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martedì 10 novembre 2015

Sanremo come Canneto di Caronia?



Sanremo, 4 novembre 2015

Due incendi del tutto simili, a distanza di due ore ed a 300 metri di distanza. Un rogo è divampato alle 20 dietro il mercato annonario di via Martiri a Sanremo: si è ipotizzato un corto circuito. Un secondo incendio si è sprigionato sempre dal vano motore, questa volta di un’auto, in Via Francia, poco fuori dalla galleria, lato Levante. Anche in questo caso sono intervenuti i Vigili del Fuoco di Sanremo: i Vigili hanno spento le fiamme in pochi minuti, ma non hanno potuto evitare che distruggessero buona parte della vettura, una Renault Scenic. Sul posto sono intervenuti anche Carabinieri e Polizia; l’episodio sembra identico a quello del furgone. Il primo incendio si era sviluppato sul camion frigo di una ditta locale. Il mezzo era parcheggiato nella zona retrostante il mercato annonario. Per i pompieri giusto il tempo di rientrare al distaccamento e subito la seconda uscita per estinguere il secondo rogo. Ora gli inquirenti stanno setacciando la zona per cercare eventuali indizi, anche se non sarà facile risalire all’eventuale responsabile.



Sanremo, 6 novembre 2015

Una famiglia si è salvata dal rogo della sua auto divampato poco prima di mezzogiorno in via Alfonso Lamarmora, la strada che si collega con Via Duca degli Abruzzi. Il veicolo stava scendendo quando, secondo il racconto degli occupanti, si è spento e subito dopo ha iniziato a fuoriuscire fumo dal vano motore. Le persone all'interno del veicolo hanno avuto il tempo di uscire, raccogliere i propri effetti personali e dare l'allarme ai Vigili del Fuoco. Una squadra dei pompieri di Sanremo si è subito precipitata sul posto per spegnere le fiamme. Nonostante il celere intervento, il mezzo è andato distrutto. Una pattuglia dei Carabinieri di Sanremo ha poi provveduto a raccogliere la testimonianza di quanto successo.

Episodio curioso...

Un conoscente ci riferisce che, mesi or sono, all'uscita della galleria Francia, sempre lato Levante, il dispositivo che rileva i radar dell’autovelox, cominciò a suonare, segnalando un sistema di puntamento laser peraltro non in uso in Italia.

Al 2012 risale un inquietante incendio di un panfilo sulla cui origine, a distanza di anni, non si è saputo alcunché.

Assistiamo a fenomeni assimilabili alle autocombustioni occorse spesso a Canneto di Caronia? Mentre i fatti del 4 novembre potrebbero essere dolosi, l’incendio del 6 presenta una dinamica che, mentre esclude l’intenzione, ricorda da vicino i roghi dell’abitato in provincia di Messina, ad esempio per la fusione di alcune parti del mezzo. Ricordiamo che gli incendi di Caronia hanno ben poco di misterioso. E’ stato, infatti, appurato (da una commissione preposta) che sono fenomeni legati all’impiego di sistemi d’arma, sebbene la magistratura ed i media di regime abbiano accreditato la frottola del piromane.

Articolo correlato: Canneto di Caronia (Sicilia) e Bitlis (Turchia): quale collegamento?, 2014

Ringraziamo l’amico M. per le segnalazioni.

Fonte: sanremonews

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lunedì 1 dicembre 2014

Caronia: il sindaco ritiene che i roghi siano dovuti ad esperimenti militari

A differenza della stragrande maggioranza dei media ufficiali, riteniamo doveroso dar spazio all’odissea che stanno vivendo gli abitanti di Canneto di Caronia (Messina). Reputiamo che gli incendi ed altri fenomeni all’apparenza inspiegabili siano il fulcro di operazioni cruciali, anche se per lo più ignorate. Per ora, una sola osservazione: dopo che la frazione di Caronia è stata sgomberata, i roghi continuano: è la conferma che erano insinuazioni calunniose quelle di chi accusava i residenti di essere dei piromani.



