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giovedì 24 marzo 2016

Bruxelles: puzza di bruciato



La nostra libertà dipende dalla libertà di stampa ed essa non può essere limitata senza che vada perduta.” (T. Jefferson)

Bruxelles, 22 marzo 2016. La capitale belga è teatro di un’ennesima operazione falsa bandiera (false flag operation) con tre pseudo-terroristi che si fanno esplodere alla stazione ed all’aeroporto. Non è il caso di usare toni dubitativi o interrogativi, perché è evidente che i “fatti” di Bruxelles ricalcano il solito copione che, tra le altre cose, era stato anticipato in alcune pellicole cinematografiche tra cui “Spectre”.

Come possiamo essere certi che gli “eventi” belgi sono la solita sceneggiata? Grazie alle seguenti circostanze.



• Le reti televisive hanno mandato in onda, immediatamente dopo gli “avvenimenti”, un video riciclato riferito ad un attentato perpetrato in Russia nel 2011. E’ stato poi dichiarato trattarsi di un errore: ci pare un errore alquanto grossolano per opera di reti televisive iperorganizzate! I tecnici, infatti, hanno avuto tutto il tempo per reperire il video adatto ed editarlo, cancellando, in perfetta malafede, il logo originale di "Life News", per poi distribuire il prodotto alle agenzie di stampa.

• Un giornalista statunitense aveva preannunciato un “attentato” a Bruxelles per il periodo intercorrente tra il 16 ed il 22 marzo 2016.

• Il deputato belga Laurent Louis, del partito “Debout les Belges” ha asserito: “Come sapete, non ho mai nascosto che pensavo che gli attentati che sono stati perpetrati negli Stati Uniti, in Europa, Asia ed Africa, dal giorno 11 settembre 2001 in poi, fossero delle iniziative “false flag”, degli atti attribuiti ad organizzazioni terroristiche islamiche, ma in realtà perpetrati dai nostri governi per servire gli interessi politico-economici con sullo sfondo la destabilizzazione del mondo arabo, lo sviluppo dell’islamofobia nel mondo, l’attuazione del progetto del grande Israele, infine la realizzazione di un Nuovo ordine mondiale che impone un governo che limita (o elimina? N.d.r.) i nostri diritti e le libertà fondamentali al fine di fingere di lottare contro il terrorismo creato da coloro che, nell’ombra, tirano le redini della politica globale”.

• Le “vittime” del “crimine efferato” sono i soliti crisis actors, alcuni “scampati miracolosamente” (che coincidenza! Saranno reduci da Lourdes) sia all’attentato di Boston sia a quello del Bataclan parigino: un figurante, che finge di essere stato colpito ad una gamba, senza neanche una smorfia di dolore sul volto, trova la lucidità per guardare l’orologio; un altro guitto, che simula di fuggire dal luogo dell’esplosione, porta in braccio un bambolotto!

• Un’attrice “ferita”, beata e tranquilla, telefona con il cellulare poco dopo l’esplosione, sebbene le comunicazioni telefoniche fossero ormai interrotte, come avviene ogni qual volta sono compiuti "attentati".

• I pochi... "feriti" esibiti dai media non mostrano lesioni da chiodi e da bulloni. Anche i vestiti non rivelano le conseguenze da schegge, benché sia stato affermato che agli ordigni, per aumentare il loro effetto di devastazione, erano stati aggiunti, appunto, chiodi e bulloni. Si ricordino, invece, le ripercussioni reali ed atroci su coloro che perirono o furono feriti in occasione delle stragi di Stato durante il periodo della “strategia della tensione” (strage di Brescia, di Bologna, del treno Italicus etc.), oppure nei teatri di guerra.



• In una delle fotografie che ritraggono uno fra i teatri delle deflagrazioni si nota un vaso con fiori al centro di un tavolo in mezzo ad un panorama di fumo e detriti a terra: il vaso ed i fiori, perfettamente intatti, non sono stati spostati nemmeno di un millimetro dalla (presunta) spaventosa onda d’urto.

