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sabato 5 dicembre 2015

Celle solari che si autoriparano

Un articolo concernente celle solari che si autoriparano getta una luce (sinistra) sulle biotecnologie, una fetta importante delle operazioni di biogeoingegneria clandestina. Per un corretto inquadramento del tema, connesso ad un orribile scenario transumanista, si leggano “Nanotubi di carbonio trovati nelle vie aeree di bambini abitanti a Parigi” e “Cervelli superveloci con i nanotubi”. Ringraziamo l’amico Emanuele per la segnalazione.



Un annuncio che sembra davvero fantascienza è arrivato da alcuni ricercatori statunitensi che stanno creando un nuovo tipo di cella solare progettata per auto-ripararsi a partire da nanotubi di carbonio e DNA, come i sistemi naturali di fotosintesi nelle piante. Gli obiettivi sono i seguenti: aumentare la durata e ridurre i costi.

“Abbiamo creato sistemi di fotosintesi artificiale, usando nanomateriali ottici per la raccolta di energia solare che è poi convertita in energia elettrica”, ha detto Jong Hyun Choi, professore di Ingegneria meccanica presso la Purdue University (Indiana, Stati Uniti d’America). Il progetto sfrutta le insolite proprietà elettriche di strutture chiamate nanotubi di carbonio a parete singola, impiegandole come “fili molecolari che raccolgono la luce nelle celle”, ha spiegato Choi, il cui gruppo di ricerca ha sede presso il Centro di nanotecnologia del Purdue Discovery Park.

“Credo che il nostro approccio sia molto promettente per una futura applicazione commerciale, anche se siamo ancora in una fase di ricerca di base,” ha chiarito Choi.

Le celle fotoelettrochimiche convertono la luce solare in energia elettrica ed usano un elettrolita – un liquido che conduce elettricità – per il trasporto di elettroni, generando la corrente. Le cellule contengono coloranti che assorbono la luce. Questi pigmenti sono chiamati cromofori e sono molecole simili a quelle della clorofilla: essi si degradano a causa dell’esposizione alla luce solare. “Lo svantaggio critico di celle fotoelettrochimiche convenzionali è proprio questo degrado”, ha detto Choi. La nuova tecnologia supera questo problema come fa la natura: sostituisce i coloranti danneggiati con nuovi composti.

L’idea potrebbe rendere possibile un innovativo tipo di cella fotoelettrochimica che continua a funzionare a pieno regime a tempo indeterminato, almeno finché sono aggiunti nuovi cromofori.

I risultati sono stati illustrati in una presentazione del simposio denominato “Mechanical Engineering International Congress and Exhibition”. Il convegno si tenne a Vancouver nel novembre del 2011. Il concetto è stato anche delucidato in un articolo inserito sul sito web di SPIE, una società internazionale di ottica.



I nanotubi di carbonio funzionano come una piattaforma per ancorare filamenti di DNA. Il DNA è stato progettato per avere specifiche sequenze di blocchi chiamati nucleotidi, permettendo loro di riconoscere i cromofori e di legarsi ad essi. Quando i cromofori sono pronti per essere sostituiti, essi possono essere rimossi tramite processi chimici o con l’aggiunta di nuovi filamenti di DNA.

Due elementi sono fondamentali per la tecnologia al fine di imitare il meccanismo di auto-riparazione della natura: il riconoscimento molecolare e la metastabilità termodinamica o la capacità del sistema di essere smontato e rimontato in modo continuo.

La ricerca è una prosecuzione di un lavoro che Choi ha compiuto con i ricercatori del Massachusetts Institute of Technology e delll’Università dell’Illinois. "La precedente ricerca ha usato i cromofori biologici prelevati da batteri. […] Tuttavia, servirsi di cromofori naturali è difficile; essi devono essere raccolti ed isolati dai batteri, un processo che sarebbe costoso da riprodurre su scala industriale. Così, invece di usare cromofori biologici, vogliamo usare quelli sintetici costituiti da coloranti definiti porfirine”.