Palermo. Potrebbero essere gli esperimenti militari la causa dei misteriosi incendi che, dal 2004, sgomentano gli abitanti di Canneto di Caronia (Messina). Ad asserirlo, ai microfoni di “Restate scomodi”, programma trasmesso da Radio Uno dal lunedì al venerdì alle 15:30, è il sindaco di Caronia, Calogero Beringheli. Beringheli ha affermato di essere in possesso di una relazione riservata, preparata da una commissione scientifica incaricata di studiare il fenomeno.

“Lo studio - spiega il primo cittadino - rivela che fra le ipotesi più probabili delle combustioni bisogna annoverare proprio la sperimentazione di armi che diversi stati starebbero usando. Noi vogliamo sapere quali sono questi paesi. Tutto è fermo dal 2007, i monitoraggi sono stati interrotti, la commissione ha proposto alla Protezione civile di potenziare la rete dei sensori. Noi vogliamo sapere che cosa sta accadendo”.

Gli incendi, cominciati nel 2004, sono ripresi qualche mese addietro dopo una pausa. Il sindaco di recente è stato costretto ad ordinare lo sgombero delle case dei 148 abitanti della frazione. “Finché non saranno state individuate le cause - afferma Beringheli - la popolazione sgomberata non tornerà nelle abitazioni”.

Oltre ai roghi altri strani fenomeni hanno interessato la zona: dallo moria di alcune specie ittiche ai danni subiti da un elicottero della Protezione civile che sorvolava la frazione.

“A mio parere, lo Stato sa se ci sono esperimenti in corso – chiosa il sindaco - Lo Stato o qualche istituzione sa ed è assurdo che non sia stato comunicato nulla”.


Fonte: lasicilia.it




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lunedì 3 novembre 2014

Incendi a Canneto di Caronia: una possibile spiegazione

La situazione a Caronia si appesantisce. I roghi continuano a divampare, mentre un giovane della frazione, Giuseppe Pezzino, figlio del pugnace Nino, riceve un improbabile avviso di garanzia per ipotesi di reato quali "incendio" e "danneggiamento" (sic). Questa grottesca iniziativa delle autorità inquirenti si commenta da sola. [1]

Vorremmo proporre un’ipotesi per tentare di individuare la genesi degli incendi. Potrebbe essere un sistema radar all’origine delle fiamme?



Pablo Ayo, in un suo recente saggio di argomento ufologico, "Alien report" per serendipità ci viene in soccorso.

“Nel 1947 furono installati dei potenti radar ai quattro angoli del perimetro atomico che comprendeva i laboratori nazionali di Los Alamos, il poligono di Alamogordo, la base aerea di Roswell ed il Centro sperimentale missilistico di White sands. […] A White sands era installato l'SCR-584, un nuovissimo modello di radar usato per la prima volta durante lo sbarco degli Alleati ad Anzio. Alla White sands proving ground l’esercito disponeva di due radar, di cui uno era l’SCR-584, impiegato per test sul tracciamento dei missili. Il sistema innovativo sfruttava le microonde in luogo dei segnali radio per tracciare i bersagli. Alla base del suo funzionamento si trovava il famoso Magnetron, un tubo a vuoto ad alta potenza che genera microonde mediante l’interazione di un flusso di elettroni con un campo magnetico. La prima versione del Magnetron fu inventata nel 1920, ma la versione moderna fu concepita nel 1940 da John Randall e Harry Boot presso l’Università di Birmingham”.

Nell’articolo del settembre 2005, pubblicato sulla rivista “Aviation week & space technology”, intitolato “Radar become a weapon”, David A. Fulghum e Douglas Barrie scrivono:

“Da tempo si sa che i radar possono produrre violenti effetti sui sistemi elettronici. Oltre vent’anni fa, i radar montati sui bombardieri erano capaci di generare onde radio di tale potenza da bruciare le valvole di amplificazione nei caccia che stavano monitorando. […] Il radar sembra particolarmente efficace per distruggere i sistemi elettronici di missili balistici supersonici e missili acqua-aria”.