• Come negli altri casi i pochi filmati che mostrano qualcosa sono realizzati con cellulari antidiluviani, mentre i filmati delle videocamere di sicurezza sono inesistenti.

• Non è possibile che presunti jihadisti riescano ad eludere sistemi di una sorveglianza capillare e rigidissima, portando con sé valigie contenenti esplosivi, quando da anni non è più possibile imbarcarsi su un aereo neppure con una bottiglia d’acqua minerale. Gli scali aerei sono più blindati di un’auto presidenziale!

• La sceneggiatura è più o meno sempre la stessa e prevede la presenza di due fratelli terribili: a Boston, 15 aprile 2013, i fratelli Tsarnaev; a Parigi, 7 gennaio 2015, Charlie Hebdo, i fratelli Kouachi; a Parigi, 13 novembre 2015, Bataclan, i germani Abdeslam; a Bruxelles, 23 marzo 2016, i fratelli El Bakraoui. Ci mancano solo i Dioscuri, i fratelli Karamazov ed i fratelli Wakhowski, che di recente sono diventati sorelle, ed il quadro è completo.

• I servizi di “intelligence” ammettono delle falle nelle misure di controllo e di prevenzione, come fossero composti da dilettanti allo sbaraglio della Corrida. I vertici dei servizi segreti, però, pur così negligenti ed incapaci, sono ancora tutti al loro posto.



• Anche in questo caso, non è mancata una “profetica” esercitazione: il 25 febbraio scorso un’esercitazione simulante una catastrofe era stata organizzata alla stazione Schuman di Bruxelles. La stazione si trova a 400 metri dalla fermata della metropolitana di Maelbeek. L’esercitazione ha coinvolto Vigili del fuoco, personale sanitario, Polizia e figuranti. Lo scenario simulava il soccorso a 150 persone bloccate nel tunnel, fra cui una quarantina di feriti, nonché un incendio. Quasi certamente il 25 febbraio sono state registrate le immagini e scattate le fotografie poi spacciate per testimonianze dello pseudo-attentato occorso il mese successivo.

• Subito dopo la farsa, importanti uomini delle istituzioni hanno invocato la creazione di un corpo europeo unico di polizia, secondo la classica strategia “problema, reazione, risoluzione”. Sono state pure caldeggiate una maggiore integrazione e cooperazione fra i servizi segreti dei vari paesi, in vista di una loro unificazione.

• Il giornalista Giulietto Chiesa, evidentemente figura che conosce gli arcana imperii, dopo il vaudeville parigino, aveva predetto che la prossima città ad essere colpita sarebbe stata Bruxelles. Strana dote profetica ha colui…

• La data scelta per il false flag è significativa: 22 è multiplo del solito 11, la cifra nota come la “dozzina del diavolo”; 22 marzo equivale a 22 3, numero che corrisponde, letto al contrario, a quello della setta Skull and bones (Teschio ed ossa), una delle tante confraternite facenti capo alla feccia mondialista.

• L’esplosione nella metropolitana sarebbe avvenuta, stando alla versione ufficiale, alle ore 9 ed 11.

• Uno dei “superstiti” si chiama Mason Wells. Il suo è quello che si definisce nome parlante: il nome Mason è un esplicito riferimento alla Massoneria, mentre il cognome Wells ricorda l’autore britannico Herbert G. Wells che fu un precursore delll’ideologia sinarchica.

• Matteo Salvini, che detiene un non invidiabile primato di assenze a Bruxelles, si trova – singolare combinazione – nella capitale belga proprio il 22 marzo, nonostante, essendo prossime le vacanze pasquali, le sedi delle istituzioni europee siano ormai quasi deserte.