Fonte: Peerates.org

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domenica 7 dicembre 2014

Italia: dalla deindustrializzazione alla distruzione dell’agricoltura

Ahi serva Italia, di dolor ostello,
nave sanza nocchiere, in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello.


(Dante Alighieri, Purg. VI, vv. 1-3)



Anni fa la globalizzazione fu “venduta” come una panacea: avrebbe creato nuovi posti di lavoro in un mercato flessibile, avrebbe portato ad una benefica concorrenza con conseguente riduzione dei prezzi, avrebbe consentito alle nuove generazioni di vivere e lavorare all’estero, avrebbe creato un mercato mondiale in cui vendere ed acquistare tutto ed il contrario di tutto, avrebbe abbattutto le frontiere ideologiche. Naturalmente era un imbroglio.

La globalizzazione, che ha favorito solo le multinazionali, mentre ha danneggiato o distrutto piccole e medie imprese, è stata ed è solo un pretesto ed uno strumento per strappare il tessuto economico di alcuni stati, avvantaggiando l’apparato produttivo di altri paesi, dove la manodopera costa meno ed in cui i lavoratori non sono sindacalizzati. Così i B.R.I.C. (Brasile, Russia, India, Cina) e pochi altri paesi impazzano con le loro materie prime e manufatti in quasi tutto il pianeta, mentre l’Occidente langue sempre più. In particolare talune nazioni europee (soprattutto Grecia ed Italia in questo periodo) sono vittime di politiche fiscali e finanziarie vessatorie, ideate solo per soggiogare ed impoverire. Un popolo debole, affamato, indebitato fino al collo è più facile da controllare ed accetterà obtorto collo anche misure draconiane con il miraggio di risollevarsi.

Le scellerate iniziative attuate dai vari governi italiani, diligenti interpreti di volontà superiori, hanno causato la deindustrializzazione: molti imprenditori hanno chiuso e stanno chiudendo i battenti; chi ha potuto, ha delocalizzato, ossia ha trasferito gli impianti all’estero. Le conseguenze: operai in cassa integrazione o ricollocati o licenziati, disoccupazione crescente, tensioni sociali… Per distruggere il secondario sono stati usati una tassazione esosa, il cosiddetto “cuneo fiscale”, nonché una normativa farraginosa, astrusa e persecutoria che scoraggia chicchessia ad intraprendere un’attività economica anche di tipo individuale. Les jeux sont fait: l’Italia si avvia a diventare un paese ex industriale in cui quasi tutte le merci devono essere importate.

Tuttavia, a differenza di quanto ipotizzava qualche economista, “la terra dove il sì suona” non è destinata a tornare ad un livello agricolo, poiché il settore primario è oggi gravemente compromesso, a causa dell’applicazione di norme assurde e soprattutto grazie a decenni di geoingegneria clandestina. Moria di api, contaminazione dei suoli, parassiti, piogge torrenziali e siccità ad hoc stanno falcidiando i raccolti, portando alla rovina agricoltori ed allevatori non ancora “convertitisi” all’agricoltura ed alla zootecnia industriali, magari tangenti con gli interessi delle aziende leader nel campo delle biotecnologie.

Anni fa prevedemmo e paventammo che ciò sarebbe successo. Il quadro è fosco, poiché i farabutti non si accontentano di dominare e di arricchirsi sempre più. I banchieri internazionali sono molto potenti e spregiudicati, ma al di sopra di loro agiscono altri figuri dagli scopi ancora più inconfessabili.

Come ci spiega lo spaventoso Henry Kissinger, ex segretario di stato durante , già consigliere di papa Benedetto XVI: “Non riposeranno fino a quando non sarà tutto distrutto” .


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mercoledì 5 novembre 2014

Chlorovirus, il patogeno che sta infettando milioni di persone, proviene dai biocarburanti


Di recente alcuni scienziati statunitensi hanno rilevato in alcuni soggetti un virus che normalmente infetta le alghe. Questo virus sembra essere in grado di deteriorare le funzioni cerebrali, in particolare quelle della corteccia visiva.