Prosegue Ayo: “Alcuni radar A.E.S.A. (active electronically scanned array, ossia matrice attiva a scansione elettronica, n.d.a.) sono stati rimodulati, sfruttando le microonde ad alto potenziale (high power microwawes, H.P.M.). […] I radar AESA producono un impulso di una precisa frequenza, sostenuto per alcuni microsecondi, creando un effetto con il quale le H.P.M. producono un’onda con un picco superiore ad un gigahertz. […] Naturalmente picchi di microonde sono pericolosi per la salute umana. ‘Potrebbe essere spiacevole per un essere umano trovarsi nella traiettoria di un raggio simile - affermano i tecnici – potrebbe causare gravi ustioni’. Ciò dipende dalla frequenze usate. Il sistema è così efficiente che le modifiche in questione sono già state apportate ai radar di molte navi militari ed intercettori statunitensi, come l’F/A-22 ed il B 2, mentre l’AESA sarà montato anche sul caccia F 35 Joint strike fighter”.

L’excursus di Ayo sui radar ben si innesta alle acquisizioni della commissione investigativa diretta e coordinata dal Dottor Francesco Mantegna Venerando.

Stando agli esperti, Canneto di Caronia è colpita da fenomeni elettromagnetici di origine artificiale, capaci di generare una grande potenza concentrata. Sono fasci di microonde in 'ultra high frequency' compresi nella banda tra 300 megahertz e alcuni gigahertz. Per produrre una simile quantità di energia un dispositivo dovrebbe toccare una potenza tra i 12 e i 15 gigawatt. Dove sia collocata la sorgente, però, non si sa. Una rete composta da decine di sensori, cercò di individuare l'impulso madre proveniente dal mare, un compito quasi impossibile dal momento che l'emissione dura solo qualche nanosecondo. “Tecnologie militari evolute anche di origine non terrestre – si legge nel rapporto redatto sotto l'egida del Dottor Mantegna Venerando – potrebbero esporre in futuro intere popolazioni a conseguenze indesiderate”.

Oltre agli inquietanti incendi, a Canneto alcuni abitanti hanno segnalato ustioni che potrebbero essere ricondotte all’azione di fasci concentrati di microonde.

Il quadro tracciato da Ayo pare collimare con le sinistre risultanze di Venerando.

Insomma, abbiamo colto i militari con le mani nella marmellata, anzi sull’innesco?

Fonti:

P. Ayo, Alien report, 2014, pp. 91-94
Diavoli in astronave, 2014
Le microonde, arma contro la biosfera, 2008

[1] Visto che fenomeni come quelli di Caronia si manifestano anche in altre località in tutto il mondo, un vero protocollo d'indagine dovrà considerare i seguenti fattori.

1) Vicinanza di basi militari o di impianti radar (M.U.O.S.?)
2) Presenza di anomalie geomagnetiche
3) Coordinate geografiche
4) Azioni di discredito e di intimidazione nei confronti di testimoni e vittime dei roghi


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martedì 12 agosto 2014

Canneto di Caronia (Sicilia) e Bitlis (Turchia): quale collegamento?


Canneto è una frazione di Caronia, in provincia di Messina. E’ salita alla ribalta della cronaca dal 19 febbraio 2004, per via di strani fenomeni di combustione: contatori ed oggetti contenenti parti metalliche prendevano fuoco senza alcuna ragione apparente. I fenomeni, protrattisi nel tempo, hanno causato anche un parziale allontanamento di alcuni abitanti dalle proprie case ed hanno dato una sinistra rinomanza alla piccola località.

