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sabato 19 dicembre 2015

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In anni di intense indagini sull’abnorme problema della biogeoingegneria clandestina alias scie chimiche, abbiamo, sotto il profilo della conoscenza, conseguito dei risultati notevoli: un’ingente mole di fonti, documenti originali, articoli scientifici e divulgativi, insieme con un metodo basato sull’osservazione e l’inferenza, con qualche lampo d’intuito e la preziosa collaborazione degli attivisti, ci hanno consentito di scoprire e di mettere a nudo non solo gli scopi più ovvi delle operazioni chimico-biologiche nell’atmosfera, ma pure di snidare gli obiettivi reconditi che travalicano la “guerra climatica”. Si rilegga a tale proposito “Il nucleo”.

Gli stessi fini strategici delle chemtrails vanno intesi come un progetto, in gran parte attuato, che prevede il totale dominio del pianeta: per soggiogare la Terra ed i suoi abitanti è stato ed è dispiegato un arsenale potente ed amplissimo che spazia dalla chimica alla biologia, dalle armi elettromagnetiche alla programmazione neurolinguistica, dal controllo capillare dei media alla cooptazione dei dissidenti(?). Più passa il tempo e più è difficile contrastare o solo arginare questo attacco contro la Vita e la Verità. Negli ultimi tempi alla disinformazione classica, quella rozza e sboccata, si sta affiancando un negazionismo radical chic, insinuante e mieloso. E’ una propaganda a favore del sistema che, rinunciando ad attacchi diretti ed a grossolani vituperi, mira a plagiare quella parte dell’opinione pubblica meno scaltrita, incapace di riconoscere il virus dell’”informazione” pseudo-indipendente. Questa nuova generazione di degenerati, per lo più imberbi traduttori reclutati in occasione dell’EXPO, ha trovato un modo per sbarcare il lunario e per scrivere cose lunari.

Se da un punto di vista scientifico, sono stati compiuti dei progressi portentosi al punto che si è compreso quale sono veramente le forze in gioco e quale diabolico scenario si staglia dietro le già inquietanti motivazioni belliche della geoingegneria illegale, purtroppo i successi concreti sono stati pochi ed occasionali. Ha ragione Dane Wigington a ritenere che, se non si riuscirà a fermare i pazzi che stanno sbranando il pianeta, si può prevedere che l’umanità ha dinanzi a sé un paio di generazioni, non di più.

Guardiamo in faccia la realtà: il clima alterna periodi siccitosi a devastanti nubifragi, il cielo è perennemente coperto da impenetrabili strati chimici, il sole è un pallido ricordo, la flora e la fauna sono in condizioni precarie, con molte specie prossime al collasso e non per i cosiddetti cambiamenti climatici dovuti al biossido di carbonio! I fenomeni atmosferici sono ormai controllati al cento per cento.

Meglio sottacere poi della situazione politico-economico nazionale ed internazionale vicina ad un pericoloso punto di rottura. Tuttavia in un quadro così preoccupante ci rincuora sapere che certa magistratura, con commendevole zelo, cerca di agire per il bene della collettività, istruendo procedimenti per “diffamazione” nei confronti di scienziati e cittadini onesti con il fine di tutelare il buon nome di qualche pupillo. Il tutto “in nome del popolo italiano”…


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sabato 1 novembre 2014

California: l’associazione per la “lotta” all’Alzheimer rifiuta un contributo di Dane Wigington

Pubblichiamo un importante articolo di Dane Wigington. L’attivista californiano denuncia l’ipocrisia e l’omertà dell””Associazione Alzheimer”, costituita evidentemente con lo scopo di spillare denaro a cittadini ingenui e di nascondere le vere cause della malattia neurodegenerativa. E’ emblematico quanto è successo e, poiché tutto il mondo è paese (Un famigerato disinformatore e stalker opera, casualmente, per una nota società che si occupa di malattie neurodegenerative...), possiamo essere certi che anche in Italia le associazioni che sembrano prodigarsi per studiare cure per le più disparate patologie sono soltanto fumo negli occhi. Fingono di agire per il bene comune, mentre curano i propri innominabili interessi, fondati sullo stratagemma per cui i malati cronici sono fonte di costanti e cospicui introiti per le aziende farmaceutiche ed il sistema sanitario.

L'"Associazione Alzheimer" ha recentemente rifiutato di consentire a geongineeringwatch.org di sponsorizzare il loro evento per la raccolta di fondi, evento programmato in California il 18 ottobre 2014. Ho cercato di sostenere la loro causa con l'acquisto di uno stand informativo attraverso la donazione standard di 500 dollari, somma che chiedono a tutti gli sponsor, ma nel mio caso l’associazione ha rifiutato il denaro. Così l’"Associazione Alzheimer" ha cercato di bloccare i nostri sforzi per aumentare la consapevolezza circa la fonte primaria di contaminazione da alluminio, Aspetto ancora più sbalorditivo, l'"Associazione Alzheimer" nega categoricamente qualsiasi legame tra l'alluminio ed il morbo di Alzheimer.

Di seguito il carteggio intercorso con una responsabile dell’associazione.

Ciao Suzanne, il nostro gruppo ha un unico obiettivo: denunciare l'ingegneria del clima alias scie chimiche. Un elemento primario usato nei programmi di geoingegneria illegale è l’alluminio. Abbiamo eseguito circa 70 test di laboratorio, raccogliendo l’acqua piovana nella California settentrionale nel corso degli ultimi dieci anni: l'alluminio è sempre stato rilevato in quantità molto significative in tutti i test. Il nostro obiettivo è quello di promuovere la divulgazione del problema, evidenziando gli effetti sulla salute umana dell'esposizione ai metalli. L'esposizione all’alluminio è considerata da molti medici la principale causa dell’Alzheimer e dell'autismo. Il nostro sito e la nostra organizzazione non vende nulla, si limita a spendere i fondi raccolti nel tentativo di sensibilizzare la popolazione su quanto sta accadendo nei nostri cieli.

Cordiali saluti

Dane Wigington
geoengineeringwatch.org 8 ottobre 2014

Suzanne Watroba [mailto: swatroba@alz.org] 8 ottobre 2014

Grazie per l'indirizzo e-mail. Ho trasmesso al mio ufficio aziendale ed al mio supervisore il Suo messaggio, ma riteniamo che il Suo comitato non sia adatto alle nostre linee-guida di sponsorizzazione. L'”Associazione Alzheimer” non sostiene l'affermazione secondo cui l'alluminio provoca il morbo di Alzheimer (sic), quindi reputiamo che la Sua partecipazione al nostro evento non sarebbe rispondente ai requisiti dei nostri sottoscrittori.

Grazie,

Suzanne


Che cosa stanno nascondendo?

Ci sono interessi enormi e molto potenti nell'industria dell'alluminio, industria che ovviamente è collegata a doppio filo all’ingegneria del clima. Il loro potere chiaramente comprende il controllo del flusso di informazioni e delle organizzazioni che fingono di agire per il bene comune. Le persone all'interno di queste organizzazioni sembrano aver perso ogni senso dell'onore. E’ ovvio che l’"Associazione Alzheimer" non vuole che alcuno accenni al legame tra l'alluminio e la malattia epidemica che sostengono di combattere. Inoltre l’ "Associazione Alzheimer" non vuole che si sensibilizzi l’opinione pubblica circa le attività di geoingegneria clandestina. Quindi, mi chiedo: l’"Associazione Alzheimer” è una frode totale che esiste solo per i propri scopi? Se si esaminano tutte le informazioni disponibili, credo che la risposta sia chiara. Tutte le sedi dell’”Associazione Alzheimer” devono essere contattate per fornire loro i dati sull’ingegneria del clima (e la contaminazione di alluminio ad esso correlata) in modo che non abbiano alcuna scusa per il loro pervicace rifiuto dei fatti. Studi referati dimostrano il legame tra il morbo di Alzheimer e l'alluminio: perché l'Associazione Alzheimer continua a negare questo nesso inconfutabile?

Scrivono Joe Graedon, MS, e Teresa Graedon, Ph.D. | 7 giugno 2013 |

"Non può più essere sostenuto che l'alluminio non ha un ruolo nelle malattie neurodegenerative, come il morbo di Alzheimer. In realtà non dovrebbe sorprendere che le persone intossicate dall’alluminio mostrano molti sintomi che accusano i malati di Parkinson, di ADHD, autismo e di altre patologie neurologiche, perché l’alluminio si insedia nel cervello e nel sistema nervoso”.