I ricercatori della Johns Hopkins University e dell’Università del Nebraska hanno reperito i geni di un virus che, sino ad oggi, non era mai stato rilevato negli esseri umani. Il patogeno è stato chiamato ATCV-1virus (Chlorovirus ATCV-1). Appartiene ad un gruppo di virus che attaccano le alghe lacustri, soprattutto la chlorella. I risultati di questi studi sono stati pubblicati nel portale ‘Proceedings of the National Academy of Sciences degli Stati Uniti d’America’.

Per stabilire se il virus potrebbe essere la causa di danni all’encefalo, gli studiosi hanno iniettato l’ATCV-1 in alcuni topi (sic). Sei settimane più tardi, il gruppo di topi con ATCV-1 ha iniziato ad impiegare il 10% in più di tempo per districarsi attraverso un labirinto. I topi infettati hanno anche mostrato cambiamenti nei geni che si trovano in alcune zone del cervello. Sono aree considerate essenziali per la memoria e l’apprendimento. Bisogna chiedersi attraverso quali passaggi il virus in oggetto ha compiuto il salto di specie, giungendo a contagiare gli esseri umani. La domanda trova una sconcerante risposta, se ci si sofferma sui cosiddetti biocarburanti [1].



Scrive il Dottor Massimo Fratini: “La produzione di biofuel a partire dalle alghe sembrerebbe una strada più 'green' ed ecologica per il settore della mobilità a motore e dalle prospettive future interessanti, al punto che un numero sempre crescente di società sceglie di investire in questa forma alternativa di biocarburante. Proprio alla luce di ciò e considerati gli altri interessi potenzialmente in gioco, il National Research Council (N.R.C.) statunitense sta compiendo una serie di studi per individuare i problemi di sostenibilità connessi allo sviluppo su larga scala dei biocarburanti algali.

Pochi sanno che le alghe e, di conseguenza, i biocombustibili, sono soggetti spesso alla colonizzazione per opera di virus algali, ad esempio il Phycodnaviridae virus a DNA a doppio filamento. Sono patogeni che aggrediscono alghe eucariote di acqua dolce e salata. La scienza sta imparando sempre di più sui batteri e sui virus che spesso colonizzano gli organismi viventi con effetti che, a lungo andare, diventano patogeni. L’imponente presenza di concimi, liquami e di altri fanghi ricchi di nutrienti nei laghi e nei corsi d’acqua, ha facilitato la fioritura di cianobatteri tossici, causando la torbidità degli ecosistemi acquatici ed uccidendo pesci, piante ed invertebrati.

I cianobatteri, chiamati anche alghe verdi-azzurre, infatti, possono contenere potenti veleni naturali noti come cianotossine. Tra queste troviamo la microcistina, sostanza che causa danni al fegato negli esseri umani. Non tutti i cianobatteri producono microcistina, ma è sempre più palese che i sistemi d'acqua dolce, colmi di sostanze nutritive, producono maggiormente fioriture di cianobatteri nocivi rispetto a quelli benigni, soprattutto in primavera ed estate. Generalmente, infatti, crescono a temperature elevate più di quanto non facciano altre specie di fitoplancton come le diatomee e le alghe verdi. Come si accennava, tracce di chlorovirus ATCV-1, che si trovano comunemente in laghi d'acqua dolce, sono state individuate nei tamponi faringei di oltre il 40% dei partecipanti ad uno screening scientifico”.



Ora, sappiamo che oggigiorno i biocarburanti cominciano ad essere impiegati anche nell’aviazione: se le alghe usate per la produzione di questi combustibili sono infettate dal virus ATCV-1, i residui contaminati dispersi dai motori degli aerei nella biosfera si diffondono dappertutto, in particolare nell’aria che respiriamo. Così alcuni ceppi virali, resistendo a condizioni termiche ed ambientali proibitive, sopravvivono per insediarsi nel sistema oro-faringeo. Ecco perché sono stati reperiti nella gola dei soggetti in questione.