Il 10 maggio 2005 fu istituito Il Gruppo Interistituzionale per l'osservazione dei fenomeni con ordinanza emergenziale della Protezione civile n.3428. L’iniziativa prevedeva una collaborazione tra Stato italiano e Regione Sicilia, anche nello stanziamento di fondi. Secondo l’équipe, diretta dal professor Francesco Mantegna Venerando, Canneto di Caronia "era stata colpita da fenomeni elettromagnetici di origine artificiale, capaci di generare una grande potenza concentrata che dovrebbe raggiungere una potenza tra i 12 e i 15 gigawatt" (pari a quella prodotta da circa dieci centrali nucleari). A questo gruppo partecipò anche il professor Clarbruno Vedruccio, laureato in Fisica ed Ingegneria elettronica negli Stati Uniti, già collaboratore dell’Istituto di Fisica dell’atmosfera del C.N.R. a Bologna e docente di Metodologia della ricerca all’Università di Urbino.



Dei roghi si interessò pure il mitico C.I.C.A.P. che tentò di insabbiare, insinuando che erano stati gli abitanti della frazione ad aver appiccato le fiamme.
Il 24 giugno 2008 in seguito ad ulteriori indagini per opera dei periti nominati, il caso fu archiviato dalla Procura di Mistretta. La conclusione dei consulenti fu che si trattò di fiamme libere e di mano umana (sic!!!).

Tuttavia il 17 luglio 2014 il problema ha ricominciato a manifestarsi. Non solo! Curiosamente eventi come quelli ripresi a Canneto sono occorsi e stanno accadendo nella città di Bitlis in Turchia, nel quartiere di Mehmet Eli Bakir. Qui in alcune abitazioni scoppiano incendi per autocombustione. I residenti riferiscono di fuochi spontanei di divani, tappeti, armadi, letti e piumoni, ma anche di danni agli elettrodomestici. Il tutto è stato documentato da una rete televisiva turca.

Che cosa collega Caronia a Bitlis e qual è la causa degli accadimenrti? Entrambe le località sono situate a 38 gradi latitudine Nord. L’ipotesi più accreditata è riconducibile, come abbiamo scritto in altre occasioni, all’uso di armi elettromagnetiche: molti aspetti, però, rimangono ancora enigmatici e bisognerà ancora indagare. Tra l’altro malfunzionamenti di apparati elettronici ed incendi si registrano anche in altre località siciliane, ad esempio nella galleria di Tremonzelli.

Comunque l’archiviazione della Procura di cui sopra ci sembra un modus operandi molto significativo: quando non si riesce a disinformare, si occulta.

Fonte: ansu



Canneto di Caronia: ritorna l’incubo degli incendi che divampano senza causa apparente

Da alcune settimane sono ricominciati i roghi a Canneto di Caronia (Messina): anche se i media nazionali scrivono che l’origine degli incendi è, a tutt’oggi, ignota, non saremo molto lontani dalla verità, se vedremo nel fenomeno la conseguenza dell’uso di armi a microonde. L’imminente implementazione del M.U.O.S. a Niscemi forse gioca il suo ruolo nello… scottante problema.

E’ emergenza a Canneto di Caronia (Messina), dove gli incendi misteriosi proseguono senza sosta. Negli ultimi giorni gli episodi si sono moltiplicati e la gente è atterrita. Perciò il sindaco Calogero Beringheli, con un’ordinanza comunale, ha disposto di sgomberare gli appartamenti in cui si sono divampati i roghi, ma la psicosi (sic) sembra solo all’inizio, tanto che anche i vicini di casa che abitano poco distanti delle abitazioni sgomberate hanno preso armi e bagagli e si sono trasferiti altrove.

L’ultimo episodio è avvenuto lunedì 21 luglio, quando una mansarda ha preso fuoco e le fiamme in pochi istanti hanno avvolto tutto l’appartamento. Tre persone sono anche rimaste intossicate, mentre cercavano di spegnere il fuoco. Un altro rogo era divampato alcuni giorni prima, quando un materasso e alcuni mobili si erano incendiati senza una ragione. Non solo! Cavi e quadri elettrici, televisori, frigoriferi… tutti bruciati, senza che nessuno abbia mai scoperto la causa. Nei prossimi giorni in paese dovrebbe arrivare una squadra di tecnici per capire che cosa sta accadendo.