L'alluminio si trova in alte concentrazioni nell’encefalo dei malati di Alzheimer (Journal of Alzheimer on-line, Vol. 35, No. 1, 2013). E’ crescente la preoccupazione secondo cui l'alluminio è coinvolto nello sviluppo di questa devastante condizione patologica”. (Clinical biochemistry, gennaio 2013).

Fonte: geoengineeringwatch.org


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mercoledì 23 luglio 2014

Radici e motivazioni del negazionismo



I disinformatori sono i primi ad essere arciconvinti che la geoingegneria clandestina con tutti i suoi addentellati è reale. Sono simili a quei Siciliani cui si chiede se esiste la mafia. Essi rispondono che non sanno neppure che cosa sia la “mafia”. Sappiamo bene, però, che, ostentando di ignorare il ruolo della malavita organizzata, si trincerano dietro la più rocciosa omertà per paura o per connivenza.

Come si può contestare l’evidenza delle operazioni chimico-biologiche, la frattura che hanno determinato nella storia del pianeta Terra? La si contesta per le seguenti ragioni: o la si conosce in modo superficiale attraverso il filtro dei media ufficiali (è il caso della stragrande maggioranza della popolazione che vive in una campana di vetro all’oscuro dei piani di distruzione orditi dai governi), oppure si tenta di insabbiare la verità, essendo in malafede. E’ questo il caso preciso dei negazionisti: essi non possono non aver compreso le questioni inerenti alle attività di “guerra climatica”. Schiavi di biechi interessi, però, svolgono il loro compito che consiste nel propalare la solita frottola delle “scie di condensazione”.

Tuttavia anche il pur depistante tema delle contrails è soltanto sfiorato: nei loro biliosi articoli privilegiano l’argomento ad personam, provando a screditare i ricercatori e gli scienziati. Gli occultatori si cimentano in analisi pseudo-psicologiche e pseudo-sociologiche, scadono in una serie di insulti, non disdegnando la scatologia.

Pur essendo sovente laureati, NON scienziati, quando i negazionisti obtorto collo affrontano il soggetto cruciale, restano nel vago: non puntualizzano i valori termici, barici ed igrometrici che sono necessari alla formazione di una scia di condensa. La loro “scienza” è fumosa, generica, frammentaria, epidermica. Codesta imbarazzante faciloneria non si accetterebbe neppure in un manuale in uso nella secondaria di primo grado, ma è il massimo che si riesce a spremere dai depistatori.

Quali sono gli interessi in gioco? E’ semplice rispondere: percorsi universitari facilitati, carriere accademiche più o meno folgoranti, impieghi in aziende strategiche, patentini da giornalisti, finanziamenti a fondo perduto per l'apertura di attività commerciali, aderenze in partiti politici, associazioni “ambientaliste”, testate, gruppi di pressione… E’ uno scenario desolante, di abissale ignoranza (in primo luogo della lingua italiana) associata a formidabile spregiudicatezza. [1] Si capisce: i vantaggi sono numerosi, non solo congrue prebende, ma pure la gloria (usurpata ed immeritata) di “scienziati” o, per coloro che si accontentano, di “divulgatori scientifici”.

Naturalmente tutto ciò non è scienza, bensì mistificazione. La disinformazione è la sentina del mondo. Invano cercheremo delle motivazioni non dico nobili, ma almeno normali all’interno della cloaca in cui amano sguazzare i negazionisti. Il loro obiettivo non è sbarcare il lunario, ma bruciare le tappe e, nel contempo, sfogare le loro frustrazioni contro i loro avversari. Solo dei paranoici, degli psicopatici possono trovare soddisfazione in una miserabile esistenza ingorgata nel turpiloquio, nel livore, nella monomania. Solo dei vigliacchi possono aggredire i ricercatori indipendenti ed i cittadini svegli, nascosti dietro l’anonimato e protetti da istituzioni corrotte sino al midollo.

Sono dei buffoni feroci, ma pur sempre dei buffoni.

Abbiamo deciso di rendere pubbliche le informazioni a suo tempo fornite alla Magistratura, poiché siamo consapevoli che il noto stalker, diffamatore di professione, dispone delle sue coperture in alto loco, per cui questo documento non potrà essere più limitato ad una stretta cerchia di toghe, ma è, da oggi, pubblico. Coloro che proteggono Federico De Massis alias Task Force Butler e gli altri suoi sodali, sappiano che nulla sarà più possibile insabbiare.

PERCHE' LO STALKER TASK FORCE BUTLER E' DE MASSIS FEDERICO (file PDF)


[1] Si pensi all’ignobile scartafaccio a firma di uno che che pomposamente presenta le sue credenziali “Primo ricercatore dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Bologna, esperto in fisica delle particelle, lavora all'esperimento CMS dell'LHC al Cern (sic) di Ginevra”. Sarà pure megadirettore galattico e magnifico rettore dell’Università cosmicomica del pianeta Papalla, ma già infiora il titolo del suo brogliaccio con due strafalcioni: “Paura delle scie chimiche? A quanto pare si… ecco cosa è successo”. Scrive “sì” senza accento e “cosa”, in luogo di “che cosa”. Dovrebbe andare a spaccare le pietre nelle Latomie, non tornare sui banchi della prima elementare, perché per lo studio è negato!

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mercoledì 20 febbraio 2013

Scandalo all’E.N.A.V.: assunti come controllori di volo i soliti raccomandati tra cui i figli di Massimo Garbini, amministratore unico dell’Ente (di Rita Di Giovacchino)

In questa Italia di corruzione dilagante, anche sull’E.N.A.V. si abbatte uno scandalo che riguarda l’assunzione di alcuni controllori sulla base del più sfacciato nepotismo. Coinvolto nell’inchiesta circa le gravi irregolarità nei concorsi è Massimo Garbini, direttore generale dell’Ente nonché prestigioso interlocutore di Roberto Giacobbo nel programma “Voyager”. Egli in un’intervista rassicurò i telespettatori a proposito dell’efficienza e della trasparenza con cui l’E.N.A.V. monitora i voli nei cieli italiani. Il suo illuminante intervento fu inserito in un reportage dedicato alla geoingegneria clandestina. Se tanto mi dà tanto…

Lo volle il governo Monti, quindici mesi fa, quando lo scandalo delle tangenti per gli appalti di Finmeccanica aveva decapitato i vertici dell’E.N.A.V. e quelli della Sèlex di Marina Grossi. Dopo gli avvisi di garanzia del Pubblico ministero Ielo, Guido Pugliesi era andato a casa. Pugliesi lasciò il posto all’amministratore unico Massimo Garbini, che godeva della piena fiducia del ministro Grilli. Basta con la corruzione, aria nuova! Poi si scoprì che anche Garbini era indagato nella stessa inchiesta, anche se in attesa di archiviazione ed ora, grazie ad una lettera anonima, emerge che all’E.N.A.V. cambiano i manager ma non i sistemi.

Garbini, ex controllore di volo, appena giunto, ha subito propiziato una bella infornata di assunzioni e tutte in uno stretto giro di amici e parenti a partire dai suoi stessi figli. Alle torri di controllo troviamo Simone, il più grande che lavora lì già da qualche mese. Il secondo, Andrea, 24 anni, è stato invece “arruolato” in queste settimane, dopo aver frequentato l’Academy di Forlì, scuola di formazione dei controllori di volo, con un corso di appena un anno. Ad ogni bando di selezione ci sono 5-6 mila giovani che aspirano all’assunzione. Sarà un caso, ma gli esami sono gestiti da una commissione interna, il clima è familiare e la selezione sforna in media una trentina di giovani destinati alle torri di controllo dei 40 aeroporti italiani. Sono posti molto ambìti, considerato anche che lo stipendio non è da fame, 5.000 euro al mese.



Ai giovani Garbini si sono presto aggiunti due compagni di scuola, i figli di quattro dirigenti dell’E.N.A.V., la cognata del direttore dell’Academy di Forlì. Il figlio del direttore generale Bellizzi era stato assunto già nel 2011. Il rampollo del responsabile dell’Audit dell’E.N.A.V., bocciato, è stato ripescato e sta entrando con la qualifica di “esperto di assistenza al volo”.

Da quando Garbini è amministratore gli assunti sono stati 50 e sono tutti “figli di”. L’anonimo nella lettera scrive: “Mettete fine, per favore, a questo schifo o ricorreremo alla Procura”. La missiva, resa nota da un servizio della rete “La7”, è stata inviata all’Ente oltre che al ministro dell'Economia, Grilli, al capo di gabinetto, Fortunato, ed al direttore generale, Parlato.