Nello studio referato dal titolo "Chloroviruses: not your everyday plant virus" a firma di James L. Van Etten e David D. Dunigan, pubblicato il 17 novembre 2011 sulla rivista "U.S. National Library of Medicine" si legge:

"Con il crescente interesse per l'uso di alghe per la produzione di biocarburanti, è ovvio che gli agenti patogeni, inclusi i virus, incideranno sulla produzione. Si è recentemente scoperto che questi virus infettano le alghe. Virus algali sono potenzialmente un problema più grande dei virus che infettano le piante superiori. I virus delle alghe sono anche una fonte in gran parte inesplorata di elementi genetici per l'ingegneria genetica delle piante superiori. Alcuni virus algali sono stati recentemente sequenziati o sono in procinto di essere sequenziati. L'analisi genetica molecolare di questi virus costituirà un importante sviluppo nella bioingegneria".

Si evince quindi che gli esperti di biotecnologie sono ben al corrente di una potenziale contaminazione al di fuori degli ecosistemi lacustri e/o della colture atte alla produzione di "carburanti bio" e ciononostante, per meri motivi di profitto, la produzione su vasta scala è ormai un dato di fatto. Di conseguenza il Chlorovirus ha avuto la possibilità di superare le barriere naturali in cui era confinato.



Recentemente un attivista ha raccolto un campione di polvere di ricaduta (reperito sul poggiolo di casa) a seguito di operazioni di geoingegneria clandestina e lo ha sottoposto a scansione microscopica, evidenziando l'inquietante presenza proprio del Chlorovirus, come mostrato nelle immagini a corredo dell'articolo. Siamo quindi di fronte ad un'indiscussa contaminazione dell'ambiente (le recenti indagini mediche lo confermano), poiché si assiste impotenti ad un trasferimento per opera di un pericolosissimo patogeno, tipico dei biomi lacustri e che ora è in grado di infettare milioni di persone per via aerea. Tutto questo non è pura fantasia, ma realtà, in quanto sono molte le compagnie di volo civile che, almeno dal 2011, impiegano biocarburanti per i loro vettori.

Articolo elaborato in collaborazione con il Dr. Massimo Fratini (Dipartimento di Scienze radiologiche, oncologiche e anatomo-patologiche).

[1] La compianta Dottoressa Sandra Perlingieri, nell’articolo “Another chemtrails illusion: connecting more dots”, 2011, studio imperniato sulla dispersione di manganese nell’atmosfera, nell’ambito delle attività di biogeoingegneria, scrive: "Inoltre, il dottor Michael Castle rileva che un'altra parte di ciò che si propaga in questo infuso letale è ‘un batterio E-coli, che è stato mutato con un'altra forma fungina (ad esempio Fusarium sp). Si tratta di assemblarlo con un materiale disidratato: è un essiccante che a questo punto disidrata l'acqua togliendola dall'aria e, a sua volta, fa sì che il batterio che si forma si idrati con un agente di nucleazione ad una temperatura leggermente superiore'. E' questo liquido che crea le precipitazioni più avvelenate e sintetiche tra cui la neve 'perlacea'. Particolari ceppi di E-coli incrociati con altri microorganismi sono stati brevettati e da tempo sono adoperati, insieme con la Pseudomonas syringae, nelle piogge indotte, poiché fungono, per la loro particolare forma ed altre caratteristiche, da nuclei di condensazione, consentendo altresì di innalzare il punto di congelamento. Hanno quindi per lo più sostituito lo ioduro d’argento. Questi ed altri microbi sono impiegati in vari campi: dalla genetica ai biocarburanti, dalla guerra biologica alla modificazione meteorologica".

