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venerdì 16 maggio 2025

L'alluvione del 1966 ed il progetto C.N.R. di semina delle nuvole: una diretta correlazione

Ricordate le devastanti alluvioni del 1966? Proprio nel fatale 1966 furono condotti esperimenti di “cloud seeding”, cioè di “inseminazione delle nubi” con agenti chimici.

Titolo dello studio, in inglese: “A Biennal Systematic Test of some Newly-Developed Cloud-Seeding Nucleants, under Orographic Conditions” (documento allegato - vedi link). Tre ricercatori – Alberto Montefinale, Gianna Petriconi [1] (Ricordate la Petriconi?) ed Henry Papee, spiegano che, dal gennaio del 1966 al giugno del 1968, fu condotto un “test sistematico” di sollecitazione delle nuvole sui Colli Prenestini, ad est di Roma. Obiettivo: provocare l’aumento delle precipitazioni mediante “dispersione di aerosol” in atmosfera.

Riassunto: "Un esperimento sistematico di inseminazione delle nuvole è stato condotto nelle Colline Prenestine, ad est di Roma, nel periodo gennaio 1966 - giugno 1968. L'obiettivo era determinare se l'uso di nuclei giganti di condensazione monodispersi, emettitori di elettroni, e di nuclei giganti di formazione del ghiaccio di AlzSa, entrambi recentemente sviluppati nei nostri laboratori, potrebbero aumentare le precipitazioni su un'area circostante al sito di dispersione dell'aerosol. Il metodo di valutazione prevedeva confronti di precipitazioni cadute durante la settimana successiva all'aerosol di circa 15 kg di particolato, alle precipitazioni raccolte nelle due settimane successive a tale periodo. I risultati mostrano che, nonostante una quantità relativamente piccola di nuclei utilizzati per l'operazione di semina e nonostante un disegno di valutazione dei dati apparentemente svantaggiato, i rapporti normalizzati e cumulati degli eventi di precipitazione, associati a quei periodi di tempo, indicano aumenti significativi durante l'estate e l'autunno e diminuzioni significative durante la stagione invernale, sull'area considerata. NdR".

[1] La Dottoressa Gianna Petriconi fu tra coloro che presentarono un brevetto utile ad impedire la formazione di nubi. Un brevetto del C.N.R., ovviamente. E' possibile modificare le condizioni meteorologiche e manipolare i cicli pluviometrici, intervenendo sulle nubi tramite l'impiego di carburanti idonei? La risposta è affermativa. Infatti trattasi di un brevetto risalente al lontano 1973 e nel 1977 assegnato al Consiglio Nazionale per le ricerche (C.N.R.). Nel testo è spiegato in modo approfondito com'è possibile alterare la composizione del combustibile al fine di abbattere l'umidità atmosferica e dissolvere le formazioni nuvolose che potrebbero causare precipitazioni piovose. Ciò è possibile additivando alluminio, magnesio ed altri elementi alcalini che, reagendo con i solfuri di scarto, derivanti dalla combustione, determinano una fine miscela di nanopolveri igroscopiche. E' quindi evidente com'è vantaggiosa ed economica la collaborazione delle compagnie civili, giacché la capillarità delle rotte commerciali permette di intervenire ovunque si intenda distruggere o deviare intere perturbazioni. Cade così ogni fantasiosa spiegazione negazionista, volta a screditare quella che, secondo i media di regime, sarebbe solo una leggenda metropolitana nata dalla sfrenata fantasia di due fantomatici appassionati di bioterrorismo. Curioso, come dicevo, che gli stessi autori del brevetto, poi scrivono un libro proprio su quelle nubi che, ora, grazie a quello stesso brevetto, non esistono più.

🔹 LEGGI QUI L'ARTICOLO CORRELATO.

🔹 GUARDA QUI IL VIDEO.