Sulla clamorosa vicenda è stata presentata anche un’interrogazione al ministro Grilli ed al titolare del dicastero dei Trasporti, Passera. L'interrogazione alla Camera è stata firmata da Aniello Formisano del gruppo “Diritti e libertà”. Il deputato chiede quante e quali siano le “svariate assunzioni di stretti congiunti di figure di vertice e dirigenti” e se è vero che i fortunati siano stati “fortemente sostenuti in sede di esame dalle persone dello staff”.

Sembra anche che il Ministero dell’Economia e delle Finanze abbia consentito a Garbini di nominare uno stretto collaboratore come Direttore generale, nonostante il suo stato di amministratore unico fosse “paragonabile a quello di commissario straordinario”. Sarebbe stato preferibile attendere l’insediamento del nuovo consiglio di amministrazione, visto anche che alla “diretta dipendenza del direttore generale è stata collocata la direzione acquisti”.

Tutto cambia perché tutto resti uguale.

Fonte: PiemonteNews



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domenica 12 febbraio 2012

La giustizia come bavaglio dei disinformatori per mettere a tacere Rosario Marcianò

Il sistema ha sferrato un attacco contro i ricercatori indipendenti: usando, in maniera arbitraria, lo strumento della giustizia, sia in Germania sia in Italia, si prova a chiudere la bocca a chi denuncia la Geoingegneria clandestina ed illegale, sulla base di denunce false e pretestuose sporte da alcuni negazionisti. Abbiamo bisogno del tuo fondamentale aiuto per poter affrontare le ingenti spese processuali e per impedire che il blog venga chiuso, come su richiesta dei denuncianti. Leggi come puoi contribuire alla causa in fondo a questo articolo.

Lo abbiamo sempre ribadito: la Giustizia con la "G" maiuscola, intesa nella sua mera accezione, non esiste ma, anzi, essa viene usata, nei modi più bizzarri e fantasiosi, per mettere a tacere le voci fuori dal coro. Chi ci segue da tempo saprà che, almeno dal 2005, esiste un gruppo di cosiddetti disinformatori (si autodefiniscono impropriamente "debunkers"), ben coordinati tra loro ed in tutta evidenza finanziati da frange dello Stato, giacchè attuano, 24 ore su 24 le loro azioni di stalking, unite a quasi quotidiane pubblicazioni (sui loro blog, sui forum infiltrati e nei canali video dedicati) calunniose e diffamanti. Essi costituiscono, in tutta evidenza, una vera e propria associazione a delinquere.

In questi anni questi individui hanno cercato in tutti i modi di screditare i principali componenti del Comitato Tanker Enemy ed in special modo chi scrive, dedicandovi decine di blog che sputano odio, veleno e risentimento da tutti i pori e che, nel contempo, usano le più sofisticate tecniche della programmazione neuro-linguistica per convincere chi legge che le loro menzogne sono tutte sacrosante verità. Costoro hanno violato o tentato infinite volte di violare accounts, hanno provocato la chiusura di servizi di hosting video, hanno più volte commesso reato di sostituzione di persona, hanno compiuto azioni di spionaggio, anche con l'uso di sofisticate apparecchiature elettroniche, hanno pubblicato dati sensibili etc.

A quanto pare, però, visto che noi siamo ancora qui, tutto questo non è servito e così, nel 2007, chi dirige i giochi ha deciso di attivare alcune cellule dormienti proprio a Sanremo, in modo tale da ottenere due obiettivi: a) controllarci meglio e da vicino; b) usare eventualmente la magistratura locale, che ben sappiamo come talora agisce [ LINK ], per iniziative "legali". Così è accaduto.

Chi scrive è stato informato di avere a suo carico due procedimenti. Uno su querela di ****** (Leoniero di de-strakerizziamo il web), l'altro su querela di Angelo Nigrelli (Wasp-waspdue-Mario Lipuma-Wasp Lisbeth Salander). Questi due soggetti erano stati da noi denunciati, già nel 2009, allorquando uno di costoro funse da "guida turistica" al già famigerato Francesco Sblendorio, il quale si mosse addirittura da Torino per giungere a Sanremo ed eseguire delle riprese, di nascosto, sotto la nostra abitazione. In un periodo precedente si era chiesta l'identificazione degli amminstratori dei blog summenzionati, al fine di poterne querelare i titolari, ma qualcuno consigliò al magistrato di archiviare, senza che questi, però, avvertisse la parte offesa, come la legge prescrive (408-segg. c.p.p.) e come richiesto dai querelanti sia in quel frangente sia nei successivi, sino all'ultima denuncia-querela del luglio 2011. E' un reato penale punibile con l'arresto. Passarono due anni ed alla fine fummo noi ad identificarli, visto che chi avrebbe dovuto occuparsene, essendo un suo preciso dovere, non mosse un dito né attuò l'oscuramento delle pagine diffamatorie.

Secondo logica, anche una sola di queste denunce (sette o più dal 2008) avrebbe dovuto portare almeno ad un'indagine. Invece no, a quanto pare, visto che il P.M. del Tribuanale di Sanremo ha deciso di procedere a carico di Rosario Marcianò, anziché nei confronti di coloro che, da anni e quotidianamente, insultano e vilipendono il sottoscritto ed il fratello Antonio nonché gli iscritti al Comitato che rappresentiamo. Possibile che TUTTE le denunce nei confronti delle persone che ora, paradossalmente, risultano "parte offesa" siano finite nel nulla? Se non sono state archiviate senza avvisare i querelanti, per lo meno sono state "ibernate", favorendo così i soggetti di cui sopra e se, agendo così, il magistrato non commette reato, quanto meno risulta anomalo che l'unico ad essere indagato e processato per diffamazione e stalking (sic) sia Marcianò, a poche settimane dalle denunce-querele di "Wasp" e "Leoniero". Questo evidente squilibrio getta un'ulteriore inquietante ombra sul tribunale di Sanremo. Oltre tutto il sottoscritto non è ancora riuscito (al momento in cui scrive), dal 31 gennaio 2012, ad avere un colloquio con l'avvocato d'ufficio [1] assegnato dal giudice e che comunque dovrebbe ricevere o meno l'incarico! Diverse volte contattato, il legale non si è reso reperibile, facendo quindi scadere il termine di cinque (5) giorni (dalla data della notifica) per la consultazione della documentazione raccolta dal P.M. a carico di chi scrive. Strano? No, se pensiamo che la questione ha una rilevanza più ampia, rispetto alla tutela della parte ritenuta offesa e se, invece, valutiamo questa azione come un eccellente modo per sfinire, sia economicamente sia psicologicamente, il cittadino che osa denunciare la geoingegneria militare, sin dal 2005 e che non si decide a togliersi di mezzo.

Ovvio che i due querelanti sono carne da macello, ma essi non lo sanno e non essendo abbastanza intelligenti per capirlo, rischiano di vedersi a loro volta coinvolti in un gioco più grande di loro. Sì, perché i casi sono due: a) Il P.M. decide di non procedere nei confronti di Marcianò, il quale si rivarrà in sede penale per calunnia nei confronti dei querelanti, che tuttora continuano ad ingiuriare ed a scrivere falsità, per mezzo dei loro blog; b) Il sottoscritto viene rinviato a giudizio ed allora lil dibattimento, che già rischia (per loro) di divenire pubblico, dovrà affrontare le inadempienze gravi e, cosa ben più pericolosa per il magistrato, riguarderà anche la questione che tanto vogliono insabbiare nelle alte sfere: le cosiddette scie chimiche o meglio "geoingegneria militare illegale e clandestina". Un vero autogoal, insomma!

Pensiamo che il blog meteo stia arrecando grandi problemi a chi attua la geoingegneria militare sul territorio italiano ed altrove, soprattutto in vista di un futuro conflitto con l'Iran. Le nostre previsioni sono sin troppo precise per i loro gusti, anche perché dimostriamo ed abbiamo appurato che non esistono previsioni meteorologiche attendibili, se non si tiene conto della manipolazione meterologica e climatica in atto.

Il P.M. ha visionato tutta la documentazione? Ha un quadro completo della situazione? Conosce l'antefatto e lo sviluppo delle vicende? Forse no. In tal caso, è compito nostro informarlo sui vari aspetti di questa torbida vicenda e saremo lietissimi di renderlo pienamente edotto.


