole punch clouds" o "fallstreak holes"), è possibile vedere le due immagini qui di seguito riportate; la prima è stata ripresa dal Moderate Resolution Imaging Spectroradiometer (MODIS) del satellite "Terra" della N.A.S.A.; la seconda dal livello del suolo. L'immagine MODIS mostra un certo numero di fori circolari in una coltre di nuvole di bassa quota al di sopra dell'Oklahoma, dell'Arkansas, della Louisiana e del Texas. Qualcuno di questi buchi è di forma allungata e, al suo interno, è evidente la presenza di una nube secondaria formata, come vedremo oltre, da cristalli di ghiaccio in ricaduta.

La N.A.S.A. ha spiegato questo fenomeno come il risultato della combinazione di temperature rigide, traffico aereo ed "insolita" instabilità atmosferica.

Il manto nuvoloso del 29 gennaio consisteva di nubi sopraffuse. Le nubi sopraffuse contengono gocce d'acqua che rimangono allo stato liquido, anche se la temperatura è molto al di sotto della soglia di congelazione. E' stato stimato che la loro temperatura è compresa tra -20° Celsius a -35° Celsius.

Quando gli aerei, provenienti dal Dallas-Fort Worth Airport, hanno attraversato queste nubi, ponendo le finissime particelle contenute nello scarico dei loro motori a contatto con le gocce d'acqua sopraffuse, ne hanno causato la glaciazione istantanea. I cristalli di ghiaccio più grandi sono quindi caduti al di sotto della base della copertura nuvolosa, lasciandosi dietro veri e propri "buchi". Tutte le foto mostrano una sorta di nube centrale all'interno del foro, formata da cristalli di ghiaccio che stanno lentamente cadendo, spinti dal loro peso maggiore rispetto alle stille d'acqua sopraffuse dello strato originario. Quest'ultime non raggiungeranno comunque il suolo a causa della loro sublimazione a contatto con gli strati più caldi dell'atmosfera sottostante.

La descrizione fornita dagli organi ufficiali circa la dinamica del fenomeno di per sé non fa una piega, ma ciò su cui occorre essere chiari riguarda le vere cause del suo innesco. Secondo gli esperti, questo effetto è ottenibile mediante l'ormai nota tecnica dell'inseminazione delle nubi (cloud seeding) che sfrutta flotte aeree per "inseminare" le nubi basse con particolato in grado di interagire con le particelle che caratterizzano le formazioni nuvolose a quote comprese tra i 6.000 ed i 12.000 piedi.

I velivoli preposti usano principalmente ghiaccio secco come agente di inseminazione per ottenere fenomeni di questo tipo, sfruttando i principi della cosiddetta "inseminazione fredda delle nubi" nella quale le gocce d'acqua sopraffuse della nube sono convertite in cristalli di ghiaccio che successivamente precipitano al di sotto dello strato nuvoloso. Durante la loro caduta, però, non hanno il tempo di raggiungere il suolo, poiché sublimano (ovvero passano direttamente dallo stato solido a quello gassoso), lasciando quel particolare buco nel manto nuvoloso. La foto sopra ririportata mostra, ad esempio, l'effetto che si ottiene 45 minuti dopo l'inseminazione della nube.

E' di rilievo il fatto che anche gli organi ufficiali attribuiscano l'innesco del fenomeno al volo degli aerei, probabilmente perché se da un lato, si può ingannare la gente dal punto di vista fisico, dall'altro non si può certo negare l'enorme numero di scie chimiche create dagli aerei nei pressi della zona coinvolta. E', infatti, verificabile dalle molteplici foto disponibili che i suddetti fenomeni nascono sempre da formazioni nuvolose alquanto regolari, come se fossero "pettinate" da una forma di energia.