• La commedia di Bruxelles è finalizzata ad inasprire il soggiogamento della popolazione sempre più spaventata e desiderosa di un’impossibile sicurezza che dovrebbe provenire proprio da chi la minaccia, anzi la annienta. Il dominio delle nazioni, vera ossessione della cricca mondialista, si esercita attraverso le tre diaboliche C: controllo, coercizione, centralizzazione. Ora che il comando e la costrizione sono obiettivi quasi del tutto conseguiti, si sta passando alla centralizzazione di tutte le istituzioni in vista dell’instaurazione di un’unica dittatura planetaria.

• Nei confronti dei vari popoli, ma soprattutto nei confronti delle persone di fede islamica, il sistema ricorre alla strategia della dissonanza cognitiva o comunque a metodi che creano disorientamento e schizofrenia: ad esempio i Musulmani sono sempre demonizzati come integralisti e terroristi (per giunta è stato coniato dai pennivendoli di regime l’orrido e falso neologismo “jihadista”), ma con infinita ipocrisia e scaltrezza, sono poi blanditi con leggi e condotte che promuovono le cosiddette “inclusione” ed “integrazione” in linea con il nefasto piano Kalergi. Fomentare l’odio dei Cristiani contro i Maomettani e viceversa obbedisce alla collaudata tecnica del divide et impera, istigare discordie e conflitti per consolidare il potere.

• Ogni inside job è funzionale all’agenda dei globalizzatori, all’Internazionale del terrore in procinto di eliminare la Siria di Assad e di scatenare la tanto agognata (da loro) Terza guerra mondiale. Il tutto con la collaborazione di papa Francesco che incarna la più melliflua e pericolosa Ideenkleid mondialista.




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mercoledì 16 marzo 2016

La teoria della Terra piatta è un’operazione psicologica?



Non intendiamo fomentare polemiche, ma dar voce a chi considera la teoria della Terra piatta un’operazione psicologica (psy op), ideata e promossa dalla C.I.A. (la Criminal infamous agency) atta a gettare il discredito su altri filoni di ricerca ed a creare confusione. Come scrivemmo tempo fa, a prescindere dal fatto se tale modello sia plausibile o no, ci sembra che il problema sia mal posto: infatti, nonostante il suo carattere eccentrico, tale ipotesi tende a riprodurre i limiti metodologici dell’ortodossia scientifica. Infatti non bisognerebbe cercare solo le prove oggettive, i dati empirici per dimostrare che il pianeta non sarebbe un geoide, quanto focalizzare la questione su che cosa siano la “realtà”, la materia-energia, il cervello, la percezione, la mente, la coscienza. Occorrerebbe provare a definire quello che il fisico francese Costa de Beauregard chiama “il problema veramente fondamentale”, vale a dire la relazione tra la psiche e la materia.

Malgrado i progressi speculativi nel campo della scienza attuale, la nostra visione del mondo ed il sapere accademico-istituzionale sono ancora ancorati a rigide coordinate spazio-temporali, ad una concezione cartesiana della res extensa.

Da un punto vista storico, ricordiamo che già Aristotele e gli scienziati ellenistici ritenevano che la Terra avesse una forma sferica. Nello stesso Medioevo, considerato a torto solo un’epoca di oscurantismo e superstizione, i dotti consideravano la Terra un globo: basti pensare a Dante Alighieri ed alle rappresentazioni in cui l’imperatore del Sacro romano impero germanico regge uno scettro che sovrasta una sfera, a simboleggiare il suo potere universale.

Comunque, tralasciando complesse questioni storiche, epistemologiche ed ontologiche, riteniamo utile approfondire la questione.