[1] Il sottoscritto non ha diritto al libero patrocinio ed anche se così fosse stato, sappiamo bene che un legale pre-assegnato dal Tribunale, non assolverebbe il suo ufficio in modo motivato ed efficace.

Di fronte ai procedimenti avviati ed al rischio concreto che di fatto si operi una censura, è auspicabile che i sostenitori intervengano per respingere questa vile aggressione, per mezzo di iniziative di sostegno (donazioni, consulenze legali gratuite, lettere aperte ai giudici del tribunale di Sanremo…). [2] Ci appelliamo perciò al senso di solidarietà dei lettori, che ringraziamo anticipatamente, per affrontare la situazione. Per chi fosse interessato a scrivere al tribunale di Sanremo, ecco gli estremi:

[2] Chi intendesse inviare una lettera aperta al giudice, può usare gli estremi riportati di seguito. I due pubblici Ministeri nei due procedimenti sono l'egregio Dottor Marco Zocco, e l'egregia Dottoressa Monica Supertino, Procuratori della Repubblica presso il tribunale di Sanremo. Via Anselmi, 3 – 18038 Sanremo (IM) Tel. 018458711 (centralino) - Email tribunale.sanremo@giustizia.it. Per chi può, è possibile eseguire una piccola donazione su carta postepay o tramite Paypal oppure su conto corrente bancario. I dati necessari verranno di volta in volta forniti mandando una email a tanker.enemy@gmail.com oppure a scienza.marcia@katamail.com.

"Lo Stato-Leviathan è nemico del suo popolo". Non possiamo aspettarci niente dalle istituzioni, fuorché sangue e sofferenza, ma venderemo cara la pelle. Coloro che non si avvedono del disastro in atto, rimarranno basiti e non avranno tempo di capire. Moriranno senza aver vissuto. Noi moriremo, ma avremo combattuto".

Addendum

Da alcuni mesi i disinformatori, ivi compresi i due soggetti "parte lesa" nei procedimenti a carico di Rosario Marcianò, premono affinché sia avviata un'indagine contro lo scrivente per impiego ed istigazione all'uso di laser verdi per accecare i piloti di linea. Premesso che l'accecamento di un pilota, civile o militare che sia, potrebbe verificarsi, in linea del tutto teorica, esclusivamente durante le fasi di decollo ed atterraggio e non durante il volo di crociera, si tratta chiaramente di un vile tentativo di coinvolgere il Comitato e chi lo rappresenta in un'altra inchiesta giudiaziaria dai risvolti ben più seri. Respingiamo con forza queste accuse e valuteremo di adire le vie legali nei confronti dei soggetti che, in questi mesi, stanno cavalcando l'onda di false segnalazioni, ad opera di piloti, che hanno addirittura portato ad un'apertura d'indagine da parte del Giudice di Torino Dottor Raffaele Guariniello. Che tutta questa sia una montatura ed un cambiamento di rotta dettato dalla disperazione, per mano dei soliti noti, si evince confrontando le opinioni nettamente discordanti che provengono da appartenenti allo stesso gruppo, ma in tempi e circostanze diversi. Il primo (Hanmar) per sminuire la prova del laser verde, la seconda per avvalorare la tesi della pericolosità dei dispositivi di illuminazione, sino da rendere rischioso il sorvolo degli aerei di linea a 13.000 metri di altitudine. Ridicolo.

Hanmar (Michele Galloni - C.I.C.A.P.) sui laser verdi nel 2007 (Sul forum di Focus).

Simone Colautti sui laser verdi nel 2012 (Sulla pagina facebook "Segnalate e denunciate tankerenemy").

GLI ULTIMI SVILUPPI QUI.

Ringraziamo sentitamente gli amici Ghigo Battaglia, Donatella Campai, Maria Grazia Campus, Marcello Celestri, Raffaele Cavaliere, Daniele Fois, Ivana Mannino, Massimo Mazzucco, Umberto Morazzoni, Andrea Nitta, Corrado Pala, Corrado Penna, Giorgio Pattera, Dario Sardella, Silvio Sciurba e tutti gli altri che non citiamo (ci scusiamo con loro, ma l'elenco è molto lungo), per il loro sostegno fattivo e la solidarietà.

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lunedì 20 settembre 2010

Il Ministero della propaganda e le inchieste truccate: ecco come si inganna il cittadino

17 febbraio 2010. L'A.N.S.A. batte la notizia relativa ad un esposto-denuncia riguardante le scie chimiche. Sappiamo che è prassi delle agenzie ufficiali o inventare di sana pianta le notizie o distorcerle in maniera vergognosa. In questo caso, è molto probabile che sia stato sfigurato un fatto reale con lo scopo di screditare la ricerca sulle chemtrails, creandovi attorno un alone di stramberia. Presumibilmente un cittadino (uno dei tanti) ha presentato un esposto circostanziato e documentato sulla questione, ma i media di regime (La Repubblica, Il Giornale etc.), ricamando sul dispaccio dell'A.N.S.A. che, già nel titolo, evocava capziosamente gli U.F.O., hanno alterato i fatti in modo spudorato. Così i velivoli non rilevati dal radar sono stati trasformati in “astronavi” (sic) ed il direttore tecnico è diventato un “ufologo” (sic). La storia è molto istruttiva: i “giornalisti”, con le loro furbesche tecniche di manipolazione, hanno condito gli eventi con rimandi agli U.F.O., sorrisini ironici, aborti linguistici, come "scie chimiche di condensazione". I pennivendoli hanno poi volutamente ingenerato ulteriore confusione, assimilando le scie tossiche alle rarissime contrails. E’ un classico esempio di "giornalismo" abietto e servile, volto alla propaganda ed alla disinformazione.

E' verosimile che il Sostituto procuratore destinatario dell'esposto abbia deciso di archiviare l’inchiesta per non irritare i militari, coloro che veramente comandano in tutto il mondo. L’archiviazione è stata decisa, stando alle fonti, dopo che il Sostituto ha chiesto una relazione tecnica all’A.R.P.A. Andiamo bene! All’A.R.P.A. insabbiano, invece di compiere analisi.

Ecco com’è stata lanciata la notizia dall’A.N.S.A.

"Procura archivia denuncia contro 'ufo che provocano tsunami'
Per dirigente società clima modificato da 'veicoli bianchi'

(A.N.S.A.) - MILANO, 17 SET - La Procura di Milano ha aperto e poi archiviato un'inchiesta nata dalla denuncia di un uomo che incolpava ''veicoli bianchi'' di provocare disastri climatici.

L'autore dell'esposto, un direttore tecnico di una società milanese, ha spiegato che ci sono ''veicoli di colore bianco'' che producono ''scie chimiche in grado di modificare il clima, provocando ''calamità naturali, come tsunami ed uragani''. Gli inquirenti hanno risposto con una relazione tecnica e, dopo aver aperto l'inchiesta, l'hanno archiviata perché ''il fatto non costituisce notizia di reato''.

Nel ridicolo articolo della testata Il Giornale, la velina è stata rilanciata con varie amplificazioni e deliberati travisamenti.

"Nei giorni scorsi ha denunciato in Procura gli extraterrestri che con le «scie chimiche delle loro astronavi» creerebbero uragani e maremoti. E i pm, pazientemente, gli hanno risposto con una relazione tecnica che scagionerebbe gli extraterrestri.

Cristiano A., 34 anni, direttore tecnico di una società milanese nei giorni scorsi ha denunciato come «l’attività aerea di “oggetti non identificati”» crei «scie chimiche capaci di provocare uragani, tsunami e altri disastri ambientali». Cristiano A. tuttavia non esclude che i velivoli possano appartenere a qualche misteriosa potenza militare, intenzionata a decimare la popolazione terrestre. Nicola Cerrato, procuratore aggiunto, ha aperto un’inchiesta ma, dopo una relazione tecnica, l’ha archiviata «perché il fatto non costituisce notizia di reato».

Che esistano «scie chimiche di condensazione» causate dal passaggio degli aerei e che possano avere un impatto sul clima è oggetto di studio da circa sessant’anni. E, come spesso capita, le opinioni sono discordanti. Il pm ha però smentito la tesi dell’esposto sulla base di alcune relazione tecniche che avevano già studiato il fenomeno delle «scie chimiche di condensazione da combustibile» senza poter però confermare l’esistenza di un rapporto causa-effetto tra scie e cambiamenti del clima. Con buona pace del signor Cristiano, degli Ufo e dei pm".