Occorre anche precisare quanto segue: di fronte a fenomeni nuovi come questi, dove la disinformazione da parte di chi ne è direttamente coinvolto dilaga, l'unica cosa certa è che, trattandosi di formazioni a bassa altitudine, la spiegazione ufficiale non sembra reggere molto. Infatti a 6/10.000 piedi non si raggiungono le basse temperature indonee alla formazione di cristalli di ghiaccio se non attraverso operazioni di aerosol clandestine. E' altresì vero che la presenza degli hole punch clouds sui cieli statunitensi, australiani ed europei è aumentata solamente negli ultimi anni, quando la modificazione climatica mediante scie chimiche ha assunto proporzioni considerevoli e soprattutto la loro presenza è limitata alle zone in cui, da svariati anni, sono in atto queste operazioni e non negli altri paesi, come dovrebbe essere, se si trattasse di un fenomeno naturale. A sostegno di ciò nessuna delle testimonianze risale a periodi antecedenti l'inizio delle operazioni illegali di aerosol e questo la dice lunga sul fatto che possa trattarsi davvero di un fenomeno naturale.

Tra le testimonianze troviamo quella di un telespettatore di una rete televisiva locale statunitense che il giorno 11 dicembre 2003 affermò:

"Questo pomeriggio ero in auto e circa alle 11-11:30 c'era la formazione nuvolosa più insolita che abbia mai visto scorrere sulla mia testa. Ho afferrato la mia camera e scattato una dozzina di foto. Mi sono meravigliato di che cosa fosse. Sembrava come un'apertura ovale fatta nella coltre nuvolosa al cui centro risiedeva una nube secondaria che andava, via via, dissolvendosi. Non mi spingo oltre, ma questa è la formazione nuvolosa più strana che io abbia mai visto ed era enorme".

Questa è invece la contorta spiegazione di un meteorologo della Florida centrale:

"L'atmosfera era molto secca da 5.000 piedi a circa 28.000 piedi. C'era uno strato piuttosto esteso di cirrocumuli (misto di gocce sopraffuse e cristalli di ghiaccio) che invadeva il cielo, associato a correnti a getto molto forti provenienti da ovest. Tuttavia gli squarci nel manto nuvoloso erano allineati Nord-Sud. Questo suggerisce che c'era una sorta di "onda" nell'atmosfera che modulava lo strato di cirrocumuli, dandogli una conformazione ondulata. Questo effetto potrebbe causare, nella porzione d'onda in fase di discesa, la caduta dei cristalli di ghiaccio nello strato di gocce sopraffuse, portandoli a incrementare il loro volume (alle spese delle gocce d'acqua sopraffuse nel volume considerato). In questo modo si apre un buco nello strato di cirrocumuli. Questo processo è molto simile al principio usato nell'inseminazione delle nubi (cloud seeding) per incrementare il volume dei nuclei di condensazione che compongono le nubi e produrre le precipitazioni. In questo tipo di fenomeno, però, la precipitazione (il termine tecnico meteorologico è “virga”) non raggiunge il suolo, poiché le particelle di ghiaccio, sublimano a contatto con gli strati più caldi dell'atmosfera al di sotto dei 28.000 piedi. La virga è evidente in qualsiasi delle foto a disposizione e risiede al centro del buco che si è creato. La sua forma è spesso una nuvola a forma di cono".

Non è fortuito se istituzioni come la N.A.S.A., di fronte a fenomeni nuovi ed evidentemente artificiali, cercano di ricondurli a cause naturali. Siamo di fronte ad una manipolazione della conoscenza scientifica per scopi di controllo delle coscienze. La nasuta N.A.S.A., ad esempio, pur di inculcare la frottola delle scie persistenti nelle nuove generazioni, non si perita di inventare ed interpretare la fisica dell'atmosfera a proprio piacimento, aggiornando gli atlanti di nefologia, in cui sono aggiunte nuove categorie di nubi che, in realtà, sono chemtrails di vario tipo ed in diversi stadi della loro rarefazione o espansione nel cielo. E’ sempre l’ente pseudo-scientifico statunitense ad organizzare corsi destinati a studenti di scuole di ogni ordine e grado: agli allievi viene insegnato come riconoscere le “innocue” scie degli aerei.

Articolo correlato: Dieci prove sull'esistenza delle scie chimiche


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