Fra il 2004 e il 2005 Canneto era stata già interessata da roghi “inspiegabili” che avevano portato la frazione in cui vivono poco più di duecento persone al centro della ribalta nazionale. Indagini, ispezioni, sopralluoghi, ma alla fine tutto era stato insabbiato e adesso le combustioni spontanee sono ricominciate.

Fonte: resapubblica


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martedì 5 novembre 2013

Canneto di Caronia: divampano di nuovo inspiegabili incendi



Tra le molteplici notizie censurate dai media ufficiali o collocate ai margini dell’informazione, menzioniamo la disastrose ed inarrestabile fuga radioattiva dal reattore di Fukushima, la cui centrale atomica fu danneggiata dal maremoto artificiale del giorno 11 marzo 2011.

I gazzettieri di regime, grazie alle loro armi di distrazione di massa, distolgono l’attenzione dai veri problemi, inebetendo l’opinione pubblica con un profluvio di disgustosi ed inutili servizi sulle beghe (finte) all’interno del P.D.L., già Forza Italia, a breve di nuovo Forza Italia e sulle beghe (finte) in seno al P.D.

Quasi sempre i fatti su cui cala lo spesso drappo del silenzio mediatico riguardano la militarizzazione, neanche tanto strisciante, del territorio e della società. Proponiamo, a tale proposito, una breve cronaca inerente alle anomalie elettromagnetiche ed agli incendi di Canneto di Caronia. Sono fenomeni riconducibili con ogni probabilità ad esperimenti e ad operazioni militari. La loro recrudescenza si può collegare alla costruzione del M.U.O.S., l’impianto atto alla gestione dei droni, gli aerei senza pilota, impiegati tra l’altro nella guerra climatica?




A distanza di nove anni si sono recentemente di nuovo manifestati strani fenomeni in Via Mare a Canneto di Caronia. Dopo gli ultimi due casi, è tornata a serpeggiare l’inquietudine fra la gente della frazione in provincia di Messina.

Nella Via Mare il tempo sembra essersi proiettato a quei giorni del 2004, giorni carichi di angoscia e di mistero. Gli inspiegabili roghi che portarono questo pugno di case alla ribalta della cronaca internazionale, sono ripresi improvvisamente. E’ una maledizione per gli abitanti di Canneto da anni costretti a convivere con questi enigmatici eventi che, dopo una tregua durata alcuni anni, sembrano aver ripreso vigore.

Il 4 ottobre scorso le fiamme si sono sprigionate dal quadro contatori di un’abitazione. Le conseguenze dell’incendio non sono state gravi, ma l’evento ha risvegliato una paura mai del tutto sopita.

La domenica successiva i sensori antincendio installati nel 2004 dalla Protezione Civile hanno rilevato un picco di energia sicché il lugubre suono delle sirene d’allarme è risuonato in Via Mare. Fra gli abitanti del piccolo abitato marinaro si è diffuso il panico.

Da qualche giorno, in loco sono tornati gli esperti dell’A.R.P.A. che stanno monitorando quanto accaduto nelle ultime settimane. I tecnici hanno montato nuove apparecchiature per rilevare campi elettromagnetici di alta e bassa frequenza con l’obiettivo di captare l’energia che, registrata dai sensori, ha fatto scattare le sirene.


Fonte: Incendi misteriosi: torna la paura, 2013

Articoli correlati:

- Fuoco dal cielo ed armi non convenzionali, 2007
- Voragini atipiche, 2013

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mercoledì 22 agosto 2012

Cinisi come Caronia?

Sit ei terra levis.