Secondo alcuni, la Terra è in realtà un disco piatto e non un globo. Questo meme è decollato dopo che Obama equiparò coloro che si rifiutano di attribuire i cosiddetti cambiamenti climatici al biossido di carbonio, ai sostenitori della "Società della Terra piatta". Entro dodici mesi, YouTube è stato invaso da un'enorme mole di video sul tema. [1]

I capisaldi di questo meme sono i seguenti:
1. La Terra è un disco piatto o, stando ad altri, un piatto con i bordi rilevati.
2. Gaia non ruota intorno al Sole.
3. Il Sole e la Luna sono sferici, ma molto più piccoli di quanto afferma la scienza ufficiale.
4. La gravità è un'illusione.
5. Non esistono satelliti in orbita attorno alla Terra.
5. Il Sole non dista 93 milioni di miglia da Gaia, ma è a 4.000 miglia sopra la Terra.



Non esiste un modello unificato circa la Terra piatta, ma il più diffuso ipotizza che il pianeta sia più o meno un disco. Siamo al cospetto di una "psy op" che richiede grandi finanziamenti provenienti da agenzie di intelligence, governi ed aziende. L’idea della Terra piatta è uno strumento efficace per il controllo mentale e potrebbe essere stata messo a punto dal Tavistock Institute e dalla C.I.A. E' incredibile quante persone intelligenti abbiano aderito a tale dottrina. [2]

L'operazione è stata ideata per creare ed alimentare la dissonanza cognitiva, attraverso il solito divide et impera. Abbiamo incontrato molte persone che, appena un anno addietro, erano impegnate a divulgare verità scomode. Ora si interessano solo di Terra piatta, mentre l'umanità è sterminata con la geoingegneria clandestina, le radiazioni nucleari, il cibo transgenico, i campi elettromagnetici etc. In questo modo molti ricercatori sono stati neutralizzati.

Lo storico Jeffrey Burton Russell, nel saggio intitolato "Il mito della Terra piatta" (1997) sostiene: “Con pochissime eccezioni, nessuna persona istruita nella storia della civiltà occidentale, dal III secolo a.C. in poi, ha mai creduto che la Terra fosse piatta".


[1] Il meme (dall'inglese meme, a sua volta dal greco mímēma, imitazione, mimesi) è un'entità consistente in un’ informazione riconoscibile dall'intelletto, relativa alla cultura umana. Esso è replicabile da una mente o da un supporto simbolico di memoria, per esempio un libro, ad un'altra mente o supporto. In parole semplici, il meme è un’idea ben identificabile che si propaga attraverso le persone e testi di varia natura (video, libri, discorsi etc.)

[2] Non è un caso se tempo fa in maniera proditoria fu inserito sul blog Tanker enemy un articolo riguardante la teoria della Terra piatta: oltre ad essere un soggetto che esula dalla biogeoingegneria illegale, è palese che... qualcuno, avvalendosi di un’autorizzazione (per questo poi revocata) a commentare, introdusse il testo per delegittimare ed oscurare la ricerca e la divulgazione della verità sulla geoingegneria clandestina. Prima ancora che ce ne accorgessimo il post era stato copiato e rilanciato dai soliti disinformatori collegati ad apparati dello Stato. Strano, vero?

Articolo correlato: Persi negli universi


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mercoledì 9 dicembre 2015

Pubblicità progresso



Grazie all’assiduo aiuto di amici e sostenitori nella battaglia per denunciare e fermare l'ingegneria del clima, è stato installato un altro cartellone che invita a prendere coscienza del problema, indicando il sito geoengineeringwatch.org come fonte per reperire tutte le informazioni utili. Quest’ultimo cartellone è in New Mexico, lungo la strada I-25, nel tratto tra Santa Fe ed Albuquerque.

I cartelloni hanno un impatto visivo che aiuta a sradicare la negazione della realtà dovuta alla censura dei media di regime. La dissonanza cognitiva della popolazione è così profonda che la maggior parte dei cittadini non ha la più pallida idea di quanto sta accadendo nei cieli sopra le loro teste, giorno dopo giorno, già da decenni. […]

Recenti studi psicologici dimostrano che chi mette in dubbio le versioni del mainstream è sano di mente, mentre chi accetta ciecamente ciò che viene propinato dalle fonti "ufficiali" dimostra problemi cognitivi. Quanto più una particolare minaccia si precisa, quanto più è "pubblicizzata", tanto più facile diventa debellare il bias di conferma. Così la campagna di affissioni anti-geoingegneria continua.