Meteogiornale dà il peggio di sé (altro non avrebbe potuto offrire) con uno scartafaccio a firma di Mauro Meloni. In questa climax demenziale di articoli folli scritti in un italiano scandaloso, l’autore addirittura afferma che le scie provocano “nebulose” (e le galassie no?). E’ inutile commentare le idiozie di un melone dalla idee molto nebulose.

"Vi raccontiamo di un'inchiesta recentissima, appena archiviata dalla Procura di Milano, in merito alle denuncia di un uomo che incolpava "veicoli bianchi" (non propriamente identificati) di provocare disastri climatici tramite il rilascio di sostanze chimiche in atmosfera.

Ormai da almeno un decennio vanno di moda le teorie, peraltro mai dimostrate, che provano a dimostrare come la comparsa di "scie bianche" nel cielo faccia parte di progetti d'alterazione del clima, tramite l'attività in volo di velivoli militari che rilascerebbero sostanze chimiche nell'aria. Non vogliamo certo entrare in quest'insidioso dibattito per ribattere alle tesi di coloro che sostengono queste modalità di manipolazione del clima da parte dell'uomo, ma di sicuro non ci saremmo mai aspettati che a qualcuno potesse venire in mente che un tale fenomeno potesse addirittura venire provocato dall'azione di "extraterrestri" o presunti tali e quindi non semplici mezzi dell'aviazione.

Invece è tutto vero: la Procura di Milano ha aperto un'inchiesta, poi chiusa in breve tempo, nata dall'esposto del direttore tecnico di una società milanese. Sulla base di quanto scritto nella denuncia, si sostiene la presenza ad alta frequenza di velivoli bianchi senza insegne che lasciano scie chimiche, capaci di provocare nebulose, in grado di provocare disastri ambientali come terremoti, uragani e tsunami, sostanzialmente dei veri crimini contro il patrimonio della popolazione mondiale. In quest'esposto si ipotizzava in pratica la presenza di ufo, ovvero di oggetti volanti non identificati.

Per contrastare questa tesi così pazzesca, il procuratore aggiunto Nicola Cerrato ha acquisito lo studio dell'agenzia per la protezione ambientale della Sardegna (ARPAS), che aveva già analizzato in passato il fenomeno delle "scie chimiche" di condensazione da combustibile. La conclusione della relazione, utilizzata come perizia, è che non vi è certezza di nesso tra le scie lasciate dai velivoli e le alterazioni del clima con disastri ambientali: i tecnici spiegano che da 60 anni la comunità scientifica studia queste scie chimiche che possono però essere causate dal normale combustibile degli aerei in movimento, allorquando concorrono determinati parametri meteorologici.

Grazie alla perizia dei tecnici ARPAS, l'indagine è stata rapidamente archiviata perché non ci sono fatti costituenti notizia di reato, nonostante esistano teorie, come certificato nel documento, che parlano di un possibile "condizionamento del clima" causato proprio da queste scie prodotte dal carburante degli aerei. Teorie naturalmente tutte da dimostrare, soprattutto in merito ad una manipolazione del clima cercata con metodi appositi e quindi con dolo".

Per completezza, riportiamo un profilo del magistrato.

E' dirigente del ministero della Giustizia

Inpdap, il magistrato Cerrato indagato per abuso d'ufficio - Sede commissariata a Milano Borrelli: c'è differenza tra segnalazione e pressione per scavalcare le graduatorie

BRESCIA - Già sotto inchiesta, ma solo come «atto dovuto». Il nome di Nicola Cerrato, l'ex procuratore aggiunto di Milano che ora è primo dirigente del ministero della Giustizia, è stato iscritto nel registro degli indagati della Procura di Brescia. L'ipotesi di reato è l'abuso d'ufficio patrimoniale. L'inchiesta è appena iniziata e dovrà verificare se l'alto magistrato possa o meno ritenersi coinvolto, come figura comunque marginale, nella ben più vasta inchiesta sulla sede milanese dell'Inpdap, l'istituto di previdenza dei dipendenti pubblici, che solo in Lombardia gestisce oltre 5 mila alloggi. Il procuratore Roberto Tarquini, che rifiuta commenti, ha affidato l'inchiesta al suo sostituto più anziano ed esperto, il pm Roberto Di Martino. Nicola Cerrato ha già respinto «indignato» qualsiasi accusa, dichiarandosi «vittima di reati commessi da altri». Il caso è un troncone minore, trasmesso per competenza a Brescia, di una più ampia e delicata indagine della Procura di Milano. Un'inchiesta emersa il 25 marzo con 5 arresti: con due funzionari e due imprenditori, finisce in carcere il direttore lombardo dell'Inpdap, Fabio De Angelis. L'accusa di aver pilotato appalti in cambio di tangenti si fonda su intercettazioni (una Porsche da 185 milioni in regalo) e su un filmato: una telecamera nascosta dalla FInanza che riprende la sostituzione della busta con l'offerta vincente. Al telefono, De Angelis parla di una «talpa» in grado di spiare le indagini: un «altissimo magistrato della Procura di Milano». E due mesi dopo si vanta di avere «un amico al ministero della Giustizia». Cerrato ha protestato la propria totale innocenza. E ha confermato solo che sua nipote aveva ottenuto da De Angelis un alloggio dell'Inpdap. Un fatto che in sé non è reato. Contestandone la divulgazione, Cerrato ha parlato di «falso moralismo»: «Decine di magistrati milanesi hanno ottenuto alloggi pubblici in viale Monte Nero». A Milano, ieri, D'Ambrosio e Borrelli hanno chiarito che «dagli anni ' 70 esiste una legittima convenzione con la Cariplo firmata dall'ex procuratore Gresti». «Fu una sua benemerenza - ha precisato Borrelli -: negli anni del terrorismo Milano era considerata una sede disagiata, difficile. Pochi volevano lavorare qui, per cui era necessario agevolarli». Il procuratore generale ricorda che «lì abitava anche Emilio Alessandrini», il pm ucciso nel 1979 dai terroristi rossi. Borrelli, pur confermando che «in Italia la raccomandazione può essere una prassi diffusa», invita a distinguere: «La semplice segnalazione di un dipendente del Tribunale, che possieda effettivamente i requisiti e l'urgenza di un alloggio, può essere opportuna, se non doverosa. Cosa ben diversa è ricorrere a favoritismi e pressioni per scavalcare graduatorie e ottenere un'assegnazione illegittima». Sul caso di Cerrato, conclude Borrelli, «non intendo pronunciarmi in alcun modo. E nemmeno sul peso di certe argomentazioni difensive». Il vertice dell'Inpdap, intanto, ha commissariato il dipartimento lombardo, che sarà retto dal direttore generale dell'istituto nazionale. Paolo Biondani

Paolo Biondani


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(12 aprile 2002) - Corriere della Sera



Chi è Pasquale Lombardi? [ LINK ]

Dell'uomo che parlava con giudici e potenti si sa pochissimo: insignificante o misterioso? Repubblica fa ipotesi sul paese irpino di cui fu sindaco

15 luglio 2010 Politica - Da quando – è passata solo una settimana – è stato arrestato Flavio Carboni per aver costituito un’associazione segreta, e con lui “altri due indagati”, una delle domande che si sono fatti tutti è stata su uno dei due indagati. Se di Arcangelo Martino si sapeva infatti qualcosa e si conosce un percorso politico e imprenditoriale che suggerisce le relazioni che stanno emergendo, di Pasquale Lombardi, “il geometra” che risulterebbe il maggior manipolatore della rete di contatti e traffici del gruppo, la storia è assai più oscura. La domanda è: come è arrivato un oscuro geometra a parlare al telefono sistematicamente e con grande confidenza con alcuni degli uomini più importanti nelle istituzioni italiane? Giudici costituzionali, presidenti di regione, leader politici, tutti parlano con Lombardi e lo ascoltano. E se alcune delle intercettazioni mostrano accenti “ridicoli”, come ha detto qualcuno, la sostanza delle conversazioni è impressionantemente grave. Scrive oggi il Giornale, in un articolo che assume la tesi berlusconiana della banda di cialtroni, che sembra veramente l’uomo in grado di arrivare sempre ovunque e di riuscire sempre a parlare con chiunque e comunque

Alla curiosità su Lombardi i giornali sembrano non saper rispondere: oggi ci prova Repubblica, affidando ad Alberto Statera un’indagine giornalistica sul suo passato. Indagine che pare però in difficoltà rispetto alla carenza di informazioni, tanto da riempire i vuoti con molte ipotesi. La storia non si muove dal paese di Cervinara, in provincia di Avellino, dove è nato Lombardi. E dove Statera nota sia nato anche l’onorevole Marco Milanese del PdL “portaborse, anzi di più, alter ego in servizio diuturno effettivo del superministro dell’Economia Giulio Tremonti”; e lì vicino “impera ancora” Nicola Mancino “che dalle intercettazioni è apparso piuttosto sensibile agli ordini della lobby di Cervinara”. Statera ne trae sospetti su Tremonti e su Mancino.

