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lunedì 29 maggio 2017

Imminente un collasso dell’ozonosfera a causa delle attività di geoingegneria clandestina?

Il ricercatore statunitense Dane Wigington ha recentemente proposto un articolo inerente alla disgregazione dello strato di ozono, basandosi sulle acquisizioni di uno scienziato che ha lavorato per la N.A.S.A. Sono plausibili le inquietanti conclusioni cui lo specialista, un insider, è giunto? Anche solo da un punto di vista empirico, a mo’ di conferma, possiamo constatare che sovente la vegetazione, per quanto riguarda la parte delle chiome esposte a sud, risulta come ustionata… Mala tempora currunt, sed peiora parantur.


Mainstream media (and all "official sources" of UV data) have done their best to completely hide the already extreme UV radiation dangers in the Northern Hemisphere.

Le attività di geoingegneria clandestina continuano a distruggere i sistemi vitali del pianeta, tra cui lo strato di ozono. Un ingegnere, che ha lavorato per la N.A.S.A. e che collabora con GeoengineeringWatch.org (il sito di Dane Wigington, n.d.t.) ha pubblicato un terribile rapporto circa il deterioramento dello strato di ozono. Da tempo l’esperto monitora il livello delle radiazioni ultraviolette con apparecchiature ad hoc, rilevandone un costante aumento. L’incremento dei raggi UV non è dovuto alla maggiore attività solare che è, invece, alquanto debole, ma un sintomo legato alla disintegrazione della coltre di ossigeno triatomico. […] Anche se si possono annoverare molti fattori antropici che incidono negativamente sullo strato di ozono, gli interventi di geoingegneria illegale sono di gran lunga i più dannosi.


Effects of solar UV radiation on biomolecules, cellular components and physiological responses. (Diagram credit: Royal Society of Chemistry)

Molte fonti del mainstream e canali ufficiali falsamente sostengono che l’ozonosfera al di sopra dell’emisfero meridionale sta "recuperando" (ciò con l’obiettivo di tranquillizzare l’opinione pubblica), tuttavia le informazioni raccolte ed analizzate smentiscono questa versione. Le stesse fonti di regime non accennano neppure ai danni massicci e crescenti allo “scudo” di ozono sopra l’emisfero boreale.

Gli effetti dell’esposizione alle radiazioni UV sono molto evidenti sui lati esposti al sole di molte specie di alberi. Tutte le forme di vita che sono colpite da radiazioni UV [1] sempre più eccessive sono in pericolo: negli oceani soprattutto i cetacei ed il plancton.

Se la falda di ozono dovesse collassare del tutto, la flora e la fauna, sia marina sia terrestre, ne risentirebbero in modo preoccupante.

[1] Le radiazioni UV inducono mutazioni genetiche.


Fonte: Geoengineeringwatch.org


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giovedì 5 gennaio 2017

Torino, allerta smog: mutazioni del DNA per un bambino su due



TORINO – A Torino l’allerta per lo smog è così elevata che un bimbo torinese su due ha subìto mutazioni del DNA per colpa dell’inquinamento. A dirlo è lo studio “Mapec life” realizzato dall’Università di Torino insieme con altri atenei italiani su un campione di 1200 bambini tra i sei e gli otto anni che vivono, oltre che nel capoluogo piemontese, a Brescia, Perugia, Pisa e Lecce. “Non vogliamo creare apprensione nella cittadinanza, ma abbiamo svolto un lavoro per capire gli effetti dello smog sul sistema biologico dei bambini”, chiarisce Giorgio Gilli, ordinario di Igiene e tra i responsabili del progetto che è stato finanziato dalla Commissione europea.

La ricerca si è concentrata sugli effetti degli inquinanti sul corredo genetico di 220 bambini di tre elementari torinesi, la “Niccolò Tommaseo”, la “Ilaria Alpi” e la “Piero Gobetti”. A Torino il 53% dei campioni prelevati dalla bocca degli studenti presentava almeno un micronucleo, cioè un indicatore di una mutazione del DNA. “Le analisi mostrano la capacità dei Pm 0,5 di indurre effetti tossici, mutageni e cancerogeni. L’effetto biologico precoce è legato alla stagione in cui vengono eseguiti prelievi, in inverno più che in primavera”, specifica Elisabetta Carraro, docente e responsabile dell’unità di ricerca torinese.