Articolo correlato:

- Colonie di batteri killer nei carburanti avio: la contaminazione arriva dal cielo


Fonti:

- Isolation and characterization of a new type of chlorovirus that infects an endosymbiotic Chlorella strain of the heliozoon Acanthocystis turfacea
- The New Algae Virus That Can Live in Your Throat and Affect Your Brain
- Giant' Algae Virus May Hurt the Human Brain
- Algal virus found in humans, slows brain activity
- Chlorovirus ATCV-1
- Misteriosa alga virus può ridurre le capacità cognitive negli esseri umani?
- Chloroviruses: not your everyday plant virus
- Usa e Spagna rafforzano la collaborazione sui biofuel per l’aviazione
- Biofuel per aviazione


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giovedì 1 agosto 2013

I frutti amari della geoingegneria clandestina

Si diffondono sempre più nel mondo occidentale abitudini alimentari che privilegiano la frutta e la verdura provenienti dalla lotta integrata o biologiche, talora dall’agricoltura biodinamica. Si comincia a diventare consapevoli che un’alimentazione ricca di proteine di origine animale (carni, latticini), di carboidrati, di zuccheri raffinati, ma povera di vitamine, è dannosa alla salute, specialmente perché tenda ad acidificare il sangue. Da decenni si cerca di valorizzare la dieta mediterranea per i suoi benefici. Senza dubbio una nutrizione incentrata sul consumo di frutta, di ortaggi, di cereali integrali, in cui siano banditi lo zucchero bianco, gli edulcoranti artificiali, dolciumi, pasta e pane industriali etc. giova all’organismo. Tra l’altro la carne risulta dannosa soprattutto perché oggigiorno i bovini sono in alcuni allevamenti nutriti con mais transgenico o con farine di origine animale. Stesso discorso vale per il latte ed i formaggi. Nel pesce infine, soprattutto nel caso di specie che sono al vertice della catena alimentare, quale il tonno, si accumulano inquinanti come il mercurio e l’arsenico, la cui nocività è arcinota.

In questi ultimi anni stiamo assistendo al fenomeno degli orti urbani: alcune aree verdi abbandonate all’incuria sono riqualificate, coltivandovi ortaggi destinati al fabbisogno familiare. Sui terrazzi i vasi con i fiori e le piante ornamentali sono talvolta rimpiazzati da contenitori in cui germogliano e fruttificano fragole, zucchine, pomodori… Si unisce l’utile al dilettevole. Sono ameni questi verzieri in città, ma viene da rabbrividire a guardare il cielo che li sovrasta.

Queste confortanti tendenze e consuetudini sono purtroppo in stridente contrasto con quanto accade nel mondo dell’agricoltura ed altrove. I mercati annonari, i banchi dei commestibili traboccano di prodotti ortofrutticoli sia locali sia importati da altre regioni sia dall’estero. Che cosa si nasconde, però, dietro questa abbondanza? Troveremo qualche volta derrate più o meno genuine, ma in molte circostanze frutta e verdura si possono ottenere in quantità notevoli solo ricorrendo alla chimica (insetticidi, diserbanti, anticrittogamici, fertilizzanti di sintesi). Molti agricoltori poi usano i fitoormoni per accelerare la crescita delle piante. Peperoni, cocomeri, melanzane, carciofi, cavoli, mele, pere… belli, enormi, dai colori vividi. E’ un trionfo di tinte e di forme, ma sono prodotti naturali, del tutto sani?

UN AIUTO PER TANKER ENEMY - Il Comitato "Tanker enemy" dal 2006 è impegnato nella divulgazione e nella denuncia dello spinoso tema noto come "scie chimiche" o "geoingegneria clandestina", tramite la pubblicazione di articoli, video, documenti, traduzioni e per mezzo di varie iniziative (ad esempio, l'indagine sulle polveri sottili).

Questo lavoro ha richiesto e richiede un impegno quotidiano con il conseguente dispendio di energie e risorse. In questi anni il blog "Tanker enemy" e quelli collegati hanno garantito, anche grazie al contributo di lettori e sostenitori, un'informazione indipendente e circostanziata a tal punto da suscitare la reazione del sistema. Questa reazione si è tradotta, oltre che in attacchi di ogni genere, nell'apertura di procedimenti "legali", volti all'oscuramento del blog e dei siti ad esso correlati. Sono procedimenti all'origine di notevoli difficoltà pratiche e di cospicui esborsi per avvocati e consulenti tecnici.