Che tutto si muova a partire dalle relazioni geografiche intorno a un paese irpino di novemila persone è suggestivo, ma al momento un po’ povero di prove. Di Cervinara comunque Lombardi fu sindaco, e Statera lo ritrae in modi non così dissimili da quelli di Berlusconi (“sono quattro pensionati sfigati”): “l’omino di Cervinara”. Confermando così la contraddizione misteriosa tra l’apparenza insignificante della figura di Lombardi – che nelle intercettazioni parla come Totò e Peppino – e la portata dei suoi contatti.

Il Giornale spiega che non è neanche vero che Lombardi fosse un giudice tributarista, come si è scritto: si spacciava per magistrato, pur essendo un semplice componente di commissioni tributarie. E in un’intervista al Giornale, il sottosegretario Caliendo mostra stupore della rete di relazioni di Lombardi.

Per me era solo il segretario del Centro europeo di studi giuridici di cui io ero stato presidente. Ma i giudici sostengono che il Centro fosse in realtà la copertura per costruire la suddetta di relazioni e contatti: “per acquisire e rafforzare utili conoscenze nell’ambiente della politica e della magistratura”. E al Centro allude anche il procuratore aggiunto di Milano Nicola Cerrato, intercettato con Lombardi, che è intervistato oggi dal Corriere della Sera e del geometra aggiunge che “era grande amico del presidente della Cassazione Vincenzo Carbone”. Chi è Pasquale Lombardi? Che storia ha, cosa ha fatto in questi anni? Bisogna lavorarci ancora.


Caliendo: chi è, le accuse, la difesa [ LINK ]

Giacomo Caliendo, 68 anni, originario della provincia di Napoli, ex magistrato, attuale sottosegretario alla Giustizia, è accusato dalla Procura di Roma per violazione della legge Anselmi sulle società segrete. Per questo motivo il sottosegretario è al centro della mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni alla Camera.

Chi è. Prima dell'esperienza politica Caliendo è stato magistrato, membro del Consiglio superiore della magistratura e ha contributo a fondare, negli anni Settanta, la corrente moderata di Unicost (Unità per la Costituzione). Nella carriera da “togato” ha esordito nel 1971 come uditore giudiziario presso il tribunale di Napoli, di lì a poco, nel 1976, è entrato nel Csm. Nel 1991 diventa presidente dell'Associazione nazionale magistrati. Dal 2005 è sostituto procuratore presso la Corte di Cassazione.

Con l'associazionismo di stampo cattolico ha un rapporto decennale che inizia nel 1961 quando viene nominato responsabile del movimento studenti dell'Azione Cattolica della Diocesi di Nola.

Nel 2008 arriva l'elezione al Senato con l'incarico di sottosegretario alla Giustizia, ruolo che l'ha visto protagonista come relatore del ddl intercettazioni e, in precedenza, in prima linea con provvedimenti come il legittimo impedimento e il Lodo Alfano.

Le accuse. Essere parte integrante di un'associazione segreta dedita ad alterare i corretti equilibri istituzionali e costituzionali. Di questo, ossia della violazione della legge Anselmi, è accusato il sottosegretario Caliendo dalla procura di Roma che la settimana scorsa lo ha iscritto nel registro degli indagati. Gli inquirenti stanno vagliando la posizione dell'ex magistrato da due anni vice del Guardasigilli Angelino Alfano, sulla base delle intercettazioni contenute nell'ordinanza di carcerazione di Pasquale Lombardi, ex giudice tributario che Caliendo conosce da 30 anni, del faccendiere Flavio Carboni e dell'ex assessore al comune di Napoli Arcangelo Martino, oltre che sui risultati degli interrogatori degli arrestati e degli altri indagati (il coordinatore del Pdl Denis Verdini, il senatore Marcello Dell'Utri e l'ex sottosegretario Nicola Cosentino).

Diverse le contestazioni mosse a Caliendo dal procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo e dal pm Rodolfo Sabelli. Assieme a Lombardi, Martino, Carboni, Dell'Utri e il capo degli ispettori del ministero della Giustizia Arbibaldo Miller, il sottosegretario alla Giustizia era a casa Verdini, lo scorso 23 settembre, per un pranzo nel corso del quale si sarebbe deciso di avvicinare i giudici della Corte Costituzionale in vista dell'imminente decisione sul “lodo Alfano”. E ancora: Caliendo avrebbe contribuito a far nominare come presidente della Corte di Appello di Milano Alfonso Marra, al quale Lombardi si rivolse per far riammettere la lista di Roberto Formigoni esclusa dalle elezioni regionali. Sempre a Caliendo - come risulta dalle intercettazioni - Lombardi sollecitò più volte l'avvio di un'ispezione ministeriale a Milano (che però non si fece) in favore di Formigoni. E continuando a spendere il nome di “Giacomino” (così Lombardi chiamava il sottosegretario) l'ex giudice tributario, presidente dell'associazione Centro studi giuridici per l'integrazione europea diritti e libertà fondata dallo stesso Caliendo, avvicinò il presidente della Cassazione Vincenzo Carbone per il ricorso di Cosentino contro l'ordinanza di custodia cautelare per contiguità con la camorra, e provò a mettersi in contatto con il procuratore aggiunto di Milano Nicola Cerrato così daammorbidirlo sull'inchiesta che vedeva indagato Formigoni per reati ambientali.

La difesa di Caliendo. Il sottosegretario nega di aver commesso alcuna irregolarità. Alle accuse Caliendo ha ribattuto lo scorso 30 luglio, nel corso di un interrogatorio di 5 ore. Ad esempio a casa di Verdini restò solo mezz'ora («poi mi son dovuto allontanare per precedenti impegni in Commissione Giustizia») e non sapeva che lì avrebbe trovato il faccendiere Carboni. «Fintanto che sono rimasto - ha spiegato all'Ansa - non si parlò di Lodo Alfano, tant'è che fu Lombardi a telefonarmi successivamente per dirmi della possibilità di intervenire sui giudici della Consulta». Alla Sollecitazione Caliendo sostiene di non aver dato seguito. Ammette, invece di aver espresso apertamente parere favorevole alla nomina di Marra, prerendo il suo curriculum a quello dell'altro candidato, Rordorf. E nega di essersi prestato alle pressioni di Lombardi: «Mi sono reso conto che millantava. Millantava pure con i miei amici»


Giudici amati dalla P3 [ LINK ]

Al vaglio le attenzioni della 'loggia' su alcune procure. Aperto un procedimento disciplinare contro Gargani - Non soltanto il caso Marra: c’è anche che la P3 si interessò ad altre due nomine ai vertici di uffici giudiziari perché, almeno in un caso, si dice nelle intercettazioni, si tratta di un giudice “amico”. C’è che un magistrato è finito sotto inchiesta disciplinare perché avrebbe cercato di ottenere informazioni riservate sulle indagini romane. Infine: c’è il presidente della Corte d’Appello di Salerno, Umberto Marconi, che chiede di essere ascoltato dai colleghi sperando di chiarire la propria posizione.

La magistratura ancora indaga sulla magistratura. Dal mare di intercettazioni depositate emerge che almeno in altri due casi la “loggia” avrebbe seguito la scelta dei responsabili di due procure: Isernia e Nocera Inferiore. Alla fine le persone designate dal Csm sono le stesse sponsorizzate dalla P3, difficile, però, dire quanto abbia effettivamente pesato l’intervento di Pasquale Lombardi, un tipo che, come lo rimproveravano i suoi soci Martino e Carboni, al telefono parlava troppo. Una fortuna per gli investigatori.

Scrivono i magistrati negli atti: “Da una conversazione del 21 ottobre 2009 fra Lombardi e Celestina Tinelli, componente del Csm, emerge l’interesse per la nomina dei capi di alcuni Uffici giudiziari: le Procure della Repubblica di Isernia e Nocera Inferiore, e la Corte d’Appello di Milano”.