La cronaca di Ferragosto è stata funestata dalla notizia relativa ad un adolescente siciliano che è morto fulminato da una scarica elettrica proveniente, stando alle ricostruzioni ufficiali, da un microfono (vedi infra). La tragedia, che si è consumata a Cinisi, cittadina in provincia di Palermo, oltre a suscitare cordoglio, induce a riflettere sulla possibilità che non sia stato un incidente dovuto ai problemi di un impianto non a norma.

Ecco gli aspetti che inducono a nutrire delle perplessità.

- La Sicilia è, un po’ come tutta l’Italia, costellata di basi militari della N.A.T.O.: esercitazioni con l’impiego di apparati elettromagnetici potrebbero aver giocato il loro ruolo nel ferale evento.[1]
- Il M.U.O.S., l’abnorme centro radar al centro di tante proteste per l’impatto ambientale, ma soprattutto per le mortali emissioni di campi elettrodinamici, è prossimo all’implementazione.
- Gli episodi di Caronia (località in provincia di Messina) sono lì a dimostrare che esperimenti militari sono all’origine di fenomeni anomali (incendi improvvisi ed inspiegabili, malfunzionamenti di apparati elettrici ed elettronici, danni ad elettrodomestici… ). A Cannero di Caronia una commisione governativa ha potuto appurare che fasci di microonde hanno provocato combustioni ed altri incidenti.
- E’ il terzo giovane che muore folgorato nelle ultime settimane in provincia di Palermo: forse questi tre decessi non formano una sequenza casuale.

Cercheremo di approfondire.

E’ morto folgorato a diciannove anni, mentre stava cantando insieme con alcuni amici e parenti. E’ successo la notte di Ferragosto, poco prima della mezzanotte, a Cinisi, nel Palermitano. Giuseppe Canale, che era residente a Palermo in via Francesco Lucchini, una traversa di via Gustavo Roccella, stava trascorrendo la notte di Ferragosto insieme, con alcuni coetanei, in contrada Piano Cavoli nella casa al mare del nonno. La tragedia si è consumata intorno alle 23:30. Il ragazzo è stato colpito da una scarica elettrica emessa da un microfono che aveva nelle mani durante un’improvvisata esibizione canora al karaoke. Il giovane è stato trasportato all’ospedale di Partinico dove è morto per “arresto cardiocircolatorio”.

Dopo l’autopsia eseguita dal medico legale nell’ospedale di Partinico, la salma è stata riconsegnata ai familiari per i funerali. I Carabinieri della stazione di Carini hanno sequestrato l’intero impianto musicale da cui presumibilmente si è sprigionata la scarica elettrica mortale. Da una prima verifica eseguita dai militari con l’ausilio di tecnici specializzati dell’E.N.E.L., è stato accertato che l’impianto elettrico nella casa del nonno non era a norma. L’intero immobile è stato posto sotto sequestro. E’ il terzo giovane che perde la vita folgorato nelle ultime settimane in provincia di Palermo.

[1] Basi militari in Sicilia.

1. Sigonella [CT]. Principale base terrestre dell'U.S Navy nel Mediterraneo centrale, supporto logistico della Sesta flotta [circa 3.400 tra militari e civili statunitensi ]. Oltre ad unità della U.S. Navy , ospita diversi squadroni tattici dell'U.S.A.F.: elicotteri del tipo HC-4, caccia Tomcat F14 e A6 Intruder, gruppi di F-16 e F-111 equipaggiati con bombe nucleari del tipo B-43, da più di 100 kilotoni l'una.

2. Motta S. Anastasia [CT]. Stazione di telecomunicazioni U.S.A.

3 Caltagirone [CT]. Stazione di telecomunicazioni U.S.A.

4. Vizzini [CT]. Diversi depositi Usa. Nota: un sottufficiale dell'aereonautica militare ci ha scritto, precisando che non vi sono installazioni USA in questa base militare italiana.