Giustamente chiosa l'amico Koenig: “Se il Pm 2,5 produce già questi effetti, figuriamoci il PM inferiore a 2.5 disperso con gli aerosol atmosferici a base di alluminio, bario, stronzio, manganese, cadmio, piombo, mercurio, ferro e nanotubi vari... Diciamo che è in corso una mutazione genetica indotta”. E’ vero sia che il nanoparticolato è ancora più dannoso di quello svogliatamente misurato dalle A.R.P.A., perché supera la barriera emato-encefalica, aggredendo direttamente l’organismo; è vero anche che siamo al cospetto di un’intenzionale degradazione genetica degli esseri viventi, perpetrata attraverso quella che, non senza ragione definimmo anni fa biogeoingegneria clandestina. Benvenuti nel pianeta dei mutanti…

Fonte: Torino, allerta smog: mutazioni del Dna per un bambino su due, 2016

Earrata corrige: la citazione in questo articolo ripresa era in origine del nostro amico Ron, poi riportata da Koenig.


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lunedì 24 agosto 2009

Scie chimiche e cambiamenti genetici (seconda parte)

Altri due scienziati statunitensi, C. Brooke e R.K. Enders, nell'opera The nature of living things, credono di poter dimostrare che il raggruppamento dei geni è oggi alterato e che, per effetto di influssi la cui natura non è chiara, sta apparendo una nuova specie di uomini dotati di poteri intellettualmente superiori. E' tesi che non ha ad oggi trovato conferme credibili.

Che cosa può determinare una mutazione? I raggi X, le
radiazioni nucleari e certi veleni come la colchicina possono attaccare i cromosomi e provocare un raddoppiamento del loro numero. Si è osservato che la frequenza dei mutamenti è proporzionale all'intensità della radioattività. Ora la radioattività è oggi quaranta volte superiore a quella rilevabile all'inizio del XX secolo. Sono, però, tutte alterazioni negative.

Il dottor Louis Wolf studiò casi di bambini che non sono in grado di dissociare la fenilalanina.[1] Questi bambini possiedono geni che non producono nel sangue certi fermenti attivi nel sangue normale. Un bambino fenil-chetonico è incapace di dissociare la fenilalanina. Questa incapacità rende il soggetto attaccabile dall'epilessia e dall'eczema, provoca in lui colorazione grigio-cenere dei capelli e rende l'adulto esposto a malattie mentali.

Come si è visto, le mutazioni genetiche sono quasi sempre degenerative: su che cosa possa determinare, invece, un eventuale miglioramento il dibattito è aperto, poiché il caso darwiniano non spiega alcunché, ma nessun modello interpretativo pare essere convincente, se si esclude l'intervento esterno, rigettato dalla scienza accademica. Rimanendo in campo biologico, non si comprende neppure come i raggi cosmici possano favorire un salto evolutivo o attivare il D.N.A. silente.[2] Eldredge e Gould non si pronunciano sull’elemento che innesca la speciazione. La mutazione genetica è, di norma, sfavorevole: la radioattività determina forse la nascita di una stirpe superiore, più forte e più intelligente?

Allora scie chimiche ed onde elettromagnetiche potrebbero essere finalizzate alla degenerazione cromosomica, alla lenta, ma irreversibile creazione di una specie subumana. Le modificazioni possono essere indotte in laboratorio, con interventi ad hoc, ma resta difficile comprendere quale fattore esterno sia in grado di favorirle. Citare una non meglio precisata energia cosmica non contribuisce a chiarire la questione. E' poi diffusa la credenza che l'evoluzione genetica si agganci al progresso spirituale: è una trasposizione del darwinismo nel dominio spirituale e che trova uno dei suoi maggiori sostenitori in Teillard De Chardin. Chi vede, nonostante un possibile collegamento, una separazione tra l'ambito fisico e quella metafisico, può solo ritenere che il pregiudizio darwiniano abbia invaso un campo estraneo alla biologia.

Tralasciando questo aspetto, non sembra impossibile che dai raggi cosmici, considerata la loro elevata energia, possano scaturire cambiamenti cromosomici: resta da stabilire se essi siano favorevoli o meno. La magnetosfera protegge dal vento solare e dai raggi cosmici: la sua attuale degradazione può essere considerata un fenomeno che potrebbe preludere alla comparsa di nuove specie, ma non più forti delle precedenti.


[1] La fenilalanina è un amminoacido che partecipa alla costituzione delle più comuni proteine alimentari. Nei tessuti animali si trasforma per ossidazione in tirosina.

[2] I raggi cosmici sono particelle provenienti dallo spazio, quasi tutte dotate di carica elettrica, che colpiscono l’atmosfera ad alte energie. Questa energia è molto superiore a quella ottenuta negli acceleratori di particelle sulla Terra. I raggi cosmici di maggiore energia hanno origine nel Sole, quelli con energie ancora superiori provengono da sorgenti nella nostra galassia, come le supernovae e da oggetti esterni alla Via Lattea. La maggior parte dei raggi cosmici che arriva sulla Terra viene intercettata dall'atmosfera, con interazioni che producono una cascata di particelle secondarie a partire da una singola particella energetica. Tali particelle possono arrivare fino alla superficie terrestre ed essere osservate con speciali apparecchiature.


Leggi qui la prima parte.