Dane Wigington

Fonte:

Geoengineeringwatch.org

Anche in Italia si dovrebbero assumere iniziative simili e probabilmente noi di Tanker enemy organizzeremo una campagna di questo tipo.



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martedì 1 giugno 2010

Scie chimiche, un altro abominevole "esperimento" governativo (articolo di Zen Gardner)

Zen Gardner, in un suo brillante editoriale, esamina la percezione del problema “scie chimiche”, usando gli strumenti della psicologia. L’autore indugia sulle reazioni della massa di fronte alle scelleratezze dei governi: sono crimini tanto orrendi che l’uomo della strada non riesce neppure a concepirli. Se, per di più, si considera che il genocidio è perpetrato da chi, nell’illusione collettiva, sarebbe preposto a tutelare la popolazione, è inevitabile che si instauri un meccanismo di rifiuto. Siamo al cospetto del bias di conferma, ossia un atteggiamento che induce a cercare, contro ogni evidenza e contro ogni logica, un avallo delle proprie credenze anche più assurde, purché preservino la propria rassicurante visione del mondo. E’ un contegno infantile su cui hanno facile gioco i ciarlatani della disinformazione che usano le parole come potenti anestetici.

Il grado di silenzio e di censura circa le scie chimiche è orwelliano. L’aspetto più sbalorditivo di questa strana realtà, oltre all’assenza di ammissioni per opera delle autorità, è la mancanza di informazione dei media su un fenomeno tanto evidente ed intrusivo. Mentre, per certi versi, non sorprende che i media controllati non trattino l’argomento, l’idea che qualcuno sta deliberatamente avvelenando l’aria che respiriamo in misura tanto massiccia è straziante.

Se si associa questa intensa irrorazione alle campagne per l’aria pulita e per la riduzione di CO2 delle cui emissioni sono considerati responsabili i cittadini, si è al cospetto di una dissonanza cognitiva. Le due situazioni sono così contraddittorie che il cittadino medio rinuncia a conciliarle. Ciò si traduce in una rafforzata accettazione dello status quo ed in un docile stato di apatia. Si tratta di un modus operandi tipico della manipolazione culturale e scientifica ed è usato ad ogni livello di informazione pubblica. Combatti le guerre, poiché questo è il prezzo della pace. Prometti la trasparenza, ma tieni tutto nascosto. Non esistono centri occulti di potere, ma tutti vi appartengono. Aumento delle temperature globali e raffreddamento del clima. Preserva la libertà con maggiori controlli. Salva le nazioni, distruggendole (Si pensi all’Iraq, n.d.t.) etc.

Una forte dissonanza si palesa quando un’idea entra in conflitto con un convincimento personale: ad esempio, "Io sono una persona onesta" o "Ho preso la giusta decisione". L’ansia che si insinua quando si reputa possibile l'aver preso una risoluzione errata può condurre alla razionalizzazione, la tendenza a creare spiegazioni ulteriori e giustificazioni fittizie per puntellare le proprie scelte.

Sono sistemi di condizionamento che si sono, via via, affinati nelle ultime due generazioni, da quando i media hanno rafforzato la loro presa. Hitler espresse un simile semplice precetto per il controllo della massa: "Racconta una grossa bugia e la gente ci crederà". La gente non riesce a credere che qualcuno potrebbe essere così infido ed inumano, specialmente se appartiene ad un governo "democraticamente" eletto, da perpetrare delitti tanto orrendi contro la popolazione.

Riflettiamo. Ripercorriamo la vera storia. Gli oligarchi ed i governi hanno costantemente sfruttato i popoli per i loro fini. Essi cercano di tenerci sedati, distratti e convinti che siamo felici affinché non ci svegliamo, non ci rivoltiamo e non li buttiamo fuori.


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