5. Palermo Punta Raisi [aeroporto]. Base saltuaria dell'U.S.A.F.

6. Isola delle Femmine [PA]. Deposito munizioni U.S.A. e N.A.T.O.

7. Comiso [RG]. La base risulterebbe smantellata.

8. Marina di Marza [RG]. Stazione di telecomunicazioni U.S.A.

9. Augusta [SR]. Base della Sesta flotta e deposito munizioni.

10. Monte Lauro [SR]. Stazione di telecomunicazioni U.S.A.

11. Centuripe [EN]. Stazione di telecomunicazioni U.S.A.

12. Niscemi [CL]. Base del NavComTelSta [comunicazione U.S. Navy]; M.U.O.S.

13 Trapani : Base U.S.A.F. con copertura N.A.T.O.

14. Isola di Pantelleria [TP]: Centro telecomunicazioni U.S. Navy, base aerea e radar N.A.T.O.

15. Isola di Lampedusa [AG]: Base della Guardia costiera statunitense. Centro d'ascolto e di comunicazioni N.S.A.

Fonti: palermo.sicilia.it, kelebekler.com


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venerdì 16 luglio 2010

Pioggia arancione su Fivizzano

Il quotidiano "Il Tirreno", nel numero del 10 luglio 2010, riporta la notizia circa una pioggia color arancio caduta sull'abitato di Campiglione, frazione di Fivizzano, in provincia di Massa e Carrara. L'episodio ricorda la pioggia rossa di Kerala, stato dell'Unione indiana. Come notato dagli abitanti, la strana precipitazione è correlata al passaggio di aerei: è possibile che il piccolo centro sia stato scelto come teatro per esperimenti militari, un po' come Canneto di Caronia, la località del Messinese in cui, da anni, si susseguono rovinosi incendi e malfunzionamenti di impianti, a causa probabilmente dell'uso di armi elettromagnetiche. Abbiamo appreso che, recentemente, l'A.S.L., interpellata sulla singolare pioggia, ha dato il suo illuminante responso: trattasi di deiezioni delle api...

FIVIZZANO. Strani spruzzi di color arancione piovono dal cielo e colpiscono il paese di Campiglione nel Fivizzanese. La gente è prooccupata ed ha avvisato Carabinieri ed A.S.L., temendo che il fenomeno possa essere collegato al passaggio degli aerei. L’Ufficio di igiene pubblica è al lavoro per risolvere il “giallo”. Non si sa bene quando sia cominciato questo fenomeno.

Da anni la gente nutre il sospetto che qualcosa non vada, nella ridente frazione del comune di Fivizzano, arrampicata sulla collina che fa da spartiacque alle valli del Lucido e del Bardine, dove avevano fatto la loro apparizione minuscole chiazze di colore arancione scuro, che risaltavano sulle seggiole bianche di plastica, sistemate nei giardini, sulle mattonelle di cotto dei terrazzi, sulle ringhiere delle scale esterne, sui cespi di insalata degli orti e persino sui capi di biancheria stesi ad asciugare.

A cinque anni fa risale la prima segnalazione all’Ufficio di igiene pubblica dell’A.S.L. di Aulla, ma senza sortire alcuno effetto. Un violento temporale estivo aveva, però, cancellando in breve ogni traccia. Ad ogni aereo che sorvolava l'abitato, la gente attribuiva la responsabilità dell'evento. Il fenomeno è occorso di nuovo sia martedì sera sia mercoledì notte con tracce visibili persino i muri delle case, le auto parcheggiate in piazza. Le macchie, di color arancione, erano così evidenti che Stefanino, il barista che gestisce il Circolo ricreativo del C.S.I., afferma di essere stato costretto a lavare con “olio di gomito” tutte le sedie di plastica ed i tavolini all'aperto. A questo punto qualcuno ha chiamato i Carabinieri di Monzone che, una volta sentita la popolazione, hanno scattato delle fotografie.

TGCOM
ANSA
IL Tirreno





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