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mercoledì 15 aprile 2009

Fiori mutanti nelle ex aree industriali. L'esperto: "E' l'inquinamento" (articolo di Alessandro Mondo)

Pubblichiamo un articolo, tratto dal quotidiano La Stampa, in cui è riportata un'inquietante, ma non sbalorditiva notizia per chi, da anni, studia le scie tossiche ed i loro disastrosi effetti sull'ambiente e sulle persone. A Torino, città come tante altre sottoposta a devastanti irrorazioni chimico-biologiche, sono stati osservati dei tarassaci colpiti da mutazioni genetiche: come prevedemmo tempo fa, le chemtrails stanno causando una catastrofe ecologica senza precedenti né si può dimenticare - ce lo spiega Marc Filterman, autore del saggio Les armes de l'ombre - che le mutazioni genetiche possono essere indotte anche dall'irradiazione di particolari onde elettromagnetiche. Sicuramente i lettori torinesi ci potranno confermare che le aree in cui si sono manifestate le anomalie, oltre ad essere sorvolate dagli aerei della morte, sono punteggiate di antenne.

Abbiamo tolto l'explicit di un articolo già ambiguo e tentennante, poiché concludere con una battuta, di fronte alla volontaria, indiscriminata ed impunita distruzione del pianeta, ci è parso davvero fuori luogo.

Ringraziamo il gentilissimo Alexander per la segnalazione.



Fiori mutanti nelle ex aree industriali. L'esperto: "E' l'inquinamento" (articolo di Alessandro Mondo)
E’ una piccola galleria degli orrori: vegetali, ma pur sempre orrori. Anzi: «mostruosità», come le definiscono autorevoli esperti dell’Università. Piantine con due teste, cioè con due fiori al posto di uno. Altre con uno stelo insolitamente tozzo e spesso, scandito da piccole protuberanze. Altre ancora, affette da «gigantismo», svettano su quelle vicine o si allargano al suolo, allungando in tutte le direzioni diramazioni simili a tentacoli.

Piante mutanti sotto il cielo di Torino. Il discorso, a parziale consolazione, riguarda solo il tarassaco, caratterizzato dal fiore di un bel giallo vivace. Roberto Topino, medico e sentinella delle compromissioni ambientali in città, l’ha immortalato in tutte le sue stravaganze contro natura, perché, se è vero che la natura è fatta di anomalie e che, in periodo di piena fioritura, queste ultime possono presentarsi in maggior numero, colpisce la frequenza con cui si stanno manifestando.

Al nostro dottore è bastata una giornata per fotografarne svariate decine in punti diversi della città: vecchie aree industriali riconvertite a funzioni diverse - ex-Materferro, ex-Fergat (davanti alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo), Spina3 (chiesa del Santo Volto) -, il distributore *** su corso Racconigi, ma anche la Crocetta e la Pellerina. Persino l’«igloo» di Mario Mertz convive con queste creature surreali che sembrano appena uscite dalla provetta di qualche scienziato pazzo.

In assenza di prove di laboratorio basate su esami sofisticati, uno per tutti quello sul codice genetico degli esemplari, le ipotesi si sprecano. La prevalenza di ex aree industriali del tutto o in parte bonificate nella carrellata delle fotografie porta Topino a supporre che il tarassaco mutante sia il frutto di sostanze nocive tuttora presenti nel terreno (cromo esavalente, diossine, idrocarburi , policlorobifenili, a seconda delle zone).

Allo stesso modo, il fatto che alcune delle misteriose presenze vegetali riguardino aree storicamente non interessate da lavorazioni industriali spinge altri ad escludere una correlazione diretta tra la singolare metamorfosi ed eventuali inquinanti. E’ il caso di Paolo Miglietta, agronomo in servizio alla Divisione comunale ambiente (Grandi opere), che non ha mancato di interrogarsi quando gli abbiamo sottoposto le foto: «Non mi risulta nemmeno che zone verdi come la Crocetta o la Pellerina siano state interessate da riporti di terra proveniente da aree contaminate».

Allora come si spiega? Colpa di un’altra forma di inquinamento ambientale, quello dell’aria (scie chimiche n.d.r.), o dietro il curioso fenomeno (e diciamolo, pure un po’ inquietante) c’è lo zampino di qualche patogeno (diffuso con le chemtrails, n.d.r.) che spinge il tarassaco a reagire? [...]


Addendum by Ginger

Gli "esperti" asseriscono che si tratta di inquinamento dovuto a residui di sostanze tossiche come il cromo esavalente e simili, in aree industriali dismesse. Peccato che la Crocetta, uno dei luoghi in cui sono stati rinvenuti i fiori di tarassaco mutati (dei mostri con due-tre sommità fiorite su uno stesso stelo, tutto deformato) sia un tipico quartiere residenziale di Torino con molti giardini. Non è MAI stato un sito industriale.




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