Lombardi tratta il membro del Csm quasi come un dipendente: “Prendi un po’ st’appuntino per Isernia … questo Albano… Ti ricordi?”. Tinelli lo tranquillizza: “Me lo ricordo sì sì!”. Ma Lombardo la incalza: “Si potrebbe fare?”. Tinelli pare possibilista: “Uhh non so dirtelo così su due piedi non ci riesco mi pare di sì”. Lombardo non si accontenta: “Mettici un po’ d’attenzione .. e poi ci sta Nocera ci sta quel Gianfranco Izzo”. Tinelli: “Eh lo so”. Lombardo: “Ce la fa?”. Tinelli è cauta: “Ehh non… no! non ti garantisco niente”.

Alla nomina del Procuratore di Isernia, Lombardi dedica altre telefonate: il 2 febbraio 2010 parlando con la dottoressa Di Santo, segretaria di Cosimo Ferri, ecco che il presunto membro della P3 ritorna sulla questione: “Chissà se hanno fatto pure il pubblico ministero di Isernia?”. Di Santo: “Aspe’ chi ti interessava? Me l’avevi detto”. Lombardi: “Paolo Albano che sta a Caserta è pure un amico!” Dopo due ore Di Santo comunica la buona notizia: “Ho chiesto proprio a Cosimo di Albano … m’ha detto che non ci dovrebbero essere problemi“.

Paolo Albano, contattato dal Fatto Quotidiano, la racconta così: “Ho avuto la sfortuna di aver partecipato ad un convegno in Sardegna organizzato da questa gente. Era un incontro ad alto livello, c’erano i responsabili delle più importanti procure d’Italia. La mia conoscenza con Lombardi si limita a questo. Non ho mai più incontrato quella gente, sfido chiunque a dimostrare il contrario. Fa amarezza dopo 38 anni di lavoro in prima linea vedere il proprio nome associato a una storia così”. Ma Lombardi la chiama “amico”? “Credo volesse guadagnarsi dei meriti ai miei occhi, ma io quel posto l’avrei ottenuto comunque, ho ottenuto 17 voti contro i 7 del mio concorrente”.

Una raccomandazione all’insaputa dell’interessato? Possibile. Albano non è indagato, né destinatario di provvedimenti disciplinari. Una cosa è certa, alla fine Albano vince a Isernia e Izzo a Nocera. Ma c’è un altro dato importante: Isernia può sembrare un ufficio non di prima linea, ma non è così. Non adesso: negli uffici della Procura c’è almeno un fascicolo che riguarda la cricca, quello aperto sui lavori dell’Auditorium, una delle opere previste per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia. Non solo: in Molise – regione lontana dai riflettori dell’opinione pubblica nazionale e purtroppo privilegiata da chi vuole fare affari facili – agì come “soggetto attuatore” per la ricostruzione dopo il terremoto proprio Claudio Rinaldi, uno dei protagonisti della Cricca. Lo ricorda il consigliere regionale Michele Petraroia (Pd) in numerose interrogazioni. Anche su questo si indaga. Così la Procura di Nocera Inferiore svolge importanti inchieste sulla camorra.

Ma intanto la magistratura cerca di togliersi le ombre che le sono piovute addosso. Dopo l’inchiesta disciplinare a carico di Alfonso Marra, ieri il procuratore generale della Cassazione, Vitaliano Esposito, ha aperto un procedimento disciplinare a carico di Angelo Gargani dal 1 dicembre 2008 messo fuori ruolo e applicato al ministero della Giustizia con l’incarico di capo del servizio di controllo interno. A Gargani il pg contesta principalmente l’ipotesi di interferenza nelle indagini. Il magistrato infatti avrebbe chiesto al sostituto procuratore di Roma Rodolfo Sabelli, titolare assieme al procuratore aggiunto Gianfranco Capaldo del fascicolo sulla P3 e sugli appalti per l’eolico in Sardegna, informazioni relative all’inchiesta. Non solo, dalle intercettazioni sono emersi altri elementi molto scomodi per Gargani che avrebbe aiutato i membri della presunta loggia adavvicinare il procuratore aggiunto di Milano Nicola Cerrato che aveva indagato il presidente della Lombardia Roberto Formigoni, nell’inchiesta sullo smog nel capoluogo Lombardo.

Dopo la divulgazione della notizia dell’iscrizione di Formigoni le telefonate tra Lombardi e Gargani si ripetono: “Stammi a sentire – dice Lombardi – tu dovresti avere per regola il numero di Nicola Cerrato a Milano. Allora vedi un poco se giovedì o massimo venerdì posso arrivare a Milano e mi fai fissare un appuntamento dove lui sta… in Tribunale o dove si trova. E fammelo sapere quasi subito, va buono?”. Gargani: “Va bene”. Alla fine l’appuntamento viene fissato. Gargani chiama Lombardo e, annotano i carabinieri,gli dice che tale Nicola, verosimilmente il procuratore aggiunto Nicola Cerrato, lo aspetta nel suo ufficio, al quarto piano dell’edificio, l’indomani alle 13 e nel contempo gli fornisce la sua utenza telefonica”. Cerrato, però, non accetta l’invito a pranzo di Lombardo: “Ha detto che è perplesso – dice Gargani – perchè già… se si può evitare…”.


[ Wikipedia ] Gargani è stato coinvolto nel cosiddetto scandalo P3: dalle intercettazioni emerge che uno degli arrestati, Angelo Lombardi, contattò Gargani per 'avvicinare' il procuratore aggiunto di Milano, Nicola Cerrato (già Capo del Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria al Ministero della Giustizia, di cui era stato vicecapo proprio Gargani), e persuaderlo ad avere un atteggiamento più 'morbido' nei confronti del presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, coinvolto nell'inchiesta sull'inquinamento atmosferico nel capoluogo lombardo.

Al magistrato viene inoltre contestata un'ipotesi di interferenza giudiziaria. In occasione della proroga delle indagini preliminari sugli appalti per l'eolico in Sardegna, Gargani nell’aprile 2010 avrebbe infatti chiesto informazioni sull'inchiesta al pm di Roma Rodolfo Sabelli, titolare del fascicolo assieme al procuratore aggiunto Gianfranco Capaldo.

Per questo motivo il Procuratore Generale della Cassazione, Vitaliano Esposito - che con il Ministro della Giustizia condivide il potere dell'azione disciplinare - ha deciso di intervenire a carico di Gargani, promuovendo l’azione disciplinare.

Coinvolto nell’inchiesta è anche il magistrato Antonio Martone, che in qualità di presidente della Commissione Indipendente per la Valutazione l'Integrità e la Trasparenza (CIViT), ha avallato la nomina di Gargani a capo dell’Organismo Indipendente di Valutazione (OIV) del Ministero della Giustizia.


[ LINK ] Tra gli alti magistrati affiliati alla banda, su cui pendono provvedimenti disciplinari da parte del CSM (Consiglio superiore della magistratura), ci sono il presidente della Corte di appello di Milano, Alfonso Marra (chiamato "Fofò", eletto in questa carica grazie alle pressioni della "loggia" su alcuni componenti del CSM, tra cui sembra lo stesso Mancino); il procuratore aggiunto Nicola Cerrato, n. 2 della procura milanese, già indagato per una tangente da 100 milioni di lire da parte del re delle cliniche private Poggi Longostrevi; l'avvocato generale della Cassazione, già presidente dell'Anm (Associazione nazionale dei magistrati) e presidente della "commissione Brunetta" per la pubblica amministrazione, Antonio Martone; l'ex primo presidente della Cassazione, in corsa per la presidenza della Consob come candidato di Berlusconi, Vincenzo Carbone, quello che chiedeva a Lombardi: "Io che faccio dopo la pensione?"; il presidente della Corte di appello di Salerno, Umberto Marconi, che forniva la sua consulenza alla banda per la fabbricazione del dossier diffamatorio preparato da Martino ai danni del candidato Caldoro per favorire il candidato Cosentino.



AGGIORNAMENTO:

Il denunciante scrive:
http://urly.it/115k

"Questa notizia è stata modificata, manipolata, come sempre avviene con la stampa. Ho ricevuto una telefonata da una giornalista dell'ansa l'altro giorno, ma di ciò che è stato detto... al telefono non c'è traccia. Nella denuncia non viene data la colpa agli ufo, ma a forze militari di carattere mondiale".