🔹LEGGI QUI LO STUDIO "A Biennal Systematic Test of some Newly-Developed Cloud-Seeding Nucleants, under Orographic Conditions".

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sabato 27 febbraio 2021

Imbrattacarte e negazionisti allo sbaraglio

"Conosci il tuo nemico", recita quel famoso detto ed è vero: per difenderti, devi conoscere il tuo avversario ed anticipare le sue mosse. E' di oggi la pubblicazione di un brogliaccio sulla pagina di un famoso "giornalista" organico al sistema. La velina è stata poi rilanciata dai soliti pennivendoli locali (di Sanremo) e nazionali, in merito alle "condanne" sulle quali vi ho già informato nei giorni e nelle settimane scorse.

Si tratta, in questo caso, di due "procedimenti" a mio carico che, per semplicità, definisco "Bencivelli" e "Solesin". Nel primo caso, abbiamo una "condanna" di secondo grado che è suscettibile di "nullità assoluta", in quanto non sono stato informato circa la data dell'udienza di Appello e poi si sono pure dimenticati di informarmi dell'avvenuta "sentenza" che, passati i termini per il ricorso, sarebbe divenuta definitiva. Sennonché, insospettito dal silenzio della cancelleria della Corte di Appello (che non rispondeva alle mie PEC nelle quali chiedevo che destino avesse avuto l'udienza rinviata a data da destinarsi per via dell'emergenza Covid), mi sono premurato di incaricare un legale di fiducia, visto che quello di ufficio era latitante. Così sono venuto a conoscenza del fatto che l'udienza di appello si era svolta il 17 settembre 2020 e che la "sentenza" era stata depositata con le motivazioni pochi giorni dopo. Tuttavia ormai era tardi per ricorrere in Cassazione! Si comprendeva a quel punto lo strano silenzio dei gazzettieri nonché della "parte lesa". Era evidente che non pubblicare alcunché sul "verdetto" in appello era funzionale alle mancate notifiche, giusto per impedirmi di ricorrere e per far sì che la "condanna" divenisse definitiva. Ora, però, non è finita, visto che è stata chiesta la rescissione del giudicato (annullamento della sentenza) per vizio di notifica.

La situazione è simile per quel che riguarda il procedimento "Solesin", poiché anche in quel caso si è verificata una grave violazione del Codice di procedura penale, in quanto l'interrogatorio per opera del Pubblico Ministero si è svolto in assenza del legale che avrebbe dovuto sostituire quello di ufficio e che non fu nemmeno avvisato. Infatti l'incontro ebbe comunque luogo, ma in assenza del difensore. Anche in questa circostanza, nel ricorso in appello già consegnato, si chiederà nuovamente l'annullamento del rinvio a giudizio e, di conseguenza, anche della "sentenza".

Inoltre, come se non bastasse, il Giudice di primo grado (nel processo Bencivelli vs Marcianò) non ha applicato correttamente l'articolo di legge [1], comminando una multa e, nel contempo, la reclusione. Il che rende la sentenza inapplicabile. Errore al quale non è stato posto rimedio nemmeno dai Giudici della Corte di Appello.

[1] Art. 595 c.p.: "Chiunque, fuori dei casi indicati nell'articolo precedente, comunicando con più persone, offende l'altrui reputazione, è punito [c.p. 598] con la reclusione fino a un anno oppure con la multa fino a euro 1.032".

Questi aspetti sono ben conosciuti dai pennivendoli e negazionisti di turno, perché ne ho dato ampia delucidazione, ma, chissà perché, nei loro scartafacci a contenuto fortemente diffamatorio, queste informazioni sono omesse. Intanto ricevo insulti e minacce in quantità. Passi. "Il giudizio di uno stolto è un titolo da re". (W. Blake)

Se intendete sostenermi nelle spese processuali, ve ne sarò grato. Donazione con IBAN: IT09B0503401753000000052068 - Swift (BIC): BAPPIT21A88. Maggiori dettagli qui.



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