Auspichiamo perciò un fattivo sostegno sotto forma di donazioni e di altri interventi (gratuito patrocinio, consulenze...) affinché il Comitato possa continuare ad agire nell'interesse della collettività. Un sentito ringraziamento a tutti coloro che accoglieranno, per quanto nelle loro possibilità, il presente appello. Il Vostro contributo è assolutamente fondamentale al fine di permetterci di proseguire con il nostro operato. Qui la pagina Paypal per eseguire una donazione.

Chi attualmente si cimenta nella coltivazione di erbe aromatiche sul davanzale o di qualche erbaggio sul poggiolo, si accorge che le piante si sviluppano con estrema lentezza e danno pochi frutti in tempi lunghi. Che cosa è successo? Il PH del terreno è alterato: decenni di “concimazioni” a base di alluminio, bario e carbonato di calcio hanno reso i suoli alcalini, pressoché sterili. Prolungati periodi di siccità, alternati ad impetuosi nubifragi danneggiano le colture. Che cosa contiene l’acqua con cui si innaffia e si irriga? Che cosa l’aria? I rizobatteri alla base del ciclo dell’azoto – avverte Michael Castle – si stanno estinguendo. Le api idem. Che cosa succede alle colture, dopo che con gli aerei della morte sono sparsi i filamenti polimerici? Nel periodo dell’aratura, ma anche in altre fasi dell’anno vediamo i campi coperti da un surreale reticolo. Queste ragnatele biotecnologiche, inglobate nelle zolle e poi nelle radici di cereali ed ortaggi, rendono transgenico ciò che non lo è? Sappiamo che la spaventosa Monsanto ha già pronti tutti i rimedi a sterilità ed aridità, ma non ci fidiamo molto…

Percorriamo un sentiero di campagna, il viale di un parco. Osserviamo. Vedremo fra i rami degli alberi, tra il fogliame dei cespugli pendere lunghi fili che scintillano al sole. Si intrecciano fra loro, creando grovigli, si appiccicano in ogni dove. Simone, non sono tele di Aracnidi! Prima o dopo, queste diavolerie contaminano frutta e verdura: finiscono nel nostro piatto. Non pochi cerealicoltori contemplano i loro terreni pronti per la semina cosparsi di filamenti di ignota (per loro) origine, ma che importa? L’importante è che il grano, il mais, il riso si producano in quantità idonee, ricavandone più denaro possibile: la concorrenza straniera è spietata. Tutto sommato, sono preferibili i cereali italiani, anche se in qualche modo adulterati da quelle strane tele, al grano radioattivo dell’Ucraina o al frumento transgenico del Canada. Tanto ormai di naturale non esiste più alcunché, il biologico è un’illusione: l’inquinamento sia tradizionale sia legato alle scie chimiche non conosce confini. Tiriamo a campare.

Così le salubri consuetudini alimentari sono in parte vanificate dai feroci biogeoingegneri. Si può optare per il male minore. Inoltre, anche se il regime dietetico è equiliibrato ed intelligente, a poco varrà per preservare la buona condizione psico-fisica, se ci piazzano un’antenna per la “telefonia” di fronte all’abitazione. Non c’è santo che tenga: in nessun modo si riuscirà ad ottenere che sia smantellata. Allora è opportuno attuare tutte le misure per schermare le micidiali onde. Se nelle scuole, con la scusa di svecchiare la didattica, installano il wi-fi (alias we die), come ci regoliamo? In qualche modo bisognerà intervenire, altrimenti siamo… cotti a puntino.

L'aspettativa di vita sana si accorcia, gli anziani sono spesso ridotti in condizioni pietose: non ci salverà qualche integratore o bere acqua a iosa, se l’acqua è … “metallizzata”.

Come si può constatare, la battaglia contro il sistema deve essere a 360 gradi. Non ci si può adagiare su un romantico ed idealizzante “ritorno alla natura” (ma esiste ancora una natura non snaturata?), magari propagandato dagli stessi che, mentre demonizzano il fumo, avvelenano in modo sfacciato ed impunito la biosfera.


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