Ci si dovrebbe chiedere chi ha fornito il nominativo del denunciante ai giornalisti dell'A.N.S.A., in palese violazione della legge sulla tutela dei dati personali. Insomma, è evidente che l'esposto è stato volutamente strumentalizzato per intorbidare le acque e che i principali responsabili di questa mistificazione si trovano all'interno del Palazzo di Giustizia di Milano.

Di seguito la denuncia inoltrata attraverso una stazione dei Carabinieri del N.O.E., denuncia che ha portato alla farsa di cui all'articolo nonché un breve commento del diretto interessato.

Commento n° 21. Cristiano, ore 23:51
http://urly.it/115k

"Dato però che qui si è fatta cattiva informazione, è necessario fare dei chiarimenti: la parola "ufo" voleva essere quasi sarcastica, nella denuncia è chiaro che si dà la colpa all'esercito del nuovo governo mondiale, di cui la nostra difesa è degna alleata. Si riporta perciò la denuncia originale, e, come già detto, non sono un ingegnere.

Sono stati i carabinieri a presentare la denuncia in Procura, così come mi è stato detto in caserma
".

Oggetto: denuncia verbale orale sporta da:


ATTANASI Cristiano... (seguono generalità)

Il giorno 17 agosto 2010 alle ore 14.50, negli uffici del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri, siti in Milano via Pusiano, 22
Avanti al sottoscritto, Ufficiale di P.G., Luogotenente xxxxxx xxxx xxxxx effettivo al N.O.E. carabinieri di Milano, è presente il sig. A. Cristiano, in oggetto indicato, il quale denuncia quanto segue:

"Sono direttore tecnico e addetto alla trattazione affari per conto della società XXXXXXXXX con sede in Via vattelapesca a Milano.
Sono qui a titolo personale per denunciare l'attività aerea dei veri UFO, che io individuo in velivoli di colore bianco, senza nessuna scritta esterna che a quanto pare non risultano in nessun radar di nessuna torre di controllo, che possono fare qualsiasi tipo di manovra rilasciando scie persistenti, quindi non di condensa, ma di natura chimica, che si lasciano andare nel corso delle ore nei nostri cieli creando formazioni nubolose che arrecano sicuramente danno all'ambiente. Inoltre sono in grado, attraverso onde elettromagnetiche, di manipolare gli agenti atmosferici e le condizioni climatiche in generale. La tecnologia è conosciuta con il nome di H.A.A.R.P. che significa High Frequency Active Auroral Research Program che è gestito, ideato e perpetuato da volontà militari di carattere mondiale. Aggiungo inoltre che è mia credenza che questa tecnologia H.A.A.R.P. sia in grado di provocare terremoti, uragani, tzunami, pioggia, neve e siccità. Pertanto denuncio ignoti per crimini commessi contro il patrimonio e la popolazione mondiale.

Con la presente chiedo che vengano effettuati i necessari accertamenti, anche attraverso l'analisi chimica dell'acqua delle precipitazioni metereologiche e gli Enti compententi informino la popolazione italiana di quanto accade nei nostri cieli a nostra insaputa. Non ho altro da aggiungere."

Di quanto sopra è verbale.

Fatto, letto, confermato e sottoscritto in data e luogo di cui sopra.

Il denunciante Il verbalizzante







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venerdì 19 dicembre 2008

A.R.P.A.: mazzette sui controlli ambientali. Sei arresti della Finanza

Pubblichiamo un articolo, tratto dal quotidiano La gazzetta di Parma, circa un'inchiesta che ha coinvolto l'A.R.P.A. della città emiliana, ossia l'Agenzia regionale per la "protezione" dell'ambiente, istituzione sulla cui reale utilità nutriamo qualche dubbio, visto che queste agenzie sembrano occuparsi di tutto, fuorché di monitorare le condizioni ambientali per tutelare la salute pubblica. In qualche caso svolgono pure i loro compiti istituzionali, ma i cittadini che hanno segnalato l'annoso e gravissimo problema delle scie chimiche, o sono stati del tutto ignorati dai responsabili dell'A.R.P.A. o hanno ricevuto risposte tra il grottesco ed il ridicolo, come la seguente:

"Avvenendo tali fenomeni a considerevole quota, risultano difficilmente analizzabili, sia in scia sia in modo differito al suolo. La ricaduta da strati distanti dell'atmosfera, infatti, subisce fenomeni di trascinamento e movimentazione considerevole in funzione di parametri meteorologici incontrati, rendendo estremamente complessa la verifica di presenza di eventuali inquinanti chimici legati ad aspetti locali del fenomeno".

Questa sofistica "spiegazione" si commenta da sola e, per ora, non aggiungiamo altro...

In alcuni casi hanno addirittura indicato, come fonte per documentarsi, l'inattendibile blog di un personaggio che è del tutto privo di competenze scientifiche e culturali, tale Paolo Attivissimo.



E' cominciata all'alba un'operazione del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza. Sono state arrestate sei persone: due funzionari dell’A.R.P.A. di Parma e quattro liberi professionisti. Gli arrestati sono tutti accusati di concussione. Gli inquirenti giudicano l'attività degli accusati un «pernicioso ed insidioso sodalizio criminale».

L'indagine, svolta anche con l’ausilio di accertamenti tecnici, ha consentito di raccogliere prove su numerosi episodi di concussione, per importi di diverse migliaia di euro, in relazione ad attività di polizia ambientale svolte da dipendenti "infedeli" dell'A.R.P.A. con l’intermediazione di liberi professionisti compiacenti nei confronti di imprenditori, tutti risultati concussi.

Sono state eseguite anche numerose perquisizioni negli uffici e nelle abitazioni degli indagati. Le indagini sono complesse ed hanno avuto inizio circa un anno fa, sotto la direzione del pubblico ministero Paola Dal Monte.

Nella conferenza stampa di questa mattina (18 dicembre 2008, n.d.r.), il procuratore Gerardo Laguardia ed il comandante della Guardia di finanza hanno illustrato i dettagli dell'operazione. Sono stati arrestati Fausto Allari, Marco Lovati ed un consulente ambientale, Enrico Sidoni (libero professionista). Sono ai domiciliari, invece, altre tre persone: i consulenti ambientali Beniamino Ghiretti, Angelo e Giacomo Corradi (i due sono parenti). Secondo l'accusa degli inquirenti, gli arrestati hanno preteso "mazzette" da alcuni imprenditori per superare i controlli ambientali, ad esempio nel campo dello smaltimento dei rifiuti.

Il direttore dell'A.R.P.A. di Parma Giuseppe Dallara assicura che l'agenzia dà la massima collaborazione ai magistrati. Se le accuse ai suoi due dipendenti saranno confermate, l'A.R.P.A. potrebbe costituirsi parte civile nel futuro processo. Intanto l'agenzia regionale ha preso una prima contromisura: la sospensione in via cautelativa dei dipendenti coinvolti nell'inchiesta. «Le imputazioni rivolte ai due tecnici sono molto gravi, considerando anche che a loro è attribuito il delicato ruolo di Ufficiali di Polizia giudiziaria, come ad altre decine di operatori A.R.P.A., che ogni giorno operano nei settori del controllo e della vigilanza ambientale - ha dichiarato il direttore generale Stefano Tibaldi -. A.R.P.A. è impegnata quotidianamente nelle attività di controllo e vigilanza assegnate, spesso in collaborazione con la Magistratura e le forze di Polizia. Se esistono isolati comportamenti criminosi, devono venire alla luce ed essere perseguiti con la massima severità». Il direttore ha concluso: «auspica pertanto che le indagini si svolgano in tempi rapidi, conferma come sempre la propria piena e fiduciosa collaborazione con gli inquirenti e dichiara fin d’ora che, qualora i due tecnici fossero rinviati a giudizio, si costituirà parte civile nel processo».


Leggi qui l'articolo del quotidiano La Gazzetta di Parma.


Dopo ripetuti invii di mail, fatti pervenire anche a Sindaco di Bologna, URP e altro ufficio ARPA, ecco cosa scrivono:

Noi di Arpa non siamo a conoscenza di irregolarità o di rischi particolari legati a determinati veivoli, nè siamo a conoscenza di altri tipi di esperimenti in atmosfera (nè gli enti con i quali siamo normalmente in contatto hanno mai fatto cenno di lavorare in questa direzione). In ogni caso, tali fenomeni non si vedono con le nostre stazioni di monitoraggio a terra con gli inquinanti che normalmente rileviamo.

Cordialmente

Redazione Operazione Liberiamo l'Aria - Arpa Emilia Romagna




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